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doc.urb 7 Comune di Cervia Provincia di Ravenna

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Academic year: 2022

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Giugno 2017

PROGETTO DI VALORIZZAZIONE URBANISTICA E PAESAGGISTICA TAGLIATA DI CERVIA (RA)

VIA PINARELLA/DEI COSMONAUTI/MAREMMA/PUGLIE PIANO URBANISTICO ATTUATIVO Fase 2

Area di trasformazione zona C2 residenziale semintensiva di espansione (art. 26.2 del PRG vigente)

viale Principe Amedeo 11 47921 Rimini

T +39 0541 29751 F +39 0541 448946

teresa@chiauzziarchitetti.com studio@chiauzziarchitetti.com

Comune di Cervia Provincia di Ravenna

Arch. Teresa Chiauzzi

PROGETTO URBANISTICO E COORDINAMENTO

PROPRIETA'

Canini Luigi

Stella Magnani Livia

Canini Giorgio Piraccini Sergio Severi Iolanda Turrini Laura Amadei Enrica Amadei Sante

Canini Fabio Canini Nada

7

doc.urb

DOC.urb 7

RAPPORTO PRELIMINARE AI FINI DELLA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' A VAS E AGGIORNAMENTO - rev2

Dott. ssa geologa Paola Mingolini

RAPPORTO PRELIMINARE VERIFICA VAS

via g. galilei n. 27 48121 Ravenna T +39 335 5222350 p.mingolini@libero.it

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INDICE

INDICE ... 1

1. PREMESSA ... 2

2. DESCRIZIONE DEL PIANO URBANISTICO ATTUATIVO ... 3

3. ANALISI DI COERENZA ESTERNA - VERIFICA RISPETTO AI PIANI ... 7

3.1 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE ... 7

3.2 PIANO STRALCIO PER IL RISCHIO IDROGEOLOGICO ...24

3.3 PIANO DELLE OPERE DI BONIFICA E DIFESA IDRAULICA -CONSORZIO DI BONIFICA DELLA ROMAGNA ..26

3.4 PIANO ARIA INTEGRATO REGIONALE 2020(PAIR2020) ...28

3.5 PIANO DI TUTELA E RISANAMENTO DELLA QUALITÀ DELLARIA DELLA PROVINCIA DI RAVENNA ...31

3.6 PIANO REGOLATORE GENERALE ...35

4. ANALISI DEI CRITERI DEFINITI ALL’ALLEGATO I DEL D. LGS. 152/06 E S.M.I. 38 5. SINTESI DEI PRINCIPALI EFFETTI AMBIENTALI CONSEGUENTI ALL’ATTUAZIONE DEL PIANO E INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE DI MITIGAZIONE 40 5.1 SISTEMA DELLA MOBILITÀ ...40

5.2 INQUINAMENTO ATMOSFERICO ...44

5.3 INQUINAMENTO ACUSTICO ...46

5.4 ACQUE SUPERFICIALI ...49

5.5 SUOLO, SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE ...49

5.6 ASPETTI NATURALISTICI E PAESAGGISTICI ...51

5.7 ANALISI DI SITO ED ENERGIA ...55

5.8 ELETTROMAGNETISMO ...57

6. CONCLUSIONI ... 58

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1. Premessa

La presente relazione costituisce il “Rapporto preliminare ai fini della verifica di assoggettabilità alla procedura di VAS” del Progetto di valorizzazione urbanistica e paesaggistica dell’area ubicata a Tagliata di Cervia (RA) fra via Pinarella a nord-est e Dei Cosmonauti a sud-ovest; al contorno vi sono via Maremma e via Puglie.

La normativa nazionale in materia ambientale, con il D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale” e smi, ha recepito la Direttiva europea 2001/42/CE “Concernente la Valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente”, prevedendo due forme di valutazione dei Piani: la Valutazione Ambientale strategica (VAS) e la Verifica di assoggettabilità a VAS. I due diversi tipi di valutazione si applicano a seconda del grado di rilevanza di detti piani o programmi, con la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione, dell'adozione e approvazione, assicurando che essi siano coerenti e contribuiscano alle condizioni per uno sviluppo sostenibile.

Il Rapporto preliminare, redatto ai fini della verifica di assoggettabilità alla procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica), è elaborato in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 12 del D. Lgs. 152/2006 e smi.

Esso è finalizzato alla valutazione preventiva degli effetti sull’ambiente del PUA proposto.

In particolare, il presente Rapporto ha l’obiettivo di valutare se gli eventuali effetti significativi generati dal PUA sull’ambiente siano tali da rendere necessaria l’attivazione della più complessa procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), di cui all’art. 6 del D. Lgs. 152/2006 e smi.

Si ritiene che la proposta presentata rientri nella disciplina di cui all’art. 12 in quanto non costituisce riferimento per progetti da sottoporre alla procedura di VIA o screening e non interessa zone SIC o ZPS (vd art. 6 del D. Lgs. 152/2006).

L’autorità competente all’espressione del provvedimento di verifica sull’assoggettabilità della proposta in esame alla VAS, è rappresentata dalla Provincia di Ravenna.

Per l’impostazione del Rapporto preliminare si è fatto riferimento ai criteri per la verifica di assoggettabilità di piani/programmi, definiti nell’Allegato I alla parte seconda del D. Lgs. 152/2006 e smi, completati con la verifica della coerenza/conformità del PUA proposto con le tutele/prescrizioni dei Piani sovraordinati, al fine di garantire che il PUA sia coerente e contribuisca alle condizioni per uno sviluppo sostenibile come richiede la normativa stessa.

Nel Rapporto vengono pertanto esaminati i seguenti punti:

- descrizione dell’area interessata e del PUA,

- analisi di coerenza esterna – verifica rispetto ai Piani sovraordinati, - analisi dei criteri definiti all’Allegato I del DLgs 152/06 e s.m.i.,

- analisi degli effetti generati dal Piano, come desunti nelle relazioni specialistiche.

La presente valutazione è stata redatta con la collaborazione dell’Ing. Lara Dal Pozzo.

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2. Descrizione del Piano Urbanistico Attuativo

L’area interessata dal progetto urbanistico (PUA) corrisponde ad una superficie rilevata di mq 20.637 (catastale mq 20.436) ed è sita a Tagliata di Cervia, fra via Pinarella a nord-est e dei Cosmonauti a sud-ovest; al contorno vi sono anche via Maremma e Puglie.

L'area è completamente pianeggiante e si presenta come un vuoto urbano, residuale di un precedente spazio agricolo con tratti coltivati a orti privati e con sporadiche alberature, quali tracce di filare lungo i confini delle proprietà.

Per eseguire l’analisi e definire i contenuti progettuali, è stato preso in considerazione un contesto piuttosto vasto attorno all’area di proprietà, al fine anche di valutare possibili ed equi sviluppi futuri in linea con il PRG e con gli indirizzi definiti dal Documento Preliminare del PSC.

Alla scala urbana, l'area rappresenta un'opportunità di ricucitura del tessuto urbano esistente, quale elemento di connessione fra il contesto del paesaggio agricolo posto aldilà della SS 16 e la pineta del lungomare. Alla scala locale l'area rappresenta uno spazio interstiziale fra l'edificato esistente, con qualche tratto aperto sulla viabilità di margine.

Inquadramento nel contesto esistente

L'area di progetto è accessibile da via dei Cosmonauti in modo diretto, da via Pinarella mediante un tratto di strada esistente.

Il nuovo insediamento residenziale si articola partendo da uno studio attento alle vecchie e residue trame agricole, che disegnano il paesaggio aldilà della ferrovia e che si possono ritrovare come tracce nell'attuale assetto dell'area e al contorno.

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Attraverso un ripensamento di questa maglia, si crea il disegno d'assetto del nuovo insediamento orientato secondo l'orditura del paesaggio, maggiormente rafforzato dall'inserimento di "canali verdi" a strutturare gli spazi aperti.

L'accesso principale all'area avviene da via dei Cosmonauti mediante la creazione di un asse viario interno al comparto a basso impatto (riferibile alla filosofia delle zone 30), che scandisce gli spazi e assume le caratteristiche di viale alberato, con ampie aiuole verdi da un lato. Vengono inseriti il marciapiede pedonale da un lato e la pista ciclabile dall'altro, che metteranno in connessione l'area di progetto con via Pinarella. La strada che porta a via Pinarella (oggi a doppio senso) sarà percorribile nella sola direzione di uscita, al fine di privilegiare l'accesso da ovest. Ciò consentirà anche di sistemare il tratto di strada esistente asfaltato largo circa 6 m, e di tracciare la pista ciclabile prevista che potrà collegare via dei Cosmonauti con via Pinarella.

