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CIV. SEDUTA GIOVEDÌ 3 0 OTTOBRE Presidenza del Presidente BONFIGLIO GIULIO. Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana

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(1)

Resoconti Parlamentari —- 3093 --- Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

CI V . S E D U T A

(Pomeridiana)

G I O V E D Ì 3 0 O T T O B R E 1 9 5 2

Presidenza del Presidente BONFIGLIO GIULIO

I N D I C E

Pag.

Disegno di legge (R it i r o ) ... 3093 Disegno di legge: «Stati di previsione del­

l’entrata e della spesa della Regione si­

ciliana per l’esercizio finanziario dal 1" luglio 1952 al 30 giugno 1953 » (199)

(Seguito della discussione):

PRESIDENTE . 3093,3106,3108,3110,3111,3115,3118 3119,3123,3124,3125 NICASTRO, relatore di minoranza . . 3093,3115

MACALUSO . . . . . . . . 3108

RESTIVO, Presidente della Regione . 3109,3114,3116 3117, 3119,3125 F R A N C H IN A ... 3111 SANTAGATI O R A Z I O ...3114,3115 S A L A M O N E ... 3115 DI BLASI, Assesore delegato ai trasporti

ed alle c o m u n ic a z io n i... 3115 BONFIGLIO A G A T I N O ...3116,3118 CUFFARO . . '... 3118 G R A M M A T I C O ... 3119,3125

(Votazione n o m in a l e )... 3110

^Risultato della votazione) . . . . 3110 Interrogazioni (Annunzio di risposte

s c r i t t e ) ... 3093 Proposta di legge (R itir o )... 3093 ALLEGATO

Esposte scritte ad interrogazioni:

Risposta dell’Assessore all’industria ed al commercio alla interrogazione n. 480

dell’onorevole Guttadauro . . . . 3126

‘sposta dell’Assessox-e all’agricoltura ed alle foreste alla interrogazione n. 503

dell’onorevole Buttafuoco . . . . 3126

La seduta è aperta alle ore 17,35 LO MAGRO, segretario, dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che è approvato.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

PRESIDENTE. Comunico che sono perve­

nute da parte del Governo le risposte scritte alle interrogazioni numero 480 dell’onorevo­

le Guttadauro e numero 503 dell'onorevole Buttafuoco. Esse saranno pubblicate in al­

legato al resoconto della seduta odierna.

Ritiro di un disegno e di una proposta di legge.

PRESIDENTE. Comunico che è stato riti­

rato dal Governo il disegno di legge: «Isti­

tuzione di un Gabinetto del restauro in Pa­

lermo » (169), e dall’onorevole Cipolla la pro­

posta di legge: « Riduzione dei canoni di af­

fìtto e di enfiteusi » (4).

Seguito della discussione del disegno di legge:

« Stati di previsione dell’entrata e della spesa della Regione siciliana per l’esercizio finan­

ziario dal 1” luglio 1952 al 30 giugno 1953 » (199)

PRESIDENTE. Si procede al seguito della discussione del disegno di legge: « Stati di previsione dell’entrata e della spesa della Regione siciliana per l’esercizio finanziario dal 1“ luglio 1952 al 30 giugno 1953, e preci­

samente della rubrica dello stato di previ­

sione della spesa (tabella B) « Presidenza della Regione e uffici e servizi dipendenti ».

Resoconti, f. 423 (700)

(2)

Resoconti Parlamentari — 3094 Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

Ha facoltà di parlare il relatore di mino­

ranza, onorevole Nicastro.

NICASTRO, relatore di minoranza. Ono­

revole Presidente, onorevoli colleghi, gli ele­

menti portati nel dibattito dall’onorevole A s­

sessore ai trasporti e alle comunicazioni non modificano nè il giudizio che sulla situazione di questo settore noi abbiamo dato nella re­

lazione di minoranza, nè i rilievi che sono stati mossi dai colleghi del mio Gruppo alla politica del Governo, in vista dell’azione che si sarebbe dovuta svolgere per risolvere il grave problema dei trasporti in Sicilia.

L’onorevole Assessore, nel corso del suo intervento, ha dimenticato di esporre l’aspet­

to contabile di questo bilancio, aspetto che egli ha definito modesto in sede di Giunta del bilancio. L’onorevole relatore di maggio­

ranza, continuando nell’atteggiamento assun­

to in sede di Giunta, ha preferito tacere. In verità, noi ci saremmo aspettati un interven­

to del relatore di maggioranza; intervento che, del resto, è previsto dal regolamento, an­

che se non come obbligo, ma che nella specie era necessario data la sommarietà della re­

lazione scritta, che non si ispira, per certo, alla circolare che il Presidente dell’Assem­

blea ha inviato alle singole Commissioni, rac­

comandando ai relatori di essere esaurienti e di riportare diffusamente tutta la materia che ha formato oggetto di dibattito in seno alle Commissioni stesse.

Non credo che questo compito abbia as­

solto il relatore di maggioranza ed io gliene muovo critica, come relatore di minoranza, poiché il difetto di un’ampia relazione di maggioranza mi ha obbligato a redigere una estesa relazione di minoranza. Tutto questo significa sottovalutazione dell’importanza di un settore che è fondamentale per la rina­

scita dell’economia siciliana; un settore sul quale si riscontra un’assoluta mancanza di azione politica, per i motivi che preciseremo in seguito.

