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Abstract tratto da Luca Lixi - I X Comandamenti dell'investimento finanziario - Tutti i diritti riservati - Dario Flaccovio editore

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LUCA LIXI

I X COMANDAMENTI DELL'INVESTIMENTO FINANZIARIO Tutti i segreti per guadagnare evitando inutili rischi

ISBN 9788857906584

© 2017 by Dario Flaccovio Editore s.r.l. - tel. 0916700686 www.darioflaccovio.it

www.webintesta.it magazine.darioflaccovio.it

Prima edizione: marzo 2017

Stampa: TIpografia Priulla, Palermo, marzo 2017

Lixi, Luca <1985->

I 10 comandamenti dell’investimento finanziario : tutti i segreti per guadagnare evitando inutili rischi / Luca Lixi. - Palermo : D. Flaccovio, 2017.

ISBN 978-88-579-0658-4 1. Investimenti.

332.6 CDD-23 SBN PAL0295843

CIP - Biblioteca centrale della Regione siciliana “Alberto Bombace”

Nomi e marchi citati sono generalmente depositati o registrati dalle rispetti- ve case produttrici. L’editore dichiara la propria disponibilità ad adempiere agli obblighi di legge nei confronti degli aventi diritto sulle opere riprodotte. La fotocopiatura dei libri è un reato. Le fotocopie per uso personale del lettore pos- sono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941 n. 633. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effet- tuate solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata dall’editore.

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INDICE

Prefazione di Marco Lutzu ... pag. 11

Introduzione ... « 17

I X comandamenti dell’investimento finanziario in sintesi ... « 19

PRIMA PARTE ... « 21

1. Un’amara scoperta ... « 23

I COMANDAMENTO: NON DELEGARE CIECAMENTE ... « 32

2. La vecchia volpe finanziaria ... « 35

COMANDAMENTO NUMERO 1BIS: NON DEVI MAI DELEGARE CIECAMENTE ... « 39

Bonus: Manuale antitruffa finanziaria ... « 45

3. C’è grossa crisi ... « 47

II COMANDAMENTO: PENSA STRATEGICAMENTE ... « 56

4. Nella giungla finanziaria ... « 59

5. Prima la sicurezza ... « 65

III COMANDAMENTO: ASSICURATI ... « 74

6. La macchina del denaro ... « 77

IV COMANDAMENTO: INVESTI IN AZIENDA ... « 82

7. Ha ragione Paperon de’ Paperoni? ... « 87

V COMANDAMENTO: GUADAGNA, RISPARMIA, INVESTI ... « 94

PARTE SECONDA ... « 99

8. “Rischio” è il mio secondo nome ... « 101

VI COMANDAMENTO: USA IL RISCHIO ... « 112

9. Cosa? Quanto? Quando? ... « 115 VII COMANDAMENTO: SFRUTTA IL TEMPO E L’INTERESSE COMPOSTO . « 124

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10. Occhio al portafoglio ... pag. 129

VIII COMANDAMENTO: DIVERSIFICA ... « 140

TERZA PARTE ... « 143

11. I 7 vizi capitali ... « 145

IX COMANDAMENTO: SPEGNI LA TV ... « 150

X COMANDAMENTO: CONOSCI TE STESSO ... « 154

I 7 vizi capitali dell’investitore ... « 157

Conclusione ... « 159

Gnōthi seautón di Andrea Giuliodori ... « 161

Letture e risorse consigliate... « 167

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PREFAZIONE

a cura di Marco Lutzu

Ho conosciuto Luca durante un corso di formazione ed ho approfondito la sua conoscenza durante altri corsi.

Ho subito riconosciuto in lui un mio simile, affamato di cono- scenza e crescita personale sotto tutti i punti di vista. In parti- colare sono rimasto affascinato dalla passione e dalla costan- za che mette nel documentarsi – ed andare in profondità – in tutti gli aspetti del suo lavoro.

