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IO SONO LA VERA VITE E IL PADRE MIO È L AGRICOLTORE

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5ª DOMENICA DIPASQUA– ANNOB – 2 MAGGIO2021 GAM - Settimanale a servizio della Parola Commenti su testi del Servo di Dio don Carlo De Ambrogio

re del Signore, caratterizzato dalle quattro perseveranze:

nella preghiera, nell’evangelizzazione, nell’Eucaristia e nella carità fraterna; è colma del conforto dello Spirito Santo. Lo Spirito è il vero iniziatore della missione apostolica come lo era stato della missione di Gesù: è lui l’anima della Chiesa. Gode la pace di Dio, dal momento che ha ricevuto il vangelo di pace, Gesù Cristo (Lc 2,14; At 10,36).

Salmo Responsoriale

...

(Dal Salmo 21)

A te la mia lode, Signore, nella grande assemblea

Scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.

I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano;

il vostro cuore viva per sempre! R.

Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra;

davanti a te si prostreranno tutte le famiglie dei popoli. R.

A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno

quanti discendono nella polvere. R.

Ma io vivrò per lui,

lo servirà la mia discendenza.

Si parlerà del Signore alla generazione che viene;

annunceranno la sua giustizia;

al popolo che nascerà diranno:

«Ecco l’opera del Signore!». R.

Seconda Lettura

...

(Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 3,18-24)

Dio è più grande del nostro cuore

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.

In questo conosceremo che siamo dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore, qua- lunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande Prima Lettura

...

(Dagli Atti degli Apostoli 9,26-31)

La Chiesa cresceva con il conforto dello Spirito Santo

In quei giorni, Saulo, venuto a Gerusalemme, cer- cava di unirsi ai discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo che fosse un discepolo.

Allora Bàrnaba lo prese con sé, lo condusse dagli apostoli e raccontò loro come, durante il viaggio, aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e co- me in Damàsco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli potè stare con loro e an- dava e veniva in Gerusalemme, predicando aper- tamente nel nome del Signore. Parlava e discuteva con quelli di lingua greca; ma questi tentavano di ucciderlo. Quando vennero a saperlo, i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero par- tire per Tarso.

La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e cammina- va nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva di numero.

 Paolo, convertito, lascia Damasco e va a Gerusalemme allo scopo di fare conoscenza con Pietro, suo capo gerar- chico. Cercava di unirsi con i discepoli: i discepoli sono i cristia- ni. Diffidenza e una certa freddezza nella Chiesa-madre di Gerusalemme. Interviene Bàrnaba, qualificato come apo- stolo negli Atti, che condivide le idee missionarie di Pao- lo e lo presenta agli apostoli. Due cose depongono in favore di Paolo: aveva visto il Cristo risorto; in Damasco, aveva evangelizzato con coraggio: coraggio interno ed esterno: è una qualità della fede.

 Così egli poté stare con loro. Paolo tenta un avvicinamento con gli Ebrei di lingua greca. Ma Paolo non si sentiva trop- po tranquillo negli ambienti di Gerusalemme; egli è l’uo- mo dei grandi spazi e delle forti avventure, è fatto per l’alto mare e per le tempeste. La Chiesa-madre di Geru- salemme è però necessaria per l’unità delle Chiese e Pao- lo vi ritornerà sempre dopo le sue grandi missioni.

 La Chiesa era dunque in pace: la Chiesa si espande in Chie-

IO SONO LA VERA VITE E IL PADRE MIO È L’AGRICOLTORE

(2)

Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nul- la, abbiamo fiducia in Dio, e qualunque cosa chie- diamo, la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quello che gli è gradito.

Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi:

dallo Spirito che ci ha dato.

 San Giovanni chiama i cristiani figlioli e chiede loro di prendere molto sul serio le esigenze della carità: l’amore fraterno non consiste in belle parole, ma in opere e nel- l’attuazione del vangelo di Gesù – in verità –, soprattutto nell’attuazione del suo comandamento nuovo: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati».

 Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità. Due senti- menti opposti si possono svegliare in ciascuno di noi: 1° la consapevolezza che siamo nati dalla verità, cioè che siamo già fin d’ora figli di Dio, passati da morte a vita; 2° la convinzione che siamo tutti peccatori e che non viviamo l’amore fraterno in verità.

Giovanni non esita a invitarci di restare in pace: davanti a lui rassicureremo il nostro cuore La pace, la rassicurazione a cui c’invita, è una pace escatologica incoativa, cioè: ci esorta ad ac- cettare la situazione attuale, in cui ci riconosciamo fragili e peccatori come tutti, ma ci stimola contemporaneamente a superare il presente come se fossimo già liberi e svin- colati dal peccato. Il luogo di questa pace è il cuore, stanza segreta in cui ciascuno è invitato a scendere per incon- trarvi il Padre che vede nel segreto.

 Questo è il suo comandamento. Che cosa ci chiede il Padre Celeste? Ci chiede di credere in Gesù, nelle sue parole e di praticare il suo comandamento che è l’amore fraterno.

La fede introduce all’amore. Solo così il Dio trascendente, più grande del nostro cuore, diventa immanente in noi, cioè fa presenza, dimora in noi. Lo Spirito Santo, che è il dono per eccellenza, ci sensibilizza a questa presenza di Dio in noi, a questa inabitazione trinitaria, che è «il cielo dell’anima»

(santa Elisabetta della Trinità).

