L'ECONOMISTA
G A Z Z E T T A SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, F I N A N Z A , C O M M E R C I O , B A N C H I , F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I
Anno
XIX - Voi. XXIII
Domenica 13 Marzo 1892
N. 932
L'ASSESTAMENTO DEL BILANCIO
La Camera sta discutendo la legge di assesta-mento del bilancio; pareva dapprima c h e in tale occasione si sarebbe fatta una discussione a fondo sulla politica finanziaria seguita dal Ministero, e elio la maggioranza dei deputati avrebbe pubblicamente falli sentire quei giudizi severi c h e nelle privale conversazioni suole apertamente manifestare.
Sapralutto si voleva rilevare c h e il nuovo Mini-stero non ha saputo in più di un anno d a c c h é è insediato incarnare in un progetto di legge nessun nuovo concetto.
Sembra però che, per il solito costume dì pensare e non dire, le cose sieuo mutate, e la maggioranza si limiterà a tacere, lasciando c h e il Ministèro e I il relatore si sbrighino essi a confutare gli oppositori.
Amiamo ripetere c h e non credi .mo opportuno in nessun, modo una erise, specie nel Ministero del Tesoro; sentendo giudicare da amici ed avversari l'opera dell'or.. Luzzatti, ci stringe il c u o r e a p e n -sare che l'Italia, nelle difficoltà e c o n o m i c h e presenti, abbia quel Ministro, o c h e abbia dei deputati c h e
pur votando in suo favore lo giudicano in tal modo. Noi vedendo le cose da un "punto di vista meno personale, crediamo che n o n vi sia certo motivo di lodarsi dell'opera fin qui compiuta d a l l ' o n . Luzzatti, ma in pari tempo riteniamo prematuro ogni giudizio definitivo. Troppi problemi di altissima importanza stanno domandando una soluzione, ed è di fronte ad essi che un uomo c o m e l'on. Luzzatti deve m a n i f e -stare la sua superiorità, s e veramente è un uomo superiore. Il vederlo cadere p e r otto o dieci milio.ii di avanzo o di disavanzo, o p e r qualche c h i l o m e t r o ili ferrovia da costruirsi oggi, o più tardi, o p e r qualche sproposito sulla questione monetaria, sarebbe spettacolo miserevole e non degno.
Ma veniamo al bilancio di assestamento, sul quale la Camera ha intrapresa una d i s c i s s i o n e affatto a c cademica e c h e , mentre scriviamo, sarà forse a p -provato.
Lo stato di previsione dell'esercizio in corso p o r -lava nel giugno passato le seguenti cifre :
entrata effettiva . . . L. 1,555,923,382 sPesa » . . . » 1,550,391,896 avanzo L . 5,531,486
Ma nel n o v e m b r e scorso queste cifre si modificavano c o m e segue, diminuendosi la entrata di L i -re 3 6 8 , 5 6 0 ed aumentandosi la spesa di L . 8 2 1 , 7 9 7 :
entrata effettiva . . . L . 1,555,554,822 spesa » . . . » 1,551,213,693 avanzo L. 4,341,129
L a Giunta del bilancio diminuisce ora ili 1 5 mi-lioni e mezzo le entrate e conseguentemente muta l'avanzo di 4 . 3 milioni in u n disavanzo di quasi 1 1 . 2 milioni.
L e diminuzioui riguardano p e r un milione le tasse di registro e p e r 1 4 milioni le tasse doganali.
il relatore della Commissione del bilancio così giudica la situazione finanziaria :
« Il risultato finale, secondo le proposte della Giunta, è un disavanzo di L . 1 1 , 1 5 8 , 8 7 1 sulle spese effettive e di 8 , 8 3 5 , 0 9 4 lire sul movimento di c a -pitali, e cioè un disavanzo totale di lire 1 9 , 9 9 3 , 9 6 5 .
« S e ora si analizza questo disavanzo, risulta i n -nanzi tutto c h e la parte di esso c h e si riferisce al
movimento di capitali è un disavanzo di cassa, il
quale produce per effetto n o n un consumo, m a u n aumento di patrimonio.
« Oltre a ciò nota il Ministero è a considerarsi che il disavanzo di 1 1 milioni, tenendo conto delle maggiori entrate e diminuzioni di spese derivanti da disegni di logge c h e stanno dinanzi alla C a m e r a portanti un miglioramento di 3 , 4 0 0 , 0 0 0 , risulta c h e esso si ridurrà a 7 , 6 0 0 , 0 0 0 .
« Quanto c a m m i n o siasi fatto, si rende agevol-mente manifesto, s e si considera c h e , malgrado il poco propizio svolgimento delle entrate, e sebbene sia rientrata per intero fra le effettive la spesa delle pensioni, si è ridotto a soli undici milioni quel d i savanzo sulle spese effettive, c h e nell'esercizio p r e -cedente si verifico di 7 5 milioni.
« Dopo avere c o n tanto sacrificio fatto u n passo decisivo, si ha ragione di sperare c h e la depressione e c o n o m i c a abbia superato il limite m a - s i m o , e c h e quindi l ' i n c r e m e n t o delle entrate si ravviverà ; la qual cosa è pure avvalorata dal fatto che il risparmio in Italia è notevole, quauto è notevole la q u o -tidiana affluenza di depositi alle Casse di risparmio ed alle B a n c h e . L a o n d e sembra ormai giustificata la lusinga c h e si avvicini il m o m e n t o della ripresa. Nullameno vi è ancora molto da fare p e r liquidare i disagi della situazione, ed occorre persistere n e i provvedimenti finché a tutti i guasti non siasi r i mediato. N é certo alcuno avrà mai preteso, n é s p e -rato c h e in breve tempo si potesse compiere p e r intero il riordinamento delle nostre finanze. »
SOVVENZIONI 0 PREMI?
Riceviamo da Roma un opuscolo intitolato : « Le
Convenzioni postali marittime al Parlamento ita-liano. — Considerazioni ed appunti di Giovanni
Laganà, Direttore Generale della Navigazione G e n e -rale Italiana, sul discorso dell'on. Bettòlo pronun-ziato alla Camera dei deputati il 2 2 dicembre 1 8 9 1 . »
Il perchè della pubblicazione è questo. Nella se-duta della Camera del 2 2 dicembre venne discusso in fretta, affinchè potesse presentarsi in tempo ap-pena apap-pena utile al Senato e, mediante la sanzione del R e , divenire legge entro l'anno 1 8 9 1 , il p r o getto di proroga per sei mesi delle Convenzioni p o -stali marittime, c h e col 3 1 dicembre scadevano. Ci fu nonostante un po' di discussione generale e f o n . Bettòlo, deputato di Genova, pronunziò un discorso, confutato solo in piccola parte da qualche altro de-putato, stante la strettezza del tempo, nel quale trattò delle sovvenzioni marittime e dei premi di naviga-zione ed espresse censure di più specie contro la principale Società italiana di navigazione. Il comm. Laganà, come direttore della Società e come uomo di mare, si è creduto in dovere di rispondergli : non immediatamente, perchè il suo lavoro, ricco di cifre e di dati statistici, non poteva improvvisarsi ; ma in modo c h e la replica giungesse a tempo per illumi-nare l'opinione pubblica e parte dei deputati e dei senalori, che prenderanno la parola e daranno il loro voto sul disegno di legge pel definitivo riordina-mento postale e commerciale marittimo, la cui pre-sentazione, a quanto pare, è molto prossima.
Il breve, ma succoso, scritto consta pertanto di due parti, una generale e una speciale. Noi lasceremo da banda quest'ultima, c h e è pure interessante, perchè, nello svolgere la difesa della Società di Navigazione Generale, reca molti dati di fatto e importanti c o n -siderazioni sul traffico interno e internazionale, sul commercio di transito e sulle tariffe ferroviarie. Di-remo invece qualche parola della prima parte, dove sono posti a confronto i due sistemi delle sovven-zioni alle linee marittime oltreché postali anche com-merciali e dei premi di navigazione.
Il deputato Bettòlo sostiene questa tesi. L e s o v -venzioni pei servizi postali sono necessarie, perchè nessun esercente può prestare un servizio gratuito; ma ad esse dovrebbe lo Stato limitare la sua spesa, risparmiando le sovvenzioni a servizi puramente com-merciali, c h e in Italia, dice egli, sono riuscite dan-nose al movimento commerciale interno, generando il monopolio, e hanno servito male anche ai traffici internazionali. — E propone di erogare il risparmio in premi di navigazione, che, nel suo parere, hanno fatto buona prova in Erancia e anche in Italia per-chè, nel quinquennio trascorso dopo la loro adozione, il tonnellaggio italiano ebbe un aumento di 1 0 , 3 0 0 , mentre nel quinquennio precedente n' aveva avuto uno di 7 S 0 0 soltanto. Sebbene confessi che il m i -glior modo di applicare il sistema suo preferito abbia ancora bisogno di profondo studio pur tuttavia egli accenna a qualche criterio speciale. V o r r e b b e c h e i premi si conferissero alle sole navi costruite in
paese, ed in ragione non soltanto delle miglia c h e percorrono, ma anche della merce c h e trasportano; in modo c h e 1' armatore associasse i suoi sforzi a
quelli del produttore, favorendo così entrambi l'espor-tazione nazionale.
