• Non ci sono risultati.

..A7(CHIVIO 7)1 STATISTICA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "..A7(CHIVIO 7)1 STATISTICA"

Copied!
332
0
0

Testo completo

(1)
(2)

..A7(CHIVIO 7)1 STATISTICA

,

(3)

ARCHIVIO

Dr

~

TATIS

TICA

fondato da TEO'DO'/(O 'PATE'-l(AS Consiglio Direttivo

Comm. CESARE CORKE'N,TI, Vice-Prefidente della Giunta Cmtml,. di Statistica, depulilto P. 'BOSELLI, profeJ!ore delle scimze

di Finanza all' Univerfità di Roma e prof. L. 'BODIO, Direttore dell' Ufficio Cmtrale di StatiJlica.

I1V10

CUnRAU

DI STATISTICA

=

.01 CAT ...••.. ··· IANO ...

1 ... ·

·

:

....

··

CAFF ....•....

}J(J ...

.

....

.

LCH ....••

fI..

... .

.... .d..5: ... .

ANNO

r.

F AscrcoLO

r.

1(OMA ?GRAFIA ELZEVIRIANA via della !;\Cerctult, 3i, J6

(4)

ARCHIVIO DI STATISTICA.

Rivifla d'ùmtlinente pubblicazione.

Roma, 1 marzo 1876.

I

A

fu detto che l'Italia è una Nazione di economisti: e veramente l'Economia politica dà ora tra noi una ina-spettata prova di vita creando due scuole opposte, due fazioni scientifiche, che in mezzo a questa st1'acc~ quietudine di spiriti trovano la forza di ricominciare una nuova maniera di guerra civile, la quale si avrebbe a pacificare nello studio concorde dei fatti. Ma·

qui sta il nodo gordianò: l'ermeneutica dei fatti sociali; perchè di documenti statistici, di inchieste, di memorie, di allegazioni, di relazioni, noi siamo, può dirsi, inondati fino all'affogaggine, dalle notizie contenziose colle quali s'armeggia in Parlamento ai discorsi inaugurali dei Prefetti e dei Procuratori del Re, dai voluminosi atti delle inchieste industriali, bancarie ed agrarie alle discu . oni de' Congressi medici e commerciali, dalle relazioni dei Sindaci e degli Amministratori dei Pubblici Istituti alla sfuriata delle pubblicazioni private.

(5)

tanto-• .Archivio di Stati(t'ica

~hè

la maggior parte va' dispersa per

stilli~i~i

" , ' " .

l~ll~aluda

negli Archivi; perfino gli atti delle Cne

dl~l1, qU?tl~I~l1! ~

nalt, che pur avrebbero d , _ . ommlSSlOl1! mll1lste-a e!ìsel e \,;onsultmll1lste-att come' l " d

magistrature statistiche' perfino l d' ' . I P_ aCItl elle d ernIe ' che lavorano si d', bb , e ISCUSSlOl1! delle mal t A e

cca-, ; ' ue e, sotto una campa '

non giungono a cognizione del bb1' ' na pneumatIca,

h pu ICO se non dopo ' l

c e volta dopo anni passato 'l b' mesI e qua -, I ISocrno' tanto che t bb

versi sul registro dei nati morti. b . ' po re ero

scri-Dunque non vi sJrà chi dia a tem o

-cotrono, le armi statistiche ~ e-l d' , p, e man mano che

oc-, . e la: l'lscontrate si '

certIficando lo stato sc'"ent;t; d' - " c u r e , compIute, • 1;. co I ognuna di e d

chi battezzate, di che fede meritevoli? sse, on e venute, da La Statistica non saprà serbar m "

il suo Archivio e il suo St t "l? emana di se stessa? non avr3.

a o czvz e tornerà semp"

maneggerà che roba di r"t li . le a capo? non

" I ag o, o anOl1!ma o art'fi . .

provvlsata ? ' I clata, o

Im-Queste domande noi ce le siamo .

fatte più volte E mi P" I - . sentIte f:1l"e, e ce le siamo

qu~ch~

cosa si possa

fa:~:

;;;

u:~~" :;:~~~~~:o~:~ba

essere,

~.

che

un lOdice, un repertorio u n ' . " un memonale, dal labirinto. Ecco il

èo~cettoredgllstro, ~n

filo

lO"s~mma

che ci cavi

Il nostro.A h' , e nostlO - .Archzvzo .

sità d'" " " rllc ZVTO vorrebbe salvare i suoi clienti dallà

neces-, ll1seguue co a borsa

e

Il' l .

libri, d'articoli di d" ". d' co oro, agIO alla mano centinaia di , ISCOI SI, opuscolI che spesso n .

tr~vare

neppure a prezzo, e che da

~n

dì all' altro on SI

p~nno

L .Archivio si propone di ocrliere l " sCompaIOno. di numeri e di fatti e d' b .al valCO tutto questo frascame

, I m e I succo ma sub"t d" hanno ancora vigore e opportu à d' , 'L' 1 o, quan eSSI scire ur'

' l i

",

.

1 VIta. a cosa dovrebbe

riu-el g studIOSI a ragwne di tem o e di d . " anche pel compilatore il l P enato; e utIle

" , qua e mettendo mano ad opera d'

nua e d" 1 statIstIca, non "" vorrebbe co ' . l ' econo

r .

-e a pa . d' r " lOCI,1r U1 a Iar cose lO aria, garsl I lantasle.

Volle fortuna ch'io trova ' ,

voli fra

" r

SSI approvatorI e consiglieri autore-, 1 qua I posso nominare il comm. Cesare Corren# -.

vlce-pre-f

I !

,Arcbivio d i Sta tiftica III

-sidente della Giunta Centrale di Statistica, il deplttalo Paolo 'Bofelli

professore delle scienze di finanza all'Università di Roma, il

pro-feffore Luigi 'Bodio direttore dell'Ufficio Centrale di Statistica, Con

un concetto cosi chiaro, con un intento cosi pratico e con aiuti cosi

confortevoli io non esito a mettermi all'opera, Pubblicherò,

nel-l'ordine consigliatomi da' miei autorevoli collaboratori, memorie al possibile complete sugli argomenti di statistica e di economia s

o-ciale, che la necessità quotidiana ci metterà innanzi; e, quando giovi, le pubblicherò in opuscoli o fogli separati, perchè più pronta e più facile ne sia la diffusione, e perchè tali pubblicazioni pos-sano quasi partecipllre al vantaggio della forma periodica, e

giun-gere a tempo ~ul campo di battaglia dei (mi pubblici e delle

di-scussioni parlamentari.

Una rubrica apposita sarà riservata nell'..Archivio per render ragione di tutti i provvedimenti e di tutti i fatti che riguardano il massimo problema del nostro ordinamento nazionale, la

costi-tuzione, cioè, e l'amministrazione comunale, nella qual rubrica

fa-remo anche una speciale menzione dei processi tecnici seguiti

per raccogliere sopraluogo le notizie demografiche e accertare gli elem~ti dell' Antropologia sociale.

Niuno può immaginarsi che un periodico, consacrato a

trat-tare questioni si va1'Ìe e si elevate o piuttosto a preparare con

re-ligiosa imparzialità gli elementi onde risolverle, debba imporsi una

rigorosa unità di dottrine, la. quale se gli crescerebbe l'ambiguo merito di essere dogmatico, gli torrebbe quello ben più importante di rappresentare vastamente e sinceramente l'alternazione dei

pen-sieri e le inevitabili esitanze che devono accompagnare il graduale

svolgimento della ragion nazionale. A questo solo porremo cura che tutte le opinioni siena sincere ed esposte come si c iene ad

una libera e fraterna discussione, Perciò ogni memoria porterà il

(6)

IV .Archivio di Statiftica

fat~~,

e

spè~i~l

h

~

.

e

nte

le

'~

,

llega~ioni

e i_

d~cumenti statisti~i

'che' si

V~t1

anno

p~bbh~a~do

.

,

çOS1,: gli.'

~

tudi~si"'

dell

.

~

~

c:iel~~:'

so~ìal(

po-t1ann.o aV~1 .s~tto mano un' mdlce compiuto; un vero regèstO' dei lavOl:l St~tlStl~l. ed eco~omici, che accompagnano il processo della nostl a VIta clVlle e sCIentifica; e col sussidio di questo perpetuo

r~mmen:atore sarà loro più facile di vincere le molte difficolt' dI q ues t ~ s:u. d" 1, m cm troppe volte s'incontrano sul terreno pratico . a

le questlODl ~solat:, che la necessità costringe ad affrontare sotto la pressura dI fattI accidentali, e l'allucinazione di idee esclusive.