Nel progetto degli spazi aperti pubblici è stata data priorità alla continuità degli spazi fruibili (verde e percorsi pedonali e ciclabili). Gli standard sono costituiti da due parcheggi concentrati a servizio dell'insediamento e da un'ampia area verde sistemata a parco, a cui si aggiunge una più piccola porzione di verde di snodo sottostante che crea continuità visiva. L'area verde è quindi centrale e ben accessibile rispetto all'insediamento, e lo spazio giochi protetto dal traffico veicolare. Ciò consente di creare una spina verde che può mettere in relazione l'area di progetto con l'area verde pubblica posta a est di via Pinarella, in cui è collocata la scuola.

Nell'area verde, come convenuto con i settori Urbanistica e LL.PP verrà realizzata la laminazione, senza con ciò limitare in alcun modo lo spazio di fruizione.

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Gli spazi privati sono costituiti da ampi lotti di forma indicativamente quadrata o rettangolare, dove all'interno trovano collocazione gli edifici a 2/3 piani, che si articolano seguendo o alternandosi alla posizione dei fabbricati esistenti al contorno, preservando le visuali e i piccoli corridoi verdi.

I lotti si caratterizzano per la presenza di cortili ampi e verdi, i quali mediante le alberature formano un disegno percettivamente uniforme con gli spazi verdi pubblici. I lotti potranno accogliere giardini e/o orti privati.

I principali parametri urbanistici dell’intervento sono:

Superficie Territoriale rilevata: mq 20.637

Superficie fondiaria edificata (lotti edificabili): mq 10.480

Superficie fondiaria lotto privo di edificabilità e accessi privati (potenzialità edificatoria trasferita):

mq 697

Superficie fondiaria lotti privi di edificabilità e lotto con edificio esistente (potenzialità edificatoria ceduta e trasferita): mq 1.140

totale superficie privata: mq. 12.303

Superficie aree pubbliche: mq 8.334 (di cui a Standard mq 3.863)

Sul = mq 20.637 x 0,18 = mq 3.715

Parcheggi di standard dovuti: mq 1.486 Verde di standard dovuti: mq 1.698

Parcheggi di standard di progetto = mq 1.520,00 (+ 34 mq del dovuto) Verde di standard di progetto = mq 2.343 (+ 645 mq del dovuto)

Opere pubbliche:

Strade = mq 2.340

Percorsi ciclabili (mq 700) e pedonali (919) = mq 1.619 Verde di filtro e lungo strada = mq 482

Isola ecologica = mq 30 Totale = 4.471 mq

Opere di urbanizzazione primaria (aree da attrezzare e cedere come da progetto):

mq 3.863 + 4.471 = Totale mq 8.334

L’immagine sottostante, tratta dall’elaborato Tav.Urb 8 Planimetria di Progetto, rappresenta il progetto del comparto.

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Stralcio Tav. urb8 - Planimetria di progetto

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3. Analisi di coerenza esterna - Verifica rispetto ai Piani

Nel seguito viene eseguita la verifica di coerenza e conformità rispetto ai Piani regionali, provinciali e comunali sovraordinati.

Per facilità di lettura si specifica che, per ogni elemento o ambito normato dal Piano e interessato dal PUA, viene riportata una sintesi della norma tratta dalle NTA e a seguito un commento, in corsivo, in cui si descrive la verifica di coerenza eseguita per gli aspetti di interesse.

Nella presente Relazione sono riportate le principali tavole dei diversi Piani esaminati, che sono:

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP),

Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico (PSRI),

Piano delle Opere di bonifica e difesa idraulica - Consorzio di Bonifica della Romagna,

Piano Aria Integrato Regionale (PAIR),

Piano provinciale di tutela e risanamento della qualità dell’aria (PRQA),

Piano Regolatore Generale (PRG).

3.1 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale

Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Ravenna (PTCP) è stato approvato con DGP n. 9 del 28 febbraio 2006. Il Piano è stato successivamente modificato a seguito:

• dell’approvazione del PSC del Comune di Ravenna con delibera di C.C. n. 25/2007, ai sensi dell’articolo 22 della LR 20/2000;

• del Piano di Tutela delle Acque approvato dalla RER con D.A.L. n. 40 del 21/12/05 (deliberazione del C.P. n. 24 del 22 marzo 2011);

• dell’approvazione del Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti urbani e speciali (PPGR);

• dell’approvazione del Piano di azione per l'energia e lo sviluppo sostenibile della Provincia di Ravenna avvenuta con D.C.P. n. 21 del 22/3/2011 (ai sensi dell'art. 27 della LR 20/2000).

Nel seguito sono stati analizzati gli Allegati cartografici del PTCP, individuando gli eventuali vincoli o tutele che possono interessare il comparto; sono stati inoltre riportati gli articoli delle NTA ad essi correlati, ciascuno con un commento specifico in relazione a quanto contenuto nella progettazione.

Le tavole del PTCP sono le seguenti:

- Tavola 1 “Unità di Paesaggio”,

- Tavola 2 “Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico-culturali”, - “Carta forestale” della Provincia di Ravenna,

- Tavola 3 “Carta della tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee”,

- Tavola 4 ”Zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi”,

- Tavola 5 “Assetto strategico della mobilità, poli funzionali, ambiti produttivi di rilievo sovracomunale, articolazione del territorio rurale”,

- Tavola 6 “Progetto reti ecologiche in provincia di Ravenna”.

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Si è presa inoltre in esame anche la Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale (Valsat) del Piano provinciale. Dalla lettura risulta che le macro-scelte o obiettivi territoriali che sono stati maggiormente considerati nella Valsat provinciale, sono:

- le localizzazioni residenziali e il contenimento dello sprawl,

- le localizzazioni delle aree industriali, in specifico di quelle produttive di sviluppo, - le localizzazioni dei poli funzionali,

- la mobilità.

In particolare, per ciascuno di questi sono stati individuati nella Valsat i Criteri/Obiettivi Specifici territoriali.

Il primo obiettivo territoriale, che riveste interesse nel nostro studio, ha un fondamentale valore di ordinamento dello sviluppo insediativo globalmente inteso e persegue un modello di sviluppo equilibrato e compatto. Il contenimento dello sprawl esplicita dunque i criteri e le scelte relative al territorio provinciale, e contribuisce altresì ad una maggiore efficienza nell’uso delle risorse ambientali e nella loro gestione.

I Criteri/Obiettivi Specifici relativi allo sprawl indicati nella Valsat sono molteplici, non tutti riferibili al contesto in esame; risultano di interesse i seguenti:

- evitare di urbanizzare nuove aree e portare abitanti aggiuntivi dove non vi sia, o non vi possa essere, una buona dotazione di servizi di base,

- concentrare lo sviluppo sia dei servizi che, conseguentemente, delle residenze nelle città e nei centri maggiori e maggiormente dotati,

- concentrare le politiche per la residenza sociale solo nei centri maggiori,

- considerare esaurita la fase dello sviluppo dei centri costieri, sia per non complicare ulteriormente la trama urbana, sia per tutelare estesamente le risorse naturali e paesaggistiche che costituiscono il motore dell'economia costiera.

Si ritiene che il PUA in esame, essendo già previsto nel PRG e sviluppandosi a completamento dell’attuale urbanizzazione di uno dei principali centri turistici della Provincia, in una zona dove già sono presenti servizi, risponda ai criteri indicati nella Valsat.

Come si può osservare nella TAV. 1 “Unità di Paesaggio”, di cui è riportato uno stralcio, l’area oggetto di intervento ricade all’interno della Unità di Paesaggio n. 7 “Della Costa Sud”.

Il limite che separa la costa nord dalla costa sud coincide con il confine comunale tra Ravenna e Cervia. Questa UdP è compresa interamente nel territorio del Comune di Cervia; verso l’entroterra i confini ricalcano gli argini delle saline, mentre a sud l’UdP rimane aperta verso la Provincia di Forlì - Cesena.

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Stralcio Tavola 1 “Unità di Paesaggio”

Dal punto di vista geomorfologico, questa parte del territorio è di origine recente.

I fenomeni che hanno avuto un ruolo nell’avanzamento della fascia costiera si possono riassumere nello spostamento verso nord del Delta Padano e nell’apporto dei fiumi appenninici, soprattutto del fiume Savio e del Torrente Bevano.