Canto al Vangelo (Gv 15,4a.5b)

Alleluia, alleluia.

Rimanete in me e io in voi, dice il Signore, chi rimane in me porta molto frutto. Alleluia.

Vangelo

...

(Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8)

Io sono la vite vera

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io so- no la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vi-

te, così neanche voi se non rimanete in me. Io so- no la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo get- tano nel fuoco e lo bruciano.

Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate mol- to frutto e diventiate miei discepoli».

 L’immagine della vite, da un capo all’altro della Bibbia, è riferita molto spesso al popolo d’Israele, per indicare di quale amore e di quale scelta Israele era oggetto da parte di Dio. È così che Dio ama il suo popolo. Israele - diceva Osea - era una vite lussureggiante che dava molto frutto(Os 10,1). Ge- sù è la vera vite. In Gesù si condensa il nuovo Israele; Gesù impregna della sua linfa divina tutti i tralci che formano la sua Chiesa, il Cristo totale. Il Padre Celeste è il coltivatore: i tralci infecondi li to- glie; i tralci fecondi li pota con la sofferenza perché abbia- no a produrre di più. Lo strumento che gli serve a potare è essenzialmente la Parola di Gesù, spada aguzza a doppio taglio.

 Rimanete in me e io in voi. Gesù chiede ai suoi discepoli di rimanere in lui. Rimanere vuol dire fare presenza in Gesù:

vivere, cioè, in Cristo, per Cristo e con Cristo. Con due ver- bi, Gesù ci dice ciò che attende dai tralci: rimanere nel Cri- sto-Vite e fare frutto. In linguaggio moderno noi diremmo:

consacrazione e missione; comunione ed evangelizzazio- ne; claustralità in Gesù e attività apostolica: due cose in- dissociabili, ma con una priorità gerarchica: la consacrazio- ne a Gesù. Dalla nostra inserzione in Cristo dipende il no- stro rendimento apostolico, e anche la nostra realizzazio- ne personale. I tralci secchi, cioè non realizzati, sono gettati via, raccolti in fasci, buttati al fuoco e condannati a bruciare eternamente: è la cosiddetta frustrazione eterna, l’inferno.

 Se rimanete in me. Due sono le condizioni per strappare ogni grazia dal Padre: rimanere in Gesù, condizione di tra- sparenza eucaristica: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui»(6,56) e rimanere nelle sue parole, condizione evangelica: «Se rimanete nella mia parola, voi siete veramente miei discepoli» (8,31). Allora si diventa una piccola lode di gloria del Padre.

PER MECRISTO. Periodico iniziato dal Servo di Dio Don Carlo De Ambrogio (1921-1979). D.R. Don Giovanni Ciravegna - Testi biblici ufficiali C.E.I. Nulla osta per quanto riguarda i testi biblici e liturgici: ✠ Marco Brunetti, Vescovo - Alba – Aut. Trib. di Torino nr. 2800 del 09-06-1978 – A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento GAM – Santuario Todocco - 12070 Pezzolo Valle Uzzone (CN) - Tel. 0173 87043 - Fax 0173 821334 - E-mail: gam.fmg@elsynet.it - www.gamfmgtodocco.it non commerciabile 14

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UORE DI

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ADRE

Dalla Lettera Apostolica del Santo Padre Francesco Imploriamo da San Giuseppe la grazia delle grazie: la nostra conversione. A lui rivolgiamo la nostra preghiera:

Salve, custode del Redentore, e sposo della Vergine Maria.

A te Dio affidò il suo Figlio;

in te Maria ripose la sua fiducia;

con te Cristo diventò uomo.

O Beato Giuseppe,

mostrati padre anche per noi, e guidaci nel cammino della vita.

Ottienici grazia, misericordia e coraggio,

e difendici da ogni male. Amen.

(3)

6ª DOMENICA DIPASQUA– ANNOB – 9 MAGGIO2021 GAM - Settimanale a servizio della Parola Commenti su testi del Servo di Dio don Carlo De Ambrogio

perché ha compiuto meraviglie.

Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. R.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.

Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio.

Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni! R.

Seconda Lettura

...

(Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo 4,7-10)

Amiamoci gli uni gli altri

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amo- re è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi:

Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.

In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad ama- re Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

 Tre affermazioni: l° l’amore fraterno ha un timbro divino: «è da Dio»; 2° l’amore è una esigenza di natura: «chiunque ama è ge- nerato da Dio», che gli comunica la sua natura e la sua vi- ta; 3° chi ama conosce Dio, cioè possiede di Dio una conoscenza immediata.

 Poi san Giovanni fa scoccare un’immensa intuizione mi- stica: Dio è amore. E ne ricava tre grandi conseguenze: l° la lettera di amore di Dio per gli uomini, che è la Bibbia, ri- vela l’amore del Padre per il Figlio e quindi per tutti noi;

2° l’amore di Dio verso di noi è gratuito e assolutamente prioritario; 3° per il fatto che Dio è amore, Dio è un Dio uni- co, un Dio solo, ma non un Dio solitario: è una comunità di amore, una comunità di tre Persone divine: ogni Persona divina è un puro essere per l’altro.

Prima Lettura

...

