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La frattura creata dalla SS.Aurelia, per la sua morfologia extraurbana e per il traffico che è costretta a sopportare;

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(1)

lasciava libero uno spazio verde lungo il filamento edificato di via delle Lenze.

Particolare attenzione era rivolta agli edifici storici di Barbaricina ed a tutto il sistema rurale esistente lungo via delle Lenze che arriva a penetrare fin nel parco, mantenendo liberi i coni visivi verso la campagna e riproponendo, nell’attuazione del piano d’insieme della zona ippica, quegli elementi naturali rispettosi del sistema irriguo tipici delle vecchie scuderie di Barbaricina.

Il Piano Strutturale

Il Regolamento Urbanistico di Pisa nasce da un lavoro interdisciplinare diviso in due distinte fasi: dal 199al 1998 e dal 1999 al 2000. questo si è svolto in continuità temporale e di indirizzi con il Piano Strutturale, di cui traduce in scelte operative la maggior parte delle indicazioni strategiche e locali, riferendosi in particolar modo alle schede UTOE (Unità Territoriali Organiche Elementari) in cui è stato suddiviso il sistema insediativi. Nello specifico per la zona di Barbaricina (UTOE 18,19 e 20) il Piano Strutturale individua caratteristiche di separazione dal corpo urbano principale dovute a :

La frattura creata dalla SS.Aurelia, per la sua morfologia extraurbana e per il traffico che è costretta a sopportare;

Lo sviluppo del nucleo insediativo pre-urbano, legato all’agricoltura ed alla secolare tradizione ippica;

Gli sviluppi residenziali del dopo guerra per lo più sotto forma di

(2)

hanno dato caratteri paesaggistici a questa zona di interesse riconosciuto anche formalmente (decreto ai sensi della L.1497/39), più recentemente confermati e rimarcati (Del.C.R.T.296/88).

In parallelo si ha un incremento di una domanda residenziale di qualità, ovvero una crescente considerazione del valore di quest’area in termini di abitabilità.

Per questo le scelte del Piano Strutturale, poi recepite dal Regolamento Urbanistico sono:

1. di conservazione ed implementazione delle qualità ambientali presenti, ovvero dei caratteri paesaggistici, legati alla storia dei percorsi fluviali, ai ricchi patrimoni vegetazionali ed architettonici delle scuderie storiche, più che alla qualità del non molto qualificante del tessuto insediativi individuale;

2. di valorizzazione dell’attività più redditizia ed autentica della zona: l’ippica che si lega alle attrezzature di San Rossore, alla qualità dei terreni, e costituisce una cera e propria risorsa culturale del luogo;

3. di un completamento organizzato del sistema insediativi, abitativo e di servizio, dove questo mostra evidenti segni di non conclusione o punti critici.

Previsioni del Regolamento Urbanistico

Principi Operativi

In base alle indicazioni date dal Piano Strutturale, il

Regolamento Urbanistico affronta la disciplina territoriale,

distinguendo principalmente fra territorio extraurbano ed urbano.

(3)

Il territorio extraurbano è a tutt’oggi sostanzialmente di destinazione agricola, con specifiche legato da una parte alla presenza di condizioni di particolare interesse paesaggistico, e dall’altra alla contiguità con il sistema insediativi urbano. A questa situazione viene ricondotta la zona ippica, considerata area per allevamento e ricettività di cavalli da corsa, in diretta relazione con il sistema agricolo e con la limitrofa area di San Rossore, interna al Parco Naturale.

Il criterio guida del piano è quello di favorire la conservazione delle qualità insediative presenti, in primis la storicità che identifica i luoghi stessi, e secondariamente produrre nuove strutture insediative di qualità laddove ve ne sia carenza. Quindi per indirizzare la formazione dei piani attuativi della aree di trasformazione, il Regolamento Urbanistico contiene una serie di schede norma di indirizzo, che contengono obbiettivi fisici funzionali, gli elementi di dimensionamento, le condizioni di tipo ambientale.

Analizzando nello specifico le previsioni per la Zona Ippica del Regolamento Urbanistico si individuano interventi di recupero e di nuove realizzazioni; il completamento del Villaggio Saint Gobain in termini di servizi e di residenze. Per il completamento del fronte est (su fosso Tedaldo) si definisce un’apposita scheda norma per un’area di trasformazione a contenuto residenziale pubblico (PEEP) comprensiva della realizzazione di una piazza pubblica; sul fronte opposto si prevede il completamento delle attrezzature parrocchiali e la realizzazione di un insediamento residenziale privato.

Lungo la via delle Lenze, bloccata nel suo caotico sviluppo

(4)

Aree di Trasformazione:

18.1 Area Residenziale in via Caduti del Lavoro;

18.2 Area PEEP in via Caduti del Lavoro;

18.3 Area via R. Galletti;

18.4 Area viale delle Cascine;

19.1 Ex scuderia Oroblù 19.2 Area via delle Lenze.

Scheda 18.1 Barbaricina-via Caduti del Lavoro 1

L’area oggetto dell’intervento è una porzione di una più vasta attualmente inutilizzata posta lungo la via dei Caduti del Lavoro che va a completare un comparto edificato con edilizia residenziale costituita in maggior parte da villette a schiera.