I fasci dunosi elevatisi di qualche metro sul livello del mare creando difficoltà di deflusso, diedero origine ad ampie bassure allagate con prevalenza di acqua dolce o salmastra, a seconda della vicinanza alla costa.

Si andò definendo un paesaggio litoraneo che si definirà nella forma che ancora oggi possiamo riconoscere in alcune zone del territorio, come le Saline di Cervia.

Le saline vennero alimentate dalle acque marine per mezzo di un canale, l’attuale porto canale di Cervia che poteva portare le acque a tutte le vasche per l'evaporazione.

Tra il XV e XVIII secolo si verificarono dissesti idrogeologici tali da provocare la rottura sempre più frequente dei canali di scolo, il disalveamento del Savio e il formarsi di vaste zone di aree impaludate, che vennero successivamente bonificate.

Le sorti della città di Cervia furono strettamente legate a quelle delle sue saline; nel medioevo la città tentò di reggersi a libero comune ma potenti feudatari se la contesero per il suo ambitissimo prodotto: Dopo il dominio veneziano nel XV sec., Cervia rimase sotto lo Stato Pontificio fino all’Unità d’Italia.

Ma la posizione della città, posta in mezzo alle saline e circondata da antiche paludi, non godeva di un clima troppo salubre, tanto che nel 1697 Papa Innocenzo XII fece demolire l’antica città e ricostruirla in località più sana, vicino al mare cioè nel sito attuale.

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Nell’ultimo quarto dell’Ottocento iniziarono la balneazione ed il soggiorno terapeutico, ma solo negli anni trenta del Novecento vi fu uno sviluppo, caratterizzato da bassa densità di ville, nel verde della pineta.

I principali elementi caratterizzanti la UdP sono le strade, come la Strada Storica Romea sud e alcune Strade Panoramiche, quali:

- strada statale 254 nel tratto da Cervia al canale Consorziale;

- strada provinciale 6 Cervia-Villa Inferno, dalla chiesa “Madonna della Neve” al canale dei Prati;

- via Stazzone nel tratto compreso tra via di Vittorio e via Ciro Menotti;

- strada statale 16 da Cervia in direzione di Rimini fino alla via Ficocle;

- strada comunale per Zadina (Cervia-Cesenatico).

In merito all’idrografia, le saline sono alimentate da acqua di mare per mezzo del Canale del Pino o Canalino di Milano Marittima, mentre lo scolo delle acque superflue avviene attraverso il Canale della Bova che mette capo al Porto Canale di Cervia.

Il Canale Circondariale delimita il perimetro esterno delle saline che internamente sono attraversate da una fitta rete di vie d’acqua che collegano i vari bacini saliferi.

Nella zona della Costa Sud siamo in presenza di numerosi cordoni litoranei, i principali sono:

- il dosso costiero che segue tutta la linea di costa attuale;

- il proseguimento del dosso litoraneo su cui sono state impiantate le pinete.

La trasformazione in esame si colloca entro il perimetro dell’abitato di Tagliata; è localizzata in corrispondenza del dosso costiero formato dai cordoni litorali sabbiosi, come evidenziato nella successiva tavola del PTCP, anche se in questa zona la morfologia originaria è stata alterata dagli interventi antropici.

Non sono interessati altri caratteri individuati nell’Unità di Paesaggio n. 7 “Costa Sud”.

Nel seguito viene analizzata la TAV. 2 “Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico-culturali”, di cui è riportato uno stralcio della Tavola 2-18 (1:25.000), con la relativa legenda.

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Stralcio Tavola 2-18 “Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico-culturali”

L’area di intervento ricade all’interno del “Sistema costiero”, normato dall’art. 3.12, che dalla linea di costa si spinge sin oltre la SS 16 Adriatica.

Il sistema costiero è l'insieme delle aree, naturali o interessate da interventi antropici, collocate ad est della prima linea di costa documentabile in epoca storica; in relazione al diverso livello di trasformazione antropica, è suddiviso nelle Unità di paesaggio della costa nord e della costa sud:

il comparto ricade, come visto, nell'Unità di Paesaggio della costa Sud.

Le disposizioni del presente articolo sono finalizzate al mantenimento e alla ricostruzione delle componenti naturali ancora riconoscibili e all'individuazione degli elementi strutturanti del sistema ambientale locale in continuità con l'assetto ambientale dell'entroterra, nonché alla ridefinizione del sistema insediativo costiero per il quale favorire il decongestionamento e il recupero di aree a verde e per servizi. Tra gli indirizzi troviamo che:

• devono essere mantenuti e, ove possibile, ripristinati varchi tra l'entroterra ed il mare, tali da consentire l'accesso alla fascia balneare, la continuità visuale tra la campagna ed il mare, l'interruzione della continuità edilizia con elementi naturali, la fruizione di spazi vegetati per le attività di tempo libero;

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• i nuovi manufatti edilizi ad uso residenziale, turistico-ricettivo e di servizio, eventualmente necessari in aggiunta a quelli esistenti, devono essere localizzati prioritariamente in aree già urbanizzate, fatta eccezione per gli interventi necessari alla riqualificazione urbana ed ambientale, per l’integrazione dei servizi pubblici e privati e/o per la realizzazione ed adeguamento della viabilità al fine di decongestionare il lungomare.

La subordinazione alle determinazioni di tipo pianificatorio non si applica alla realizzazione di strade, impianti, ecc., che abbiano rilevanza meramente locale, in quanto al servizio della popolazione di non più di un Comune, ovvero di parti della popolazione di due Comuni confinanti (c.ma 5).

Le opere ammesse, nonché le strade poderali ed interpoderali, non devono in ogni caso avere caratteristiche, dimensioni e densità tali per cui la loro realizzazione possa alterare negativamente l'assetto idrogeologico, paesaggistico, naturalistico e geomorfologico degli ambiti territoriali interessati (c.ma 7).

L’area in esame ricade nel sistema costiero così normato, ad ovest delle “Zone urbanizzate in ambito costiero” (art. 3.14).

La previsione residenziale, già contenuta nel PRG, andrà a completare le urbanizzazioni attuate nella medesima fascia ad ovest di Via Pinarella.

Le opere previste non altereranno negativamente l'assetto idrogeologico, paesaggistico, naturalistico e geomorfologico dell’ambito territoriale interessato, incrementando la dotazione vegetazionale.

Il comparto ricade inoltre entro il sistema dunoso normato dagli articoli: art. 3.20 – “Particolari disposizioni di tutela di specifici elementi: dossi di pianura e calanchi” e art. 3.20d -

“Sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica”.

I dossi di pianura rappresentano morfostrutture che per rilevanza storico testimoniale e/o consistenza fisica costituiscono elementi di connotazione degli insediamenti storici e/o concorrono a definire la struttura planiziale, sia come ambiti recenti di pertinenza fluviale sia come elementi di significativa rilevanza idraulica influenti il comportamento delle acque di esondazione. I dossi vengono graficamente distinti in base a una diversa funzione e/o rilevanza in:

a) Paleodossi fluviali particolarmente pronunciati b) Dossi di ambito fluviale recente

c) Paleodossi di modesta rilevanza

d) Sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica e) Sistemi dunosi costieri di rilevanza idrogeologica.

Ai "Sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica" (3.20d) si applicano gli stessi indirizzi e prescrizioni di cui all’art. 3.19; spetta alla pianificazione comunale generale l'eventuale emanazione di ulteriori norme di tutela. In tali zone, fermo restando l'obbligo di salvaguardare la testimonianza storico-documentale e paesistica dell'elemento individuato, sono ammessi gli interventi pubblici e di interesse pubblico miranti alla conservazione e protezione dell'ambiente dall'avanzamento del ‘cuneo salino’. In particolare l’art. 3.19 al comma 11.(P) definisce che “Nelle zone di cui al presente articolo possono essere individuate, da parte degli strumenti di pianificazione comunali od intercomunali, sulla base di parere favorevole della Provincia, ulteriori aree a destinazione d'uso extragricola…, solamente ove si dimostri:

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a) l'esistenza e/o il permanere di quote di fabbisogno non altrimenti soddisfacibili, ribadendo, in particolare per le località balneari ricadenti nella zona in esame, quanto sancito dal punto g) del co.ma 3 dell’art. 3.12 – Sistema costiero (i nuovi manufatti edilizi ad uso residenziale, turistico- ricettivo e di servizio, eventualmente necessari in aggiunta a quelli esistenti, ove sia dimostrata la indispensabilità della loro localizzazione all'interno degli ambiti territoriali di cui al presente articolo, devono essere localizzati prioritariamente in aree già urbanizzate, per l’integrazione dei servizi pubblici e privati e/o per la realizzazione ed adeguamento della viabilità al fine di decongestionare il lungomare,…);

b) la compatibilità delle predette individuazioni con la tutela delle caratteristiche paesaggistiche generali dei siti interessati e con quella di singoli elementi fisici, biologici, antropici di interesse culturale in essi presenti”.

