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Grafico della funzione f (x, y) := sin(2x

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(1)

Prove scritte di

Analisi Matematica 2

Ingegneria classe Industriale, corso B a.a. 2004–2005

Grafico della funzione f (x, y) := sin(2x

2

− y) cos(x − 2y

2

) in [−π/2, π/2]

2

Raccolta delle tracce di “Analisi Matematica 2 ” per Ingegneria classe Industriale, corso

B, Facolt`a di Ingegneria, Universit`a degli Studi di Lecce

(2)

4 luglio 2005, traccia A

1. Studiare la convergenza puntuale ed uniforme della seguente serie di funzioni

+∞ X

n=1

x 2 sin(nx) n 2 + 1 .

2. Studiare massimi e minimi relativi ed eventualmente assoluti della funzione

f (x, y) = x x 2 + y 2 , nell’insieme D = ©

(x, y) ∈ R 2 | x y ≥ 1 , x > 0 , y > 0 ª . 3. Risolvere il seguente problema di Cauchy

 

 

 

y 00 + 2y 0 = sin 3x , y(0) = 0 ,

y 0 (0) = β .

Inoltre determinare gli eventuali valori di β ∈ R per cui la soluzione `e

periodica.

(3)

Soluzione del 4 luglio 2005, traccia A 1. Per ogni x ∈ R si ha

+∞ X

n=1

¯ ¯

¯ ¯ x 2 sin(nx) n 2 + 1

¯ ¯

¯ ¯ ≤

+∞ X

n=1

x 2 n 2 + 1 ,

e quindi la serie `e puntualmente (ed assolutamente) convergente in tutto R. Inoltre, fissato a > 0, risulta

+∞ X

n=1

¯ ¯

¯ ¯ x 2 sin(nx) n 2 + 1

¯ ¯

¯ ¯ ≤

+∞ X

n=1

a 2 n 2 + 1 ,

per ogni x ∈ [−a, a] e quindi la convergenza `e totale (dunque anche uniforme) in ogni intervallo [−a, a], con a > 0.

La convergenza non `e per`o uniforme in tutto R; infatti, per ogni n ≥ 1, si consideri x n > n + 1 (oppure x n < −n − 1) tale che sin(nx n ) = 1;

allora

x 2 n sin(nx n )

n 2 + 1 > (n + 1) 2 n 2 + 1 > 1

e quindi il resto della serie non pu`o tendere uniformemente a 0 in tutto R.

2. La funzione `e definita in R 2 \ {(0, 0)} ed in tale insieme `e dotata di derivate parziali continue. Quindi `e differenziabile in R 2 \ {(0, 0)}. I punti stazionari si ottengono annullando le derivate parziali

∂f

∂x (x, y) = y 2 − x 2

(x 2 + y 2 ) 2 , ∂f

∂y (x, y) = −2xy (x 2 + y 2 ) 2 ;

il punto (0, 0) non `e soluzione del sistema precedente in quanto la funzione non `e definita in tale punto.

Quindi non vi sono punti stazionari in D per cui non esistono punti di massimo o minimo relativo interni a D.

Lungo la curva xy = 1 con x, y > 0, si ottiene la funzione ϕ :]0, +∞[→

R definita ponendo, per ogni x ∈ R, ϕ(x) := f

µ x, 1

x

= x

x 2 + 1/x 2 = x 3 x 4 + 1 .

Poich`e lim x→0

+

ϕ(x) = lim x→+∞ ϕ(x) = 0 mentre f `e strettamente

positiva in D, si deduce che inf (x,y)∈D f (x, y) = 0, ma non esiste il

minimo assoluto di f in D.

(4)

La funzione ϕ `e derivabile in ]0, +∞[ e, per ogni x > 0, ϕ 0 (x) = 3x 2 (1 + x 4 ) − 4x 6

(x 4 + 1) 2 = x 2 (3 − x 4 ) (x 4 + 1) 2 . Si riconosce facilmente che ϕ 0 (x) ≥ 0 se e solo se x ≤

4

3 e quindi ϕ `e strettamente crescente in ]0,

4

3] e strettamente decrescente in [

4

3, +∞[; vi `e quindi un punto di massimo relativo in

4

3 per ϕ in cui ϕ

³

4

3

´

= f µ

4

3, 1

4

3

=

4

3 3

4 ∼ 0.569 . . .

Per riconoscere che tale punto corrisponde ad un punto di massimo relativo anche per f si osserva che, considerato r > 2 e D r := D ∩ B r 0 (0, 0), la funzione f `e dotata di massimo assoluto in D r in quanto continua sull’insieme chiuso e limitato D r ; poich`e si `e gi`a visto che non esistono punti di massimo o minimo relativo interni a D r , il massimo assoluto di f in D r deve essere assunto sulla frontiera di D r ; lungo l’arco di circonferenza di D r di centro l’origine e raggio r si ha 0 <

x < r e conseguentemente

f (x, y) = x r 2 1

r < 1 2 < f

µ

4

3, 1

4

3

e quindi il punto (

4

3, 1/

4

3) `e di massimo assoluto di f in D r ; tenendo presente che per quanto gi`a osservato in D \ D r si ha f (x, y) ≤ 1/r il punto trovato `e di massimo assoluto per f in D.

Alternativamente, si pu`o procedere scrivendo la funzione in coordinate polari; risulta infatti, per ogni ρ > 0 e θ ∈ R tali che (ρ cos θ, ρ sin θ) ∈ D,

f (ρ cos θ, ρ sin θ) = cos θ

ρ , (1)

considerando le limitazioni 0 < θ < π

2 , ρ ≥ 1

cos θ sin θ

(l’ultima diseguaglianza si ottiene imponendo x y = 1, da cui ρ 2 cos θ sin θ = 1.

3. Il polinomio caratteristico associato all’equazione omogenea y 00 +2y 0 = 0 `e dato da λ 2 + 2λ = 0 ed ha come soluzioni 0 e −2. Conseguente- mente, la soluzione generale dell’omogenea `e data da

y = c 1 + c 2 e −2x .