Il Laganà, al contrario, sostiene c h e non può es-servi monopolio sul mare, strada naturale che a dif-ferenza delle ferrovie, può essere percorsa da tutti. Aggiunge c h e di fatti non v ' è , esistendo anco in Italia liberi armatori e piccole Società accanto alla grande Società sovvenzionata e vincolata da nume-rosi e precisi obblighi verso il Governo. Nega al-tresì c h e si possano mai accumunare gli interessi del produttore e quelli del vettore; giacché, dice, in ogni singola contrattazione il vettore tende a pi-gliare il nolo più alto che sia possibile, il caricatore a pagarglielo quanto più piccolo gli riesca. S u una data linea, egli scrive, per una data categoria di prodotti, o si tratti di stabilire preventive tariffe, o si dibatta il prezzo ad ogni spedizione, questo con-trasto vi sarà sempre. Qui noi potremmo osservare che, iu un certo senso generico, per entrambi gli interessati è bene c h e la produzione nazionale sia abbondante ; giacché se è scarso il prodotto com-plessivo dei noli, qualunque sia la misura di questi, risulta magro, se viceversa è copiosa, esso riesce rimunerativo. Questo concetto, sebbene ei non lo svolga, l'Autore dell'opuscolo lo ammette, dacché qualifica, e con ragione, segno del non aver chiara l'idea, né intera la conoscenza della materia « il vo-ler determinare con uno speciale provvedimento le-gislativo una solidarietà d'interessi c h e di per sè stessa non può esser altro che la- conseguenza molto indiretta di uno stato economico generale soddisfa-cente per tulli. »
Troviamo notevole il seguente brano, dove è com-battuta la proposta di proporzionare i premi alla quantità di merce che le navi mercantili trasportano.
« L e correnti del traffico sono, come tutte le al-tro cose, assai diverse fra loro; quali antiche e bene avviate, quali incipienti, quali invece in decadenza; alcune rigogliose, altre meschine, quali continue e quali intermittenti. Di qui già si vede quanto diffì-cile le sarebbe in pratica stabilire le modalità e la misura di premi basati sul traffico. Ma in un modo o nell'altro, secondo il proponente, i premi dovreb-bero andare a finire in mano di chi più trasporta ; così agli esercenti delle linee ove il traffico c'è, più che altro, per logica conseguenza, di quelle dove ce n ' è moltissimo. Ivi si affollerebbero tutte le navi, che già, come è naturale, le prediligono. Viceversa, gli esercenti comincerebbero a trascurare quelle linee su cui il traffico scarseggia, diserterebbero addirit-tura quelle ove è quasi nullo. S i avrebbe allora questa bellissima conseguenza : che i premi andreb -bero a chi già opera da sè con profitto perchè il lavoro è abbondante continuo, sicuro e rimunerativo; e c h e nei paraggi meno ricchi, sulle linee meno ri-munerative, dove ha già luogo assai minor movi-mento di navi, finirebbe per non andarvene più neanche una. Pertanto, mentre i premi vogliono essere un mezzo d'incoraggiamento, affluirebbero là appunto e soltanto ove d'incoraggiamento non vi è bisogno ; voglio dire, in sostanza, come tutti sanno, alle linee delle due Americhe, perchè ivi è il nostro maggior traffico. — Si giunge a risultati assurdi, non è vero ? Anzi a risultati affatto opposti a quelli che si cercano. Ma è naturale, perchè assurdo è il sistema. » _ .
contrario u n u o m o n o n solo competente in materia il c h e sarebbe il m e n o , tanto più c h e p e r m i -surare la competenza finora non è stato inventato nessuno strumento di precisione — m a un u o m o che dirige e rappresenta una Società, la quale d e i premi di navigazione istituiti in Italia fruisce a n -ch'essa. Il L a g a n à li proclama addirittura inefficaci allo incremento del naviglio mercantile italiano; e prendendo per base le cifre citate in proposito dal deputato Bettòlo, fa notare c h e se l'aumento del ton-nellaggio dopo la loro istituzione fu di 1 0 , 3 0 0 in un quinquennio mentre e r a stato di 7 S 0 0 nel quin-quennio anteriore, la spesa di alcuni buoni milioni, a questi lumi di disavanzo, non ha fruttato f u o r -ché un aumento di 3 0 0 0 tonnellate in tutta la nostra marina mercantile ( l ' I n g h i l t e r r a nel 1 8 9 1 ha c o -struito 6 6 7 piroscafi con un tonnellaggio di 7 2 9 , 1 4 1 ) , compresivi forse chi sa quanti vapori rimorchiatori : un risultato splendido davvero ! E possiamo sotto-scrivere c o n due mani alle parole c o n cui egli rias-sume il suo pensiero su questo argomento. « I premi, die dovrebbero essere più propriamente chiamati
sovvenzioni gratuite, perchè a tutto peso del b i l a n
cio dello Stato, e senza c h e a questo n e venga a l cun corrispettivo, sono il provvedimento più i n u -tilmente artificiale, più anti-economico c h e esista, e sono un vero privilegio di fronte alle altre industrie. » La parola gratuite ci conduce diritto diritto alla conclusione del c o m m . L a g a n à . L e sovvenzioni, anco se date a servizi puramente commerciali, sono sem-pre un corrispettivo, p e r c h è compensano altrettanti obblighi del concessionario. S a r a n n o obblighi meno gravosi e meno rigorosi c h e nei servizi postali, m a ci sono : navi d' un dato tonnellaggio, equipaggi in un dato n u m e r o , linee determinate in anticipazione, determinati orari, b e n c h é applicati c o n indulgenza, partenze doverose anche s e la m e r c e non c ' è,' e via discorrendo. Del resto, osserva il L a g a n à , è chiaro che una sufficiente rete di servizi marittimi a n c h e commerciali ma regolari, obbligatori, e quindi s o v -venzionati, il paese la vuole. S e uu m o m e n t o solo il Governo, dibattendosi fra strettezze e c o n o m i c h e , pare dimenticarsene, e a c c e n n a a s o p p r i m e r e anco una sola linea, sia interna sia internazionale, sia postale o soltanto c o m m e r c i a l e , ecco sorgere le più alte grida, i più vivaci reclami. Sopra 6 8 C a m e r e di Commercio interpellate dalla Commissione pel riordinamento dei servizi marittimi, 2 9 sono state favorevoli alle sovvenzioni e d u e contrarie, mentre 37 si astennero. S p e c i a l m e n t e nelle isole ( C a m e r e di Commercio di Cagliari e Sassari) c o m e si rileva dagli Atti Parlamentari esse c o n f e r m a r o n o il bisogno di mantenere c o n sussidio governativo i collegamenti commerciali. E oltre a tutto, dovendo il n a -viglio mercantile servire in caso di bisogno p e r usi sussidiari a quello da g u e r r a , senza u n a grande Società con numerosi (dunque anche c o m m e r c i a l i ) servizi obbligatori, in Italia lo Stato sarebbe costretto a tenere un maggior n u m e r o di navi onerarie c o n una spesa di molti ma molti milioni.
Quest'ultimo argomento è forse quello c h e più c i persuade. P e r tutto il rimanente n o n s a p r e m m o al-lontanarci dal nostro principio fondamentale, c h e lo Stato avendo uffici propri, e altissimi, b e n definiti, non deve assumersene altri c o i quali si sostituisca ade iniziative degli individui o isolati o associati, o s e ne faccia il tutore, il protettore e il g e r e n t e . T u t t e ie belle frasi, tanto i n u s o oggi, di
incoraggia-mento al commercio, tutela del lavoro nazionale, e simili, non sono altro c h e eufemismi e luoghi c o -muni trovati per larvare l'aiuto alle attività di po-c h i — attività lodevoli, ma po-c h e devono po-c e r po-c a r e da sè il proprio buon successo — col danaro di tutti. Ora, se il traffico nazionale si svolgesse, c o m e noi v o r r e m m o , da s è , unica spesa indispensabile s a r e b bero le sovvenzioni postali, correspettivo d' un s e r -vizio pubblico c h e altrimenti lo Stato dovrebbe di-simpegnare c o n mezzi propri spendendo assai più.
P r e m i di navigazione e sovvenzioni a servizi com-merciali sono, c h i a m i a m o le cose col nome loro, due forme divprse di protezione.
Quale è la migliore ? L a seconda senza dubbio, afferma il L a g a n à ; e n o i , chiamandola invece la meno peggio, siamo interamente d'accordo c o n lui.
Coi premi quali sono oggi, si viene in sostanza a dire agli armatori : Navigale dove volete, esclusi certi mari troppo di casa e h ' io vi indico *) ; pre-sentatemi il documento delle leghe percorse, e io vi
darò tanto. S e dai vostri viaggi si saranno avvan-taggiati i traffici nazionali, di cui l'industria dei tra-sporti n o n è c h e u n o strumento, ci avrò piacere ; se ciò non sarà, vi darò egualmente quel tauto c h e vi h o promesso, p e r l'incomodo c h e vi siete presi e perchè nel deserto dei mari avete fatto sventolare la bandiera italiana.
Coi premi c h e p e r ipotesi si istituissero secondo la proposta più sopra accennata, si v e r r e b b e a dire: Navigate dove vi pare e piace, ma cercate di t r a -sportare s e m p r e molta m e r c e , perchè se andrete a c a r i c a r e in regioni meno a g i a t e , prenderete pochi noli e io non vi darò un quattrino ; s e viceversa t r a -sporterete là dove vanno tutti, dove a trasportare sono già in cento, in mille, farete u n bel gruzzolo e in ogni caso son q u a io a darvi il di più con u n regalo.