Modeste sono le cifre stanziate sia nella parte ordinaria che in quella straordinaria della sottorubrica in parola, ed esse segnano una diminuzione di spesa, rispetto all’eser­

cizio precedente, di lire 330mila per la parte ordinaria, dovuta a riduzione di oneri rela­

tivi al personale, e di lire 160milioni per la parte straordinaria, dovuta ad una suddivi­

sione della spesa prevista dall’articolo 1 del decreto legislativo presidenziale 19 aprile

1951, numero 21, per la costruzione delle au­

tostazioni, tra l’Assessorato dei lavori pubbli­

ci (160milioni) e il Servìzio dei trasporti e delle comunicazioni (40milioni 500mila lire).

Lo sdoppiamento dei compiti tra l’Asses­

sorato per i lavori pubblici, che dovrà provve­

dere alla costruzione delle autostazioni, e il Servizio dei trasporti, che dovrà provvedere all’arredamento delle medesime, pone il pro­

blema del coordinamento delle opere. Noi parliamo di coordinamento e l’Assessore ha affermato che la sua funzione è quella di coordinare. Però, se guardiamo come stanno le cose, ci accorgiamo subito che il coordina­

mento manca.

Invero, coordinamento significa assegnare direttamente all’Assessorato interessato tutta la materia che deve essere disciplinata, e la materia, in questo caso, era l ’autostazione, non solo per quanto riguarda l’arredamento, ma anche per quanto concerne la costruzio­

ne. Quindi non c’è coordinamento, onorevole Assessore.

Figuriamoci, poi, se allarghiamo il proble­

ma del coordinamento tra la strada e il mezzo che si muove lungo la strada, così come lo si intende in campo nazionale: passaggio del­

le competenze dal Ministero dei lavori pub­

blici alle dipendenze dirette degli organi che devono disciplinare il problema dei trasporti.

Io credo che abbiamo compreso ben poco di coordinamento, e la cosa non mi meravi­

glia, perchè, in sede di Giunta del bilancio, ebbi a porre una domanda, che non ha avuto risposta nemmeno in questa sede, a proposi­

to della Intendenza ai trasporti; problema, che fu sollevato in campo nazionale dall’ono­

revole Malvestiti e che si ricollega al proble­

ma ancora più vasto dalla costituzione del Consiglio superiore dei trasporti, che si vo­

leva costituire come un organismo burocra­

tico, ma che richiede invece una organizza­

zione di cui facciano parte gli operatori in­

tesi come industriali, utenti e consumatori- Questo è il problema del coordinamento, che è stato posto in campo regionale con una legge rimasta lettera morta e che noi abbia­

mo richiamato molte volte. La verità è, ono­

revole Assessore, che noi si parla in un modo e ci si risponde in un altro modo. Ciò signi­

fica, da un lato, che poco si studia e dall’altro che ci sono interferenze che impediscono allo Regione di esercitare in pieno la propria com­

petenza in materia di trasporti.

(3)

ResocontiParlamentari j j 3095 Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

E la questione della competenza è l’aspetto fondamentale del problema. Noi non potre­

mo mai parlare di efficiente azione per pro­

muovere lo sviluppo dei trasporti per la ri­

nascita della Sicilia, se non avremo un organo basato sulle competenze della Regione: com­

petenza legislativa dell’Assemblea e compe­

tenza funzionale dell’organo di Governo.

Quali sono queste competenze? In propo­

sito, ci sono stati degli interventi. L’onore­

vole Colosi ha posto in modo chiaro il pro­

blema, che è stato ripreso dall’onorevole Franchina; alla questione ha anche accennato l’onorevole Costarelli. L’articolo 17, comma a) dello Statuto statuisce che, entro i limiti dei principi ed interessi generali cui si infor­

ma la legislazione dello Stato, l’Assemblea regionale può emanare leggi relative all’or­

ganizzazione dei servizi interessanti le comu­

nicazioni e i trasporti regionali di qualsiasi genere, nessuno escluso. L’articolo 20 dello stesso Statuto attribuisce al Presidente della Regione e agli Assessori regionali funzioni esecutive ed amministrative concernenti le materie di cui agli articoli 14, 15 e 17. Sta­

mane, onorevole Assessore, Ella chiedeva conto a noi della minoranza, perchè avevamo chiesto notizie sui trasporti marittimi e as­

sumeva che la nostra competenza è limitata, secondo i principi stabiliti all’articolo 17. Eb­

bene, se lei avesse consultato il commento del La Barbera sullo Statuto della Regione sici­

liana — libro che è stato distribuito a tutti i componenti di questa Assemblea — avrebbe trovato la dimostrazione che la nostra com­

petenza nel settore delle comunicazioni e dei trasporti è esclusiva, entro i limiti definiti dall’articolo 17 del nostro Statuto. Il La Bar­

bera cita un giudizio di Don Sturzo e scrive testualmente: « Diverso, invece, appare il si-

« gnifìcato e la portata dell’articolo 17 dello

« Statuto siciliano. Tale norma, che non po-

«teva certo nel 1946 ispirarsi alla Costitu-

« zione, non presuppone e non può presup-

« poltre, 1’esistenza di leggi non precettive;

<( essa è, invece, come ha affermato il pro-

« fessone Sturzo, di' carattere generico ed

« orientativo ed impone solo di non creare,

« con le leggi regionali, principii antitetici ed

«interessi contrastanti». «T ale interpreta-

« zione è condivisa dall’Orlando Cascio: « l’ar-

« ticolo 17 presuppone una ordinaria legisla-

« zione dello Stato, dalla quale quei principii

« generali possono dedursi per astrazione.