OBBIETTIVI QUALITATIVI DELL’INTERVENTO

Propositi dell’intervento sono la realizzazione di un complesso edilizio destinato a residenza con tipologia a schiera e bifamiliare e ad un edificio di testata. L’area viene attraversata da un percorso a verde pubblico che la collega a via Caduti del Lavoro con la strada prevista dal P.R.G. adiacente il verde lungo l’Aurelia.

Scheda 18.2 Barbaricina - Via Caduti del lavoro 2

L'intervento interessa l'area inedificata della zona di Barbaricina

delimitata ad est dal fosso Tedaldo e ad ovest dalla via Caduti del

Lavoro., la via che attraversa tutto il quartiere di Barbaricina dal V.le

delle Cascine fino alla via A Pisano.

(5)

L'ambito esaminato risente di una situazione di margine urbano non ancora definito e

incompiuto come disegno morfologico.

Gli insediamenti presenti si caratterizzano in particolare per la loro bassa densità e

distribuzione in un ambito fortemente connotato da presenza di verde e di elementi

naturali.

OBBIETTIVI QUALITATIVI DELL’INTERVENTO

Obiettivo principale dell'intervento è quello di ricucire e completare le due parti costituenti l'insediamento residenziale posto ad est del fosso Tedaldo. A tal fine dovrà essere adottato un modello morfologico congruente con il contesto mirando ad un completamento dell'edificato secondo criteri che prevedano l'introduzione di basse densità edilizie. La disposizione planimetrica dovrà prevedere contestualmente agli edifici la realizzazione di una area a verde (piazza -verde) - in posizione di cerniera tra gli isolati residenziali confinanti - che assuma le caratteristiche di uno spazio socialmente aggregante, capace di offrire spazi ricreativi e di sosta fruibili a livello di quartiere, conservando visuali aperte e coni visivi nei confronti delle aree agricole poste ad ovest del fosso Tedaldo. L'area attualmente occupata dal depuratore dovrà essere destinata a verde pubblico attrezzato in continuità con l'area sottostante.

Il 50% delle previsioni residenziali è riservato ad edilizia residenziale

(6)

Scheda 18.3 Via Ranieri Galletti

Area interna, racchiusa su tutti i lati da palazzine residenziali costruite prevalentemente nel periodo che va dagli anni sessanta agli anni settanta. All'area si accede da sud dalla via Visconti tramite viabilità di servizio all'insediamento residenziale e da nord tramite la via, a fondo chiuso, Ranieri Galletti.

OBBIETTIVI QUALITATIVI DELL’INTERVENTO

La riqualificazione di questa area interna dell'isolato fortemente connotato dalla presenza di edifici residenziali. Offrire una risposta alla richiesta di case singole o binate, chiudere e completare la maglia viaria, dotare la zona di un'ampia area a verde pubblico e di parcheggi pubblici.

Scheda 18.4 Viale delle Cascine

L'area, prospiciente il viale delle Cascine, rimane compresa tra la zona marginale delle scuderie di via del Capannone (lato destro) e l'insediamento residenziale di più recente formazione di Barbaricina (lottizzazione degli anni settanta).

OBBIETTIVI QUALITATIVI DELL’INTERVENTO

Completamento residenziale del tessuto esistente e creazione di un'area pubblica non edificata, parcheggio e verde sportivo, che faccia da filtro tra l'insediamento residenziale e la zona ippica.

L’intervento dovrà essere attuato tramite specifico P.A. convenzionato

e non potrà essere ripartito in più unità minime di intervento; la

(7)

realizzazione degli interventi edilizi dovrà essere contestuale a quella delle opere pubbliche previste.

Scheda 19.2 Barbaricina - ex scuderia "Oro blu"

L’area oggetto dell'intervento si attesta sul filamento stradale di via delle Lenze. Il complesso in origine centro di allevamento ed allenamento di cavalli da corsa abbandonato nel 1972 è in precarie condizioni di conservazione. La superficie dell'intera proprietà risulta occupata da 10 fabbricati che hanno mantenuto la tipografia originaria che li vedeva destinati a residenza per il personale occupato nella scuderia, a stalle, a fienili, a deposito per attrezzi. Oltre alla zona dove sono concentrati i fabbricati esiste una vasta area originariamente destinata a galoppatoio. Il complesso è inserito in zone verdi ricche di alberature.

OBBIETTIVI QUALITATIVI DELL’INTERVENTO

L’intervento si propone la riqualificazione dell'area sia dal

punto di vista fisico che funzionale dando alla stessa, nell'ambito del

recupero e della ricomposizione degli edifici, la vocazione

residenziale corrispondente a quella in atto lungo tutta la via delle

Lenze. Si propone altresì di scorporare dalla utilizzazione

residenziale l'area dell'ex galoppatoio da utilizzare a verde di uso

pubblico di tipo sportivo e ricreativo tale da svolgere sul filamento

urbano, che dal centro di Barbaricina lungo via delle Lenze giunge

(8)

Scheda 19.2 Via delle Lenze

L’area oggetto dell'intervento è un vuoto urbano di forma rettangolare, interno all’insediamento residenziale di via delle Lenze, lato nord;

l'area rimane racchiusa sui lati nord e sud da palazzine costruite prevalentemente nella fase attuativa del PRG del ‘70, e sui due lati minori, est ed ovest, confina con due traverse interne della via delle Lenze sorte a servizio delle abitazioni presenti.

OBBIETTIVI QUALITATIVI DELL’INTERVENTO

Completare l'insediamento residenziale e la maglia viaria a servizio della residenza, dotare la zona di verde pubblico.