Il PUA è localizzato entro i “Sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica” e, facendo riferimento all’art. 3.19, al quale il disposto normativo rimanda, gli interventi previsti nel Piano risultano ammissibili in quanto già previsti nel PRG comunale, essendo localizzati in aree già urbanizzate. Il sistema dunoso costiero, esteso lungo tutto il litorale, non risulta riconoscibile nella fascia interessata dallo sviluppo residenziale di Tagliata, in quanto la morfologia originaria è stata alterata dagli interventi antropici; in particolare, entro il perimetro il rilievo topografico dello stato di fatto non evidenzia quote maggiori rispetto a quelle tipiche del sistema dunoso che ritroviamo più ad est.

Si rammenta che la pianificazione comunale non aggiunge alcuna specifica alla norma di tutela in riferimento ai sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica.

Inoltre nell’ambito, a prevalente uso agricolo, non è presente una dotazione vegetazionale tipica degli ambienti costieri sabbiosi.

A nord-est dell’area di proprietà, non interessato dal presente Piano, è segnalato un perimetro azzurro definito dall’art. 3.16 Città delle Colonie, in quanto zona di rilevante interesse storico testimoniale.

A titolo consultivo si è presa anche in esame la “Carta Forestale della Provincia di Ravenna”

in scala 1:100.000, disponibile sul sito della Provincia, e di seguito riportata come stralcio a scala adattata, dalla quale emerge che nel perimetro di intervento non sono presenti aree forestali (riportate in verde).

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Estratto “Carta forestale della Provincia di Ravenna”

Con la Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 24 del 22.03.2011 è stata approvata la

“Variante al PTCP della Provincia di Ravenna in attuazione del Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna”, pubblicata sul B.U.R.E.-R. n. 73 del 11.05.2011.

Con tale Variante la Provincia fa propri gli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici superficiali e sotterranei definiti dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Emilia-Romagna (PTA) e dal Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell’Appennino Settentrionale (PDG) adottato il 24.02.2010: sono inoltre introdotte la nuova Tavola 3 “Carta della tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee” e modifiche ed integrazioni di alcuni articoli.

Dall’esame dello stralcio della Tavola riportata, emerge che tutta la fascia costiera rientra nelle Zone di protezione delle acque sotterranee costiere, normate dagli articoli 5.3; 5.7; 5.11.

Con l’ art. 5.3 - Aree di protezione delle acque sotterranee costiere, il PTCP individua una ulteriore zona di protezione delle acque sotterranee in territorio costiero, in considerazione delle evidenze sperimentali di subsidenza costiera e di salinizzazione delle falde per ingressione di acque marine.

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Stralcio Tavola 3.18 ” Carta della tutela delle risorse idriche superficiali e sotterranee”

In considerazione degli obiettivi ambientalmente rilevanti del contenimento del fenomeno della subsidenza e della ingressione salina, ed in accordo con le Linee guida per la gestione integrata delle zone costiere (GIZC - Delib. Cons. RE-R del 20.01.2005 n. 645), in tale zona, sulla base dell’art. 5.7 - Disposizioni per la zona di protezione delle acque sotterranee in ambito costiero, valgono le seguenti disposizioni:

- la Provincia si orienta al diniego nell’esprimere il parere richiesto ai sensi del Regolamento regionale 41/2001 sul rilascio di concessione per nuove derivazioni di acque sotterranee. La Provincia dà indirizzo di una attenta valutazione preventiva anche della perforazione a scopo di ricerca, fatte salve le perforazioni finalizzate al monitoraggio del livello piezometrico;

- per le estrazioni di acque freatiche in corso di cantierizzazione, nelle escavazioni che espongono la falda freatica va limitato l’impiego di pompe well-point, ad esclusione delle attività finalizzate a bonifiche e simili; lo scavo deve essere preferibilmente circondato da dispositivi idonei a limitare l’afflusso delle acque freatiche. L’allontanamento delle sole acque estratte dovrà avvenire preferibilmente per reimmissione diretta in falda freatica mediante pozzo a dispersione.

Nell’ambito di tale Piano non si prevede alcun prelievo da acque sotterranee, né richiesta di concessione di derivazione.

Essendo ammessa dal PRG la realizzazione di piani interrati o seminterrati, considerati la profondità rilevata della falda attorno a –1.70 m dal piano campagna attuale e il riporto di almeno 60 cm di terreno per i raccordi con le viabilità, si può ritenere che non si verifichi la necessità, in fase esecutiva, di well-point per la presenza a fondo scavo della falda. Tali aspetti tecnici saranno comunque approfonditi nelle successive fasi esecutive nel caso in cui si progettino piani interrati o seminterrati.

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L’art. 5.11 - Misure per il risparmio idrico nel settore civile e acquedottistico civile, definisce le tecniche e i comportamenti degli utenti nella fase di utilizzo della risorsa; in particolare le tecniche di risparmio idrico consistono tra l’altro:

- nell’impiego di dispositivi e componenti atti a ridurre i consumi delle apparecchiature idrosanitarie (frangigetto, riduttori di flusso, rubinetteria a risparmio, cassette di risciacquo a flusso differenziato, vaso WC a risparmio, ecc.), ed i consumi delle apparecchiature irrigue nei giardini privati o condominiali (sistemi temporizzati a micropioggia, a goccia, ecc.);

- nell’impiego di lavatrici e lavastoviglie ad alta efficienza, che riducano il consumo idrico ed energetico;

- nella periodica manutenzione delle reti e delle apparecchiature idrosanitarie interne e condominiali;

- nell’utilizzo di acque meteoriche non suscettibili di essere contaminate e di acque reflue recuperate, per usi compatibili e comunque non potabili, attraverso opportuno stoccaggio ed apposite reti di distribuzione (irrigazione aree verdi, riuso in cassette di risciacquo, operazioni di pulizia e lavaggi stradali, ecc.);

- nella diffusione dell’installazione di reti idriche duali.

Al comma 9 è specificato che i Comuni adottano misure specifiche, nell’ambito del Regolamento Urbanistico Edilizio, del Piano Operativo Comunale e dei Piani Urbanistici Attuativi, individuate in rapporto alle caratteristiche del territorio comunale e dell’assetto urbanistico prefigurato, quali:

- (D) nelle nuove espansioni e nelle ristrutturazioni urbanistiche, la realizzazione degli interventi edilizi va subordinata all’introduzione di tecnologie per la riduzione dei consumi idrici, di cui al precedente comma 5 e, ove possibile, alla realizzazione di reti duali di adduzione ai fini dell’utilizzo i acque meno pregiate, coerentemente con le indicazioni dei “Requisiti volontari delle opere edilizie – uso razionale delle risorse idriche”, di cui all’All. 1 punti 8.1, 8.2, 8.3 della D.G.R. 21/01 e di cui all’Art.33 comma 2 della L.R. 31/02 (Disciplina generale dell’edilizia);

- (I) ulteriori disposizioni che promuovano interventi per la riduzione dei consumi idrici e l’uso razionale delle risorse idriche anche attraverso incentivazioni e/o penalizzazioni;

- (I) ulteriori disposizioni volte a trasferire il consumo di acque sotterranee verso acque superficiali;

- (I) progetti di intervento finalizzati al risparmio idrico eventualmente anche in connessione con i piani di riutilizzo delle acque reflue recuperate, di cui all’art. 5.12 c. 21, effettuati direttamente dall’Amm.ne comunale o attraverso Programmi di riqualificazione urbana;

- (P) impiego di specie vegetali scarsamente idroesigenti negli spazi di verde pubblico, ogni qualvolta questo sia possibile.

Le misure volte al risparmio idrico verranno definite nei successivi progetti esecutivi nei quali saranno valutate le migliori soluzioni tecniche per il risparmio ed il recupero delle acque meteoriche.

Si evidenzia fin da ora che, nella progettazione del verde negli spazi pubblici, saranno utilizzate specie vegetali autoctone non idroesigenti, al fine di attuare forme di risparmio idrico.

Tale scelta sarà prevista anche per gli spazi di verde privato.