Il mondo della finanza ai miei occhi è sempre apparso erme- tico, impermeabile, un universo lontano nel quale accadono fenomeni incomprensibili, che regolano gli avvenimenti che influenzano la vita di ognuno di noi, ma che allo stesso tempo a noi non è dato conoscere.

Luca per la prima volta mi ha aperto le porte di questo magico mondo, fornendomi una chiave di accesso e di lettura talmen- te semplice che all’inizio non credevo potesse essere vera.

Nei momenti di confusione – fisiologici e caratteristici di qua- lunque processo di apprendimento – mi ha sempre rassicura- to, dicendomi che anche io avrei potuto comprendere questi strani meccanismi.

Mi ha svelato che in realtà questa confusione è stata creata apposta. È infatti interesse di pochi far sì che la maggior parte di noi abbia una visione della finanza molto simile a quella che avevo io prima di incontrare Luca: un mondo troppo com- plesso al quale è inutile avvicinarsi. Un qualcosa che non ci riguarda.

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Sono bastate poche chiacchierate con lui per trasformare la fitta coltre di nebbia, che avvolgeva la mia mente alla voce

“investimenti”, in un fascio di luce portatore di chiarezza e trasparenza.

Finalmente!

Finalmente è l’unica parola che mi è rimasta in mente in segui- to a queste conversazioni nelle quali Luca ha generosamente condiviso con me i suoi “10 comandamenti dell’investimento finanziario”.

Finalmente anche uno come me – che era sempre stato con- vinto di non poter accedere alla stanza della conoscenza finanziaria – poteva aggirarsi al suo interno con fare sicuro, consapevole di avere chiari dei meccanismi che la maggior parte delle persone, purtroppo, non capirà mai.

Finalmente anche io ero dentro. Quel fastidioso senso di esclusione dal giro che conta era sparito.

Grazie a questo libro anche tu hai la possibilità di fare altret- tanto. Hai la possibilità di sedere al tavolo e banchettare insieme a quell’élite di persone che ha compreso questi mec- canismi.

I segreti svelati da Luca, da una parte, ti permetteranno di prosperare e far crescere il tuo denaro, dall’altra (non meno importante) di NON rimanere vittima delle banche e degli organismi di controllo che hanno tutto l’interesse per mante- nere all’oscuro la stragrande maggioranza di noi.

Ma perché proprio Luca?

Come mai si tratta della persona giusta al posto giusto, per

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portare una ventata d’aria fresca nel vecchio tanfo che carat- terizza il panorama finanziario odierno?

Io sono un grande appassionato di storie. Le storie sono uno strumento di comunicazione fondamentale (senza dubbio il più efficace che abbiamo a disposizione), ma costituiscono anche il nostro background, il nostro curriculum.

In pratica sono – molto più che i titoli di studio – il nostro lasciapassare che ci autorizza a parlare di un determinato argomento con cognizione di causa. È la tua storia infatti – e non il tuo titolo di studio – che ti abilita a poter parlare di un dato argomento.

E la storia di Luca – oltre che essere appassionante e coinvol- gente – ha tutte le carte in regola per costituire il suo lascia- passare. Infatti grazie alla sua breve ma significativa avventu- ra, dapprima come impiegato di banca e poi come promotore finanziario legato ad un istituto bancario, ha avuto la possibi- lità di vedere dall’interno la tana del bianconiglio.

Si dice talvolta che “se guardi dentro l’abisso poi è l’abisso a guardare dentro te”. Luca è l’eccezione che conferma la rego- la. Una volta avuta la possibilità di guardare dentro l’abisso e verificare il livello di sporcizia presente in questi contenitori dall’aspetto lucido e rassicurante, ma dal contenuto oscuro e raccapricciante… ha compiuto una scelta coraggiosa, tipica di un ragazzo della nostra generazione che non ha paura di rischiare, anche quando ha molto da perdere.

Luca si è chiamato fuori.

Non era interessato a prendere parte a quel banchetto succu- lento, le cui portate principali erano costituite dalle vite rovi- nate di tante, troppe persone.