Colle sovvenzioni p e r viaggi a n c h e non postali si parla in b e n altro m o d o , si d i c e : Ho regioni i t a -liane o prive tuttora della ferrovia, o traversate da poche ferrovie, mezzo di trasporto ad ogni m o d o c o -stoso pei loro prodotti. N e ho di p o v e r e , c h e oggi
trafficano poco, ma nou prive di germi d' una r i c -chezza futura. Voglio secondarli coll'aiutare u n traf-fico incipiente, c h e n o n trova mezzi di trasporto s e io, Stato, n o n glie li procuro. V e g g o poi a distanza paesi o v e gli italiani vanno e vengono, ove la m e r c e da e p e r l'Italia va e viene. L e comunicazioni po-stali n o n bastano e m i p r e m e di assicurarne altre c h e n o n sono certo v e r r e b b e r o stabilite dalla m a r i n a libera. Desidero inoltre c h e , mediante il c o m m e r c i o si mantengano vive in certi luoghi ie antiche tradi-zioni e non vi si spenga l'influenza italiana. I n s o m m a ho dei trasporti c o m m e r c i a l i , c h e gran parte del paese chiede, da stabilire e mantenere pei miei fini di c u i rendo conto al paese slesso e alla s u a rap-presentanza. Avanti : c h i vuole essere mio contraente? eserciterete le tali linee, redditizie c h e siano o n o , vi dovrete porre navi tante di tonnellaggio tanto, avrete orari e tariffe che, nell'interesse dei pubblico, dovrò esaminare e approvare io. Mi trasporterete, s e richiesti, tanti militari, tanti funzionari civili, tanto n u m e r a r i o . S e mi occorressero c o m e navi ausiliari a quelle da guerra, mi presterete quelle tra le vo-stre s u c u i ho posto 1' occhio. A n c h e altri obblighi
dovrò imporvi, sempre a vantaggio del pubblico ch'io | rappresento. C h e prezzo mi fate? Trattiamo.
È protezione anco questa, non c ' è dubbio: data, intendiamoci, non propriamente alla marina mercan-tile, ma al commercio nazionale. È protezione di cui noi crediamo si potrebbe anche, studiando bene il problema, far di meno. Ma è più illuminata di quel-l'altra, o meno cieca senza confronto, meno grosso-lana e meno ingiusta, poiché qui se non altro c ' è il
do ut des.
Ma nei premi ? !
LE m m DIFESE DEI PROTEZIONISTI
(al Popolo Pomario)
Il Popolo Romano, colla dialettica di cui è s e m -pre ricco, non si tiene pago delle dimostrazioni c h e gli abbiamo fornite nell'ultimo nostro articolo per pro-vargli c h e la nuova politica doganale ha prodotto in Italia una depressione commerciale, nel momento in cui tutti gli altri paesi d'Europa aumentavano i loro scambi internazionali.
Ed il giornale romano, ridotto allo stremo di buone ragioni, non sapendo più a c h e santo votarsi per difendere il protezionismo, tenta di cavarsela per il rotto della cuffia, con un ragionamento a cui man-cano il capo, il corpo e la coda.
E prima di tutto il Popolo Romano, imitando i suoi grandi maestri, i Minghetti, i Depretis, gli Ellena, i Luzzatti ed i Brioschi c h e , chiama « r a -gazzini » e forse in un certo senso ha ragione, per-chè gli errori più grossi alcuni di loro gli hanno commessi nella tarda età, respinge I' accusa di es-sere protezionista e si dichiara opportunista.
Ma non si accorge c h e è proprio qui che vien fuori le bout de Voreille dei prelodati « ragazzini ». Infatti in Francia, in Germania, in Russia ha vinto il partito protezionista, il quale, seguace dell'oppor-tunismo, ha pensato, c h e se anche le alte tariffe do-ganali dovranno portare i danni che la scienza, fon-data da Adamo Smith, predice, questi danni non si renderanno palesi, se non nell'avvenire più o meno lontano, e intanto — ecco l'opportunismo — si avrà un periodo di apparente benessere, del quale i prote-zionisti si gioveranno per i loro fini! Ma i proteprote-zionisti di Francia, di Germania, di Russia sono brave e dotte persone, per quanto imbevute delle teorie di una scuola sbagliata, ed essi possono dire come Meline al loro paese : Intanto godetevi la prosperità presente anche se fittizia, poi se si cambierà in danno vedremo e provvederemo.
Ma i nostri « ragazzini » non furono che, imitatori degli errori altrui, non posero mente alle c o n -dizioni particolari del loro paese, ed hanno ottenuto un effetto i n a s p e t t a t o ; — c i o è il protezionismo, che anche in Francia, io Germania ed in Russia a suo tempo produrrà i danni c h e la scienza ha determinati con lomoa precisione, ma però intanto è causa di una tran-sitoria e fittizia prosperità e di un aumento di affari, qui in Italia non poteva dare nemmeno questi effi-meri risultati.
Voi incolpate il protezionismo, dice il Popolo
Ro-mano, di aver prodotta la attuale depressione
com-merciale che affligge l'Italia, ma ,come va che in altri paesi più protezionisti dell' Italia, si trova, e lo dite voi stessi liberisti, un aumento dei loro com-merci?
Povero Popolo Romano ; ci duole vederlo in così grave imbarazzo, ma il suo stesso ragionamento non gli dice che 1' Italia, appunto per le sue condizioni speciali, e sopratutto per la scarsezza dei suoi ca-pitali, era il paese meno adatto a coltivare la mala pianta del protezionismo?
I « ragazzini » come irriverentemente il Popolo
Romano chiama i protezionisti-opportunisti italiani,
non hanno compreso c h e il vano ed illogico espe-rimento del protezionismo può essere tentato con parvenza di riuscita dai paesi che hanno o possono avere abbondanti capitali, ma c h e per I' Italia il tentarlo nel 1 8 8 7 fu follia, c h e può essere scusata soltanto colla espressione « ragazzata » che così bene si attaglia alla parola « ragazzini », di cui il
Popolo Romano gratifica i grandi padrini del
pro-tezionismo.
L'Italia : c h e viveva del capitale estero, special-mente francese; che per ragioni politiche aveva por-tato da Parigi a Berlino il suo centro politico ; che si era reso tiepido il mercato inglese, al quale non piaceva una Italia troppo imperialista, l'Italia doveva pensare che il 1 8 8 7 era il periodo meno adatto a com-piere l'insano esperimento. E ne è prova quel fatto che confonde la acuta intelligenza del Popolo Romano ; che mentre cioè la Francia, la Germania e la Russia, malgrado il protezionismo aumentano i loro scambi, noi italiani col protezionismo li vediamo diminuire, e colla diminuzione vediamo languire la economia del paese.
Certo intervengono anche altre cause a produrre il malessere, ma appunto per questo bisognava che non si fosse aggiunta anche quella degli errori dei no-stri « ragazzini. »
Ma il Popolo Romano, che si dichiara pompo-samente opportunista, non sdegna le teorie e ce ne spiattella una non nuova, ma precisa nelle ultime righe del suo articolo.
« Secondo noi, e con tutto il rispetto per Adamo Smiih e i suoi erodi, la migliore politica commer-ciale, o con trattati o con tariffe, è quella che rie-sce ad approssimare il più possibile le importazioni alle esportazioni — ossia a raggiungere l'equilibrio della bilancia commerciale. »
Povero Popolo Romano, che non ricorda come quasi tutti gli Stati più ricchi del mondo hanno proprio uno squilibrio nella bilancia commerciale, e quasi tutti hanno una importazione eccedente la esportazione : in Francia lo squilibrio supera il mi-liardo, nella Gran Brettagna supera i due miliardi, in Germania si avvicina al miliardo, nel Belgio sono trecento milioni, nell'Olanda quattrocento, nella Sviz-zera duecento, non vi sono tra gli Stati importanti dell'Europa c h e la Russia e l'Austria-Ungheria che abbiano una eccedenza di esportazione.
Ma a parte ciò, il Popolo Romano è ancora così indietro nelle sue cognizioni economiche da non sapere c h e l'equilibrio della bilancia commerciale in un periodo abbastanza lungo è una necessità,
ine-vitabile e c h e lo squilibrio non è se non apparente
Il volere l'equilibrio commerciale è come stabilire per decreto il succedersi delle stagioni; potremo avere lepido il decembre, e fresco il giugno, ma la media temperatura sarà sempre tale che in estate l'ara caldo ed in inverno freddo, e non occorre niente affatto che i grandi uomini lascino la scuola tecnica, dove certo otterrebbero buon profitto, per ascendere al governo ed ordinare che all'inverno succeda la pri-mavera ed a questa l'estate.
Un paese compera fin c h e può, e vende fin c h e ne ha, quando gli torna il conto di comperare o di vendere. Che se è vero che i debiti dello Stato o dei privali possono alterare apparentemenle il movimento degli affari, è altrettanto vero che, in cambio del d e -bito contralto deve essere entrata moneta , la quale è essa pure una merce. Quindi squilibrio c o m m e r -ciale non esiste che transitoriamente, e se le stati sliche doganali lo denunciano vuol dire ohe sbagliano.
Nella Biblioteca dell' Economista (seconda serie) vi è una bellissima prefazione del Maestro Francesco Ferrara sulle dogane; il Popolo Romano, che è cosi vicino agli uomini di G o v e r n o , suggerisca c h e ne ordini la lettura nella prima tecnica," farà molto bene ai « ragazzini ».
In conclusione la nostra tesi non muta: — la po-litica protezionista italiana inaugurata nel 1 8 8 7 ha determinato una depressione commerciale , mentre gli altri Stati anche se protezionisti hanno raggiunto deglj aumenti. Il c h e vuol dire che i fautori della politica del 1 8 8 7 non conoscevano le condizioni di Italia e gli effetti tutti particolari c h e da noi si sa-rebbero ottenuti imitando gli errori altrui.