Ù

(9)

LE NORME

Nella progettazione del Centro di Riabilitazione Equestre del Comune di Pisa sarà necessario tenere presente le indicazioni contenute nelle seguenti norme:

D.P.R. 1 DICEMBRE 1956, n. 1688

L. 5.8.1975 n. 412 "Norme sull'edilizia scolastica e piano d'intervento"

L. 2.10.1997 n. 340 "Norme in materia di organizzazione scolastica e di edilizia scolastica"

D.M. 21.3.197 "Norme tecniche relative all'edilizia scolastica,ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica,

edilizia e urbanistica, da osservarsi nell'esecuzione di edilizia scolastica"

D.M. 26.8.1992 "Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica"

D.M. 18.12.1975 "Norme tecniche aggiornate relative all'edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di

funzionalità didattica, edilizia e urbanistica, da

osservarsi nell'esecuzione di opere di edilizia

scolastica"

(10)

D.M. - Ministero dei Lavori Pubblici 14 GIUGN0 1989 n. 236

Circ. 30.04.1966 n.1769 "Criteri di valutazione e collaudo dei requisiti acustici nelle costruzioni edilizie"

DPCM 1.3.1991 "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno"

L. 26.10.1995 n.447 "Legge quadro sull'inquinamento acustico"

DPCM 5.12.1997 n. 297 "Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici"

Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici 19.6.1968 n. 4809

"Norme per assicurare l'utilizzazione degli edifici sociali da parte dei minorati fisici"

L. 9.1.1989 n.13 "Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati"

Gazzetta Ufficiale Sede Generale 26.1.1989 n. 21

D.M. dei 14 giugno 1989 n. 236 (aggiornamento della legge del 9

gennaio 1989 n. 13: "Disposizioni per favorire il superamento delle

barriere architettoniche negli edifici privati) Prescrizioni tecniche

necessarie a garantire l'accessibilità, degli edifici privati e di edilizia

(11)

residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell'eliminazione delle barriere architettoniche.

Decreto del Presidente della Repubblica del 24 luglio 1996, n. 503

"Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere

architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici" G.U. n. 160 del 27

settembre 1996

(12)

Classi di Esigenza

Nelle norme UNI 8289 vengono trattate le Classi di Esigenza, viste come esplicitazione dei bisogni dell’utenza finale, tenendo conto dei vincoli che l’ambiente naturale pone al costruito.

Per individuare le classi di esigenza ci riferiamo ai bisogni da soddisfare rispetto sia all’ambiente che ad un punto di vista culturale ed economico.

Secondo la norma UNI 8289 sono individuabili 7 classi di esigenza:

1. Sicurezza: “insieme delle condizioni relative all’incolumità degli utenti, nonché

alla difesa e prevenzione di danni in dipendenza da fattori accidentali,

nell’esercizio del sistema edilizio”;

2. Benessere: "insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio

adeguati alla vita, alla salute edallo svolgimento delle attività degli utenti ";

3. Fruibilità: " insieme delle condizioni relative a stati del sistema edilizio ad

essere adeguatamente usato dagli utenti nello svolgimento delle attività" ;

4. Aspetto: "insieme delle condizioni relative alla fruizione percettiva del sistema

edilizio da parte degli utenti";

(13)

5. Gestione : " insieme delle condizioni relative all'economia di esercizio del sistema

edilizio ";

6. Integrabilità: " insieme delle condizioni relative all'attitudine delle unità e degli

elementi del sistema edilizio a connettersi funzionalmente tra di loro ";

7. Salvaguardia: " insieme delle condizioni relative al mantenimento e miglioramento degli stati dei sovrasistemi di cui il sistema edilizio fa parte ".

Per ogni Classe di Esigenza possiamo individuare delle esigenze specifiche che entrano più nel dettaglio dell'edificio in esame ed attraverso la loro soddisfazione ed il loro controllo, possiamo operare le modifiche necessarie per una migliore ottimizzazione dell'opera.

Sicurezza: l'edificio per essere sicuro e garantire l'incolumità dei fruitori dovrà assicurare :

Sicurezza da agenti atmosferici e naturali ;

Sicurezza statica ;

Sicurezza in caso di incendio;

Sicurezza nel normale utilizzo degli impianti ;

Sicurezza dei materiali ;

Sicurezza antifurto e antintrusione .

(14)

Benessere: questa è una dell'esigenze che è più facile riscontrare nella soddisfazione dei fruitori e perciò merita una particolare attenzione , il benessere può essere :

termoigrometrico (si opera sulla temperatura, umidità relativa 50-60%, velocità aria < 0,5 m/s);

acustico (utilizzando accorgimenti e materiali al fine di abbattere il livello sonoro , portando l'isolamento acustico a 5060 db e tempo di riverbero ottimale > 0.16 V / ESa);

visivo (definire gli spazi, sfruttare la luce naturale e evitare gli abbagliamenti) ;

luminoso (si interviene progettando un impianto di illuminazione adatto al tipo di locale presentando valori tra 300 e 1000/1500 lux);

igienico-olfattivo (ricambi d'aria costanti con 15/20 m

3

/h persona).