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Perché purtroppo è proprio questo che capita a chi non dedi- ca un po’ di tempo ad imparare a nuotare in questo oceano popolato da squali, noto come mondo della finanza.

Luca – anche se aveva tutte le carte in tavola per giocare il ruolo del grande squalo bianco – ha detto di no. Ha passato la mano. Ma solo per rilanciare a quella successiva con una mossa che in pochi si aspettavano.

Con l’incoscienza, l’ingenuità ma anche la grinta, la carica e l’ottimismo, che solo un giovane può avere, ha deciso che non avrebbe rinunciato alla parte del protagonista, ma l’avrebbe interpretata a modo suo. Senza bisogno di lasciare delle vitti- me innocenti sul suo cammino.

La grandezza di Luca sta proprio nella chiarezza e nella tra- sparenza con le quali riesce a spiegare alcuni concetti che altrove appaiono complessi e inaccessibili. Solo chi ha una padronanza e una profondità di contenuti sconfinata è in gra- do di ottenere tale effetto. Questo è valido in tutti gli ambiti e in tutti i settori. Quello della finanza non fa eccezione.

Sono certo che non mancheranno i nemici e i detrattori di questo tipo di approccio. Le persone portatrici di chiarezza e semplicità da sempre divengono bersaglio di quei gruppi di potere che hanno tutto l’interesse a far sì che il buio della not- te non lasci mai posto alle luci dell’alba.

A questo punto non ti resta che leggere il libro e decidere tu stesso da che parte schierarti.

Se sei una persona che muove i primi passi nel mondo della finanza questo libro è quanto di meglio poteva capitarti tra le mani.

Se invece sei un vecchio lupo di mare che però in questo momento di particolare incertezza non sa – come si dice in

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gergo – “dove mettere i soldi”, sono certo che in Luca trove- rai un porto sicuro, un’ancora di salvezza in grado di porre la parola FINE davanti all’incertezza che ti aveva attanagliato fino a questo momento.

E se invece sei un suo “collega” (so già che mi odierà per que- sta definizione)?

In questo caso mi è difficile prevedere la tua reazione. Sicura- mente il lavoro di Luca ti porterà verso un esame di coscien- za e una rivalutazione dell’attività che svolgi ogni giorno. Mi auguro che ti serva come fonte di ispirazione per cominciare a guardare il tutto da una prospettiva nuova e più gratificante.

Per te, ma soprattutto per i tuoi clienti.

A questo punto non mi resta che augurarti buona lettura.

Ti consiglio di immergerti con calma in questo affascinante viaggio. Ti assicuro che alla fine ti sentirai più consapevole, sicuro e – perché no? – anche più intelligente della maggior parte delle persone che non hanno la minima idea di cosa fare con il proprio denaro!

Buon divertimento.

Marco

Marco Lutzu è un imprenditore.

È il cofondatore, con Frank Merenda, del primo servizio di corrispondenza per liberi professionisti e imprenditori, Posta Power.

Grande esperto di copywriting, dopo il successo di prodotti editoriali come CopyVendita e Ghiaccio agli Eschimesi, sempre con Merenda, ha fondato la prima scuola per copywriter in Italia Copyacademyitalia.com.

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INTRODUZIONE

Questo non è un libro tecnico. Non è un libro che ho scritto per gli addetti ai lavori. Non è un manuale e non è un saggio.

Quando si è fatta strada l’idea di scrivere un libro, ho riflettu- to a lungo su quanto l’Italia avesse bisogno di un altro, l’enne- simo, noioso libro sugli investimenti finanziari.

Sui pregi dell’investimento, sulle virtù benefiche dell’educa- zione finanziaria e della corretta gestione del denaro.

Si sono sprecati fiumi di inchiostro, e si sprecano tutt’ora montagne di pixel e di carta per spiegare come investire.

Per questo motivo, con mia grande fatica ma soddisfazione finale, ho scelto di non scrivere un libro tecnico o un glossario sugli investimenti. Come tutti gli altri presenti oggi in libreria.

L’idea dei X comandamenti mi balenava in testa da un po’ più di tempo.

