Prova Scritta - 5 Luglio 2017
SOLUZIONE ESERCIZIO 1
Per prima cosa ricaviamo il tempo necessario affinch`e Mario raggiunga il punto pi`u alto del salto che chiameremo tsal. Naturalmente questo coincide con il tempo che impiega dal punto pi`u alto a tornare a terra ed `e legato alla accelerazione di gravit`a g0 dalla relazione
1
2g0t2sal= h (1)
dove h = 5hM = 7.75 m. Avremo quindi
tsal= s
2h
g0 . (2)
Possiamo ragionare nel modo seguente: se Mario raggiunge la sommit`a del suo salto nello stesso istante in cui il fungo inizia a cadere i due, nonostante le masse diverse, cadranno avendo tempo per tempo la stessa y. Inoltre, visto che la piattaforma dove si trova inizialmente il fungo e quella dove atterra Mario sono allineate, avere la stessa y a tutti i tempi `e una condizione sufficiente affinche le due traiettorie si intersechino. Deve quindi valere la seguente condizione
t0+ tsal= tF, (3)
dove tF `e il tempo che ci mette il fungo a raggiungere il bordo della sua piattaforma, ossia tF = l
vF . (4)
Sostituendo si ottiene quindi
l vF − t0
2
=2h
g0 , (5)
per cui
g0= 2h
l vF − t0
2 = 80.5 m/s−2. (6)
A questo punto `e facile sfruttando la conservazione dell’energia meccanica ricavare l’altezza H cha Mario raggiungerebbe sulla terra
mg0h = 1
2mv2⊥= mgH (7)
da cui
H = g0
gh = 63.6 m . (8)
Occupiamoci ora della seconda parte dell’esercizio. Fino a che Mario non urta il fungo la sua velocit`a lungo la direzione x rimane invariata e vale
vk= d
2tsal = 6.84 m/s . (9)
Se la sua velucit`a fosse rimasta invariata Mario avrebbe raggiundo il bordo della piattaforma a distanza d. In realt`a a causa dell’urto anelastico con il fungo la sua velocit`a si riduce a un valore vk0che possiamo determinare dalla conservazione della quantit`a di moto lungo x. Infatti
mvk− mFvF = (m + mF)vk0 (10)
da cui si ricava
vk0= mvk− mFvF
m + mF
= 6.66 m/s . (11)
1
Dobbiamo ora ricavare a quale tempo `e avvenuto l’urto tra Mario e il fungo e quanta distanza lungo x Mario ha percorso andando alla nuova velocit`a vk0. Per farlo consideriamo la coordinata x della traiettoria di Mario e del fungo. Conviene scegliere un sistema di riferimento comodo in cui l’origine dei tempi `e fissata nel momento in cui Mario si trova al vertice della parabola.
xM(t) = vkt
xF(t) = −vFt + d/2 . (12)
Esister`a un tempo ˜t in cui le x coincidono
xM(˜t) = xF(˜t) (13)
che vale
t =˜ d/2
vk+ vF = 0.29 s . (14)
La distanza lungo x percorsa da Mario dopo l’urto sar`a quindi
d0= vk0(tsal− ˜t) , (15)
e pertanto arriva ad una distanza dalla piattaforma pari a
d/2 − (xM(˜t) + d0) = d/2 − (vk˜t + vk0(tsal− ˜t)) = 2.6 cm . (16)
SOLUZIONE ESERCIZIO 2
Fino a che il blocco non striscia la forza di attrito non compie lavoro e l’energia meccanica del sistema si conserva. Abbiamo perci`o
M
2 gR = M
2 gR cos θ + 1
2Iω2, (17)
dove abbiamo fissato l’origine dell’energia potenziale alla quota di O. Il momento di inerzia rispetto all’asse di rotazione si ricava sfruttando la propriet`a di additivit`a e vale
I =1
2M R2+M
2 R2= M R2. (18)
Possiamo quindi ricavare la velocit`a angolare ω come
ω =r g
R(1 − cos θ) = 0.71 s−2. (19)
Per ricavare l’accelerazione angolare α possiamo scrivere il bilancio dei momenti delle forze rispetto ad O. Il contributo della forza peso agente sul blocco `e il solo diverso da zero. Svolgendo il prodotto vettoriale e usando il fatto che sin(π − θ) = sin(θ) si ottiene
M
2 gR sin θ = Iα . (20)
Da quest’ultima equazione si ricava
α = g sin θ
2R = 2.43 s−2. (21)
Per ricavare la reazione normale N e la forza d’attrito Fa dobbiamo scrivere il bilancio delle forze lungo la direzione rediale e tangenziale. Cominciamo dalla componente radiale. Avremo
M
2 g cos θ − N =M
2 ω2R , (22)
da cui si ottiene
N = M
2 g (2 cos θ − 1) = 6.57 N . (23)
Per quanto riguarda la direzione tangenziale invece avremo M
2 g sin θ − Fa= M
2 αR (24)
2
e dunque
Fa =M
4 g sin θ = 0.71 N . (25)
Il corpo inizia a strisciare quando smette di valere la condizione
Fa ≤ µsN . (26)
Per ricavare l’angolo in corrispondenza del quale il blocco inizia a strisciare scriviamo dunque M
4 g sin θ = µsM
2 g (2 cos θ − 1) , (27)
ossia
sin θ = 2µs(2 cos θ − 1) (28)
Elevando al quadrato si ottiene un’equazione di secondo grado in cos θ che ha per soluzioni
cos θ = 8µ2s±p1 + 12µ2s
1 + 16µ2s . (29)
Avendo scartato la soluzione non fisica perch`e maggiore di π/2 abbiamo
θmax= 27.6◦ (30)
SOLUZIONE ESERCIZIO 3
Iniziamo disegnando nel piano PV il ciclo descritto dall’esercizio.
V
P A
B C
Il lavoro compiuto nella trasformazione AB si ricava sfruttando il primo principio della termodinamica che vale anche per trasformazioni irreversibili
QAB= LAB+ ∆UAB. (31)
Questo implica
LAB = QAB− ncv(TB− TA) , (32)
dove abbiamo sostituito l’espressione per la variazione di energia interna. Numericamente avremo quindi
LAB= 8.5 KJ . (33)
3
Per determinare il volume VC sfruttiamo le propriet`a delle trasformazioni adiabatice. Notiamo per prima cosa che essendo il gas monoatomico avremo cv= 3/2, cp= 5/2 e dunque γ = 5/3. Varr`a dunque
TAVAγ−1
= TCVCγ−1
, (34)
e pertanto, sfruttando il fatto che la temperatura in C coincide con la temperatura in B, si avr`a
VC= VA
TA TB
γ−11
= 0.04 m3. (35)
Il calore scambiato nella trasformazione BC coincide con il lavoro svolto essendo nulla la variazione di energia interna. Possiamo quindi scrivere
LBC = Z
P dV = nRTB Z dV
V =nRTBlogVC VB
(36) e ottenere
LBC = QBC = −5.9 KJ . (37)
Per il calcolo dell’entropia notiamo per prima cosa che essendo un ciclo
SirrAB+ SrevBC+ SrevCA= 0 . (38)
Inoltre visto che la trasformazione CA `e adiabatica e reversibile sar`a anche iso entropica e dunque
SrevCA= 0 . (39)
Lungo la trasformazione BC invece la variazione di entropia vale SrevBC =
Z dQ
TB = nR logVC
VB, (40)
e pertanto
SirrAB = nR logVB VC
= 26.9 J/K (41)
4