Accessibilità e fruibilità: l'ottenimento di questa esigenza si deve basare sul principio di realizzare ambienti che permettano , integrazione ,comodità d'uso e manovra in qualsiasi condizioni. Quindi opereremo :

sulle unità spaziali ;

sui collegamenti ;

sugli arredi atti a garantire l'accessibilità e la fruibilità

Aspetto: l'edificio si dovrà presentare di facile lettura così da rendere la

fruizione più semplice anche da parte dei visitatori occasionali ed in caso

di emergenza sia percepibile nel minor tempo possibile le via di fuga più

brevi e sicure .

(15)

Gestione: rappresenta un elemento importante sull'economia di un'attività in quanto prevede molti punti critici :

manutenzione ordinaria preventiva

manutenzione straordinaria

pulibilità degli elementi

riparabilità degli elementi

sostituibilità di parti o completa degli elementi

La gestione è una di quelle fasi che merita una progettazione a se, infatti l'articolo 15 comma 1 del D.P.R. 554 prevede che: "La progettazione ha come fine fondamentale la realizzazione di un intervento di qualità e tecnicamente valido, nel rispetto del miglior rapporto fra i benefìci e i costi globali di costruzione, manutenzione e gestione . La progettazione è informata, tra l'altro, a principi di minimizzazione dell'impegno di risorse materiali non rinnovabili e di massimo riutilizzo delle risorse naturali impegnate dall'intervento e di massima manutenibilità, durabilità dei materiali e dei componenti, sostituibilità degli elementi, compatibilità dei materiali ed agevole controllabilità delle prestazioni dell 'intervento nel tempo ".

Questo sta ad indicare ( cosa per altro scontata ) che i costi di gestione per alcune attività sono superiori ai costi di realizzazione e per questo devono essere utilizzati degli accorgimenti costruttivi e tecnologici per ridurre questa voce nei costi globali.

Integrabilità: l'edificio dovrà presentarsi come un'insieme di elementi tra

loro uniti e omogenei, mostrando una certa logica nel loro

assembramento .

(16)

agenti inquinanti ed infine mantenere l'identificazione dei valori storico culturali , morfologici dell'opera.

Tabella 1.1 GRADO DI RILEVANZA DELLE VARIE ESIGENZE

L'elevata particolarità, e soprattutto delicatezza di un intervento che si propone di fronteggiare le esigenze che un centro di questo tipo in un ambiente ad alto valore ambientale come questo in studio, giustifica il fatto che tutte le esigenze abbiano un grado di rilevanza (Tab.1.1) molto alto.

Particolare interesse ed attenzione devono essere rivolti alle classi di esigenza:

Frubilità;

Salvaguardia dell'ambiente.

Grado di rilevanza ESIGENZA

Nullo Basso Medio Alto Molto alto

SICUREZZA

X

BENESSERE

X

FRUIBILITÀ'

X

ASPETTO

X

GESTIONE

X

INTEGRABILITÀ'

X

SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE

X

(17)

L’Analisi Funzionale

- PREMESSA

L'Analisi Funzionale rappresenta uno strumento operativo di supporto alla progettazione che permette di analizzare nel dettaglio le funzioni che vengono svolte all'interno di un organismo edilizio. Tale analisi permette non solo di individuare gli spazi necessari ad ogni singola attività, ma anche le possibili aggregazioni in gruppi omogenei funzionali.

Alla base dell'Analisi Funzionale c'è la definizione di un supporto informativo che può essere diviso in:

1. Informazioni relative all'ipotesi di organizzazione funzionale del complesso.

2. Informazioni relative al contesto ambientale in cui è prevista la localizzazione dell'intervento.

A termine di tale fase informativa, in cui si sono raccolte tutte le

caratteristiche di carattere generale che l'opera deve possedere è

possibile individuare le funzioni primarie prioritarie (quelle essenziali,

necessarie e richieste), le funzioni primarie non prioritarie (quelle non

necessarie, ma richieste complementari, ritenute utili dal committente per

una corretta gestione dell'opera) e le funzioni secondarie (quelle non

necessarie e non richieste).

(18)

- Definizione delle Funzioni/Attività

Definito il quadro informativo di base è possibile passare alla definizione delle attività svolte all'interno della scuola, classificabili in due categorie:

A. Attività scolastiche e tecniche: sono definite da tutte quelle attività che permettono il regolare svolgimento delle operazioni scolastiche.

F.1 Leggere

F.2 Scrivere

F.3 Contare

F.4 Interrogare gli studenti

F.5 Esporre

F.6 Tagliare

F.7 Incollare

F.8 Colorare

F. 9 Attaccare i Cartelloni dei disegni

F.10 Ricevere i genitori

F.11 Imparare

F.12 Giocare

F.13 Correre

F.14 Saltare

F.15 Fare esercizi fisici

F.16 Guardare

F.17 Scaldare gli ambienti

F.18 Rinfrescare gli ambienti

F.19 Illuminare gli ambienti

F.20 Dare la corrente agli ambienti

(19)

B. Attività per l’Equitazione: sono tutte quelle attività legate al regolare svolgimento dell’attività riabilitativa:

- F.21 Nutrire il cavallo - F.22 Sellare il cavallo - F.23 Andare a cavallo - F.24 Far pascolare il cavallo - F.25 Lavare il cavallo

C. Attività di servizio: comprende tutte quelle attività complementari e di supporto alle operazioni scolastiche.

F.26 Mangiare

F.27 Bere

F.28 Lavare le stoviglie

F.29 Cucinare

F.30 Ritirare gli ingredienti

F.31 Stoccare gli alimenti

F.32 Cambiarsi

F.33 Lavarsi

F.34 Andare in bagno

F.35 Parcheggiare

F.36 Muoversi

F.37 Sorvegliare i locali

F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

F.40 Carico e scarico merci

(20)