Sentivo la necessità di svelare per la prima volta ad un pubbli- co di investitori e risparmiatori curiosi ma non professionisti – vorrei capire poi chi giudica la loro professionalità – quali sono le leggi fondamentali dell’investimento.

Qual è il codice storico immutato per far crescere il tuo dena- ro, anche se non capisci nulla di finanza e l’unica Borsa che conosci è quella appena regalata a tua moglie.

Sono sicuro che ci saranno degli illustri accademici o dei con- sulenti con la puzza sotto al naso che giudicheranno “banali- tà” il mio libro o mi accuseranno di volgarizzazione e vilipen- dio alla finanza e all’economia usando un “linguaggio troppo basico”.

Ma non mi importa nulla, sinceramente.

Il testo è scritto per chi vuole finalmente capire quali azioni

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compiere e quali evitare per guadagnare denaro, cercando di non perdere denaro.

Ciò che tutti, semplicemente, desiderano.

Il libro è scritto sotto forma di racconto. Ed è il racconto di una storia vera, di cui sono stato testimone e protagonista qualche anno fa.

Rimasi fortemente colpito da questa vicenda, e devo ammet- tere che è stata un crocevia cruciale per la mia evoluzione professionale e umana.

Per questo motivo, e d’accordo con il protagonista principale, abbiamo deciso di metterla su carta. A tua disposizione.

Per evitare che altri investitori possano perdere il loro denaro in una truffa o in un caso di mala-finanza, ma soprattutto per aiutare e stare al fianco di chi non si arrende e vuole scoprire il modo di guadagnare (e non perdere) il proprio patrimonio.

Il libro è diviso in 3 parti, per tua comodità di lettura.

Nella prima parte svelo i comandamenti di buon senso, che apparentemente non hanno nulla a che vedere con la finanza.

Solo apparentemente.

Nella seconda parte spiego i comandamenti finanziari, con la promessa di rendere semplici dei concetti che semplici non sono. Spero di esserci riuscito.

Nella terza parte illustro i comandamenti di comportamento, e quindi le buone abitudini da imparare e le trappole da evita- re per giungere sani e salvi alla fine del percorso.

Buona lettura!

Alla tua sicurezza finanziaria.

Luca

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I X COMANDAMENTI

DELL’INVESTIMENTO FINANZIARIO IN SINTESI

I Non delegare ciecamente II Pensa strategicamente III Assicurati

IV Investi in azienda

V Guadagna, risparmia, investi VI Usa il rischio

VII Sfrutta il tempo e l’interesse composto VIII Diversifica

IX Spegni la TV X Conosci te stesso

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1. UN’AMARA SCOPERTA

Stefano non voleva credere ai suoi occhi.

Quando aprì l’ultimo estratto conto che gli passava tra le mani, dalla lunga pila di buste chiuse con il logo della ban- ca che si era accumulata sulla sua scrivania, per poco non ci rimase secco.

Erano mesi che sentiva delle voci terroristiche e apocalittiche, sui giornali e alla TV.

“Le Borse bruciano 300 miliardi di euro.”

“Peggior crollo in Borsa dal 1929.”

“Wall Street trema. È a rischio l’intero sistema finanziario.”

Ma Stefano non gli dava tanto peso.

Era impegnato anima, corpo e mente nel far quadrare i conti della sua azienda.

Negli ultimi 3 anni stava finalmente iniziando a raccogliere i frutti copiosi del suo duro lavoro e del suo sacrificio.

Quando, 7 anni prima, aveva deciso di prendere in mano le redini dell’azienda da suo padre, sapeva che avrebbe dovuto sputare sangue per far tornare la ditta di famiglia ai fasti del passato.

L’inizio non era stato dei migliori.

Pagava un deficit di esperienza, e i clienti più importanti pre- ferivano continuare a fare affari con suo padre, Mario.

Il fatturato dell’azienda si manteneva più o meno stabile, ma i margini si stavano pericolosamente erodendo.

E capitava spesso di ricevere quelle simpatiche buste verdoli- ne, che ogni partita IVA italiana conosce e teme.