Anche l’art. 4.7 – Rischi connessi alla subsidenza del PTCP è stato modificato con tale Variante. L’obiettivo generale, definito al comma 1, è la riduzione della subsidenza del territorio di

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pianura ai valori propri di un abbassamento del suolo dovuto ai soli fenomeni geologici indisturbati.

2.(I) Negli ambiti ove il fenomeno della subsidenza si manifesta con maggiore rilevanza, ovvero supera la soglia di subsidenza di cui al comma 1, le azioni strategiche per la difesa dai rischi connessi sono individuate prioritariamente:

- nel contenimento dei prelievi autorizzati di risorse idriche dalle falde;

- nell’individuazione ed eliminazione dei prelievi idrici abusivi;

- nel contenimento dei prelievi autorizzati di altri fluidi dal sottosuolo;

- nello scarico delle acque risultanti dall’estrazione di idrocarburi in unità geologiche profonde non aventi valore di riserva strategica;

- nel monitoraggio e valutazione degli eventuali effetti derivanti dalle trasformazioni urbanistiche ed edilizie (scavi, infrastrutture, incremento dei carichi edilizi gravanti sul suolo, ecc.).

3.(I) Nel quadro degli indirizzi suddetti, il PTCP rimette agli strumenti di pianificazione delle Autorità Bacino la precisazione delle disposizioni normative da rispettare e la formazione del programma operativo degli interventi da effettuare per la riduzione dei rischi.

Nella figura che segue, tratta dalla Relazione sul sistema ambientale suolo, sottosuolo e acque del Quadro Conoscitivo del PSC di Cervia, sono forniti i risultati dell’elaborazione dei dati relativi alla velocità di abbassamento verticale del suolo (mm/anno) nel periodo 2002-2006, confrontati con quelli relativi al periodo 1992-2000.

Dal confronto dei dati emerge una complessiva ripresa del fenomeno su tutto il territorio comunale contraddistinta da incrementi significativi, con aumenti di anche 4-6 mm/anno rispetto al periodo precedente, nella zona nord del Comune.

In base a tale elaborato l’area in esame ricade nella classe con subsidenza da 5-10 mm, quindi con un discreto tasso di subsidenza antropica, considerando che l’area costiera di Cervia risulterebbe interessata da una subsidenza naturale dell’ordine di 1 mm/anno.

Si specifica che l’allacciamento alla rete idrica comunale, con la conseguente assenza di prelievi da falda, consentirà di non andare a gravare su tale problematica, oltre che di preservare la risorsa idrica sotterranea.

L’impatto sulla risorsa idrica sotterranea del PUA risulta quindi nullo in quanto non sono previsti prelievi idrici da falda. Inoltre l’entità delle trasformazioni urbanistiche, in termini di incremento di carichi sul suolo, è tale da non gravare sul fenomeno della subsidenza.

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A favore della tutela delle acque, con DCP n. 35 del 22.07.2014, è stato approvato il Piano d’Indirizzo per il contenimento del carico inquinante delle acque di prima pioggia, ai sensi dell' art. 3.6 della D.G.R. n. 286/2005 e dell' art. 5.13 “Disposizioni relative allo smaltimento delle acque” del P.T.C.P., quale strumento attuativo del PTA, in cui sono indicate le priorità di intervento per il raggiungimento degli obiettivi di tutela delle acque. Lo stesso Piano d’Indirizzo individua le azioni per il contenimento del carico inquinante delle acque di prima pioggia in area urbana e contiene, per gli agglomerati di interesse, l’individuazione degli scolmatori più significativi, l’indicazione dei livelli prestazionali che devono essere garantiti dai sistemi di raccolta

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che servono nuove aree residenziali e produttive/commerciali, la valutazione dei probabili sfioratori che presentano soglie di sfioro difformi dai parametri di riferimento.

Tale Piano, fornisce criteri di indirizzo di gestione/riduzione delle acque meteoriche drenate, vista la necessità di privilegiare soluzioni che consentano di ridurre a “monte” le portate meteoriche circolanti nelle reti fognarie attraverso la raccolta delle acque meteoriche non suscettibili di essere contaminate ed il loro smaltimento sul suolo/strati superficiali del sottosuolo ovvero, in subordine, nei corsi d’acqua superficiali.

In particolare nelle aree a destinazione residenziale (non ancora urbanizzate) per le quali non è configurabile un’apprezzabile contaminazione delle acque meteoriche, si dovrà prevedere – ove possibile in relazione alle caratteristiche del suolo o in subordine della rete idrografica – il completo smaltimento in loco delle acque dei tetti e delle superfici impermeabilizzate non suscettibili di dilavamento da sostanze pericolose. Ove non si verifichino tali condizioni, si dovrà prevedere lo smaltimento delle portate meteoriche attraverso fognatura;qualora la stessa recapiti nella rete fognaria (pubblica) dell’agglomerato si dovrà considerare un contributo di portata meteorica eventualmente limitato, mediante l’adozione di “vasche volano”, ad un valore tale da non richiedere la ricostruzione della rete fognaria ed, in ogni caso, contenuto entro il limite massimo definito dal gestore del servizio idrico integrato.

Qualora la fognatura asservita alle predette aree abbia recapito nei corsi d’acqua superficiali, ai fini dell’adozione degli interventi atti a contenere l’entità delle portate meteoriche scaricate entro valori compatibili con le capacità idraulica dei recettori, si applicano le disposizioni impartite dalle Autorità di bacino, attraverso la normativa attuativa dei Piani di bacino, ovvero dagli enti competenti a seconda della natura/tipologia dei corpi idrici superficiali interessati.

Gli interventi suddetti dovranno essere integrati per quanto possibile con interventi di tipo

“diffuso” distribuiti su vaste aree urbanizzate che privilegiano l’adozione di sistemi atti a favorire l’infiltrazione nel suolo delle acque meteoriche quali pavimentazioni drenanti o tubazioni drenanti.

I medesimi criteri possono trovare applicazione anche nelle aree urbanizzate non ancora dotate di rete fognaria.

Inoltre indica i livelli prestazionali che devono essere garantiti dai sistemi di raccolta che servono nuove aree residenziali e produttive/residenziali riassumendoli nei seguenti aspetti, in attuazione della DGR 1083/2010:

a) Aumentare l’infiltrazione dell’acqua nel suolo/sottosuolo e riduzione delle acque meteoriche drenate in fognatura

b) Mantenimento dell’officiosità idraulica delle reti fognarie c) Aumentare i tempi di corrivazione nelle reti fognarie

d) Riduzione della diluizione delle acque reflue trattate negli impianti di depurazione e) Riduzione dei carichi inquinanti sversati nei periodi di pioggia

f) Recupero e riutilizzo delle acque meteoriche non contaminate per usi meno pregiate del potabile (misura prevista PTA regionale) quali ad esempio irrigazione dei giardini, lavaggio autoveicoli, rete duale nelle singole abitazioni, ecc.).

Le misure volte al risparmio idrico verranno definite nei successivi progetti esecutivi nei quali saranno valutate le migliori soluzioni tecniche per il recupero e il riuso delle acque meteoriche.

La progettazione proposta rispetta i criteri e le indicazioni prestazionali citate nel Piano; in particolare viene mantenuta la funzionalità delle reti fognarie e il sistema di laminazione misto, concordato con il Comune, costituito sia da un invaso di laminazione, sia da un

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rispetto alle esigenze complessive calcolate (circa 500 mc) a maggiore garanzia del funzionamento del sistema.

Per i dettagli si rimanda alla componente acque superficiali, capitolo 5.

A seguito dell’approvazione del Piano Provinciale per la Gestione dei rifiuti urbani e speciali (PPGR), avvenuta con delibera di Consiglio Provinciale n. 71 del 29 giugno 2010, è stata sostituita la Tavola 4 del PTCP ”Zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi”.

Il Piano con l’ art. 6.2 – Pianificazione di settore in materia di gestione dei rifiuti, individua l’insieme delle zone tutelate non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi.

La tavola di interesse è la 4-18 (scala 1:25.000), di cui si riporta uno stralcio, dal quale emerge che l’area in oggetto non è idonea alla localizzazione di tali impianti, comunque non previsti dal Piano.

Per quanto riguarda il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti (PRGR), adottato con DGR dell'Emilia-Romagna n. 103 del 3/02/2014 “Proposta di adozione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, ai sensi dell'art. 199 del D.Lgs. 152/2006 e s.m.”, si conferma la conformità del PUA anche a tale strumento, tuttora in salvaguardia, non essendo previsti impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti.