« L’interpretazione del limite giuridico alla

« potestà legislativa della Regione siciliana

« sostenuta dalla citata dottrina trova rispon-

« denza in quella adottata dall’Alta Corte per

« la Regione siciliana, la quale ebbe ad af-

« fermare che la Regione, ai sensi dell’arti-

« colo 17, esercita un potere che si svolge « in

« armonia coi principi astratti che indirizzar;.:

« ed ispirano l’attività dello Stato nel suo di-

« namico sviluppo e con gli interessi generali

« della collettività nazionale, dai quali gli

« interessi regionali non sono dissociati, anche

« se abbiano particolare contenuto e ne siano

« differenziati nel tempo e nei modi, aderen-

« do a situazioni e ad esigenze regionali ».

Potestà esclusiva, quindi, al fine di soddi­

sfare alle condizioni particolari ed agli in­

teressi propri della Regione, e che trova un limite nei principii ed interessi generali, cui si informa la legislazione dello Stato. Potestà che compete a questa Assemblea e al Gover­

no regionale e che avrebbe dovuto concretiz­

zarsi in iniziative legislative tendenti a mo­

dificare la situazione siciliana e la legge del

’39, che impedisce una seria disciplina, una normalizzazione dei traffici sulla strade della Isola. Bisogna esaminare il problema dell’arti­

colo 20, onorevole Assessore, per quanto at­

tiene alle funzioni degli organi di Governo della Regione. Al Presidente e agli Assessori compete la funzione esecutivo-amministrativa per tutte le materie di competenza di questa Assemblea; la funzione amministrativa per tutte le altre non comprese negli articoli 14, 15 e 17.

Per l’articolo 17, comma a) tutta la mate­

ria delle comunicazioni e dei trasporti regio­

nali rientra nella competenza di questa As­

semblea. Accettando questo principio e l’in­

terpretazione che ne ha dato il Consiglio di giustizia amministrativa, si arriva alla con­

clusione che tutti gli uffici dello Stato ope­

ranti in Sicilia dovrebbero stare alle dipen­

denze dell’Assessorato per i trasporti e non dovrebbe esserci organo statale in Sicilia che non fosse disciplinato in questo modo, senza interferenze da parte del potere centrale, se non nei limiti stabiliti dallo Statuto, che, disci­

plinando questi organi, prevede la ispezione dei Commissari.

Nella mia relazione ho trascritto integral­

mente il commento del La Barbera ed il pensiero del Consiglio di giustizia ammini­

strativa. Da parte sua, onorevole Assessore,

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Resoconti Parlamentari — 3096 —•- Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

nessun accenno si è fatto, nella relazione da Lei resa a questa Assemblea. Sul problema della competenza legislativa di questa Assem­

blea e sulle funzioni del Governo in tema di trasporti, Ella ha taciuto e si è dilungato ad ammannirci delle frasi roboanti: « tutto procede bene; noi ci avviamo verso un avve­

nire meraviglioso in Sicilia ».

Non lo credo, onorevole Assessore. Le cifre, che ho riportato nella mia relazione — e si tratta di dati ufficiali — non autorizzano a prevedere questa rosea situazione per la Si­

cilia. Se andiamo ad esaminare particolarmen­

te i vari aspetti della multiforme gamma dei trasporti, iniziando l’indagine — come ho fat­

to nella mia relazione — dai trasporti ferro­

viari, noi ci accorgiamo della grave situazione esistente in tale settore.

Non ripeterò qui le cifre riportate nella mia relazione e che ritengo, quindi, acquisite da questa Assemblea; rileverò, piuttosto, che nel corso delle nostre indagini, abbiamo chie­

sto anche alcune delucidazioni riguardanti il problema della Cassa del Mezzogiorno e la interpretazione della legge 25 luglio 1952, nu­

mero 949, che stanzia SOmiliardi per opere di sistemazione straordinaria di linee a gran­

de traffico. Ebbene, secondo l’interpretazione data al riguardo, le linee a grande traffico sarebbero quelle riguardanti l’Italia meridio­

nale, esclusa però la Sicilia e inclusa la Sar­

degna. E’ questa una questione che va esa­

minata, perchè potrei ammettere per un mo­

mento l’interpretazione dell’onorevole Majo­

rana della Nicchiara quando ha detto che abbiamo bisogno di superare la strozzatura dei trasporti nell’Italia meridionale; ma se questa legge opera in Sardegna, debbo do­

mandare al Governo perchè non operi in Si­

cilia. E’ questo un aspetto sul quale l’onore­

vole Assessore ha completamente taciuto nel­

la sua risposta.

