8.1 - Urti tra due punti materiali
8.1 - Urti tra due punti materiali
Un urto `e un evento isolato nel quale una forza relativamente intensa agisce, per un tempo relativamente breve, sui corpi che entrano in contatto tra loro;
le forze in tal caso vengono detteimpulsive. Consideriamo ad esempio due oggetti che entrano in contatto tra loro: le forze che si sprigionano nel contatto tra i due corpi, saranno ~F(t) e − ~F(t) per il 3◦principio, e dal 2◦principio d ~dtP = ~F(t) ⇒ d ~P = ~F(t)dt da cui integrando:
R d ~P = ∆ ~P =Rtf
ti
F~(t)dt
quest’ultimo integrale al 2◦membro possiamo chiamarlo ~J =Rtf
ti
F~(t)dt ed
`e definito come impulso dell’urto. Graficamente l’impulso `e l’area della curva F(t) tra ti e tf e la relazione che abbiamo trovato ∆ ~P = ~J `e detto Teorema dell’impulso. Confrontando l’espressioni di prima abbiamo quindi che ~J = F ∆t (F ≡ F medio) e ∆t `e la durata dell’urto. In altre parole un impulso, che `e dovuto all’applicazione di una qualche forza in un intervallo di tempo, produce una variazione di quantit`a di moto. Du- rante gli urti, nonostante le forze che intervengono sono in genereintensee producono impulsi grandi, esse sono comunqueinterneal sistema costituito dagli oggetti urtanti ed il tempodi interazione `e invece moltopiccolo. Se ci troviamo in queste condizioni le forze esterne al sistema (quali ad es. la forza di gravit`a ) possono produrre impulsi molto piccoli e trascurabili ri- spetto alle variazioni di impulso del’urto stesso. Allora il sistema di oggetti che urta `e praticamente
chiuso ed isolato
Per tali sistemi abbiamo visto che dal momento che F~ext = 0 ⇒ d ~dtP = 0 ⇒ P~tot = cost~ Questo significa che in tutti i tipi di urto si ha la conservazione della quantit`a di moto totale
In ogni caso poich`e a priori non `e nota la natura delle forze interne non si pu`o assumere a priori la conservazione dell’energia meccanica e quindiin generale negli urti non si pu`o a priori assumere che si conserva l’energia cinetica
8.2 Urti elastici ed anelastici
Nicola GigliettoA.A. 2013/14
8.2 Urti elastici ed anelastici
Gli urti nei quali si conserva l’energia cinetica si dicono elastici Tutti gli altri tipi di urto sono inveceanelastici nei quali l’energia cinetica non
`e conservatae viene dissipata (totalmente o in parte) in energia termica, acustica o in deformazioni dei corpi che si urtano. Nel caso in cui nell’urto i corpi si incastrano per formare un unico oggetto finale si parla di urto totalmente anelastico.
Sistema laboratorio e sistema CM
Dal momento che il sistema `e chiuso ed isolato si ha ~vcm = PPmmi~vi
i = P~Mtot e quindi essendo ~Ptot = cost e M=cost ⇒ ~vcm = cost Tuttavia possiamo studiare il legame tra le quantit`a viste nel sistema CM da quelle nel sistema inerziale. Nel CM ~P′ = 0 e il legame delle velocit`a `e ~v1 = ~v′1 + ~vcm e
~v2= ~v′2+~vcminoltre la q.di.m. `e : ~P = m1v~1+m2~v2 = (m1+m2)~vcm⇒ dal confronto di queste due equazioni viene immediatamente che m1~v′1+m2~v′2 = 0 La descrizione nel sistema CM quindi `e
P~′ = 0 ⇒ m1~v′i,1+ m2~v′i,2= 0 = m1~v′f,1+ m2~v′f,2⇒
~
p′1,i = −~p′2.i e ~p′1,f = −~p′2.f (1) Nel CM quindi le particelle appaiono arrivare una contro l’altra verso il CM stesso.
