INCLUSIONE –ACCOGLIENZA
L’attenzione alla persona fin dal suo ingresso nella scuola dell’infanzia è curato da tutti gli operatori. I primi momenti di inizio delle classi prime è momento di particolare considerazione.
Alcune aree dell’inclusione-accoglienza vengono seguite inoltre con specifici percorsi per una piena inte(G)razione degli studenti e delle loro famiglie.
1. CITTADINANZA STRANIERA.
L’istituto ha aderito da alcuni anni al PROGETTO PER AREA A FORTE FLUSSO MIGRATORIO per ottenere fondi ministeriali specifici.
Allegato 6- Progetto per zona a forte flusso migratorio 2012-13
Progetto Accoglienza alunni non italiani è rivolto agli insegnanti e al personale della scuola al fine di provvedere in modo adeguato all’inserimento degli alunni non italiani nei tre ordini di scuole.
Negli ultimi anni anche l’Istituto Comprensivo di Poppi è stato interessato da un notevole incremento di alunni non italiani di recente immigrazione. Si registra la presenza di numerosi alunni, eterogenei sia per nazionalità, sia per conoscenza della lingua italiana, i quali presentano problematiche differenti:
totale non conoscenza della lingua italiana
conoscenza della L2 frammentaria e legata alle necessità della vita quotidiana
limitate competenze lessicali, grammaticali e sintattiche
difficoltà nello studio delle varie discipline
difficoltà nell’inserimento e nell’integrazione
Considerata la situazione concreta di ogni singolo alunno, l’Istituto realizza iniziative atte a:
garantire un’accoglienza adeguata in termini di tempi ed interventi specifici
sviluppare l’acquisizione della lingua italiana come L2 per comunicare (ITALBASE)
sviluppare l’acquisizione della lingua italiana come L2 per lo studio (ITALSTUDIO)
promuovere attività volte a favorire l’integrazione e l’educazione interculturale Struttura del progetto:
Docenti responsabili: la funzione strumentale ed i docenti della commissione intercultura ed integrazione
Docenti coinvolti: tutti i docenti dell’ Istituto Comprensivo
Personale coinvolto: personale di segreteria e collaboratori scolastici
destinatari: gli alunni non italiani e le loro famiglie, i docenti ed i compagni delle classi di inserimento
Aree d’intervento 1- Accoglienza
- raccogliere informazione e dati sugli alunni e sulla loro storia scolastica
- creare contatti con le famiglie ricorrendo, se necessario, all’aiuto di mediatori culturali e di traduttori (altri genitori non italiani presenti nella scuola, connazionali...)
- individuare i bisogni specifici di apprendimento
- realizzare attività di accoglienza, per ridurre l’ansia, la diffidenza, la distanza
- acquisire materiali, risorse e testi pressi centri di documentazione e attraverso contatti con altre
scuole
2- Alfabetizzazione linguistica
Organizzare esperienze linguistiche e coordinare progetti specifici per l’apprendimento della lingua italiana a vari livelli, con particolare attenzione:
1) al linguaggio orale, al fine di:
– migliorare l’uso della lingua parlata per le esigenze della comunicazione quotidiana – arricchire il vocabolario di base dei singoli alunni
2) al linguaggio scritto, al fine di:
- favorire il consolidamento del nuovo lessico di volta in volta acquisito - intervenire nel recupero delle difficoltà scolastiche
3) alla lingua nello studio:
- realizzare interventi per la facilitazione degli apprendimenti - utilizzare materiale semplificato e facilitato
- predisporre attività di recupero o di rinforzo dell’apprendimento, sia a livello individuale sia in piccoli gruppi
Obiettivi:
- facilitare l’inserimento e l’integrazione - acquisire una discreta autonomia linguistica
- agevolare l’apprendimento dei linguaggi specifici delle varie discipline
- favorire la crescita globale degli alunni non italiani, dal punto di vista cognitivo, sociale ed affettivo
Il nostro Istituto dispone di un PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA, qui di seguito riportato, da mettere in atto all’arrivo di nuovi alunni non italiani.
Il protocollo di accoglienza:
contiene criteri, principi e indicazioni riguardanti l’iscrizione e l’inserimento degli alunni immigrati;
definisce compiti e ruoli degli operatori scolastici;
traccia le diverse possibili fasi dell’accoglienza e delle attività di facilitazione per l’apprendimento della lingua italiana.
Si propone di:
- definire pratiche condivise all’interno delle scuole in tema di accoglienza degli alunni figli di immigrati
- tracciare le fasi dell’accoglienza a scuola.
Il protocollo è uno strumento aperto, che viene integrato e rivisto in base alle esperienze, alle riflessioni sulle esperienze, alla situazione del contesto. Per renderlo attuabile e per monitorare i risultati è stata costituita una Commissione intercultura con il compito di esprimere indicazioni che hanno carattere consultivo, gestionale e progettuale relativamente al progetto di accoglienza praticato, all’educazione interculturale di tutti gli allievi, al raccordo tra scuola, famiglia e territorio.