Esaminiamo gli aspetti del problema dei trasporti ferroviari. I traffici sono in aumen­

to, ed è logico che lo siano, perchè cresce la popolazione e aumentano le esigenze. Tutto è in aumento, e tutto risponde al corso della storia. Però, se dobbiamo dare un giudizio sui traffici siciliani, non dobbiamo fondarci sulle cifre assolute, come ha fatto stamattina l’Assessore circoscrivendo il fenomeno in una zona, ma fare riferimento alle percentuali.

E’ quest’ultima la strada giusta per potere giudicare, onorevole Assessore. Quando lei

afferma che i traffici in Sicilia sono aumen­

tati rispetto agli anni precedenti, io ho il di­

ritto ed anche il dovere di chiederle di pre­

cisare le variazioni che il fenomeno presenta nel resto d’Italia e di accertare se l’incremen­

to verificatosi in Sicilia sia maggiore o mi­

nore di quello che si riscontra nella Penisola.

Solo guardando il fenomeno nel suo aspetto statistico, noi possiamo giudicare se il Gover­

no ha agito in difesa della Sicilia e dare un giudizio esatto sulla situazione.

Nella mia relazione, io ho sviscerato tutti i dati del problema ed ho dimostrato che, mentre si constata un incremento in cifre as­

solute del traffico ferroviario, viaggiatori e merci, per il periodo gennaio-marzo 1952 ri­

spetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, si ha una diminuzione delle quo­

te percentuali della Sicilia nei rapporti del movimento nazionale.

Lo stesso fenomeno si riscontra per i tra­

sporti marittimi e per i traffici di altro tipo.

Ed io ho fatto rilevare che per i trasporti marittimi la situazione si aggrava: di fronte ad una espansione del Continente, c’è una enorme contrazione degli indici siciliani, tal­

ché noi siamo ben lontani da quello che era il ritmo normale del 1939. E così la Sicilia

— che, posta al centro del Mediterraneo, do­

vrebbe trarre dal mare enormi possibilità per la sua economia e per la sua autonomia — vede sminuire continuamente questi traffici, che dovrebbero essere la vita della Regione.

L’espansione dei traffici siciliani è forte­

mente limitata sia dall’irregolare fluttuazione del traffico attraverso lo Stretto di Messina, sia dalla consistenza e dallo stato degli im­

pianti, del materiale rotabile e delle navi-tra­

ghetto. Circa la consistenza di queste ultime siamo sempre allo stesso punto: quattro in attività di servizio e due sempre in ripara­

zione.

Sulla consistenza del materiale rotabile io ho posto particolarmente l’accento sulla mia relazione che è stata citata dall’onorevole Majorana della Nicchiara, ed ho dimostrato che essa, oggi in Italia, è inferiore a quella del 1938, con l’aggravante che i traffici sono au­

mentati; ragione per cui si deve far fronte ad una maggiore prestazione con materiale numericamente inferiore. La conseguenza e un maggiore logorio del materiale di trazione e rotabile; e la situazione si aggraverà sempre più in prosieguo, perchè il Governo centrale

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Resoconti Parlamentari 3097 Assemblea Regionale Siciliana

Il Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

persegue una politica di investimenti impro­

duttivi: la politica del riarmo, che impedisce di sanare questa situazione.

Con riferimento all’anteguerra, al 31 marzo 1952, si ha una variazione in meno di ben 28mila 768 carri merci, di 2mila 219 locomo­

tive a vapore e di 1.863 carrozze viaggiatori;

intanto il traffico segna un enorme incremen­

to per quanto riguarda i passeggeri.

E’ necessario esaminare questa situazione, onorevole Assessore, riferendoci agli stessi dati che il Ministro Malvestiti ha fornito, in Parlamento, nel suo discorso sul bilancio dei trasporti, anche per vedere come si sono in­

crementati i traffici nel territorio nazionale.

Le ferrovie dello Stato hanno registrato nel 1939, viaggiatori - chilometro: 12miliardi 647 milioni; nel 1951, viaggiatori - chilometro: 21 miliardi 27milioni. Il che significa che, nel 1951 c’è un aumento dell’83 per cento del traffico viaggiatori, rispetto al 1939.

Ebbene, la consistenza del materiale viag­

giatori non è più quella del 1938, ma è molto al disotto: al 31 marzo 1952 vi erano 1.863 carrozze in meno rispetto al 30 giugno 1939.

Mi riferisco al 31 marzo 1952, perchè a tale data si ferma l’ultimo Bollettino ufficiale del­

le fer ro-vie dello Stato, cui ho attinto i dati.

Traffico delle merci sulle ferrovie dello Sta­

to; nel 1939, tonnellate - chilometro ^m iliar­

di 293milioni; nel 1951, llm iliardi 598milioni.

Quindi, i traffici delle merci per ferrovia non sono aumentati rispetto al 1939, ma sono di­

minuiti.

Il problema si ricollega alla deficienza dei carri: sono esattamente 28mila 768 i carri merci che mancano alla consistenza del parco ferroviario quale era al 30 giugno 1939, e la esiguità degli stanziamenti (1 per cento) de­

stinati al rinnovamento del materiale rotabile condanna ad una progressiva riduzione il ma­

teriale disponibile, che non è interamente rin­

novato, con conseguente maggiore pregiudi­

z i per le linee siciliane, che sono considerate meno importanti, e che hanno visto peggiora­

re la consistenza del loro materiale rispetto

“^'anteguerra, non solo quantitativamente, ma anche qualitativamente.

