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Problemi Pre-Ipho

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Academic year: 2021

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Problemi Pre-Ipho

Particelle Instabili [120]

Parte I: Decadimenti nell’atmosfera [20]

Nella parte alta della nostra atmosfera arrivano continuamente raggi cosmici dallo spazio che, urtando le particelle presenti nella parte alta dell’atmosfera vanno a produrre particelle cariche negativamente chiamate muoni. Non entreremo nei dettagli di come vengono prodotte, ci basti sapere che tale particella ha la stessa carica dell’elettrone, e che ha una vita media 𝜏 e una massa π‘šπœ‡.

1. Sapendo che l’energia media che hanno i muoni prodotti Γ¨ 𝐸, calcola la loro velocitΓ  in unitΓ  di 𝑐 (ovvero il rapporto 𝛽 = 𝑣/𝑐) [5]

2. Che frazione π‘˜ dei muoni prodotti vedrΓ  arrivare un osservatore che sta sulla superficie terrestre?

Assumere che i muoni siano prodotti solo in uno strato sottilissimo nella parte alta dell’atmosfera, e che lo spessore atmosferico sia 𝑙. [15]

Parte II: Decadimento a due corpi [100]

Consideriamo adesso invece il decadimento di particelle non cariche elettricamente, i πœ‹0. Essi possono venire prodotti durante alcune reazioni negli acceleratori. Quando vengono prodotti, in genere non sono fermi ma hanno una certa energia cinetica iniziale (e quindi una velocitΓ ). Consideriamo quindi un pione neutro in moto lungo una certa direzione con una certa velocitΓ . Chiamare l’energia del pione 𝐸. A un certo punto esso, essendo instabile, decadrΓ . Il decadimento piΓΉ probabile e che considereremo qui Γ¨

πœ‹0β†’ 𝛾𝛾 Ovvero in due fotoni. Indicare la massa del pione con π‘šπœ‹.

Per comoditΓ  indichiamo con π‘₯β€² l’asse parallelo alla velocitΓ  del pione, e definiamo l’asse 𝑦′ in modo che i fotoni risultino essere nel piano π‘₯′𝑦′. Chiamiamo sistema π‘₯′𝑦′𝑧′ il sistema del laboratorio, e sistema π‘₯𝑦𝑧 ottenuto tramite una trasformazione di Lorentz lungo l’asse π‘₯β€² il sistema del centro di massa.

3. Nel sistema del centro di massa del pione, trovare energie, impulsi e lunghezze d’onda dei due fotoni [5]

4. Passiamo ora al sistema del laboratorio, ovvero quello dove il pione era in moto. Trova le energie e le lunghezze d’onda dei fotoni in tale sistema [15]

5. Per stimare la separazione angolare nel sistema del laboratorio, calcola l’angolo fra di essi nel caso che vengano emessi in direzione perpendicolare alla velocitΓ  del pione [5]

6. Sia πœƒ l’angolo fra l’asse π‘₯ (asse lungo cui viaggia il pione) e la direzione dell’impulso dei fotoni nel sistema del centro di massa, e πœƒβ€² l’angolo fra l’asse π‘₯β€² (parallelo a π‘₯) e la direzione dell’impulso dei fotoni nel sistema del laboratorio. Trovare la funzione [20]

πœƒβ€²= 𝑓(πœƒ, 𝛽)

7. Se nel sistema del centro di massa il decadimento Γ¨ isotropo, ovvero si osserva un flusso per unitΓ  di angolo solido costante

𝑑𝑁 𝑑𝑁

(2)

Quanto vale la distribuzione in funzione dell’energia nel sistema del laboratorio, ovvero [5]

𝑑𝑁

8. Ipotizziamo ora che la particella decada in due particelle con massa non nulla 𝑀 < π‘šπ‘‘πΈβ€² πœ‹/2. Trova il massimo angolo πœƒπ‘€π΄π‘‹β€² osservabile nel sistema di riferimento del laboratorio. Per quali 𝑀 = 𝑓(π‘š, 𝐸) l’angolo puΓ² essere πœ‹? [25]

Supponiamo ora che il pione facesse parte di un fascio di particelle, dove erano presenti anche altre particelle dalla massa 𝑀𝑋 sconosciuta. Tale particella decade in due particelle massive di massa identica π‘šπ‘¦.

9. Mostrare che misurando le energie delle due particelle frutto del decadimento e i loro angoli rispetto alla direzione di volo del fascio Γ¨ possibile ricostruire la massa della particella decaduta:

inoltre se si puΓ² misurare con precisione ottima gli angoli di decadimento, e con un errore dell’ 1%

le energie delle particelle decadute, stimare l’errore relativo sulla massa della particella incognita [15]

10. [FACOLTATIVA] Se nel sistema del centro di massa il decadimento Γ¨ isotropo, ovvero si osserva un flusso per unitΓ  di angolo solido costante

𝑑𝑁 𝑑Ω =

𝑑𝑁

π‘‘πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)π‘‘πœ™ = 𝐾 Quanto vale tale flusso nel sistema del laboratorio, ovvero

𝑑𝑁 𝑑Ω′ =

𝑑𝑁 π‘‘πΆπ‘œπ‘ (πœƒβ€²)π‘‘πœ™β€²

Per semplicitΓ  si puΓ² considerare il caso in cui i prodotti del decadimento hanno massa nulla [10]

Dati numerici

π‘šπœ‡= 105 𝑀𝑒𝑉 𝜏 = 2,2πœ‡π‘  𝐸 = 2,5 𝐺𝑒𝑉

𝑙 = 15πΎπ‘š 𝑐 = 2.99792 βˆ™ 105π‘˜π‘š/𝑠

(3)

Suggerimenti:

1. Serve la relazione fra energia, massa e impulso

2. La vita media di una particella Γ¨ definita nel sistema nel quale Γ¨ ferma

3. Energia e impulso si conservano. Per la lunghezza d’onda, Γ¨ necessaria la relazione fra impulso e lunghezza d’onda per i fotoni

4. Usare le trasformazioni di Lorentz

5. La componente trasversa dell’impulso non varia 6. Usare le trasformazioni di Lorentz

7. Usare le trasformazioni di Lorentz per trovare la derivata dell’energia rispetto al coseno, la derivata del coseno rispetto all’energia Γ¨ l’inverso della derivata cosΓ¬ calcolata

8. Nel sistema del centro di massa le particelle sono emesse in direzioni uguali e verso opposto.

Quando applico la trasformazione di Lorentz puΓ² accadere che il verso diventi concorde?