Per la 'Direzione TEODORO PATERAS

,

Fondatore Proprietario.

.l. J ,'"

Prima di affidare alla ventura il manifesto dell'

../1.r-chivio di Statistica abbiamo voluto comunicarlo a

Ce-sare Correnti per averne

'consiglio ed aiuto. Ed egli ce

l'ha riveduto, rimandando celo con una lettera che

e

tutto un programma, e che noi pubblichiamo come

introduzione inaugurale del nostro periodico.

CARO BODIO,

o

I M I tentate di paternità, e vorreste appiopparmi

anche il comparatico del l;eonato •. Archivio di Stati-stica. Piacesse a Dio. ch' io ci fossi atto! Ma codesto nome d'Archivio e di Statistica ravviva nel mio cuore rimorsi an

-tichi e non facilmente confessabili. lo era nato ad altro; o almeno mi pareva in quei tempi, quando ciascuno si crede nato per qual

-che cosa. E a codesta sassaiuola de' numeri non misi mano se non

per disperazione e necessità di guerra. Quarant' anni fa, quando

(7)

VI • .Archivio di Statiftica

storiche e degli anatemi poetici maneggiati da tanti, tanto bene, e tanto inutilmente. Per quest? io mi rassegnai, coscritto im-paziepte, alla disciplina delle medie, delle tabelle e de' numeri, che ci davano possibilità di parlar in gergo e in cifra, e di sot-trarci alle circoncisioni della censura, divenuta anche essa per lungo uso atta soltanto a fiutar frasi ed epiteti. La cosa ci venne fatta. I numeri non dicevano il loro segreto se non a chi sa-pesse legger velo a cenni: vero linguaggio di muti. A volte co-desti indovinelli riaguzzavano la curiositit; a volte ci si sentiva come un riflesso di poesia, una rispondenza più intima e più intellettiva del rintocco casuale delle rime. Ma ora che tutti pos-sono a loro posta rimare, statisticare e spoliticare, voi vorreste~ bontà d'amico, inchiodarmi ancora ad un giornale statistico? Non

c:

è alcun gusto a fare quello che tutti sanno o credono poter fare. Statistica, economia politica, pedagogia, gli è come dire i beni universali del codice austriaco; roba. di tutti e di nessuno. --- Ma il nostro cortese editore batte sodo, e vuoI saper da me

se vi sia anche oggidi possibilità di far un buon giornale di Sta-tistica, e speranza di cavarne qualche utile pubblico. Prima di tutto lasciatemi dire che questo nostro non è tempo da altro che da giornali. Si vive,' si legge, si sa, si può di per dì, ora per ora; e que' che veggon meglio sono i miopi. Dunque

la-sciate i libri ai topi e ai posteri, e fate giornali a fidanza, che è la stagione delle cicale. - Ma qui v'è un intoppo. Gli .Annali Univerfali di Statiftica, voi dite, dopo mezzo secolo di ,-:ita e di gloria, sono morti; e il buon Sacchi ha scritto sulla loro pietra sepolcrale il vade in pace Come oseremo noi ripigliar i pesanti spadoni che caddero di mano a' veterani? Essi hanno combat-tuto durante la notte dei tenipi, e noi, sopravvissuti alla veglia delle armi, dobbiamo ripetere le parole con cui si conchiude il

7(e Lear:

. . . . _. si grandi cose Più veder non potremo in sulla terra, Nè si a lungo produr la nostra vita.

..Archivio di 5tatiJtica VII

Del resto, una vita di cinquant'anni non ve la desidero ne-manco. Codeste lungaggini erano possibili soltanto nell'età in-vernale, quando sotto la neve covava la lenta seminagione, quando senza altra speranza che nella vita futura delle idee maturava in

silenzio la n9stra ferrigna giovinezza. Adesso" voi vedete, tutti cercano di ~iver presto, e di venir subito ai fiori e alle frutta. E poi nea~che il nostro editore deve pe~s,ar ~ eter~1ità: Ma se

eO'li si contenta di aver aiutatori e comnuhtol1l e chenti quoti-diani, mi par che non possa starne in dubbio. Chi mai si rifìu-terèbbe ora di dettare un articolo di statistica? Quanto a raccolto c'è da sfondarne i granai: e voi, ottimo Bodio, sapete quanti

PUl:-telli vi bisognino a reggere i vostri magazzini statistic.i; e .a dl~ spetto di tanta roba messa in serbo, sapete come basti chU1~rsl per trovar altra roba smarrita lungo la via; tanto ' che omal a

sì traboccante abbondanza non ci basta più nè il tempo, nè la memoria nè il cuore.

E q;esta appunto pare a me la ragione c,he fàrà

~iv~re

il no-stro Archivio se saprà salvarci dalla soffocazlOne. Pm 11

m~ndo

invecchia, più sopramonta la papirocrazia e la glottarcl~la, c

sempre meglio mi si chiarisce il senso di quella pensata dI Ro-maO'nosi, che ci raccomandava lo studio della suprema.

econo-mi: dell'umano sapere. Vivranno que'giornali, e sopravlVranno

quegli scrittori che sapranno

aiu~are

,la

dig~st~one intell~ttu~le,

~

cbe ci cesseranno dalla fatica di rnnpll1ZarCl dI fieno e dI et bam~I. _ _ L'Extract-urn carnis di Liebig, caro professore, deve essere

il nostro programma. Quando potremo far SI che. ne,l

nostr~ 4~­

chivio si trovi il profluvio delle statistiche officmah, dottnnalt, mercantili, costipato in giuste dosi, ridotto in es~enza e. a

so.-. b . t' nOI' saremo acclamati come ltberaton. E Il

stanzlOsa so ne a, . , b l l

P Il' Il ' d'" elle noi con \111 Slm o o e

0-nostro professor 'o l a ora ua, . '. , "

quente abbiamo dimostrato l'utilità della cremazlOl:e del cada'iefl, traducendo l'infesto inaombro delle salme mortah e la nauseosa mole dei detriti del p:nsiero nella classica forma di epigrafi la-pidarie, di urne eleganti e di ceneri conservabili.

(8)

VIII .Archivio di Statiftica

E invero, come i cimiteri assediano le città de'viventi i vo-lumi e le cartiere statistiche ci usurpano omai le

libreri~

e le case. Bisogna trovar il segreto della ricchezza sobria, e dell'ab-bondanza sommaria. Ecco il primo punto. Ma lasciatemi toccarne un altro, che è anche di maggior momento.

Voi sapete quello che ho detto e predicato da molti anni. La statistica, più che scienza, è una istituzione sociale. Ora noi ~el nos.tro peri~dico, se, Dio gli dia vita, avremmo a . insegnar l arte dI raccoglIere e d osservare i [tt~i. È appunto quello che aveva voluto fare Melchiorre Gioia, al quale l'arte statistica e l'arte logica parevano una sola e stessa cosa. Ma il Gioia non p.oteva andare oltre la statistica individuale e la logica indizia-na: osservare per indovinare: industria preziosa specialmente

a'tempi in cui la statistica sincera non può essere che

divina-zione e profezia di pochi, come avviene ogni volta che i

ero-verni vogliono mettere la verità sotto il moggio e la scienza die-tro il paralume della politica. Oggi invece ognuno fa professione dI voler le finestre aperte al vento e al sole. Ma anche a saper

pi-gliar bene l'aria e la luce si ricerca esperienza e discrezione. E

que-sto avrete a dirlo e ridirlo tanto da farlo capire; chè v' è ancora

trop~i i quali credono che per vedere basti aver gli occhi, e sono

presti ad accettare ogni maniera di statistiche a patto ch'esse si fac-ciano da sè quasi per sedimento di numeri, per miracolo di libertà

e d~ negligenza. La statistic a, bisogna ripeterlo, è una disciplina socIale, e per poco non dissi militare. Nè acutezza d'ingegno,

nè con~orrenza di private inquisizioni varranno a darci quello,

che faCIlmente e siçuramente può aver solo da notazioni dili-genti, ordinate, accertate, obbligatorie, generali, continue.

E non domandiamo cose impossibili. Nelle nostre leggi abbiamo scritto che nessuna società di privati possa accogliersi in tutela de~a fe~e pub~lica, se non dia la nota dei suoi soci, dei suoi negozi, del SUOI contI: e la società civile, in cui pigliano forma e forza tutti i diritti, in cui hanno radice e controprova tutte le certezze umane, si accontenterà delle scarse appostazioni dell' entrata dei

...