E qui cade acconcio parlare di quella che deve essere una giusta politica dei trasporti, cosi come è disciplinata anche dalla legge.

In condizioni normali, cioè senza tener eon- 1° di tutte le conseguenze della guerra, la

legge 25 giugno 1909, numero 372, prevede che sia destinato al rinnovamento del mate­

riale rotabile e delle navi-traghetto il 2,50 per cento dei prodotti del traffico, che per l'eser­

cizio 1952-53 sono stati preventivamente va­

lutati intorno a 174miliardi complessivamen­

te. Applicando a tale cifra la percentuale pre­

vista dalla suddetta legge, noi avremmo do­

vuto avere uno stanziamento di 4miliardi 350milioni per rinnovamento del materiale.

Ebbene, nel bilancio dei trasporti la misura è stata ridotta all’ l per cento, sicché per lo esercizio in corso, la somma destinata al rin­

novamento del materiale sarà appena di 1 miliardo 740milioni, con uno scarto in meno sul minimo previsto della legge, di 2miliardi 610milioni.

Si badi che il parco ferroviario è costitui­

to in parte da vecchio materiale, che non si è potuto rinnovare per l’esigenza della rico­

struzione dei danni di guerra. Questa è la si­

tuazione in cui ci troviamo ed è chiaro che le più sacrificate sono la Sicilia e la Sardegna e, in genere, le zone depresse del Mezzogiorno.

Quanto abbiamo detto per il materiale ro­

tabile, potremmo ripeterlo per gli impianti fìssi, per i binari che non si rinnovano in mi­

sura adeguata; prima della guerra, si rinno­

vavano, ogni anno, circa 530 chilometri dì bi­

nari; oggi, invece, sì debbono ancora ripara­

re i danni di guerra, e non si provvede, quin­

di, al rinnovamento in misura sufficiente.

Di fronte ad una situazione così grave, si impone la ricerca della causa che impedi­

sce l’opera di l'innovamento. E’ innegabile che tale causa sta nella politica di investimen­

ti improduttivi, nella politica di riarmo. E non a caso, nella mia relazione, ho rilevato le va­

rie tappe che segnano il declino degli inve­

stimenti produttivi e il contemporaneo au­

mento degli investimenti improduttivi, che sono destinati ad accrescersi in misura sem­

pre più cospicua.

Dì fronte ad una prospettiva di questo tipo, come si può, onorevole Assessore, venire a dire all’Assemblea che l’avvenire della Sici­

lia è brillante?

Io credo che con affermazioni del genere non si fanno gli interessi della Sicilia. La Si­

cilia va difesa, attuando l'autonomia, soddi­

sfacendone le esigenze, e non va presa in giro con frasi altisonanti, che non hanno ri­

spondenza alcuna nella realtà. Questa è la

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Resoconti Parlamentari — 3098 — Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

critica fondamentale, che noi muoviamo per il settore delle Ferrovie dello Stato.

Ma, per l’articolo 20 dello Statuto regiona­

le siciliano, mi dica, onorevole Assessore, qua­

le sarebbe stata la sua funzione? Faccia la au­

tocritica pensi alle cose che le ho detto, le ri­

ferisca ai suoi colleghi di Governo e in parti­

colare al responsabile dei servizi in questione, al Presidente della Regione, che in atto è as­

sente dall’Aula.

Non eravamo nel torto noi, quando, in pas­

sato, affermammo che l’azione fondamentale da svolgere in questo settore era quella di dare efficienza all’organo di Governo, di ele­

vare l’organo di Governo ad Assessorato. Ma

— ed è bene che ciò sia ribadito — elevare l ’organo di Governo ad Assessorato, per noi significa risolvere un problema fondamenta­

le: creare un organo efficiente e non un or­

gano che abbia soltanto la veste di assesso­

rato.

Ebbene, c’è stata, in proposito, una pole­

mica in passato. L’Assemblea ha richiesto va­

rie volte l’elevazione dell’organo di Governo ad Assessorato, e la Giunta del bilancio se ne è fatta portavoce, ripetute volte, nelle discus­

sioni. Ci è stato detto che non era possibile, ostandovi le norme di attuazione del 1948.

Ma, cosa strana, noi abbiamo appreso in Giun­

ta del bilancio, proprio dall’onorevole D’An­

gelo, che tutto quello che era di ostacolo, per elevare i servizi di trasporto ad Assessorato, non lo è stato per l’Assessorato per il turismo, che può così conservare ancora tale dizione.

Secondo l’onorevole D’Angelo (ed io sono di accordo con lui, purché non si usino due mi­

sure diverse) le norme di attuazione stabili­

scono, sì, che devono essere otto gli assessori effettivi, ma ciò non vieta che si possano co­

stituire anche degli assessorati, senza che ci sia a dirigerli l’assessore effettivo.