Buste che non contengono auguri o incoraggiamenti, ma sol- leciti di pagamento o imposte nuove di zecca da pagare.

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Il settore del commercio era cambiato radicalmente dagli anni d’oro in cui suo padre si era affacciato sul mercato.

Mario aveva aperto l’azienda nel 1982.

Gli racconta sempre che giravano tanti soldi, in quegli anni.

“Tutti avevano soldi in tasca e li spendevano tranquilli, in quegli anni. Tutti stavano bene!”

Mario aveva iniziato con una ditta individuale. Era un rappre- sentante, e commerciava abbigliamento sportivo.

Era riuscito a stipulare degli ottimi accordi commerciali con le marche più in voga dell’epoca, e praticamente non aveva concorrenza sul territorio.

Era sufficiente ordinare la merce dai fornitori, pagare con cambiali e assegni post-datati, e poi iniziare il giro di visite ai commercianti al dettaglio della città. E di tutta la regione.

Conosceva tutti i negozianti, ed aveva sempre le porte aperte ovunque.

Intendiamoci: non era comunque un lavoro adatto a tutti, neppure negli anni ’80.

In quel periodo, infatti, era molto più facile accontentarsi di un lavoro pubblico, gentilmente offerto dal potente politico di turno.

Un posto fisso in Regione, un lavoro impiegatizio in qualche ente statale o una busta paga garantita a vita nell’Esercito, in Marina, alle Ferrovie. O in banca.

In quegli anni, ti dovevi proprio impegnare per star fuori dal mondo del lavoro.

C’era trippa per tutti, e con quello che si guadagnava si poteva condurre una vita tranquilla e senza grandi pensieri.

Da ceto medio.

Mario, invece, era insofferente a qualunque tipo di subordina- zione e non voleva prendere ordini da nessuno.

Fosse un maresciallo, un capo-stazione, un direttore di banca o un dirigente regionale.

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Tutte caratteristiche personali e caratteriali che ha traman- dato pari pari a Stefano, che continua a mandare avanti l’a- zienda con dinamismo e intraprendenza.

Dicevamo, i primi 4 anni del passaggio aziendale da Mario a Stefano erano stati molto sofferti.

Erano i primissimi anni 2000.

Si iniziavano a sentire gli effetti della globalizzazione, dell’e- spansione del web e i primi morsi della “crisi” italiana.

Rispetto agli anni d’oro di Mario (dal 1982 al 2000), la con- correnza regionale si era decuplicata ed era sempre più agguerrita.

Le mode cambiavano spesso, i brand un tempo in voga face- vano fatica a stare sulla cresta dell’onda (alcuni di questi oggi non esistono più), i clienti chiedevano dilazioni di pagamento sempre più larghe e bisognava fare estrema attenzione che le fatture emesse venissero pagate. Prima o poi.

Ma nonostante queste difficoltà, gli ultimi 3 anni erano stati decisamente positivi.

Stefano era riuscito a far tornare l’azienda su ottimi livelli, aveva aumentato del 30% il fatturato con margini più accet- tabili e aveva risolto le piccole irregolarità fiscali.

Era un uomo affabile e di relazione: adorava andare dai suoi clienti, frequentarli, fare affari con loro.

Ad ogni scadenza annuale tra il 2006 e il 2008, e d’accordo con il commercialista, portava via una buona fetta di liquidità dai conti aziendali per mantenere elevato il suo tenore di vita.

Nel 2009, Stefano aveva 41 anni (oggi ne ha 49).

I suoi due figli, Sofia e Andrea, avevano rispettivamente 3 e 5 anni (ora vanno alle scuole medie) e sua moglie, Loredana, dava una mano in azienda. Si divideva tra la gestione della famiglia e dei bambini e le sue mansioni di segreteria e con- tabilità part time.

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Abitavano in una bella casa in un quartiere residenziale di Cagliari.

Le vacanze esotiche e la settimana bianca erano un must.

Non si facevano mancare nulla.