(Dagli Atti degli Apostoli 10,25-26.34-35.44-48)

Sui pagani il dono dello Spirito Santo

Avvenne che, mentre Pietro stava per entrare [nella casa di Cornelio], questi gli andò incontro e si gettò ai suoi piedi per rendergli omaggio. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Àlzati: anche io sono un uomo!».

Poi prese la parola e disse: «In verità sto renden- domi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga».

Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascol- tavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano ve- nuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio.

Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pre- garono di fermarsi alcuni giorni.

 Il racconto della conversione del centurione romano Cornelio è il più lungo episodio: Luca ne fa un fatto teolo- gico irreversibile: la Chiesa non avrà frontiere. L’iniziativa parte da Dio: un angelo avverte Cornelio che Dio ha gra- dito le sue preghiere e le sue elemosine e gli ordina di in- contrare Pietro; Pietro in visione a Joppe prende coscienza che Cristo ha purificato e redento tutto e che la salvezza deve raggiungere tutti gli uomini.

 Il segno per Pietro, capo della Chiesa, che Dio non fa prefe- renze di persone né discriminazioni, è l’irruzione dello Spirito San- to. Davanti a questa Pentecoste dei pagani – inebriante di doni come la Pentecoste giudaica – Pietro apre a due battenti le por- te del Regno al centurione pagano e alla sua famiglia: li bat- tezza e accetta per parecchi giorni l’ospitalità di Cornelio.

Salmo Responsoriale

...

(Dal Salmo 97)

Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia

QUESTO VI COMANDO: AMATEVI GLI UNI GLI ALTRI

(4)

suo amore, che donandogli l’oggetto supremo del suo amore, il Figlio suo. Ha mandato, in un dato momento sto- rico, suo Figlio, Gesù Cristo, che preesisteva presso Dio, Dio come lui. Il fine di questa missione di Gesù nel mon- do, è di procurare agli uomini la vita. La vita umana, sen- za Dio, è soltanto un’apparenza di vita.

Canto al Vangelo (Gv 14,23)

Alleluia, alleluia.

Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. Alleluia.

Vangelo

...

(Dal Vangelo secondo Giovanni 15,9-17)

Rimanete nel mio amore

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Co- me il Padre ha amato me, anche io ho amato voi.

Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei co- mandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e riman- go nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.

Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vo- stro frutto rimanga; perché tutto quello che chie- derete al Padre nel mio nome, ve lo conceda.

Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 Per più di settanta volte san Giovanni usa il verbo rima- nere e lo usa undici volte nei primi diciassette versetti del capitolo 15: è la cosiddetta formula di immanenza che san- ta Elisabetta della Trinità ha parafrasato molto bene nella sua celebre preghiera alla Trinità: O mio Dio, Trinità che io adoro, aiutami a dimenticarmi per fissarmi in Te, immobile e docile come se già la mia anima fosse nell’eternità. Nulla possa turbare la mia pace né farmi uscire da Te, o mio Immutabile, ma ogni minuto mi faccia sempre più penetrare nelle profondità del tuo mistero! Ri- manere nel Cristo significa essere in unione vitale, mutua e indefettibile con lui; indica al tempo stesso reciprocità e durata; è una comunione eterna. Si tratta di esistere ma di esistere per o in un altro, il che san Paolo chiamava: es- sere nel Cristo Gesù.

 La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Il Signore in- coraggia singolarmente i suoi che sta per abbandonare, ri- velando loro il segreto della gioia perfetta: rimanere nell’amore e osservare i comandamenti. Ma il lascito è an- cor più reale: Gesù vuole che la propria gioia, così singo- lare, così caratteristica, passi nel cuore dei suoi discepoli e divenga loro; che essi conoscano e assaporino la gioia

che è propria di lui, di amare e di essere in comunione in- scindibile col Padre.

 Proprio perché si tratta della gioia peculiare al Cristo, tale gioia non può rimanere un sentimento qualsiasi più o meno vivo: il desiderio di Gesù è che la gioia dei suoi sia al colmo, pienamente perfetta. Non bisogna vedere in questo un augurio buttato là di sfuggita. Si tratta di una delle ultime volontà più espresse del Signore, che formu- lerà ancora altre due volte: Chiedete e riceverete e la vostra gioia sarà perfetta (Gv 16,24), ... perché essi abbiano in se stessi la mia gioia nella sua pienezza(Gv 17,13). La gioia, come l’amore, esprime la comunione con Dio e il Cristo.

 Questo è il mio comandamento. L’Antico Testamento e i mo- ralisti pagani citano spesso una bella massima: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Gesù va oltre, con superiorità di- vina: Amatevi come io vi ho amati. L’amore fraterno è di natura trascendente: si ràdica nell’amore del Padre per il Figlio.

È immensamente creativo nelle sue manifestazioni, fino al dono della propria vita. È avviluppato di gioia anche quando crocifigge.

 Poi, ecco il tema dell’amicizia: i discepoli non sono più chiamati servi da Gesù, ma amici, perché ricevono tutte le sue confidenze. San Paolo ha un’antitesi parallela quando parla di schiavo e figlio (Gal 3,23-26). Infine, il tema dell’elezio- ne, della scelta: ogni scelta è gratuita, preferenziale, privi- legiante. Conclusione: l’amore fraterno è il frutto che portano i tralci quando rimangono sulla vite.