9. Scriversi le relazioni per gli angoli per entrambe le particelle (che nel sistema del centro di massa sono back to back…), ricavare l’angolo nel sistema del centro di massa e sostituire nella

trasformazione di Lorentz per l’energia

10. Bisogna calcolare la derivata del coseno del nuovo angolo rispetto al coseno del vecchio, e invertire la formula…

(4)

L’atomo di idrogeno β€œsemiclassico” [120]

Volendo studiare un atomo di idrogeno, le leggi della fisica classiche non son sufficienti, ed Γ¨ necessario effettuare una trattazione quantistica. In questo problema cercheremo di semplificare il piΓΉ possibile la parte quantistica, effettuando un approccio β€œsemiclassico”

In meccanica quantistica, lo stato di una particella non Γ¨ dato da una funzione che indica la sua posizione in funzione del tempo, ma piuttosto da una β€œdensitΓ  di probabilità” Ξ¨(x, t), tale che la probabilitΓ  di trovare la particella in un certo volume 𝑉 al tempo 𝑑 Γ¨

𝑃(𝑉, 𝑑) = οΏ½ 𝑑𝑉‖Ψ(x, t)β€–2

𝑉

Se uno stato Γ¨ β€œstabile”, ovvero non si tratta di uno stato che β€œdecade”, tale funzione d’onda Γ¨ possibile sceglierla indipendente dal tempo.

Nel caso dell’atomo di idrogeno, assumiamo il protone dotato di massa molto maggiore di quella dell’elettrone, cosi che possa essere considerato immobile, e l’elettrone sarΓ  descritto da una funzione d’onda. Nello stato fondamentale, tale funzione d’onda Γ¨ indipendente dal tempo e vale

Ξ¨(r) = Cπ‘’βˆ’ π‘Ÿπ‘Ÿπ΅ Dove 𝐢 Γ¨ una costante opportuna e π‘Ÿπ΅ Γ¨ il raggio di Bohr

L’equazione che deve soddisfare la funzione d’onda Γ¨ (in un opportuno sistema di unitΓ  di misura)

βˆ’ ℏ2 2π‘š

1 π‘Ÿ

πœ•2

πœ•π‘Ÿ2οΏ½π‘ŸΞ¨(r)οΏ½ βˆ’π‘’2

π‘Ÿ Ξ¨(r) = 𝐸Ψ(r) (dove 𝐸 Γ¨ l’energia dello stato fondamentale dell’atomo).

1. Sapendo che l’equazione, in unitΓ  del sistema internazionale, Γ¨

βˆ’ ℏ2 2π‘š

1 π‘Ÿ

πœ•2

πœ•π‘Ÿ2οΏ½π‘ŸΞ¨(r)οΏ½ βˆ’ 𝑒2

4πœ‹πœ€0π‘Ÿ Ξ¨(r) = 𝐸Ψ(r)

Determinare, da considerazioni dimensionali, 𝐸, 𝐢 ed π‘Ÿπ΅(nel primo sistema di unitΓ  di misura) [10]

2. Determinare 𝐸 ed π‘Ÿπ΅, risolvendo l’equazione (nel primo sistema di unitΓ  di misura) [5]

Lo stato gode di simmetria sferica, per cui 〈π‘₯βŒͺ = 0, βŒ©π‘π‘₯βŒͺ = 0 e il momento angolare Γ¨ 𝐿 = 0. Assumendo che βŒ©Ξ”π‘₯βŒͺ = π‘Ÿπ΅, classicamente si puΓ² immaginare che il moto sia kepleriano e avvenga su una circonferenza di raggio π‘Ÿπ΅ nel piano π‘₯𝑦, ed che Γ¨ possibile associare una energia cinetica classica 2π‘šπ‘2 data da

𝑝2 2π‘š = βˆ’

ℏ2 2π‘š

1 π‘Ÿ

πœ•2

πœ•π‘Ÿ2οΏ½π‘ŸΞ¨(r)οΏ½οΏ½

π‘Ÿ=π‘Ÿπ΅

/Ξ¨(π‘Ÿπ΅)

3. Determinare il momento angolare classico associato all’orbita in esame [10]

4. Verificare che la coppia di variabili semiclassiche (π‘₯, 𝑝π‘₯) verifica il principio di indeterminazione di Heisenberg [15]

5. Da cosa dipende 𝐢? Spiegare e determina tale costante (assumerla reale positiva) [10]

Interpretiamo ora la densitΓ  di probabilitΓ  come una densitΓ  di materia, per cui in un volume 𝑑𝑉 troviamo una frazione 𝑑𝑉‖Ψ(r)β€–2 di elettrone, e quindi una densitΓ  di carica

(5)

𝜌(π‘Ÿ) = βˆ’π‘’β€–Ξ¨(r)β€–2 6. Trovare il campo elettrico in tutto lo spazio [20]

7. Immaginiamo ora di voler mettere in orbita (stabile, circolare) un secondo elettrone attorno all’atomo, in modo che l’orbita abbia un momento angolare doppio rispetto alla precedente.

Assumendo che l’inserimento di un secondo elettrone non modifichi significativamente il sistema (ovvero la funzione d’onda, e quindi la distribuzione di carica) (di conseguenza, l’orbita deve essere a π‘Ÿ β‰₯ 2π‘Ÿπ΅), dire se Γ¨ possibile fare ciΓ² (classicamente) [30]

8. Commentare il risultato del punto precedente, in particolare, nel caso in cui risulti possibile, dire le proprietΓ  dell’orbita (raggio, periodo); nel caso in cui non risulti possibile, spiegare il perchΓ© [5]

9. Ripetere i due punti precedenti nel caso di atomo idrogenoide, cioΓ¨ con un elettrone e 𝑍 > 1 protoni. [15]

Note:

οΏ½ π‘₯∞ π‘›π‘’βˆ’π‘₯𝑑π‘₯ = 𝑛!

0

οΏ½ π‘₯π‘Ÿ 2π‘’βˆ’π‘₯𝑑π‘₯ = βˆ’π‘Ÿ2π‘’βˆ’π‘Ÿβˆ’ 2π‘Ÿπ‘’βˆ’π‘Ÿβˆ’ 2π‘’βˆ’π‘Ÿ+ 2

0

οΏ½ π‘₯π‘’π‘Ÿ βˆ’π‘₯𝑑π‘₯

0 = βˆ’π‘Ÿπ‘’βˆ’π‘Ÿβˆ’ π‘’βˆ’π‘Ÿ+ 1

(6)

Suggerimenti:

1. Per passare da un sistema di unitΓ  all’altro, basta una semplice trasformazione….

2. L’equazione si intende risolta se si trova un’identitΓ  valida per ogni raggio π‘Ÿ

3. Il momento angolare classico Γ¨ quello dato risolvendo classicamente il problema del moto di una carica elementare negativa di massa π‘š attorno a una carica positiva elementare infinitamente massiva, e considerando poi il caso specifico di un’orbita di raggio βŒ©Ξ”π‘₯βŒͺ = π‘Ÿπ΅

4. Il principio di Heisenberg dice che βŒ©Ξ”π‘₯βŒͺβŒ©Ξ”π‘βŒͺ β‰₯ℏ2. Ricordarsi che βŒ©Ξ”π‘₯βŒͺ = �〈π‘₯2βŒͺ βˆ’ 〈xβŒͺ2 5. La particella deve stare da qualche parte

6. Il problema gode di simmetria sferica e la carica Γ¨ data da…

7. Oltre al potenziale elettrico bisogna considerare….

8. Che carica β€œvede” l’elettrone, se Γ¨ abbastanza distante, come nel nostro caso?

9. Come cambia quanto detto al punto precedente? Ricordarsi che l’elettrone deve perturbare poco il sistema, quindi si puΓ² assumere π‘Ÿ > 2π‘Ÿπ΅

(7)

Condensatore ad alte frequenze [90]

Parte I: Campi nel condensatore [50]

Consideriamo un condensatore piano con armature circolari di raggio 𝑅, distanti 𝑙.

1. Calcolare la capacitΓ  del condensatore nel caso sia attraversato da corrente continua [5]

Colleghiamo ora il condensatore a un circuito contenente un generatore di corrente alternata. In prima approssimazione si genera solo un campo elettrico, uniforme, come nel caso di corrente continua, solo che tale campo Γ¨ variabile nel tempo. Sapendo che la corrente che lo attraversa Γ¨

𝐼0(𝑑) = 𝐼̃0πΆπ‘œπ‘ (πœ”π‘‘) = 𝑅𝑒[𝐼̃0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘]

2. Trovare il campo elettrico all’interno del condensatore, sempre trascurando il campo magnetico [5]

3. Considerando ora la soluzione per il campo elettrico trovata al punto precedente, trovare il campo magnetico [15]

Il campo magnetico al punto precedente Γ¨ variabile e non uniforme: quindi genera un campo elettrico, e questo deve essere non uniforme. Da questo ragionamento capiamo che il campo elettrico trovato al punto 2 Γ¨ solo una prima approssimazione del campo reale nel condensatore.

4. C’è un punto in cui non vi Γ¨ alcuna correzione al campo elettrico, qual Γ¨? [5]

5. Trovare la correzione al campo elettrico calcolato al punto 2 dovuta al campo magnetico trovato al punto 3 [10]

Il nuovo campo elettrico calcolato (somma dei risultati dei punti 2 e 5) non Γ¨ piΓΉ compatibile col campo magnetico calcolato al punto 3, in particolare la correzione al campo elettrico calcolata al punto 5 implica una conseguente correzione del campo magnetico.

6. Calcolare tale correzione al campo magnetico [5]

Tale nuova correzione al campo magnetico implica una nuova correzione al campo elettrico, e cosΓ¬ via all’infinito. Questo perchΓ© le equazioni di maxwell andrebbero risolte simultaneamente. Tuttavia in questo problema ci accontenteremo di una approssimazione e ci fermeremo alla seconda correzione del campo elettrico

7. Trovare tale seconda correzione al campo elettrico, dovuta alla correzione al campo magnetico trovata al punto 6 [5]

Parte II: Calcolo della capacitΓ  [40]

Visto in questa luce, un condensatore ad alte frequenze risulta essere un oggetto molto piΓΉ complicato della consueta schematizzazione che si adotta generalmente. Vediamo di calcolare come varia la sua capacitΓ  in funzione della frequenza.

Per farlo useremo la consueta formula che definisce la capacitΓ . Bisogna capire perΓ² cosa sono 𝑉 e 𝑄.

Come 𝑉 consideriamo la differenza di potenziale fra i punti sulle due armature ad π‘Ÿ = 0.

8. Calcola la differenza di potenziale 𝑉 [5]

(8)

Per il calcolo di 𝑄 invece ci sono meno dubbi teorici, essa Γ¨ chiaramente definita una volta conosciuto il campo elettrico

9. Calcola la carica totale 𝑄 presente sull’armatura del condensatore, usando il campo elettrico approssimato trovato ai punti 2,5 e 7. [10]

10. Trova quindi la capacitΓ  del condensatore in funzione della frequenza: essa aumenta o diminuisce all’aumentare della frequenza? Nel rispondere a questa domanda, non scordarti che stai usando un’espressione approssimata e che stai quindi trascurando dei termini [15]

Si puΓ² dunque schematizzare il condensatore reale con un circuito equivalente dato dal parallelo di un condensatore, con capacitΓ  pari alla capacitΓ  a bassa frequenza, e di un altro condensatore o

un’induttanza (a seconda che la capacitΓ  aumenti o diminuisca).

11. Trovare il valore del secondo componente (della capacitΓ  o dell’induttanza a seconda della risultato ottenuto al punto 10). [5]

12. Si proceda ora a delle stime numeriche: che frequenza Γ¨ necessario raggiungere affinchΓ© i contributi qui calcolati diventino rilevanti? [5]

𝑅 = 1π‘π‘š 𝑐 = 3 βˆ™ 108π‘š/𝑠

(9)

Suggerimenti:

1. Easy 2. Easy

3. Legge di maxwell sul flusso di E 4. Simmetria

5. Legge di maxwell sul flusso di B 6. Legge di maxwell sul flusso di E 7. Legge di maxwell sul flusso di B 8. Easy

9. Integrale

10. Provare a capire come continua la serie di contributi. Si puΓ² provare a disegnare il termine approssimato per piccoli valori della frequenza (avendo 3 termini lo sviluppo varrΓ  fino a poco piΓΉ del primo minimo/massimo)

11. Il tipo di componente dipende dal segno della variazione. Per le impedenze in parallelo valgono le stesse leggi che per le resistenze…

12. Easy

(10)

Fogli risposta

Particelle Instabili [120]

Parte I: Decadimenti nell’atmosfera [20]

1. VelocitΓ  𝛽 =

2. Frazione π‘˜ =

Parte II: Decadimento a due corpi [100]

3. Risposte

𝐸 = 𝑝 = πœ† =

4. Risposte

𝐸′ = πœ†β€² =

5. Apertura angolare π‘†π‘’π‘›πœƒβ€² =

6. Relazione fra gli angoli πœƒβ€² =

7. Distribuzione in energia

𝑑𝑁 𝑑Eβ€²=

8. Angolo massimo

πœƒπ‘€π΄π‘‹β€² =

9. Massa incognita ed errore relativo

𝑀𝑋 = βˆ†π‘€π‘€π‘‹π‘‹=

10. Distribuzioni Angolari

𝑑𝑁 𝑑Ω′=

(11)

L’atomo di idrogeno β€œsemiclassico” [120]

11. Risposte

𝐸 = 𝐢 = π‘Ÿπ΅ =

12. Risposte

𝐸 = π‘Ÿπ΅ =

13. Momento angolare

𝐿 =

1. Dimostrazione

2. Discussione su 𝐢

3. Campo elettrico

𝐸 =

4. Discussione

(12)

5. Commento

6. Caso atomo idrogenoide

(13)

Condensatori ad alte frequenze [90]

Parte I: Campi nel condensatore [50]

1. Capacità 𝐢 =

2. Campo elettrico 𝐸0=

3. Campo magnetico 𝐡1=

4. Discussione

5. Campo elettrico 𝐸2=

6. Campo magnetico 𝐡3=

7. Campo elettrico 𝐸4=

Parte II: Calcolo della capacitΓ  [40]

8. Differenza di potenziale 𝑉 =

9. Carica 𝑄 =

10. Discussione

11. Valore capacitΓ  o induttanza 𝑋 =

12. Ordine di grandezza della frequenza 𝑓 =

(14)

Soluzioni

Particelle instabili [120]

Parte I: Decadimenti nell’atmosfera [20]

1. Uso la relazione

𝐸 = π›Ύπ‘šπœ‡ Da cui

οΏ½1 βˆ’ 𝛽2=1 𝛾 =

π‘šπœ‡π‘2 𝐸

𝛽 = οΏ½1 βˆ’ οΏ½π‘šπœ‡π‘2 𝐸 οΏ½

2

Numericamente

𝛽 β‰… 0,999

2. La vita media Γ¨ definita nel sistema in cui la particella Γ¨ a riposo, quindi per prima cosa calcolo quanto vale nel sistema di riferimento in cui vedo la particella in moto:

𝑑′ = π›Ύπœ La distanza mediamente percorsa sarΓ  allora

𝑑 = π‘π›½π›Ύπœ

E la frazione richiesta (usando la legge del decadimento esponenziale) Γ¨ π‘’βˆ’β„Ž/𝑑= π‘’βˆ’β„Ž/(π‘π›½π›Ύπœ) β‰… 0.385

Parte II: Decadimento a due corpi [100]

3. Energia e impulso si conservano, quindi

𝐸1+ 𝐸2= π‘šπœ‹

𝑝⃗1+ 𝑝⃗2= 0

A queste equazioni dobbiamo aggiungere le relazioni energia-impulso 𝐸12βˆ’ 𝑝12𝑐2= π‘š12𝑐4= 0 𝐸22βˆ’ 𝑝22𝑐2= π‘š22𝑐4= 0 Risolvendo si trova

𝐸1= 𝐸2= 𝑝1𝑐 = 𝑝2𝑐 =π‘šπœ‹ 2 𝑐2

(15)

E che gli impulsi hanno stessa direzione e verso opposto.

Per le lunghezze d’onda si usa la relazione

𝐸1,2 = β„πœ”1,2= β„π‘π‘˜1,2 = β„Žπ‘ πœ†1,2 Da cui

πœ†1,2= β„Žπ‘

𝐸1,2 = 2β„Ž π‘šπœ‹π‘

4. Bisogna effettuare le trasformazioni di Lorentz al nuovo sistema di riferimento 𝐸1β€² = π›Ύπ‘šπœ‹

2 𝑐2(1 + π›½πΆπ‘œπ‘ πœƒ) 5. L’impulso trasverso rimane invariato

𝑝1𝑦′ =π‘šπœ‹ 2 π‘π‘†π‘’π‘›πœƒ E si trova

π‘†π‘’π‘›πœƒβ€² =𝑝1𝑦′ 𝐸1β€² οΏ½

πœƒ=πœ‹2

= π‘šπœ‹

2 𝑐 𝛾 π‘š2 π‘πœ‹ 2

=1 𝛾 6. Bisogna trasformare anche gli impulsi

𝑝1π‘₯β€² = π›Ύπ‘šπœ‹

2 𝑐(πΆπ‘œπ‘ πœƒ + 𝛽) Da cui si trova

π‘‡π‘Žπ‘›πœƒβ€²= π‘†π‘’π‘›πœƒ 𝛾(πΆπ‘œπ‘ πœƒ + 𝛽) πœƒβ€² = π΄π‘Ÿπ‘π‘‡π‘Žπ‘› οΏ½ π‘†π‘’π‘›πœƒ

𝛾(πΆπ‘œπ‘ πœƒ + 𝛽)οΏ½ 7. Si ha

𝑑𝐽

𝑑𝐸′ =οΏ½ π‘‘πœ™ 𝑑𝐽

π‘‘πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)π‘‘πœ™οΏ½π‘‘πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) 𝑑𝐸′ οΏ½ Dalle trasformazioni si ricava

𝑑𝐸

π‘‘πΆπ‘œπ‘ (πœƒ) = 𝛽𝛾 π‘šπœ‹

2 𝑐2 Quindi

𝑑𝐽

𝑑𝐸′ =οΏ½ π‘‘πœ™πΎ 1

𝛽𝛾 π‘šπœ‹ 2 = 4πœ‹πΎ π›½π›Ύπ‘šπœ‹π‘2

(16)

Ovvero Γ¨ costante e indipendente dall’energia.

8. Troviamo quando le particelle che nel sistema del centro di massa hanno velocitΓ  in direzione opposta a quella del pione risultano andare in avanti nel sistema del laboratorio

𝑝1π‘₯β€² = π›Ύπ‘šπœ‹

2 𝑐 οΏ½βˆ’οΏ½1 βˆ’4𝑀2

π‘šπœ‹2 + 𝛽� > 0

οΏ½1 βˆ’π‘šπœ‹2𝑐4

𝐸2 > οΏ½1 βˆ’4𝑀2 π‘šπœ‹2 𝑐4π‘šπœ‹4 < 4𝑀2𝐸2

Se tale condizione non Γ¨ soddisfatta Γ¨ sempre possibile avere πœƒπ‘€π΄π‘‹β€² = πœ‹.

Un metodo per trovare il massimo angolo Γ¨ fare la derivata della tangente e porla uguale a zero, trovare l’angolo nel sistema del centro di massa che porta al massimo, e sostituire tale valore nella formula della tangente.

Il valore dell’angolo nel sistema del centro di massa per cui si ha il massimo risulta

πΆπ‘œπ‘ πœƒ = βˆ’

οΏ½1 βˆ’ 4π‘€π‘šπœ‹22

οΏ½1 βˆ’ π‘šπœ‹2𝑐4 𝐸2 Sostituendo si trova

π‘‡π‘Žπ‘›πœƒπ‘€π΄π‘‹β€² =

οΏ½1 βˆ’ 4π‘€π‘šπœ‹22

οΏ½4𝑀2𝐸2 π‘šπœ‹4𝑐4 βˆ’ 1 Un altro sistema Γ¨ il seguente:

Nel sistema del centro di massa gli impulsi soddisfano

𝑝π‘₯2+ 𝑝𝑦2= (π‘šπœ‹2/4 βˆ’ 𝑀2)𝑐2

Quindi, al variare dell’angolo, stanno su una circonferenza. Applicando il boost agli impulsi la relazione diventa

��𝑝′π‘₯

𝛾 βˆ’ π›½π‘šπœ‹π‘/2οΏ½οΏ½

2

+ �𝑝′𝑦�2= (π‘šπœ‹2/4 βˆ’ 𝑀2)𝑐2

Che Γ¨ un ellisse con il centro non piΓΉ nell’origine. Se L’origine sta dentro l’ellisse sarΓ  sempre possibile trovare un angolo tale che πœƒβ€² = πœ‹ (in particolare, esso sarΓ  proprio πœƒ = πœ‹) e un angolo tale che πœƒβ€²= 0 (in particolare, esso sarΓ  proprio πœƒ = 0).

Il centro dell’ellisse Γ¨ in

𝑝′π‘₯ = π›Ύπ›½π‘šπœ‹π‘ 2 = βˆ’

𝐸𝑐

2 οΏ½1 βˆ’ π‘šπœ‹2/𝐸2 𝑝′𝑦= 0

I semiassi sono

π‘Žπ‘₯ = π›ΎοΏ½π‘šπœ‹2/4 βˆ’ 𝑀2𝑐 = 𝐸

π‘šπœ‹π‘οΏ½π‘šπœ‹2/4 βˆ’ 𝑀2

(17)

π‘Žπ‘¦= π‘οΏ½π‘šπœ‹2/4 βˆ’ 𝑀2 Si hanno punti con 𝑝′π‘₯ < 0 se

𝐸𝑐

2 οΏ½1 βˆ’ π‘šπœ‹2/𝐸2< π‘Žπ‘₯ = 𝐸

π‘šπœ‹π‘οΏ½π‘šπœ‹2/4 βˆ’ 𝑀2 Che porta alla condizione vista in precedenza.

Altrimenti l’ellisse non contiene l’origine, e il massimo angolo si trova cercando la retta tangente passante per l’origine

𝑝′𝑦= π‘‡π‘Žπ‘›πœƒβ€²π‘β€²π‘₯

La tangente si trova imponendo che il discriminante dell’equazione di secondo grado sia nullo

��𝑝′π‘₯

𝛾 βˆ’ π›½π‘šπœ‹π‘/2οΏ½οΏ½

2

+ οΏ½π‘‡π‘Žπ‘›πœƒπ‘€π΄π‘‹β€² 𝑝′π‘₯οΏ½2= (π‘šπœ‹2/4 βˆ’ 𝑀2)𝑐2 Si trova nuovamente

π‘‡π‘Žπ‘›πœƒπ‘€π΄π‘‹β€² =

οΏ½1 βˆ’ 4π‘€π‘šπœ‹22

οΏ½4𝑀2𝐸2 π‘šπœ‹4𝑐4 βˆ’ 1 9. Definiamo

𝛽′ = οΏ½1 βˆ’4𝑀2 π‘šπœ‹2 Allora

π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ1β€² = π›½β€²π‘†π‘’π‘›πœƒ 𝛾(π›½β€²πΆπ‘œπ‘ πœƒ + 𝛽) π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ2β€² = βˆ’π›½β€²π‘†π‘’π‘›πœƒ

𝛾(βˆ’π›½β€²πΆπ‘œπ‘ πœƒ + 𝛽) πΆπ‘œπ‘ πœƒ = 𝛽

𝛽′

π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ2β€² + π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ1β€² π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ2β€² βˆ’ π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ1β€²

𝐸1β€² = 𝛾𝑀𝑋

2 𝑐2(1 βˆ’ π›½β€²π›½πΆπ‘œπ‘ πœƒ) = 𝛾𝑀𝑋

2 𝑐2οΏ½1 βˆ’ 𝛽2π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ2β€² + π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ1β€² π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ2β€² βˆ’ π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ1β€²οΏ½