LA BANCA NAZIONALE E LA BANCA TIBERINA
Nella adunanza generale degli Azionisti della Banca Nazionale, l'oratore dei dissidenti, avv. Rolandi, ha terminato il suo discorso accennando con parole oscure ad un progetto di sistemazione della Banca Tiberina, ed ha espresso a priori, sebbene con ri-serva, il timore che tale progetto dovesse essere per la Banca Nazionale rovinoso"; dalle quali premesse traeva la raccomandazione che il Consiglio della Banca avesse ad occuparsene.I nostri lettori ricordano senza dubbio che
VEco-nomista non ha mai approvata la vana opera di
salvataggio tentata dalla Banca Nazionale per le vive pressioni dei Ministri Crispi e Giolitti ; una Banca di emissione, che deve avere un compito eminente-mente internazionale, ha il dovere di mantenersi più che sia possibile estranea alla crise che attraversa il paese, appunto per poter offrire ai mercati esteri un punto di appoggio incolume nel quale possano avere completa fiducia.
La incerta posizione della Banca Nazionale di ironie al privilegio scaduto e di breve in breve periodo prorogato, le pressioni del Governo, le con-siderazioni del perturbamento generale c h e sarebbe derivato al paese, se i pericolanti fossero lasciati affo-gare; hanno prevalso sulle considerazioni di altissima importanza che consigliavano a mantenere intatta, forte
e rotta la situazione del solo grande Istituto di
emis-sione italiano. Ci ricordiamo che a quel tempo
VEco-nomista era il solo, o quasi il solo a biasimare la
Amministrazione della Banca Nazionale di sprecare il
suo prestigio che, appunto essendo il paese in crise, bisognava conservare. E mentre fuori della Banca alcuni amministratori deploravano tale arrendevo-lezza della Banca, nel Consiglio l'opera di sal-vataggio fu approvata alla unanimità o quasi alla unanimità.
Di fronte ai fatti compiuti ora è inutile recrimi-nare e se a quel tempo gli azionisti avessero sol-levata — nè gli argomenti mancavano — la pub-blica opinione contro quegli atti, forse si evitavano. Ma è strano assai che nessuno dei numerosi inte-ressati abbia saputo muovere una interpellanza in Parlamento, dove a dir vero le interpellanze non man-cano anche per futili motivi; e si trattava, a nostro avviso, di violazione di leggo e di statuto. Però in pari tempo riconosciamo che salus patriae suprema
lex esto, ed in quel momento I' opinione pubblica
faceva consistere il salus patriae nel salvare la Banca Tiberina e l ' E s q u i l i n o ; i fatti hanno dimo-strato che il concetto era sbagliato.
Oggi ci troviamo adunque di fronte a tentativi per sistemare definitivamente la Banca Tiberina, la quale presenta ancora qualche elemento di possibile attività; e le parole molto acerbe, sebbene oscure, pronunciate con tanta solennità nella Assemblea del 2 8 febbraio dall'avv. Rolandi, ci hanno consigliato di informarci quali sieno i progetti a cui preventi-vamente si vorrebbe dare la scomunica. Senza pre-tendere di esporre con precisione matematica lo stato degli studi che attualmente si stanno compien-do, crediamo di poter dare in proposito qualche no-tizia non priva di interesse.
La situazione della Banca Tiberina sarebbe la se-guente :
Il suo asse patrimoniale, composto principalmente di beni immobili a Roma ed a Napoli e deprezzato del 2 5 O/o, ammonterebbe a .«irca 7 5 milioni ; a cui aggiungendo circa 3 1/2 milioni di Cassa, por-tafoglio, mutui fondiari, crediti e c c . si ha un attivo totale di circa 7 8 1/2 milioni.
Di fronte a questo attivo stanno debiti per 6 0 milioni verso gli Istituti di credilo, 6 milioni di mutui fondiari passivi, e due milioni e mezzo di altri debili o conti speciali ; in totale un passivo di 6 8 1/2 milioni.
Si avrebbe quindi di fronte al capitale di 3 4 mi-lioni, dei quali I O applicati al Credito fondiario, una attività di soli IO milioni.
In altri termini, liquidando ora colle cifre suespo-ste, i creditori sarebbero tutti pagati per intero, gli azionisti avrebbero da ripartirsi dieci milioni.
S e non che sorge subito una questione: — di fronte alla attuale situazione del mercato è possibile liquidare; e se si, dei 7 5 milioni di attività i m m o -biliare quanti se ne realizzerebbero ? — Invece aspet-tando una ripresa generale, che può essere lontana, ma c h e certamente si avrà, non sarà possibile l i -quidare alla pari e forse anche non perdere tutto quel 2 5 per cento di cui oggi si riduce, per neces-saria prudenza il patrimonio della Banca ?
L'attuale Amministratore della Banca Tiberina del quale è nota la intelligenza e la attività, e che non è legato al passato di quell' Istituto, crede migliore la seconda soluzione ed avrebbe formulato il progetto oggi allo studio e c h e è semplicissimo:
2.° Conservare il capitale di dieci milioni a p -plicato al Credito Fondiario affinchè la Banca possa in ogni caso servirsi delle facoltà concessegli dalla legge 2 2 febbraio 1 8 8 5 e che non si credono abro-gate da quella 1 7 luglio 1 8 9 0 .
3 . ° Sistemare in modo definitivo la posizione della Banca Tiberina di fronte ai suoi creditori, che sono gli Istituti di emissione e principalissima la Banca Nazionale, rappresentando il credito di q u e -gli Istituti che è attualmente di 0 0 milioni con 2 4 0 , 0 0 0 azioni privilegiate di L . 2 5 0 ciascuna.
Per tal modo: il capitale sociale, compresa la riserva e il fondo di garanzia pel Fondiario verrebbe ridotto a dieci milioni e rappresentato da 4 0 , 0 0 0 azioni di L . 2 5 0 ciascuna. S i creerebbero 2 4 0 , 0 0 0 | azioni nuove rappresentanti 6 0 milioni, che o sa-rebbero assunte alla pari dai possessori delle vecchie azioni, e col ricavato si pagherebbero gli Istituti di emissione del loro credito, o si darebbero alla pari in conto del loro debito agli Istituti stessi.
Il capitale sociale sarebbe quindi portato a L . 7 0 , 0 0 0 , 0 0 0 di cui 6 0 , 0 0 0 , 0 0 0 in azioni privile-giate, le quali sarebbero rimborsate mano a mano j che si potesse realizzare il patrimonio sociale m e -diante alienazioni.
Le azioni privilegiate avrebbero anche un diritto ; di prelazione sugli utili, perchè da questi verrebbe prima di tutto prelevato fino al 5 O/o di interesse a favore delle azioni privilegiate , quindi prelevato il fondo riserva fino al terzo dei dieci milioni, quindi il 5 O/o per le azioni comuni, ed il rimanente di-viso .fra tutte le azioni privilegiate e no.
Questo il progetto, come i lettori veggono, s e m -plicissimo e su esso ci riserviamo di fare in altro numero i nostri apprezzamenti c h e , tutto conside-rato, non possono essere c h e favorevoli.
La Statistica nelle grandi città
Con viva soddisfazione abbiamo potuto esaminare l'importante volume di Dati statistici che la sezione Statistica del Municipio di Milano, diretta dal R a -gioniere Eugenio Banfi, ha pubblicato a corredo del rendiconto 1 8 9 0 ; è un volume veramente degnodel-l'attenzione degli studiosi e di quanti amano cono-scere un po' da vicino, in molti rispetti, lo svolgersi
di quella vita cittadina. S i vede c h e chi l'ha c o m -pilato è persuasissimo c h e le statistiche sono tanto più giovevoli allo studio della vita sociale e al dif-fondersi della coltura statistica, quanto più esatti sono i dati e più importanti gli argomenti, mentre, d'altra parte, nulla è più atto a screditare questo ramo im-portantissimo delle umane ricerche quanto la pub-blicazione di notizie sbagliate.
È doloroso il pensare c h e , se la Statistica ha dei cultori eminenti, se molti riconoscono i vantaggi im-mensi che si possono trarre dalla raccolta coscien-ziosa dei dati statistici sulla gran varietà di fatti e fenomeni in cui si svolge la vita sociale ; d'altro canto sono ancor troppi coloro che, per deplorevole legge-rezza, forniscono, se richiesti, dei dati su fragile base quando pur non arrivino a darne di immaginari. C ' è da pensare seriamente invero, prima di accettare i dati forniti da parecchie delle statistiche che si pub-blicano da noi, nonostante le correzioni che vi si
fanno in seguito a confronti e controlli suggeriti dalla scienza, dall'esperienza e da esatte conoscenze spe-ciali della materia.
Ora, noi crediamo c h e un rimedio non ultimo a questo stato di cose, sia la raccolta e pubblicazione di notizie c h e più da vicino e più direttamente che aia possibile riguardino la vita del cittadino, sì che più facile riesca a questi di capirne il vantaggio, va-lutarne l'importanza e comprenderne quindi la ne-cessità di favorire gli studi e di prendere in seria con-siderazione i risultati. Parlate, al cittadino, della sua città, dei suoi concittadini, del movimento intellettuale, industriale, commerciale in mezzo a cui egli vive e di cui sente l'influsso quotidiano ; illustrate i vostri dati con opportuni confronti ed apprezzamenti, e la col-tura statistica guadagnerà, presso la massa dei cit-tadini, più in un anno che no i abbia fatto in venti anni. Del resto, un'accurata relazione statistica stilla vita comunale, specialmente nelle grandi città , ci sembra il complemento naturale e necessario dei re-soconti municipali ed una delle basi più serie per la coscienziosa discussione sui preventivi del muni-cipio ; onde è ben natura e ci compiacciamo con Mi-lano che non ha voluto smentire, nemmeno su questo punto, la fama di capitale morale d'Italia.