PER MECRISTO. Periodico iniziato dal Servo di Dio Don Carlo De Ambrogio (1921-1979). D.R. Don Giovanni Ciravegna - Testi biblici ufficiali C.E.I. Nulla osta per quanto riguarda i testi biblici e liturgici: ✠ Marco Brunetti, Vescovo - Alba – Aut. Trib. di Torino nr. 2800 del 09-06-1978 – A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento GAM – Santuario Todocco - 12070 Pezzolo Valle Uzzone (CN) - Tel. 0173 87043 - Fax 0173 821334 - E-mail: gam.fmg@elsynet.it - www.gamfmgtodocco.it non commerciabile 16

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UORE DI

P

ADRE

Dalla Lettera Apostolica del Santo Padre Francesco Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde spe- ranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsa- bilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, co- me affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, al- zando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. Tutti pos- sono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un in- tercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà.

San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparen- temente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagoni- smo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine.

A NNO DI S AN G IUSEPPE

I

NDULGENZA

P

LENARIA Nei giorni:

Ogni 19 del mese e tutti i mercoledì.

Condizioni:

Credo, Padre nostro, Ave Maria e Gloria per le intenzioni di Papa Francesco;

Confessione e Comunione;

Preghiera a san Giuseppe, approvata dalla Chiesa;

Atto di carità in onore di San Giuseppe.

(5)

ASCENSIONE DELSIGNORE– ANNOB – 16 MAGGIO2021 GAM - Settimanale a servizio della Parola Commenti su testi del Servo di Dio don Carlo De Ambrogio

la – banchetto eucaristico? – promette agli Apostoli in Ge- rusalemme il battesimo nello Spirito Santo. Lo Spirito San- to appare spesso negli Atti degli Apostoli: vi interviene per animare il servizio della Parola, per sorreggere il pro- gredire dell’evangelizzazione, talvolta per ispirare oracoli profetici e in contesti di preghiera: è lui la forza interiore di Dio che suscita la preghiera nel cuore dei credenti.

 Il Regno di Dio non è una specie di restauro di Israele in un immediato futuro, come gli Apostoli sembrano cre- dere. Gesù apre nuove prospettive: un’evangelizzazione planetaria: fino agli estremi confini della terra; e il ruolo dello Spirito Santo che darà agli Apostoli la forza di testimonia- re la risurrezione di Gesù nel mondo intero. Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguar- do. L’Ascensione è un fatto storico. Luca è un evangelista serio e coscienzioso; benché non sia stato testimone ocu- lare del fatto, si è accuratamente e rigorosamente informato di tut- to a partire dalle origini(Lc 1,1-3).

Salmo Responsoriale

...

(Dal Salmo 46)

Ascende il Signore tra canti di gioia

Popoli tutti, battete le mani!

Acclamate Dio con grida di gioia, perché terribile è il Signore, l’Altissimo, grande re su tutta la terra. R.

Ascende Dio tra le acclamazioni, il Signore al suono di tromba.

Cantate inni a Dio, cantate inni,

cantate inni al nostro re, cantate inni. R.

Perché Dio è re di tutta la terra, cantate inni con arte.

Dio regna sulle genti,

Dio siede sul suo trono santo. R.

Seconda Lettura

...

(Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni 4,1-13)

Gesù asceso in alto

ha portato con sé i prigionieri

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi Prima Lettura

...

(Dagli Atti degli Apostoli 1,1-11)

Verrà allo stesso modo

in cui l’avete visto andare in cielo

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato di- sposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.

Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò lo- ro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di at- tendere l’adempimento della promessa del Padre,

«quella - disse - che voi avete udito da me: Gio- vanni battezzò con acqua, voi invece, tra non mol- ti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».

Quelli dunque che erano con lui gli domandavano:

«Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spet- ta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giu- dea e la Samarìa e fino ai confini della terra».

Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi sta- vano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presen- tarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stes- so modo in cui l’avete visto andare in cielo».

 Gesù si mostra vivo, cioè risorto, per quaranta giorni pri- ma di ascendere al cielo. In quaranta giorni Mosè sul Sinai ricevette le istruzioni di Dio per guidare il suo popolo nel deserto; gli Apostoli ricevono in quaranta giorni le istru- zioni di Gesù-risorto per stabilire la sua Chiesa nel mon- do, il Regno di Dio.

IL SIGNORE GESÙ FU ELEVATO IN CIELO E SEDETTE ALLA DESTRA DI DIO

(6)

mata che avete ricevuto con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amo- re, avendo a cuore di conservare l’unità dello spi- rito per mezzo del vincolo della pace.

Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionie- ri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa signi- fica che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per es- sere pienezza di tutte le cose.

Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad al- tri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, al- lo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arri- viamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a rag- giungere la misura della pienezza di Cristo.

 Un cristiano deve, per vocazione e professione di fede cristiana, aver la passione dell’unità della Chiesa, per amore della verità di Dio che è il solo e vero solido fon- damento dell’unità voluta e data dallo Spirito alla Chiesa di Cristo. In questo senso Paolo parla dell’unità che dà lo Spi- rito. L’unità ci viene da Lui e dà ai battezzati la forza di cre- scere nella Chiesa, conservandole la sua unità.