Archivio di Statljtica IX

vivi e dell' uscita dei morti, e d'una /:hiama tumultuaria de' pre--senti, intimata ogni dieci anni? - Pure anche a badare soltanto alla demografia decennale e alle effemeridi dello stato personale, che a sproposito chiamano stato civile, il nostro archivio trove-rebbe una ric.ca mess.e di studi, di esortazioni e di insegnamenti.

Ma

non si potrà rimaner sempI'e all' abici. Principio di scienza

tira a necessità di dottrina conclusiva. Codeste nostre demografie istantanee e statuarie, se vorranno essere ordinate e· distribuite a ragione, dovranno uscire dallo scarso profilo topografico e fisio-logico: e i nomi fotografati a lume di lampo dovranno ~postarsi,

riordinarsi, assestarsi, e pigliar movenza di vita e rilievo di per-sona morale. Poi quant'altre inchieste statistiche v'ha, sgranate, sfilacciate, scorrette, .ma che non costano per questo minor tempo e fatica! mappe, catl\:sti, dazzaiuoli, repertorii di gabelle,

di coscritti, di giurati, di elettori, di balzellati, di. poveri, di sospetti, e via infino a più di cento lavol'Ì che si fanno e che si hanno a fare ad ogni modo, ~bene o male, per coscienza o per mostra che altri le faccia; con questo d'avanzo, che a farli bene, e con ordine e con intesa sincera, riuscirebbero più facili; e cot~­

traponendosi e riscontrando l'uno e l'altro, ci porterebbero a

evidenza di esattezza e prova di verità.

Allora riuscirebbe possibile fare un altro passo, e, compiuta l'anatomia e l'istologia, accostarsi a quella fisica, ·0, se meglio vi

piace, biologia sociale, imm1lginata dal buon Quetelet.·

A questo punto parmi vedervi fin di quassù, ottimo conta-tore, sibilar fra i denti: noi ricascheremo dalla piana umiltà d'un .repertorio di fatti nelle astruserie dell'ordinamento dottri-nale e de'criteri finali, come a' bei tempi di quarant'anni fa. Voi ci ricascherete sicuro, se a\lrete, e ve li auguro, altri quarant'anni·

per pensarvi su: ma non.in questo nostro Archivio, il quale non dev' esser altro che un armamentario statistico. E anche

(9)

bit-x Archivio di Statiftica

steranno, anche senza armeggerìe dogmatiche, ad espugnare quanti v'ha errori innocenti e ostin.azioni rispettabili. La teoria e la metafisica della statistica la lasceremo a nostri nepoti, se mai un giorno verrà loro a noia l'andazzo meccanico e atomi-stico, che ci i~chioda al crogiuolo e al microscopio. Già l'antitesi è una creazione della tesi, e l'alternaziofle è una legge cosmica, che si manifesta ne' contraposti del pensiero, come in quelli della vita tellurica e sociale.

E per questo non mi parrebbe un gran peccato, se nel no-stro Archivio si salvasse un cantuccio per l'archeologia o, se vi piace, per l'utopia statistica. Il passato si ha a rivedere e a ri-sapere per non ripeterlo. Certo non torneranno più i tempi in cui si cercava la quiddità delle quantità, e si adombrava nel-l'architettura delle tabelle e delle rubriche l'archetipo d'mia mente sana e d'una società normale: ispido neologisrD:0 forense che na-scondeva le proibite speranze dell'ideale. Ma almeno a titolo di curiosità palentologica si potrebbe anche oggi rileggere, tradotto in lingua libera e sincera, quello che noi leggevamo in bianco tra le divagazioni anedotte del Gioia e le circollocuzioni volfiane del Romagnosi. Allora, chi noI sapesse, e ben ponno ricordar-sene il Ferrara, il Vanneschi, il Racioppi ed altri metafisici d'oc

-casione, allora disquisire la graduale importanza dei dati statistici non voleva dir altro che ponderare il valor proporzionale dei fattori della civiltà, e cercare il concetto razionale dello Stato e

della società. Noi abbiamo ora smesse codeste superbie specula

-tive. La teoria è la consolazione di quelli, che non possono a

s-saggiare 1;1 pratica. La storia vera, non la storia· che si legge e

si vede in prospettiva di riassunti scenici, ma quella che ci schizza ogni dì fi:a le mani, quella che picchia ogni mattina al nostr'uscio

per canzonar quaIcuna delle nostre idee, la storia quotidiana è

fatta apposta per dissipare i sogni, fossero anche i sogni profetici della ragione. A'tempi perduti, se vi parrà, potremo celebrare i

parentali de'nostri vecchi maestri, e scrivere l'elogio funebre della

statistica congetturale e divinatrice. Adesso badiamo al negozio.

,.

Archivio di Sta tifti ca XI

Badiamo al modo di giungere alla sicura notizia dei fatti, di riscontrarne l'esattezza, di rilevarne le concomitanze, di stabi-lime gli aggruppamenti, di seguirne l'ordine e la successione.

Imperocchè la statistica non è più; come pareva a que' primi zazzeroni che trovarono nel loro gergo romano-germanico co-desto logogrifo di nome, non è più soltanto lo specchiato ri-tratto d'uno Stato, il' rilievo d'un momento politico, o, com'essi dicevano, una storia immobilitata: ma per necessario processo generando col numero l'aggregazione e la proporzione, e colla

serie i ragguagli di tempo, essa riesce al riscontro delle graduali mutazioni, alla seguenza delle trasformazioni, alla misura del moto e della dinamica sociale, alla profezia matematica.

Ripetizioni ed arguzie. Sarà! Ma ad ogni modo le son cose

ch'io ripicchio da venti anni, e che, scusatemi, non veggo far nemmeno da voi, che pur vorreste e sapreste. Sono frasi scipate

. e logote dal lungo uso, come i biglietti in convertibili delle nostre banche; ma frasi, che aspetteranno, Dio sa fin quando, chi possa tradurle in oro. E però lasciatemi rigirarle un'altra volta. La sta-tistica è un metodo sperimentale, una confessione sociale, un decreto scientifico; dunque vuole strumenti di precisione per osservare concorso del pubblico per concordare i fatti, e un mae -strato

au~orevole

per accertarli, riassumerli, pronunciarli, pubbli-cadi. Le confessioni generali e le anagrafi demografiche, riscon-trate e completate colle registrazioni speciali, coi rilievi locali, colle

ricognizioni eventuali, potrebbero diventare, quello che ora già

sono in embrione, un sicuro apparecchio osservativo. Ma par-lare adesso d'un tribunale statistico parrà una scappata di fan-tasia. Noi

s

iam~

ancora manuali d'archi penzolo e di cazzuola, e

ritentiamo la torre di Babele. Volumi su volumi, e colonne su colonne. Ma poi, chi legge? Il proto, se pure. E chi conclude?

Lo scettico che misura a peso codesto scarico di materia cifrata, e se ne

fre~a

le mani. Non m'andate in collera, che non lo dico a mal fine. So anch'io che a studial'Vi e pigiarvi sopra ci si può

spremere del buono. Ma voi sapete mondo fuggifatica, che è il

(10)

XlI Archivio di Statiftica

nostro! E poi facciamo a dire il vero. Non abbiam noi la Corté de'Conti, che libera lo Statò dallo arruffio de' computi e dall'afl:6gaggine de'computisti? E perchè hon avremo la Corte se vi garba il vocabolo cbrtigianb, della demografia e della eco: homia politica, che ci districhi dalÌa statistiCa capricciosa e con-tenziosa?

.M~ forse io qui annaspo. Una cotal fol"ma di giudicatura statistIca non manca quasi in nessun paese: consigli comitati

.

'

,

g~unte, ìspezio~i, commissioni, direzioni. Nondimeno, ch'io

sap-pIa, nessuna dI queste officine statistiche che non sia in conti-nua, necessaria, gelosa dipendenza di chi amministra lo Stato. Gli è come dire, che esse sono ordinate a guardare solo le tose che loro si parano innanzi, e a trottar via come cavalli ben im: brigliati, e coi loro bravi paraocchi che li salvano dagli svaahi e dal veder tl'OppO d'accosto. t> ,

E noi? Lasciatemi tacere, e continuar l'utopia. L'utopia, voi sapete, è il chicco di frumento, che aspira alla spica, e non prevede nè la fuoht, ilè il· forno. Quante belle cose 'si potreb-bero pensare, che è comé dire, si pott:ebpotreb-bero, volendn, fare! Ma volendo! L'ordinamento delle nostre statistiche è un po' il ri-flesso delI'adinamento dello Stato. La volontà c'entra a centellin~

e

l'abitudine vi corre a fiumi. Vi siede sovrana la scienza· ma in

fe:i~

per?etue, e chiamatavi solo a sbadigliare. La tram;ggia ammInIstratIva, le occorrenze tecniche, le sollecitudini quotidiane usurpano l'attenzione, il tempo e le forze. Quel traboccante in-gegno, che voi sapete, un tratto assomigli ò le nostre istituzioni statistiche e le 101'0 giunte ministeriali, prbvihèiali, comunali a un cerchio di it'idi concentriche che, vivaci e spiccate nel mezzo,

,:an~o po~ sfumando e scolorando, tanto che :1' occhio ne perde l ultIma cIrconferenza. Verissimo! . e gli è come dire che ci man-cano prdpdo gli organi sensorii, i quali avvertono la realtà delle cose esteriori, e appena rimane una vita psicologica e cerebrale. Pensateci voi, che siete il cervello.

