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IZA O A E
•DEL PATERNOSTRO
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FA TTO DA
ZrCCHEilO BEALI VENNI
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TESTO DJ j/.vor.i
PER LA PRIMA VOLTA PUBBLICATO (VX ILLrXTRAZTOJYI
DEL D. LITIGI RIGO Li ACCADEMICO RESIDENTE DELLA CRUSCA
V
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a ALL’ILL.eREV.
MONSIGNORE
, FERDINANDO MINUCCI
ARCIVESCOVO DI FIRENZE
E
PRINCIPE
DEL SACRO ROMANO IMPERO
Informatodelsommopregio,che racchiudeinseun Manoscritto, cheioperlaprimavoltadoallaluce,portanteildolcetitolodi Esposizio- ne del Paternostro,tradotto in volgar liorentino sul principio del secolo
XIV.daZucchero Bencivenni
,
celebreper altre sue versioni,ioandava
fra
me
stessopensandoachipotessidedicareun’operacosipregevole ,nontanto|>er lamateria,quantoperlapurità di nostra lingua.Dileguossi
benprestolamia[lerplessitàsubitocltèinivenneallamentel’Angiolo della
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FiorentinaChiesa, chefuricevutoconsegni diverogiubbilodalPopolo,
nell’atto della diLuiinstallazione,perchèdalungamanoaveva potuto ragguardarelesueottimequalità.Quest’Angiolo, chesta assisostillasedia
«
della capitale dellaToscana,èV.S.I1L,cRev. chesenzaadulazione me- rital'offertad’un LibrocitatoabbondcvohnentedagliAccademicidella Crusca;echeistruiscel’uomode’ propri doveri,edieloconducealpos-
sedimentodell'eternavita.Sonopoi nella ferinasperanza, cheilnomedi Leiparleràilvantaggiodi farnascerelavogliaalClero peracquistarlo
; cosìche vantarmi potròdi aver reso familiareuncorso diTeologia,det- tato innnlinguaggiopuro,chiaro c dilettevole.
Altrononmirestaadire,dieV.S.HI.,e Rcf,degnisi di accettare lamiadomanda,perchésononellaliduoia,chequeichedebbono annun- ziarelaParolaDivina s’avvezzerannoa dirla co’materiali de’nostri Padri,
e coimodernicoloriapprovati da’ Classici.ComePastorevigilantissimo delgregge datole dallaProvvidenza,a fine dicondurloa'salutevolipa-
scoli
,gradiràdie quest’opera
,contenentemassime<liscilapietà,diluci- datecollatestimonianza de’ SS.Padri, vadasottoildiLeiPatrocinio.
V.S.III.,eRcv. èallatesta diunavastaDiocesi,chegloriasidicon-
taremolliArcivescovivalevoliancorain fattodi nostrafavella,fra’quali
nominarsideveS.Antonino, che sebbenevivesse inunsecolodideca- denza,puresepjteconservarelebelleformedell’aureosecolo del trecento,
tantocheilsuoConfessionaleèregistratonelVocabolariodellaCrusca.
L'ArcivescovoGiuscpjieMariaMartelliappartenneaquelcorporispetta-
bile,chiamatoilconservatorio della purità delnostroidioma,econ pur-
gatezzadettòisuoi lavori;nè sono datralasciarerincontriedilMartini,
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thèfainaacquistaronodibuoniscrittoriToscani.Sapendo, chealvero
sapiente dispiaccionolelodi,nulladirò de’ ineriti diVS.111.,e Rev.,
ma
non debbotacereilcontentochenoi tuttiprovammoogni voltacheElla hafattointendere dal pulpitoleveritàEvangeliche,conditedi voci emodi toscani;dimodoche questagiunta didoteèunajiotentedimostrazione dell’ardenteamoreallalinguapatema,ereditatodaun antenatodell’illu- strefamigliaMinucci, pernomePaolo,ladi cuimemoriasaràmai sempre durevole perlebelleederodileannotazionifattealjioemadel Lippi.Nel raccomandare caldamentealladiLei protezioneilLibro, che permesirendedipubblicaragione, le bacioossequiosamentelasacra veste,echiedendolasuabenedizionemiprotesto di essere.
DiVS.Illustrissima, eReverendissima
Umilissimo Servitore Luigi Puzziju
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PREFAZIONE
Indubitata cosa è,clicse all’nomo mancailgiornalieronutrimentoonde sostentareilsuocorpo, prestosiindebolisce,eposciavienmeno.Cosi(pianto allospiritoverràmenochi saràtrascuratodellaletturade’buonilibri,conte*
Dentiiprecettirelativia"propriidoveri.Chiunque menaunavitaspensierata e lontanadalbistruziones’addomestica facilmentecolvizio,esiaddormentasenza speranzaforsediriaversidalsuo mortiferosonno;cosicchéabbandonandoquella viachepuòcondurloasalvamento va a perireirremissibilmente,nè altrose nonselapropriatrascuranzapuòincolpare dellasuamina.La divinaProvvi- denza pensòinognitempoatuttiibisognidell'uomosispirituali,sìtem- porali.Equantoaglispirituali intuttiisecolifecesorgere deglizelantimaestri indivinità
,che spiegaronoalpopololalegge diDio;nè conienti di queslo vo- caleministerocomposero deitrattatimorali,iquali eranocometantioracoli, che ad ogn' ora consultarsipotevanodachicchessia.Venneperòunleni|K>,in cuiquesti trattatisireseroinintelligibilipressolapiùparte degliuomini, perchèscrittiingreco edinlatino,oinaltrelinguenonpiùintesedalpo- polo, .iaquesta perditafuben tostoriparatamercèdelle cure diquelli,che preseroilcarico ditradurlinellelinguevolgari.
Convenevole cosa èilrendergiustiziaallareligionedomenicana,che sopra qualunquealtradiligentissimafu,perchèifedelitantoiricchi
,quantoimale agiatide'beni delmondoavessero conti novamentede'salutevolipascoliperren- dersiforticontroagl’ingannevoliassaltide’nostrinemici.Immortali sonoora- maiinomidifrafìartolommeo da sanConcurdio,dievolgarizzògliAmmae- stramentidegliantichi,aureo libro per chivuoleacquistarlodeiuquesto,e premionell’altromondo;lePrediche delB.fraGiordanodaRivallo;ilvolga- rizzamento degli Atti apostolici,ede'primi quattrolibridelle Vitede’ ss.padri del Cavalca,eloSpecchio di penitenza del Passa valiti,autorituttidell’ordine de'predicatori
,iqualihanno undoppio pregio,cioè di contenerein seprecetti disanamorale, e voci emodididire,che presentati furonocomemodellisi- curiperbenescrivere.
Appenachefuinventatalastampaifedeliebberoilmezzoagevole di gu- starequeste opere, delle quali molte nel secolo
XV
sipubblicarono,edinpro- gresso ditempocomparveroallaluceripurgatcda quellemeude,clicviabbon- davano per colpade’ copistiignoranti,e deglistampatoritrascurati.Eglièil vero,clicmoltealtreopere,fuoridellerammentatequi sopra,sono diugual meritosiinfattodipuritàdilingua,siinmateria di ottimemassimeriguar-
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s
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diluiilamorale elafede,leqnaliopereaitruovano nelle pubblicheeprivate libreriedellanostracilli.
Animaloda’medesimisentimenti,che ebbero que'valentuominindpub- blicaresifatteopere diediallalucenel1818leParajrati poetiche degl' Irmi delBreviario diVincenzioCapponi, insiemecoliunlibro dis.Agostino detto Beala diquattro gradi,elaleggenda dis.
A
gnese;nel1619laMeditazione topra l'Albero dellaCroce,
e neli8aiilvolgarizzamento di alcuni opuscoli di t.Gioe.Crisostomo
,
tantodie posso dir con piacere, chelebrigliepresein similiproduzionisono servited'inviamentoamolti,chel’hannograditesiper laparte del costume,aiper quella dellalingua.*
Incontratomi, sougiàpressoadodici anni,inunmanoscritto, contenente ilvolgarizzamentodell'EsposizionedelPaternostro,citalodagliAccademici dellaCrusca, e conosciutapermel’importanza di questo lavoro,micaddenel- l’animodifarlodi pubblicaragione,manonm’èvenutofattofinqui di secondareilmiodesiderioperlarepugnanza degli stampatori,a’qualinonva troppo asangueilpubblicarelavoriascetici,particolarmente del trecento,te- mendoilritardonelrimborso dellespese.Queste considerazioninonvennero in mentenèaGiov.M. Salvimi» chestampòlaStoria de'ss.BarlaameGiosa/atte
,
né adAntoniode’bussi,che in grazia delle cure di Mona. Bottali pubblicòlo Specchio diCroce,ilPungilingua
,
edifruttidellalingua del Cavalca,nèal PagliarinichemandòfuorilaMedicinadelcuore, elaDisciplinadeglispi- rituali,insiemecolTrattato delle trentastoltisie,el'EsposizionedelSim- bolodegliapostolidelmedesimo,facendocipure assaporare mollialtribuoni libriperlapurgatezza delnostroidioma,eperibuoni precetti di morale pre- gevolissimi
,che ogginonfacilmentesitruovano dagli amatori di nostralingua.