 La via che vi conduce viene descritta da Paolo come una via accompagnata e quindi guidata, da tutta umiltà e dolcezza. Ciò significa che non basta un po’ di umiltà esercitata occasio- nalmente; occorre umiltà su tutta la linea, in tutte le sue forme, in tutte le sue manifestazioni; umiltà cioè che pro- venga dall’atteggiamento più intimo dell’anima, dal fondo del proprio sentire. Non si è in grado di accogliere la verità di Dio che accettando la propria verità di creatura; ciò richiede rinuncia a ogni pretesa e ambizione umana. La rinuncia a se stessi permette di essere aperti verso gli altri, di accogliere Dio e i propri fratelli.

 Intimamente unita all’umiltà si trova la dolcezza che fa rinun- ciare a imporsi con violenza e durezza, che non risponde colpendo quando viene colpita, che sa cedere in tutte le piccole occasioni della convivenza con gli altri uomini per- ché conosce cose ben più grandi che l’affermazione di sé.

È importante che uffici, servizi, doni di grazia abbiano come scopo di rendere atti i santi – i battezzati – per compiere l’opera del ministero, per edificare il Corpo di Cristo. Essere cristiani di dentro e di fuori significa costruire insieme l’unico Corpo di Cristo, colla- borare alla sua crescita interna ed esterna, fino alla sua perfezione, alla piena maturità di Cristo.

Canto al Vangelo (Mt 28,19a.20b)

Alleluia, alleluia. Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo. Alleluia.

Vangelo

...

(Dal Vangelo secondo Marco 16,15-20)

Gesù fu elevato in cielo

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà bat- tezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà con- dannato. Questi saranno i segni che accompagne- ranno quelli che credono: nel mio nome scacce- ranno demòni, parleranno lingue nuove, prende- ranno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu ele- vato in cielo e sedette alla destra di Dio.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confer- mava la Parola con i segni che la accompagnavano.

 Ecco le ultime parole di Gesù: sono rivolte agli undici apostoli, testimoni dell’Ascensione; poi a tutta la Chiesa, a ogni cristiano. Andate: è il verbo dell’invio in missione apo- stolica, senza limitazioni geografiche. Predicate il Vangelo a ogni creatura: il Vangelo è il Lieto Messaggio del Regno di Dio; è la salvezza e la vita divina rivelata dai miracoli e dalla ri- surrezione di Gesù e offerta in suo nome a tutti gli uomini.

 Evangelizzare vuol dire far conoscere il mistero personale di Gesù, Figlio di Dio, divenuto uomo per fare di noi dei figli adottivi di Dio. Evangelizzare è continuare l’opera di salvezza per la quale Gesù è stato inviato nel mondo dal Padre. Due condizioni: occorre credere nella persona di Cristo Salvatore; ricevere il battesimo come il rito che esprime e realizza il rinnovamento totale della nostra per- sona e la sua iscrizione nel mondo della risurrezione.

 Gesù promette dei segni-prodigi per i credenti evangeliz- zatori: scacceranno i demòni, mettendo le anime in grazia; par- leranno linguaggi e parole nuove, che sono le Parole di Dio;

prenderanno in mano i serpenti, cioè domineranno e vinceran- no i diavoli; saranno immunizzati dai veleni, cioè dalle menzo- gne e dalle falsità del demonio; imponendo le mani sui malati, cioè pregando per loro, li guariranno. Oggi più che mai so- no urgenti queste consegne di Gesù, ma non è possibile alcuna evangelizzazione senza l’azione dello Spirito San- to. Papa Giovanni diceva che la Chiesa ha bisogno di una nuo- va Pentecoste; lo Spirito Santo e la Madonna salveranno la Chiesa.

 Il Signore Gesù. L’istante è solenne; lo conferma il titolo che si trova solo qui nel Vangelo di Marco: il Signore Gesù fu assunto in cielo, cioè sedette alla destra – indica intimità e stret- tissima comunione di vita e di gloria – di Dio Padre. Gesù è asceso al Cielo per assicurarci una sua nuova presenza quaggiù: Io vado a prepararvi un posto. Il Cielo è il corpo glori- ficato del Cristo risorto, cuore dell’universo, cuore di Dio.

PER MECRISTO. Periodico iniziato dal Servo di Dio Don Carlo De Ambrogio (1921-1979). D.R. Don Giovanni Ciravegna - Testi biblici ufficiali C.E.I. Nulla osta per quanto riguarda i testi biblici e liturgici: ✠ Marco Brunetti, Vescovo - Alba – Aut. Trib. di Torino nr. 2800 del 09-06-1978 – A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento GAM – Santuario Todocco - 12070 Pezzolo Valle Uzzone (CN) - Tel. 0173 87043 - Fax 0173 821334 - E-mail: gam.fmg@elsynet.it - www.gamfmgtodocco.it non commerciabile 18

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SOLENNITÀ DIPENTECOSTE– ANNOB – 23 MAGGIO2021 GAM - Settimanale a servizio della Parola Commenti su testi del Servo di Dio don Carlo De Ambrogio

Salmo Responsoriale

...

(Dal Salmo 103)

Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra

Benedici il Signore, anima mia!

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!

Quante sono le tue opere, Signore!

Le hai fatte tutte con saggezza;

la terra è piena delle tue creature. R.

Togli loro il respiro: muoiono, e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. R.

Sia per sempre la gloria del Signore;

gioisca il Signore delle sue opere.

A lui sia gradito il mio canto, io gioirò nel Signore. R.