E noi non comprendiamo perchè non si possa usare per l’Assessorato per i trasporti la stessa procedura che si è usata per l’Assesso­

rato per il turismo. E’ una questione, questa, che abbiamo posto nella nostra relazione e ci meraviglia che l’Assemblea non l’abbia rile­

vato. Noi attendiamo che risponda, alla fine del dibattito, l’onorevole Presidente della Re­

gione, perchè non possiamo ammettere che il servizio del turismo e dello spettacolo, la cui importanza è indubbiamente inferiore rispetto a quello dei trasporti, mantenga ancora la.

dizione e la veste di assessorato, e che invece i trasporti, che hanno esigenze superiori, per­

mangano ancora allo stato di servizio.

E passo ad occuparmi del problema dei tra­

sporti su strada. Se ne è parlato tanto e se ne parla ancora. Contrasto fra trasporti su strada e trasporto su rotaie. La realtà è que­

sta: si sviluppano i trasporti su rotaie e quel­

li su strada. Le cifre parlano chiare. E allora possiamo riferirci ai dati, perchè questi il­

luminano in modo chiaro le situazioni. E i dati sono stati forniti dallo stesso Ministro dei trasporti, onorevole Malvestiti: 21miliardi circa di viaggiatori - chilometro nelle ferro­

vie dello Stato, 5miliardi 486milioni nelle fer­

rovie in concessione e in altri mezzi (tranvie estraurbane) ; 8miliardi 450milioni nelle stra­

de, cioè nei trasporti automobilistici. La fer­

rovia mantiene ancora il primato: 21miliardi difronte a 8miliardi 450milioni.

Non abbiamo lo specchio di raffronto per quanto riguarda il trasporto merci, ma credo che ci servirebbe ben poco.

Onorevole Assessore, quanto ho detto, si ricollega, a quello che dirò a proposito della soppressione delle ferrovie secondarie in Si­

cilia, siano esse ferrovie dello Stato o in con­

cessione, o ferrovie provenienti da società pri­

vate e poi assorbite dalPA.I.R.I.: Siracusa-Ra- gusa-Vizzini, Circum-etnea.

In Giunta del bilancio Ella è stato esplicito.

Ci ha fatto sapere che il Direttore generale delle ferrovie dello Stato, ingegnere Di Rai­

mondo, aveva fatto un passo verso la Regio­

ne, in termini assai chiari. Le ferrovie secon­

darie in Sicilia rappresentano un passivo di 1 miliardo e mezzo per lo Stato; bisogna pre­

parare presupposti psicologici per la soppres­

sione di queste ferrovie. Il problema va po­

sto in questi termini, anche se crudi.

Ebbene, onorevole Assessore, quello che lei ha detto questa mattina non (modifica pf1' nulla tali termini. Piuttosto, noi potremmo aggiungere dell’altro.

Un miliardo e mezzo di passivo in Sicilia1 se dovessimo discutere così la questione, do­

vremmo arrivare anche alla soppressione del­

le ferrovie dello Stato, che hanno un passivo di 43miliardi, in campo nazionale.

Ma quello che predomina è l’interesse 'pub­

blico non la stretta contabilità. I bisogni col;

lettivi richiedono in Sicilia la presenza c queste ferrovie, e noi non possiamo accettai

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Resoconti Parlamentari — 3099 — Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

una tesi, che potrebbe anche diventare una imposizione, quando ci si trova di fronte a un Governo regionale, che rinuncia ai poteri che promanano dagli articoli 17 e 20 dello Statuto.

Questo è il punto su cui noi richiamiamo l’attezione. Ma, se anche dovessimo ammet­

tere per un momento la possibilità che le fer­

rovie secondarie, siano esse gestite dallo Sta­

to o date in concessione, possano essere sop­

presse, come potrebbero essere sostituite?

Esistono forse in Sicilia delle autostrade, per quanto riguarda il traffico estraurbano dei passeggeri? Esistono delle camionabili, che garantiscono il trasporto merci? No. Eb­

bene, quando noi realizzeremo questo, solo allora potremo accettare la tesi della soppres­

sione delle ferrovie secondarie, perchè non ne nascerebbe un danno per la popolazione.

Il problema di modificare la struttura del­

le ferrovie in concessione in tutta Italia, si può porre solo se si dispone del mezzo fonda- mentale per circolare: la strada. Ma dove manca la strada, quando lei ha soppresso le ferrovie cosa metterà?

E' questo il problema che noi poniamo in questa Assemblea. E’ chiaro che le intenzioni dell’ingegnere Di Raimondo non possono che riguardare le ferrovie secondarie dello Stato, perchè l’ingegnere Di Raimondo non ha com­

petenza per quanto riguarda i servizi in con­

cessione. Per questi servizi, l’onorevole Mal­

vestiti ha dichiarato in Parlamento che su 5400 chilometri (che lei, onorevole Assessore, ha arrotondato a 6000, non so perchè) 1250 chilometri dovrebbero usufruire di un sussi­

dio di rivalutazione, per porre la gestione in condizione più normale e 3.150 chilometri do­

vrebbero, invece ricevere, oltre al sussidio di rivalutazione, un contributo per il rammo- dernamento. La rimanente parte, secondo lo onorevole Malvestiti, deve essere soppressa f sostituita con traffici su strada, con auto­

bus.