Debboiosapergradoalsig.LuigiPiazzili!LibraioinPorlaBussa,ilquale ha aderito di buona vogliaallemie bramedimettere sottoiltorchiol’Esposi- zione,ovveroTrattato del Paternostro, estratto dal codice Strozianonum. 56,
|ed oranellaMagliabechianaallaclasse35,anonimopai.G,num.170,nonsgo- j:
j
meritandosiinvistadellagrossasommadidanaro, che abbisognava perle ven- tiseitavole inrameesprimenti altrettante miniaturedelcodice
,cheservono di spiegazioneagliargiimcuti, ealperfezionamento dell’opera. Queste miniature, die sono lavoro del secoloXIV,eseguitoconsommamaestria per queltempo, potranno essere giovevoliagliamatori delle belleartiquantoallastoriadelle medesime.
Perlaprima voltaadunquesipubblicaladettaEsposizione,clicperme- gliodirechiamarsipuòuncomjiendio di Teologia, ovverounCatechismoutile aqualunque sortadipersone, especialmenteaqtiolbchehannoilcaricodi
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Iti sermotlare
,giacchiinleggendolavie meglioapprenderannoimodidelbene
•scrivere,percomunicarecoaiacconciamenteagliuditorileveritàcouditedi tuttalaleggiadriadellafavellatoscana,conlafermafiduciaditrarucmaggiore utilità.Ècerto, chediidiscorsointralciato,ascuroesconnesso,oppure tessuto disottigliezzescolasticheannoiasubitamenteanchegl’ idioti,iqualisenevanno sconsolati,dopoaverne aspettato con tediolafine;masouo per Topposito oltre mododolentiquandogiungeal termineuna predica, cheuniscaalladottrina ordine, purità e chiarezza.
Duecodici,unoStraziano, el’altroRiccardianoscrittinelSecoloXIV»
decidonolaquestione di chifosse1’autore di questa Esposizione del paternostro.
Meifinedelprimosilegge:„Questolibrocompiineunfrate dell'Ordine de’Prc-
„dicatoriallarichiestadelreFilippodi Francia nell’annodell'incarnazione di
„nostro Signore 1379, poi fue recato in franccsco: in volgar fiorentino da sere
„ZuccheroBencivcnnifiorentino.„Ilsecondo,cheerasegnatocolnumero P. 1111
,ed ora 1466, dicecosi alprincipio inlettererosse „ Questo libro compilò
„ unfrate dell’Ordinedis,Domenico,etrastatò di latinoitifranccsconell’anno
,,dell’incarnazione1379, poisirecò per scr Zucchero Bencivenni di francese» in
„nostra lingua.„
Nellalezione dettaneldi11Aprilei8aonell’AccademiadellaCrusca m’in- gegnai diprovare,che l’autore delTrattato latino de’vizii,edellevirtù, ov- verodell’Esposizionedelpaternostro èfraLorenzo Gallo oFrancesedomeni- cano,e chedallatinolavoltònelproprioidiomaad disumazionedel re di Francia,edaquellalingua fu tradottanellanostrada Zucchero Bencivcnni.Le miericerchenonsono state solBcientiascoprirechifossero gliantenati diZuc- chero,nè ho trovato notiziaseegliebbe moglie,equando
,edoveeimori,cosic- ché non posso altro diresenoncheegliesercitassiintradurremoltilibridi vario genere,ilprimode’quali fuRasis,cuieglivolgarizzòneli3oo.Aluisi attribuiscelaversione del libro delle virtù delle pietre preziose,composto dauu red’Arabia, e neli3io,incuitrovavasi in Avignone,traslalòdalfrancesein volgar fiorentinol’operadelMaestroAldobrandinodottoreinmedicina,che trattadellasanità delcorpo, e nel1313tradussedalfranceseinlingua nostra lasferadi Alfragano,tutti testiche sonoallegatinelnostroVocabolario.Giusta latestimonianzadel celebre FrancescoRedi nellalettera^(ì,eglicompose,o volgarizzòillibrodellacuradellemalattie,ed inunanotamarginale dellame- desimaletterasilegge:„ Misono poicertificato,cheilvolgarizzamentodi
„Mesue èfatturadisereZucchero,enchotrovatouulesto incarta pecoracol ,,suonome.,,
Nella leziouedamepocolàrammentata,che stampasi adesso neltomose.
IV
conilo degliAtti dell’Imp.eRealeAccademiadellaCrusca,Firenze tipografìa all'insegna diDantei8a8,illettoretroveràpiù notizie spettantilapersona di Zucchero,ilqualeha meritatolastima,elagratitudine degli amatori del nostro linguaggio. Lionardo Salviatinellib.li
,cap.xndegli Avvertimentidellalingua T'ainmetle nelnovero degli autori purgati,manontrascuradidire,clicfrale vocipiù belle, usatedalui,veneha anche buon numerodelleJrancesche, che forsefudifettodel volgarizzatore.Sono però diparere,die questo difettosi debba nellamassimaparte attribuireallavenutadiCarlo ducad'Angiò inIta- lia,cheandòalconquisto delledueSicilie,sicché divenutone signore,fufacile iltrapiantanicnto divociefrasifrancesi,specialmente nel nostro terreno,perchè iFiorentiniebbero luogo di tratiare frequen temente de loroaffaricolnovellore, eco’suoiministri.Unamaggior copia,èverissimo,sene troveràne' lavoridi Zucdioro
,perchè viaggiò perlaFrancia,mapure intuttigliscrittorideltre- cento,comeiliDante, nel Petrarca,in GiovanniVillani,ed audioinaltriab- biamogran dosedifrancesismi
,alcunide'qualiFuso rimandòacasa loro,ed altriliaiinoogginiaipresso di noi acquistaloildomicilio,e senzatemadirampo- gnegliusiamo.
Bisogno è ch’io dica qualche cosa del codiceslro7.iano,ilqualeèdibello carattere,maqualche volta scorretto,ed alcunafiataha oscuroilsenso,edi rado ho potuto correggerlocoll’aiuto del riccardiano segnatocolnum.144^*>dieèdi lezionemigliore
,perchè èun compendio,comeanche compendiati sonoduealtri
mauoseriIticontenentilamedesimamateria,unoriccardiano colnum.1801
,e
\l'altrogaddiatio
,oramagliabcdiiauoallaclasse35,pai.i.Queste edaltrevaria- zioniadunque nonebberooriginesenondalgenio differente degliamanuensi.
InfilitiilVocabolariocitavarimanoscrittiintitolati.Fruttato de peccatimor- tali,diEquità,di Consiglio,diFortezza,diIntendimentoec.chesembrano opere separate,ed'autore diverso,maioho evidentemente scoperto, che tutte quelleopere sono compresewvWEsposizionedel paternostro
,
edhoancherico- nosciutodie nel trattato de’peccatimortalison mescolali moltiesempitratti dal Confessionale dis.AntoninonostroArcivescovo, c per conseguenzailvolga- rizzamentode’medesimièdiZuccheroBelicivenni.Per darforzaallamiaasser- zioneioaddurròunsoloesempio. Si vadaallavoce Iodico,etroverassi.I pretiec.
tonospecchio di santaChiesa,oveilodicisispecchiano,eprendonoesemplo.
Trutt. Cast.Lostesso sileggenell'esposizione del paternostroacar.98.Troverà poiillettorenellapresente operalevocicispicoso,scombava re,giubbetto,putì- dorè9fastidiarne,bistornai e,emoltealtre,lequalisono allegate nelVocabola- riosottoaltri titoli.
Èda notareinoltre,chelepoche varianti, chesileggerannoinpiè di pagina
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sono del codice Redi esistente nella Laurenziana, e del riccardiauocolnura.i^tiG.
ilquale incomincia conidiccicomandamentidiDio, posciasileggelaspiegazione del simbolo degliApostoli,ovvero dodiciarticolidellafede,citatidalVocabo- lariosottoiltitolodilib.doti,artic;edopoundicifoglievvilafiguradelre diFrancia sedente, in atto di ricevereillibrodaldomenicano,esottosilegge:
Def^ll peccatimortali,e lororami. Apag.47-*’incontrailTrattatodi ben vivere,edellamanieradiviverbene,citatosoprauntestodelRedi, di poi passaall'Esposizione del paternostro.Farmicosadadoversiavvertile
, cheaicompilatori dellaterzaimpressione delVocabolariopiacque diintitolale questolibroTrattato,comerisultadallevoci passare, provvedere,spalareec.
ed n quei della([varia,Esposizione del paternostro.