Si dichiara inoltre che non è previsto l’utilizzo di rifiuti per le operazioni di innalzamento del piano campagna e che saranno utilizzati i materiali ammessi dalle normative vigenti al momento in cui saranno effettuati i riporti necessari.

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Stralcio TAV. 4-18 “Zone non idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti urbani, speciali e speciali pericolosi”

La Tavola 5 “Assetto strategico della mobilità, poli funzionali, ambiti produttivi di rilievo sovracomunale, articolazione del territorio rurale”, evidenzia che la zona in cui è localizzato l’intervento appartiene al territorio urbanizzato al 2001, delimitato ad ovest dalla strada statale Adriatica classificata come “Altri assi della Grande rete di collegamento nazionale-regionale (Tipo B, C)”, oltre che dalla ferrovia a un binario RA-RN.

Stralcio Tavola 5 “Assetto strategico della mobilità, poli funzionali, ambiti produttivi di rilievo sovracomunale, articolazione del territorio rurale”

Il comparto in esame si inserisce nel territorio urbanizzato e gli interventi previsti non modificano le viabilità indicate nella tavola. Dal punto di vista viabilistico è prevista una nuova strada, di tipo F (strada urbana locale) ai sensi del CdS, che collegherà via dei Cosmonauti con via Pinarella.

Nella Tavola 6 “Progetto reti ecologiche in provincia di Ravenna”, in unico foglio in scala 1:100.000, è data evidenza della presenza di lembi di ecosistemi naturali e seminaturali, quali

“Ecosistemi forestali” nella fascia costiera.

A tal proposito si ricorda che gli elementi di rilievo territoriale della Tavola 6 sono riportati in forma prevalentemente ideogrammatica e comunque non geometricamente vincolanti.

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Stralcio Tavola 6 “Progetto reti ecologiche in provincia di Ravenna”

L’area in esame non è interessata da ecosistemi forestali o da previsioni della rete ecologica.

Il nuovo insediamento residenziale si articola partendo da uno studio attento alle vecchie e residue trame agricole che disegnano il paesaggio aldilà della ferrovia e che si possono ritrovare come tracce nell'attuale assetto dell'area e al contorno.

Il verde è stato concentrato in un unico ampio spazio sistemato a parco di circa 2.000 mq, a cui si aggiunge una più piccola porzione di verde. L'area verde in questo modo, è centrale rispetto all'insediamento, ben accessibile e protetta dal traffico veicolare. La sua collocazione fa sì che si possa creare uno spazio attrezzato come area di gioco per i bambini e, allo stesso tempo, una spina verde che possa mettere in relazione l'area di progetto con l'area verde pubblica su via Pinarella, in cui è collocata la scuola.

Con l’approvazione del Piano di azione per l'energia e lo sviluppo sostenibile della Provincia di Ravenna, avvenuta con DCP n. 21 del 22/3/2011 (ai sensi dell'art. 27 della LR 20/2000), sono stati modificati gli articoli 6.5 e 12.7 delle Norme di attuazione del PTCP.

Obiettivo principale del Piano Energetico Provinciale è la promozione delle azioni necessarie per il risparmio e l’efficentamento energetico (-20% di consumi al 2020) e l’impulso allo sviluppo delle fonti rinnovabili (20% di produzione di energia da tale fonte entro il 2020). Il raggiungimento di tali obiettivi consentirà di raggiungere il risultato di ridurre in maniera significativa le emissioni climalteranti in atmosfera come richiesto dalle Direttive UE (meno 20% al 2020).

In particolare con l’ art. 12.7 - Requisiti degli insediamenti in materia di ottimizzazione energetica, in riferimento al “Piano-programma per la promozione del risparmio energetico e dell’uso razionale dell’energia, la valorizzazione delle fonti rinnovabili, l’ordinato sviluppo degli impianti e delle reti di interesse provinciale”, elaborato ai sensi della L.R. 26/2004, si forniscono le indicazioni riguardo alle prestazioni energetiche da perseguire nei nuovi insediamenti e negli usi energetici in generale (assetto degli insediamenti - lay-out urbano).

La progettazione dei Piani Urbanistici Attuativi deve d’ufficio tendere a recuperare in forma

“passiva” la maggior parte dell’energia necessaria a garantire le migliori prestazioni per i diversi usi finali (riscaldamento, raffrescamento, illuminazione ecc.), privilegiando prioritariamente l’attenta integrazione tra sito ed involucro e, in seconda fase, compiere le scelte di carattere tecnologico - impiantistico.

A tale scopo nei nuovi insediamenti, prima della fase di definizione della disposizione delle strade e degli edifici, va effettuata l’analisi del sito, come descritta nella DGR 268/2000 aggiornata dalla

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DGR n.21/2001 (clima igrotermico, disponibilità di risorse rinnovabili, disponibilità di luce naturale, clima acustico, campi elettromagnetici), quale pre-requisito per una corretta applicazione dei requisiti volontari degli insediamenti di cui al comma seguente.

Sulla base dell'analisi di sito, il lay-out delle strade, dei lotti da edificare e dei singoli edifici dovrà tendere a:

- garantire un accesso ottimale alla radiazione solare per tutti gli edifici, in modo che la massima quantità di luce naturale risulti disponibile anche nella peggiore giornata invernale (21 dicembre);

- consentire che le facciate ovest degli edifici possano essere parzialmente schermate da altri edifici o strutture adiacenti per limitare l'eccessivo apporto di radiazione termica estiva, se ciò lascia disponibile sufficiente luce naturale;

- garantire accesso al sole per tutto il giorno per tutti gli impianti solari realizzati o progettati o probabili (tetti di piscine, impianti sportivi, strutture sanitarie o altre con elevati consumi di acqua calda sanitaria);

- trarre vantaggio dai venti prevalenti per strategie di ventilazione/raffrescamento naturale degli edifici e delle aree di soggiorno esterne (piazze, giardini...);

- predisporre adeguate schermature di edifici ed aree di soggiorno esterne dai venti prevalenti invernali.

In risposta a tale articolo è stata elaborata la “Relazione ambientale - energetica. Analisi del sito e recupero energetico in forma passiva ai sensi dell’art. 12.7 comma 2 del PTCP” del comparto (DOC.Urb2 del PUA), che contiene l’analisi di sito nella quale sono stati indagati:

• inquadramento meteo climatico del sito, con particolare attenzione a irraggiamento e ventilazione;

• disponibilità di luce naturale;

• disponibilità fonti energetiche rinnovabili, al fine di orientare al meglio la progettazione.

E’ stata anche elaborata la “Relazione fattibilità tecnica-economica impianti produzione energia”

(DOC. Urb 8), dove è stata svolta una analisi sulla fattibilità e sui benefici ambientali ed energetici ottenibili a seguito dell’installazione di energie rinnovabili ed assimilate nel comporto urbanistico.

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3.2 Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico

Il Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico dell’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli è stato adottato dal Comitato istituzionale con Del. n. 3/2 del 3 ottobre 2002 ed approvato dalla Regione Emilia-Romagna con DGR n. 350 del 17 marzo 2003.

Successivamente è stata adottata dal Comitato Istituzionale, con Del. n. 2/1 del 2104/2008, la

"Variante al Titolo II - Assetto della rete idrografica" con il relativo Rapporto preliminare per la verifica di assoggettabilità. La Variante è stata approvata con DGR 1877/2011 e pubblicata sul BURER del 29 febbraio 2012.

In linea generale, in pianura le aree soggette a potenziale allagamento (Art. 6) risultano, nella Variante approvata, significativamente incrementate in seguito all’inviluppo con altre zone individuate con specifiche modellazioni dei percorsi di flusso su base morfologica.

Conseguente alla revisione del quadro della pericolosità idraulica, per l’area in esame si conferma l’assenza di rischio idrogeologico, come evidenziato nello stralcio seguente della Tavola 240e aggiornata, dove l’unico elemento riportato indica la linea di costa.

Stralcio Tavola 240e “Perimetrazione aree a rischio idrogeologico”

Nella “Direttiva inerente le verifiche idrauliche e gli accorgimenti tecnici da adottare per conseguire gli obiettivi di sicurezza idraulica definiti dal Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, ai sensi degli artt. 2 ter, 3, 4, 6, 7, 8, 9, 10, 11 del Piano”, all’art. 6 sono anche definiti i “Tiranti idrici di riferimento e accorgimenti tecnico-costruttivi”, come richiamati all’art. 6 c.ma 3 del Piano.