Stefano lavorava tanto, guadagnava bene e voleva assoluta- mente sentirsi e mostrarsi come un uomo di successo.

Questa era la considerazione che aveva di sé stesso, e questa considerazione lo aiutava nel mondo degli affari.

Quel maledetto giorno, quando aprì la busta che conteneva l’estratto conto ufficiale della banca dove appoggiava i suoi investimenti, gli passò rapidamente tutta la vita davanti.

Pensò inizialmente ad un errore.

Non poteva essere vero.

Franco, il suo promotore finanziario “di fiducia”, lo rassicura- va da mesi.

“Bisogna avere pazienza, i mercati sono fatti così.”

“In America c’è una grande crisi finanziaria, ma noi abbiamo investimenti solidi e prudenti.”

“Non credere alle notizie dei giornali, quelli la fanno sempre più nera di come è.”

Chiacchierando con i suoi amici, colleghi e anche con suo padre, mentre loro manifestavano seria preoccupazione sull’andamento dei propri investimenti e pensavano di ven- dere qualcosa, lui era sereno. Franco lo tranquillizzava.

Durante i loro incontri di aggiornamento, gli mostrava i grafi- ci e le statistiche dei suoi investimenti.

Qualche leggera oscillazione negativa, sembrava che non si guadagnasse più come un tempo, ma tutto sommato nulla di tragico.

Pensando quindi a un errore, chiamò il call center della banca per chiedere spiegazioni.

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Digitò sulla tastiera il suo codice utente, il codice di identifica- zione personale e attese l’operatore.

“Sono Anca, operatore 7465, in cosa posso esserle utile?”

“Sì buongiorno, sono Stefano De Martis, e ho un conto con voi. Senta, volevo segnalarvi che ci deve essere un errore sul mio ultimo estratto conto. Quello che ho ricevuto in questi giorni. Dovrei avere circa 270.000 € investiti con alcuni prodotti con voi, tramite il mio promotore finan- ziario Franco B******a o Francesco B******a ma per erro- re il saldo totale dell’investimento è di circa 74.000 €.

Temo abbiate fatto confusione”.

“Mi dia qualche minuto che verifico, sig. De Martis”.

Stefano si mise a fare altro, mentre aspettava che la signorina digitasse sul suo terminale e gli fornisse l’unica risposta che si aspettava, sollevandolo da questa preoccupazione.

“Sig. De Martis, la ringrazio per l’attesa. L’estratto conto è corretto. Ci sono ancora alcune operazioni da registrare, ma il saldo dei suoi investimenti, al 31 marzo 2008, è di 75.868 €. Colgo anche l’occasione per comunicarle che il suo referente personale è cambiato.

Il sig. Franco B******a non lavora più con noi, ed è stato sostituito dal sig. Riccardo P****e, che sarà a disposizio- ne sin da subito per fornire le opportune spiegazioni”.

Stefano non riuscii a rispondere.

Rimase con la cornetta del telefono attaccata all’orecchio, mentre dall’altra parte (e dall’altra parte del mondo) Anca continuava a parlare.

Ma lui non riusciva ad ascoltare.

Non poteva essere vero.

Doveva essere per forza un brutto sogno.

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L’ultimo riepilogo di sintesi dei suoi investimenti, che Fran- co gli aveva consegnato non più tardi di 15 giorni prima, era apparentemente chiaro.

270.000 € investiti tra il 2006 e il 2009,

302.000 € disponibili nel suo portafoglio di investimenti.

Un tasso di interesse del 3-4% all’anno era ciò che desiderava dal suo denaro.

Non voleva speculare sui soldi risparmiati in questi anni.

Risparmiati e sacrificati dalle spese e dagli sfizi.

Era denaro che gli sarebbe servito per il futuro.

Per i figli, per l’azienda, per sé stesso.

Chiamò Franco, cercando di mantenere la calma esteriore, mentre dentro di sé divampavano sentimenti oscillanti tra lo sconforto e la vendetta omicida.