Queivocaboli
,ches’incontrano in questovolgarizzamento,iqualimancano alVocabolario, sebbeuanticati,efuor d’uso,puremeritanod’averviluogo, perché servonoallastoriadellalingua. Ioaddurròleautoritàd’ altriscrittori, facendo in tanto sapereallettore,che varia certamenteed incostante è(orto- grafiadituttigliantichiscrittori,perocchélamedesimaparolasitruovane’ co- dicitalorainunmodo,etalorainunaltro-.Cosia pag.i,sileggearbore ed albero, a pag. aJuoronoperfurono, comedisseroinostrivecchiJoperfu,a pag.1
1
manucare,ed appressomangiare,apag. la podere,e piùsottop-tere,e simili.InfineporròlaTavola delle voci più notabili,el’altradegliesempi del- l’esposizionedelpaternostro,che sonoregistralinel VocabolariodellaCrlisca, incuiacolpod’occhiosivedrannoipassierrali
,eglisbagli nellocitazioni.
So che molti biasimanolevecchie scritture,particolarmente quelledie eb- berovitanelSecoloXlll, e nel principio delXIV, comequesta chesipreseula alPubblico, e chenonritmanomaidalrimuovere chicchessia dalla lettura di quelle,maconbuonapace ditalidileggiatoridirò esservero
,cheelleconten- gono molte voci arrugginite,cuiilgustopresentenontollera
,mainmezzoa questemondiglie noi ripeschiamo molte gemine,etuttoilbelmateriale,che serviposcia a quellecomposizioni,cheperuniversaleconsentimento sono tenute eccellenti.Sevihaombrainnoidigratitudinedubbiamovenerare que’ primi maestri,iqualicomechetozziedincolti cisembrino,incominciarono a gettarei fondamenti, permezzode’qualisifecebellaeleggiadralalinguatoscana,o vogliasidirfiorentina
,giacchéinvolgar fiorentinoavvisossidiscriverelesue novelleilBoccaccio
,comeeglimedesimoccldicenelproemio della quarta giornata.
Fusempre,edècostume degli uomini avveduti di apprezzareleantichità.
Tuttigliamatori delle belleartivauuoincerca delledipinture diCimabuee di Ciotto, e per quanto épossibiledelleanterioriaqueste, per collocarleculisom-
VI
uio contento nelle lorocollezioni,senzatrascurare r&cquisludelleincisionidella scultura,ede'disegni diarchitetturade’ secoliche diconsi barbari
,quantunque que' lavori sieno distantiassaidal perfezionamentodell’arli.Perchèdunquetanto disprezzoperiprimiscrittoridellauoslralingua
,eviepiùper quelli chetrat- tano di morale e di pietà?JJiunmisento invogliatoasciogliereuntalquesito,ma pregoimicilettorianonlasciarsiabbagliare da simili schiamazzi,sicuridifare de’buoniprogressi,studiandogli,nelnostro vulgar linguaggio,c nellaritbrma de'proprii costumi.Sileggaadunque da ognunoquesto libro (bouissimo da alcune similitudini iufuori
,proprie di quellastagione)conanimodicavarneanospiri- tualeprofitto
,poichéallorasipotràdirecoliDante:
„Ora conosceassaidiquel,che’lmondo
„Vedernonpuò della divina grazia ,
„Benchésuavistanondiscernailfimdo „l’arad.io,70.
Epiù sotto;
,,Quest’ è’1principio;quest'e la favilla, ,,Chesi dilatainfiammapoi vivace,
„E,comestellaincielo,inmescintilla„i3,1-15.
Mirendo certo,chedopoquesta letturamoltiseguirannol'esempio diMuse, cheamòmeglio d’essereafflittocolpopolo di Dio, che di godereitesoridell’Egit- toconlafigliadi Faraone
,gustandoilfruttodolcissimo dellavirtù, secondoil parer del Petrarca Son. 45.
„Dolceallafine,e nel principio acerba„
Altrononmiresta a dire, che otto vocicitatenel Vocabolario sottoiltitolo diEsp. Pat.JVost.nonmibastò1’animodi ritrovarendcodice stroriano
,lauto chepresi larisoluzione di rileggereilcodicericcardiano più volterammentato,e nelTrattatode'peccatimortalira’imbattei inquattro, e sonomena, montare, perdere,ed usuraio.DeglialtriquattroesempiriportatidalVocabolariocoma appartenentiall’Esposi itonedel paternostroallevocichiocciola,indiscrezione
, tornasole,evendicanea,due sono nel codice Redi, cioèilprimoel'ultimo,edilsecon- do linquinonsi sa da quale autoresiastatopreso.Firprovaload evidenza dalch.sig: Del Furia,mioCollega,cheilConfessionale dis.Antonino, chetrattade'vixit, fu spogliato dagliantichiAccademici della Cruscaiquali servendosi diuncodice senza nomedell'autore, loconfuserocoll’altroTrattato pece. mort. Mettendo aprofittoana talenotiziatrovaineldettoConfessionale79 voci,registrandolesull’edizione di Ripolidel*477 in4°»li"»1°altrericonosciutapermelamigliore,sebbene uontuttevi siravvisino.Unataleseparazione averiluogo nellaquinta stampa delnostroVocabolario,cosicchéognunoresteràpersuaso
,che neltempoincuisi scarseggiavaper tutto apurgatiscrittori, laToscana ebbeilvantodicontarne
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VII parecchi,che sepperoconservare illibata 1alinguadeltrecento,fra’qualisi distinses.Antonino arcivescovo di Firenze.Edinconferma maggiore di quanto ho dettoaddurròtreesempi.11primoèallavocequietazione,che èsulfinedel proemio, checombinacon quello del Vocabolariocoll’indicazione di Tratt.pecc.
mori.11secondo è a piovanato nel capitolo dellaAmbizione,edilterzoabotte, chesileggealcap.dell’Amordisemedesimo,ilquale dicecosi:Labotteconviene che dia deivin,eh' eli ha.
Siè venuto in chiaro,chelavoce tornasolenonappartieneall’Esposizione delpaternostro,mabensìallaDiceriadiDino Compagni,scopertafattadal eh.sig.Nesti,mioCollega. QuestaDicerianonsileggenellastoria fiorentina di Dino Compagni,Mulini1728 in 4 °,perchèlostampatorea' lettoripag.XIcosi ne rende ragione; „ noiabbiamogiudicato dilasciarlaindietro,siperchèellafu
„giàdataallalucedaAntonFrancescoDouifraleprose antiche,esìpernon
„mischiarecoll'istoriacomponimentid’ultrogenere. „ Mi è venuto peròinani- modipubblicarla secondoilcodicemagliabecliianopale.1,cod.71,8car.57, di cuisiservironogliAccademici della Crusca, giacchédifferisceinpiù luoghi,come per cagiond'esempio nellastampa del Donipag.a1inluogoditornasole,si legge girasole
,
ed ovelaCruscaha magnissimonell’edizionesileggemassimo.
„DiceriadiDinoCompagnidiFirenzeAmbasciadore delComuneapapa
„GiovanniXXII,quandofufattopapaa rallegrarsidellasua creazione conl’al-
„treambascerie.