I tiranti idrici di riferimento sono i valori delle altezze d’acqua attesi a seguito di possibili esondazioni.

Facendo riferimento alla cartografia in scala 1:25.000, fornita nell’ambito della Variante “Tiranti idrici di riferimento per le aree di pianura sottoposte a rischio di allagamento” (Tav. 2), definita sull’analisi del modello digitale del terreno e delle considerazioni di tipo morfologico ed idraulico, l’area in esame non presenta un tirante idrico atteso, non essendo soggetta al rischio di allagamento.

Per quanto riguarda l’invarianza idraulica, sempre lo stesso Piano stralcio definisce le norme per il calcolo all’art. 9, in modo che la trasformazione di un’area non provochi un aggravio della portata di piena del corpo idrico ricevente i deflussi superficiali originati dall’area stessa.

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L’insediamento sarà dotato di fognatura separata bianca e nera.

La rete bianca avrà recapito nella fognatura bianca Ф1000 presente in corrispondenza di via Pinarella, previa applicazione dell’invarianza idraulica che verrà messa in atto in parte nell’area verde di progetto, destinata a parco pubblico, ed in parte sovradimensionando la fognatura.

In particolare per la laminazione è previsto un invaso, di volume pari a circa 500 mc, costituito da una depressione naturale inerbita, con quota di fondo a +1,90 m slm rispetto al piano di riferimento del comparto posto a +2,60 m slm, localizzata nel verde pubblico, oltre al sovradimensionamento di alcuni tratti della fognatura bianca con la messa in opera di condotte con Ф 800.

Tale sistema risulta sovradimensionato di circa 100 mc rispetto alle esigenze emerse dai calcoli idraulici, per i cui dettagli si rimanda al Documento op 3.1-3.2 e alla Tav.op 3.2.

Si segnala inoltre che per esigenze legate al funzionamento delle fognatura nera, le aree urbanizzate del comparto saranno poste a +2,60 m slm pertanto, a maggior ragione, l’area non è soggetta a rischio idraulico.

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3.3 Piano delle Opere di bonifica e difesa idraulica - Consorzio di Bonifica della Romagna

Il Consorzio, il cui comprensorio è definito con riferimento ai bacini idrografici, garantisce un efficace presidio territoriale, coordinando interventi pubblici e privati per la difesa del suolo, la regimazione delle acque, l’irrigazione e la salvaguardia ambientale.

La Legge Regionale 5/2009 “Delimitazione dei comprensori di Bonifica e riordino dei Consorzi” ha istituito il Consorzio di Bonifica della Romagna, in cui sono confluiti i preesistenti Consorzi di Bonifica: della Romagna Centrale, del Savio Rubicone e della Provincia di Rimini.

Il comprensorio attuale del Consorzio della Romagna interessa complessivamente 61 Comuni (58 in Emilia-Romagna e 3 in Toscana) per una superficie totale di 352.456 ettari. Il Consorzio:

• nel comprensorio di pianura, assicura annualmente la raccolta e il deflusso di oltre 900 milioni di metri cubi di acque di pioggia con una fitta rete di canali e di impianti idrovori di sollevamento, assicurando la difesa idraulica dei campi, degli immobili urbani e delle infrastrutture;

• nel comprensorio di collina e montagna, cura il presidio idrogeologico con migliaia di opere di regimazione idraulica e assicura la manutenzione di centinaia di chilometri di strade interpoderali;

• inoltre, gestisce le opere di distribuzione delle acque del Canale Emiliano Romagnolo (CER), erogando annualmente decine di milioni di metri cubi d’acqua per scopi prevalentemente irrigui e ambientali.

La tavola di riferimento è la Tavola 02 - Opere di bonifica e difesa del suolo, aggiornata al 28/03/2012.

Recentemente è stato adottato in via definitiva, con atto n. 61 del 25 settembre 2015, dal Consiglio di Amministrazione un nuovo Piano di classifica 2015 con le relative cartografie, in cui si ha il dettaglio delle zone omogenee e delle opere di bonifica e irrigazione.

Tale Piano non modifica la rete di scolo e il bacino di interesse è classificato a scolo meccanico costante e di difesa (Area DS_S).

Tali aree situate lungo la costa sono caratterizzate da fitte reti di canali incassati nel terreno e senza argini (acque basse), con pendenze di fondo molto limitate. Le velocità di deflusso sono estremamente limitate, controllate dagli impianti idrovori che svolgono un’importante azione di drenaggio della falda.

Nella Tavola 3 è riportato lo stato dell’area di interesse, di cui si allega uno stralcio con la relativa legenda.

Il territorio in cui è localizzato il PUA ricade entro il comprensorio del Consorzio di Bonifica della Romagna. Dall’analisi della Tavola 03, risulta che il drenaggio è determinato dallo Scolo Pinarella, che attraversa da nord a sud il territorio costiero collegato all’impianto idrovoro Tagliata che poi immette le acque in mare attraverso il canale a nord di Zadina.

La rete di raccolta delle acque bianche avrà recapito nella fognatura bianca Ф1000 (Scolo Pinarella tombinato) presente in corrispondenza di via Pinarella, previa laminazione che verrà messa in atto in parte nell’area verde di progetto, destinata a parco pubblico, ed in parte sovradimensionando tratti della fognatura.

Per i dettagli si rimanda al Documento op 3.1 - 3.2.

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Allegato L “Cartografia di dettaglio delle zone omogenee e delle opere di bonifica e irrigazione Stralcio Tav. 3 - scala 1:25.000

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3.4 Piano Aria Integrato Regionale 2020 (PAIR 2020)

La Regione Emilia-Romagna ha adottato, con delibera n. 1180 del 21.7.2014, la proposta di Piano Aria Integrato Regionale. Nonostante il Piano sia solamente adottato, essendo in regime di salvaguardia è risultato opportuno analizzare anche tale strumento di pianificazione.

Il PAIR comprende il Quadro conoscitivo, le Norme Tecniche di Attuazione e il Rapporto Ambientale contenente la sintesi non tecnica e lo studio di incidenza. Il Piano detta le misure per il risanamento della qualità dell'aria al fine di ridurre i livelli degli inquinanti sul territorio regionale e rientrare nei valori limite fissati dalla Direttiva 2008/50/CE e dal D.Lgs. 155/2010.

Il PAIR 2020 avrà un orizzonte temporale strategico di riferimento al 2020, con un traguardo intermedio al 2017.

In particolare il PAIR dà attuazione agli articoli 9 e 13 del D.Lgs. 155/2010 prevedendo, relativamente agli inquinanti indicati, le misure necessarie per il raggiungimento dei valori limite e dei livelli critici, per il perseguimento dei valori obiettivo e per il mantenimento del loro rispetto.

In attuazione del Decreto, il PAIR suddivide il territorio regionale stabilendo una zonizzazione per stato della qualità dell’aria omogeneo. Ai fini dell’applicazione delle misure di tutela della qualità dell’aria, sono infatti state individuate, su base comunale, le aree di superamento di PM10 e di ossidi di azoto (NOx), come da cartografia seguente.

In base alla zonizzazione eseguita, il Comune di Cervia rientra nelle aree in cui non vi sono superamenti.

Al fine di tutelare la salute dei cittadini, il Piano persegue la finalità di tutela della qualità dell’aria attraverso la riduzione, rispetto ai valori emissivi del 2010, dei livelli degli inquinanti di seguito elencati:

a) riduzione del 47 % delle emissioni di PM10 al 2020;

b) riduzione del 36 % delle emissioni di ossidi di azoto (NOx) al 2020;

c) riduzione del 27 % delle emissioni di ammoniaca (NH3) al 2020;

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d) riduzione del 27 % delle emissioni di composti organici volatiti (COV) al 2020;

e) riduzione del 7 % delle emissioni di biossido di zolfo (SO2) al 2020.

Le misure che il PAIR detta per il raggiungimento dei valori limite e dei livelli critici e per il perseguimento dei valori obiettivo sono rivolte a varie tipologie di attività. Si hanno infatti:

- misure in tema di città e utilizzo del territorio, che prevedono limitazioni alla circolazione dei veicoli privati nel centro abitato, riduzione del traffico veicolare, estensione delle zone ZTL e delle aree pedonali, incremento piste ciclo-pedonali, ampliamento delle aree verdi,

- misure in tema di trasporto, che prevedono il potenziamento del trasporto pubblico su ferro e su gomma e la sostituzione di autobus di categoria uguale o inferiore a Euro 2 con mezzi a minore impatto ambientale,

- misure in materia di attività produttive, che in sostanza prevedono misure di contenimento degli inquinanti per gli impianti sottoposti alla procedura di AIA,

- misure per l’agricoltura, inerenti le buone pratiche agricole,

- misure per l’uso sostenibile dell’energia, volte alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici, alla installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile non emissiva, alla sostenibilità ambientale degli insediamenti urbani, al miglioramento dell’illuminazione pubblica.