Nel protocollo d’accoglienza possiamo individuare fondamentalmente quattro fasi:
• amministrativo-burocratica (iscrizione)
• comunicativo-relazionale (conoscenza)
• educativo-didattica (assegnazione alla classe, accoglienza, educazione interculturale, insegnamento dell’italiano come lingua2)
• sociale (rapporti con il territorio)
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZAALUNNI/FAMIGLIESTRANIERE
COSA CHI QUANDO
MATERIALI E STRUMENTI
Accoglienza della famiglia all’atto
di ingresso nella scuola ATA-Collaboratori scolastici Prima visita per informazioni
o/e iscrizione Cartelli bilingue
Accoglienza e offerta di informazioni sulla scuola, i documenti da presentare, i tempi dell’inserimento dello studente.
ATA-personale di segreteria DS
Prima visita per informazioni o/e iscrizione
Documentazione bilingue sulla scuola, POF, etc…
Colloquio
Documentazione per iscrizione
Approfondimento della conoscenza dell’alunno:
rilevazione della situazione di partenza dell’ alunno tramite test d’ingresso (cognitivo, linguistico in L1, matematico, grafico, etc..);
presentazione di
organizzazione e regole della scuola e dell’ambiente scolastico.
Docente FS/membro Unità Organizzativa dell’
Integrazione e docente della classe di primo inserimento (eventualmente affiancato dal mediatore linguistico- culturale).
Una o più giornate nell’arco della prima settimana.
Prove d’ingresso Colloquio con alunno Colloquio con famiglia Mediatore linguistico-culturale
Assegnazione dell'alunno/a alla classe di inserimento
DS Docente FS UO
docenti di classe
Immediatamente dopo la valutazione delle prove d’ingresso ( possibilmente entro la seconda settimana).
Comunicazione alla segreteria, ai
docenti, alla
famiglia,all’alunno/a.
Accoglienza dell'alunno/a nella
classe Classe d'accoglienza. Il primo giorno di frequenza
dell'alunno/a
Giochi di conoscenza Conversazioni
Materiali bilingue Tutoring dei compagni Scaffale Multiculturale
Istituzione di corsi interni di Italiano L2 individuali/piccolo gruppo (in caso di più studenti neoarrivati) per la fase Italiano L2 per comunicare
Docenti
(con preferenza, nell’ordine, per quelli di classe, del plesso, dell’I.C.).
Nelle settimane successive all’ingresso del bambino, anche nel corso dell’anno scolastico
Programmazione
Materiale specifico di alfabetizzazione in italiano L2 Scaffale Multiculturale
Istituzione di corsi di Italiano per studenti neo arrivati ad opera di personale esterno al fine di prestare soccorso linguistico durante la fase Italiano L2 per comunicare(periodo che riguarda circa i primi due anni di inserimento)
Facilitatori linguistici esterni
Nelle settimane successive all’ingresso del bambino, anche nel corso dell’anno scolastico.
Durante il mese di settembre di ciascun anno, in rete con gli altri istituti del territorio
Materiale per l’alfabetizzazione in italiano L2
Raccolta dati presenza alunni/e
stranieri e loro analisi FS e Unità Operativa per Inte(G)razione
A distanza di tre mesi
dall’arrivo dell’alunno Scheda predisposta
In progress, monitoraggio e modulazione interventi
La FS, la Commissione, gli insegnanti delle classi interessate.
L’intero anno/percorso scolastico.
Incontri di équipe
Attenzione alla fase di Italiano
L2 per lo studio Docenti disciplinari
Periodo che riguarda circa i cinque anni successivi al primo inserimento (ovvero la fase italiano L2 per comunicare)
Testi facilitati
Testi disciplinari semplificati Siti web specifici (Centro Come…)
2. ADOZIONE.
Una problematica che sembra interessare ultimamente con maggiore incidenza il nostro istituto (soprattutto nella Scuola dell’infanzia e nella Primaria) è l’inserimento di minori adottati, spesso provenienti da paesi extracomunitari (principalmente Ucraina, Bielorussia, Etiopia, Colombia …) Considerando l’aumento delle adozioni è facile prevedere che prima o poi ogni docente possa incontrarsi con questa realtà che comporta specifici bisogni educativi, soprattutto in fase di accoglienza; nasce quindi l’esigenza di avere a disposizione nuovi strumenti operativi tali da assicurare al bambino, alla famiglia e alla scuola i supporti necessari per un progetto condiviso.
Gli insegnanti, desiderosi di affrontare con sensibilità ed efficacia le situazioni più complesse, sono spesso sprovvisti di informazioni chiare e di strumenti adeguati per fronteggiare i problemi relazionali, comportamentali e le difficoltà di apprendimento.