„Nonsan zamaravigliosaprudenziailsommogovernatoredell’universocon
„abondanzia dicelestialegraziaelessevoidituttoilmondonoverodellasedia
„apostolica conplenitudine didivina potenziadilegare ed'assolvere:ondeil
„ mondodee sempreall’altissimodonatoreriferirereverentissime grazieavendo
„inispezialcrevereuzia l'ora dicosigraziosaelezione.Ondeidevotissimieobbe-
„dientifigliuolidisantamadreecclrsiasparto perlomondo1’oltramirabile
,,splendore di vostra serenissima luce,mandònoisiccome messaggi e oratoria’pie-
„di della vostraaltezzaper riceverelaforma della vostra benedizioneinvolontà
„dellaplenitudine della santissima grazia deltesorodisantamadreecclesia,il
„quale nonmenoma,dando.Esefussipiaciutoa’mieicompagniemaggiorialla ,,compagnia di cuiiosouo,incuièsuQicenlepienezza disapere, di parlare
„allavostra altezza,lu’ntcndimento di quelli obbedientifigliuolidellavostra
„cittàdi Firenzeassain'erauo più degni,etioassaipiùcontento.Masiccome
„amatoredell'altavirtùdell’ubbjdienzia,ubbidendoallaloromaggioranza
„sanza alcuna contesa parleròalvostro altissimointendimento quello che1mio
„piccolosennopotràcomprenderedidireincosialtamateria,avendoricca ,,speranza, che ciò chè saràdimanco,cheassaisarà,voie glialtriuditori
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riputeretea mia insulEcieiizia
,tliguisachealvostromagnissimo,etaltero animo nonriputerà minoregraziaper coloro chesierodonomesiccomeal- quantosufficientemandato.Veguianoglioratoriditutte1’universepartidel mondo.c’hannointendimento dicattolicafede,ed allegrausi davantiallamae- stàvostra riferendo graziegrandissimealdatore dicosi riccaelezione; evoi siccome esaltalo sopraifigliuolidelleTemine riempieteiregnieleprovince, scindendo sopraivostri figliuoli lavostra santissima benedizione conabondanza d'amoreedipace;sicchédegnamentegaldere(i) sipossailfrutto di vostra bene- dizione,cspezialmente sopra quel nobile giardino di Tuscanu iuquella nobilecittà diFirenze
,laqualenonmancaallevogliedisautamadreecclesiasemprecon rivcrcnzia ubbidireaguisa diquel tornasolechesemprelesuefoglieaulentissime gira aguisa della ruotadellasolarevirtù.Esiccomelavirtùdellalucesolare le'uclinatefogliegiàquasi passerilievainvalorosaverdezza
,così laVostra beatitudinerilievaericriaintnaravigliosaallegrezzailmondoegliabitanti lutti,poiche dituttièeletto quelliche nefaràsalvitutti,che hailpo- tereebaliad’assolvere ediperdonare. Gauklino(a)igiustiditeapo- stolicosantocampionedi lorodifensione
,amichevoleammezzatoretraloroe Iddio: coufcrmatorc diloro riccasperanza. Gauldinoi[leccatorieli’hannorifu- giocconsolatorebenigno in perdonare einassolvere.Contrcmischinoipessimi eretici,che c'ècadutalaluce della sapienzia,laquale struggeràeconfonderà ogni errore tenebroso. Allcgrinsiipargolie'benignie’hannosantissimo padre, lecui preghiere daDiouniitoruauovuoteinaccrescimento difede,in riposo di pace. Gauldinoisanticreligiosi,iqualihannovero pastore,ilquale sanza intintoanimopotrebbe, se bisognasse, l’anima sua perlepecoresue.Facciafe- stala celestialecorte,laqualevede per graziailmondofornitodiveraceperdo- natole secondolointendimento dellabeatissimaTriuitade.Guaiaque’ d'in- fernoc’hannoperduto gran partedellaspcrauza dell acquisto, e delleanimo nostre, e dicosiriccafesU,ovealmondoèfatto sìriccodono. Piacciaallabea- tissimaTriniUdogloriosadiconcedere graziaalbisognevolemondodipossedere a voi,messere apostolico santo, lunghissimaebuonaviu,acciòche’1riccodono del qualeilmondofafesta,siapienamentefornito.Alaulde(3)esalvamento dellacristianafedo,edellasantamadreecclesia,e de’suoifedeli.Antenne.' Quellivostrifedeli,e quella comunitàdiFirenze,laquale deltuttoè vostra,- e sarà sempiterno, csepiù voltecheunapossibile fosse,vorrebbe essere vostra,
sèetogni sua possa e viriateofferiisottolavostrasubbeziouedegnaresecondo lorovaloroso volere infragli altri figliuolibenedirgli,ericordarvi diloro.
(i) Inluogo digaudcrc,godere (a)godano, rallegrimi (3)lamie,lode.
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QUESTE RENDITE SONO LE VIRTÙ
DICHE
LSANTO
SPIRITOAEROSA
(i)DIGRAZIA.
Lo
figliuolodi Dioch’èilveracesolelefacrescereinaltoefruttare;equeste trecosesullonecessarieatullecoseche iu terracrescono;terraconvenevole, umorenutrichcvolc,e calore ragionevole.San/.aquestetrecosespiritualmente nonpossonol’operedivcrtudinècrescerenéfruttificare.Questecosefala graziadelSanto Spiritonelcuore,cTuliotuttorinverdirecfiorireefruttifi- care,efannealtresìconi’unoparadisomolto dilettevole pieno di buoniarbori e preziosi,emoltoodoriferi.MasiccomeilnostroSignorepiantò paradisoter- restropieno dibuoni alberi e di buonifrutti,enelmiluogo piantòunarbore eli’èappellatoalbore di vita, perciocché’lsuo frutto aveavertudidiguardare lavitaaquelli,chenemangiavano,sanzamorire c sanzaanmialatljre,e sanza invecchiare, e sanza indebolire. Cosìluespiritualmente nel cuoioilgrande giardinicro,cioèDiopadre cheellisìpiantalialboridivcrtù,enelmiluogo 1'albero divita,cioèJcsùCristo,chedisse nelvangclio:chimangiamia carne, e beelomiosangueelli havitaeternale.Questo albero rinverdisce, erimbellisce per sua virtù tutto questo paradiso, perlavirtùdi questopara- diso,cioèdiquesto albero,fiorisconocfruttanolialtrialbori.Questo albore ètuttobuono,ciòeliciliLa in se, e sopra se, cdinfrase.Questo albero è dalodare,edaamareper mollecose.IVrla radice,per lopedale,perlo fiore,perlafoglia,per1'odore c savore, c perlasua bellaombra.Laradice diquesto albero èiltragrandeamore,elatradolcecariladediDiopadre, ondeellinoiamamolto edami,cheper suomalvagio servo ricomperareelli dolileilsuotrabuouofigliuoloadesseregiudicatoamorte e a tormento.Di questamateriaparitiilprofeta,e disseche una vergauscirebbe dellaradice di Jesse.QuestomottoJesscvalealtrettantocomeimbasciata d’amore.l«ofusto epedalesièlapreziosa carne.Le ramein questoalberofuelasantaanima9
ESPOSIZIONE
qualeèlapreziosamidolla della sapienza di Dio,lascorza Tuelabellacon- versazionedivina,lagommadiquestoalborefuronoquattropreziosecosedi troppo grande virtudeclicisuoipreziosimembridigocciolaro, ciò furonoacqua, lagrime, sudore e sangue.Lefogliefuronole saliteparoleclicgucricno di tutto male, c dituttemalattie.Ifiorisignificano suesante parole, e suoi santipen- sierichetuttifuuronbellied onesti e portantifrutti.LifruttifuronoliXII.
Apostoliche tutto'1mondoripasceano e nodriano per dottrina e per loro esem- plo insuebuoneopereed insuoibuonifatti.1ramidiquesto alberoson tulliglieletticheuuquefuorono, e sono, e saranno,che siccomeellidisse a’suoiapostoli.Io sono, disseciti,lavigna, e voisieteitralci.In altromodo
itralcifuorono bellevertudi egloriosiesempliclic ellimostròper operaed insegnileper bocca,e fuoronolevirtudiperfettee piene di veracebeatitudine cheellimostrilea’suoiprivatiamici,ciòcfueallidodiciapostolicheelli mcuoenellamontagna privatamente,ivi»assise,siccomediceilvangelio, e’suoi discepoliintornolui,siaperse sua bocca e suo tesoro, eh'elliavea rijwsto dentro dal suo cuore, clordissecosi:Beatisonoipaceficipoveri dispirito, cheilregno delcieloèloro.Beati sonoipaceficidibuonaerecheellisaranno signoridellaterra.Beatisono quelli che piangonoiloropeccali,dielliave- rannoilconforto diDio. Beatisono quellic’liaunofameesete dellagiustizia, cheellisarannosaziatid’ognilorvolontade. Beatisonolimisericordiosi
,
chediitroverannomisericordia.Bealisonoipacefici,cheellisarannoap- pellatifigliuolidiDio.Ciòsonoisetteramidell’alberodivita,delfigliuolo diDio e nostro signore JcsùCristo.Nell’ombraditalealberosideeilbuon cuore meriggiare, e riguardare questibelliramiche portanoilfruttodivita perpetuale.Inqueste setteparolesono rinchiusetutte altezze,ctutteperfe- zionidigrazia,e divirtùe diverace beatitudinetantocome1’uomonep.ò avere inquestoseculo,ed avere e intenderenell’ altro.Ciòsonosetteriali disanta vita che’lverace Salomoneinsegnaa'suoifigliuoli;cioèlaverace filosofiache'1maestrodelliangeliinsegnaa'suoidiscepoli.In sette parole sono ronchiuse,comediconoisanti, tuttalasommadellanovellalegged'amore, e didolzore.Ellaètienedetta novellacdivisata,dieellanonpuoteinvec- chiare,nèperpeccatoDirugginire.Ellaèveracementenovella,edivisata dall’altre leggi.Leggeèdettaperciò eh’ellalega
,
1’altreleggilegano,e questadislega,1’altrecaricano, equesta discarica,1’altreminacciano,questa promette,nell’altrehapiato,in questahapace,nell'altrehapaura,in questahaeamore,nell’altrehae maladizione, inquestabenedizione,ond*ella èpienadituttabeatitudine,eperciòsonquellibealichelatengono,ciò diceSalamoile,perciocchéquellidie1’hae guadagna1'alberodivita.Onde questeche Dio dire qui sonoappellate beale,peroccli' ellefanno1’uomobeato.
Oravete voi udito che èl’albero divitaeh’ènelmiluogo diparadiso, die Diopiantanellasanta anima. Nell’ombradiquestoaltierocresconoe profittanoejiorlaiiofrattolialberidivertè,cheDiopadre,eh’èilgran giardiniera,piantainquestogiardino,edinnafiialodellafontana di grazia.
