prof. Francesco Ragusa Università di Milano
Interazioni Elettrodeboli
Lezione n. 4
7.10.2020
Equazione di Dirac
Descrizione relativistica dello spin Interazione elettromagnetica
Scattering di Coulomb (spin 0)
Descrizione relativistica dello spin: rest frame
y Un altro metodo per descrivere lo spin fa riferimento al sistema inerziale in cui la particella è a riposo
y Rest Frame: possibile solo per particelle con massa z 0
y Nel sistema di riposo della particella l’Hamiltoniana H commuta con l’operatore di spin Σ
y Gli spinori possono essere anche autostati di Σ y La trattazione coincide con quella non relativistica
y È possibile preparare uno stato φξ polarizzato in una direzione arbitraria
y Ad esempio, nella rappresentazione di Pauli-Dirac
y A questo punto si può applicare una trasformazione di Lorentz che trasforma lo spinore w(0, ξ)
y Dal sistema in cui la particella è a riposo p'ν = (m, 0)
Descrizione relativistica dello spin: rest frame
y Ovviamente, in questo modo, abbiamo una complicazione
y Il 4-momento p della particella è definito nel sistema di laboratorio K y Lo spin è definito nel sistema di riposo della particella K'
y Si introduce pertanto un 4-vettore s per la descrizione dello spin y Nel sistema di riposo della particella
y Notiamo che si tratta di un 4-vettore a modulo negativo (space-like) y Inoltre nel sistema di riposo abbiamo
y La relazione s'⋅p'= 0 è invariante e vale in tutti i sistemi di riferimento y Si passa al sistema K mediante una trasformazione Lorentz
y Attenzione: nel sistema di laboratorio K la parte spaziale di s
Descrizione relativistica dello spin: rest frame
y In forma esplicita, le componenti di s nel sistema K in cui la particella di massa m ha energia E e momento p sono†§
y Evidentemente ξ|| e ξ⊥ sono rispettivamente la componente parallela e perpendicolare alla direzione della quantità di moto
y In forma vettoriale le relazioni precedenti si possono esprimere come
y Notiamo che se la polarizzazione della particella nel suo sistema di riposo è
−ξ nel sistema di laboratorio le 4 componenti di sμ cambiano tutte di segno rispetto a quelle corrispondenti a +ξ
y Quando si utilizza il 4-vettore sμ gli spinori u e v si scrivono
y In queste formule s non è un indice ma un 4-vettore
Relazioni di completezza
y Abbiamo visto che nel sistema di riposo l’equazione di Dirac si riduce a
y Abbiamo anche determinato 4 soluzioni w(0,r) r = 1,4
y Ricordiamo (diapositiva ) la normalizzazione scelta per garantire il corretto comportamento della corrente nelle trasformazioni di Lorentz
y Analogamente, per r = 3,4
y Gli spinori w(0,r) sono i 4 autovettori di γ0: γ0w = ±w y Sono ortogonali e costituiscono un sistema completo y La completezza si esprime tramite la relazione
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Relazioni di completezza
y Gli aggiunti spinoriali giocano un ruolo fondamentale nella teoria
y Siamo pertanto interessati ad una relazione di completezza che usi questi ultimi e non gli aggiunti hermitiani
y Osserviamo che nella base dei w la matrice γ0 è diagonale
y A questo punto è immediato verificare che
y Infatti
Relazioni di completezza
y Possiamo a questo punto introdurre la relazione di completezza per gli spinori u e v in un sistema di riferimento in cui la particella ha quantità di moto p y Ricordiamo che u e v sono ottenuti dagli spinori a riposo w(0,r) come
y Verifichiamo che
y Infatti, posto ur = u(p,r) , vr = v(p, r) e infine wr = w(0,r)
y Ricordando che y Concludiamo
Interazione elettromagnetica
y Nell’elettrodinamica classica la forza che agisce su una particella carica in moto è data dalla Forza di Lorentz
y Può essere ricavata (equazioni di Hamilton) dall’Hamiltoniana classica
y Nella Meccanica Quantistica non relativistica l’interazione elettromagnetica viene introdotta utilizzando l’Hamiltoniana appena introdotta (= = 1)
y È conveniente riscrivere questa equazione nel modo seguente
y Notiamo che si può arrivare all’equazione precedente partendo dall’equazione di Schrödinger per una particella libera e fare le sostituzioni
Interazione elettromagnetica
y Sviluppando il quadrato nell’Hamiltoniana
y Scegliendo il gauge ⋅A = 0 e trascurando i termini in q2 otteniamo
y Applichiamo questa formula al caso di un campo magnetico costante e campo elettrico nullo V = 0 (i∇ = p)
y Per un campo magnetico costante B il potenziale vettore è y Introduciamo A nell’Hamiltoniana
y Il termine con il campo magnetico può essere trasformato in
Interazione elettromagnetica
y L’ultimo termine dell’equazione rappresenta una energia potenziale magnetica y Classicamente è dovuta all’interazione di un momento magnetico
generato dal moto associato ad un momento angolare L
y Anche a livello quantistico definiamo pertanto il momento magnetico di una particella dotata di momento angolare L e la sua energia potenziale
y L’esistenza di questo termine di interazione è verificata nella spettroscopia atomica
y In presenza di un campo magnetico le energie associate agli orbitali atomici di momento