E basti ormai. Perchè troppe altre c'ose avremmo a dire se

r

Archivio di Statiftica XII!

potessimo sperare di farci leggere. Ottima, per esempio l'idea di preparare nel nostro diario un manuale per gli ufficiali sta -tistici, dacchè a volta tutti siamo o possiamo essere ufficiali di sta -tistica e venir chiamati a confessare, qualificare, accertare, e te -stificare i fatti, che importano alla convivenza civile: la quale, chi ben guardi, è la cosa più essenziale alla natura umana. E sa -rebbe tempo ormai che si sterminassero fin dalla memoria quei disùmani proverbii, nati quando le nostre libertà m.unicipali ag o-nizzavano tra le branche della nobilea campagnola incittadinata a forza: proverbi, che pur troppo corrono ancora con deplorevole assonanza in tutti i dialetti d'Italia: chi ferve il camuno, non fa bene a neffuno: roba di camuno, roba di ness.uno.

~

oi ved:te ora che cosa risponde la storia a queste vecchIe ereSIe: debIto

co~une

è debito di tutti e di ciascuno: le finanze epidemiche ci riconducono alla coscienza che nessun pesce può vivere fuori dell'acqua, e nessun uomo fuori dall'atmosfera fiscale. Tappatevi e ristappatevi in casa quanto sapete, l'imposta vi batte alla porta, e pur troppo non equo pulfat pede pauperum tabernas J come. la

buona morte d'Orazio. Ad ogni modo ci avete a stare. lo ndo quando sento ripetere che la gente non vuoI

s

a

p

e

~n

e

di mi-nuterie statistiche e sopratutto di sincerità statistIca, perchè teme i seguaci balzelli. I balzelli non li crea la statistica, ma la necessità. E il più enorme tributo, che mai sia stato al mondo, quei cinque mila milioni, che non hanno nep?u: riscontro. di mo-neta non sono essi la multa di un errore statIstIcO? Ma dI questo vogliamo dire, se ci basterà la vita, più a

h:m~o

e più. ad agio; per

ora torniamo all' umile nostro tema. I "balzellI non II crea la sta -tistica' e memwgne o trafugamenti non valgono ad assottigliarli: E se

q~alcuno

riesce per nascondigli e scappatoie a sgattaiolare dI sotto a un' imposta, ricascherà domani in un altra; che la

.l~ete

è

. ' d ' · 1'· t anto è plU fro-fitta e rinterzata. Ma v è l peggIO: lmpos a, .qu

data, tanto più diviene affamata, violenta,

ra~ina:rice;

e

~n

ve

c

e

di un peso da reggere, si muta in una pioggIa dI sassate, 111

un~

. . . l ' . b . d' Fr'ancia che per dI- .

(11)

XIV Archivio di StatiJtica

fendere le in~que immunità, capitarono sotto lo spianatoio del 1793.

- Le leggI dell'economia pubblica sono come quelle della fisica.

Ecco un altro chiodo, che avete a battere e a ribattere. Non è materi.a codesta che si possa guidare e correggere a libito: sono

f~r~e I~deprecabili a chi voglia ribellarvisi; mansuete e fin ser-vlZlevolI a chi le piglia pel verso. Nolentes trahunt, volentes du-cunt, immo ferunt. Ma per farsele maneggevoÌi, bisogna studiarle

e . con~scerl~. E conoscere le forze sociali, la complessione

fisIOlogIca dI codesto mondo, in quo vivimus, movemur et

su-mus, non si può senza l'arte di guardare; o, per continuare ' la ~etafora, senza l'esperienza visiva che fa raccogliere gli sparsi

raggI. della lu~e, riferire le doppie visioni a un solo oggetto,

rad~nzzar l~ Immagini che ci vengono all'occhio capovolte, av-vertIre le dIstanze, i riflessi, gli sbattimenti, e le interferenze dei colori. ~a st~ti~tic~ è proprio l'arte e la pratica di guardare i_

fenomem socI.ali, dI. edu~ar l'occhio clinico dell'uomo di Stato.\

Una buona dIagnosI, è gIà mezza la guarigione. E queali omoni

che disdegnano d'impacciarssi con cifre e tabelle e di o umiliarsi a~l'ab~aco statistico, mi danno immagine dei nostri patrizi sfatti, dI cUI ora, grazia a Dio e al fisco, si va perdendo la stampa, che non volevano sciupar il cervello e il decoro abbassandosi ai

c~nt~ del ragioniere. I conti, chi non li suoI fare da sè e a tempo,

glI SI faranno addosso da altri, e quando meno vorrebbe; e non

è per nulla che il nostro amico Cerboni ha fabbricato apposta

una parola, che potrà diventare il nome di una scienza la

10-giJmografia; alla quale, come succursale della statistica

~i

con-siglio di lasciar un posti cino nel vostro giornale. '

Vero è che voi non avete bisogno di allargarvi, ma sì di

c~ndensare, e s~pratutto d'insegnare, come vi diceva, a vedere,

~I ~ddestrare glI statisti e gli economisti a studiar sul vivo. I hbn :erra~no poi: studiar sul vivo, è tutto il programma. I libri che S10 qm ~bbiamo, vi raccontano gli studii fatti; e spesso fatti

come no~ SI vorrebbe, o come volevano i tempi, le occasioni e

le necessItà passate. Ora, invece di libri, che hanno quasi

sem-l

Archivio di StatiJtica • xv

pre una genealogia letteraria piu lunga e arruffata di quelle dcllft.

'Bibbia si comincia ad aver istituzioni, inchieste, microscopii e

tragua;di. Voi, prima di tutto, avrete a

pr~cedere

c~me

si fa

nelle altre scienze sperimentali: dovete assaggIare, esammare, ret-tificare gli strumenti. Chi fa e come si fa l'anatomia dell'industria

italiana? Chi indaga, col testimonio de' numeri raffrontati, l'in-dole della nostra vita politica, la storia degli elettori e degli

eletti la psicoloaia di questo nuovO sovrano, , o che somiglia tanto l'

al

Demos d'Aristofane, ma che, volere o non volere, crea

at-mosfera morale in cui dobbiamo respirare? Chi scandaglia le

pia-he dell'istruzione? Chi studia i fenomeni della circolazione

mo-~etaria?

Chi la complessione degli istituti di credito e di bene-ficenza? Chi, e come, e a qual intento? Si cerca di scoprire o

di coprire? Si vuol mostrare o dimostrare? Tutte queste cose si

fanno

or~

a furore. Topografia, geologia, idrografia, meteorologia, l'economia agraria e officinale, le strade, i commerci, le scuole, le banche, la miseria, la ricchezza, d'ogni cosa si vuol saper subito qualche cosa e per qualche fine. Ma si studia sul vivo o sulla carta? Ci si va dentro, o si rimane pelle pelle? - Ecco quel che dovremo dire ai nostri lettori sotto sacramento di brevità e. di ve-rità. E se non ci lasceremo annaspar dalle ciarle, e non

cerche-remo anche noi d'abbuiar il vero coi barbagli d'una luce

elet-trica, noi rimarremo, vi prometto, padroni del campo.