- AREE FUNZIONALI OMOGENEE (AFO)

Definite le funzioni/attività svolte all'interno dell'organismo edilizio è possibile raggrupparle in insiemi chiamati Aree Funzionali Omogenee, (A.F.O) che saranno caratterizzate dal complesso di attributi che deve possedere lo spazio fisico interessato da tale unità per poter svolgere correttamente tutte le attività in essa previste. Le unità ambientali individuate e le rispettive attività in esse svolte sono:

A.F.O 1 SPAZI PER LA DIDATTICA

F.1 Leggere

F.2 Scrivere

F.3 Contare

F.4 Interrogare gli studenti F.5 Esporre

F.6 Tagliare F.7 Incollare F.8 Colorare

F.9 Attaccare i Cartelloni dei disegni F.11 Imparare

F.12 Giocare F.16 Guardare

F.17 Scaldare gli ambienti F.18 Rinfrescare gli ambienti F.19 Illuminare gli ambienti

F.20 Dare la corrente agli ambienti F.34 Andare in bagno

F.36 Muoversi

F.37 Sorvegliare i locali F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

(21)

A.F.O 2 SPAZI PER L’AMMINISTRAZIONE

F.1 Leggere

F.2 Scrivere

F.3 Contare

F.10 Ricevere i genitori F.16 Guardare

F.17 Scaldare gli ambienti F.18 Rinfrescare gli ambienti F.19 Illuminare gli ambienti

F.20 Dare la corrente agli ambienti F.34 Andare in bagno

F.36 Muoversi

F.37 Sorvegliare i locali F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

A.F.O 3 SPAZI PER L’ATTIVITA’ RIABILITATIVA F.11 Imparare

F.12 Giocare

F.15 Fare esercizi fisici F.16 Guardare

F.17 Scaldare gli ambienti

F.18 Rinfrescare gli ambienti

F.19 Illuminare gli ambienti

F.20

(22)

F.24 Far pascolare il cavallo F.25 Lavare il cavallo

F.32 Cambiarsi F.33 Lavarsi

F.34 Andare in bagno F.36 Muoversi

F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio F.40 Carico e scarico merci F.41 Stoccare il fieno

A.F.O 4 SPAZI PER IL CIBO F.16 Guardare

F.17 Scaldare gli ambienti F.18 Rinfrescare gli ambienti F.19 Illuminare gli ambienti

F.20 Dare la corrente agli ambienti F.26 Mangiare

F.27 Bere

F.28 Lavare le stoviglie F.29 Cucinare

F.30 Ritirare gli ingredienti F.31 Stoccare gli alimenti F.32 Cambiarsi

F.33 Lavarsi

F.34 Andare in bagno F.36 Muoversi

F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

F.40 Carico e scarico merci

(23)

A.F.O 5 SPAZI PER IL PARCHEGGIO F.35 Parcheggiare

F.36 Muoversi

F.39 Sicurezza e antincendio F.40 Carico e scarico merci

A.F.O 6 SPAZI PER I SERVIZI IGIENICI F.33 Lavarsi

F.34 Andare in bagno F.36 Muoversi

F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

A.F.O 7 SPAZI PER GLI IMPIANTI F.19 Illuminare gli ambienti

F.20 Dare la corrente agli ambienti F.39 Sicurezza e antincendio

A.F.O 8 SPAZI PER PREPARARSI ALL’ATTIVITA’ FISICA F.32 Cambiarsi

F.33 Lavarsi

F.34 Andare in bagno F.36 Muoversi

F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

(24)

A.F.O 9 SPAZI PER L’ATTIVITA’ FISICA F.11 Imparare

F.12 Giocare F.13 Correre F.14 Saltare

F.15 Fare esercizi fisici F.17 Scaldare gli ambienti F.18 Rinfrescare gli ambienti F.19 Illuminare gli ambienti

F.20 Dare la corrente agli ambienti F.36 Muoversi

F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

A.F.O 10 SPAZI PER LA RECEPTION F.16 Guardare

F.36 Muoversi

F.37 Sorvegliare i locali F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

A.F.O 11 SPAZI PER PRESIDENZA E DIREZIONE

F.1 Leggere

F.2 Scrivere

F.3 Contare

F.10 Ricevere i genitori F.16 Guardare

F.17 Scaldare gli ambienti F.18 Rinfrescare gli ambienti F.19 Illuminare gli ambienti

F.20 Dare la corrente agli ambienti F.34 Andare in bagno

F.36 Muoversi

F.37 Sorvegliare i locali

(25)

F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

- AMBITI SAPZIALI OMOGENEI (ASO)

L'insieme delle Aree Funzionali Omogenee (A.F.O) caratterizzate da attività comuni o simili vengono raggruppate nelle Ambiti Spaziali Omogenee (A.S.O), il cui insieme costituisce l'edificio nel suo complesso, e che andremo ad analizzare singolarmente definendone i requisiti in base alle prime tre classi d’esigenza.