(5)

Una soluzione particolare dell’equazione y 00 + 2y 0 = sin 3x pu`o es- sere cercata del tipo y = a sin 3x + b cos 3x, con a, b ∈ R da deter- minare; poich`e y 0 = 3a cos 3x − 3b sin 3x e y 00 = −9a sin 3x − 9b cos 3x, imponendo la condizione y 00 + 2y 0 = sin 3x, si trova

−9a sin 3x − 9b cos 3x + 6a cos 3x − 6b sin 3x = sin 3x ,

ed uguagliando separatamente i termini con il seno e quelli con il coseno, si ottiene il sistema

½ −9a − 6b = 1 , 6a − 9b = 0 ,

che ha come unica soluzione a = −1/13 e b = −2/39. Quindi y = − 1

13 sin 3x − 2

39 cos 3x

e la soluzione generale dell’equazione y 00 + 2y 0 = sin 3x `e y = c 1 + c 2 e −2x 1

13 sin 3x − 2

39 cos 3x .

Imponendo la condizione iniziale y(0) = 0 si trova c 1 + c 2 − 2/39 = 0 e inoltre, tenendo presente che y 0 = −2c 2 e −2x 13 3 cos 3x + 13 2 sin 3x, dalla condizione y 0 (0) = β, si ottiene −2c 2 − 3/13 = β; pertanto c 1 = −3/26 − β/2 e c 2 = 1/6 + β/2 e la soluzione del problema di Cauchy assegnato `e

y = − 3 26 β

2 + µ 1

6 + β 2

e −2x 1

13 sin 3x − 2

39 cos 3x .

Tale soluzione `e periodica solamente per β = −1/3 (cio`e quando si

annulla il coefficiente della funzione esponenziale).

(6)

4 luglio 2005, traccia B

1. Studiare la convergenza puntuale ed uniforme della seguente serie di funzioni

+∞ X

n=1

cos(nx) n 2 x 2 .

2. Studiare massimi e minimi relativi ed eventualmente assoluti della funzione

f (x, y) = y x 2 + y 2 , nell’insieme D = ©

(x, y) ∈ R 2 | x y ≥ 1 , x > 0 , y > 0 ª . 3. Risolvere il seguente problema di Cauchy

 

 

 

y 00 + y 0 = cos 2x , y(0) = 0 ,

y 0 (0) = β .

Inoltre determinare gli eventuali valori di β ∈ R per cui la soluzione `e

periodica.

(7)

Soluzione del 4 luglio 2005, traccia B 1. Per ogni x ∈ R \ {0} si ha

X +∞

n=1

¯ ¯

¯ ¯ cos(nx) n 2 x 2

¯ ¯

¯ ¯ ≤ X +∞

n=1

1 n 2 x 2 ,

e quindi la serie `e puntualmente (ed assolutamente) convergente in tutto R \ {0}. Inoltre, fissato a > 0, risulta

+∞ X

n=1

¯ ¯

¯ ¯ cos(nx) n 2 x 2

¯ ¯

¯ ¯ ≤ X +∞

n=1

1 n 2 a 2 ,

per ogni x ∈]−∞, −a]∪[a, ∞[ e quindi la convergenza `e totale (dunque anche uniforme) in ogni intervallo ] − ∞, −a] ∪ [a, ∞[, con a > 0.

La convergenza non `e per`o uniforme in tutto R; infatti, per ogni n ≥ 1, si consideri x n ∈ R tale che |x n | < 1/

n e cos(nx n ) = 1; allora cos(nx)

n 2 x 2 > 1

e quindi il resto della serie non pu`o tendere uniformemente a 0 in tutto R \ {0}.

2. La funzione pu`o essere studiata in maniera esattamente analoga alla funzione assegnata nella traccia A invertendo i ruoli delle variabili x ed y.

3. Il polinomio caratteristico associato all’equazione omogenea y 00 +y 0 = 0

`e dato da λ 2 + λ = 0 ed ha come soluzioni 0 e −1. Conseguentemente, la soluzione generale dell’omogenea `e data da

y = c 1 + c 2 e −x .

Una soluzione particolare dell’equazione y 00 + 2y 0 = cos 2x pu`o es- sere cercata del tipo y = a sin 2x + b cos 2x, con a, b ∈ R da deter- minare; poich`e y 0 = 2a cos 2x − 2b sin 2x e y 00 = −4a sin 2x − 4b cos 2x, imponendo la condizione y 00 + y 0 = cos 2x, si trova

−4a sin 2x − 4b cos 2x + 2a cos 2x − 2b sin 2x = cos 2x ,

ed uguagliando separatamente i termini con il seno e quelli con il coseno, si ottiene il sistema

½ −4a − 2b = 0 ,

2a − 4b = 1 ,

(8)

che ha come unica soluzione a = 1/10 e b = −1/5. Quindi y = 1

10 sin 2x − 1 5 cos 2x

e la soluzione generale dell’equazione y 00 + y 0 = cos 2x `e y = c 1 + c 2 e −x + 1

10 sin 2x − 1

5 cos 2x .

Imponendo la condizione iniziale y(0) = 0 si trova c 1 + c 2 − 1/5 = 0 e inoltre, tenendo presente che y 0 = −c 2 e −x + 1 5 cos 2x + 2 5 sin 2x, dalla condizione y 0 (0) = β, si ottiene −c 2 + 1/5 = β; pertanto c 1 = β e c 2 = 1/5 − β e la soluzione del problema di Cauchy assegnato `e

y = β + µ 1

5 − β

e −x + 1

10 sin 2x − 1

5 cos 2x .

Tale soluzione `e periodica solamente per β = 1/5 (cio`e quando si

annulla il coefficiente della funzione esponenziale).

(9)

18 luglio 2005, traccia A

1. Calcolare il seguente integrale doppio Z Z

D

p x 2 + y 2 dx dy ,

dove

D = ©

(x, y) ∈ R 2 | x 2 + y 2 ≤ 1 , (x − 1) 2 + y 2 ≤ 1 ª .

2. Studiare massimi e minimi relativi ed eventualmente assoluti della funzione

f (x, y) = x ¡

x 2 − y + 2 ¢ e x , nell’insieme D = ©

(x, y) ∈ R 2 | x 2 ≤ y ≤ x 2 + 3 ª . 3. Risolvere la seguente equazione differenziale

y 0 = y + x 2 y 2 .

(10)

Soluzione del 18 luglio 2005, traccia A 1. Risolvendo il sistema

½ x 2 + y 2 = 1 , (x − 1) 2 + y 2 = 1 ,

si trovano le intersezioni delle due circonferenze nei punti (1/2, 3/2) e (1/2, −

3/2).