Capisco: è difficile, fra tanto ciarlìo, ottener l'attenzione. Ma

proviamoci. Le rane, a volta, smet:ono di.

gracida~e:

e allora

piglieremo il tempo, e metteremo neglI orecchI stracchi una buona

parola. Voi l'avete già saputo fare. Mi ricordo ancora, non

~

tre anni, quando il Governo mandò fuori un

decr~to perch

~

SI

rinnovassero e si coordinassero fra loro i RegiJtri dt PopolaZtOne

di tutti i comuni; quello scandaloso decreto del 3 aprile 1873, per cui levarono le alte grida i difensori dell' autonomia

~ dell~

sonnolenza comunale. Noi si voleva, vi ricordate, obbliga\e 1

(12)

XVI Arc hivio di Statiftica

Scommetto mille contro uno che domandando cosÌ all' im-provviso se v'abbiano registri comunali per la popolazione, ognùno risponderebbe: diamine :che sÌ! e gli eruditi aggIUngerebbero: da anni e da secoli. Il pastore sa il numero delle sue pecore, l'arabo forma l'albero gentilizio dei suoi cavalli, gli agricoltori noverano i ceppi de' vitigni e i fittoni de' cavoli; e i magistrati d'un comune non avranno a sapere quanti e quali sieno, e dove i loro amministrati? Vero è che il nome di tutti i viventi è in-filato più volte dagli uffici del comune e dello Stato, come dicono, civile: all'entrare) all'uscire) alla leva mi Iii are, alla scuola, al matrimonio, a tutti i passi stretti della vita. Ma pagata la gabelli, chi sa più ove ,sia il gabellato? Il nome lo trovate in dieci, in venti regi;;tri; ma l'uomo vattcl' a pesca. Ora, che voleva fare il ministro Castagnola con quel decreto del 73? Una cosa che tutti credono già fatta da un pezzo e dappertutto: nume-rare le case, 'notar casa per casa il nome di chi vi abita, rilevar quello che tutto il vicinato vuoi sapere, ma rilevarlo sul vivo, non dal cinguettìo delle comari o dallo spiatoio de' portinai. Ebbene? Voi sapete a prova, tra sapienti e ignoranti, che sina-goga fecero sopra quel povero decreto: e chi volle difenderlo, per poco non ne perdette la reputazione di uomo studioso e leale. E poi in Parlamento avete veduto che fitta di accuse e che difese stl·acche. E in verità forzar i comuni a riscontrare a ngion di abaco i fatti loro! ei basta bene

ai

ministeriali rettori delle co-o munità levar il muso e odorare il vento per governarsi e gover-nare. Forzar la gente, che vive in società e per la società, a con-fessare in pubblico il loro nome', cognome e l'altre magagne dell'età e della professioné! Cotesta,è una tirannia degna di quel rompicollo repubblicano di Sòione. Ma a noi, gente crepuscolare, la libertà del segreto e la tutela dell' ombra è sacra come la libertà del pensiero e l' inviolabilità . del domicilio. - E lasciamola lì;

adesso ci pensi chi ci ha ,da pensare. Nell'Archivio basterà dire le ragioni dei conti; ragioni spicciative, riassuntive, chiare, rispet-tose, che stanno contente a numeri; e se tirano a qualche

con-..

.Archivio di 5tatift'ica XVlI

. hanno sempre pronta la scusa man-elusione ingrata od eretIca, ,(t Forse ce ne vorranno male

d' er fatto a po)'a. d

zoniana t non av J'.. h degnano di un guar o

co-. co-. clco-. lla politIca c e non . .

certi aruspICI e, .' . f' i ostinano a studIar l

pro-. f ttura dI Cl te e S .

testa umile mam a , ' d l l 1'0 pollaio e a cercar 1 , ' . el beccume e o ' . . blemi dell avvemre n d 11 l 1'0 vittime. ,pover! segret1,

. l d . nel feaato e e o 'l .

searetl de estmo o . ' d l cuore senza l

1ntCrO-o . bl" Senza la scorc1atOla e , .

e poven pro en:l.. za la stenografia numerica, 10 non ~o

scopio della statlstlca, sen , ' . ti e poveri problelDl l

" a capo. poven segte d

quando ne verremo e l'Italia abbia in gloria, buttava a un

Allorchè Napol.eone III,

~ell

sulla numerosità dell'esercito

prus-lato i ragauagh dello St l . . del Duruy sul

so-' o ogliato le re aZlOm .

siano, allorchè leggeva sVll l f"atine nelle campagne, egh

. . d' de e scuo e '" . d

vraccrescere 111S1 lOS0. . _ alla trappola dI Se ano

Povero 1mperatore . d '

r

si preparava - . . d entati studiati) cre ut1 g 1

. . . . vaghatl ocum ,

Due specch1 statlstlCl ' , ' , . . d te lanciare il suo vaso come fosse Impr.u en ' .

avrebbero mostrato. d' terra mal cotta, contro

. . d ' stonato, ma vaso 1 . l invermc1ato, orato, , . d' di antiche sventure,

nnsa-il vaso di ferro battuto a11 mcn me '

dato alla prova di meritate fortune.

(13)

L'E:JvCIG7(AZIOUE

E LE SUE LEGGt.

. o

C H I fenome'ni presentano aspetti cosi molteplici,

ca-m

'L

·

-

'

'. o l'atteri cosi difficili a determinare, influenze cosi varie, come l'emigrazione, Questo tema s'impone agli uomini di Stato, che scorgono in esso, o un impoverimento della madre patria, o un mezzo di estenderne la potenza in lontane regioni; agli economisti che, a volta a volta, vi trovano, o

u~

allevia-mento del pauperismo e una via per risolvere la questione .iDeiaTe,

sempre rinascente a dispetto di coloro che ne negano

1'esi-stenza, oppure un funesto disperdimento di forze e-di capitali;

infine al pensatore, il quale talvolta deplora le cagioni che per-suadono l'emigrazione e le conseguenze che essa può recare al vecchio mondo, talora si rallegra che la civiltà si giovi di un sì efficace ed appropriato strumento,

E veramente, a somiglianza di quasi tutti i problemi eco-nomici, che repugnano alle leggi troppo a'ssolute e generali e meglio si acconciano, come accade per il mondo fisico, alle teorie che temperano il teorema matematico secondo le contingenze in mezzo alle quali il fenomeno si svolge, cosi nell' emigrazione si scorgono aspetti vari e tendenze diverse, a nonna de' luoghi

(14)

2 • .Archivio di Statiftica

osservazione dei fatti, dipendono i giudizi discordanti recati s'Opra questo fatto sociale da coloro che lo presero in esame.

Molti scrittori, seguaci delle vecchie massime, che dal nu-mero della popolazione filnno dipendere quasi esclusivamente la. prosperità e la grandezza dégli Stati, guardando l' emigrazione come una diminuzione di forza e dimenticando che può essere I ad un tempo causa ed effetto di più sollecita moltiplicazione della specie, la condannarono senz:j, esitare. Altri, consideraooo soltanto i benefizi che la madre patria ottiene, quando conta nelle contrade straniere molti ed operosi figli, e senza indagare se questi benefizi siano sempre ottenuti per guisa che la legge del minimo mezzo non venga offesa, celebrarono nell' emigrazione uno strumento poderoso di ricchezza ed un efficacissimo mezzo di rinnova-mento sociale. Una terza schiera di economisti, più studiosa inda-gatrice del multiforme probiema, vidde i beni e i mali dell'emi-grazionè e consigliò ai Governi di adoperarsi perchè i primi non fossero contrastati, gli altri si rimuovessero con ogni cura. Questa ~ dottrina, che è tanto più vera, quanto è meno assoluta, conta in Italia numerosi partigiani ed è per virtù sua che il ponder~so tema è ora studiato con grande amore, mentre per lo innanzi la letteratura italiana taceva quasi affatto sopra codesto soggetto.

Il Carpi il Virailio il Florenzano hanno· arricchito di studi , a ' accurati e di notizie preziose la bibliografia dell'emigrazione; la Commissione degli istituti di previdenza e il Milllstero del com-mercio prepararono le disposizioni legislative meglio atte a tute-lare l'emigrazione e ne iniziarono la statistica; il Congi'esso de--gli Economisti di Milano ha dibattuto diligentemente il soggetto ed è dovuta alla sua nobile iniziativa la costituzione di una Società di Patronato degli emigranti, che è già entrata operosamente nell' arringo.

L'emigrazione è antica quanto il mondo. Noi ne troviamo le memorie in ogni periodo della storia umana, negli spostamenti delle tribù patriarcali, nelle colonie degli antichi popoli dediti al commercio ed alla navigazione, nelle invasioni delle orde

bar-.A rcbivio di Statiftica 3

bariche, negli esilii religiosi o politici. « È altrettanto naturale,

» dice Burke, agli uomini di affluire verso le contrade ricche e

I

»appropriate alla produzione, quando per una c:us,a qualunque

» la popolui.one vi è scarsa, quanto è naturale all ana compressa » di precipitarsi negli strati d'aria rarefatta. »

Ma è d' oriaine più recente il movimento che attrae le vec-chie razze

vers~

il nuovo mondo, movimento che, iniziato con la scoperta dell' America e delle isole dell' Oceania, si è venuto di mano in mano invigorendo, fino a toccare il sommo della po-tenza a' tempi nostri.