8.2 - Urto completamente anelastico
8.2 - Urto completamente anelastico
Consideriamo due punti che urtano in generale si avr`a : ~p1,i + ~p2,i =
~
p1,f + ~p2,f che `e la conservazione della q.di m. per questo sistema Se a seguito dell’urto i due punti rimangono attaccati insieme si parler`a di ur- to totalmente anelastico per cui si avr`a : P~tot,f = (M1 + M2)~vf e P~in= M1~v1+ M2~v2 quindi si ottiene
M1~v1+ M2~v2 = (M1+ M2)~vf = (M1+ M2)~vcm L’energia cin. invece prima e dopo l’urto cambia: Ek,i= 12M1v12+12M2v22= 12(M1+ M2)vcm2 + Ek′ (t.koenig) Ek,f = 12(M1 + M2)vf2 = 12(M1+ M2)v2cm < Ek,i In definitiva dopo l’urto manca il termine di energia rispetto al CM e l’energia totale `e
diminuita: ∆Ek= −E′k = 12(M1+ M2)v2cm−12M1v21−12M2v22 In pra- tica quindi nell’urto le forze interne hanno compiuto un lavoro in termini di deformazione del corpo, che non viene pi`u recuperato (quindi le forze interne in questo tipo di urti non sono conservative)
Parte I
Esempio 8.4: pendolo balistico
Esempio 8.4: pendolo balistico
Esempio 10.2: pendolo balistico
v
h
Ilpendolo balistico`e un dispositivo che veniva usato per misurare la velocit`a di un proiettile. Il pendolo balistico `e costituito da un blocco di legno, di massa M = 5.4 Kg, tenuto sospeso da due funi. Un proiettile di massa m = 9.5 g `e sparato contro il blocco e si arresta entro esso. Il sistema blocco+proiettile si sposta verso destra sollevandosi di h = 6.3 cm. Qual’era la velocit`a del proiettile al momento dell’urto? La soluzione del problema avviene distinguendo l’evento in due fasi:
a) Urto (1d)
b) Moto del sistema urtato (subito dopo l’urto)
La fase (a) la risolviamo come urto La fase (b) la possiamo trattare usando il teorema di conservazione dell’en. meccanicaNella fase (a) invece non possiamo considerare la conservazione dell’energia perch`e vi `e un processo di urto che in que- sto caso `e totalmente anelastico. L’urto `e totalmente anelastico in quanto alla fine i due oggetti urtanti sono uniti.Avremo pertantom1v1+ m2v2= (m1+ m2)vf
(tutto sullo stesso asse) conv1 = vp, m1 = m e m2 = M e v2 = 0 in quan- to inizialmente fermo. Quindi si avr`a mvp = (m + M)vf (1)Fase (b):
Il sistema blocco+proiettile ha adesso una certa velocit`a vf (stiamo anche supponendo che`e passato cos`ı poco tempoche di fatto non si `e mosso) ed `e
Nicola GigliettoA.A. 2013/14
soggetto solo a forze conservative (il peso)⇒ l’energia meccanicadopo l’ur- tosi conserva: Ep,i+ Ek,i= Ep,f+ Ek,f con Ep,i= 0 eEk,i= 12(M + m)v2f, Ep,f = (M + m)gh e Ek,f = 0 (si ferma)⇒(M + m)gh = 12(M + m)vf2 ⇒ vf2 = 2gh (2) Mettendo ora a sistema la (1) con la (2) otteniamovp =
m+M
m vf = m+Mm √
2gh = 630 m/s
8.3 - Urti elastici
8.3 - Urti elastici
Un urto `e definito elastico quando si ha la conservazione dell’e- nergia cinetica. In questo tipo di urti abbiamo che:
m1~v1,i+ m2~v2,i= m1~v1,f + m2~v2,f (2) ed inoltre
Ek,i= 1
2m1v21,i+1
2m2v2,i2 = 1
2m1v21,f +1
2m2v22,f = Ek,f (3) Queste due equazioni possiamo metterle a sistema. Risolviamo per`o il siste- ma nel caso di urto centrale che avviene quando il i punti materiali prima e dopo l’urto si muovono lungo la medesima retta (urto 1d)
(1) ⇒ 12m1v21,i−12m1v1,f2 = 12m2v2,f2 −12m2v22,i (
(2) ⇒m1v1,i− m1v1,f = m2v2,f − m2v2,i (1) ⇒m1(v21,i− v1,f2 ) = m2(v22,f− v22,i) (
(2) ⇒m1(v1,i− v1,f) = m2(v2,f− v2,i) per cui dividendo membro a membro si ottiene
m1(v21,i− v21,f)
m1(v1,i− v1,f) = m2(v2,f2 − v2,i2 ) m2(v2,f − v2,i)
Ricordando che le differenze di quadrati si scompongono a2 − b2 = (a − b)(a + b) si ottiene
v1,i+ v1,f = v2,i+ v2,f
da lasciare a sistema sempre con una delle altre equazioni del sistema di partenza. Se ad esempio ricaviamo la v1,f da questa e la sostituiamo nell’eq.