Seconda Lettura

...

(Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 5,16-25)

Se viviamo dello Spirito,

camminiamo secondo lo Spirito

Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sare- te portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste co- se si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.

Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelo- sia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachez- ze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio.

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.

Prima Lettura

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(Dagli Atti degli Apostoli 2,1-11)

Tutti furono colmati di Spirito Santo

Mentre stava compiendosi il giorno della Penteco- ste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.

Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascu- no di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservan- ti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel ru- more, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Era- no stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, diceva- no: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti del- la Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giu- dei e prosèliti, Cretèsi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

 La Pentecoste – il cinquantesimo giorno che, oltre alla festa dei covoni di grano, ricorda la consegna della Legge a Mosè sul monte Sinai – è l’aspetto della Risurrezione che non investe più soltanto un piccolo gruppo di testimo- ni, ma tutti i popoli che sono sotto il cielo. Il dono dello Spirito Santo attraverso Gesù si manifesta con una specie di esplosione di linguaggio: lingue come di fuoco.

 La Pentecoste scaturisce dalla Pasqua. In Luca, la pre- dicazione di Gesù era cominciata a Nazaret; qui la predi- cazione apostolica parte da Gerusalemme. Sbigottimento della folla sentendoli parlare nella propria lingua.

 Il dono dello Spirito Santo ristabilisce l’unità del lin- guaggio che si era spezzata nella torre di Babele(Gn 11,1-9)

e raffigura la dimensione mondiale della missione degli

LO SPIRITO VI GUIDERÀ ALLA VERITÀ TUTTA INTERA

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carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche se- condo lo Spirito.

 L’esistenza cristiana è una situazione di lotta; lo Spirito è contro la carne. Il contrasto tra le opere della carne e il frutto dello Spirito è simile a quello che regna tra le tene- bre e la luce, il caos e l’ordine, la confusione selvaggia e l’armoniosa unità. L’ordine creato dallo Spirito di Dio spinge Paolo a farne l’enumerazione in un ritmo ternario ben congegnato, tre gruppi di tre virtù.

 La carità è la prima virtù nominata. Non vi è legge che possa opporsi a tale frutto dello Spirito; infatti una vita condotta nella sottomissione allo Spirito adempie la legge.

 Sostanzialmente il cristiano ha già preso una decisione in favore dello Spirito contro la carne. Egli ha crocifisso la carne nel bat- tesimo e appartiene a Cristo (3,27-29). Il cristiano è morto per la carne e per i suoi desideri (2,19). Egli è una nuova crea- tura in Cristo (2 Cor 5,17).

Sequenza di Pentecoste

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri;

vieni, datore dei doni;

vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto, Ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo, nella calura riparo, nel pianto conforto.

O luce beatissima invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.

Canto al Vangelo

Alleluia, alleluia. Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli

e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Alleluia.

Vangelo

...

(Dal Vangelo secondo Giovanni 15,26-27; 16,12-15)

Lo Spirito di verità vi annuncerà le cose future

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date te- stimonianza, perché siete con me fin dal principio.

Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la ve- rità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tut- to ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.

Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

 La testimonianza dello Spirito Santo e quella degli apo- stoli avranno lo stesso scopo: cioè attestare la verità e la gloria di Cristo. Lo Spirito renderà testimonianza segreta- mente nelle anime, senza rumore di parole; i discepoli renderanno testimonianza pubblicamente, mediante la predicazione. Nella testimonianza degli apostoli risuo- nerà la voce dello Spirito.

 Molte cose ho ancora da dirvi. Gesù vede Dio (Gv 1,1.14.18) e tutto ciò che il Padre gli mostra (Gv 5,19-20); lo Spirito ascolta tutto ciò che il Figlio gli esprime di se stesso e del Padre (v. 13-15).

 Lo Spirito Santo glorifica Gesù mostrandolo a noi, con le sue illuminazioni interiori, come la Chiesa ce lo presenta nel suo insegnamento dottrinale e con la sua liturgia, e su- scitando nei nostri cuori un’eco fervente alle parole evan- geliche che egli vi fa penetrare profondamente.

 Lo Spirito Santo conduce la Chiesa a una conoscenza più completa dei tesori contenuti nella rivelazione del Signore. Alcune dottrine sono state esplicitate fin da principio, altre più tardi, come i dogmi formulati più recentemente: l’infallibilità del Papa, l’Immacolata Concezione, l’Assunzione. «Non si può parla- re di Chiesa se non vi è presente Maria» (Marialis Cultus, 28).

PER MECRISTO. Periodico iniziato dal Servo di Dio Don Carlo De Ambrogio (1921-1979). D.R. Don Giovanni Ciravegna - Testi biblici ufficiali C.E.I. Nulla osta per quanto riguarda i testi biblici e liturgici: ✠ Marco Brunetti, Vescovo - Alba – Aut. Trib. di Torino nr. 2800 del 09-06-1978 – A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento GAM – Santuario Todocco - 12070 Pezzolo Valle Uzzone (CN) - Tel. 0173 87043 - Fax 0173 821334 - E-mail: gam.fmg@elsynet.it - www.gamfmgtodocco.it non commerciabile 20

Senza la tua forza nulla è nell’uomo nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.

Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio dona morte santa dona gioia eterna.