Il volume di Dati statistici c h e abbiamo esaminato comincia con un accurata relazione sulla m e -teorologia e il clima in Milano, alla quale fanno se-guito parecchie notizie topografiche e notizie speciali sui canali e la fognatura. Viene quindi la parte de-mografica che è la più voluminosa e la più ricca di dati e raffronti : popolazione, matrimoni, nascite, mor-talità, immigrazioni ed emigrazioni, sono studiati sotto vari aspetti, e qua e là anche in paragone ai dati del regno o della nostre principali città e non di rado delle principali città estere. L a parte relativa alla popolazione, che è la più breve, dimostra il mo-vimento della popolazione legale, secondo le varie cause e sia per l'intero c o m u n e , sia distintamente per il circondario interno e l'esterno e dimostra pure i confronti tra la popolazione legale e quella di fatto nei vari anni dell'ultimo decennio: vi si può rile-vare per esempio c h e la popolazione in Milano andò crescendo quasi costantemente di 1 0 , 0 0 0 abitanti al-l'anno, dal 1 8 8 1 in poi, e che tal numero è dato per due decimi dall'eccesso delle nascite sulle morti e per ben otto decimi dall'eccesso delle immigrazioni sulle emigrazioni ; vi si rileva però che nel 1 8 9 0 ci furono meno nascite, più morti e più emigrati del solito. E per dire anche della parte riguardante i
matrimoni, notiamo che son presentati i dati dei
diminuzione vi si mostra piùsensibile nel 1 8 9 0 , e s -sendo la media discesa dall' 8 per mille a 7 , 4 m e n t r e nel regno discese da 7 , 6 9 al 7 , 3 3 . Nella stessa parte statistica destinata ai matrimoni son date ancora le combinazioni secondo 1' età degli s p o s i , secondo il loro stato sociale e secondo le stagioni: si riscontra così per esempio, che la diminuzione dei matrimoni si verifica specialmente nelle classi dell'alto celo, le quali nel 1 8 8 9 formavano il 3 8 , 9 O/o e n e l 1 8 9 0 invece n e sono il 3 7 , 9 ; ed è pure degno di nota che nel 1 8 9 0 su 2 9 5 0 matrimoni in tutto, b e n 1 0 6 0 si celebrarono c o n esonero dalla tenue spesa dei bolli ( 2 , 3 0 ) occorrente p e r le pubblicazioni, a titolo di miserabilità; sta poi il fatto c h e m e n t r e nel r e -gno i matrimoni p e r stagione iti ordine decrescente si fanno in i n v e r n o , a u t u n n o , primavera, estate, a Milano invece si fanno in a u t u n n o , p r i m a v e r a , i n -verno, estate.
Alla demografia seguono le notizie interessanti e abbastanza particolareggiate s u l l ' i g i e n e , l ' a n n o n a e l'alimentazione pubblica, sulla macellazione e il s e r -vizio veterinario, sull'istruzione, i servizi pubblici e le imposte e tasse. È notevole, sull'alimentazione per esempio, c h e nonostante l'aumento degli abitanti, le risultanze p e r quantità l'ornile dall' ufficio del dazio consumo murato sono n e l 1 8 9 0 , quasi p e r tutti gli alimenti, inferiori a quelle del 1 8 8 9 ; lievi aumenti presentano i generi d'ordine secondario.
Accennato così ai vari argomenti toccati dal v o -lume di Dati statistici allegato al Rendiconto 1 8 9 0 del Municipio di Milano, n o i non c o n c h i u d e r e m o che sia un volume perfetto; m a b e n dobbiamo ripetere c h e l'esempio è degno di essere imitato e c h e n o n pos-siamo n e m m e n o supporre abbia a r i m a n e r e insoddisfatto il legittimo e lodevolissimo desiderio della S e -zione statistica di quel Municipio c h e anche stavolta avrebbe desiderato « fare in modo c h e il v o l u m e , ad imitazione dì molte pubblicazioni s t r a n i e r e fosse il riflesso dell' intera vita cittadina n e l f industria, n e l commercio, nella beneficenza, nell'istruzione, invece di limitarle alla raccolta e dimostrazione dei dati c h e vengono forniti dagli uffici municipali ».
Speriamo fermamente c h e al suo scopo possa giun-gere la Sezione statistica negli anni in corso, g i a c c h é un volume c o m e il s u o n o u può n o n incontrare il favore degli studiosi di statistica e di tutti i cittadini che s'interessano alla vita del proprio paese ; onde l'Amministrazione municipale di M i l a n o , lodevole esempio alle Amministrazioni delle città italiane, vorrà indursi a fare a n c o r meglio apprezzare il vario svolgersi della vita cittadina milanese.
PIETRO D ' ALVISE.
LE TASSE CAMERALI NELLE PUGLIE
(Lettera aperta al sig. Gambarini)
Egregio Signore
Sottoscrivo c o n a m b e le mani alle note acute e giudiziose ch'Ella ha pubblicato nel Giornale degli
Economisti (marzo 1 8 9 2 , pag. 2 7 9 ) per la tassa s u i
noleggi c h e la Camera di C o m m e r c i o di L e c c e fu autorizzata ad applicare sulle merci importate od esportate nel territorio di sua giurisdizione. L o
scritto mi fa r a m m e n t a r e l'articolo brioso e succoso del prof. Pantaleoni ( N . 9 2 6 , 3 1 gennaio 1 8 9 2 di questa gazzetta settimanale), nel quale è dimostrato con evidenza matematica c h e nelle Puglie le case di c o m m e r c i o pagano, incredibile m a vero ! s o m m e maggiori p e r la tassa c a m e r a l e , c h e non p e r la r i c -chezza mobile.
L e tasse camerali s u i noleggi sono, m i o stimato S i g n o r e , piccole razzie, uso abissino ; sarà questione di modi e di quantità, ma l'essenza delle cose è la stessa. R a s Alula dalle s u e capanne s u l l ' a l t o d e l -l' A s m a r a n o n dava il passo alle carovane da o p e r Massaua se n o n gli veniva lasciato u n buon tributo di buoi o di durra, di zibetto o di avorio. L e C a -m e r e di C o -m -m e r c i o delle Puglie n o n l'anno diver-samente, e n o u entra o n o n sorte dai loro confini un barile d'olio o un cesto di nocciuole se non vien pagato, a titolo di tassa camerale , u n tanto in più sul prezzo di trasporto liquidato dalla ferrovia.
Il nostro G o v e r n o adopera anche i soblati p e r punire i razziatori sui confini dell' Eritrea ; di c i ò non si può n o n lodarlo ed è forse c o n pensiero quasi eguale c h ' E l l a invoca l'intervento del G o v e r n o per la cessazione delle razzie legali nelle Puglie. Ma, mi dica, a c h i si rivolge Ella, egregio S i g n o r e ? al G o v e r n o del 1 8 9 1 - 9 2 o al G o v e r n o del 1 8 6 4 ? Circa trent' anni fa, n o n il ministro protettore o patrono dell'agricoltura, dell'industria e del c o m m e r c i o , m a lo slesso ministro delle finanze, il pubblicano p e r eccellenza, il feroce tassatore, il sacculario dalle arti recondite e magiche, c o m e direbbe c o n Cuiacio e d Ulpiano il Prof. Pantaleoni, aveva la dabbenaggine di scrivere le corbellerie da lei riferite nel s u o a r -ticolo, cioè « che le tasse camerali sui noleggi
al-« terano i principii economici pei quali le tariffe « doganali furono depurate dall'elemento protettore « per ridurle in quei limiti in cui fosse il vantag-« gio dell'erario, senza che ne emergesse un aggra-« vio o una falsa direzione all'attività commerciale « od industriale. »
I tempi sono mutati, caro Signore, perchè oggi siamo precisamente alla protezione : Ella invoca
l'intervento del Governo; son queste le ultime r i
-ghe del suo articolo e qui n o n sono d'accordo c o n Lei. P e r r i m o r c h i a r e i danari dei contribuenti nelle casse erariali il G o v e r n o è s e m p r e pronto, s e m p r e fecondo di r i s o r s e , m a quando vuole procacciare l'incremento della produzione agricola o manifattu-riera, egli crede bensì di essere alla testa d e l movi-m e n t o di tutti i nostri interessi, movi-ma in reaità finisce per essere lui il rimorchiato : e d è così c h e il G o -v e r n o , n o n quello del 1 8 6 4 , ma l'attuale del 9 1 - 9 2 , ha autorizzato la C a m e r a di c o m m e r c i o di L e c c e a imporre la tassa sui noleggi.
-creti e accoglierà le nuove proposte c o n la stessa indifferenza, probabilmente, c o n cui ha consentito le tasse attuali sui noleggi. Intanto però i negozianti delle Puglie avranno provveduto da s è , p e r volontà e iniziativa propria ai propri legittimi interessi.
Con piena stima
Devotissimo A. C.
Rivista Bibliografica
C. F. Bastable. — The commerce of nations. —
Lon-don, Methuen and Co., 1892, pag. 216.