Poich´e la funzione `e simmetrica rispetto all’asse delle ascisse, si ha Z Z

D

p x 2 + y 2 dx dy = 2 Z Z

D

+

p x 2 + y 2 dx dy ,

dove D + = D ∩ (R × R + ) (quindi D + `e la l’intersezione di D con il semipiano positivo delle ordinate).

Posto x = ρ cos θ e y = ρ sin θ il dominio D + si pu`o decomporre nel modo seguente D + = D 1 ∪ D 2 , dove

D 1 = n

(ρ, θ) ∈ R 2 | 0 ≤ ρ ≤ 1 , 0 ≤ θ ≤ π 3

o , D 2 =

n

(ρ, θ) ∈ R 2 | π

3 ≤ θ ≤ π

2 , 0 ≤ ρ ≤ 2 cos θ o

(in coordinate polari l’equazione della circonferenza (x − 1) 2 + y 2 = 1 si scrive ρ 2 cos 2 θ − 2ρ cos θ + 1 + ρ sin 2 θ = 1 che semplificata diventa ρ(ρ − 2 cos θ) = 0 e fornisce le intersezioni in coordinate polari ρ = 0 e ρ = 2 cos θ tra la circonferenza e la semiretta passante per l’origine con coefficiente angolare tan θ).

A questo punto risulta Z Z

D

1

p x 2 + y 2 dx dy = Z 1

0

ρ 2 Z π/3

0

dθ = π 3

Z 1

0

ρ 2 dρ = π

9 ,

(11)

e inoltre Z Z

D

2

p x 2 + y 2 dx dy =

Z π/2

π/3

Z 2 cos θ

0

ρ 2

= 8

3 Z π/2

π/3

cos 3 θ dθ

= 8

3 Z π/2

π/3

cos θ(1 − sin 2 θ) dθ

= 8

3 Z π/2

π/3

(cos θ − sin 2 θ cos θ) dθ

= 8

3

·

sin θ − sin 3 θ 3

¸ π/2

π/3

= 8

3 Ã

1 − 1 3

3 2 + 3

3 24

!

= 16 9

3 . Pertanto

Z Z

D

+

p x 2 + y 2 dx dy = Z Z

D

1

p x 2 + y 2 dx dy

+ Z Z

D

2

p x 2 + y 2 dx dy

= π

9 + 16 9

3 = 17 9

3 , e conseguentemente

Z Z

D

p x 2 + y 2 dx dy = 2 Z Z

D

+

p x 2 + y 2 dx dy = 34 9 − 2

3 .

2. La funzione `e differenziabile in ogni punto e quindi i suoi massimi e minimi relativi interni al dominio D sono necessariamente punti stazionari per f . Risolvendo il sistema ottenuto annullando le derivate parziali ½

(x 3 + 3x 2 + 2x − xy − y + 2) e x = 0 ,

−x e x = 0 ,

(12)

si trova l’unico punto stazionario (0, 2) che `e interno al dominio D. Le derivate parziali seconde di f sono date da

2 f

∂x 2 (x, y) = (x 3 + 6x 2 + 8x − xy − 2y + 4) e x ,

2 f

∂x ∂y (x, y) = (x + 1) e x ,

2 f

∂y 2 (x, y) = 0 ,

e quindi nel punto (0, 2) la matrice hessiana `e

¯ ¯

¯ ¯ 0 1 1 0

¯ ¯

¯ ¯ ;

poich´e il determinante hessiano `e strettamente negativo, si deduce che (0, 2) `e un punto di sella per f .

Si discutono ora eventuali massimi e minimi relativi sulla frontiera di D. Sulla curva y = x 2 si ottiene la funzione

ϕ(x) = f (x, x 2 ) = 2x e x , x ∈ R , che `e derivabile e la cui derivata `e data da

ϕ 0 (x) = 2(x + 1) e x , x ∈ R ;

si deduce che la derivata di ϕ `e positiva in [−1, +∞[ e negativa in ] − ∞, −1] e quindi −1 `e un minimo relativo (anzi assoluto) per ϕ;

pertanto (−1, 1) `e un minimo relativo per f sulla frontiera di D e si ha f (−1, 1) = −2/e.

In maniera analoga, sulla curva y = x 2 + 3 si ottiene la funzione ψ(x) = f (x, x 2 + 3) = −x e x , x ∈ R ,

che `e derivabile e la cui derivata `e data da

ψ 0 (x) = −(x + 1) e x , x ∈ R ;

si deduce che la derivata di ψ `e positiva in ] − ∞, −1] e negativa in [−1, +∞[ e quindi −1 `e un massimo relativo (anzi assoluto) per ψ;

pertanto (−1, 4) `e un massimo relativo per f sulla frontiera di D e si ha f (−1, 4) = 1/e.

La funzione non `e dotata di massimo assoluto in D in quanto ad esem-

pio sulla curva y = x 2 tende a +∞ per x → +∞. In maniera analoga

si deduce che la funzione non `e dotata di massimo assoluto in D in

quanto ad esempio sulla curva y = x 2 + 3 tende a −∞ per x → +∞.

(13)

Ulteriori informazioni aggiuntive sulla funzione possono essere dedotte studiando come sopra la funzione f sulla curva y = x 2 + c, con 0 <

c < 3 e considerando quindi la funzione

ϕ c (x) = f (x, x 2 + c) = (2 − c)x e x , x ∈ R , che `e derivabile e la cui derivata `e data da

ϕ 0 c (x) = (2 − c)(x + 1) e x , x ∈ R ;

dallo studio della derivata si deduce l’esistenza di un massimo o un minimo per ϕ c nel punto −1 in cui si ha f (−1, 1+c) = (c−2)/e > −2/e;

inoltre per x → −∞ la funzione ϕ c tende sempre a 0 mentre per x → +∞ la funzione tende a +∞ se 0 ≤ c < 2, a 0 se c = 2 ed a −∞

se 2 < c ≤ 3.

Lo studio dei massimi e minimi della funzione f , considerata la strut- tura dell’insieme D, pu`o essere alternativamente dedotto dallo studio delle funzioni ϕ c .

3. Si tratta di un’equazione differenziale del primo ordine di Bernoulli con α = 2. La funzione nulla y = 0 `e soluzione dell’equazione. Supposto y 6= 0 e dividendo per y 2 si ottiene l’equazione differenziale y 0 /y 2 = 1/y + x 2 ; posto z = 1/y, da cui z 0 = −y 0 /y 2 , si ottiene l’equazione differenziale lineare del primo ordine −z 0 = z + x 2 , cio`e z 0 = −z − x 2 , la cui soluzione generale `e data da

z = e −x µ

c − Z x

0

t 2 e t dt

, c ∈ R .