L'emigrazione moderna può dividersi in due grandi. ca:e.gorie, determinate dalle condizioni de' paesi ai quali essa s'mdmzza e dalla qualità delle stirpi che vi si accingono. ~p~ar~e:1gono ad una di queste categorie le emigrazioni de'popol~ aSlatlCl, che ~os­ sono stabilirsì nelle contrade iritertropicali, dommate da un cluna che offre soltanto due stagioni, ambedue molto calde, l'una piut-tosto secca, l'altra umidissima e con pioggie molto abbondanti (I). A questo clima non possono reggere le popolazioni europee le quali, ammessa la distinzione che abbiamO istituita~ fo~m~~l0 l'altra categoria di emigrazione, che si rivolge alle reglOlll . pm tempe-rate. Dobbiamo avvertire che la distinzione adottata m tal modo è forse più esatta di quella accolta da alcuni scrittori, di emigra-zione libera ed emiaraemigra-zione arruolata, particolarmente quando sotto

a l .

quest' ultima desianazione voglion comprendere soltanto e

eml-a l' '

grazioni africane, indiane e cinesi, perchè pur troppo emigrante europeo si trova soventi in condizioni analoghe. .

\.... Della emigrazione europea intende occuparsi il presente scrlttO,

il quale non terrà conto degli spostamenti di popolazione da uno ad un altro Stato europeo e delle assenze temporanee che, per cagione di lavoro, han luogo in molti Stati e segnatal~en~e il: Italia. Tanto varrebbe considerare come emigrati i mannan e l pescatori e gli artisti di teatro, e di fatto le conseguenze

(15)

4 ..A r c h iv i o di S t a tifI i c a

miche della partenza de' braccianti del· Friuli e del Cadore7

che si recano in Austria ed in Germania ogni anno, o

degli operai piemontesi e lombardi che cercan lavoro per

al-cuni mesi in Francia e nella Svizzera, non son diverse da

qu~ll~ che derivano da' viaggi de' marinari, de' pescatori e degli artistI.

E a chi lamenta queste temporanee assenze confessiamo esser desiderabile che il paese offra larghi guada ani a tutti i suoi fiali· . o o ,

ma avvertiremo pure che sembra strano si -voglia deplorare la

esportazione di lavoro nazionale, quando questo non s'incorpora

nel prodotto. È preferibik certo che si esportino prodotti anzichè servizi, perchè ai primi corrispondono consumi, che con assidua

vicenda creano altro lavoro; ma perchè non si puo aver l'ottimo,

non conviene respingere il buono.

Le emigrazioni europee debbono, alla 101' volta, dividersi in

due grandi gruppi: quelle anglo-sassoni e tedesche e quelle dei

paesi latini. Le prime sono di gran lunga più rilevanti e me-ritano uno studio particolare, per l'influenza preponderante

che hanno esercitata nella costituzione degli Stati Uniti

d'A-merica.

Fin dal sedicesimo secolo s'inizio la corrente deWemigrazione dalla Gran Bretagna. Talora favorita quale rimedio alla crisi

an-nonaria, come nel 1709, talora impedita, come accadde in virtù

degli atti del 1719, del 1750 e del 1782 (I) che proibirono la par-tenza degli operai e l'esportazione delle macchine destinate alle colo~1ie, l'emigrazione britannica ando continuamente crescendo

ritar~ata

solo durante l'epoca napoleonica, in cui l'energia

ingles~

era mteramente assorbita dalle cure della guerra. Ma, ristabilita la pace, l'emigrazione assunse nuovo e inaspettato incremento e

le statistiche ufficiali, che danno cifre alquanto inferiori al vero,

perchè teneva n conto solamente dei passeggieri trasportati

dalle navi dette di emigranti (escludendo quelle che non

imbar-(I) V. J. DUVAL, Hijloire de l'etni~ration) pago IO.

.Archivio di Statiftica 5 cavano più di due viaggiatori per 100 tonnellate di registro) CI

somministrano le seguenti indicazioni:

dal 1815 al 1819 Emigranti 97,799 » 1820 al 1829 » 2I6,II4 » 1830 al 1839 » 669,314 » 1840 al 1849 » 1,494,786 » 1850 al 1859 » 2.439,5 85 » 1860 al 1869 » 1,859,099 » 1870 » 25 6,940 » 1871 » 252.435 » 1872 » 295,213 J) 1873 » 3 10,6r 2 » 1874 » 24I,OI4 » 1875 » 173,809 Totale 8,306,720 (I).

L'Irlanda, fino a questi ultimi anni, forniva il pill largo contingente all'emigrazione, cagionato dalla troppo nota miseria di quella popolazione e dall' imprevidenza che la spinge a mol-tiplicarsi fuor di misura. Quando il censimento del 183 I rivelo, al confronto di quello eseguito dieci anni prima, un a:lmento di

967,574 abitanti, cioè del 14

°lo

,

aumento che nella provincia di

Connaught si spingeva fino al 22 o.{o, fu grande la commozione destata da un Ento che avvalorava efficacemente le teorie

malthu-siane. Il censo del 1841 paleso un nuovO accrescimento di 437,599

abitanti, cioè del 5,6

oJ

o e cosi il problema diveniva oguor

pitl formidabile. La crisi alimentaria del 1846 venne ad

aggra-vare la deplorevole condizione dell'Irlanda e i rimedi apprestati

dal Governo, mercè l'introduzione della tassa dei poveri, l'ordina-mento delle workhoufes, l'intrapresa di grandi opere pubbliche e via dicendo, si chiarirono inadeguati.

L'emigrazione fu promossa con ogni mezzo e attinse ben

presto cifre colossali. D21 1847 al 1855 emigrarono 1,662,82 7

(l) General reports of the emigration Commissioners. Tables showing thc amouut and

parti-culars of emigration [rom the United Kingdom.

(16)

.,,-6 .Archivio di Statiftica

irlandesi, cioè il quinto della p8polazione. Il numero dei poveri

delle parrocchie diminuiva di cinque sesti; da 620,147 nel 1850,

cadeva a I06,802 nel 1855 (I). La emigrazione irlandese si è ridotta poi a pitl tenue misura, e mentre in quegli anni superava di molto l't:migrazione inglese, ora invece_ è a questa inferiore. Nel 1868 emigrarono 58,268 inglesi e 64,965 irlandesi; nel 1869, 9°,4 16 inglesi e 73,·]25 irlandesi; nel 1870 I05,293 inglesi e 74, 283 irlandesi; nel 1871 102>452 inglesi e 71,067 irlandesi; nel 1872 1I8,190 inglesi e 73,763 irlandesi; nel 1873 123,343

inglesi e 83,69 2 irlandesi; infine negli anni 1874 e 1875 si ebbero rispettivamente I I 6A90 e. 84,54° inglesi e 60,49 I e 4 1,449

irlandesi emigrati.

Nondimeno, se si guarda alla relazione fi'a il numero degli

emigranti e la popolazione, gli irlandesi tengono sempre il primo posto; e dif"l!to nel I 875 emigrò 0,76 afa della popolazione i~'lan­

dese; 0,37 afa di quella inglese; 0,43 afa della scozzese. Gli emigranti della Gran Bretagna si dirigono di prefe-renza agli Stati Uniti d'America, alle colonie inglesi dell' Ame-rica del Nord ed alle colonie dell'Oceania, come si rileva dal

seguente specchio, che comprende l'emigrazione britannica dal 1815 al 1875:

Emigranti negli Stati Uniti

Id. al Canadà . 1,53 6,68 3 5,39 1,542 Id. in Australia. 1,1]2,437 Id. per altri luoghi . 226,°5 8

Nell'anno 1874 sopra 241,014 emigranti dal Regno Unito, si noverarono 113,504 maschi; 76,183 femmine; 5 1,3 27 ragazzi. Degli adulti, 3°>436 maschi, e 33 >4 72 donne avevan contratto

vil1~lo

matrimoniale; 83,068 maschi erano celibi e 42,7 1 I

fem-mine erano nubili. Si noverarono 21,625 ragazzi tra I e 12

~nni

e 20,489 fanciulle della medesima età; 4,803 maschi e 4,4 10

femmine al disotto di un anno.

(f) Cm-grJs illtenultiollal de bienJ.uStlnce di Bruxelles} session de I8S6, pago 218.

..Archivio di Statiftica 7

La tabella seguente indica le professioni a cui appartenevano

gli emigranti britannici nell'anno 1874. Maschi - Lavoratori in generale.

