a.a. 2021/2022 Laurea triennale in Fisica
Corso di Analisi Matematica II
Funzioni tra spazi euclidei di dimensione finita:
continuit` a e limiti
Avvertenza
Al termine della lezione queste pagine verranno rese disponibili online;
non `e quindi necessario copiarne il contenuto.
Terminologia
In questo corso consideriamo funzioni tra spazi euclidei di dimensione finita, cio`e funzioni aventidominio contenuto in Rn ecodominio contenuto in Rm, conn, m ∈ N∗.
Perm = 1parliamo difunzioni reali(oscalari) di una o pi`u variabili reali.
Perm ≥ 2parliamo difunzioni vettorialidi una o pi`u variabili reali;
se n = m parliamo dicampi vettoriali.
Esempi
• Sia n ≥ 2 e sia i ∈ {1, . . . , n}.
La funzioneπi: Rn→ Rche a ogni x ∈ Rn associa la i -esima coordinata xi
`
e una funzione reale di n variabili reali, che si chiamaproiezione sull’asse i -esimooppure i -esima proiezione.
• Siano M, G ∈ R∗+.
La funzione f : (R3)∗→ R3tale che f (x) = −M G x
kxk3 `e un campo vettoriale. Lo riconoscete?
1
Osservazione
Assegnare una funzione vettoriale f : A ⊆ Rn→ Rm equivalead assegnare una m-upla ordinata di funzioni reali definite in A.
Infatti, data f : A ⊆ Rn→ Rm possiamo comporre f con le proiezioni sugli assi, ottenendo m funzioni reali definite in A:
f1:= π1◦ f , . . . , fm:= πm◦ f.
Notiamo che per ogni x ∈ A il numero reale fi(x) `e la i -esima componente del vettore f (x); pertanto:
(∗) f (x) = f1(x), . . . , fm(x)
per ogni x ∈ A.
Viceversa, data una m-upla ordinata (f1, . . . , fm) di funzioni reali definite in A, possiamo definire tramite (∗) la funzione vettoriale f : A → Rmche a ogni x ∈ A associa il vettore di componenti f1(x), . . . , fm(x).
Le funzioni f1, . . . , fm che soddisfano (∗) si chiamanofunzioni componenti di f.
2
Esempi
• La funzione f : R → R2tale chef (t) = cos(t), sin(t)
`e una funzione vettoriale di una variabile reale, le cui componenti sono, nell’ordine, la funzionecosenoe la funzione seno.
• La funzione f : R3→ R2tale chef (x1, x2, x3) = (x1+ x2, x1x32)`e una funzione vettoriale di tre variabili reali, le cui componenti sono, nell’ordine, le funzionif1(x1, x2, x3) = x1+ x2ef2(x1, x2, x3) = x1x32.
• La funzione f : (R3)∗→ R3tale che f (x) = x
kxk3 `e una funzione vettoriale di tre variabili reali, le cui componenti sono, nell’ordine, le funzioni
f1(x1, x2, x3) = x1
(x12+ x22+ x32)3/2, f2(x1, x2, x3) = x2
(x12+ x22+ x32)3/2, f3(x1, x2, x3) = x3
(x12+ x22+ x32)3/2.
3
Osservazione (operazioni algebriche)
Dati A ⊆ Rn, f , g : A → Rm, ϕ : A → R, λ ∈ R, si definiscono le seguenti funzioni:
• f + g:= x ∈ A 7→f (x) + g (x ) somma
• f − g:= x ∈ A 7→f (x) − g (x ) differenza
• λ f := x ∈ A 7→λ f (x) multiplo
• ϕ f := x ∈ A 7→ϕ(x) f (x) prodotto per funzione reale
• f · g:= x ∈ A 7→f (x) · g (x ) prodotto scalare
• f × g := x ∈ A 7→f (x) × g (x ) prodotto vettoriale (solo perm = 3) Solo perm = 1si definiscono nel modo ovvio anche le funzioniprodotto f g erapporto f
g.
4
Funzioni continue
Siano A ⊆ Rn e f : A → Rm. Sia ¯x ∈ A.
Diciamo chef `e continua in ¯x se per ogni successione {xk} ⊂ A convergente a ¯x, la successione trasformata {f (xk)} converge a f (¯x).