angolare l si separano in (2l+1) livelli equidistanti (effetto Zeeman)
y È noto che esiste un ulteriore effetto di questo tipo
y L’elettrone ha un momento angolare intrinseco S = =σ/2
a cui sarebbe associato un momento magnetico μ= qS/2m che suddivide ulteriormente i livelli
y Tuttavia, nel caso dello spin, per riprodurre i dati sperimentali occorre
10
−1 l = 1
21
−10
−2 m l = 2
Interazione elettromagnetica
y Prima di introdurre l’interazione elettromagnetica nell’equazione di Dirac facciamo alcune precisazioni sulle notazioni
y Richiamiamo le definizioni dell’operatore derivazione
y Inoltre il potenziale vettore è
y L’introduzione dell’interazione elettromagnetica viene fatta modificando l’operatore di derivazione ( per l’elettrone q = −|e| )
y Attenzione: per l’operatore derivazione e il potenziale vettore i segni negativi delle componenti spaziali delle componenti
covarianti e contravarianti sono scambiati
Interazione elettromagnetica
y A questo punto passiamo all’equazione di Dirac
y Con la sostituzione minimale diventa
y Utilizzeremo questa formula per lo studio dello scattering da potenziale y Vale la pena isolare il potenziale di interazione
Limite di bassa energia
y È molto istruttivo studiare il limite di bassa energia dell’equazione trovata y Verifichiamo se ci conduce all’equazione di Schrödinger con l’interazione
elettromagnetica
y Per poter confrontare con l’equazione non relativistica occorre tenere conto che l’energia relativistica include la massa a riposo della particella
y Se H è l’Hamiltoniana dobbiamo isolare la massa scrivendo H = H1 + m
y Inoltre isoliamo la massa a riposo anche nella dipendenza temporale ponendo
y Inseriamo nell’equazione di Dirac per trovare l'equazione per <0 Ψo lentamente variabile
Limite di bassa energia
y Riepilogando
y A questo utilizziamo la rappresentazione di Pauli-Dirac e la rappresentazione a blocchi dello spinore
y Arriviamo al sistema di equazioni
Limite di bassa energia
y Consideriamo la seconda equazione
y Ricordiamo che Ψo varia lentamente, vale a dire
y Quindi anche le due componenti ψ e φ variano lentamente
y Abbiamo pertanto
y Introduciamo nella prima equazione
approssimazione non relativistica
Limite di bassa energia
y Si può verificare che (vedi esercizio 4.14 Aitchison 3° ed.) y Pertanto l’equazione diventa
y Questa equazione coincide con l’equazione ottenuta partendo dall’equazione di Schrödinger con la sostituzione minimale (diapositiva ) a meno di un
termine
y Il termine in più descrive l’accoppiamento del momento magnetico intrinseco dell’elettrone con il campo magnetico
y Inoltre riproduce perfettamente il fattore giromagnetico g = 2 che nella teoria non relativistica era stato introdotto empiricamente
y In conclusione
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Scattering Coulombiano: spin 0
y Come prima applicazione della meccanica quantistica relativistica consideriamo lo scattering Coulombiano per una particella di spin 0
y La funzione d’onda della particella obbedisce all’equazione di Klein-Gordon
y Come nel caso dell’equazione di Dirac l’interazione elettromagnetica viene introdotta utilizzando la sostituzione minimale
y Vediamo come si modifica l’operatore ∂μ∂μ
y Inserendo nell’equazione di Klein-Gordon otteniamo
prima si moltiplica a destra per φ dopo si applica ∂μ al prodotto Aμφ
Scattering Coulombiano: spin 0
y A questo punto il problema può essere risolto utilizzando la teoria perturbativa dipendente dal tempo
y L’ampiezza di transizione da uno stato iniziale i ad uno stato finale f dovuta ad un potenziale V è data dall’approssimazione (primo ordine)
y Utilizziamo il potenziale di Klein-Gordon
y Al primo ordine possiamo trascurare il termine in q2
y Otteniamo in definitiva
Scattering Coulombiano: spin 0
y Possiamo elaborare il primo termine integrando per parti per ciascuno dei 4 integrali
y Assumiamo che il potenziale Aμ all’infinito si comporti in modo tale da far tendere a zero il primo termine
y L’ampiezza di transizione diventa
y L’espressione dentro parentesi quadra ricorda la corrente di probabilità y Si definisce la corrente di transizione elettromagnetica fra gli stati i e f
Utilizzando questa corrente l’ampiezza di transizione diventa
Scattering Coulombiano: spin 0
10809 y A questo punto utilizziamo due soluzioni con energia positiva
dell’equazione di KG: ad esempio un elettrone con carica q = −e e > 0 y Un’onda piana per lo stato iniziale
y Un’onda piana per lo stato finale
y Abbiamo scelto la costante di normalizzazione N = 1 (v. diapositiva ) y Inserendo nella corrente di transizione
y Otteniamo pertanto
y Consideriamo infine un potenziale Coulombiano
Scattering Coulombiano: spin 0
y L’ampiezza di transizione diventa pertanto
y I due integrali sono indipendenti
y L’integrale rispetto al tempo conduce ad una funzione δ
y Il secondo integrale è la trasformata di Fourier del potenziale di Coulomb y Si calcola facilmente come limite per m → 0 del potenziale di Yukawa
y Inserendo nell’ampiezza di transizione
δ(Ei−Ef) → Ei = Ef notare il segno e lo scambio i ↔ f