» Commercianti e arti liberali . 16,192 12>484 6,890 4,374 29, 68

5

» » » » Donne » » » Meccanici • . . Agricoltori. . Affittaiuoli . . . Altri . . . . Attendenti alla famiglia Filatrici. . . Domestiche. . . . Altre . . . . 33>472 19,28

7

14.5 66 8,85 8 Occorre por mente che le statistiche inglesi comprendono

:anche gli stranieri che si imbarcano in un porto britannico per

emiarare; la cifra de' quali èabb;;stanza considerevole (72,198

nel Or 873 ; 3s.,465 nel 1874; 3 r,347 nel 1875). La diminuzione

che si riscontra nell'emigrazione inglese degli ultimi anni dipende

specialmente dalle condizioni meno favorevoli che offre il mer-cato del lavoro agli Stati Uniti. Ecco difatto come si distribuì

l'emigrazione del Regno Unito nell'ultimo triennio: 1873 J874 1875 Stati Uniti ... 233,073 148,16r 1°5,046 Canadà. . . . .. 37,208 25,450 17,378 Australasia ... 26,428 53,95 8 35,525 Altri luoghi.. 13,903 13,445 15,860 Totali .•. 310,612 24 1,°14 173,809

Forse si potrebbe eziandio notare la crescente emigrazione dei fanciulli; che può esser cagion~ta, così dall' abitudine di

tra-sferire nelle colonie intere famiglie, come dalle leggi che

disci-plinano il lavoro delle fabbriche

Seaue dappresso l'emigrazione britannica e partecipa a molti de'

su~i

caratteri, quella tedesca. La razza germanica, fin da' tempi più remoti, manifestò vivissima tendenza all' emigrazione e, per tacere delle incursioni barbariche, ne troviamo traccie numerose

J

(17)

8 ..A rchivio di Statiftica.

in Polonia, nell'Ungheria e nella Transilvania. L'alta Italia possiede parecchi saggi di piccole colonie tedesche, che hanno conservato mirabilmente la lingua e i èostumi della madre patria. Le antiche correnti delle emigrazioni alemanne, contenute anch' esse dalle guerre del primo impero, ripresero vigore dopo il 18 I 5 e già

nel 1837 partivano dalla Germania 33,000 persone. N egli anni 1846 e 1847 la febbre dell' emigrazione invade i tedeschi e quasi ogni anno centomila di essi abbandonano il paese natio, finchè nel 1854 l'esodo raggiunge il suo punto culminante (250,000 emigranti).

Qui appresso son riunite per decennio le cifre dell'emigra-zione tedesca dal 1820 al 1859:

1820 a 1829 Emigranti . 49,600 1830 a 1839 id. 220,9°0 1840 a 1849 id. 661,223 1850 a 1859 id. 1,017,022 (I)

Un' accurata statistica pubblicata nel Zeitfchrift des Konigl. preuJjìfchen statiftischenbureaus (II u. III Quart. 1873), ci ap-prende che, dal 1844 al 187 I , l'emigrazione delle provincie

prus-siane sommò a 641,657 persone, delle quali )22,464 appartenevano alle sei provincie orientali, 209,347 alle due provincie occiden-tali, 1°9,846 ai paesi coPlquistati nel 1866. Devesi avvertire però che queste cifre si chiariscono molto inferiori al vero, sia se si confi'ontano con le relazioni pubblicate dai Commissari dell'immigrazione degli Stati Uniti, sia se si paragonano a quelle degli imbarchi ne' porti germanici, sia finalmente se si ragguagliano al movimento della popolazione, con calcoli opportuni rispetto all'eccesso delle nascite sulle morti ed ai risultamenti del censo. Il movimento dell' emigrazione prussiana, che è cominciato dall'Occidente, si propagò, invigorendosi, verso l'Oriente. Il che è provato dalla seguente tabella, che indica il numero degli emigrati, partiti dalle differenti provincie, in tre periodi successivi:

(I) V. J. !}uVAL, opera citata, pago $2.

..A rchivio di Statiftica 9

1844 al 18\9 1360 al 1867 . 1868 al 18; l

Provincie del Reno 77,449 (1.6 ofoo) (l) ogni anno )1,99\ (I., ofoo) l4.\10 (I ofoo)

Weslfalia 4°.946 (1.7 » ) 22.6,\ (1.7 » ) 9.99\ (1.4» ) Pomerani. 2[.76) (1.1 » ) 34.6IO (l.l • ) '9.)2l (\.l » )

Posen \.683 (o.) » ) 19.7\\ (1.6 » ) [2,684 (, . )

Prussia oriento ed occ. \.4l9 (o., » ) 10.406 (0·4 » ) l6.8)4 (1.4 » ) Osservazioni degnissime di studio contiene la statistica alh quale abbiamo attinto le notizie sovradette, rispetto al sesso, all' età e alle condizioni di famiglia degli emigranti.

Fra le 242,567 persone fornite di passaporti, che emigrarol1~ neali anni 1862-71, si nove raro no 145,572, cioè il 6o °fo, masclll e ;6,945 femmine, vale a dire il 40 °fo. Il numero dei capi di famiglia e delle persone sole .ammontò a 121,044 (50 °fo); quello dei componenti le sinaole famit:> glie fino a 14 anni a 62,848 (25,9 °fo) e quello de' componenti le famiglie sopra i 14 a11111 a 57,875 (23,9 °fo).

{ Nell'insieme degli emigranti i tre quarti erano persone adulte e di queste due terzi quasi appartenevano al sesso maschile.

Se si guarda alla professione, l'emigrazione tedesca dal 1862 al 187 I fu rappresentata da 2690 (l,I °fo) artisti e ad~e~ti all~ arti liberali; da 40,028 (16,5 °fo) persone ascritte a tutti 1 gradI

della gerarchia commerciale e industriale; da 58,83° (24,3 °fe) agricoltori; da 28,823 (II,9 °fo) servitori e braccianti; da 4,I39 (1,7 0fo) emigranti forniti d'impieghi speciali e da I08,057 (44,5 °fo) persone senza esercizio d)impiego, nelle quali naturaln~el1te sono compresi i fanciulli e le donne dedite alle cure domeStlche.

statistica tedesca ha il difetto di raccogliere sotto l'ap-pellativo generico di emigranti, anche coloro che trasferiscono il loro domicilio in paesi europei. Le cifre riportate finora per l'emigrazione dal 1862 al 187 I comprendono 83,887 persone

che si trasferirono dagli Stati prussiani in altre contrade del co n-tinente. Delle 189,653 persone che varcarono i mari: 175,264 si recarono nell' America del Nord; 7,399 nel Messico e negli stati dell' America centrale e meridionale; 3745 nell' Australia; di 3245 s'ignora il destino.

(1) Rapporto della media emigrazione annua. con la popolazione .

(18)

IO

...Archivio di Stati/tica.

Come dichiara il D. Engel, l'autore della statistica alla quale abbiamo

ac~ennato,

essa dà cifre molto inferiori alle ,-ere, Iaonde

non sarà inopportuno di citare anche quelle che ci san fornite

dallo Stato di Amburgo.

Sappiamo

(I)

che nel 1872 l'emigrazione dal porto di

Am-burgo per i paesi transatlantici

toc~ò

una cifra che prima non

aveva mai raggiunta. Vi si imbarcarono di fatto 57,621 tedeschi,

oltre a 66,937 imbarcati a Brema; in tutto 124,5 88, e, calcolando che l'emigrazione salpata dai due porti rappresenti il 75

0lo

della

totale, l'emigrazione tedesca nel 1872 sarebbe ascesa a 165,000

individui. Il seguente quadro indica quanti emigrati partissero soli

e guanti accompagnati dalla famiglia

(2):

Maschi Femmine r872

Maschi Femr{line Soli '4,608 (S9,64 °/0) 6,S68 (37,04 °/0) 23,288 (S3,46 °/0) S,SSI (28,69 0fo) Accompagnati 9,88S (40,3 6 ») Il,163 (62,96 ») 20,270 (46,S4 ») 21,997 (7 1,3 1 » )

La -emigrazione totale dei due anni sovradetti, considerata

secondo il sesso, fornisce la relazione di quattro uomini per tre donne.

Guardata rispetto alla popolazione de' differenti> stati tedeschi, l'emigrazione partita negli anni 1870 e 187I dai porti di Brema ed

Amburgo dà i seguenti rapporti:

Meklemburg-Schwerin )) Strelitz Brema. Assia. Oldenburgo . Baden Waldeck. Amburgo. W iirtem berg. Regno di Prussia.

(J) V. Statistiche des A11lburgiscben Staals, 1873. (2) Le notizi~ che seguono ri~uardano solamente Amburgo.