Poich´e Z x

0

t 2 e t dt = x 2 e x − 2 Z x

0

t e t dt = x 2 e x − 2xe x + 2e x − 2 , si ottiene

z = e −x ¡

c − x 2 e x + 2xe x − 2e x ¢

, c ∈ R ,

(la costante −2 ottenuta nell’integrazione precedente `e stata omessa a causa della presenza della costante arbitraria c) e conseguentemente

y = e x

c − x 2 e x + 2xe x − 2e x = 1

c e −x − x 2 + 2x − 2 , c ∈ R .

(14)

18 luglio 2005, traccia B

1. Calcolare il seguente integrale doppio Z Z

D

xy p

x 2 + y 2 dx dy , dove

D =

½

(x, y) ∈ R 2 | x 2

4 + y 2 ≤ 1 , x 2 + y 2 ≥ 1 , x ≥ 0 , y ≥ 0

¾ .

2. Studiare massimi e minimi relativi ed eventualmente assoluti della funzione

f (x, y) = (x − 5) 2 + y 2 1 + ((x − 5) 2 + y 2 ) 2 , nell’insieme D = ©

(x, y) ∈ R 2 | (x − 5) 2 + y 2 ≥ 1 , −1 ≤ y ≤ 1 ª . 3. Risolvere la seguente equazione differenziale

y 0 = y + xy 2 .

(15)

Soluzione del 18 luglio 2005, traccia B

1. Posto x = ρ cos θ e y = ρ sin θ e tenendo presente che in coordinate po- lari l’equazione dell’ellisse x 2 /4+y 2 = 1 si scrive ρ 2 cos 2 θ/4+ρ sin 2 θ = 1 che semplificata diventa ρ 2 (1 + 3 sin 2 θ) = 4 e fornisce l’intersezione con coordinate positive ρ = 2/ p

1 + 3 sin 2 θ tra l’ellisse e la semiret- ta passante per l’origine con coefficiente angolare tan θ, il dominio D diventa in coordinate polari

D = (

(ρ, θ) ∈ R 2 | 0 ≤ θ ≤ π

2 , 1 ≤ ρ ≤ 2 p 1 + 3 sin 2 θ

) .

Pertanto, posto t = 1 + 3 sin 2 θ, da cui dt = 6 sin θ cos θ dθ, si ottiene Z Z

D

xy p

x 2 + y 2 dx dy = Z π/2

0

Z 2/

1+3 sin

2

θ 1

ρ 4 sin θ cos θ dρ

= Z π/2

0

sin θ cos θ

· ρ 5 5

¸ 2/

1+3 sin

2

θ 1

= 1 5

Z π/2

0

µ 32

(1 + 3 sin 2 θ) 5/2 − 1

sin θ cos θ dθ

= 1 30

Z 4

1

µ 32 t 5/2 − 1

dt

= 1 30

32

"

t −3/2 3/2

# 4

1

− [t] 4 1

= 1 30

µ 32

µ

2 3 · 2 3 + 2

3

− 3

= 47 90 . 2. Posto t = (x − 5) 2 + y 2 ≥ 0 si ottiene la funzione

ϕ(t) = t

1 + t 2 , t ≥ 0 .

Tale funzione `e derivabile in R e la sua derivata `e data da ϕ 0 (t) = 1 − t 2

(1 + t 2 ) 2 , t ≥ 0 ;

si deduce che ϕ `e strettamente crescente per 0 ≤ t ≤ 1 e strettamente

decrescente per t ≥ 1 e inoltre ha un massimo assoluto nel punto 1 e

tende a 0 per t → +∞. Poich`e, per ogni (x, y) ∈ D risulta t ≥ 1, si

pu`o asserire che la funzione f `e costante su ogni arco di circonferenza

(x − 5) 2 + y 2 = c ≥ 1 tale che −1 ≤ y ≤ 1 ed assume il massimo

assoluto per c = 1 mentre non esiste il minimo assoluto in quanto

(16)

l’estremo inferiore 0 che si ottiene per c → +∞ non `e un valore della funzione. In conclusione sono punti di massimo assoluto per f in D i seguenti elementi di D

© (x 0 , y 0 ) ∈ R 2 | (x 0 − 5) 2 + y 2 0 = 1 , −1 ≤ y 0 ≤ 1 ª , ed in tali punti il massimo di f `e uguale a f (x 0 , y 0 ) = 1/2.

3. Si tratta di un’equazione differenziale del primo ordine di Bernoulli con α = 2. La funzione nulla y = 0 `e soluzione dell’equazione. Supposto y 6= 0 e dividendo per y 2 si ottiene l’equazione differenziale y 0 /y 2 = 1/y + x; posto z = 1/y, da cui z 0 = −y 0 /y 2 , si ottiene l’equazione differenziale lineare del primo ordine −z 0 = z + x, cio`e z 0 = −z − x, la cui soluzione generale `e data da

z = e −x µ

c − Z x

0

t e t dt

, c ∈ R .

Poich´e Z x

0

t e t dt = x e x − e x + 1 , si ottiene

z = e −x (c − x e x + e x ) , c ∈ R ,

(la costante 1 ottenuta nell’integrazione precedente `e stata omessa a causa della presenza della costante arbitraria c) e conseguentemente

y = e x

c − x e x + e x = 1

c e −x − x + 1 , c ∈ R .

(17)

5 settembre 2005, traccia A

1. Calcolare la lunghezza della curva ϕ : [0, π] → R 3 definita ponendo, per ogni t ∈ [0, π],

ϕ(t) = (t, sin t, cos t) . Inoltre, si calcoli il seguente integrale curvilineo

Z

ϕ

(x + y − z) ds .

2. Studiare massimi e minimi assoluti della funzione f (x, y, z) = x 2 + y 2 + z 2 , nell’insieme S = ©

(x, y, z) ∈ R 3 | z = x 2 + y 2 , x + y + z = 1 ª . 3. Risolvere il seguente problema di Cauchy

½ x y y 0 = x 2 + y 2 ,

y(1) = 0 .