“Vodafone. L’utente da lei desiderato non è al momento disponibile. Vodafone, free message. The customer…”

“Vodafone. L’utente da lei desiderato non è al momento raggiungibile. Vodafone, free message. The customer…”

Si sentiva completamente smarrito.

Stefano, che era fiero di avere il controllo dell’azienda e della sua vita, era per la prima volta impotente.

Chiamò il suo avvocato, Marcello, che gli fissò un appunta- mento per il pomeriggio, e gli consigliò di portare in studio tutte le carte in suo possesso.

Stefano annullò gli appuntamenti per il pomeriggio, e cercò di non farsi prendere dall’agitazione.

In cuor suo, confidava ancora ci potesse essere un errore.

Provò nuovamente a chiamare Franco. Prima sul cellulare aziendale e poi sul telefono personale.

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“Vodafone. L’utente da lei desiderato non è al momento disponibile. Vodafone, free message. The customer you have…”

“Tim. Il telefono della persona chiamata potrebbe essere spento o non raggiungib…”

Franco non spegneva mai il telefono.

Come Stefano, anche Franco era un uomo di relazione.

Era sempre pronto nelle sue risposte, sempre pronto a veni- re a trovarlo in ufficio per chiacchierare o sempre pronto ad organizzare una cena o un aperitivo.

Si parlava molto poco di finanza o di investimento.

Stefano evitava il più possibile l’argomento, perché ricono- sceva di non capirne granché e si sentiva a disagio.

E così, tra un commento sulla partita del Cagliari, una discus- sione sul declino che attanagliava l’Italia e sulle previsioni meteo a Villasimius per il fine settimana (condite da qualche commento irripetibile sulla nuova stagista assunta da Ste- fano), l’aggiornamento sui propri investimenti occupava al massimo i 5 minuti finali.

“L’asset allocation si dimostra robusta, in questo scena- rio di mercato derivante dalla sfiducia delle mani forti nei confronti della politica monetaria della FED e della BCE.

Sul fronte equity, sono fiducioso che entro 3 mesi avre- mo recuperato quella piccola perdita attuale, mentre sul fronte bond sono sicuro che la mia scommessa di allun- gare la duration sarà premiante nel medio periodo.

E poi, l’importante è battere il benchmark.

Per far questo, ho preparato per te – e solo per te – que- sta nuova proposta di investimento sul fondo Flexible High-Yeld.

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È un fondo nuovo, appena registrato e messo sul mercato dalla mia banca, ma abbiamo tempo sino al 31/12 per stipularlo.

Sta andando a ruba.”

Stefano annuiva e si sforzava di fare una faccia intelligente, presente e attenta.

Era molto orgoglioso della sua capacità di comprendere e governare i processi finanziari ed economici della sua azien- da.

Non poteva quindi ammettere di non aver capito nulla di quanto riferito da Franco.

Ora Franco però non rispondeva al telefono, e questo non era assolutamente un buon segno.

Richiamò il call center della banca e si fece dare il numero di telefono del suo nuovo referente personale.

Rispose Riccardo.

Una voce giovane ed entusiasta faceva da contraltare alla voce alterata e preoccupata di Stefano.

“Sì pronto, sono Stefano De Martis, sono un cliente di Franco. Ho appena chiamato il call center di Banca Inve- stimento. Mi è stato comunicato che Franco non lavora più con voi, e mi è stato fatto il suo nome. Mi può spiegare cosa diavolo sta succedendo?”

La voce brillante di Riccardo scese subito di tono, quando capì che avrebbe passato un brutto quarto d’ora per spiegare la situazione a Stefano.

“Sì sig. De Martis, il sig. B*******a non lavora più con noi da una decina di giorni. Al momento, non posso darle altre spiegazioni per una questione di privacy e policy

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interna, ma posso invitarla a venirci a trovare in ufficio per valutare insieme cosa fare”.

“Ma cosa c*@#o significa non lavora più con noi? Ho affi- dato a B*******a i miei risparmi di anni, era un amico di famiglia e mi diceva di stare tranquillo perché diceva di essere un professionista esperto. Che cosa c*@#o signifi- ca non lavora più con noi? E i miei soldi dove sono finiti?”