Gli ambiti spaziali omogenei che risultano dall’analisi funzionale sono di seguito riportati e per lo più tutti composti da 5 aree funzionali omogenei:

A.S.O 1 SEZIONE DIDATTICA

A.F.O 1 Spazi per la didattica A.F.O 5 Spazi per il parcheggio A.F.O 6 Spazi per i servizi igienici A.F.O 7 Spazi per gli impianti A.F.O 12 Spazi per I percorsi

A.F.O 12 SPAZI PER I PERCORSI F.36 Muoversi

F.38 Pulire

F.39 Sicurezza e antincendio

(26)

A.F.O 6 Spazi per i servizi igienici A.F.O 7 Spazi per gli impianti

A.F.O 11 Spazi per presidenza e direzione A.F.O 12 Spazi per I percorsi

A.S.O 3 PALESTRA

A.F.O 5 Spazi per il parcheggio A.F.O 6 Spazi per i servizi igienici A.F.O 7 Spazi per gli impianti

A.F.O 8 Spazi per prepararsi all’attività fisica A.F.O 9 Spazi per l’attività fisica

A.F.O 12 Spazi per I percorsi

A.S.O 4 MENSA

A.F.O 4 Spazi per il cibo

A.F.O 5 Spazi per il parcheggio A.F.O 6 Spazi per i servizi igienici A.F.O 7 Spazi per gli impianti A.F.O 12 Spazi per I percorsi

A.S.O 5 AMMINISTRAZIONE

A.F.O 2 Spazi per l’amministrazione

A.F.O 5 Spazi per il parcheggio

A.F.O 6 Spazi per i servizi igienici

A.F.O 7 Spazi per gli impianti

A.F.O 12 Spazi per I percorsi

(27)

A.S.O 6 PARCHEGGI A.F.O 5 Spazi per il parcheggio

A.F.O 12 Spazi per I percorsi

A.S.O 7 SCUDERIE

A.F.O 3 Spazi per l’attività riabilitativa A.F.O 5 Spazi per il parcheggio A.F.O 6 Spazi per i servizi igienici A.F.O 7 Spazi per gli impianti A.F.O 12 Spazi per I percorsi

A questo punto, dopo aver definito nel paragrafo precedente le classi di esigenza, riferendoci in particolar modo alle prime 3, individuate sopra gli A.S.O in cui la struttura è divisibile, possiamo redigere le schede relative ad ogni A.S.O:

A.S.0 1 SEZIONE DIDATTICA: VI si ritrovano 4 aule (rispondenti ad i singoli gruppi di lavoro) e la club house in cui si alternano i gruppi di lavoro.

1. FRUIBILITA’:

Dimensionamento: Deve essere tale da permettere il

regolare svolgimento delle attività in riguardo alle

inabilità di questo particolare tipo di utenza, relazionato

con i punti di accesso, l’uso delle apparecchiature e gli

(28)

segnaletica, privi di barriere architettoniche e tali che non si verifichino minime variazioni di quote, con una conformazione e distribuzione tale da non impedirne l’acceso a portatori di inabilità motorie;

b. La pavimentazione deve essere il più possibile continua antisdrucciolevole e non sconnessa, costituita di materiale resistente all’usura e ben giuntato in modo che risulti una superficie ben unita e lavabil;

c. Tutte le corsie longitudinali e trasversali dovranno avere una larghezza minima di 120 cm;

d. La distanza fra gli schienali e le file successive deve essere almeno di 75 cm;

e. La distanza antistante le sedute deve avere un valore minimo di 45 cm;

f. La larghezza delle porte rivolte ad i corridoi di disimpegno ed alle vie d’uscita devono essere non inferiori a 120 cm;

g. Le uscite delle aule devono essere distribuite uniformamente e simmetricamente rispetto all’asse longitudinale dello stesso locale

Dotazione di Apparecchiature ed Arredi: Le aule devono essere dotate di tutte le apparecchiature necessarie per il regolare svolgimento delle attività in condizioni di benessere sicurezza ed igiene.

Dotazione di Impianti:

a. IMPIANTO ELETTRICO: il numero e la disposizione dei

terminali in dotazione dell’unità spaziale devono essere tali da

garantire l’installazione e il controllo di: 1 dispositivo di

illuminazione generale dell’ambiente; 2 dispositivi di

(29)

b. IMPIANTO DI RISCALDAMENTO: il numero, il tipo e la disposizione dei terminali in dotazione dello spazio elementare in oggetto devono essere tali da assicurare le condizioni di benessere termoigrometrico, relativamente alla temperatura dell’aria e alla sua umidità relativa.

c. IMPIANTO DI VENTILAZIONE: in caso di insufficiente ventilazione naturale, l’unità ambientale considerata deve essere dotata di un impianto di ventilazione che garantisca un sufficiente numero di ricambi d’aria compatibile con le attività svolte.

Adattabilità: L’organismo edilizio si considera adattabile

quando, tramite l’esecuzione differita nel tempo di lavori che non

modificano ne la struttura portante, né la rete degli impianti, può

essere reso idoneo , a costi contenuti, alle necessità delle

persone con ridotta o impedita capacità motorie.

(30)

Modelli d’aggregazione

Una volta definiti gli obbiettivi generali e particolari del progetto

ed analizzate tramite l’analisi delle classi d’esigenza e dei requisiti

individuati dallo studio delle singole unità ambientali è possibile

definire lo schema funzionale del Centro che costituisce il principale

supporto alla progettazione. L’organizzazione funzionale

dell’organismo va considerato analizzando dall’esterno verso l’interno,

infatti il centro è compreso all’interno di percorsi ciclabili, pedonali

(che uniti costituiscono anche una viabilità carrabile straordinaria), e a

cavallo, che permettono il collegamento di tutta la struttura, inoltre i

manufatti ad uso non equestre, o meglio non sportivo, sono tutti

realizzati sull’impronta delle case coloniche dell’’800 secondo cui ogni

edificio è un unità isolata dalle altre così che è stato necessario

collegarli tramite dei corridoi esterni che costituiscono altri percorsi.