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DEL PATERNOSTRO
3 che’lfarinverdireecrescereeprofittare,elotieneinverdure, ed invita.Questa fontanasidividein setteriali,ciò sonosettedoni dellospirito Santo, cheinnaffianoquestogiardino.Orraggrumiate lagrandecortesiadel nostrotradolcemaestrofigliuolodiDio,che velinenelmondoa cercareed aritrovareciòeh’eraperduto,perciòeh’cllisapeabenenostrapovertà,e nostrafievolezza
,chepernoipossiamo peccare,mupernoimedesiminonci possiamorilevare,nèusciredelpeccato,nèvirtudeacquistare,nèvenirea vitabeata,sedisuagraziaedisuodonononviene;perciònonciUna ellidisermonarechenoi’lpreghiamo,e mollonepromette, chesenoi cheggiamocosachebuonacisia,chenoil’avremo,epiùnefaelliancora di cortesiaclicclliènostroavvocato,checlliformanostrapetizione,che noi nonsapremmoformare,seellinonfosse.Lapetizionecheelliciforinùedi suabenedettabocca,bellacbuonacbrieve,silue ilsanto paternostro, ovellihaesettepetizioni,jhtlequalinoi richeggiamoalnostrobuonopadre delciclosièeli’ellicidoniisettedonidelSantoSpirito
,ecidilìberidi settepeccatimortali,elidivelladeltutto de’ nostricuori,edinlorluogo piantienudrisca settevirtudi,ech’ellecimeninoallesettebeatitudini di perfezionec di santavita
,perchè noi possiamoaverelesettepromissioni,ch'elli laaisuoielettinellesetteparoledinanzidette,onde noiintendiamo; ela nostraintenzione è coll’aiuto delSanto Spirito diprimieramenteparlaredelle settepetizioni (lei paternostro,appressode’settedoni delSaliloSpirito, appressodellesettevirtudichesanocentrasette{leccatimortali,ondenoi avemodi sopraparlato.Lesettepetizionisoncomesettebellepule-elleche noncessanod’attignerediquestisetterialiefontanel’acque viveperili- uàfilarelisettealberi,che portanolofruttodivitasempiternale.
Questaistorialaqualevoivedetequieappressoèe ilnostroSignore cheandòesalteinsulmonteper predicare losanto paternostera’suoi discepoli,ed ancoraall'altragentech'era innumerabileilpopolo che segui- tava lestiCristobenedetto.Pieneilmaestrodellasapienzamostrandoloro li ammirabilibeni chesono,echesicontengono in questa santissima orazionedelpaternostro. Pensacon quantoeffettoquesti suoiapostoli benedettiattendonoalleparoledellormaestro, edallorapoteraipensare diquantavirtudedee essere,epuote essereedè questaoratione,laquale è picaole tia
,quanto ialettera,edègranded’ intendimento,edècomunale adogni Jedel cristiano, e ciascuna persona è tenuto di sapere, c benavven- turata Jia quellaanimache in questa presente vitaTaveràmesso a secuzione.
QUISICOMINCIAILPROLAGO SOPRA
LA
SPOSIZIOSEDIQUESTASANTA
ORAZIONE DEL PATERNOSTRO.Quando1’uomo poneilfanciulloaleggerealcominciamentoilmaestro l'insegnailpaternostro. Chidiquestascienzavuolesapere divegnauntile comeiànciullo,che acotaliinsegnailnostro SignoreIesù Cristo questa scienza,
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ESPOSIZIONE
di'èlapiùbella,elapiùprofittabilechesia,diibenelaintende elaritiene.
Chetalelaeredebensapereed intendere ebeiniqueuunsanilo,senonla scorzadifuori,cioèla letteradiebuoua è,inapocovaleariguardodel midollo,di’èdentrosidolce.Eli’ èmultocortainparole
,emollolunga insentenzia, leggiereadire,esottilead intendere.Onestaorazionepassa tuttel’ultrcintrecuse,iudiguiU,inbrevitàed inutilità,iuciòche'1fi- gliuolodiDiolafeceaDiopadreinparoladiDio,ilSanto Spiriloinciò diel’uomorichiedeedomanda.Ellivolledi’ellatossebric ve acciò chenon fosse.ncuilochesiscusassed’apprenderla,cd acciòeh’aneuuofossenoiosa adirlavoloutieriespessamente,epermostrareche Dio padreciodemolto tostoquandonoilopreghiamodibuoncuore,clicellinonhac cura di luuga riotta,()né di parole pulite,nèrimate.Chesiccome dice santo Gregorio vera- cementeorarenonèadirebelleparolee pulitedibocca,magittatepianti csospiridicuore.Lovalorecdilettodicuoreed’animadiquestaorazione èsìgrande di’ellainoliinde abriniparole,ciòchel’uomopuntedisiderare dicuoree richiedereditiene,cioèdiel’uomosiadilibcrodituttimali, c ripienodituttibeni.Ecosìcominciailjiatcrnuslro.
Olì
A
SI1KCOMISCIAA
DIlìE DEL PATER.Paternostcr.Riguardatecomeilnostrobuonoavvocato, ecomeilnostro buonmaestrolesiCristodi’ è sapieuziadiDiopadre,csatutteleleggie costumi e ('usanze di sua corte,c insegnabenpiatire,e saviamente,esottilmente c brievemente parlare. Certo questoprimo mottoche tudi’,soglièlameinteso e seguitato,eglitidaràluttotuo piatovinto,diesalitoBernardo dice,che l’orazionechecominciajierlodolceuomodelpadrenedonasperanzad’im- petraretuttidisiderii,epreghieri.
Questodolcemoltopadreche tuttoilrimanentefadolce,timostra ciò chetudeicredere,edammaestratiinciòdietudeifare.Esequest*cose salvanol’uomoquaud’ellicredebcne,cda diritto, edellifabene ciòeli’elli dee,quandotul’appellipadre,tu conoscidi’ellièsignoredell’ostello,cioè delcielocdella terra,ccaia]ccmninciameutoefontana
,dondetuttecrea- tureetullibenivengono,ecosìriconoscitusuapossanza.Appresso,poi di’elliè padre,elliè ordinatoreegovernatore e proveditoredisuaIntingila, espezialmentede’suoifigliuolicheellimedesimohafattiecicaliasuasem- bianza,erosiriconoscitusuasapienza. Epoi di’ellièpadrepernatura e perdiritturaelliamatuttiquellicheellihafattisiccome diceillibrodella Sapieuzia,cdèdolceedibuonacre,esìamaeuudriscc suoifigliuoli,efa lnrpròe loroutilitàassaimeglio,eh’ellinonsauuodivisare,ebaitelie gastigaquand’ellinonfanno perlorprò c perloroutilitàassaimeglioeli’elli non sanno divisare, evoloutieriliricevequaud’ diiritornanoa lui.Orlimo- stradunquemotto chetudi’jMìdrelasuapossanza,sua sapieuziarsualipntà; ellitirammentadall'altraparte lemedesimo,tuanobilezza, tuabiliadee
(i)UCod.Rice,halunghefilatterie.
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DEI» PATERNOSTRO
5 tua ricchezza;piùgrande nobilezzauoupuolc essere che esserefigliuolodisigrande iinperadorecomeèDio.piuglande ricchezzauoupuòessereche diluirasaciubrarc a virtule;la(pialebilladc èsigrande, che passa pcusiered uomocd'angelo,onde questomottopadretiranuueuta cuifigliuolotuse,perciòche tutipeni diluiras- semhiare,comehuouofigliuolodee somigliare suobuouopadre, eroea direche tusiepia,evigoroso e iurte, cpossenteabenlare,che tusiisaviocscal*lerito,largoecortese,dolce edibuonaiere,puro, nello,esansavillania, siccome elite,clictuudiii[leccali,ed ordine,e tullemalvagi tadi,siccomeeli!
fae, sicchétunontraligninienle.Questomottodunquelirammenta,tuttele fiatechetudi',tuo paternostro,clictuse'dirittofigliuolo,tu'1deiraascin- brurcper natura,perdirittura,[vercomandamento,eclictulideiamore, onore,riverenza,timore,servigio,edohedienzia portare.Urpensaduuque quanto tudi’tu,opaternostro,chetusiibuonfigliuoloeleale,setuvuoti ch'eglilisiabuonjiadre,cdibuuuacre.Densa cuifigliuololuse’,dice1’uo- moal'cavalierenovelloquaud’ellivaealtorneameuto-Urvedelevoibene contequestoprimomotto é dolce, econi’ ellit’ammaestrachetusiivulcutrc, prode c savio, el’insegnaclientetude’ essere.
PATERNOSTER.