• 1,°4 )) 0,80 II 0,77 )) 0,73 II 0,66 II 0,5 8 II 0,5 6 )) 0,50 l) Jlrchivio di Stati/tica I I

daoali emigranti tedeschi appare qUl

ap-L'indirizzo pl:eso presso: Stati Uniti. Brasile. Australia ehill . Argentina Indie Orientali . Perù. . . . .

Altri Stati dell' America d:l Sud

. Centrale e MessIco. Amenca Africa. Canadà. 1871 93,18 % 3,°4 2,7° 0,33 0,20 0,12 0,12 0,11 0,°7 0,06 0,°3 » II )) )l II )l )l )l )l II 1872 91,99 % 5,33 » 2,°3 » 0,10 II 0,27 II 0,°5 II 0,°4 )l 0,1 I )) 0,°5 » 0,00 )l 0,01 II II 0,02 0,°4 )l

Asia. . distingue ancora gli emigranti .in

La statistica Amburghese !li da 15 'a 60 anl1l e

' . l e abbraCCia que

due gruppi: produttiVO, c l . f: . 11" ed i vecchi. A tale stregua

h rende I anclU I

improduttivo, c e comp . . detti si divide così:

. nei due anl1l pr e

l'emigrazIOne

Improduttivi

al Maschi Femmine

Maschi Femmine Tat e 26,07 ofo 71,20oJo

Totale 28,29 °10 1,}8 » ,r 26,97 0fo lS,61 ofo Sotto l) anni 141S3 °jO 1,24 Il 1/S6 Il

t

Sopra 60 Il 1,17 II l,S6" 1,40 II l"" JI II 32,76 Il 29,67 Il " Totale .. l 28 S")l 2i,01» l ' '-/0,)) .. S,80 » , ) 72 99 l) 72,69 li 67,24 II 420» 71,47. , •• 1

r'l-Produttivi . • • .. • . .. .• 7 '. • bbiamo le seguenti nOtlZle, c le

. lle profeSSlOl1l a l 8

Rispetto a . ' . cl Amburgo ne I 72. l· . aranti partltl a guardano g I emlo ' . N

°

198 (3 6,79% ) . U' ncoltura. . 21, ) Appartenentt a ag . II 9 I I 5 (15,820[0 all' industna . , ( or) II . 2,405 4,17 )0 ai commercIO. )l ,( ) II II 9,669 (16,78°)0 Operai. II 1,770 ( 3,070/0) Altre professioni. )l 13,464 (23,370/0)

Senza impiego nel 1874, gli

1874, ma particolarmente

Negli anni 1873 c

(19)

t{""--~~--12 ..Arcbivio di Statiftica im barchi di emIgranti tedeschi ad Amb' . d" .

guente specchio ne indica '1 urgo Imll1urrono. Il se-I numero e la destinazione (I).

1873 .1874

Per gli Stati Uniti. Canadà . America Centrale e Indie Orientali. Brasile. Argentina. PerÌ! Chili. Messico

Altri Stati d Il' A e merica merid.

45,79 1 4 13 12 3,85 I 23 2 47 92 4 6 9 4 15 79 967 165 57 II5 74 33 5 Asia. Africa. Australia. 1,33 I '900 . Totale . . . ~ I 2

Il Rezchsanzeiger-del 4 febb" 8 6

~

,43 24,093 ( 2). gli emigranti imbarcati ' [alO.

I?

Cl apprende da ultimo che d Ul'ante l anno ' I " n e 875

~

. tre.portl dI AmburbO, a B· rema e Stettll10 .

, urono 56 289 E si b d' l . ' mero vanno confusi anch l " " . a I c le 111 questo nu-fÌ gurano nelle cifre delle t ' e g . I eI11l. l b aranti non ted eSC)1, C le non l' l

È notevo e la rapl'da d" l s atlstlC le amburghesi riprodotte d . a noI. .

, , UU111UZlOne d Il' . .

sopra tutto durante l .... d ' e emlgrazwne tedesca

. , a C11S1 111 ustnale che infÌe'" '

ma VI e ragione di d b' 11sce 111 quel paese'

u rrare che le cifre (6" '

al vero, o che i tede l' bb' l ente SIano inferiori

, sc 11 a lan scelto alt·' . d"

perche, come vedremo' ' 11 portI uubarco'

l, anno 1875 i do appiesso solo ne' . . . . . . ' . pllml seI mesi del-'

. '" cumentl amencam segnaI . l' .. ' .

Dmtl dI oltre a '1 . . ano aIllvO agIr Stati

47 1111 a emigrantI germanici (3).

(I) V. Statistiche llcs Amburgisc/ult Slaals S

(2) Una statistica pubblicata dall'Al l 7S·

quelle ulli" Zla li . di Amburcro valuta 1" bmanacco dI Gotha del ' I 8 7 , 6 c le l non concorda P' Ò

6 2 o , 1m arco di emigranti B l:r c<tn

3,41-3°,633, per i tre anni 1872 8 a rema con le cifre scauenti· 80 8

( ) R ' l 73 e 1874. " . ,4

1 -3 oscher nell'opera Kol . K

d I ' omen, olonial poliJ 'k dA f

ve eva a diminuzione dell'emigrazione l ' ' ',tm u wmuJ,enmg, pubblicata nel 18S6

f . SUOI pronost . . '

pre-ma urono smentiti per le altre co t d n fa e europee. ICI SI avverarono solo L1 rarte per l'Al . emagna,

..Archivio di Statifti::a

Nel computo della emigrazione tedesca converrebbe forse comprendere quella svizzera, imperocchè tra le tre schiatte della Confederazione la germanica somministri più numerosi e pill

valenti emigranti, e siano giustamente additate ad esempio le case

di commercio che l'Elvezia ha diffuso con tanto frutto ne'paesi più lontani e le colonie agrarie fondate in America. Un quadro, pubblicato dall' uffizio federale di statistica, che raccoglie i dati forniti aa 20 Cantoni (mancano quelli di Uri, Friburgo, Soletta,

Vaud e Ginevra) ci informa che l'emigrazione dal 1868 al 1873

. monto a 27,282 persone, di cui 15,007 maschi e 60 94 femmine e 6 I 8 I individui dei due sessi, che non av:::vano raggiunta l'età di 16 anni. Degli emigranti 25,77 8 erano diretti all' America, 448 all' Australia, 73 all' Asia, 772 all' Africa; il resto non aveva in-dirizzo certo o noto. Nell' anno 1874 partirono 1351 maschi,

de' quali 406 ammosliati e 945 celibi o vedovi; 661 femmine

(29 1 maritate, 370 nubili o vedove) e 660 giovinetti e ragazze al disotto di 16 anni. Il totale degli emigranti ascese a 2672 e

fu quindi

not~volmente

inferiore alla media del sessennio pre-cedente (4547). Di questi emigranti 1651 si indirizzarono

al-l'America del Nord, 82 all' America Centrale, 79 6 a quella del

Sud, 49 all' Australia, 7 all' Asia, 58 all' Africa. Di 49 non erano

conosciuti gli intendimenti.

Ci t·esterebbe da parlare dell' emigrazione scandinava che

anch'essa ha con quella

~edesca

molti punti d'analogia e di

ri-.scontro. La popolazione d'origine danese, svedese o norvega, che

risiede agli Stati Uniti, è valutata a quasi 300 mila persone ed

anche l'Australia è meta a molti emigranti scandinavi. Nel 187 I

gli emigranti partiti mercè le agenzie di Copcnhaghen furono

{)4 22, di cu.i 3339 uomini, 1649 donne e 1434 ragazzi. Di essi,

549 2 si dirigevano agli Stati Uniti, 19 al Canada, 15 6 al Brasile,

755 verso l'Australia

(I).

Secondo l'almanacco di Gotha (1876)

(1) JourIIal de la Sociili de Statistiq"e de Paris, dicembre ,87>, L'almanacco di Gotha dci ,876 fornisce, sull'emigrazione danese, indicazioni diverse. Eccole: emigr:izione del 1868, 76S; del 1869 43S9; del 1870, 3S 2S; del 1871, )?06; del 1872,6893; del 18730 7200 ; del 1874, )322.

Riferimenti

Documenti correlati

[r]

per

[r]

Figura 1: Le soluzioni dell’esercizio

a) L’integranda ` e continua ed ha segno costante in [0, +∞), per cui la convergenza pu` o essere studiata mediante il criterio del confronto asintotico... esprimendole prima in

Determinarne la parte pari e la parte dispari e scriverne le serie di Fourier in forma trigonometrica (si possono usare le serie di

[r]

Tutte le volte che Ninna giocava in questo modo era un portento, scattava agile e felice come tutti gli altri suoi amici, ma non era lo stesso accettata dai compagni perché il