Ebbene, mi dica l’Assessore quale sorte e fettiva avranno la Circumetnea e la Ragu- sa-Siracusa-Vizzini, che rientrano in questa disc:

satonmmazione. Noi abbiamo votato, in pas- numerosi ordini del giorno; ma, cosa Dana, gli ordini del giorno approvati da que-

a Assemblea legislativa, che dovrebbero destituire un impegno assoluto per il Governo Rionale, non vengono mai eseguiti.

Ricordo l’ordine del giorno per l’assegna­

zione di 500milioni alla cooperazione agricola, votato nel 1949 sotto l’urgenza delle lotte con­

tadine, e che rimase, poi, lettera morta. I miei colleghi si sono premurati a presentare altri ordini del giorno, però noi dovremmo sta­

bilire il rispetto di una prassi fondamentale, che esige, una volta votato un ordine del giorno, che il voto si traduca in un impegno tassativo per il Governo e non diventi lettera morta.

E passo, onorevole Assessore, ad occuparmi del problema delle intendenze, sollevato in sede di Giunta del bilancio, senza che Ella desse una risposta. Le intendenze — che do­

vrebbero occuparsi di coordinare i trasporti terrestri, marittimi e aerei — pongono un problema che investe un organo superiore a quello che doveva essere il Consiglio supe­

riore dei trasporti. Però', limitato ai trasporti terrestri, nel pensiero del Governo centrale, il coordinamento va raggiunto attraverso la istituzione di intendenze dei trasporti per zona.

Cosa è, in effetti, l'intendenza dei traspor­

ti? Un ufficio — dice Malvestiti — di mode­

ste proporzioni, che si preoccupi di risolvere i contrasti che sorgono tra i trasporti su stra­

da e quelli su rotaia e i contrasti che sorgono fra gli industriali che esercitano le linee su strada. Il problema — che si dovrebbe risol­

vere definitivamente con una modifica alla legge del 1939 — lei lo vorrebbe risolvere, in Sicilia, attraverso le autostazioni: stru­

menti, questi, indicati anche dall’onorevole Malvestiti, ma con un aspetto diverso, perchè anche in campo nazionale si pensa di istituire delle società per azioni, cui concorrano come azionisti degli enti pubblici, controllati dalle Ferrovie dello Stato, e che dovrebbero, attra­

verso la istituzione di autostazioni, risolvere il problema del coordinamento dei trasporti su strada, come problema di disciplina e di normalizzazione.

Ma, se la funzione dell’Assessorato è quella di coordinare i trasporti in Sicilia — e noi abbiamo posto il problema in sede di Com­

missione — è chiaro che un organo di questo tipo deve essere posto alla dipendenza della Regione e non del Governo centrale. Se il nostro Statuto fosse stato attuato, se l'arti­

colo 20 fosse stato applicato, noi non ci tro­

veremmo in questa situazione; ma non c’è

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Resoconti Parlamentari — 3100 — Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

dubbio che il problema si riproporrà in se­

guito e dovrà essere posto in termini chiari.

La funzione di coordinamento, nella regio­

ne ed extraregione, deve essere esercitata esclusivamente dall’organo assessoriale. Pos­

siamo essere d’accordo in altro senso: che lo Assessore coordini i problemi della Sicilia con quelli di altre zone d’Italia; però non siamo di accordo — e lo dico a nome dell’opposizione

— che venga istituita una intendenza dei tra­

sporti che non sia posta alle strette dipenden­

ze dell’organo assessoriale. Ove questo or­

gano dovesse essere fuori dell’ambito del con­

trollo assessoriale noi svuoteremmo comple­

tamente l’autonomia di ogni significato.

Credo che questa questione vada esaminata attentamente. Mi dispiace che l’Assessore non abbia compreso in pieno la nostra richiesta e che non si sia sufficientemente documentato su quello che è il pensiero del Ministro, rela­

tivamente a questo organo che dovrebbe sorgere.

Il problema delle autostazioni dovrà es­

sere risolto, e su questo siamo d’accordo. Noi demmo, allora, la nostra adesione all’iniziati­

va dell’onorevole Tocco perchè reputiamo che i trasporti su strada, in Sicilia, devono essere regolati e disciplinati. E’, come dice Malve­

stiti, un sistema per rendere modificabile, per approssimazione, la legge del 1939.

Non c’è dubbio che si impone la necessità di intervenire nei trasporti su strada; questi avvengono in modo disordinato, si sviluppano nelle zone ricche e mancano nelle zone pove­

re, con sovrapposizioni di concessioni e lotte tra i concessionari nelle prime, e con conse­

guenti gravi disagi per gli utenti, che sono co­

stretti a viaggiare in autobus sovraccarichi, senza potere peraltro protestare, senza poter richiamare i concessionari al rispetto delle norme che regolano le concessioni.

Le autostazioni dovrebbero servire un po’

come punto di riferimento e di regolarizza­

zione nei confronti dei concessionari e richia­

marli al rispetto delle concessioni; rispetto che s’impone.

Ma il problema delle autostazioni, noi, ol­

tre a vederlo nella direzione di coordinamen­

to anche di orari, di rilascio di biglietti per permettere agli utenti di potersi servire di autobus che percorrono altre linee in conces­

sione, lo vediamo come mezzo della Regione

per intervenire seriamente nel coordinamento dei trasporti.