Dato B ⊆ A, diciamo chef `e continua in B se `e continua in ogni punto di B.
Diciamo chef `e continuase `e continua nel proprio dominio.
Esempi
• Le funzionicostantisono continue.
• Le funzioniproiezioni sugli assisono funzioni continue.
• La funzionenorma euclidea`e una funzione continua. ← 2adisuguaglianza triangolare
• La funzione definita in R2ponendo
f (x , y ) =
x y
x2+ y2 (x , y ) 6= (0, 0) 0 (x , y ) = (0, 0)
per funzioni di due o tre variabili utilizziamo x , y , z invece di x1, x2, x3
non `e continua in (0, 0).
5
Alcune propriet`a delle funzioni continue
1 Banalit`a della continuit`a delle funzioni vettoriali
Una funzionevettoriale`e continua in un punto del proprio dominio se e solo se lo sono tutte le sue componenti.
2 Continuit`a e operazioni algebriche
Con le notazioni della osservazione di pagina 4, se f , g e ϕ sono continue (in un punto, in un insieme), lo sono anche tutte le funzioni ottenute attraverso le operazioni algebriche.
3 Continuit`a e composizione funzionale Siano A ⊆ Rn e B ⊆ Rm.
Sia f : A → Rn, con f (A) ⊆ B, e sia g : B → Rp. Sia ¯x ∈ A.
Supponiamo chef sia continua in ¯x e cheg sia continua in f (¯x).
Allora: la funzione compostag ◦f `e continua in ¯x.
6
Esempi
Stabilire se le funzioni a pagina 3 sono continue nei rispettivi domini.
Osservazione
Lefunzioni polinomialie lefunzioni razionalisono continue nei rispettivi domini.
↑ ↑
funzioni reali di pi`u variabili reali rapporti di funzioni polinomiali ottenute sommando un numero
finito di multipli di prodotti di proiezioni sugli assi
7
Proposizione (caratterizzazioni della continuit`a, in un punto e in un insieme) Siano A ⊆ Rn e f : A → Rm.
• Sia ¯x ∈ A.
Allora: f `econtinua in ¯x se e solo se `e soddisfatta una delle seguenti propriet`a, tra loro equivalenti:
(a)per ogni ε ∈ R∗+esiste δ ∈ R∗+ tale che per ogni x ∈ A con kx − ¯xkRn < δ risulta kf (x) − f (¯x)kRm < ε; ← per chiarezza esplicito lo spazio ↑ (b) per ogni intorno V di f (¯x) esiste un intorno U di ¯x tale che f (U) ⊆ V .
• Se A `e un insiemeaperto, allora f `econtinua in Ase e solo se l’immagine reciproca tramite f di un qualsiasi sottoinsieme aperto di Rm `e un sottoinsieme aperto di Rn.
• Se A `e un insiemechiuso, allora f `econtinua in Ase e solo se l’immagine reciproca tramite f di un qualsiasi sottoinsieme chiuso di Rm `e un sottoinsieme chiuso di Rn.
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Esempi
Utilizzando le caratterizzazione della continuit`a in un insieme, stabilire se i seguenti insiemi sono aperti o chiusi:
• E1= R2\ {(0, 0)}
• E2=(x, y ) ∈ R2| 2 ≤ x + 3 y ≤ 10
• E3=(x, y , z) ∈ R3| x2+ y2≤ 9 , 0 ≤ z ≤ 4
Osservazione
Se f `e continua ma il suo dominio non `e aperto [chiuso], non `e detto che la immagine reciproca di un insieme aperto [chiuso] sia un sottoinsieme aperto [chiuso] di Rn. Esempi:
• f−1([4, +∞[), con f (x , y ) = 1 x2+ y2
• f−1(]−∞, 3[), con f (x , y ) =p
x2+ y2− 1
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Teoremi fondamentali sulle funzioni continue
1 Teorema di Weierstrass per funzioni vettoriali Sia A ⊆ Rn e sia f : A → Rm una funzionecontinua.
SeA`ecompatto, alloraf (A)`ecompatto.
2 Teorema di Weierstrass per funzioni reali
Sia A ⊆ Rn e sia f : A → R una funzionecontinua.