“Sig. De Martis, si calmi. La capisco, ma ne so quanto lei.

Non è l’unico ad essere in questa situazione. Non appena avremo degli aggiornamenti e riusciremo a metterci in contatto con B*******a, le faremo sapere”.

Stefano aprì tutti le buste con il logo rosso e nero che conte- nevano gli aggiornamenti sul suo portafoglio di investimento.

Cercò di ricostruire la storia dei suoi investimenti, dal 2006 al marzo 2009.

Rinunciò dopo pochi minuti, perché tra contabili di acquisto, di vendita, di sostituzione prodotti era assolutamente impos- sibile, per lui, venire a capo di qualcosa.

Come potevano inviare a un risparmiatore medio dei docu- menti scritti in un linguaggio così incomprensibile e inacces- sibile?

Mise in ordine le scartoffie e le preparò per l’incontro con il suo avvocato.

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I COMANDAMENTO NON DELEGARE CIECAMENTE

Quando investi del denaro, qualunque sia il tuo referente (l’impiegato di banca, l’assicuratore, il promotore finanziario, il consulente finanziario indipendente) NON devi mai dele- gare completamente e alla cieca le tue operazioni di investi- mento.

Devi verificare personalmente il tuo estratto conto, almeno per le voci più importanti.

Non devi mai comunicare al promotore/consulente i codici di accesso al tuo home banking.

Non devi accettare come unica documentazione dei resoconti scritti a penna o sul cartone delle pizze da parte del promoto- re/consulente.

Non puoi avere FEDE in un operatore finanziario. Puoi al mas- simo avere FIDUCIA nel suo operato e nella sua persona. Sono due concetti completamente diversi, erroneamente confusi.

Aver FEDE significa avere «una credenza piena che procede da intima convinzione o si fonda sull’autorità altrui più che su prove positive».

Aver FIDUCIA significa invece avere «un atteggiamento verso gli altri che risulta da una positiva valutazione di fatti, circo- stanze e relazioni per cui si confida nelle altrui possibilità, e produce un sentimento di sicurezza e tranquillità».

La fede non va mai riposta in un operatore finanziario, per quanto possa apparire affidabile perché ben vestito o perché ha scollinato i 60 da qualche anno.

Il giusto atteggiamento da tenere è di DELEGA CONSAPEVOLE.

È assolutamente giusto e normale che tu non voglia diventare

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un tecnico finanziario o un appassionato di Borsa.

Non devi farlo: sono il primo a sconsigliartelo.

Hai la tua azienda, la tua professione, la tua famiglia e i tuoi hobby che ti impegnano ampiamente la giornata.

L’ultima cosa che vorresti fare è imparare a investire da solo, oppure passare le tue giornate tra notizie finanziarie e grafici di Borsa.

Detto questo, oggi viviamo in un’epoca in cui devi assoluta- mente avere una base di consapevolezza.

Non siamo più negli anni d’oro dell’Italia – quelli che ha cono- sciuto Mario, per intenderci – quando era sufficiente mettere i propri soldi su:

- immobili

- titoli di stato (bot e buoni postali) - banca di fiducia

per raddoppiare il tuo capitale in poco tempo e dormire tra due cuscini.

Non ti sto consigliando di diventare un esperto di finanza e di spaccarti la testa da solo per trovare i prodotti migliori.

Tu continua a fare il tuo lavoro, ed io continuo a fare il mio.

Ma non puoi più permetterti di delegare ciecamente il tuo futuro finanziario a un operatore.

Tutti i casi di truffa e di risparmi andati in fumo partono da questo presupposto.

Delega sì, ma delega consapevole.

Ho scritto questo libro per questo motivo: fornirti le 10 Leg- gi fondamentali da non dimenticare per navigare tranquilla- mente durante la tempesta finanziaria che stiamo vivendo.

Ignora queste leggi e la fine di Stefano è altamente prevedibi- le per te.

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Riferimenti

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