Questo nuovo volume della serie Social Questione
of to-day (Questioni sociali del giorno) contiene
una succinta storia della politica c o m m e r c i a l e del-l' Inghilterra e degli altri stati dal sistema mercan-tile al principio del secolo lino ai nostri giorni, fino cioè agli ultimi trionfi del protezionismo per opera del Mac K i n l e y , del Meline e di alcuni italiani c h e i nostri lettori b e n conoscono. Il prof. Bastable ha pensato c h e la odierna politica c o m m e r c i a l e e le dottrine relative, sono meglio spiegate c o n l'esposi-zione delle loro vicende storiche. « Così, egli scrive, a cagion d'esempio il M a c Kinley A c t n o n si può propriamente intendere s e non lo si considera c o m e 1' ultima fase della legislazione di u n secolo. I premi allo z u c c h e r o ci riportano al sistema continentale e alla vecchia politica c o l o n i a l e ; l ' U n i o n e doganale dell' I m p e r o britannico presenta difficoltà note sol-tanto a quelli c h e hanno studiato gli effetti dei dazi differenziali. L o stesso è il caso dei progetti per la r e c i p r o c i t à ; la loro più forte confutazione sta nel fatto c h e essi sono stati provati e hanno fallito. P a -rimente la giustificazione più efficace del sistema del libero s c a m b i o inglese ci è dato dalla storia della sua applicazione. »
In conformità all' indirizzo storico preferito dall'Autore, dopo alcune nozioni intorno al c o m m e r c i o i n t e r -n a z i o -n a l e , alla mo-neta e ai debiti -nel c o m m e r c i o estero, egli tratta del sistema mercantile, della s u a caduta, della transizione al protezionismo e svolge la storia delle riforme doganali dal 1 8 1 5 al 1 8 9 0 di-scorrendo particolarmente dell'Inghilterra e degli Stati Uniti. E s a m i n a la teoria protezionista moderna, gli argomenti prò e contro, la sua pratica applica-z i o n e , l a reciprocità e le rappresaglie e finalmente considera la federazione c o m m e r c i a l e , la quaie c o m e è noto è u n a mira c o m u u e alle colonne Australiane, all' Inghilterra e relative colonie e alle d u e A m e -r i c h e .
L ' A u t o r e crede c h e il protezionismo abbia ancora probabilità di durare e c h e soltanto per gradi e lentamente sarà possibile di instaurare il libero scam-bio tra le nazioni. U n a conclusione molto modesta, c o m e vedesi, m a certo la sola possibile quando si vogliano considerare i fatti e le loro cause o b -biettivamente e c o n metodo positivo. L ' A u t o r e , c h e si rivela p e r u n convinto libero scambista, ha scritto un libro c h e s e fosse letto e studiato c o m e merite-r e b b e giovemerite-rebbe alla causa della libemerite-rtà, esemerite-rcitando una benefica influenza sulle idee e c o n o m i c h e i n t o r -n o al c o m m e r c i o i-nter-nazio-nale.
Alfred Caldecott. — English Colonization and Empi-re. — London, Murray, 1892, pag. 277.
La storia della politica coloniale inglese è tra le più istruttive e interessanti c h e si possano studiare, perchè mette in luce i risultati c h e la pertinacia dei propositi, I' energia dei capi e la politica libe-rale permettono di conseguire. L ' I t a l i a venuta ultima o quasi nei tempi nostri a prender parte alla poli-tica coloniale dovrebbe f a r tesoro dell' esperienza altrui, per evitare i pericoli e i danni di cui è spesso feconda la colonizzazione, p e r cui libri c o m e questi del sig. Caldecott meritano I' attenzione degli studiosi italiani.
Non è propriamente una storia delle colonie e specialmente completa c h e egli si è proposto di pub-blicare, ma piuttosto alcuni aspetti e certo tra i più interessanti di essa ha voluto presentare in una breve e chiara trattazione c h e è il sunto di letture fatte negli ultimi anni. Il libro è anzi u n Manuale c h e
deve le sue origini al movimento in favore dell'esten-sione d e l l ' U n i v e r s i t à ( U n i v e r s i t y Extension
Move-meni) e fa parte di u n a raccolta c h e promette di
essere di non piccolo valore.
Il sig. Caldecott ha studiato la formazione e lo sviluppo dell' i m p e r o coloniale da più punti di ve-duta, dal politico, dall' e c o n o m i c o e dall' etnologico, così c h e il suo Manuale ricco di carte e diagrammi ci pare possa essere annoverato tra le migliori pub-blicazioni recenti sull'argomento delle Colonie.
(Rivista (Economica
// commercio della Francia coli'estero nel 1891. — Il protezionismo e / / contrabbando. — Questione monetaria in Austria.
Il commercio della Francia eoll'estero nel 1891. I risultati del c o m m e r c i o internazionale della Francia nel passato anno sono stati i seguenti (escluso il n u -m e r a r i o ) :
Importazioni 1891 Diff. sul 1890 Prodotti
alimen-tari . . . fr. 1 , 5 9 2 , 8 1 2 , 0 0 0 4 - 169,303,000 = 11.89 % Materie
necessa-rie alle
indu-strie . . . » 3 ,533.160,000 4- 258,043,000 = 11.34 » Prodotti fabbric. » 655,728,000 4- 48,836,000 = 8.05 » Altre merci . » 139,659,000 4 - 8,269,000 = 6 . 2 9 » T o t a l e . . . . fr. 4 , 9 2 1 , 3 5 9 , 0 0 0 4 - 484.451,000 = 10.92 o/o Esportazioni Prodotti alimen-t a r i . . . fr. 797,486,000 — 41,345,000
_
4 . 9 3 o/o Materienecessa-rie alle
indu-strie . . . » 779,055.000 - 184,000 = 0.02 »
Prodotti fabbric. » 1,816,933,000 — 101,367,000 = 5 . 2 8 »
Altre merci . » 233,642,000 4- 16,554,000 = 7 63 »
Totale . . . fr. 3,627,116,000 — 126,342,000 = 3 37 o/o Tot. generale fr. 8 , 5 4 8 , 4 7 5 , 0 0 0 4- 358,109,000 = 4.37 0/ '0
Contmission des valeurs per il 1 8 9 0 ; sicché quando
essa avrà (issato i prezzi pel decorso anno le cifre che seguono subiranno qualche variazione :
Importazioni in F r a n c i a Esportaz. dalla F r a n c i a P A E S I
1891 Differenza sai 1890 1891 Differenza sul 1890
Inghilterra. G e r m a n i a . . Belgio Svizzera . . . Italia Spagna . . . . T u r c h i a . . . . St. U n i t i . . . Brasile ltepub. Arg. f r a n c h i j f r a n c h i 620,129,000 — 7 , 2 5 8 , 0 0 0 3 7 0 , 7 0 8 , 0 0 0 ! + 1 9 . 6 7 4 , 0 0 0 5 0 9 , 1 2 7 , 0 0 0 : + 8 . 6 0 8 , 0 0 0 1 0 6 , 7 7 5 , 0 0 0 1 + 2 , 5 4 5 , 0 0 0 112,723,000 - 9 , 1 5 4 , 0 0 0 4 1 5 , 5 6 5 , 0 0 0 ! + 6 1 , 8 1 3 , ( 0 0 1 2 6 . 2 1 4 . 0 0 0 ! - 6 , 7 7 7 , 0 0 0 497,549,000 + 1 8 0 , 1 3 0 , 0 0 0 8 5 . 8 8 1 , 0 0 0 + 4 , 4 0 1 - 0 0 0 205,565,000 - 5 , 8 7 9 , 0 0 0 franchi franchi 1 . 0 0 2 . 7 4 9 . 0 0 0 - 2 7 , 0 1 3 , 0 0 0 359,420,000 + 1 7 . 8 1 4 , 0 0 0 504,910,000 - 3 2 , 6 5 7 , 0 0 0 2 4 2 , 7 8 7 , 0 0 0 - 852,000 133,920,000 - 1 6 , ( 1 0 2 , 0 0 0 165,566,000 + 1 2 , 9 2 2 , 0 0 0 5 1 , 9 6 6 , 0 0 0 - 8 , 3 7 4 - 0 0 0 2 4 8 , 9 8 3 , 0 0 0 - 7 9 . 7 7 7 , 0 0 0 1 0 1 , 5 9 2 , 0 0 0 + 2 0 . 5 8 2 , 0 0 0 5 1 , 9 0 0 , 0 0 0 - 5 1 , 5 6 3 , 0 0 0 Diamo p e r ultimo alcuni dati relativi a quattro categorie di prodotti importati ed esportati negli u l -timi IO anni e il totale del c o m m e r c i o s p e c i a l e :
Importazioni (milioni)
Totale Anni Cereali Vini Materie F i l a t i (dedotto il
numerario) tessili e tessuti (dedotto il numerario) 1882 502 3 314.8 9 5 3 . 7 2 8 4 . 8 4 , 8 2 1 . 8 1883 3 7 4 . 9 3 7 6 . 6 946 6 2 9 4 . 4 4 , 8 0 4 . 3 1884 360 2 3 4 4 . 3 8 7 0 . 3 293. 4 4 , 3 4 3 . 4 1885 232 5 3 8 8 . 6 7 7 4 . 0 2 6 9 . 7 4 , 0 8 8 4 1888 2 6 2 . 3 517.7 934 7 . 2 4 7 . 6 4 , 2 0 8 . 1 1887 2 8 9 . 2 443.6 910. 1 2 3 2 . 7 4 , 0 2 5 . 9 1888 3 7 5 . 3 437.9 7 9 4 . 7 219 0 4 , 1 0 7 . 0 1889 3 6 5 . 6 3 8 3 . 7 978. 1 2 2 4 . 4 4 , 3 1 6 . 7 4 , 4 3 6 . 9 1890 363.6 3 4 9 . 8 8 9 2 . 2 2 3 0 . 6 4 , 3 1 6 . 7 4 , 4 3 6 . 9 1891 478.3 401.1 1.005 6 2 5 8 . 5 4- 9 2 1 . 3 Esportazioni 1882 5 1 . 8 246 6 3 5 8 . 5 863.1 3 , 5 7 4 . 3 1883 5 7 . 6 2 3 6 . 5 2 9 4 . 4 8 3 2 . 6 3 . 4 S I . 8 1884 4 4 . 9 2 3 7 . 3 305.0 7 2 0 . 5 3 , 2 3 2 . 5 1885 3 4 . 6 2 5 5 . 9 2 8 7 . 9 7 1 7 . 7 3 , 0 8 8 . 1 1888 2 9 . 9 2 5 9 . 6 3 2 5 . 8 793 7 3 , 2 4 8 - 7 1887 1 8 . 9 2 3 3 . 7 324.1 742 7 3 , 2 4 6 4 1888 1 4 . 4 2 4 2 . 4 2 9 8 . 6 7 1 7 . 8 3 2 4 6 . 7 1889 20.1 251 0 348 2 8 2 7 . 8 3 , 7 0 3 . 9 1890 1 8 . 8 2 6 8 . 8 288 6 8 1 3 . 0 3 . 7 5 3 4 1891 4 1 . 2 248.0 2 9 5 . 9 765.1 3 , 6 2 7 . 1 11 protezionismo e il contrabbando. — F r a ì tanti mali c h e derivano dagli eccessivi diritti d o -ganali, non è il minore se non è il più grave, quello del contrabbando che perde tanto più ragion d'essere quanto minori sono le probabilità del lucro, vale a dire quanto sono più miti le tariffe. Pochi paesi conoscono ed esperimentano queste dolorose v e r i t à in grado superiore o soltanto eguale quanto l'Italia. Il benefizio c h e dal contrabbando dei generi più c o -stosi — caffè, z u c c h e r i , spiriti, tabacchi ed altri — si possono ottenere sono sì lauti da c o m p e n s a r e larga-mente i rischi e i pericoli cui si espone c h i lo dirige cóme chi lo esercita.
