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P Trattamenti somatici per le depressioni farmaco-resistenti

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38 M.D. Medicinae Doctor - Anno XXIV numero 1 - febbraio 2017

A ggiornAmenti

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iù del 10% dei pazienti con depressione maggiore è resi- stente a interventi psicofarma- cologici. È questo l’assunto di fondo che porta il Prof. Guido Di Sciascio, psichiatra dell’Universitaria del Policli- nico di Bari, a parlare dei trattamenti somatici non farmacologici contro le depressioni. Lo ha fatto nel contesto del convegno “Le depressioni” or- ganizzato a Milano dalla Società Italiana di Pichiatria (dicembre 2016).

“Sono tre i trattamenti da conside- rare, ed è bene che anche i colleghi della Medicina Generale li conosca- no - racconta Di Sciascio:

• la stimolazione magnetica transu- ranica ripetitiva (o rTMS);

• la stimolazione cerebrale profon- da (o DBS);

• la stimolazione del nervo vago (o VNS)”.

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¼ Stimolazione magnetica transuranica ripetitiva

La rTMS è un trattamento per la cura della depressione ormai appro- vato da alcune delle più importanti associazioni scientifiche internazio- nali e prevede impulsi ripetitivi di un campo magnetico che (con una forza più o meno equivalente a quella applicata durante una riso-

nanza magnetica) passa senza ostacoli attraverso il cranio e stimo- la il tessuto cerebrale sottostante, inducendo una corrente elettrica in grado di depolarizzare le cellule neuronali e modificarne l’eccitabili- tà e, pertanto, l’attività.

“Si tratta di una tecnica non invasi- va, indolore, relativamente senza ri- schi e solitamente ben tollerata - commenta Di Sciascio. Inoltre, a differenza dell’elettroshock non ne- cessita né di anestesia generale né di alcuna protezione o profilassi far- macologica, al punto da poter esse- re effettuata a livello ambulatoriale”.

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¼ Stimolazione cerebrale profonda

La stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation - DBS), consiste nell’applicazione cronica di impulsi elettrici di bassa intensità e di elevata frequenza in determinati punti bersaglio del cervello. È ne- cessario l’impianto chirurgico di elettrodi collegati a un generatore alimentato da una batteria posizio- nata sottocute. Si parla in proposito di pacemaker cerebrale: “Il vantag- gio di questa terapia - sottolinea Di Sciascio - è la sua reversibilità: gra- zie alle ridotte dimensioni del pace- maker cerebrale e alla sua program-

mabilità, si può parlare di intervento mininvasivo e di assoluta persona- lizzazione della terapia”.

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¼ Stimolazione del nervo vago

Il trattamento VNS è una terapia or- mai consolidata per il trattamento di determinate forme di epilessia, ma durante gli anni ’90 del secolo scorso è stato scoperto che molti pazienti trattati con VNS hanno registrato mi- glioramenti significativi per quanto ri- guardava la depressione (i pazienti

“responder” in molti studi hanno raggiunto il 40%). Dal 2001, la terapia VNS è approvata in Europa per il trat- tamento della depressione farmaco- resistente. La VNS esercita il suo ef- fetto antidepressivo grazie alle este- se connessioni del nervo vago con strutture troncoencefaliche e dience- faliche. Attraverso varie fibre il vago arriva poi a circuiti limbici e paralimbi- ci. “I risultati sono incoraggianti - con- clude Di Sciascio - e secondo i recen- ti studi circa il 50% di tutti i pazienti potrebbe ottenere un miglioramento rispetto alle condizioni iniziali. Attra- verso la terapia VNS si ottiene un sostanziale e duraturo miglioramento della qualità della vita ed in alcuni casi si ottiene anche una remissione completa della depressione”.

Trattamenti somatici per le depressioni farmaco-resistenti

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