(18)

Soluzione del 5 settembre 2005, traccia A

1. La curva ϕ `e regolare in quanto le sue componenti sono derivabili con derivate continue e inoltre, per ogni t ∈ [0, π], si ha ϕ 0 (t) = (1, cos t, − sin t) e conseguentemente

0 (t)k = p

1 + cos 2 t + sin 2 t = 2 6= 0 . Pertanto

`(ϕ) = Z π

0

0 (t)k dt = 2 π .

Per quanto riguarda l’integrale curvilineo, considerata la funzione f (x, y, z) = x + y − z ,

si ha Z

ϕ

(x + y − z) ds = Z π

0

f (ϕ(t)) kϕ 0 (t)k dt

=

2 Z π

0

(t + sin t − cos t) dt

=

2 µ π 2

2 + 2

=

2 2

¡ π 2 + 4 ¢ .

2. Innanzitutto, si osserva che il massimo ed il minimo assoluto di f sul- l’insieme S devono necessariamente esistere per il Teorema di Weier- strass in quanto f `e continua e l’insieme S `e chiuso e limitato. 1 Dalla condizione z = x 2 + y 2 , segue che si pu`o studiare la funzione

g(x, y) = f (x, y, x 2 + y 2 ) = x 2 + y 2 + (x 2 + y 2 ) 2 nell’insieme

D = {(x, y) ∈ R 2 | x + y + x 2 + y 2 = 1} .

Utilizzando il metodo dei moltiplicatori di Lagrange, si consideri ora la nuova funzione

h(x, y, λ) = x 2 + y 2 + (x 2 + y 2 ) 2 + λ (x + y + x 2 + y 2 − 1) .

1

Si riconosce facilmente che l’insieme S `e chiuso in quanto intersezione degli insiemi chiusi

S

1

= (x, y, z) ∈ R

3

| z = x

2

+ y

2

, S

2

= (x, y, z) ∈ R

3

| x + y + z = 1 . Per riconoscere che S `e anche limitato si pu`o porre x = ρ cos θ, y = ρ sin θ; dalla condizione z = x

2

+ y

2

si ottiene z = ρ

2

≥ 0 e inoltre, da x + y + z = 1, si ricava ρ(cos θ + sin θ + ρ) = 1 da cui ρ(ρ−2) ≤ 1 e quindi ρ ≤ 1+

2; dunque 0 ≤ z ≤ (1+

2)

2

e x

2

+y

2

= z ≤ (1+

2)

2

.

(19)

Tale funzione `e differenziabile ed i suoi punti stazionari sono forniti dal seguente sistema

 

2x + 4(x 2 + y 2 )x + λ + 2λx = 0 , 2y + 4(x 2 + y 2 )y + λ + 2λy = 0 , x + y + x 2 + y 2 − 1 = 0 .

Sottraendo le prime due equazioni si ricava x = y e conseguentemente dalla terza equazione si ottiene 2x + 2x 2 − 1 = 0, da cui x = (−1 ±

3)/2. Poich´e y = x e z = x 2 + y 2 , si ottengono conseguentemente i seguenti punti stazionari per f

A = Ã

−1 − 3

2 , −1 − 3

2 , 2 + 3

! ,

B = Ã

−1 + 3

2 , −1 + 3

2 , 2 − 3

! .

Poich´e f (A) = 9 + 5

3 e f (B) = 9 − 5

3, si conclude che A `e l’unico punto di massimo assoluto per f su S e B e l’unico punto di minimo assoluto per f su S; il massimo assoluto `e 9 +5

3 ed il minimo assolto

`e 9 − 5 3.

3. Considerando x > 0 (la condizione iniziale viene imposta nel punto 1) e tenendo presente che la funzione y = 0 non `e soluzione del problema di Cauchy assegnato, si possono dividere entrambi i membri per xy e si ottiene

y 0 = x 2 + y 2 xy = x

y + y x ;

posto z = y/x, da cui y = x z e quindi y 0 = xz 0 + z, si ha z + x z 0 = 1

z + z

e semplificando x z 0 = 1/z. Quest’ultima equazione `e a variabili sep- arabili; scrivendo z z 0 = 1/x ed integrando entrambi i membri, si ricava

z 2

2 = log x + c , c ∈ R , da cui z 2 = 2 log x + c e z = ±

2 log x + c. Conseguentemente y = x z = ±x p

2 log x + c , c ∈ R . Imponendo la condizione iniziale y(1) = 0 si trova 0 = ±

c, da cui c = 0 e quindi vi sono due soluzioni del problema di Cauchy assegnato date da

y = ±x p

2 log x , x ≥ 1 .

(20)

5 settembre 2005, traccia B

1. Calcolare la lunghezza della curva ϕ : [0, π] → R 3 definita ponendo, per ogni t ∈ [0, π],

ϕ(t) = (cos t, t, sin t) . Inoltre, si calcoli il seguente integrale curvilineo

Z

ϕ

(2x − y 2 + z) ds .

2. Studiare massimi e minimi assoluti della funzione f (x, y, z) = x 2 + y 2 + z 2 , nell’insieme S = ©

(x, y, z) ∈ R 3 | y = x 2 + z 2 , x + y + z = 1 ª . 3. Risolvere il seguente problema di Cauchy

 

y 00 + y 0 = y y 0 ,

y(0) = 0 ,

y 0 (0) = 1/2 .

(21)

Soluzione del 5 settembre 2005, traccia B

1. La curva ϕ `e regolare in quanto le sue componenti sono derivabili con derivate continue e inoltre, per ogni t ∈ [0, π], si ha ϕ 0 (t) = (− sin t, 1, cos t) e conseguentemente

0 (t)k = p

sin 2 t + 1 + cos 2 t = 2 6= 0 . Pertanto

`(ϕ) = Z π

0

0 (t)k dt = 2 π .

Per quanto riguarda l’integrale curvilineo, considerata la funzione f (x, y, z) = 2x − y 2 + z ,

si ha Z

ϕ

(2x − y 2 + z) ds = Z π

0

f (ϕ(t)) kϕ 0 (t)k dt

=

2 Z π

0

(2 cos t − t 2 + sin t) dt

=

2 µ

π 3 3 + 2

=

2 3

¡ −π 3 + 6 ¢ .

2. La soluzione `e identica a quella dell’esercizio 2. della traccia A del 5 settembre 2005 invertendo i ruoli delle variabili y e z.