Nessuno ignora che nel Canton Ticino, ad esempio, esistono e fioriscono palesemente vere società e case di contrabbando, le quali tengono ai loro ordini e stipendiano numerosi drappelli d'uomini robusti, a r -diti, pronti ad ogni fatica, ad ogni sbaraglio, risoluti a maneggiar le armi, c o m e a valicare montagne e su-perar balze e dirupi, a guadar torrenti di notte e di giorno, fra le nevi, sotto le pioggie dirotte e la furia dei nembi.
E a questi agenti, disciplinati, ordinati in squadre, con capi sperimentali, coadiuvali da abili esploratori, donne, giovanette, ragazzi e perfino da cani bene
all' uopo ammestrati, non solo vengono corrisposti larghi compensi fissi quanto eventuali e proporzionali, ma si assicura anche la vita, a prò delle loro fami-glie p e r i casi d'infortunio e di morte, poiché, ripe-tiamo, i lucri, i benefizi c h e si possono trarre dal contrabbando, a cagione dei diritti elevatissimi onde quasi tutti i generi più comuni sono colpiti a l l ' i m -portazione loro in Italia, sono così rimuneratori da permettere i più grandi sacrifizi.
C o m e adunque era prevedibile, l'applicazione della nuova tariffa francese alle importazioni dalla Spagna viene a d a r ansa, ad incoraggiare eccezionalmente quel contrabbando che già esisteva, è vero, c h e anzi s e m p r e esistette, poiché i. contrabbandieri spagnuoli vantano una rinomanza per lo meno eguale a quella degli svizzeri, m a e r a contenuto in discreti limiti, che ora trova comodo ed utile varcare in proporzione dei maggiori guadagni che l'elevatezza dei dazi p r o -mette.
Da ciò la necessità per la Francia di aumentare sulla frontiera verso la Spagna le misure di precauzione, atte a far argine all'invasione di merci in frode: i giornali annunziano infatti c h e la Direzione doganale di Perpi-gnano volle accresciuto il s u o personale « a causa della recrudescenza del contrabbando, prodotto d a l -l'applicazione delle nuove tariffe ; c h e tulli i posti lungo il confine dei Pirenei orientali vedranno del pari accresciuto il loro effettivo; che, oltre a ciò tre nuovi Uffici doganali furono istituiti, a L a m a n è r e , a S e r r a l l o n g u e e a Portò, notando c h e quest' ultimo g i à esisteva per l'addietro e veniva soppresso p a r e c -chi anni fa. »
Da parte loro le autorità spagnuole non dormono : « Avendo inteso che delle vere compagnie d ' a s s i c u -razione del contrabbando si organizzano in vari punti del confine, mediante un premio variabile secondo la quantità e la qualità della m e r c e e in misura del rischio, a prò delle merci provenienti dalla F r a n c i a , il G o v e r n o di Madrid ordinò l'aumento dei carabinieri e c h e la più assidua, rigorosa vigilanza si eserciti da appositi ispettori di finanza circa la precisa e s e c u -zione delle date disposizioni. »
Nò qui è tutto, poiché si aggiunge, prescindendo anche dal contrabbando, c h e gli impiegati doganali incontrano difficoltà enormi, nei Pirenei orientali, p e r interpetrare e applicare i nuovi dazi, m a s s i m e in quanto c o n c e r n e i vini n o n fermentati e quelli arti-ficiali, dal c h e nascono dispute, conflitti e molti in-dividui esigono lunghi e minuti processi verbali p e r far constatare, a torto o a ragione, la loro buona fede.
P o t r e m m o continuare a bell'agio nel riprodurre le narrazioni lamentose dei molti giornali intorno ai gravi inconvenienti c h e in meno di u n mese ha già c a g i o -nali il nuovo sistema doganale fra la S p a g n a e la F r a n c i a e quello sopra tutto del contrabbando c h e assorbirà n o n poca parte dei proventi c h e i p r o t e -zionisti facevano sperare, anzi promettevano allo Stato mediante l'aumento dei dazi.
« T u t t e queste delizie scrive un giornale d'Havre -di cui ci è largo -dispensiere il protezionismo, n o n sono c h e il preludio, u n piccolo acconto di quelle che, col progredire ci prepara a non lunga scadenza. » Questione monetaria in Austria. — L a C o m missione incaricata di studiare la questione m o n e t a -ria ha inaugurato i lavori.
difficile ed importante questione del tipo monetario. Il ministro soggiunse : Il mutamento del rapporto nel valore fra l'oro e l'argento, che esercitò grandi effetti sulle relazioni monetarie austriache, è tale que-stione che non si potrà negligere nella soluzione della questione monetaria.
La Commissione udì Bauer, direttore del Bank
Verein e Benedikt, editore della Neue Freie Presse.
Ambedue si pronuziarono favorevoli non al tipo aureo, ma al mantenimento temporaneo dell'argento come moneta corrente. Sebbene non esistano serie diffi-coltà relativamente all'acquisto dell'oro, essi si pronun-ziarono egualmente a favore dell'emissione di (moni del tesoro fino alla concorrenza di un maximum di cento milioni di fiorini. S i pronunziarono anche a favore del mantenimento del fiorino come unità monetaria.
Benedikt si mostrò eventualmente favorevole a l -l'adozione del mezzo fiorino, con nome di corona. Otto membri che si pronunziarono a favore del tipo aureo e dell'emissione moderata dell'argento come moneta corrente. Alcuni si pronunziarono a favore dell' emissione dei biglietti di Stato, altri dichiararono ciò inammissibile. Altri raccomandarono il mezzo fiorino, altri il fiorino come unità monetaria.
LE ASSICURAZIONI SULLA VITA IN ITALIA
Alla fine di dicembre del 1 8 8 6 le compagnie c h e lavoravano in Italia in assicurazioni sulla vita ascen-devano a 1 6 , salendo alla fine del quadriennio cioè alla fine di decembre del 1 8 9 0 a 2 3 . A questo a u -mento contribuirono le società italiane, salendo da4 a 5 con l'aggiunta della Popolare, le americane
da una a 3 colla venuta dell'Equitable e della
Mutual Life compagnie, le inglesi da I a 2 per l ' a g
-giunta della London Amicable e le Austro-Unga-riche da 2 a 4 con la venuta dell'^4«cora e della
Fenice di Vienna. L e francesi e le Triestine r i m a
-sero come prima cioè 3 le prime e 2 le seconde. Il seguente specchietto riassume il movimento delle operazioni del 1° gennaio 1 8 8 7 al 1° g e n -naio 1 8 9 1 , tenuto conto dell' aumentato numero delle compagnie esercenti :
lo genn. 1° genn. Diff.all0 gen,
1887 1891 1891
Compagnie italiane polizie N. 12,379 16,485 + 4,046
Id. triestine » » 8,361 13,161 + 4,800 Id. austriache » » 251 731 + 480 Id. francesi » » 2,906 5,022 + 2,116 Id. inglesi » » 4,269 4,701 + 432 Id. svizzere » » 47 212 + 165 Id. tedesche » » — 30 + 30 Id. americane » » 1,383 4,104 + 2,721 Polizze N. 29,596 44,386 + 14,790
Da questo confronto resulta c h e nel periodo di quattro anni gli assicurali sono aumentati di quasi il 5 0 per cento, il che equivale a dire che in quat-tr'anni le società di assicurazioni sulla vita hanno emesso tante polizze quanto ne hanno emesse i n trent'anni, da che cioè hanno incominciato a funzio-nare in Italia.