C

ON

C

UORE DI

P

ADRE

Dalla Lettera Apostolica del Santo Padre Francesco La grandezza di San Giuseppe consiste nel fatto che egli fu lo sposo di Maria e il padre di Gesù. In quanto tale, «si pose al servizio dell’intero disegno salvifico», come afferma San Giovanni Crisostomo.

San Paolo VI osserva che la sua paternità si è espressa con- cretamente «nell’aver fatto della sua vita un servizio, un sacri- ficio, al mistero dell’incarnazione e alla missione redentrice che vi è congiunta; nell’aver usato dell’autorità legale, che a lui spettava sulla sacra Famiglia, per farle totale dono di sé, della sua vita, del suo lavoro; nell’aver convertito la sua umana vo- cazione all’amore domestico nella sovrumana oblazione di sé, del suo cuore e di ogni capacità, nell’amore posto a servizio del Messia germinato nella sua casa». Per questo suo ruolo nella storia della salvezza, San Giuseppe è un padre che è sta- to sempre amato dal popolo cristiano, come dimostra il fatto che in tutto il mondo gli sono state dedicate numerose chiese;

che molti Istituti religiosi, Confraternite e gruppi ecclesiali so- no ispirati alla sua spiritualità e ne portano il nome.

A NNO DI S AN G IUSEPPE

I

NDULGENZA

P

LENARIA Nei giorni:

Ogni 19 del mese e tutti i mercoledì.

Condizioni:

Credo, Padre nostro, Ave Maria e Gloria per le intenzioni di Papa Francesco;

Confessione e Comunione;

Preghiera a san Giuseppe, approvata dalla Chiesa;

Atto di carità in onore di San Giuseppe.

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SANTISSIMATRINITÀ– ANNOB – 30 MAGGIO2021 GAM - Settimanale a servizio della Parola Commenti su testi del Servo di Dio don Carlo De Ambrogio

Dio personale, potente e fedele, l’unico vero Dio, lassù nei cieli e quaggiù sulla terra. Hanno redatto questa loro espe- rienza nella Bibbia, che è una lunga storia di amore, che è la storia di Dio in conversazione con loro. Mosè gli chiede di osservare le leggi e i comandi di Dio, come risposta umana a Dio-Amore.

Salmo Responsoriale

...

(Dal Salmo 32)

Beato il popolo scelto dal Signore

Retta è la parola del Signore e fedele ogni sua opera.

Egli ama la giustizia e il diritto;

dell’amore del Signore è piena la terra. R.

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.

Perché egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto. R.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme, su chi spera nel suo amore,

per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame. R.

L’anima nostra attende il Signore:

egli è nostro aiuto e nostro scudo.

Su di noi sia il tuo amore, Signore, come da te noi speriamo. R.

Seconda Lettura

...

(Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani 8,14-17)

Lo Spirito attesta che siamo figli di Dio

Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevu- to uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adotti- vi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».

Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo an- che eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se dav- vero prendiamo parte alle sue sofferenze per Prima Lettura

...

(Dal libro del Deuteronòmio 4,32-34.39-40)

Il Signore è Dio

Mosè parlò al popolo dicendo:

«Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che ri- manesse vivo?

O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un’altra con prove, segni, pro- digi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vo- stro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?

Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro.

Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Si- gnore, tuo Dio, ti dà per sempre».

 Gli Israeliti stanno per varcare il Giordano e prendere possesso della Terra Promessa; prima di morire Mosè li esorta a osservare con spirito di timore affettuoso e di amore questa Legge che gli espone. Li orienta in modo profondo verso Colui che san Giovanni, il discepolo che Gesù prediligeva, definirà con la più stupenda espressio- ne: «Dio è Amore» (1 Gv 4,8). Il brano liturgico celebra in to- no lirico la grandezza unica del Dio d’Israele. Mosè nel finale del suo primo discorso fa una professione di fede nel Dio creatore e unico. Nel tempo, dal giorno in cui Dio creò l’uomo, e nello spazio, da un’estremità all’altra dei cieli, non c’è mai stata una meraviglia simile a questa: che cioè un popolo sia stato scelto da Dio e abbia udito la sua voce – il tuono – come Israele ai piedi del Sinai, e sia sta- to liberato dalla schiavitù con una serie di prodigi, segni, battaglie, terrori, interventi diretti di Dio.

 Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do. Israe- le ha scoperto il suo Dio attraverso la meditazione della

GLORIA AL PADRE, AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO

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 L’idea-nucleo della lettera ai Romani è in una frase fosfo- rescente di Paolo: «Non mi vergogno del Vangelo. Il Vangelo è forza, è potenza di Dio per salvare chiunque crede». Uno dei testi più ricchi della lettera è il cap. 8: Paolo vi canta la nostra liberazione. Paolo parla dello spirito, il nostro, e dello Spirito Santo, la terza Persona della Trinità quasi venti volte. «Parlami di Dio. Chi è Dio? Dov’è Dio?», noi chie- diamo a san Paolo. È difficile parlare di Dio; più difficile ancora parlare della Trinità. San Paolo non si è mai ri- schiato di fare un discorso di spiegazione della Trinità;

ignora anzi il termine Trinità, che è del II secolo. Ma a tutti quelli che il battesimo ha tuffati nella vita divina dice: «Si- lenzio. Ascoltate ed esperimentate Dio in voi. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo. Sentirete allora zampillare un grido: Abbà, Papà».