(1) della q.di.moto si ottiene:
v2,f = 2m1v1,i+ (m2− m1)v2,i m1+ m2
v1,f = 2m2v2,i+ (m1− m2)v1,i m1+ m2
Rispetto al CM la descrizione dell’urto elastico comporta che: ~v′1,f = −~v′1,i
e~v′2,f = −~v′2,i
Parte II
1 casi particolari
Casi particolari
Assumiamo che il corpo 2 sia inizialmente fermo v2,i = 0 allora le equazioni appena trovate diventano come caso particolare:
v1,f = (m1− m2) m1+ m2 v1,i v2,f = 2m1
m1+ m2
v1,i
Possiamo ancora definire altre situazioni particolari (sempre per v2,i = 0):
1. m1 = m2 in questo sotto-caso si ha: v1,f = 0 e v2,f = v1,i ovvero l’og- getto che urta si ferma ed il secondo si muover`a con la stessa velocit`a del primo;
2. bersaglio massiccio (ad es. urto contro parete): m2 ≫ m1 ⇒ v1,f =
−m2
m2 v1,i = −v1,i e v2,f = 0: il proiettile rimbalza e l’oggetto colpito rimane fermo.
3. proiettile massiccio: m1 ≫ m2 ⇒ v1,f = v1, i e v2,f = 2v1,iil proiettile prosegue indisturbato, ilbersaglio “schizza via”.
Es. 10.4
Nicola GigliettoA.A. 2013/14 1 CASI PARTICOLARI
Es. 10.4
M1 M2
Due sfere metalliche, come in figura, sono inizial- mente in contatto. La sfera 1 ha massa m1 = 30 g viene lasciata dopo essere sollevata verso sinistra sino ad una altezza h1 = 8.0 cm. Nella ca- duta urta elasticamente la massa m2= 75 g. Qual’`e la velocit`a v1,f della sfera 1 dopo l’urto? Il processo `e a due fasi:
a) caduta sfera;
b) urto tra due sfere(considerate come punti materiali) a)⇒ M1gh = 12M1v12 da cui v1 = √
2gh = 1.25 m/s b) L’urto `e elastico il sistema da risolvere `e
1
2M1v12= 12M1v1,f2 +12M2v2,f2 (
⇒ M1v1 = M1v1,f + M2v2,f
v1,f = MM1−M2
1+M2v1 =−0.54 m/s Esempio urto 2d
Esempio urto 2d
Es. 10.5
Due punti si urtano in modo totalmente anelastico con velocit`a v1 diretta nel verso positivo dell’asse x e v2 nel verso positivo dell’asse y. Supponendo che l’urto avvenga nell’origine, che m1 = 83 Kg, m2 = 55 Kg, v1=6.2 km/h e v2=7.8 Km/h, determinare ~vf.
y
x v1
m1
v2 m2
θ vf
Urto totalmente anelastico: ~P1,i+ ~P2,i = ~Pf P1x+ 0 = Pf x m1v1= (m1+ m2)vx
(
⇒ (
0 + P2y = Pf y m2v2= (m1+ m2)vy ed essendo vx= V cosθ e vy= V sinθ si havx= V cosθ = mm1
1+m2v1evy = V sinθ =
m2
m1+m2v2da cui V =pv12+ v22= . . . =4.86 Km/hetanθ = vvy
x = mm2v2
1v1 = 55·7.883·6.2 = 0.834 da cuiθ = 39.8◦
8.4 Urto anelastico (generico)
8.4 Urto anelastico (generico)
Nell’urto anelastico comune i punti dopo l’urto sono di nuovo separati. Come per tutti gli urti si conserva solo la quantit`a di moto, mentre l’energia cinetica viene in parte dissipata. Nei problemi di generico urto anelastico deve essere fornito un ulteriore dato per conoscere lo stato finale del sistema. Definiamo il coefficiente di restituzione il rapporto e = −pp′1,f′
1,i = −vv1,f′′
1,i e per la (1) vista in 8.2 si ha e = −pp′2,f′2,i = −vv′2,f′2,i Di conseguenza si pu`o calcolare la variazione relativa di energia cinetica: δ = ∆EE′ k
k,i = e2− 1 I casi visti in precedenza sono compresi in questa espressione (urto elasticoe = 1 ⇒ δ = 0 e totalmente anelasticoe = 0 ⇒ δ = −1)
Esercizio
Un punto materiale di massa m=1 kg urta anelasticamente un ogget- to di massa M=3 kg fermo inizialmente. A seguito proseguono insieme su un piano orizzontale scabro (µd = 0.3)per 2 m prima di fermarsi.