Il prospetto c h e segue riassume l'ammontare dei capitali assicurati esistenti alla fine dei due anni :
Differenza 1» genn. 1887 1° genn. 1891 al lo gen. 18;) Compagnie italiane... Id. ia. Id, Id. Id. Id. Id. triestine francesi... inglesi . . . . austriache americane svizzere.. tedesche,. 107,452,658 73,593,611 31,570,706 40,585,530 1,596,243 16,237,120 843,000 135,045,276 115,718,024 46,617,605 43,153,840 5,795,774 53,448,390. 3,088,640 423, 77,0 gen. 1811 27, 592,623 42,124,413 15,040,899 2,568,310 4 199,531 37,311,270 2,245,640 428,750 271,878,863 403,291,299 + 131,412,436
L'ammontare delle rendite vitalizie assicurate re-sultante nei due anni indicati è rappresentato dalle seguenti cifre :
Differenza lo genn. 1887 1' genn. 1891 al lo gen. 1891 Compagnie italiane. Id. Id. Id. Id. Id. Id. triestine . . francesi... inglesi austriache, americane, svizzere... 569,558.45 241,805. 09 60,183.60 98,788. 26 17,726.64 500.00 861,079.36 318,602.96 61,945.89 128,746.05 37,119. 65 9,809 70 500.00 + 988,562.04 1,417,803.61 291,520.91 76,797.87 1,762.29 29,957. 79 19,393.01 9,809.70 429,241.57
Da questi prospetti resulla pertanto che tanto i capitali assicurati, quanto le rendite vitalizie creb-bero nel periodo di quattr'anni di quasi il SO 0|().
L e cifre più sopra riportate si dividono nei quat-tro esercizi nelle seguenti proporzioni :
Polizze N. Capit, assicurati Rendite vitalizie Nell'esercizio 1887... 4,161 Id. 1888 3,461 Id. 1889 2,948 Id. 1890 4,220 N. 14,790 45,899,774 80,968,323 23,093,648 31,450,691 131,412,436 164.951.56 97,775.09 114,906.77 51,608.15 429.241.57
Da tutto questo resulta pertanto c h e le assicura-zioni sulla vita hanno preso un forte sviluppo dovuto alla puntualità ed esattezza dei pagamenti, ed anche al favore che una parte della stampa prodiga a questi Istituti.
La sericultura in Austria-Ungheria
Mentre nel 1 8 8 6 la produzione serica della mo-narchia Austro-Ungarica non era che di 2 5 7 , 6 3 0 chi-logrammi di bozzoli freschi, nel 1 8 9 0 essa sorpassò la cifra 1 , 0 4 3 , 0 0 0 chilogrammi.
Ogni anno il governo imperiale destina una co-spicua somma all'acquisto di bozzoli, che fa filare nelle due filature nazionali di Pancsova e di Neusatz (Ujvidek). E c c o le somme spese negli ultimi 5 anni per l'acquisto di bozzoli :
Dalle cifre che seguono si può farsi un' idea dello sviluppo preso dalle filature di Pancsova e di Neusatz dall'epoca del loro impianto :
bacinelle operai bozzoli filati seta prodotta cbilog. chilog.
1882 30 61 16,404 1,179
1890 40 206 64,620 5,385
1885 140 282 94,886 7,200
1890 180 387 114,660 9,455 La seta ungherese prodotta nelle due filature nazionali ha da due anni il suo sbocco a Lione. S i c -come i due stabilimenti non possono filare che una piccola parte del raccolto dei bozzoli (appena '/, nel 1 8 9 0 ) , la maggior parte di questi è venduta a Milano e nel Friuli austriaco ed italiano, dove la loro eccellente qualità è molto apprezzata dai filatori.
In complesso l'Austria-Ungheria ha raccolto nel 1890 una quantità di 3 , 2 9 8 , 0 0 0 chilog. di bozzoli, ripartiti come segue :
bozzoli verdi gialli chilogr. chìlogr. chilogr.
Tiralo meridionale . 1,700,000 di cui 1,000,000 e 700,000 Frinii . . . . 422,300 » — » 422,300 latria e Dalmazia. 131,700 » — » 131,700 Ungheria e Croazia 1,044,000 > — » 1,044,000
Totale del 1890 3,298,000 di cui 1,000,000 e 2,298,000 Totale del 1889 3,336,000 » 1,261,000 e 2,075,000 Al reddito medio di l i chilog. e mezzo per 1 per le razze gialle e del 1 1 per 1 per le razze ver-di, questi 3 , 2 9 8 , 0 0 0 chilog. di bozzoli rappresentano circa 2 7 1 , 0 0 0 chilog. d i ' s e t a ( 7 1 , 0 0 0 chilog. di greggia verde e 2 0 0 , 0 0 0 chilog. di greggia gialla), contro 2 1 7 , 0 0 0 chilog. nel 1 8 8 6 , 2 6 4 , 0 0 0 chilog. nel 1 8 8 7 , 3 0 7 , 0 0 0 chilog. nel 1 8 8 8 , e chilog. 2 6 7 , 0 0 0 ne! 1 8 8 9 .
CRONACA DELLE CAMERE DI
Camera di Commercio di Firenze. — Nella tor-nata del 9 Marzo prendeva le seguenti deliberazioni :
1." Al seguito delle dimissioni del Cous. Emilio Landi dall'ufficio di componente la Camera, fu preso atto delle dimissioni stesse ; e chiamato a far parte della Camera pei resultati delle elezioni generali del 12 Aprile 1 8 9 1 , il Senatore Luigi Ridolfi.
2.* Sull'invito del Comitato « Pro Florentia » la Camera, deliberò di concorrere alle spese delle F e -ste che avranno luogo in Firenze nei mesi di aprile e maggio, e su proposta del Cons. Montepagani sot-toscrisse a tale scopo numero 2 0 Azioni di L i r e 1 0 0 ciascuna.
3.° Sulla proposta di una Commissione speciale, fu espresso il voto c h e non debba favorirsi la e s e -cuzione di ferrovie c h e pongano Livorno in diretta comunicazione con Pistoia, con danno dei molti inte-ressi c h e la Camera di Commercio è chiamata a tu-telare, ma che debba invece preferirsi una linea c h e da Empoli passando per Fucecchio, faccia capo ad Altopascio o meglio a Pieve a Nievole.
4.° A relazione del Cons. Masetti-Fedi fu delibe-ralo di fare nuove premure presso il Presidente della Camera dei Deputati, affinchè questa non approvi il disegno di legge che renderebbe obbligatorio il M a r -chio facoltativo degli oggetti di oro e d'argento posti in commercio.
5." La Camera su proposta del Cons. Frullini, de-liberò di non accogliere, l'invilo ad essa rivolto dalla Camera di Commercio di Roma di costituirsi in comi-tato speciale per l'Esposizione di Chicago e di in-viare delegati presso la Camera suddetta, osservando anche che già esiste in Firenze un Comitato i n d u -striale costituito per iniziativa dell'on. Sindaco della città residente al Municipio.
6." F u presa in considerazione, e deliberalo di rinviarla al Municipio, una domanda presentata dal Maestro Fabbro Sig. Paolo Socci che riguarda un au-mento del dazio per la introduzione in Firenze del legno e ferro lavorato, e ciò allo scopo di proteg-gere il lavoro degli operai fiorentini , compromesso dalla concorrenza di quello c h e viene da altre Pro-vincie.
Camera di Commercio di Torino. — Nella seduta del 1 9 febbraio dopo varie comunicazioni furono trattate le seguenti controversie di tariffa fra la ditta Fratelli Girard e la Dogana di Torino:
1.° Per la Commissione competente il consigliere Auxilia esprime il parere circa alcuni campioni di sostanze coloranti trasmessi dalla Dogana, ed espone le ragioni per cui la maggior parte di esse devono essere classificate fra le terre colorate, e le altre fra i colori in polvere.
La Camera adotta senza osservazioni il parere della Commissione.
2.° Il consigliere Rizzetti Carlo per la Commissione medesima riferisce quindi su altre due c o n -troversie riguardanti lane meccaniche e lane tinte, circa le quali pure la Camera approva pienamente il preavviso della Commissione di Dogana.
Camera di Commercio di Siracusa. — L a Ca-mera di Commercio di Messina avendo chiesto che si risolva a vantaggio dell'esportazione dei vini verso la Germania la questione dell'estratto secco, ribassandone la misura al limite corrispondente della m e -dia approssimativa dei vini da taglio dei mezzogiorno, la Camera di Siracusa rispondeva c h e la misura dello estratto secco dei vini da taglio, determinata nel trattato con la Germania, oramai non costituisce una quistione da risolvere, e s e pur tale fosse ò mestieri considerarla nel rapporto collettivo dei pro-duttori italiani, i quali (se non ci fossero ostacoli di altra natura) potrebbero spedire ir. Germania tanto vino con estratto secco nei limiti convenuti, da su-perare di molto la domanda tedesca e la collocazione possibile nell'impero. E quanto a ribassarne la mi-sura, la Camera osservava c h e il ribasso potrebbe forse evitare una concorrenza non favorevole alle produzioni italiane, ma in ogni caso darebbe certa-mente diritto alla Germania di chiedere ulteriori compensi a danno di altre industrie italiane. P e r queste ragioni la Camera non accoglieva la istanza della Camera di Messina.
Approvava invece i seguenti voti della stessa Ca-mera di Messina rivolti al governo concernenti altre questioni relative ai vini: