ASTIANATTE
DRAMMA PER MUSICA
Da
rapprefentarfi ilCarnevale dell'almo
^741.TEATRO A TORRE ARGENTINA
Dedicato all'Emo, e Rmo Principe,
IL
SIGNOR CARDINALE
PROSPERO
COLONNA.
In
ROMA
, nella Stamperia di Antonio de* Roflì.CON LICENZ A
DB'SVFERIORI.
Si
vende
dalmedefimo Stampatorcj
nella
Strada
delSeminario Romano
,
vicino alla
Rotonda
.
WISfCLfBRAW
yNC-CHAPEL
HfttEminentiffimo, e Reverendi/lìmo
PRINCIPE.
On riguardi /'Emi-
nenza Vostra
//poco pregio
di ciò ,che abbiamo f
onore di
offerirenel dedicarle
ilpre^
/ente Dramma
, fidegni foì amente
la noftra
offertabenignamente
rice*verey riconofcendo nella medema una
fine
era dtmoflr anione
diquel profondo
A z
rifpeS'rìfpettOi coi
quale veneriamo Vostra:;
Eminenza
, ìa di cutmhilffftma Triy fapia tanto nota al Mondo
tutto,non
men
,che
le infigntDoti
,che
ì'a^mmo
leadornano
,non
filone fan' no fperare una valìdijftma prote^'
^hne
, dellaquale umilmente la fup*
plichi
amo
;ma
e<^tandioun generofi compatimento a quel
[o'verchioardì'
re
,che a
ciòfare ne ha
reficorag'
giofi .E* l'una
, ealtra co/a tan'
to
propria delf Eminenza Vos tra
jg
dellaEccellentissima sua Casa
•(he punto non dubitandone
,con
prò-fondijjìmo inchino pajftamo a
prote*ftarci
Di Vostra Eminenza
:\
ymllfjtmh Dìvotìjftmt^ Ohblìgatì}]ìmiServitori
OrAmminiftiacon dei Teatro a Torre Argetitìna.
AR
JRGOMEMTO,
Disfatto
dairArmi Greche Tlmpeno Trotinoinella divisone delle Spoglie rimafe preda di Pirro figliuolo d'Achille Andromaca Vedova di Ec- fore 3il più illuftre>e valorofo tra i Figliuoli di Pria-
mo Rè
di Troia .Di Ettoreaveva Ella avutoun Bambino ^ per no-
me
Aftianatte^ il quale (come vogliono alcuni Au^toriGreci) fu uccifo daUlifle^ oprecipitato da Me-
nelao in affenza diPirro; attefoche era (tato predetto dagli Oracoli> che fe Aftianatte vivea5 avrebbe ven- dicata la morte delPadre> e Teccidio della Patria •
Ma
fu raflerirfi daaltri^ che alfuroreo di Uìiffeso di Menelao ofFeriffe Andromaca un fuppofto ARia-
riatte> ed il vero con tale ìnduflrìa reflaffe fal^o; fi
ponechela Medefima infieme col Fanciullo condotta fchiavain Butrot03 Capitale dell'Epiro , e Reggia di Pirroj foffe ivi dallo fìeffo Pirro acdentemente ama-
ta;e che rigettaffe ad ogni mocio le di lui Nozze pec la giuftaavverfione ^ che averdovea verfola Stirpe.^
d'Achille» uccifoce dì Ettore.
Che fi ritrovale in detta Reggia ancora Ermiona
Figliuoladi Menelao 3 mandatavi dal Rè fuo Padre ^ affinché Pirro la fpofafle ; giufta la parola ^ che tra Achille^ e Menelao n'era corfa ; quantunque Pirro»
didimulando quefta proineffa^ e nulla badando ad Er«
mione> procurafle con ogni fua induitria gli affetti
d'Andromaca .
Che frattanto rifaputofida i
Rè
dellaGrecia » chainella Corte di Pirro viveva occultamentequell'Aftia- nattej da cui temevano un giorno le loro mine j ne chiedeflero a Pirro la morte con inviargli in Amba-
fciadore Orette figlio d'Agamennone
Rè
di Micene;il quale Oretteaveva amata Ernrone in Ifparta j pri-
ma
ch'Elladi ià partifTe, e tuttavia l'amava •L'Azione fi rapprefentanella Reggia, e,nel Pop»
to diButroto^ MetropolideirEpico"*
A
5PRO-
PROTESTA.
Qualunque
fentimento^o efprcflioncche non fuffeconforme a' dettami della Cattolicafede fi deve confiderare còme unvezzo poetico poflo in bocca « Perfonaggi gentili^ enon altrimente ^ protefi*ndofi
T
AutoredieiTerveto Cattolico»
IMPRIMA rv
P.,Si videbitur Rcverendifs» P# Mag. SacriPalati! Apo*
ftoUci*
Tbìlìppui Àrchìep. Tbeodofiée Ficefg^
IMPRIMATUR.
Fr*Joachim Pucci Mai^ifìcr Socìus Reverendiillmi P.
Sac-Pal. Apodi Mag. Ord. Prxd-
PER^
PERSONAGGI.
ASTI AN ATTE
piccolo Figlio d'Ettore, c d'An- dromaca-ANDROMACA
Vedovad'Ettore •// Signor FilippoElifi•
PIRRO Re
dell'Epiro•//Signor VenturaRocchettiattuai Ftrtuofo diSua Maefìdil
Re
di Polonia Elettore di Saffonia .ERMIONE
Figlia d*Elena,e MenelaoRe
di Spxtu^IlSignor Giovanni Cellini Virtuofo dì S. £• la Si- gnoraPrincipejfadì Santobmno •
ORESTE
AmbafciadoredellaGreciaa Pirro.
Il SignorGiovanni Triulx,^ Virtuofo di
Camera^
alla Corte diPruJJia •
PILADE
Amico d'OreQeGatTaliert di Pirro .IlSignor Gaetano Pompeo Safteris attuai Virtuoso di Sua Maeftd il
Re
di Sardegna »jCLE
ARTE
Confidente diPirro•Il Signor AleJ/andro Verona»
LA MVSICA
E* del Signor Niccolò JommelliMaeftro di CappelK Napoletano»
LI BALLI
Sonodel Signor Antonio Baffi
Romano
•Inventore degli Abbattimenti
iti SignorGaetano Giufìi
Romano
•MTJU
MUTAZIÓNI DI iSGENE NELVàTro PRIMO
^
Reggia con Tioao •
Atriocorrifpondentea' Giardini •
NELVA770 SECONDO.
Giardino •
Gran Sala •
Afpetto dì Tempio magnifico: Gran piaiià àvanu
aJ medefimo5 con Ara,
&
Apparato di Sacrificio»NE LV ATTO TERZO.
Gabmett' Reali .
Atrio 3 che introduce nella Prigione di Orette*
Porto di Mare ingombrato dalie Navi Grechet
Inventore^ ed Ingegniere delle Scene lì SignorPietro Orta Brefciano.
Pittore delie medefìme
II Signor Francefco Antonio Cepetini Bolognefe»
Gli Abitifono Del Signor Giacomo BaflI
Romano
.
ATTO
ATTO L
S
G E N A P R
IM A
•Reggia con Trono
. ^Andromaca
, e Pirro .Pir.
TT^ Ove
lungi dame
,dove
t'aggiriÌlJ
Sfera del focomio
?c/f^.
Deh
fe ti piace ,Signor, lafciami in pace :
Sono
in guerra abbaftanzaCol mio
fiero deflin, colmio
dolore :Non
accrefca i miei mali, àcheiJtuo amore*.Pìr. Stelle ! e di cheti lagni? in che t'offende
Oggi
la tua fortuna ?T'ama
il tuo Vincitor,t^offre il fuo Regno>.T'offre il fuo core , e t'offre
Il bel
nome
di Spafa , e di Reina :Che brami
ornai?non
redi >.Che
pentito, e placatoTi rende più , che
non
ti tolfeil Fato? Ari..Pirro, Ja miafortunaQuanto
piùmi
è cortefe,
Tanto
piùmi
è crudele^Se i benefizj fuoi fon
mie
fventure . Forfèmen
grave oltraggioMi
fece allor , cVelia mi fè tua fchiara ; Ch'oranon mi
farebbe infarmi ,oh Dio
^Tua
Spofa , e tua Reina .A
f P/r.IO
^ T r o
Pìr.E
quale oltraggio avreftiDalle nozze di Pirro ?
An. E
qual gloriad'Andromaca
fànaL'eflerdi Pirro
amante
?Che
diria TAfia , e la tua Grecia iftefla >Se d'Ettore la
Vedova
infeliceSi piegaflTe a fpofar d'AchilleiJ Figlio
^
f/V^L'Afia, la Grecia, il
Mondo
Ti
ammirerà
; ti chiamerà del pari Gloriofa , e felice.Sedel tuo Vincitor fez Vincitrice .
txf//. Signor ; già m'intenderti :
Sai , che tu diftruggefti
La
gran reggia diPriamo
, e le fperanze Delmio
Figlio Aftianatte.
Sai , cheli tuo Genitore
Ebbe
tutto il fuo vanto< Dalfangue del
mio
Spofo, e dalmio
pianto*Ceffadi lufingartij
Andromaca non può
, nèdeve amarti • Pìr» Sarà tuamaggior
gloriaAvercoftretto il diftruttordi Troja
A
pentirfidi tutteL'ingiurieTue : aconfeflTar , che
quando Veduto
avefle ilvago
tuo fembiante Pria della Greca guerraContro
la Grecia , e contro Achille irtefloD'infolito valor quell'alma accefa Di
Dardano
la reggia avria difefa.
Afi^ Tutto credo ,
ò
Signor ; tu creder dèi>.Ch'è troppo forte il laccio
,
Ch'ai
PRIMO.
ir Ch'aimio
doverttxi ftringe,eclie d'EttorreLa Vedova
irfeJice,Se
dopo
tanti beneizj , e prieghi Al tuo voler fioppone
La Vedova
d'Ettorrehà
gran ragione .Sò , chela tua guerriera
Anima
generofaIngrata
non mi
fpera ,Che
mi vorria pietofa ;Ma
ingrata effer degg'io ;Ma non
ti poflbamar
.Per mia fventura ,
oh
Dio, Quefta , il tuoamor
, la fede,
GiuftiflTima mercede
Non
deve inme
trovar•So
y Scc.SCENA
II.Phro^
poi eiearte .P^^'t^ Uanto
in core diDonna
Vg£ Dura
Todio oflinato;Io giàprevedo^Che
il filo rigore alfineDeftarà il miodifprezzo
,
Pure a foffrir m'accingo ,
hanno
più forza Gl'occhifuoi.de' fuoi fdegni,
Onde
convien, che a tolerarj, m'impegni.
CI. Sire; al
Porto
vicino_ D'Agamennone
il Figlio.or'ora è giunto..F/r.Orefte?
CI. Orerte
appunto
.Ph.
Sai che porti , o che chieda ?Ci La
Grecia a PirroAmbafciador
l'invia .' '
A
^fu.
12^
A T T
0f^ir.Orefte a
me
! che fia ?Quefti vifle gran
tempo
D'Ermione amante
, e bengradito ancora.CI. Forfè con tal meflaggio
Vuol
laperMenelao
Talta cagione Per cui tanto ritardiCon Ermione
Tua Figh'a i tuoi Sponfali*Pìr.
Oh Dio
! fono gli fguardiD'Andromaca
perme
troppo fatali.
CL
ìA^ la tuafede , ela real promelTa ?Pìr.
Qual
promefla ? qual fede ?Achille il
mio
gran Padre La deflinòmia
Spofa :Mà
per la bellamai
Non
fi accefe ilmio
core ,Nè
con Leimi
legò l'animaAmore
.CI. Dalla reggiadi Sparta
Alla reggia d'Epiro Ella pur venne ^
pìr. Allor ch'Io Tattendea Della mia fchiava il ciglio
Soavemente
m^aflalì ,mi
vinfè,
Mi
fulminò , m'incenerì , m'eftinfeS
C E N A
III.Pìlade , e detti .
/^/AQlgnor
, chiede l'ingreflpII meffaggier delle Provincie
Achee
/^/r.S'introduca
.
PìL
Ubbidifco . parte tPìr. Guardie afilfletc al voftro
Rè
.Mici fpirti
PRIMO.
j?State in guardia del core ,
E foJco^labri miei rifpoada Amore». Jìeck.
S
CENA
IV.Pirro in Trono , Orefte preceduto da
gran
corteggio ,
PHade
, e CIearte .Or.T)R.ia, che a
nome
de' Greci io ti favelij>Jt Concedimi^
o
Signor^che delmio
core Ti paJefi la gioja ,Mentre
rivedo in PirroD'Achille il Figlio , il diftruttor di Troja . Pìr.
Quale
affare hala Grecia ,Onde
fpedifcaAmbafciador
si grande ?Or. Vive nella tua
Reggia
D'Ettore il Figh'o , e tu nudrifci in eflb
Un nemico
de'Greci , edi te fteflb .Quandi
è , chedella Grecia iRegni
unitiOggi
chieggonoa te collamia
voce D'Aflianatte lamorte
.
Se della Stirpe rea , che per due luftri
Rintuzzò le noftre
armi
Non
fial'Idra crudele affatto fpenta;Chisà,
che alfinda LeiNon
pulluli una teftaAi
noftri regni , e atemedefmo
infefla ? JP/V. Orefteammiro
, e lodoIl zelo di quei
Rè
:ma non
intendoCome
un fanciullo inerme , e frà catene Poffa da lunge ancoraItaca intimorire ,
Argo
, eMicene
.SegiànoirAfw
tutta.Non
14
ATTO
Non
che Trojavedemmo
Nell'incendio fatale arfa , e diflrutta ;
D'onde
nafce il timor ?D'onde
laSpeme?
L'Afia , che
può
fperar ? Grecia ,cheteme
Or.Teme
a ragion . Benché recifa mirila
pianta velenofa , ancor vi reftaLa
radice funefta .P/r.
Fuor
del natio terreno,
O
inarridifce, òalmeno
Cangia natura . Orette : a
mio
talento Io pretendo difpor delle mie fpoglie.
Or.
Dunque,
Sic^nor,non
curi L'amicizia de' Greci ?Pir.
A
queflo patto ^ filevaAmicizia nonè j
mà
tirannia •Sù la conquida
mia
Qual
dominio hà la Grecia,ò
qua! ragione Entro Io forfè a difpor delle fue prede ?Ho
forfè vinto i fuoi nemici , a fine D'efler fuddito a Lei ?Or*
Ma
fefdegnata , Rifolvefle ..../^/V.Chemai?
Di
chiedermi Aftianatte Colla forza , e con Tarmi ?Venga
ella pur : l'attendo .Chidell'Afia l'orgoglio Scoter potè , pur ora
Da non
temer ]a Grecia hapetto ancora•Or. Dovrefli almen t
,
Pir. Ritorna
T K
IM
e.^
15Orefte a quei Sovrani ; edì * clie Pirro Per fervirli da
Rè
,non da
ValTallo ^ Neile vene , e nelcoreEbbe
il fangued'Achille , ebbe il valore.
Or. Io tornerò , Signor ;
mà non
giàfolo .Comandò Menelao
,
Che
fe tunon
confentiA
fvenare Aflianatte, Io riconducaErmione
al PatrioRegno
,Ph. Ad
efla portaDel Genitor lalegge : e (è ti chiede'
Anche
TafTenfomio
; rendila certa,
Che
la ftrada d'Epiro. Tempre ftata al fuo ritorno aperta•
Nò
, chetimornon
fenteChi
nacque in regiofoglio ,Sprezza qualunqueorgoglio
,
Mai
paventarnon
sà .^
Alma
, che impera , e reggeNon
ferve ad altra legge,Maifudditafifà •
Nò,
8cqSCENA
V.Orejìe , ePilade .
Or.'Vy
Iladeamico
:o
quantoJL Nel
mio
petto s^avanza L'amorofa fperanza !oh me
feliceSe a Sparta alfin pofs'io
Ermione
ricondur l'Idolomio.
PiL Godo
de'tuoi contentiamato
Orefte :E
tantopiù negodo
Quanto
16:
ATTO
Quanto meno
Io credea , che s'mducefie Pirro alafciarErmione
, e la rendefle •Or. Dimmi
, che fà 'Jmio Bene
,Come
foffre i difprezziDi
quelPinfido ?F^l.
Oh
quante volte,oh quante
Sparfa il dolce(èmbknte
'Di
foave pallore,
E
di piantoamorofb umida
il ciglioMi dimandò
configlio !Tra
Io fdeg^no » e '1 roflbreDirmi
ta/or folea : PiJade chefarò ?Deggia
partirmi ,ò nò
? canRglio,òDei
^Orefle, e
dove
fei?Or. Vanne
, ò Piladeamato
•Fà
, ch'io fecofavelli •Ah
non èpoco
S^ElJa per
me
nelpettoSerba Dantico affetto , e il
primo
foco»PU. Andrò
, tù rafferenaLa
tuamente
turbata>L'avrai pietofa, ancor che fembri ingrata •
E^
compagna
al bel lèmbianteLa
bellezzadel fuo core;Io direi, che fente
amore
>Quando
parladi pietà .Già lo sa , che fei coftante :
Già conofce la tua pena :
La
tuamente
rafierena ,Che
crudelnon
tifarà •compagna
&c.SCE^
Primo.
j?SCENA
VIJOrejìe.
BEnche
coftume fiaDel fragil fefsoodiar chi Tania, e quello Seguir , che la difprezza :
Pur
dalVolgo
diverfà 'La
Principeìsamia
trovario (pero^E
^1mio
Rivai alteroNon
andràlungamente
De'fuoi rifiuti, e in ontaa quel timorCj
Che provo
ogn'or per leiDi
lui trionferan gli affetti miei.
Talorfè ria procella
Turba
riftabil regno,
Saggionocchier , di quella3 Senza temerlo (degno
^
ColJ'onde Furibonde
S'accinge à contradarJ
E* ver, che (peflb alTorto Refta nella tempefta ;
Ma
fe mai giunge inPorto
Và
lieto a trionfar . Talor &c.SCENA
VII.Atrio corrifpondente a'Giardini•
Ermlone
, e Pìlade .Er.
T O
dalTrono
di SpartaX. Ove
nacqui, a regnar,difcenderdeggio:A
pregareun
chevogha
i3
A T
t: f>Farmi compagna
fua , che in facciamia D^una
rivaifua SchiavaAdori
la beltà,non
fia mai vero.
Pirrodi tanti oltraggi Si pentirà , feOrefte • .•
TU.
Orefte ,ò
bella ,A
temi manda
, echiede D^inchinarfi al tuomerto
•iir. Orefte?
Oh Dio!
Sento balzarpiii delPufatoilcore \
Piladeche ti fèmbra ?
Che
fdegnofo ame venga
,o
pufc amante?*?ìU
Viene alla tua beltàQua]
viffe, e qual vivràfido, e coftante •£;%
Numi
!fil Che
? tidifpiace ?Ey.Quefta coftanzafila , quefla fua fede
Già
dame
diiprezzata% il langue chiartiaTutto
acoprirmi divergogna
il volto.
fìL Troppo
gratoad Orefte Fia così bel roftbre.JEr.
Ah nò
, perche tradifccla
gloria delmio
core :Arfi perlui ; penai:
Indi ad un'altro oggetto
Per comando
Paterno io confccrai,
Trofeo d'ubbidienza, un tanto affetto
.
Oggi
fatta ame
ftefla ,E
aironormio
rubbellaMi
arrofTirò d'una virtù sibella ?fìL
IIRè
tuo GenitoreEftinfe
P R
IM
0. 19Eftinfe il
primo
ardore :Ed
egli nel tuo fen lo riaccendeJBV. Il Padre ? echepretende ?
PU.
Il tuo ritorno.£r.
E
con sì fatto fcornoTornare Io deggio ?
A
flabilireilfoglioQua
vcnni^equa regnar,qua
morirvoglie,PU.
Parlaalmen
con Orefte ȣr.
E
vuoi, che iofteflaTenti la
mia
coftanza 2Parta fenza
vedermi
m
E*crudeltà-i^r.
Che
importa ?PiL
Saipur
, ch'egli Isadora.
Er^
E mi
refifti , emi
combatti ancoraA
pròd'un tuoRivale ?Pilade disleale
Queft'è
famor
y chetumi
porti ?f/7.0hDio!
Altro far
non
pofslo : II zelo , ed ilcandoreDeiramicizia
mia
cosìrichiede :Bella al par del
mio amore
è lamia
fede*Finche tace nel
mio
petto D'amiftàl'affetto antico,
Sorge
Amor
con dolce forza ^E
m'induce a fofpirar •Mà
fe torna alprimo Impero
Il
dover
di fidoamico
,Fugge amor
dalmio
penfiero,
E mi
lafcia refoirar . Finche&c.
SC£-
ATTO
SCENA O T T A V A-
Ermìone^
poìOreJie*J>«
'Tpl
fentoamor
•Tu mi
lufinghi, ed IoX Mal
tirefifto.Ah non
tornare in vitaQuello
mifero corePer dargli un'altra
morte
ingiufloAniore*Or. Leggiadra
Ermione
: Iovengo Contro
i miei voti a rivederquel vffoDolce cagion del
mio
languir •Er. Son quefle
Le
tuepromefle Orefte ?Dimmi
5dimmi
fpergiuro : allorché a Pirro Fui concefla inI^ofa
Non
giurafli agli DeiDi non
mirar mai più queiFocchì miei?^r.
Delmio
deflin le tempreSon queftesì > ch'io Tempre dica , e giuri Di
mai
piùnon
amarti> e t'ami Tempre .Fr.
E
quelli , e quelli fonoGl'ordini dellaGrecia ?
Ah
ti fovvengaDel
carattere tuo ; di tutti iRegi -Di
cui porti le veci :E
innanzi almio
fèmbianteParlirAmbafciador , taccial'Amante
.
Or. Già di Pirro i rifiuti
Sciolfer gl'impegni cuoi , gl'impieghi miei.
Er. C Son difperata ,
oh
Dei !)Oi\ Di tegli parlo :
Egli al Padre ti rende , e tideride ;
Chieg-
P K
1M
G , 1Chieggo
anome
de' GreciD'Aftianatte lo fcempio , ed ei fèn ride . Er.
(Indegno
) e tu che fai ?Stupido foffrirai
,
Ch^io d^Epiro
mi
partaRegina
offefa , e ripudiata (pofa ?Or.
COh
fperanze tradite !)Er. S*io ti fon cara , Orèfte
,
Riedi a Sparta veloce , e là raccogli Per le vendette
mie
le noftre fquadre : Porti Grecia in EpiroPer la figlia quel foco ,
Che
neirAfia portò già perlaMadre*
Or*
Andrò
;mà
tumi
fieguiDe^
noflri Regni , ad eccitar lo fdegno.Ad armare
il tuoRegno
:Ch'a deflare il valor ne' più codardi Val per milleragioni un de^ tuoi (guardi Er. Sì :
ma
fe Pirro intantoSpofo divien della fua Schiava ?
Or. Ancora
Ami
chi ti difprczza , odi,chit^ama?
Er.
A(no
la gloriamia
: Pirronon
curo *Or.
La gloria d^una figlia^ubbidire al Padre : Ei ti richiama • Er.
Ah
! Se il PadreTimpone
,Pronta a partir fon'io.
L'oflequio filial ben di
me degqo
Trionfidel
mio
fdegno ,Come
già trionfòdeiramor mio
•Or. Quando
le patrie faglieA T T
QJLietaalfin rivedrai
Dimmi almeno
,ò
Crudel , fe m*amerai ìEr»
Amor non prometto
%Non
niegopietà,
Conferva
l'affettoVà
, fpera chi fa :Che
peni, Io credoChe m^ami
, lovedo
Ti bafti così.
Se in ciò, che tu provis
Non
trovi piùcalma
>Ancor
da queft*almaLa
pace fuggì .Amor
Scc^SCENA
IX.Orefie. lunto àcompirfi io
vedo
,
11
maggior
de' miei voti :E
pure ancor noi credo, e ad onta ancora.
Di
mielufinghe , edelle fue promeffe>Iofènto palpitare il meftpcore>
Un'ombra
di timoreBafta afarmi infelice , 8c avvelena
Tutto
il piacer»onde
queft'aJma è piena .Lieto nel
mio
contento Viverognor
vorrei;Mà
nelmio
petto io fèntoUn'ombra
di timore,
Che
palpitarmi
fà.Se nel piacer fi pena
Non
curo altracatena ,Dilprczzo ogni beltà . Lieto
&ۥ
Aì^dromaca da una
parte . Cleante con nAftìanatte dall'altra*An.
Learteamico
?a.
Il FiglioDalle bracciaRealia té fenriede . '
An.
Pirro ^accarezzò ?CL
Tutti i fuoivezziSon
d'Aftianatte •An.
Eidunque
Tania?a. E
forfèMolto
più Tameria,
Se nel mirargli in fronte Tutta latua bellezza
Non
vi mirafle ancorla tua fierezza p Lafciad'efTertanto alteraGià che fei tanto vezzofa;
E
rifolviti adamar
.
Più che ferva , e prigioniera Ti vorrei Regina , e Spofa
Sovra
il Soglio rimirar. Lafcia 8iC.S
C E N A XL
Pirro j
^Andromaca
, con tAJÌìanatte 2P^y^XTl^ni
Andromaca,vieni;e ornai ferenoV
Torni il belvifo . .SCENA
X., , « ^
^n. Ah mio
Signor, ch'io poflaATTO
Bandir dagrocchi il pianto ?
Ovunque
li rivolgo 10 vedo ancora ilXanto
Tutto
dai fanguemio fumar
vermiglio .Vedo
ancora ilmio
Spofo Dietro al carro orgogliofbDel fiero Achille tuo !
Vedo
ilmio
figlio ...jP/V. Vedi ij tuo figlio,
p
bella >Già vicino à regnar , fe tu noi vieti
.
tAfi.
Ah
Pirro !pir. Io
non
ti chiedo.Che
una dolce fjieranza: e tiprometto Di
ricondurre in breve11 tuo caro Aftianatte
Sovra il
Trono
degl'Avi e fuomal grado
Far y che laGrecia fcorga ,Come
dal cener fuo Troja riforga .tAn.
Oh Dio!
Pìr, Perche fofpiri ?
Perche taci, òcrudele ? Io perte fola Sprezzo in
Ermione
una beltà , che merta D'ogni (guardo gl'ofTequ] , e d'ognicore:Dopo
tante ripulfe,
Dopo
tanti rifiutiTorno
pure ad offrirtiII
mio amore
» ilmio
Soglio.
Per compiacere anche ai tuodolceorgoglio Tichiedoin
dono
, ciò eh'èmio
. Ti priegoA
farme
tua conquida ,Quando
tu fei mia fpoglia , emio
trionfo •Che
più ? Della tua proleVolli
P
ti 1M
zyVolli far
mio
diletto :E
foJ perche nel ciglioHàrimaginetua, mi
ftrinfi alpettoUn mio nemico
, e Iochiamaimio
figlio•A^i, C
Quanto
fono infelice .] p4r. V taci ancora ?An.
Signor, tu bendifcernil'alta neceflità , che hà Tal
ma mia
Di gradircinemico,
anzi che amante"*Co*
tuoi favori , il veggio,Fofli à
me
più che Spofo ,E
piliche Padre ai pargolettoFiglio •Tutte Ponte del fato
La
tua bontàmi
rifarcì . VincertiCo^
benefizj, i benefizj , e fp^fToMi
parve di veder Ettore in Pirro ;E
mille voice , e millePenfandoà Pirro , io
mi
(cordai d'AchiUcf p/V. Seame
penfafti ,9
cara,
Poflb fperar . • •• tjfff. Sì Pirro :
Sepenfò a merti tuoi
Il
mio
grato dovermormora
, e frem^Contro
i rifiuti miei, controme
ftcfla•Ma
(è penfb al tuoamore La
mia fede , ilmio
Spofo ,La mia
gloria,ilmio onor,rombre degPA
vi,Sgridano lapietà ^ ch'io per te fento .
Così'l
mio
cor, contro'lmio
cor combatte, Pernon
eflerti ingrato :Pur
nelduro
conflittoB
Non
zs
¥ r 0
Non
vince Tanior tuo, vince ij mio^ondré :E
fenzamio
rofTore alfin m'accerto ,Ch'in vece d'amarPirro,
amo
il (uo mert?b.rìr^ Sei pur fuperba e fiera l orvedi il torto,
Che
mi fai coltuo fatto , e ti confondi.
Coll'eccidio di Troja
Non
è l'odio de'Numi
eftinto ancora :La
Grecia per OrefteAftianatte mi chiede , evuol che
mora
.c/f^. Mifera . . . • ah Pirro , ilCielo Aftiaaatte
non
ferbaLa morte
à vendicar dèi caròPadì'e :Il ferba folo a rafòiugari pianti Dell'infelice , e fconfolata
Madre
.Deh non
voler Signore«... s^/^gh/occhh.Fhn
Alzati )ò
bella , e fpera : iJmio
rifiutoGià prevenne i tuoi prieghi*
Se betfanche io doveflì
DairArgive
FalangiDefolato veder tutto il
mio
Regiit)',
Difenderò del Figlio tuola Vita : Spargerò tutto il
mio
,
Per Èlvare il tuo fangue :
Combatterò
perte ,pur
ch'ionon
cóntiTe
ancor fra i miei nemici , epur
che diaUn
tuo fguardo piò dolce ,Efperanza > e vigore all'alma
mia
.
Ari.
Con
talcondiziondunque
vorrai Ofcurar la tua gloria >Avvilire il tuo
merto
: onde la Grecia Dica , ch'opra sì bellaP
il 1M
0. z f Derivòdalmio amore
,Non
dalla tua virtù,non
dal tuo core ? Pir. Voglio, che il vantofiaTutto de^ tuoi begrocchi,e al tuofembiate Tutta intendo facrarla*gloria mia .
c/f^. Lufinghedi Tiranno • Accender foco
Ben
puoi , Barbaro, in TrojaNon
già deftarlo inme, dove
ancor vive Ettore il caro Spofo .Pir. S'Ettore vive in te , nelFiglio
moja
..
Lafcialo
.
le toglie zAftìafsatte. tAti^
Ah
Pirro; èpoco.
Perdifletartanti nemici > l'I (angue
D'un
Fanciullo innocente ;Verfalo dal
mio
petto inmaggio
rvetaà ,E
s^Ettore vive inme,
inmeiofvena
.Ph. Oh
dei piùforte Eroe vezzofa prole :Non
èla Grecia nò, che ti vuoimorto>
Figlio, la
Madre
tua ,morto
ti vuole ^ Sì lo vedrai ,Madre
crudele , eftinto •Ahi
Grecia? AhiPirro!Ahi
FiglioI avete (vinto.Signor...
Ma
nò, ferma...Che
fo ? chedico?Soffrir potrò , che il Figlio viva, echiàmi Col bel
nome
di Padre il fuonemico
?Pìr. Barbara
Donna:
e pur vorrai chemora?
c-^^^t Prenditi il Figlio, eccoti ilferro ancora.
gligetta
uno
Jiillo .Eccoti
z«
A T r 0
Eccoti il figlio, fvenalo ,Rendi
contento ,oh
Barbaro, L'iniquo tiio furor(
Ahimè
chedifll )oh mio Caro
t'abbraccio , addio.Parto
mio
dolceamor
.
Empio
, fe il figlio uccidiL'Anima
mia dividi ;Ma non
abbatti il cor . Eccoti &c*SCENA XIL
Orefte , Pirro^ AJlianatte > e
Guardie
.
Or. Q
Tre,Ermione
è già prontai3 A
partirmeco,
e aricondurfi,, Pìr. Orefte :Torna
all'impero fuo lamia
ragione •Il Zelo ,
onde
la GreciaCerca
il pubblico bene , alfinmi ha
vinto.Oggi
vedrai nelTempio
Mia
fpofaErmione
, ed Aftianatte eftinto.
Or.
( Perfida forte )dunque
Saprai contanta forzaTe
fteflb fuperar ?Ph.
Sì, Io vedrai .Or.
(Lo
vedrò)maggior
pena ionon
provai, parte.SCE-
^
SCENA XIIL
Pirro .
E
SaraiCore amante
così fortedi Pirro , e indifferente^ I lamenti , le fmanie ,Le grida, i pianti , e del tuo ben l'affanna
Tu
potrai foftener Pirro tiranno :Ah
che il foverchioamore
Mi
fà fpietato , ad appagar fi vada >Non
già la mia fierezza ,Ma
il furor d'unaMadre Difumanata
, e fiera ,Che
perun
folleimpegno
Sagrificafe fteffa, il Figlio, e il
Regno
*Dove
iratomi
trafportaFiero
nembo
, orridoVento,
Tràilfurore , e Io fpavento,
Senza (Iella , fenza (corta Sventurato errando
vò
.
Il naufragio è già vicinò ;
Ma non
lafcio il riocamino
,Se quell'anima > che
geme Ogni fpeme
Abbandonò
•Dove
irato&c,
Fhe
dell'attoPrimo
.ATTO
A T T O IL
SCENA
I.Giardino .
Bf\
A% Ggi dunque
nelTempio
D'Ettoreil
Germe
infaufloCadrà
fvenato dellaGrecia aiNumi.
Pìl'
E
perte fplenderà ferena j € bellaD'Imeneo
la facella :MàrinfeliceOrefte
Er.
Ha
forfè difpiacer, ch'io vmcttrice Della rivaleAndromaca
trbnfi? Pìl.Non
già ;mà
fei crudele ySenon vuoi , ches*affligg3, allorche perde
La
metàdi fe fteflb,
E
la parte miglior della fua vita.
Br. Pilade a
me
Io guida :Pìl^ Perche ?
Er. Farò ben'io ,
^ |
Che
foffra in pace il fuo deflino , e *1mio
.
pll.
Non
è facile imprefaIlconfigliar chi t'ama a
non
amarti.
Br*
La
tentarò.
pìl.
Ma
poiCombatteranno
a garaContro
de' tuoi configli i lumi tuoi.
parte*
ri
scE-SECONDO.
giSCENA IL
Brmìom
^ePhro
.Tir.
T5
EllaErmione
leggiadra ?Er.
X3
Signore;iosò,chcmaf
ii
Vwo non
fémbrai leggiadra , e bella,
Se
Andromaca
cercavi , ionon fon.quella .yìY.
Non
curo dicolei : Schiava > e nemica Altronon
hàdi grande,
Che un
pertinaceorgoglio:Io fpofà, che non
m'ami
avercon
voglio Ey. e dalei difprezzato ame
ritorni?Tir.
D'Andromaca
m'accefiPria.di veder
k
tue fembianze •Appena
Comparv.e in quefto Cielo il tuo fpIendofe>Che
illuminò lemie
pupilleAmore
.Er. Perche tanto Indugiar, s'io ti piacea ? Eìr.
Di me
fteflbtemea
:Non
era affatto eftintoL'ardp^r,jcfee poi la
mia
coftianza hà vinto.
£r.
Dunque mi
fai del cor liberodono
?Pìr. JB del C<>^^ > ^
Trono
:Vanne
alTempio,ò
miavaga:iv{amoménti
Avrai fui crine ilmio Diadema;
-edivi Offriranno al tuo piedeLe Provincie VafTalle ofTequio^ e fede.
Del core
rimpero Mia
cara tidono.
Guidarti fui