SeA`ecompatto, allora f hamassimo eminimo.
3 Teorema di Cantor
Sia A ⊆ Rn e sia f : A → Rm una funzionecontinua.
SeA`ecompatto, allora f `euniformemente continua, cio`e:
per ogni ε ∈ R∗+ esiste δ ∈ R∗+tale che per ogni x, y ∈ A con kx − y kRn < δ risulta kf (x) − f (y )kRm < ε.
4 Teorema dei valori intermedi
Sia A ⊆ Rn e sia f : A → Rm una funzionecontinua.
SeA`econnesso, alloraf (A)`econnesso.
Dimostrazione di 1 e di 4 ← per A aperto . . . 10
Limiti per funzioni di pi` u variabili reali
Ricordiamo la definizione di limite per funzioni reali di variabile reale:
Sia f : A ⊆ R → R. Sia ¯x ∈ R un punto di accumulazione di A e sia ` ∈ R.
R ∪ {−∞, +∞}
↑
Diciamo cheesiste il limite di f (x ) per x che tende a ¯x ed `e uguale a `se vale una delle seguenti propriet`a, tra loro equivalenti:
(a) per ogni successione {xk} di elementi diA \ {¯x }che ha limite ¯x , la successione trasformata {f (xk)} ha limite `;
(b) per ogni W` intorno di ` esiste Vx¯intorno di ¯x tale che per ogni x ∈ A ∩ Vx¯\ {¯x } risulta f (x ) ∈ W`.
In tal caso scriviamo lim
x →¯xf (x ) = `, oppuref (x ) → ` per x → ¯x.
Gli “ingredienti” di questa definizione sono le nozioni di:
• punto di accumulazione del dominio,
• successione avente limite (finito o infinito) / intorno di un elemento di R.
11
Consideriamo ora una funzione f : A ⊆ Rn→ Rm, con n, m ∈ N∗, n + m ≥ 3.
altrimenti siamo nel caso gi`a considerato ↑ Poich´e in Rn e Rmhanno senso le nozioni di punto di accumulazione, intorno di un punto e successione convergente, la definizione di limite si estende verbatim perx ∈ R¯ ne` ∈ Rm: (in sospeso per ora: limite all’infinito e limite infinito)
Sia ¯x ∈ Rn un punto di accumulazione di A e sia ` ∈ Rm.
lim
x→¯xf (x) = ` ⇐⇒DEF
succ.
per ogni successione {xk} ⊂ A \ {¯x} che converge a ¯x, la successione trasformata {f (xk)} converge a `
⇐⇒DEF
intorni ∀ε ∈ R∗+ ∃ δ ∈ R∗+ t.c.
∀x ∈ A , 0 < kx − ¯xkRn < δ : kf (x) − `kRm < ε
12
Osservazione (banalit`a del limite delle funzioni vettoriali) Sia f : A ⊆ Rn→ Rm, conm ≥ 2.
Sia ¯x ∈ Rn un punto di accumulazione di A e sia ` ∈ Rm.
Per ogni i ∈ {1, . . . , m}, denotiamo con fi e `i, rispettivamente, la i -esima componente di f e di `.
Allora:
lim
x→¯xf (x) = ` ⇐⇒ lim
x→¯xfi(x) = `i per ogni i ∈ {1, . . . , m}.
Conseguenza: possiamo concentrare la nostra attenzione sul calcolo dei limiti di funzionirealidi pi`u variabili reali.
13
Esempi
Verificare i seguenti limiti attraverso la definizione:
• lim
(x ,y )→(0,0)
(x2+ y2) sin
1
x + y
= 0
• lim
(x ,y )→(0,0)
3 x3+ 2 x2+ 2 y2 x2+ y2 = 2
• lim
(x ,y )→(1,1)
(y − 1)4
x2+ y2+ 2(1 − x − y ) = 0
• lim
(x ,y )→(0,0)
x3y
x4+ y2 = 0 ←
`E utile tenere presente che
per ogni a, b ∈ R: |a b| ≤ a2+ b2 2
• lim
(x ,y ,z)→(0,0,0)
(x + y ) z4 x4+ y2+ z4 = 0
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Supponiamo ora che A, il dominio di f , sia un insieme illimitatoe introduciamo la nozione dilimite all’infinito. relazione d’ordine totale
↓ ↓
Sen = 1, ha senso considerare illimite per x che tende a +∞ oppure a −∞, a seconda che A sia illimitato superiormente oppure inferiormente.