𝑀𝑋 = 2𝐸1β€²

𝛾𝑐2οΏ½1 βˆ’ 𝛽2π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ2β€² + π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ1β€² π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ2β€² βˆ’ π‘‡π‘Žπ‘›πœƒ1β€²οΏ½ 10. L’errore relativo su 𝑀𝑋 Γ¨ pari all’errore relativo su 𝐸1β€², cioΓ¨ l’1%

11. Si trova

𝑑𝐽 𝑑Ω′ =

𝑑𝐽

π‘‘πΆπ‘œπ‘ (πœƒβ€²)π‘‘πœ™β€² =

𝑑𝐽 π‘‘πΆπ‘œπ‘ (πœƒ)π‘‘πœ™

π‘‘πœ™ π‘‘πœ™β€²

π‘‘πΆπ‘œπ‘ πœƒ π‘‘πΆπ‘œπ‘ (πœƒβ€²)

(18)

Lungo la direzione trasversale non c’è boost e nulla cambia π‘‘πœ™

π‘‘πœ™β€² = 1 Bisogna calcolare

π‘‘πΆπ‘œπ‘ πœƒ π‘‘πΆπ‘œπ‘ (πœƒβ€²) Conviene trovare

πΆπ‘œπ‘ (πœƒβ€²) = 𝑔(πΆπ‘œπ‘ (πœƒβ€²)) Derivare tale funzione, e prenderne l’inverso

πΆπ‘œπ‘ (πœƒβ€²) = 1

οΏ½1 + οΏ½ π‘†π‘’π‘›πœƒ 𝛾(πΆπ‘œπ‘ πœƒ βˆ’ 𝛽)οΏ½

2= 1

οΏ½1 + 1 βˆ’ πΆπ‘œπ‘ 2πœƒ 𝛾2(πΆπ‘œπ‘ πœƒ βˆ’ 𝛽)2 Quindi

𝑔(π‘₯) = 1

οΏ½1 + 1 βˆ’ π‘₯𝛾2(π‘₯ βˆ’ 𝛽)2 2

𝑔′(π‘₯) = 𝛽π‘₯ βˆ’ 1

𝛾2(𝛽 βˆ’ π‘₯)3οΏ½1 + 1 βˆ’ π‘₯𝛾2(π‘₯ βˆ’ 𝛽)2 2οΏ½3/2

𝑑𝐽 𝑑Ω′ = 𝐾

𝛾2(𝛽 βˆ’ πΆπ‘œπ‘ πœƒ)3οΏ½1 + 1 βˆ’ πΆπ‘œπ‘ 2πœƒ 𝛾2(πΆπ‘œπ‘ πœƒ βˆ’ 𝛽)2οΏ½3/2 π›½πΆπ‘œπ‘ πœƒ βˆ’ 1

Ora Γ¨ necessario scrivere tutto in funzione del nuovo angolo. Si ottiene 𝑑𝐽

𝑑Ω′ =

𝐾

𝛾2(1 βˆ’ π›½πΆπ‘œπ‘ πœƒβ€²)2

(19)

L’atomo di idrogeno β€œsemiclassico” [120]

1. Basta ridefinire la carica:

𝑒2

4πœ‹πœ€0= 𝑒′2 E si trova

π‘Ÿπ΅= ℏ2 π‘šπ‘’2 𝐸 =𝑒2

π‘Ÿπ΅ 𝐢 = 1 π‘Ÿπ΅ 32

2. Imponendo che l’equazione sia risolta per ogni valore della variabile π‘Ÿ, si trova

π‘Ÿπ΅= ℏ2 π‘šπ‘’2 𝐸 = βˆ’ 𝑒2 2π‘Ÿπ΅

3. Usando le equazioni classiche

𝐹 = βˆ’π‘’2

π‘Ÿ2= βˆ’π‘šπ‘Ÿπœ”2 Da cui

πœ” = οΏ½ 𝑒2 π‘šπ‘Ÿ3

𝐿 = πΌπœ” = π‘šπ‘Ÿ2οΏ½ 𝑒2

π‘šπ‘Ÿ3 = �𝑒2π‘šπ‘Ÿ

𝐿(π‘Ÿπ΅) = �𝑒2π‘š ℏ2 π‘šπ‘’2 = ℏ 4. PoichΓ©

βŒ©π‘βŒͺ = 0

βŒ©βˆ†π‘π‘₯βŒͺ = οΏ½βŒ©π‘π‘₯2βŒͺ βˆ’ βŒ©π‘π‘₯βŒͺ2= οΏ½βŒ©π‘π‘₯2βŒͺ L’energia cinetica media Γ¨

(20)

βŒ©π‘2

2π‘šβŒͺ =βŒ©βˆ†π‘βŒͺ2 2π‘š =

βˆ’ ℏ2π‘š2 1 π‘Ÿ πœ•2

πœ•π‘Ÿ2οΏ½π‘ŸΞ¨(r)οΏ½οΏ½

π‘Ÿ=π‘Ÿπ΅

Ξ¨(π‘Ÿπ΅) = 𝐸 +𝑒2 π‘Ÿπ΅ = 𝑒2

2π‘Ÿπ΅ =βŒ©π‘π‘₯2βŒͺ 2π‘š +

βŒ©π‘π‘¦2βŒͺ 2π‘š =

βŒ©π‘π‘₯2βŒͺ π‘š Da cui

βŒ©βˆ†π‘π‘₯βŒͺ2=π‘šπ‘’2 2π‘Ÿπ΅ = ℏ2

2π‘Ÿπ΅2

βŒ©βˆ†π‘βŒͺ = ℏ

√2π‘Ÿπ΅

βŒ©βˆ†π‘βŒͺβŒ©βˆ†π‘ŸβŒͺ = ℏ

√2>ℏ 2

5. La probabilitΓ  di trovare l’elettrone da qualche parte nello spazio deve essere 1, quindi

1 = οΏ½ 𝑑𝑉‖Ψ(x, t)β€–2

ℝ3

= 4πœ‹πΆ2οΏ½ π‘‘π‘Ÿπ‘Ÿ2π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅

∞ 0

=πœ‹πΆ2π‘Ÿπ΅3

2 οΏ½ π‘₯∞ 2π‘’βˆ’π‘₯𝑑π‘₯

0 = πœ‹πΆ2π‘Ÿπ΅3

𝐢 = 1

οΏ½πœ‹π‘Ÿπ΅3

6. Per il teorema di Gauss (godendo il problema di simmetria sferica)

πΈπ‘Ÿ2 = 𝑄𝑖𝑛𝑑 = 𝑒 οΏ½1 βˆ’ 4

π‘Ÿπ΅3οΏ½ π‘‘π‘Ÿπ‘Ÿ2π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅

π‘Ÿ 0

οΏ½ = 𝑒 οΏ½1 + 2 π‘Ÿ

π‘Ÿπ΅+ 2 π‘Ÿ2

π‘Ÿπ΅2οΏ½ π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅

𝐸 =οΏ½1 + 2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅+ 2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅22οΏ½ π‘Ÿ2 π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅ 7. Con calcoli analoghi al punto 3, troviamo