3. Si tratta di un’equazione differenziale del secondo ordine mancante della x; posto p(y) = y 0 (la nuova funzione p viene considerata nella variabile y) si ha

y 00 = dp dx = dp

dy dy dx = dp

dy y 0 e quindi l’equazione diventa

p dp

dy + p = y p ;

osservato che p 6= 0 (infatti y 0 = 0 non soddisfa l’ultima condizione del problema di Cauchy) si ottiene

dp

dy = y − 1 ;

integrando quest’ultima equazione rispetto alla variabile y si ricava p(y) − p(0) = y 2 /2 − y − y 2 (0)/2 + y(0) e tenendo presenti le condizioni iniziali del problema di Cauchy

p(y) − 1 2 = y 2

2 − y ,

(22)

da cui

y 0 = y 2

2 − y + 1 2 .

Quest’ultima equazione `e a variabili separabili e si pu`o scrivere 2 y 0

y 2 − 2y + 1 = 1 ; integrando rispetto alla variabile x si ottiene

2

1 − y 2

1 − y(0) = x e dalle condizioni iniziali

2

1 − y = x + 2 da cui infine

y = 1 − 2

x + 2 .

(23)

9 dicembre 2005

1. Calcolare il seguente integrale doppio Z Z

D

x 2 − y 2

p x 2 + y 2 dx dy , dove

D = ©

(x, y) ∈ R 2 | x 2 + y 2 ≤ 1 , x + y ≥ 1 ª .

2. Studiare massimi e minimi relativi ed eventualmente assoluti della funzione

f (x, y) = 1 + x 1 + x 2 + y 2 , nell’insieme D = ©

(x, y) ∈ R 2 | x 2 + y 2 ≤ 1 ª . 3. Risolvere la seguente equazione differenziale

yy 00 − y 2 y 0 − y 02 = 0 .

(24)

Soluzione del 9 dicembre 2005

1. L’integrale doppio pu`o essere risolto in maniera immediata con con- siderazioni di simmetria del dominio e della funzione. Infatti

Z Z

D

x 2 − y 2

p x 2 + y 2 dx dy = Z Z

D

x 2

p x 2 + y 2 dx dy − Z Z

D

y 2

p x 2 + y 2 dx dy , e scambiando le variabili x ed y nel secondo integrale (utilizzando cio`e la trasformazione u = y, v = x con jacobiano −1 e considerando il fatto che il dominio rimane invariato), si ottiene che l’integrale assegnato `e nullo.

Alternativamente, l’integrale pu`o essere calcolato anche utilizzando il cambiamento di variabili in coordinate polari x = ρ cos θ, y = ρ sin θ;

in questo caso l’insieme D viene descritto dalle seguenti condizioni 0 ≤ θ ≤ π

2 , 1

cos θ + sin θ ≤ ρ ≤ 1 , ed `e normale rispetto a θ. Pertanto

Z Z

D

x 2 − y 2

p x 2 + y 2 dx dy = Z π/2

0

Z 1

1/(cos θ+sin θ)

ρ 2 (cos 2 θ − sin 2 θ)

ρ ρ dρ

= Z π/2

0

(cos 2 θ − sin 2 θ) dθ Z 1

1/(cos θ+sin θ)

ρ 2

= Z π/2

0

(cos 2 θ − sin 2 θ)

· ρ 3 3

¸ 1

1/(cos θ+sin θ)

= 1 3

Z π/2

0

cos 2θ dθ − 1 3

Z π/2

0

cos θ − sin θ (sin θ + cos θ) 2 Per quanto riguarda il primo integrale si ha

Z π/2

0

cos 2θ dθ = [sin 2θ] π/2 0 = 0 .

Per quanto riguarda il secondo integrale, si potrebbero ancora prendere in considerazione le propriet`a di simmetria del dominio e della funzione e si otterrebbe

Z π/2

0

cos θ − sin θ (sin θ + cos θ) 2 dθ =

Z π/4

0

cos θ − sin θ (sin θ + cos θ) 2 +

Z π/2

π/4

cos θ − sin θ (sin θ + cos θ) 2

= Z π/4

0

cos θ − sin θ (sin θ + cos θ) 2 dθ −

Z 0

π/4

sin ϕ − cos ϕ (cos ϕ + sin ϕ) 2

= Z π/4

0

cos θ − sin θ (sin θ + cos θ) 2 dθ −

Z π/4

0

cos ϕ − sin ϕ

(cos ϕ + sin ϕ) 2 dϕ = 0

(25)

(si `e posto ϕ = π/2 − θ e si `e osservato che dϕ = −dθ e cos θ = sin ϕ, sin θ = cos ϕ).

Alternativamente, l’integrale potrebbe essere calcolato direttamente nel modo seguente

Z π/2

0

cos θ − sin θ

(sin θ + cos θ) 2 dθ = − 1 6

Z π/2

0

D(sin θ + cos θ) (sin θ + cos θ) 2

= 1

6

· 1

sin θ + cos θ

¸ π/2

0

= 1

6 (1 − 1) = 0 . 2. La funzione `e continua su un insieme chiuso e limitato e pertanto `e si-

curamente dotata di massimo e minimo assoluto. Si osserva inoltre che essa `e differenziabile in ogni punto dell’insieme D in quanto dotata di derivate parziali continue in ogni punto. I punti di massimo e minimo relativo interni a D sono pertanto i punti interni a D che soddisfano il sistema che si ottiene annullando entrambe le derivate parziali

 

 

 

 

1 + x 2 + y 2 − 2x − 2x 2 (1 + x 2 + y 2 ) 2 = 0 ,

−2y(1 + x)

(1 + x 2 + y 2 ) 2 = 0 ,

cio`e (

1 − 2x − x 2 + y 2 = 0 , y(1 + x) = 0 .

Dalla seconda equazione, si ottiene y = 0 oppure x = −1; se y = 0, dalla prima equazione deve essere x = −1±

2 e si ottengono quindi il punto (−1 −

2, 0) che non appartiene a D e A(−1 +

2, 0) che invece

`e interno a D. Le derivate parziali seconde di f sono date da

2 f

∂x 2 (x, y) = 2(−1 − 3x + 3x 2 + x 3 − y 2 − 3xy 2 ) (1 + x 2 + y 2 ) 3 ,

2 f

∂x ∂y (x, y) = − 2y(1 − 4x − 3x 2 + y 2 ) (1 + x 2 + y 2 ) 3 ,

2 f

2 y (x, y) = − 2(1 + x)(1 + x 2 − 3y 2 ) (1 + x 2 + y 2 ) 3 ,

e conseguentemente la matrice hessiana nel punto (−1 +

2, 0) `e data

da ¯

¯ ¯

¯ ¯

−1+ 2 (−2+

2)

3

, 0

0 1

8−6 2

¯ ¯

¯ ¯

¯ ;

poich´e i suoi minori M 1 ed M 2 sono tali che M 1 < 0 e M 2 > 0, si conclude che il punto (−1 +

2, 0) `e un massimo relativo per f nel quale la funzione assume il valore 1 +

2.