(31)

1. Schema delle relazioni esterne: Il CENTRO

2. Schema delle relazioni: LA RECEPTION

Percorsi esterni

Struttura Sportiva

La struttura didattica

L’ammini- strazione

Reception

La mensa La

palestra

Parcheggio

Relazione diretta Relazione indiretta

Servizi igienici

Collaboratore scolastico

Collaboratore amministrazione

(32)

3. Schema delle relazioni: LA STRUTTURA DIDATTICA

4. Schema delle relazioni: LA PALESTRA

Uffici didattici

Servizi igienici

Percorsi

Le aule

Relazione diretta Relazione indiretta

Percorsi

Spogliatoi Servizi

igienici

Ambulatorio Sala attrezzi

Relazione diretta Relazione indiretta

(33)

5. Schema delle relazioni: LA MENSA

6. Schema delle relazioni: L’AMMINISTRAZIONE

Percorsi Sala da

pranzo

Cucina Servizi

igienici

Percorsi Sala

d’attesa

Uffici Servizi

igienici Relazione diretta

Relazione indiretta

Relazione diretta

(34)

7. Schema delle relazioni: LA STRUTTURA SPORTIVA

Percorsi

Ufficio

Scuderie Spogliatoi

Maneggi Servizi igienici

Relazione diretta Relazione indiretta

(35)

PREVENTIVAZIONE DEI COSTI GLOBALI

Come già abbiamo precedentemente detto, Le indicazioni contenute nella Legge Quadro sui lavori pubblici (Legge 109/1994) e nel Regolamento di Attuazione (D.P.R 554/1999) implicano la prescrizione, rivolta ai responsabili del progetto preliminare di redigere un calcolo sommario della spesa, applicando alle quantità caratteristiche delle opere dei lavori i corrispondenti costi

standardizzati determinati dall’Osservatorio sui lavori pubblici, il quale ha appunto il compito di "……determinare annualmente i costi standardizzati per tipo di lavoro in relazione a specifiche aree territoriali e per categoria di opere, facendone oggetto di una specifica pubblicazione" (art .4 Legge 109/94). In loro assenza si applicano parametri desunti da interventi simili o si redige un computo metrico estimativo di massima con prezzi unitari di prezziari o listini ufficiali.

Appare tuttavia interessante la proposta di utilizzare il costo standardizzato già in fase programmatoria, al momento cioè della stesura del Documento preliminare all’avvio della progettazione. Tale soluzione rende lo strumento un riferimento conoscitivo e informativo utile per l’assunzione delle successive decisioni.

L’uso del costo standardizzato nella fase di programmazione, quando

l’ente programmatore potrebbe non essere in grado di definire la

tipologia costruttiva, la tecnologia e solo in maniera sommaria le

quantità caratteristiche fa emergere chiaramente l’obiettivo finale del

processo costruttivo cioè il rispondere a un bisogno. Lo studio del

costo si pone come obbiettivo quello di verificare la congruità

(36)

L’indicazione dei costi in fase programmatoria non vuole tuttavia vincolare a priori la risposta funzionale e qualitativa che gli enti, nella loro autonomia e libertà di programmazione, potranno fornire alla collettività, purché ne sia data una adeguata motivazione. I costi standardizzati rappresentano un riferimento dal quale potersi discostare per avere, per esempio, ritorni gestionali, contenimento di costi energetici, occasioni di project financing, ecc., ovvero un favorevole rapporto tra utilità delle funzioni previste e costi globali.

IL COSTO GLOBALE

La nuova legge sui lavori pubblici sottolinea l’importanza di riferimento

in tutte le fasi della progettazione al costo globale. Nell’art. 15 del

Regolamento di attuazione (D.P.R. 554/99) si legge "La progettazione

ha come fine fondamentale la realizzazione di un intervento di qualità

e tecnicamente valido nel rispetto del miglior rapporto tra i benefici e i

costi globali di costruzione, manutenzione, e gestione…". Spesso nel

passato gli aspetti economici di un'opera pubblica si sono concentrati

solo sui costi immediati, ovvero sul costo iniziale per l'acquisizione

dell'area edificabile e sui costi di costruzione. La gestione degli edifici

pubblici in generale, e delle scuole in particolare, diviene invece

sempre più un elemento condizionante, con incidenze economiche

che rendono in pochi anni paragonabili i costi immediati con quelli

differiti. Per risolvere questo problema occorre in primo luogo

introdurre il costo globale nel ciclo di vita ipotizzato quale elemento di

valutazione delle scelte progettuali a tutte le scale, in modo da

inquadrare fin da subito il problema della nuova costruzione con

quello della sua gestione in un arco di tempo significativo. Ciò renderà

possibile integrare i contributi che i privati potranno dare nella

(37)

gestione dell’edificio scolastico, attraverso ad esempio l’affidamento della palestra o dell’auditorium ad esterni.