𝐿 = οΏ½πΈπ‘šπ‘Ÿ3= �𝑒2οΏ½1 + 2 π‘Ÿ

π‘Ÿπ΅+ 2 π‘Ÿ2

π‘Ÿπ΅2οΏ½ π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅π‘šπ‘Ÿ = 2ℏ

𝑒2οΏ½1 + 2 π‘Ÿ

π‘Ÿπ΅+ 2 π‘Ÿ2

π‘Ÿπ΅2οΏ½ π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅π‘šπ‘Ÿ = 4ℏ2

𝑒2οΏ½1 + 2 π‘Ÿ

π‘Ÿπ΅+ 2 π‘Ÿ2

π‘Ÿπ΅2οΏ½ π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅π‘šπ‘Ÿ = 𝑒2οΏ½1 + 2 π‘Ÿ

π‘Ÿπ΅+ 2 π‘Ÿ2

π‘Ÿπ΅2οΏ½ π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅π‘š2π‘Ÿ π‘Ÿπ΅

π‘Ÿπ΅ 2

= οΏ½1 + 2 π‘Ÿ

π‘Ÿπ΅+ 2 π‘Ÿ2

π‘Ÿπ΅2οΏ½ π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅2π‘Ÿ π‘Ÿπ΅

ℏ2 2 = 4ℏ2 Da cui

οΏ½1 + 2 π‘Ÿ

π‘Ÿπ΅+ 2 π‘Ÿ2

π‘Ÿπ΅2οΏ½ π‘’βˆ’2 π‘Ÿπ‘Ÿπ΅2π‘Ÿ π‘Ÿπ΅ = 8

(21)

Chiamiamo π‘₯ la variabile adimensionale 2π‘Ÿπ‘Ÿπ΅ e vediamo se l’equazione puΓ² essere soddisfatta

π‘₯ οΏ½1 + π‘₯ +π‘₯2

2 οΏ½ π‘’βˆ’π‘₯ = οΏ½π‘₯ + π‘₯2+π‘₯3

2 οΏ½ π‘’βˆ’π‘₯= 8

Il modo piΓΉ veloce per vedere che non esistono soluzioni Γ¨ usare i massimi delle funzioni π‘₯π‘›π‘’βˆ’π‘₯ π‘₯π‘›π‘’βˆ’π‘₯ ≀ π‘›π‘›π‘’βˆ’π‘›

Da cui

8 = οΏ½π‘₯ + π‘₯2+π‘₯3

2 οΏ½ π‘’βˆ’π‘₯≀1 𝑒 +

4 𝑒2+ 27

2𝑒3<1 2 + 1 +

27 16 =

51 16 Che Γ¨ chiaramente impossibile.

8. La carica Γ¨ schermata, di conseguenza l’attrazione non Γ¨ sufficiente a tenere in orbita una seconda carica con momento angolare cosΓ¬ elevato (il potenziale efficace Γ¨ monotono decrescente)

9. L’equazione che si ottiene stavolta Γ¨

οΏ½π‘₯ + π‘₯2+π‘₯3

2 οΏ½ π‘’βˆ’π‘₯+ 2(𝑍 βˆ’ 1)π‘₯ = 8

Il termine monotono crescente in x assicura l’esistenza di soluzioni per ogni 𝑍 > 1. Tuttavia giΓ  per 𝑍 = 2 si trova π‘₯ < 4, per cui l’assunzione che l’elettrone perturbi poco il sistema cade. Infatti espandendo attorno a π‘₯ = 4 al primo ordine

π‘₯ = 4 + 𝑦 Si ottiene (ponendo 𝑒4~54)

𝑦 = βˆ’54 89 < 0 Il secondo ordine risulta trascurabile ai fini della negativitΓ  di 𝑦.

(22)

Condensatori ad alte frequenze [90]

1. Quando Γ¨ collegato a un generatore di corrente continua il condensatore si carica fino a che non viene a crearsi ai suoi capi una differenza di potenziale 𝑉 pari alla π‘“π‘’π‘š del generatore. Trascurando gli effetti di bordo, per simmetria il campo elettrico Γ¨ perpendicolare alle armature e costante all’interno del condensatore, ed Γ¨ pari al campo generato da due lastre infinite uniformemente cariche.

𝐸�⃑ = 𝜎 πœ€0𝑧̂

𝑉 = βˆ’πœŽ πœ€0𝑙 Dove 𝑙 Γ¨ la distanza fra le armature del condensatore.

La carica contenuta sulle armature Γ¨

𝑄0= 𝜎𝐴 Da cui si ricava

𝐢 = 𝐢0=𝑄 𝑉 = πœ€0

𝐴 𝑙 = πœ€0

πœ‹π‘…2 𝑙 2. Sapendo che la corrente che lo attraversa Γ¨

𝐼0(𝑑) = 𝐼̃0πΆπ‘œπ‘ (πœ”π‘‘) = 𝑅𝑒[𝐼̃0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘] Lavoriamo alla rovescia rispetto a prima:

Troviamo la 𝑑𝑑𝑝 ai suoi capi:

𝑉0=𝐼̃0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘ π‘–πœ”πΆ = βˆ’

𝜎 πœ€0𝑙 Da cui

𝐸�⃑0= 𝜎

πœ€0𝑧̂ = βˆ’πΌΜƒ0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘ π‘–πœ”πΆπ‘™ 𝑧̂ = 𝑖

𝐼̃0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘ πœ”πΆπ‘™ 𝑧̂ β†’