Ortidomandoioperché tunonilicipoti remio,edaa me,madicipadre nostro eda' anoillotitidirò. Sappialecheverunononde'direpadremiose nonquellich’i suofigliuoloper natura sanZacomiuriamentoe.salitafine, cioèil veracefigliuolodiDio,manoisiamo suoifigliuoliperadozione e per grazia. Ado- zione èunmotto dilegge,eh’ èsecondolalegge dello’mpcrudore
,quando unuomo nonhaverunofigliuolo,ellipuotc eleggereunfigliuolodun poverouomo,s elli vuole, e farne suofigliuoloadottivo,sieli' egliè avuto per suofigliuolo,e porle- rannoilretaggioQuesta graziaci foceDio padre sanza nostro merito,comedice saul’aulo,quandoellicifecesentirealbattesimo di'eravamopovericvili,e figliuolid’iracd’inferno.Onde quandonoidiciamo padre nostro, cdiciamo, donaanoi,accotnpagnamo conessonoituttinostrifratelliper adozione, che sullfigliuolidisanta Chiesaperlafedecheelliriceveronoinbattesimo.Or ne mostradunquequestomotto nostro1»larghezza clacortesiadiDio[ladre che dona più volentieriassaiche poco, eda’più,cheaunsolo.OndesanGre- goriodice,clicl’orazionecomepiùècomunecpiù vale,allrissicomela candeladie serve inunasalapiena digenti,che quellache serveadunuo- mosolo.
Questomotton"ammaestraa rendere grazie di tuttonastro cuore di questa grazia,di’ elli cihal’alta,perlaqualenoi siamosuoifigliuoliesueredo, che]multoardentementedovemo amarenastro anzituttofratellolesùCristodie noiaccompagnacou essoluiin questagrazia.Questomottou’ammaestroche noiguardiamoinostricuorisaviamente.LoSanto Spiritodi’è nostro testimonio diquestaadozione è siccum’unopegno, siccomedissesanl'aulo,perché nui
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ESPOSIZIONE
siamosicuriclicnoiavremoloretaggio dinostropadre, cioèlagloriadrpara- diso.Questomottonoiapprende e dice,elleInoisiamotutti (rateiligrandie piccioli,poveriericchi,altiebassid’unpadreedonamadre,cioèdiDio e di santaChiosa, e chenonno nonde’altruispregiare,maamare comefratelli
,
e che1‘unodee alare l'altro,comelimembri d’uno medesimocorpo, e pregare l’unoperl’altro,siccome dice san Iacopo, efionostroprodemolto grande, che tu metti tua preghiera incomune,edImiparteindiacomunanzaditutta santa Chiesa,e pornnpaternostroche tudirhitun’haipiùilicento milia diguadagno. Questomottoc’insegnaodiaretrecose,orgoglio,odio,ed avari- zia.Orgoglio mettel’uomofuoridicompagnia,cheliorgogliosivogliono essere disopra«Ilialtri.Odiosimettefuoridicompagnia,cheelliguerreggial’uno elliguerreggiatuttilialtri.Avariziamettel’uomofuoridicompagnia,che 1’avaronon vuoleuèse,nè sue coseaccomunarecoll’altrui,e]lerciotaligenti nonhannonèpartenè arte nel santo paternostro,se noivogliamoilPadree
’lFiglinoloe’lSantoSpirito, cioèsenoiguardiamoisuo’comandamenti,esi- miglianteildiceeglinelvnngelio di santo Giovanni.
QUI ES INCOELIS,
Quandoiodico quiesincoelis,iodicoduecose,siccomes’iodicesse,il re è aPurigi,alloradicoioduecose ch’oliière,edi*elliè aParigi.Cosi quandoiodicocli’elliè incielo,iodicoeh' elliènostropadre,e eh’ellièin cielo.Ondenoitroviamoscrittonelsecondolibrodella legge:che Dio apparve aVinisébruna montagna,ediaseli,vallineiu Egittoedi'alreFaraoneda miaparie,chediliberilomiopopulo,ifidinolid’ Israel,delservaggio,uv’elli
litroHe.Messer,disseMoisè,se1’uomo midomanda cometuIminome,che diroio?losonoquelloeh’ iosono,disseDio,e cosidiraitua'figliuolid'Israel.
Sopra ciò diconoisalitieInumichetici
,chetratuttilialtrinomidelnostro Signore questo èilprimaio c’lpiù proprio,eche.piùa dirittonoiinsegnaco- noscereche Dio è,chetuttilialtrinumioelliparlano di sua bontà,o disua sapielizia,o disuapossanza,oeh’ elliètalee quale,cioèiltrabuono,iltra- savio,iltrapossente,emolte altremaniere diparoleclic 1’uomodice dilui, chenondicononiente propriamentedell'esserediDio.Manoisiamgrossic rozziaparlaredisialtacosacomenoiparliamo diDio.Chenoine parliamo dilui,come1'uomosuole divisared’unuomo,chenolisappiailnome,che l’uomo dice,ellièconte,ellièduca,ellic re,ellièsigrande,sihello,si.largo,e molte simili cose chel’uomopuotc conoscere,comeeh’ellisiauomo,manon dicono nienteadirittosuonome.Cosiquandonoiparliamo di Dio, mollitro- viamode’mottiche noimostranoquanto chesiadilui,manoncin’haneuno sipropriocomequestomotto.Iosonoquel eh’iosono,chesìpropriamente,e sìsottilmente, csìbrievemente, esìintendevolemente,esìapertamenteloci nomaedisponetanto,comenostrointendimentopuòintendere,cheDioè quelli eh’ è tuttosolo,siccome disse san Pagolo, cheellisolo è pcrdurabilcmente,
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7santafinee santacominciamento,ciònonpuntouomodiro(liniun’alleacosa.
Appresso dii solo è veracemente die dii è veracementevita e verità.Tutte crea- turesonovanee vanità, conio dice Salamoilo, e nientealriguardo ed acompa- razione dilui,edaneente verrebberoa’ellinoulesostenesseper suavirtuto.
Ellisoloèstabilmenteeferinamente,eh'elli ètuttogiornouumedesimo edun medesimostalo,ed inunomedesimopunto, santa seturbare,salitase cambiare, santa semutareinninna maniera, siccome diceS.Iacopo: tulle altre cosesolimutabili,evariabiliiuqualche maniera dilornatura, ond’elliè appel- latoveraceroeute eh'elliè quello eh’elliè;che dii è veracementesalitavamtado stah,demente,santancunomutamento,eperpetuahiiente santa principio e santa fine,semprefue esempresaràdie diinoliItaverunotrapassamento.
Ordovetevoisaperechenon11’èverunacosa
,perlaquale1’uomopossa meglio sapere ciò cheDioè.Maellinon11’è verunacosasiforteasapere,come che e qual cosa Dioè;perciòioviconsiglioiobene che voinonvenemettiate troppo a saperedieDioè,che tupotrestitosto errare.Bastatiche tulidirlii
,
bello,dolcepadre, chese’ne'cidi.Veracosaè,eh’elliè per tutto presente, interra,edinmare,ed ininferno,siccomeellièinciclo.Ma1’uomodice, eh’diiè ne’cieli,perciocché dii èlà,e piùveduto,e piùconosciuto,epiù amato,cpiùonorato.Appressoegliène’cidispirituali,cioène’santi cuori, che sonoaltie chiarie notticomeè'1cieloche iutalicuoriellièveduto e co- nosciuto,ed onoratoedamato.
PATER
mSTER
QUI ESIliCOEL1SOravetevoiuditoquattro parole, cioè pater nascer qui es incoelis.La primat’insegnaDioonorare,lasecondaDioamare,laterzaDiotemere,c dottare.Cheancoraellisiapadrenostro,iinpertautoellièinstocnon mu- tabile,esentenziapergiustiziaintra'1beneclevizia.I.aquartaavere vigorechepoieh’ellièsi.alto,c tusiibasso,setunonse’prode evigoroso, tunonverraigiàlàov’elliabita.Lo primomottocimostralasua lunghezza disuaeternità,losecondolalarghezzadisuacarità,loterzolaprofondità disua verità,loquartol'altezzadisua maiestà.
DELLENOTEDELL'ORAZIONEDEL PATERNOSTRO.