(26)

Si studia ora il comportamento di f sulla frontiera di D; poich´e f `e dotata di massimo e minimo assoluto, il minimo assoluto deve trovarsi necessariamente sulla frontiera.

Trasformando le coordinate cartesiane in polari ponendo x = ρ cos θ, y = ρ sin θ la frontiera di D viene espressa dalle condizioni ρ = 1 e

−π < θ ≤ π e la funzione diventa g(θ) = f (cos θ, sin θ) = 1 + cos θ

2 = cos 2 θ

2 , −π < θ ≤ π . A questo punto `e chiaro il massimo di g `e 1 e si ottiene per θ = 0 mentre il suo minimo `e 0 e viene assunto per θ = π. Poich´e nel punto (cos 0, sin 0) = (1, 0) la funzione assume il valore 1, si conclude che il massimo assoluto di f `e 1+

2 e viene assunto in −1+

2. Per quanto riguarda invece il minimo assoluto di f , esso deve essere necessaria- mente assunto sulla frontiera nel punto (cos π, sin π) = (−1, 0) ed `e uguale a 0. Quest’ultima propriet`a poteva essere dedotta direttamente osservando che f `e positiva e si annulla in (−1, 0).

3. L’equazione differenziale `e del secondo ordine mancante della x; posto z(y) = y 0 , si ha

y 00 = dy 0 dx = dz

dy dy dx = dz

dy y 0 = dz dy z e quindi l’equazione differenziale diventa

yz dz

dy − y 2 z − z 2 = 0 , cio`e

z µ

y dz

dy − y 2 − z

= 0 .

L’equazione z = 0 fornisce le soluzioni y 0 = 0 e quindi y = c, con c ∈ R costante arbitraria.

L’equazione

y dz

dy − y 2 − z = 0 si pu`o scrivere

dz dy = 1

y z + y

ed `e lineare del primo ordine; le sue soluzioni sono pertanto date da

z(y) = c 1 y + y 2 .

(27)

Ricordando che z = y 0 si ottiene infine l’equazione differenziale del primo ordine y 0 = c 1 y + y 2 che `e a variabili separabili (oppure anche di Bernoulli); si considera pertanto l’equazione differenziale

y 0

c 1 y + y 2 = 1 . Posto

t

c 1 t + t 2 = A t + B

c 1 + t si ricava A = 1/c 1 e B = −1/c 1 e quindi

Z t

c 1 t + t 2 dt = 1 c 1 log

¯ ¯

¯ ¯ t c 1 + t

¯ ¯

¯ ¯ + c = 1

c 1 log c 2 t

c 1 + t , c, c 2 ∈ R . Conseguentemente

log c 2 y

c 1 + y = c 1 x ,

da cui c 2 y

c 1 + y = e c

1

x , e quindi

y = c 1 e c

1

x c 2 − e c

1

x ,

che insieme alle soluzioni costanti trovate prima costituiscono l’inte-

grale generale dell’equazione differenziale assegnata.

(28)

10 gennaio 2006

1. Calcolare il seguente integrale triplo Z Z Z

D

ze x

2

+y

2

dx dy dz ,

dove

D = ©

(x, y, z) ∈ R 3 | 0 ≤ z ≤ x 2 + y 2 ≤ 1 ª .

2. Studiare massimi e minimi relativi ed eventualmente assoluti della funzione

f (x, y) = y − x 2 1 + x , nell’insieme D = ©

(x, y) ∈ R 2 | x ≥ 0 , 0 ≤ y ≤ x 2 ª . 3. Risolvere la seguente equazione differenziale

y 00 + y 0 = x + cos x .

(29)

Soluzione del 10 gennaio 2006

1. L’insieme D `e normale rispetto all’asse z e si pu`o scrivere D = ©

(x, y, z) ∈ R 3 | x 2 + y 2 ≤ 1 , 0 ≤ z ≤ x 2 + y 2 ª .

Denotato con C il cerchio unitario sul piano Oxy (cio`e C = {(x, y) ∈ R 2 | x 2 + y 2 ≤ 1}), si ha

Z Z Z

D

ze x

2

+y

2

dx dy dz = Z Z

C

e x

2

+y

2

dx dy

Z x

2

+y

2

0

z dz

= 1

2 Z Z

C

(x 2 + y 2 ) 2 e x

2

+y

2

dx dy e passando alle coordinate polari x = ρ cos θ, y = ρ sin θ, si ottiene

1 2

Z 1

0

ρ dρ Z

0

ρ 4 e ρ

2

dρ = π Z 1

0

ρ 5 e ρ

2

dρ .

Posto t = ρ 2 , l’ultimo integrale diventa π

2 Z 1

0

t 2 e t dt = π 2

µ £ t 2 e t ¤ 1

0 − 2 Z 1

0

t e t dt

= π

2

³ e − 2 £

t e t ¤ 1

0 + 2 £ e t ¤ 1

0

´

= π

2 (e − 2e + 2e) = π e 2

(si `e utilizzata due volte la regola di integrazione per parti).

2. La funzione `e assegnata in un dominio non limitato e quindi, pur essendo continua, non si pu`o assicurare l’esistenza del massimo e del minimo assoluto. Inoltre, f `e differenziabile in ogni punto interno al dominio e quindi i massimi e minimi relativi interni devono essere anche punti stazionari per f , cio`e devono soddisfare il sistema

 

 

 

∂f

∂x (x, y) = −2x(1 + x) − y + x 2

(1 + x) 2 = −2x − x 2 − y (1 + x) 2 = 0 ,

∂f

∂y (x, y) = 1

1 + x = 0 .

Si riconosce facilmente che il sistema precedente non ammette soluzioni e quindi non vi sono massimi e minimi interni al dominio D.