𝐼̃0

πœ”πΆπ‘™ 𝑆𝑖𝑛(πœ”π‘‘)𝑧̂

3. Considero ora come superficie che abbia come bordo una circonferenza con il centro coincidente con l’asse del condensatore. Per simmetria, 𝐡 potrΓ  avere componente solo lungo πœƒοΏ½. Quindi applicando la legge della corrente di spostamento

οΏ½ 𝐡�⃑ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = 2πœ‹π‘Ÿπ΅ = 1 𝑐2

𝑑

𝑑𝑑 Φ𝐸 = 1 𝑐2

𝑑

𝑑𝑑(πœ‹π‘Ÿ2𝐸) =πœ‹π‘Ÿ2 𝑐2

𝑑𝐸 𝑑𝑑 Quindi

𝐡�⃑1= π‘Ÿ 2𝑐2

𝑑𝐸

𝑑𝑑 πœƒοΏ½ = π‘Ÿ2𝑐2

𝐼̃0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘

𝐢𝑙 πœƒοΏ½ β†’ π‘Ÿ2𝑐2 𝐼̃0

𝐢𝑙 πΆπ‘œπ‘ (πœ”π‘‘)πœƒοΏ½

4. Per simmetria, sono i punti che stanno sull’asse del condensatore

(23)

5. Consideriamo ora un’altra superficie gaussiana (stavolta aperta), il cui bordo ha forma rettangolare, un lato sta sull’asse del condensatore, uno sta a distanza π‘Ÿ, e gli altri due sono paralleli a una armatura. La circuitazione del campo elettrico su tale curva Γ¨

οΏ½ 𝐸�⃑ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = ��𝐸�⃑0+ 𝐸�⃑2οΏ½ βˆ™ 𝑑𝑙⃑

Dove 𝐸�⃑2 Γ¨ la nuova correzione. I lati paralleli alle armature non contribuiscono, perchΓ© il campo elettrico Γ¨ ortogonale ad esse per simmetria. Inoltre sull’asse la correzione Γ¨ nulla, e la correzione Γ¨ uniforme su 𝑧 sempre per simmetria, per cui

οΏ½ 𝐸�⃑ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = ��𝐸�⃑0+ 𝐸�⃑2οΏ½ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = οΏ½ 𝐸�⃑0βˆ™ 𝑑𝑙⃑ + 𝐸2𝑙 = 𝐸2𝑙

In quanto il primo campo aveva circuitazione nulla essendo costante. Applica ora la legge di Faraday

οΏ½ 𝐸�⃑ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = 𝐸2𝑙 = βˆ’ 𝑑

𝑑𝑑 Φ𝐡= 𝑑

𝑑𝑑 οΏ½οΏ½ 𝐡�⃑1βˆ™ 𝑑𝐴⃑� = βˆ’π‘–πœ”π‘™ π‘Ÿ2 4𝑐2

𝐼̃0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘ 𝐢𝑙

Il meno al flusso scompare essendo campo e orientazione della superficie discordi. Per cui

𝐸�⃑2= βˆ’π‘–πœ” π‘Ÿ2 4𝑐2

𝐼̃0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘

𝐢𝑙 𝑧̂ β†’ βˆ’πœ” π‘Ÿ2 4𝑐2

𝐼̃0

𝐢𝑙 𝑆𝑖𝑛(πœ”π‘‘)𝑧̂

6. Di nuovo

οΏ½ 𝐡�⃑ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = ��𝐡�⃑1+ 𝐡�⃑3οΏ½ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = οΏ½ 𝐡�⃑1βˆ™ 𝑑𝑙⃑ + οΏ½ 𝐡�⃑3βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = 1 𝑐2

𝑑

𝑑𝑑 Φ𝐸 =πœ‹π‘Ÿ2 𝑐2

𝑑𝐸0 𝑑𝑑 +

1 𝑐2

𝑑

𝑑𝑑� 𝐸�⃑2βˆ™ 𝑑𝐴⃑

Ma per quanto fatto prima

οΏ½ 𝐡�⃑1βˆ™ 𝑑𝑙⃑ =πœ‹π‘Ÿ2 𝑐2

𝑑𝐸0 𝑑𝑑 Quindi

οΏ½ 𝐡�⃑3βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = 2πœ‹π‘Ÿπ΅3 = 1 𝑐2

𝑑

𝑑𝑑� 𝐸�⃑2βˆ™ 𝑑𝐴⃑ = βˆ’2πœ‹ 𝑐2πœ”2 π‘Ÿ4

16𝑐2

𝐼̃0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘ 𝐢𝑙 𝐡�⃑3= βˆ’πœ”2 π‘Ÿ3

16𝑐4

𝐼̃0π‘’βˆ’π‘–πœ”π‘‘

𝐢𝑙 πœƒοΏ½ β†’ βˆ’πœ”2 π‘Ÿ3 16𝑐4

𝐼̃0

𝐢𝑙 πΆπ‘œπ‘ (πœ”π‘‘)πœƒοΏ½

7. Ancora

οΏ½ 𝐸�⃑ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = ��𝐸�⃑0+ 𝐸�⃑2+ 𝐸�⃑4οΏ½ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = οΏ½ 𝐸�⃑0βˆ™ 𝑑𝑙⃑ + οΏ½ 𝐸�⃑2βˆ™ 𝑑𝑙⃑ + 𝐸4𝑙 = οΏ½ 𝐸�⃑2βˆ™ 𝑑𝑙⃑ + 𝐸4𝑙

οΏ½ 𝐸�⃑ βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = οΏ½ 𝐸�⃑2βˆ™ 𝑑𝑙⃑ + 𝐸4𝑙 = βˆ’ 𝑑

𝑑𝑑 Φ𝐡= βˆ’ 𝑑

𝑑𝑑 Φ𝐡1+ 𝑑

𝑑𝑑(π‘™π‘Ÿπ΅3) = βˆ’ 𝑑

𝑑𝑑 Φ𝐡1+ 𝑑

𝑑𝑑 οΏ½οΏ½ 𝐡�⃑3βˆ™ 𝑑𝐴⃑�

Ma per quanto fatto prima

οΏ½ 𝐸�⃑2βˆ™ 𝑑𝑙⃑ = βˆ’ 𝑑 𝑑𝑑 Φ𝐡1

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