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3.10 Analisi del suono

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Academic year: 2021

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3.10 Analisi del suono

Gli idrofoni sono i trasduttori acustici che captano i suoni e le vibrazioni trasmesse dall’acqua; sono generalmente omnidirezionali e possono coprire un’ampia gamma di frequenze, da pochi Hz e oltre i 200 kHz. Negli studi di bioacustica subacquea si possono utilizzare in molti modi: in postazioni mono e multi-idrofoniche per il controllo di aree determinate oppure in sistemi trainabili composti da serie di idrofoni per il rilevamento continuo in navigazione (Gianni Pavan, 2005).

I segnali captati dagli idrofoni vengono visualizzati e analizzati in tempo reale, oppure registrati per essere archiviati ed elaborati successivamente. L’analisi del suono consente di descrivere e rappresentare graficamente le caratteristiche dei segnali per comprenderne la struttura e correlarla alla specie, agli individui ai comportamenti e alle situazioni osservate. L’analisi spettrografica oggi viene realizzata in forma digitale utilizzando computer equipaggiati con dispositivi di conversione dei segnali analogici, cioè schede audio e di acquisizione ultrasonica di elevata qualità. Questa analisi mostra, in funzione del tempo, la composizione in frequenza dei segnali. Essa si rivela indispensabile per l’analisi dei segnali non stazionari, caratterizzati cioè da rapide modulazioni dello spettro in funzione del tempo, tipicamente prodotti dagli animali. Lo spettrogramma mostra la struttura dei suoni nel piano tempo-frequenza utilizzando una scala di grigi o di colori per rappresentare l’intensità delle componenti (Gianni Pavan, 2005). Questa forma di rappresentazione rende visibili e misurabili le caratteristiche dei segnali anche se infrasonici o ultrasonici e quindi non percepibili dall’orecchio umano. Lo spettrogramma può essere realizzato su un segnale preregistrato o in tempo reale in modo da mostrare la struttura del suono simultaneamente all’ascolto o alla ricezione.

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Fig. 49: Analisi dei suoni raccolti con l’idrofono.

La bioacustica ha un ruolo significativo nelle attività di protezione di questi animali e dell’ambiente marino: riconoscere i segnali tipici di ciascuna specie consente infatti l’identificazione specifica e in alcuni casi il rilevamento e il censimento degli animali anche a grande distanza o in mancanza di osservazione diretta, ad esempio di notte. Il rilevamento acustico integra pertanto le tecniche tradizionali offrendo l’opportunità di rilevare e di avvicinare specie altrimenti difficilmente osservabili. Studi sulle fini capacità di ecolocalizzazioni caratteristiche degli Odontoceti e sui suoni a bassa frequenza dei Misticeti che viaggiano più lontano, vengono condotte per perfezionare i Sonar elettronici e, in relazione al grave problema delle catture accidentali di cetacei nelle reti da pesca, per sviluppare dispositivi che consentono di allertare i delfini sulla presenza delle reti, o che rendano le reti stesse più percepibili tramite il biosonar di cui sono naturalmente dotati (Gianni Pavan, 2005). Con la bioacustica inoltre si studia il problema dell’impatto negativo sui cetacei dei rumori di origine antropica.

Figura

Fig. 49: Analisi dei suoni raccolti con l’idrofono.

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