Diamo la definizione con le successioni, per ` ∈ Rm, m ≥ 2:
↑ per esercizio: dare tutte le definizioni con gli intorni
x →+∞lim f (x ) = ` ⇐⇒DEF
succ.
per ogni successione {xk} ⊂ A tale che xk → +∞, la successione trasformata {f (xk)} converge a `
x →−∞lim f (x ) = ` ⇐⇒DEF
succ.
per ogni successione {xk} ⊂ A tale che xk → −∞, la successione trasformata {f (xk)} converge a `
Sen ≥ 2, definiamo illimite per kxk che tende a +∞. Per ` ∈ Rm: lim
kxk→+∞f (x) = ` ⇐⇒DEF
succ.
per ogni successione {xk} ⊂ A tale che kxkk → +∞, la successione trasformata {f (xk)} converge a `
↓ ???
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Osservazione
Condizione sufficiente affinch´e una successione abbia norma divergente `e che almeno una delle sue componenti abbia valore assoluto divergente.
E anche necessaria? No! Esempio . . .`
Nota
Anche per i limiti all’infinito vale la banalit`a del limite delle funzioni vettoriali, quindi possiamo concentrarci sul calcolo del limite di funzionireali.
Esempio
Verificare il seguente limite attraverso la definizione:
lim
k(x ,y )k→+∞
x2+ y2 x4+ y4 = 0
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Generalizziamo infine la nozione dilimite infinito.
Sem = 1ha senso parlare difunzione divergente positivamente o negativamente per x che tende a ¯x ∈ Rn, n ≥ 2:
lim
x→¯xf (x) = +∞ ⇐⇒DEF
succ.
per ogni successione {xk} ⊂ A \ {¯x} che converge a ¯x, la successione trasformata {f (xk)} diverge a +∞
x→¯limxf (x) = −∞ ⇐⇒DEF
succ.
per ogni successione {xk} ⊂ A \ {¯x} che converge a ¯x, la successione trasformata {f (xk)} diverge a −∞
Se A `eillimitato, possiamo definire una funzione divergente positivamente o negativamente all’infinito:
lim
kxk→+∞f (x) = +∞ ⇐⇒DEF
succ.
per ogni successione {xk} ⊂ A tale che kxkk → +∞, la successione trasformata {f (xk)} diverge a +∞
lim
kxk→+∞f (x) = −∞ ⇐⇒DEF
succ.
per ogni successione {xk} ⊂ A tale che kxkk → +∞, la successione trasformata {f (xk)} diverge a −∞ 17
Sem ≥ 2ha senso definire unafunzione con norma divergente.
Per ¯x ∈ Rn, con n ∈ N∗: lim
x→¯xkf (x)k = +∞ ⇐⇒DEF
succ.
per ogni successione {xk} ⊂ A \ {¯x} che converge a ¯x, si ha kf (xk)k → +∞
Se A `e illimitato, n ≥ 2:
lim
kxkRn→+∞kf (x)kRm = +∞ ⇐⇒DEF
succ.
∀{xk} ⊂ A t.c. kxkkRn → +∞ : kf (xk)kRm → +∞
Se A `e illimitato, n = 1:
x →+∞lim kf (x )k = +∞ ⇐⇒DEF
succ.
∀{xk} ⊂ A t.c. xk → +∞ : kf (xk)k → +∞
x →−∞lim kf (x )k = +∞ ⇐⇒DEF
succ.
∀{xk} ⊂ A t.c. xk → −∞ : kf (xk)k → +∞
18
Esempi
Verificare i seguenti limiti attraverso la definizione:
• lim
(x ,y )→(0,0)
1
x2+ y4 = +∞
• lim
k(x ,y )k→+∞
x4+ y4 x2+ y2 = +∞
• lim
(x ,y ,z)→(0,0)
1
x2, 3 + y z3, x2y
= +∞
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Osservazione (estensione di risultati noti dal corso di Analisi Matematica I)
• Leregole algebrichesui limiti di successioni si estendono banalmente alle funzioni convergenti.