In materia di insediamenti urbani, per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria, l’Articolo 24 “Misure per la sostenibilità ambientale degli insediamenti urbani” prevede le seguenti prescrizioni volte alla riduzione dei consumi energetici che devono trovare immediata osservanza ed attuazione, tra l’altro, nei regolamenti, anche edilizi, dei Comuni:

a) obbligo di installazione entro il 31 dicembre 2016 dei conta calorie negli impianti centralizzati se tecnicamente possibile ed efficiente in termini di costi al fine di rilevare il consumo effettivo e la contabilizzazione del fabbisogno energetico per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria in recepimento dell’articolo 9, paragrafo 3, della DIR 2012/27/UE;

b) divieto di installazione e di utilizzo di impianti per la climatizzazione invernale e/o estiva di spazi di pertinenza dell’organismo edilizio (quali, ad esempio, cantine, vani scale, box, garage e depositi), degli spazi di circolazione e collegamento comuni a più unità immobiliari (quali, ad esempio, androni, scale, rampe), di vani e locali tecnici e divieto di utilizzo di quelli esistenti.

c) obbligo di chiusura delle porte di accesso al pubblico da parte di esercizi commerciali e degli edifici con accesso al pubblico per evitare dispersioni termiche sia nel periodo invernale che in quello estivo.

Le norme del PAIR, agli articoli 8 e 20, introducono inoltre nuove disposizioni per i piani generali e di settore.

L’articolo 8 “Valutazione Ambientale Strategica (VAS)” del Piano prevede:

“1. La valutazione ambientale strategica dei piani e programmi, generali e di settore operanti nella Regione Emilia-Romagna di cui al Titolo II, della Parte seconda del D.Lgs. n. 152/2006 non può concludersi con esito positivo se le misure contenute in tali piani o programmi determinino un peggioramento della qualità dell’aria.

2. Il mancato recepimento degli indirizzi e delle direttive previste dal Piano per i piani e i programmi determina la conclusione con esito negativo della valutazione di sostenibilità ambientale dei medesimi”.

L’articolo 20 “Saldo zero”, al comma 2, riprende il comma 1 dell’articolo 8.

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A chiarimento dei contenuti del Piano, la Regione Emilia-Romagna ha emanato la Circolare PG/2014/448295 del 25/11/2014 con la quale sono stati chiariti gli ambiti di applicazione del Piano stesso. In particolare, la Circolare riporta:

“Si intendono come “piani generali” il Piano Territoriale Regionale (PTR), il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) ed il Piano Strutturale Comunale (PSC). Viceversa i Piani Operativi Comunali (POC) ed i Piani Urbanistici Attuativi (PUA) non rientrano nei “Piani generali” o nei “Piani di settore”.”

Il comparto in esame si inserisce in una zona in cui, in base al Piano regionale, non vi sono superamenti delle concentrazioni di PM10 e NO2.

L’intervento in esame prevede comunque molte azioni che il PAIR detta per il miglioramento della qualità dell’aria, come il potenziamento delle piste ciclabili, l’aumento dei mq di verde per abitante, l’efficientamento energetico degli edifici.

Il contesto è adeguatamente servito da piste ciclabili che favoriscono l’utilizzo di mezzi alternativi all’auto. Lo stesso PUA prevede, lungo la nuova strada di progetto in direzione est-ovest, lo sviluppo di una pista ciclopedonale che consentirà di collegare via Pinarella con via dei Cosmonauti. La creazione di un’ampia area di verde centrale e il verde diffuso lungo la viabilità di progetto, contribuiranno al miglioramento della qualità dell’aria.

Dal punto di vista energetico, si sottolinea come, in considerazione della valenza turistica dell’area e dell’utilizzo quindi in periodo estivo, i consumi saranno molto limitati. Verranno comunque rispettate le norme in materia che richiedono una riduzione dei consumi con l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili.

In riferimento all’articolo 24, le NTA del PUA si specifica che, nella progettazione degli edifici saranno rispettate le seguenti prescrizioni (così come richiesto anche dall’art. 11 delle NTA del PUA):

a) obbligo di installazione dei conta calorie negli impianti centralizzati se tecnicamente possibile ed efficiente in termini di costi al fine di rilevare il consumo effettivo e la contabilizzazione del fabbisogno energetico per riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria in recepimento dell’articolo 9, paragrafo 3, della DIR 2012/27/UE;

b) divieto di climatizzazione invernale e/o estiva di spazi di pertinenza dell’organismo edilizio (quali, ad esempio, cantine, vani scale, box, garage e depositi), degli spazi di circolazione e collegamento comuni a più unità immobiliari (quali, ad esempio, androni, scale, rampe), di vani e locali tecnici e divieto di utilizzo di quelli esistenti.

In merito agli articoli 8 e 20, si precisa che la Valsat in esame è relativa ad un Piano Urbanistico Attuativo e che pertanto tali articoli non trovano applicazione.

(33)

3.5 Piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria della Provincia di Ravenna

La Provincia di Ravenna ha approvato nel Luglio 2006 il “Piano Provinciale di Tutela e Risanamento della Qualità dell’Aria” (PRQA), redatto ai sensi della LR 20/2000 e sulla base della Direttiva 2001/42/CE. Il Piano di Risanamento della Qualità dell’Aria si configura come un Piano di settore e come tale, ai sensi dell’art. 4 della legge regionale, approfondisce ed integra le tematiche inerenti il campo di interesse.

Il Piano illustra la configurazione della rete regionale e locale di controllo della qualità dell’aria della Provincia di Ravenna (Anno 2006), costituita da 9 stazioni fisse e da un laboratorio mobile gestiti da ARPA. Di queste centraline, una è dislocata nel territorio del Comune di Cervia (RA2 – FS) e costituisce una stazioni di fondo suburbano (FS), localizzata in un Parco. Tali stazioni sono usate per monitorare i livelli medi di inquinamento all’interno di aree suburbane (tessuto urbano discontinuo, generalmente paesi limitrofi ai capoluoghi di provincia e/o regione) dovuti a fenomeni di trasporto provenienti dall’esterno della città stessa e fenomeni prodotti all’interno della città che si vuole monitorare.

Nella figura che segue è indicata la distribuzione spaziale delle stazioni di rilevamento e nella successiva tabella sono riportate le caratteristiche delle stazioni.

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Gli obiettivi specifici del PRQA assunti dalla Provincia, sono i seguenti:

- miglioramento della qualità dell’aria, - promozione di una mobilità sostenibile,

- uso e gestione consapevole delle risorse energetiche, - favorire il ricorso a fonti rinnovabili,

- informazione e sensibilizzazione.

Le norme tecniche disciplinano e definiscono le modalità di attuazione del Piano, e regolamentano gli interventi atti a realizzare le misure che concorrono al raggiungimento degli obiettivi di tutela della qualità dell’aria. Esse sono articolate secondo 3 livelli di cogenza:

P = norma Prescrittiva (le prescrizioni sono vincolanti e rivolte all’attività provinciale di settore).

D = norma Direttiva (le direttive costituiscono norme operative che debbono essere osservate nell'attività di pianificazione comunale e provinciale di settore, nonché per tutti gli atti amministrativi e regolamentari).

I = norma di Indirizzo (gli indirizzi costituiscono norme di orientamento per l'attività di pianificazione comunale e provinciale di settore, nonché degli altri soggetti interessati dal Piano. I predetti strumenti di pianificazione comunali e provinciali di settore e le varianti degli stessi provvedono ad una loro adeguata applicazione alle specifiche realtà locali interessate).

Il territorio provinciale è suddiviso, in base all’art. 13 - La zonizzazione (P), in:

Zona A: territorio dove vi è il rischio di superamento del valore limite e/o delle soglie di allarme.

In queste zone occorre predisporre piani e programmi a lungo termine.

Zona B: territorio dove i valori della qualità dell’aria sono inferiori al valore limite. In questo caso è necessario adottare piani di mantenimento.

Agglomerati: porzione di zona A dove è particolarmente elevato il rischio di superamento del valore limite e/o delle soglie di allarme. Per gli agglomerati occorre predisporre piani di azione a breve termine.

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