Da queste considerazioni è nata l’idea di individuare delle buone prassi utili per l’inserimento scolastico del bambino adottato.
Il protocollo propone riflessioni, proposte educative e didattiche sulle caratteristiche dell’esperienza scolastica di questi bambini per costruire un clima favorevole all’accoglienza e all’incontro, promuovendo un atteggiamento positivo, di disponibilità all’ascolto dei bisogni e di collaborazione costante, per individuare buone pratiche comuni.
I bambini adottati sono sicuramente portatori di bisogni educativi speciali.
Nella loro vita hanno conosciuto una doppia esperienza di perdita: l’abbandono da parte dei genitori biologici e lo sradicamento dal proprio ambiente di vita originario.
Il bambino adottato in ambito internazionale NON è un bambino straniero tout court, anche se a volte parla un’altra lingua, proviene da un altro paese e spesso è somaticamente diverso. È un bambino che “emigra da solo” e che non sempre trova il gruppo di accoglienza in grado di conoscere le sue specificità evolutive e individuali, mentre quello immigrato, generalmente arriva in Italia con tutta o parte della sua famiglia. Questo bambino deve adattarsi completamente alla nuova realtà sociale, ivi compresa la lingua, mentre quello immigrato mantiene i legami di tradizione, cultura,religione con la propria etnia anche in Italia.
Tutte queste differenze implicano comportamenti, strategie educative e didattiche diversificate.
Recependo le indicazioni del DDG n2/I – 8 giugno 2012, intendiamo assicurare l’accoglienza scolastica e la piena integrazione socio-culturale di questi studenti, attraverso l’attivazione di buone pratiche standardizzate per mezzo di “protocolli”.
Per garantire una buona accoglienza l’istituto si propone di:
- Ascoltare la famiglia- Accogliere un bambino adottivo a scuola vuol dire prima di tutto saper accogliere la sua famiglia attraverso un ascolto attento, in quanto i genitori sono osservatori privilegiati, fin da subito, delle fragilità, ma anche nelle potenziali risorse del bambino.
- Sostenere la famiglia- Si tratta di sostenere i genitori in quelle che possono essere anche le loro preoccupazioni. Vuol dire, per esempio, studiare insieme quale sia la classe migliore in cui inserire il bambino, tenendo bene a mente che la prestazione cognitiva non è il solo risultato al quale tendere.
- Guardare i bambini- Porre attenzione mediante l’osservazione constante e continua alla loro condizione fisica, emotiva, cognitiva senza darla mai per scontata né facendosi condizionare da stereotipi sociali.
- Valorizzare i bambini- Porre massima attenzione alle loro abilità, anche quando sono poco scolarizzati a causa delle esperienze pregresse, vissute così da creare situazioni positive e di successo. Sarebbe opportuno che l’insegnante fosse accogliente e rispettoso del suo percorso, offrendo al bambino un’immagine positiva di se stesso.
- Essere flessibili- Effettuare scelte formative utilizzando tutti gli strumenti che l’autonomia scolastica mette a disposizione (es. scelta della classe di inserimento non corrispondente all’età anagrafica, riduzione temporanea del tempo scuola, se necessario…).
- Saper scegliere la classe per l’inserimento: premesso che il bambino adottato che arriva nella nuova famiglia necessita di un tempo per conoscere ed esplorare il nuovo ambiente e soprattutto per strutturare un legame psico-affettivo con i nuovi genitori è bene che l’inserimento a scuola avvenga in un momento in cui il bambino è in grado di tollerare la separazione da loro, in modo graduale e progressivo, fermo restando l’obbligo dell’iscrizione a scuola al momento dell’arrivo in Italia.
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZAALUNNI ADOTTATI
(generalmente stranieri, ma anche di nazionalità italiana, con specifiche problematiche)
COSA CHI QUANDO
MATERIALI E STRUMENTI
Accoglienza e offerta di informazioni sulla scuola, i documenti da presentare, la progettazione specifica
ATA-personale di segreteria DS
FS
Prima visita per informazioni o/e iscrizione
Colloquio
Documentazione per iscrizione
Conoscenza della storia dell’alunno, contatti con la famiglia, inserimento nella classe
DS
Docente/i di classe
Prime settimane di accoglienza
Osservazione del bambino Colloqui con la famiglia
Progettazione specifica che coinvolga il gruppo classe nella fase di accoglienza
Docente/i della classe
Alunni Anno scolastico Tutoring
Attività ludico/didattiche
Incontri multidisciplinari
DS Docenti Genitori FS Psicologo Assistente sociale
Quadrimestrali Valutazione dell’alunno
Le azioni descritte vanno ad integrarsi al Protocollo di accoglienza di alunni e famiglie con cittadinanza straniera nel caso di
adozione internazionale.