Per funzioni reali di pi`u variabili reali, per le quali ha senso parlare anche di limiti infiniti, le regole algebriche si generalizzano con le medesime precauzioni adottate per le funzioni reali di una variabile reale.
• I risultati supermanenza del segno e delle disuguaglianzee suconvergenza e divergenza obbligata si estendono alle funzioni reali di pi`u variabili reali.
• Il teorema sullimite della funzione compostasi estende senza eccezioni.
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Osservazione (caratterizzazione della continuit`a mediante i limiti) Sia f : A ⊆ Rn→ Rm e sia ¯x ∈ A.
E facile riconoscere che:`
• se ¯x `e unpunto isolato di A, allora f `e continua in ¯x;
• se ¯x `e unpunto di accumulazionedi A, allora:
f `e continua in ¯x se e solo se lim
x→¯xf (x) = f (¯x).
Pertanto, per una funzione continua gli unici limiti “significativi” sono
• i limiti per x che tende a ¯x, con ¯x punto di accumulazione del dominio che nonappartiene al dominio;
• i limiti all’infinito (se il dominio `e illimitato).
Esempio
Individuare i limiti significativi della funzione f (x , y ) = arctan
x
x2+ y2
.
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Come calcolare i limiti per funzioni reali di pi` u variabili
↑ non restrittivo, per banalit`a del limite delle funzioni vettoriali Osservazione preliminare
Sia f : A ⊆ Rn→ R e sia ¯x un punto di accumulazione di A.
Supponiamo che esista lim
x→¯xf (x) =: ` ∈ R. Allora:
ogni restrizione di f per la quale abbia senso calcolare il limite per x → ¯x ha lo stesso limite.
In simboli: per ogni B ⊂ A tale che ¯x ∈ Dr (B) risulta lim
x→¯xf|B(x) = `.
Strategia conseguente:
• se riesco a individuare una restrizione di f che non ha limite per x → ¯x, oppure due restrizioni di f che hanno limiti diversi per x → ¯x,
allora deduco che f nonha limite per x → ¯x;
• se, per x che tende a ¯x, una o pi`u restrizioni producono il limite `, allora congetturoche f abbia limite ` e loverificoutilizzando la definizione di limite. come fatto negli esempi di pag. 14, 16, 18 ↑
Nota: analoghe considerazioni valgono per ilimiti all’infinito. 22
Esempi
Individuare e calcolare (se esistono) i limiti significativi delle seguenti funzioni:
• f (x , y ) = arctan
x
x2+ y2
• f (x , y ) = x y
x2+ y2 Attenzione ai “limiti iterati” . . .
• f (x , y ) = x2y x4+ y2
• f (x , y ) = x3y2 4 x2+ y2
• f (x , y ) = x2y x2− y2
• f (x , y ) = ln(1 + x y ) x2+ y2
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Esempi
• Studiare la continuit`a della funzione definita ponendo
f (x , y ) =
x y (x2− y2)
x2+ y2 (x , y ) 6= (0, 0) 0 (x , y ) = (0, 0)
• Stabilire se la funzione definita ponendo
f (x , y ) =
1 −p
1 − x2− y2
x2+ y2 (x , y ) 6= (0, 0) 1
2 (x , y ) = (0, 0)
ammette estremi globali nel proprio dominio.
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A P P E N D I C E
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Caratterizzazione della continuit` a mediante limiti
Caratterizzazione della continuit`a mediante gli intorni:
f continua in ¯x ⇐⇒ ∀ε ∈ R∗+ ∃ δ ∈ R∗+ t.c. ∀x ∈ A :
kx − ¯xkRn < δ =⇒ kf (x) − f (¯x)kRm < ε
Definizione di limite mediante gli intorni, con ` = f (¯x):
x→¯limxf (x) = f (¯x) ⇐⇒ ∀ε ∈ R∗+ ∃ δ ∈ R∗+ t.c. ∀x ∈ A :
0 < kx − ¯xkRn < δ =⇒ kf (x) − f (¯x)kRm < ε
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