Alla luce delle nuove leggi in materia di consumi energetici (decreto legislativo 192 del19 Agosto 2005) particolare attenzione deve essere rivolta agli aspetti impiantistici, orientando le scelte verso fonti di energia rinnovabile o in generale soluzioni finalizzate al risparmio energetico e al rispetto dell’ambiente. Per valutare i fabbisogni manutentivi e adottare idonee procedure organizzative sarà necessaria la conoscenza puntuale dei materiali e della componentistica, alla quale dovrà corrispondere una adeguata

certificazione.

Il costo globale viene calcolato secondo la formula:

Cg = Cco + Cge x n x f ± Cd

dove:

· Cg è il costo globale;

· Cco è il costo di costruzione;

· n è il numero di anni preso in considerazione per la stima;

· Cge x n è il costo differito di gestione per l’anno n-mo;

· f = ( 1 + T ) / ( 1+ t ) e il fattore di attualizzazione dei costi differiti;

· T è il tasso medio dei costi differiti, diverso in realtà per ogni categoria di opere;

· t è il tasso di remunerazione del capitale;

· Cd è il costo di dismissione dell’opera al termine del ciclo di vita.

(38)

riferisce al periodo in cui è possibile garantire idonei livelli prestazionali con costi di funzionamento e d’uso accettabili, compresi quelli di manutenzione e riassetto funzionale.

Si suggerisce di porre come obiettivo del progetto la limitazione del costo globale in un ciclo di vita di 20 anni. Sarà quindi possibile giustificare costi di costruzione superiori, nel limite del 10%, a fronte di risparmi significativi nel costo di gestione dell'opera.

COSTO DI COSTRUZIONE

La preventivazione dei costi di costruzione di un edificio scolastico è regolamentata dalla Deliberazione CIPE del 13 marzo 1996

"Determinazione del valore massimo di riferimento per la valutazione

di costi negli interventi effettuati nei comuni ai sensi della legge 23

gennaio 1992, articolo 32" che fornisce al punto 2 per gli interventi

riguardanti i nuovi insediamenti di edilizia scolastica i parametri di

costo ammissibile, esplicitando che "la valutazione del costo

complessivo, comprensivo di tutte le categorie di opere e delle spese

tecnico, generali e fiscali per la realizzazione delle aule, delle aule

speciali, della palestra, del refettorio, dei servizi amministrativi, dei

locali ausiliari e delle sistemazioni esterne, nonché di ogni tipo di

consolidamento del terreno, dell’adeguamento della normativa

antisismica, dell’attuazione delle norme di sicurezza in materia di

impianti tecnologici, della rispondenza alla norme sulle barriere

architettoniche e quant’altro necessario, deve essere riferita ai

seguenti parametri di costo massimo ammissibile":

(39)

Tipo di scuola Costo massimo ammissibile

Scuola materna e Scuola elementare:

Lire 220.000.000 per aula, pari a € 130.163,67.

Scuola media:

Lire 250.000.000 per aula con esclusione del conteggio delle aule speciali, pari a € 147.913,26.

La deliberazione definisce inoltre il costo massimo ammissibile per la realizzazione di una palestra connessa ad una struttura scolastica e/o con essa interagente pari a lire 1.150.000/m

2

lordo pari a € 680,40

.

Tali riferimenti normativi relativi al parametro economico risultano però ad oggi non utilizzati e del tutto disattesi sia nelle procedure programmatorie che nella prassi operativa.

Per tale ragione ci si riferisce piuttosto a elaborazioni statistiche realizzate in base alle schede di rilevazione dell’edilizia scolastica utilizzate dall’Osservatorio dei lavori pubblici e che costituiscono la base per la futura costruzione del costo standardizzato.

Riprendendo la suddivisione presente nelle schede di rilevazione si hanno due settori nei quali scomporre i tipi di edilizia scolastica:

1. Settore della Attività Formative (SAF) 2. Settore dei Servizi Complementari (SSC).

Nel primo sono comprese le AFO strettamente connesse con l’attività formativa; nel secondo tutte quelle AFO complementari all’intervento, alcune delle quali non necessariamente presenti nell’organismo scolastico.

In particolare, infatti, ai sensi del Decreto, sia gli spazi mensa che

(40)

Si può assumere per la scuola elementare, considerando pari a 25 gli alunni per classe :

- costo n. 1 classe = € 136.852, 00

dove l’incidenza media è pari per le opere edili al 44 %, per le strutture al 36 % , per gli impianti al 20 %.

- costo ad alunno insediato = € 5.591,42 - costo a mq = € 739,61

Sulla base di questi costi andremo a valutare i costi di costruzione del nostro centro, non considerando il fatto che in realtà il numero di studenti è molto inferiore poiché a questo si contrappone la presenza di elementi, quali le scuderie e la parte amministrativa, in realtà non presenti in una scuola comune.

Riferendosi alla consistenza dell’intervento in esam, valutando i costi in base al prezzo al metro quadro, si trova un costo di costruzione pari a:

- Cco = 739,61 €/mq X 3257,518 mq = 2.409.292,89 €

Quindi il Costo di Costruzione totale è pari a 2.409.292,89 €

COSTO DI GESTIONE

I costi di gestione di edifici a conduzione diretta possono venire

individuati solo grazie ad analisi statistiche di dati storici, ovvero

tramite il confronto con casi analoghi. Un modo di stimare i costi di

gestione può essere basato sulla distribuzione dell’onere relativo agli

interventi degli ultimi 10 anni, rilevati su di un campione di edifici simili

a quello in esame, distribuito uniformemente per anno. Se ne deduce

un costo di gestione complessivo annuo pari a 95 €/mq.

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