 Abbà, nella lingua di Gesù è la parola che pronuncia con le labbra il bimbo piccolo che non ha ancora messo i den- tini: Abbà papà; Immà, mamma. Era un vocabolo scono- sciuto alla religiosità del giudaismo; in Gesù è l’espressione dell’intimità filiale e della sua tenerezza verso il Padre (Mc 14,36; Mt 11,25; Lc 22,42). La nostra filiazione divina di adozione ce la fa partecipare (Gal 4,6): è lo Spirito Santo che ci ha dato questo atteggiamento di confidenza e libertà filiale.

 Ecco un suggestivo condensato della rivelazione pro- gressiva della Trinità, che tracciò san Gregorio Nazianzeno nel 4° secolo dopo Cristo: «L’Antico Testamento ha chiara- mente manifestato il Padre, oscuramente il Figlio. Il Nuo- vo Testamento ha rivelato il Figlio e ha fatto intravvedere la divinità dello Spirito Santo. Oggi lo Spirito vive in noi e in mezzo a noi e si fa chiaramente conoscere».

 Lo Spirito Santo ci fa conoscere e ci attesta che noi sia- mo figli ed eredi di Dio. Nell’Antico Testamento la parola eredità indicava il possesso della Terra Promessa (Dt 4,21)

e non supponeva evidentemente la morte di nessuno.

Nel Nuovo Testamento la Terra Promessa diventa l’insie- me dei beni divini: il Regno dei cieli, la vita eterna. Il Pa- dre comunica tutti questi beni a suo Figlio Gesù risorto dai morti e, per mezzo suo, ai credenti, fratelli di Gesù e quindi coeredi.

Canto al Vangelo (cfr Ap 1,8)

Alleluia, alleluia.

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, a Dio, che è, che era e che viene. Alleluia.

Vangelo

...

(Dal Vangelo secondo Matteo 28,16-20)

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Ga- lilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quan- do lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.

Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel no-

me del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, in- segnando loro a osservare tutto ciò che vi ho co- mandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

 Matteo colloca l’ultimo incontro di Gesù con gli Undici in Galilea e sul monte che Gesù aveva loro fissato: può essere il monte della Tentazione oppure il monte delle Beatitudi- ni oppure il monte della Trasfigurazione. Gesù risorto prende lui l’iniziativa di questa cristofanìa: gli aveva fissato appuntamento e si avvicina a loro. L’incontro si accompa- gna ad un gesto di adorazione, nonostante il dubbio di alcuni:

ciò significa che la condizione esistenziale di Gesù è per- cepita come nuova, divina ma esige la fede.

 Gli Undici sono inviati in missione. Gesù dice: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra»: è una frase di rivelazione su Gesù stes- so. Dal momento che è risorto, Gesù è costituito Signore dell’universo. La risurrezione o glorificazione è la massima compiacenza del Padre Celeste di fronte all’obbedienza, al sì del Figlio obbediente fino alla morte e alla morte in croce.

 La missione è articolata in tre fasi: 1° ammaestrate tutte le nazio- ni, cioè, dice san Marco, predicate il Vangelo a ogni crea- tura; 2° battezzatele nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo: battezzare vuol dire immergere dentro; il nome nella Bibbia rivela la persona. La fede cristiana è fede in un Dio unico in tre Persone; il mistero trinitario è la struttura più originale della fede cristiana; tutto nel cristianesimo porta il marchio trinitario. Dio è unico – monoteismo ebraico – ma non è un Dio solitario: Dio è amore(1 Gv 4,16); per que- sto è comunione di amore, è Trinità.

 L’amore è una realtà interpersonale, che suppone un io:

il Padre, un tu: il Figlio e un noi: lo Spirito Santo. Diceva san Gregorio Magno: «Ci può essere amore soltanto se ci sono almeno due persone». Parlare della Trinità - fu rive- lato in sogno a sant’Agostino - è un’impresa difficilissima più di quella del bimbo che tenta di vuotare l’oceano ser- vendosi di una conchiglia e di rinchiuderlo in una fossetta della sabbia.

 Dio ha creato il mondo e l’uomo allo scopo di continua- re ed espandere al di fuori di se stesso un dialogo di amo- re che esisteva ab aeterno in lui; 3° insegnate loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato: l’adesione a Cristo esige che il discepolo viva da figlio di Dio, da fratello di Gesù e da tempio del- lo Spirito Santo. Poi Gesù assicura una presenza permanen- te nella sua Chiesa, per mezzo del suo Spirito; e noi si diventa uomini che respirano lo Spirito Santo.

PER MECRISTO. Periodico iniziato dal Servo di Dio Don Carlo De Ambrogio (1921-1979). D.R. Don Giovanni Ciravegna - Testi biblici ufficiali C.E.I. Nulla osta per quanto riguarda i testi biblici e liturgici: ✠ Marco Brunetti, Vescovo - Alba – Aut. Trib. di Torino nr. 2800 del 09-06-1978 – A cura delle Figlie della Madre di Gesù del Movimento GAM – Santuario Todocco - 12070 Pezzolo Valle Uzzone (CN) - Tel. 0173 87043 - Fax 0173 821334 - E-mail: gam.fmg@elsynet.it - www.gamfmgtodocco.it non commerciabile 22

San Giuseppe, prega per noi!

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