Or avemodettodelprolago edell’orazione delsantopaternostro,eh’è altresìcome unaentrata diviuola.OhDio!chi sapessebene tuttal’entrala, e lacanzone, com’cllivitroverebbedibuonenotoletto!cheellinonè dottrinai che nellacanzone,dielasapienzia diDiofecequelliche disegnaliuccellia cantarenouabbiamottettidinotedolciesonane,ancorav’ubbiaelli|hicu dilettera.Iu questa canzone haVII. noteche sonoleVII.petizionidelSanto Spirito,clicdivellonoisettevizjcapitaliileicuore,epiantavi euudriscele setteverfudi,perlequali1’uomovienealleVII. beatitudini.Queste VIIpetizioni
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letreprunaiefannol’uomosanto,(i)tantocomepnotcessereinquesto secolo,lequattroappresso ilfunnoperfettamentegiusto,etuttalasem- bianzacl’uomorii’èfalloalla immagine,diDio,secondotrerosechesono nell'anima,memoria,intendimento e volontà intrecoseanzi ch'ellasiaperfet- tamente piegata,nellavolontàp'rfetlainenle confermatain Dio, e con Dio nella memoria.Ecomepiùricevel'aniina questitredoniahboiidcvolemcnte,ellapiù propriamenteappressaasuadirittabiltànaturale,allasembianzacioèdiDio Padre,cdel figliuolo,e dello Spirito Santo. CioèquandoDiopadreliconferma suamemoria,Dio(igl'molo gliallumimisuointendimento,DioSalitoSpiritoli purga.suavolontà. (Questetrecose noirichcggiaino nelletreprimate|ietizioiiidel salitopiternustro,quandonoidiciamo,taiictilicctnrnomea luum.Noimostriamo alnastrobumpidrc cortesemente nostro principile desiderio, chenoidovemo tuttogiorno avere, cioèellesuonomesiasautilìcatoe confermalo in noi.Dunque quandonoi diciamosnrtcti/ivelurnomeaCriam,cioèadire,Messer,questo è no- strodesideriosovrano,ciòrichiediamovoisopratuttecosechetubenediciti noi,cioèchelatuabuonarinomatatua cugnosceiiza,tuafedesiaconfermata innoi.inquestaprima petizione noi richcggiamoilprimaioc’i principiledono delSanto Spirito,cioèildonodisapienziache ferma c confermailmoiein Dio, econgiugnelosiconlui, eli’ citinon puòessere disgiunto nè sceverato. Sapienzasi è dettada sapere e da suvorure, chequando l'uomoriceve questo dono,elligu- staedassavorailsapirc delbuonvinoalgusto meglio cheavederlo.Maac- ciocché tuintendebene meglio,che èadiretuonomesiasantificatoinnoi
,
tudeisapcieche questomottosantovalealtrettantocontepuro,comesanza terra,comedidicatoalservigio diDio.cometintoinsangue, ecomeconfermato.
Incinque manieresantificalospiritodisapienzaloruordell’uomo.Primiera- menteelliilporgaelall'inacomeoro,appressi!illievaditerra,cioèdilutto terrenoamorec dituttaadesione carnale, cfollotuttodiveniref.idoc sripido eiòechel’uomosoleadinanziamare,siccomel’acquaèfida,cioèmineràa colliieh’ è avvezzo abuonvino.Appressooliilodedicaalservigio diDiocheelli iltraedituttecure,emeltclodeltuttoapulsarediDio,edaluiamaree servire.Appressolotigne insangue,cheelliilmette inunosiardeuleamoreed inunasidolce devozioue diGesùCristo,checomeellipensaaluied asua passione,citiècositintoed abbeverato delsuosangue prezioso cheIesùCristo sparseperlui.comeunasup|>adivinopiena dipane rublo,edintintain vino, cioèunuuvullobattesimo,clictignerecbattezzare è tuttouno.Appressoil confermasiinl'io,che nullalone puote sceverare,uè disgiugnere.Orviene tantoadirequestomotto,tuonomesiailinoi,cioèadiredunanoilospirito disapienza
,perchènoisiamosìadulalicomeoro enettiditutteordure.perchè noisiamosìiiuiebriatidituoamore,chetutti altridolzoricisono amari
, per- chènoisiamosicongiunti con tceoed a tuo servigio,chegiammai non abbiamo curad’altroamore,perchènoisiamononsolamentelavati,manetti,eliuti ingrani e rinnovatieribattezzatinel sanguediGesùCristoper divozionedi
(i)CotilisilCui. Bice.
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DEL PATEBNOSTBO
0 fervente amore, c perchè’lnomedelnostro dolce padresiaconfermatoinnoirhe cllisiapadreenoisiamo suoifigliuoli,e suoi uumini,e suoi eredisìfermi,che ncuua cosa che possa avvenirenonpossadisgiugnerequestoumorec questa grazia.Mollo è di grande grazia diDioquando1’uomoèsiaffermato,esiinuebriatu dell’amore«liDio,ch'ellinonsene possa crollare,nèmutareperninnatenta- zione.Più è grande cosaquandol'uomo èsiinnebriato edaflermato nel dolzore diDio, chenonnosollazzo,eneonconfortonoinonriceviamosenoninlui solamente,maalloraèilcuore perfettamenteconfermatoquandolamemoriaè siconfittain lui, ch'ellanon punteaneuna altra cosa pensare altro che inlui, eciòlirichiediamo noiquandonoidiciamo; snnctificclurnomea tuum.Sireil tuonomesiasantificatoinnoi.
ADVENIAT
REGNUM
TUUM.AJveniat regnum tuum,equesta èlasecondapetizionedelpaternostro
,
ove noi preghiamocheregno di Diovegliaa noi,esiadentroda noi,ondeil nostroSignore disse nel vungelioa’suoidiscepoli:ilregno diDioè dentroda voi.Oraintendetebenecomeciòpuoteessere.QuandoDio donaunagraziaeh’
è
appellatalospiritod’intendimento nelcuore,altresicomeilsolelevaletene- bredallanotte,eguastaeconsumalenuvole, eglialboridelmattino,cosi guastaedistruggequestospiritotutteletenebre delcuore,emostraliisuoi peccati,esuediluite,sicché quelliche credeesseretanto bello,e'tantopuro e tutto netto,truovaalloratantediluitee puzze,epolveresanzanumero,siccome liraggidelsolemostralepolvereche sonoa vallelamagione.Appressoelli rimostra d'altra partenonsolamentelepolveri,eciòeh’èdentrolui,inaciò eh’èdisottoluiininferno, c ciò eh' è di sopraluiin Cielo,e ciò eh’ è intorno lui,tuttebellecriatureche tutte lodano Dio, e testimonianocomeDio è buono, epossente,e savio,e bello,e dibuonacreedolce,ccomepiù vedi chiarole criatureepiùèdesideroso divederelui.Adunquesiscaldailbuoncuoreleale, e crucciasiinsemedesimoehedoliiVede, eh’ellinonè puro,nèfermo nè de- gno diluivedere.Adunquesiscaldailbuoncuoreecominciaafuggireed a entrare in suocuorelìdentro, e truovamoltipeccati, c tantivizjedifalte,e tante polveri di tribulazioui, c di cure,e di pensieri
,e di malvagitadi, cheelli sicruccia, esiduole, e prendeunmaltalentoasemedesimo,siedi’ ellicomin- ciasuocuoreanettare,od agittarefuoritutte1"ordurechelitullevanola veduta di Dio inlui.Eciòfa ellicollapala della verace confessione.Maquand’elli ha lungamente mirato e spalato, edellihac tutte ordinegittate fuori, allorasi truovapace a suocuoreesollazzo,egioiatantachelisembrachetuttoil
mondosiaunninfernoalriguardo di quella chiarilade,edi quellapaceeh’ elli truovain suo cuore.Eciòdomandiamonoierichiediamo,quandonoidiciamo adveniat regnunttuum,cioèadire, belpadrepiacciavi, cheilSanto Spirito civogliaalluminare, e nettareepurgare tanto,chenoisiamodegnidiDio vedere, e ch'ellidegni venire e permanerecomereecomesignore egovernatore
IO
ESPOSIZIONE
e couiandatorc, sicché luttoilcuoresiasuo,cche tulto giornoilpossiamovedere che ciò è>itaperpetualeilregno di Dio avere dentro danoi.Perciò diceilnostro Signorenelvangclioche'1regno di Dioèaltresì00111’unotesoroinuncampo ripunto,cintinel cuore delbuono, e onesto, cspiritaleuomo,che più è grande che tutto’1mondo.
FIAT
FOLUNTAS TUA
,SICUT
IN COELOET
INTERRA.Fiat voluntastua,sicutincoelo etinterra.Questa èlaterzapetizione, ovenoipreghiamonostro dolce Signore e[ladredelcielo,che sua volontàsia fattainnoi,siccom’ellaèincielo,cioècomene'santi angeliche sono in cielo, che sonosìalluminatieconfermatiiliDio,eh' ellinonpossonoaltracosa volere che ciò che Diovuole.Questa preghiera noi non possiamo averesenoinon11’ab- biamoildonodel consiglio,eh’ èilterzodonodelSanto Spirito,che noi insegna lasuabuonavolontade,echeellinonconvertiscalanostracattivitadc ela nostra cattiva volontà
,sicchéin noinonabbia propriosenno,nè propria volon- ladc,malasuatantosolamentesiadonnadi tuttoilcuore interamente, efaccia innoiciòch'ella vuole altresì,coni' ellafae,ed èfattainsuoiangeli di cielo,che fanno Lutto giorno sua volontadesa11zamisprenderc,esanza contra- dello.Oravetevoiuditeletreprimepetizionidelpaternostroche sonolepiù alte, e lepiu degne. Nellaprima noidomandiamoildouodisapienzia
,siccom’ilio disopra1nostralo,nellasecondaildonod'intendimento, nella terzaildonodi consiglio.Ovetrecose noinonrichirggiamoniente,sicchénoi1’abbiamoili questavitaperfettamente,manoimostriamoalnostrobuonpadre nostridesi- deraclientesonoedebbonoessere,acciocché questetrecose sianoinnoifatte ecompiutenellavitaeternale.E1’altrequattro,che appresso vengono, noipar- liamod'un altro linguaggio,che noi diciamoalnostrobuonopadre apertamente, donanoi,perdona noi, guarda noi, diliberanoi.Chesenoinon sviamodalui questequattro preghiere, noi siamo morti, e malhailiti in questo secolo, ch'elle cisono necessarieinquestavitamortale chenonècheunotrapassa mento.