Si studia ora la funzione sulla frontiera. Se y = 0 si ottiene la funzione ϕ(x) = f (x, 0) = − x 2

1 + x , x ≥ 0 ,

(30)

che tende a −∞ per x → +∞. Quindi la funzione non pu`o essere dotata di minimo assoluto. Inoltre ϕ `e derivabile e, per ogni x ≥ 0, si ha

ϕ 0 (x) = − 2x(1 + x) − x 2

(1 + x) 2 = − x(2 + x) (1 + x) 2 ;

la derivata prima di ϕ `e negativa per x ≥ 0 e quindi ϕ `e decrescente;

pertanto essa ammette il proprio massimo assoluto in 0 e si ha ϕ(0) = f (0, 0) = 0.

Sulla curva y = x 2 , con x ≥ 0, la funzione `e costantemente nulla.

Osservando che nel dominio D la funzione f `e sempre negativa, si deduce pertanto che il massimo assoluto `e 0 e viene assunto in tutti i punti (x, x 2 ) con x ≥ 0 (cio`e i punti della curva y = x 2 con x ≥ 0).

3. Si tratta di un’equazione differenziale lineare del secondo ordine com- pleta a coefficienti costanti. Si consideri innanzitutto l’equazione dif- ferenziale omogenea y 00 +y 0 = 0 il cui polinomio caratteristico associato

`e λ 2 + λ = 0 e ammette le soluzioni semplici λ = 0 e λ = −1. Quindi la soluzione generale dell’equazione omogenea `e data da

y = c 1 + c 2 e −x , c 1 , c 2 ∈ R .

Per determinare una soluzione particolare dell’equazione completa, si osserva che il termine noto `e somma di due termini noti di tipo parti- colare; in questo caso si pu`o applicare il metodo della variazione delle costanti arbitrarie di Lagrange oppure pi` u semplicemente si possono sommare due soluzioni particolari relative ai due addendi x e cos x.

Si considera dapprima una soluzione particolare y 1 dell’equazione com- pleta y 00 + y 0 = x che, tenendo conto del fatto che 0 `e soluzione di molteplicit`a 1 del polinomio caratteristico associato all’equazione omogenea, deve essere del tipo y 1 = x(ax + b) con a e b costanti da de- terminare. Si trova y 0 1 = 2ax + b e y 00 1 = 2a; sostituendo nell’equazione differenziale si ottiene 2a + 2ax + b = x; uguagliando i coefficienti dei termini dello stesso ordine a primo e secondo membro, si perviene al

sistema lineare ½

2a = 1 , 2a + b = 0 ,

che ha come soluzioni a = 1/2 e b = −1. Quindi y 1 = x 2 /2 − x.

Procedendo in maniera analoga, si considera ora una soluzione parti-

colare y 2 dell’equazione completa y 00 + y 0 = cos x che, tenendo conto

del fatto che ±i non `e soluzione del polinomio caratteristico associa-

to all’equazione omogenea, deve essere del tipo y 2 = a cos x + b sin x

con a e b costanti da determinare. Si trova y 0 2 = −a sin x + b cos x

(31)

e y 00 2 = −a cos x − b sin x; sostituendo nell’equazione differenziale si ottiene −a cos x − b sin x − a sin x + b cos x = cos x; uguagliando i co- efficienti del coseno e rispettivamente quelli del seno a primo e secondo membro, si perviene al sistema lineare

½ −b − a = 0 ,

−a + b = 1 ,

che ha come soluzioni a = −1/2 e b = 1/2. Quindi y 2 = (sin x − cos x)/2.

A questo punto si pu`o scrivere la soluzione generale dell’equazione differenziale assegnata

y = c 1 + c 2 e −x + 1

2 x 2 − x + 1

2 sin x − 1

2 cos x , c 1 , c 2 ∈ R .

(32)

20 aprile 2006

1. Calcolare il seguente integrale triplo Z Z Z

D

z p

x 2 + y 2 dx dy dz , dove

D = ©

(x, y, z) ∈ R 3 | 0 ≤ z ≤ x 2 + y 2 ≤ 1 ª .

2. Studiare massimi e minimi relativi ed eventualmente assoluti della funzione

f (x, y) = x − y 2 1 + x , nell’insieme D = ©

(x, y) ∈ R 2 | x ≥ 0 , 0 ≤ y ≤ x ª

. 3. Risolvere la seguente equazione differenziale

y 00 + y 0 = x 2 + 1

e x .

(33)

Soluzione del 20 aprile 2006

1. L’insieme D si pu`o scrivere nel modo seguente D = ©

(x, y, z) ∈ R 3 | 0 ≤ z ≤ 1 , z ≤ x 2 + y 2 ≤ 1 ª ed utilizzando la trasformazione in coordinate cilindriche

x = ρ cos θ , y = ρ sin θ , z = z ,

(il cui determinante jacobiano `e ρ), l’insieme D viene trasformato nell’insieme

B = ©

(ρ, θ, z) ∈ R 3 | 0 ≤ z ≤ 1 ,

z ≤ ρ ≤ 1 , −π ≤ θ ≤ π ª e quindi l’integrale diventa

Z Z Z

D

z p

x 2 + y 2 dx dy dz = Z 1

0

z dz Z 1

z

ρ 2 Z π

−π

= 2π Z 1

0

z dz Z 1

z

ρ 2 dρ = 2π Z 1

0

z

· ρ 3 3

¸ 1

z

dz

= 2π Z 1

0

à z

3 z 5/2 3

!

dz = 2π

"

z 2

6 2z 7/2 21

# 1

0

dz

= π 3

21 = π 7 .

2. La funzione `e differenziabile nell’interno di D in quanto dotata di derivate parziali continue in ogni punto. I punti stazionari interni sono forniti dalle soluzioni del sistema

 

 

 

∂f

∂x (x, y) = 1 + x − x + y 2

(1 + x) 2 = 1 + y 2 (1 + x) 2 ,

∂f

∂y (x, y) = −2y 1 + x .

Tale sistema non ammette soluzioni in quanto nella prima equazione si ha sempre 1 + y 2 > 0.

Pertanto, eventuali punti di massimo o minimo relativo possono trovar- si solamente sulla frontiera. Si osservi che in questo caso la funzione f viene considerata su un insieme non limitato e quindi non si pu`o assicu- rare l’esistenza del massimo e del minimo assoluto. Poich´e 0 ≤ y ≤

x, si ha anche y 2 ≤ x e quindi la funzione `e positiva. Essa inoltre si an- nulla sulla curva y =

x (sulla frontiera di D) e quindi tutti i punti

di tale curva sono punti di minimo assoluto per f ; il minimo assoluto

di f in D `e 0.

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