Qual’era la velocit`a iniziale? urto: mv = (M + m)Vf cons. energia
⇒ −12(M + m)Vf2 = −µd(M + m)gsVf2= 2µdgs
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Parte III
8.5 Urti con corpi rigidi
8.5 Urti con corpi rigidi
Nell’urto tra punti materiali e corpi rigidi o tra corpi rigidi, bisogna tenere conto che le forze sviluppate nell’urto sono impulsive e si possono trascurare i contributi delle forze esterne. Se i corpi che urtano sono senza vincoli, si avr`a comunque la conservazione della quantit`a di moto, mentre se ci sono vincoli, come abbiamo visto per i corpi rigidi, si avr`a la conservazione del momento angolare (per qualunque scelta di polo). In quest’ultimo caso ovviamente l’effetto del vincolo `e di comunicare un impulso che sar`a del tipo ~J =R Rdt~ con ~Rla reazione vincolare.
Esempio 8.10 urto tot.anelastico tra pto e asta libera
Esempio 8.10 urto tot.anelastico tra pto e asta li- bera
Un’asta di massa m1, lunghezza l, `e ferma in un piano orizzontale liscio.
Ad un certo momento viene colpito da un punto materiale m2 e velocit`a v perpendicolare all’asta colpisce l’asta ad una distanza x dal centro O e ci rimane attaccato. Determinare la velocit`a lineare ed angolare del sistema
dopo l’urto.
O
m2
x
Per prima cosa valutiamo la posizione del CM: l’asta possiamo riassu- marla come un punto materiale localizzato nel suo centro se il riferimen- to ha origine in O il CM ha coordinate: xcm = mm2x
1+m2 ⇒ (x − xcm) =
m1
m1+m2x nell’urto si conserva la q.di m. quindi m2~v = (m1 + m2)~vcm ⇒
~vcm = mm2
1+m2~v Prima e dopo l’urto il CM prosegue con la stessa velo- cit`a Per quanto riguarda la rotazione assumiamo come polo il punto O
e per la conservazione del momento angolare LO= (x − xcm)m2v = IOω e IO= (121 m1l2+ m1x2cm) + m2(x − xcm)2 di conseguenza si avr`a :
ω = (x − xcm)m2v
m1l2
12 + m1x2cm+ m2(x − xcm)2 = m1m2xv
(m1+ m2)(m121l2 + m1(mm22x2
1+m2)2 + m2(mm21x2
1+m2)2)
= m2xv
(m1+m2)l2
12 + m2x2 La rotazione non avviene solo se x=0
Esempio 8.11-Urto complet.anelastico tra asta vincolata e pto
Esempio 8.11-Urto complet.anelastico tra asta vin- colata e pto
Come nell’esempio precedente solo che l’asta `e vincolata nell’estremo O. In questo esercizio l’asta `e lunga l e m1 = m2 = m. Il punto m2 urta ad una distanza r ≤ l da O e rimane fissato sull’asta. Calcoliamo la velocit`a angolare. Quando c’`e un vincolo possiamo tener conto della conservazione del momento angolare LO= mvr = IOω e IO= 31ml2+ mr2 ⇒ ω = l2/3+rrv 2
La quantit`a di moto invece non si `e conservata a causa del vincolo: ~J = ∆ ~P e abbiamo che ~Pi= m~v e ~Pf = mωrˆuv+ml2 ωˆuv= m(r + 2l)ωˆuv Pertanto l’impulso della reazione vincolare `e ~J = m[ω(r +2l) − v]ˆuv = mlvr/2−l/3l2/3+r2uˆv