PANEM NOSTRUM
QUOTIDIANUM DA
NOBISÌIODIE.Pa’iemnostrumqnotidianumdanobishodic.Molto c'insegnailnostro maestro n[tarlareumilmenteesaviamente, qtiand'elliciapprende a dire, bel dolcepadre,nostropanecotidianocidonaoggi.Chepuotemenoilfigliuolo addomaudìrealsuopadreche delpane.sanzapiùperlogiorno[tassare?elli nondomandanienteoltraggionè vino,nècarne, nè pesce» delpanesanzapiù richiede,nonper tuttoranno
,nèpertuttalasettimana,masolamente perlo giornopassare.Certoellisembra,checiòsiamolto picciolacosa,macerto noi richeggiamttroppograncosa. Quando1’uomorichiede aunoabateelei[tane disuabadia Turni)lirichiedelafraternità,elacompagnia,eparteedi- rittoin tuttibeni,che sono nellamagione.Altresìquelli che richiede questo paneellirichiede ecompagniaeparteintuttibenidelciclo,cioèil [tane
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DEL PATERNOSTRO
i dìquellobenedettoconvento,il panedelcielo,ilpanedilettabile,ilpane- divitaeternale,checitidonabuonavita,eguarda1’animanonnimorire.Onde verità diceil vangdio,io sonoilpanedivitache discende del cielo; chimonticadiquestopaneelli viveràsenzamorire.Questopaneè vivandaadirittoclicellaspoglietuttelelàmi delmondo,esazial'anima 8Ìe ch'ella n’ liaeassai,eciònon faneun’altravivanda;cioèil{Minee la vivandachetuprendinelsacramentodisu 1‘altaredeimangiareesti- vamenteeghiottamente,siccomefac il ghiottonela buona vivanda, che alcunavoltalatranghioltiscesanzamasticare;cioèadireche tudeiprendere questavivandacongrandeardore di cuore,e congrandisiderioildeialtresì cometranghiottire, cioèadirecredere in grosso,che ciò èilverace corpo di lesù Cristo,e1’animaeladeitade insieme sanzacercare,comeciòpunte essere, che Diopuote piufarecheuomo nonpuoteintendere.Appressosideel’uomo mangiarequestavivandacome’lbue1’erba
,eh’ellilatranghiottisce,eru- guma,cioèadire,chel'uomo<le’ricorilaremolto dolcemente eminutamente perpartiretutteleboutadidelnostroSignore,cciòchelesùCristosoffer- seinterrapernoi.Alloratruovailcuoredirittosavoredi questavivanda, e concepeunoardentissimoamoredel nostroSignore,edunoardentissimodi- sideriod’assaifare,ed’assaisofferireperamoredilui,etuttoquestofala vertùdiquestopanecotidiano,eli’ècioèilpaneche confortailcuore,acciò
chesiaIteliforte,eaciòsostenere,eafaretragrandicose perl’amoredi
lui.Etuttociòfaela vertèdi questo pane,e ciònonpuntel’uomo fare sanzailquartodonodelSantoSpirito,eh’ èappellatodonodifortezza,che armailcavaliere diDio, efallocorrerealmartirio,efallorideree rallegrare ne’tormenti.Orpotetevoibenvederecomecortesementequandonoidoman- diamonostro[tane,noidomandiamoildouodifortezza
,che siccomeilpane corporale sostiene e confortailcorpo,cosìildonodifortezzafaeilcuoreforte asofferire,ed afaregrancoseperDio.Questopaneappelliamonoinostro
, eli’ellifuefattodinustrapasta.Benedettasialaprodefemiuache del suovi miseloliorc,ciòfulavergine Maria.Elliè nostro,che pernoifuellicotto efritto;cottonelventredellavergineMaria,frittonellapadelladellacroce, siccomeellidisseelsalterò:veroefrittoinsuo propriosangue, che ciòfece elliperlogrande ardoredell’amoreeli’elliaveuanoi; cioèlobiscottoond’olii guernisccsuanave,cioèsanta Chiesaperpassareilgrandemarediquesto mondoperiglioso.Elliènostroeli’elliilcilasciòasuo comiatoprendereil tracortese lesù Cristo, eiltralargo, ealsuo diretanotestamentofueilpiù gran tesoroeh’ ellicipotesselasciare,edonolci perlupiùbellogioielloeli’ellici potessedonare,che noiguardassimoperamoredilui,emangiassimo ciascuno giorno inrememhranzadilui.Elliè veracemente nostro,cheneunoilcipuote torre, se noinonvogliamo.Noi l’appelliamo nostropane cotidiano, cioèadire diciascungiorno, che ciòèlaculidiauadistribuzione,che Diodonaa’suoi calonaciciascuno giornoche fanno suo servigio,ecantano suoofficio,cioèciascun buoncuoreche ciascunogiorno dolcementefannomemoria,erimembranzadi
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ESPOSIZIONE
suapassione.Logrossodellaprofenda noiprenderemoin nostroagostonel cielo,quandonoiilvedremoadiscopertoinsuaLillàsiccomeegliè, perciò è deito cotidiuno pereli*oliic’ènecessario ciascungiorno,ildee1*uomopren- dereilsacramentodell’altare,comefannoipreti,o spirituulementc per vera- cefede.
Questopaneètroppoprezioso cnobilissimamenteapparecchiato,cioèvi- vanda realeilicuisolituttemaniere di delizie, e dituttibuoni savori, siccome diceillibro dellasapienza.Ciònonèvivanda onde villano gusti, nèfanti,nè mer- cenai,maicuorinobili
,cgentili,ccortesi,enetti.Ciò sonoicuori,che sono gentiliper grazia,nobiliper grazia,eciò è perbuonavita,nettielavatiper verace confessione.Disuavirtude parlasanto Matteo, esì1*appellapane con- sustanziale
,cioèadiredie passa e sormonta tutte sustanzie,e tuttecreature invortùjcdin dignitàed in tutte maniere divalore.Niunoilpotrebbe meglio diacrivere,nè piu sufficientemente che appellarlo soprasustanziale.L’uomodice che vivanda è susta oziosa,quanti’ellahaeassaidisustanzia edinudrimentu;
ecom' è piu bene iiutrichcvole più dicel’uomo,eli’dia èsustaoziosa;eperoc- diòinquesto pane hae piùdivertiie dibene edinudrimeuto,cheVuomo nolipoterebbepensarenèdire,jmtònondicel’uomoeh’ ellisiasolamente sostanziale,anzi dicedi’ellièsoprasustanziale,oltreintendimento e pensiero.
Questopane noiriebeggiamoalnostrobuonpadre,epreghiallo eh’elliloci doni oggi in questo giorno, cioè inquestavitamortale,sicchénoipossiamo buonagiornatafareed attendere più lietamente nostro guiderdone.Equestoè ildanaiochediidonaa’suoilavoratoried operaiquandovieneal vespero
,
cioèallalinedellavita.
ET
DIMITTENO
BISDEBITA NOSTRA, SICUTET
NOS DIMITTIMUS.Dimittc nobisdebita nostra,sicutetnosdimittimus debitoribusnostris.
In questapetizione noiriebeggiamo ildolcenostro padre delcielo,ehdiici perdoniinostrimisfatti,siccome noiperdoniamo aquelli,cheinversodinoi misfuiino,edhanno misfatto,ondenoidiciamocosi:Belpadre, perdonanoi siccomenoiperdoniamoa’nostridebitori.Nostri debitisonoinostripeccati,e nostrimisfattiche noiaVernocresciutisopranostreanime,ciòèilmigliore gaggiodell* ostello.Ondeilpeccatore perunsolopeccatomortale chesitosto passaquantoaldiletto,oquantoalfatto,è obbligato asìgrande usuraehelli nonv*ha potere dipagare,nèdifinire,cioèallapenadininferno,eh’
è
sanza fine.Appressoellined«*eaDiofaresigrandeammendaeliellinon n’hapoderedipagareche in tutta suavita, scollivivessecentoanniepiù, ellinonpotrebbefarepenitenzia ìTunsolopeccato mortale, seDiovolesse fare giustizia,e perciòsiconvienericorrereallacortedimisericordia,echiamare merzè, edomandareperdono, cheperlodirittodellacortedigiustiziasarebbe ilpeccatore giudicato,edamoriecondannato.Eperòilnastrobuonomaestro lesùCristoc'insegnaquiadomandareperdono,e chetanzaquandonoi pre-
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