Del resto, i compiti delle autostazioni sono stati definiti chiaramente dallo stesso Malve­

stiti, il quale ritiene che si possa, per loro mezzo, attuare una concentrazione degli scali di arrivo e partenza e di transito, in luoghi stabiliti, fissati per ogni centro abitato e resi noti agli utenti. Attualmente avviene che ogni impresa ha un proprio centro di raccolta, contribuendo così a fare degli autoservizi, non una rete organica, ma un disordinato nu­

mero di linee a se stanti.

Le autostazioni dovrebbero servire alla di­

vulgazione degli orari, delle coincidenze e del­

l'eventuale obbligo di passaggio a porte chiu­

se, obbligo che non viene sempre rispettato per cui talvolta avviene che i concessionari di alcune linee assorbono gli utenti, che dovreb­

bero essere destinati ad altre linee, con con­

seguente affollamento sugli autobus. Ma, so­

prattutto, le autostazioni dovrebbero consen­

tire l’esercizio della vigilanza delle autorità per il rispetto degli orari, per evitare gli af­

follamenti, per verificare lo stato di sicurez­

za dei mezzi.

Per quanto concerne la gestione delle au­

tostazioni, noi, da tempo, abbiamo posto la esigenza che essa sia affidata all’A.S.T., che è un organo direttamente controllato dalla Regione e, come tale, può ben esercitare in Sicilia la funzione di regolarizzazione e di controllo, funzione che potrebbe essere eser­

citata male da gestioni private, le quali po­

trebbero soggiacere a determinate pressioni di interessi. Noi sosteniamo ancora la nostra tesi, e pensiamo che si debba provvedere in questa direzione. L ’onorevole Assessore ci ha dato assicurazione in questo senso; noi pren­

diamo atto di tale assicurazione e ci auguria­

mo che essa diventi realtà e non resti lettera morta, come i numerosi ordini del giorno che questa Assemblea ha votato e che poi non sono stati tradotti in pratica dal Governo.

E passo ad occuparmi del problema della A.S.T., che è collegato all’incremento delle autolinee in Sicilia. Lo sviluppo chilometrico degli autoservizi di linea è enorme rispetto alla consistenza di anteguerra. In campo na­

zionale, nel 1951, rispetto al 1938, le autolinee si sono incrementate del 3,3 per cento; nella Regione del 3,5 per cento. Però, se andiamo ad esaminare la distribuzione delle autolinee,

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II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952 Resoconti Parlamentari — 3101 — Assemblea Regionale Siciliana

ci accorgiamo che in Sicilia c’è ancora molto da fare per le zone depresse, dove i proventi non sono tali da allettare le società private.

E’ chiaro che una funzione fondamentale in questa direzione spetta all’A.S.T. D’altro can­

to assegnare all’A.S.T. linee passive signi­

fica dover provvedere ad una integrazione di bilancio per l’Azienda. Sono questioni che ab­

biamo trattato ampiamente in Giunta del bi­

lancio e negli esercizi passati.

L’anno scorso in sede di Giunta del bilancio avevamo anche deciso procedere ad una in­

chiesta sullo stato dell’A.S.T., perchè la Giun­

ta potesse suggerire i mezzi per sanare la si­

tuazione. Il problema, rimasto giacente nella Giunta del bilancio, fu riproposto in questa Assemblea con un ordine del giorno, che, fu, sì, votato, ma che è rimasto inoperante.

Noi riproponiamo ancora una volta in que­

sta Assemblea il problema, e chiediamo fer­

mamente che l’ordine del giorno votato in- precedenza venga posto in esecuzione, come del resto è prassi parlamentare.

Traffici marittimi. La situazione del settore è grave. La contrazione dei traffici marittimi siciliani rispetto a quelli del complesso na­

zionale è legata intimamente con la situazio­

ne dei porti e dei natanti. Io non mi soffer­

merò sul problema, rimandando i colleglli ai dati e alle considerazioni svolte nella rela­

zione di minoranza. Mi limiterò a sottolineare la gravità della dichiarazione dell’onorevole Assessore, che ha assunto di non avere com­

petenza su questi traffici, mentre, invece, lo Statuto gliela attribuisce.

Traffico aereo. Poste e telecomunicazioni.

Nel settore del traffico aereo si rileva una contrazione sul numero dei velivoli sia in campo nazionale che in campo regionale. Ciò crea particolari condizioni di disagio per i passeggeri, perchè, se da un lato si contrae il numero dei velivoli e delle linee, daLTaltro aumenta il numero dei viaggiatori. Questo aspetto è stato sottovalutato, onorevole Asses­

sore, come sottovalutata è stata anche la que­

stione che riguarda le poste e le telecomu­

nicazioni.

Per ì telefoni in passato, sia in sede di Giunta del bilancio che nella discussione in Assemblea, sono state rilevate numerose de­

ficienze, e ci si è richiamati sempre al rispetto della convenzione che la S.E.T. ha con la Sta- '■0- Al riguardo, è chiaro che, in Sicilia, allo

Stato si sostituisce la Regione, ed io nella mia relazione ho fornito dati esaurienti per dimo­

strare la gravità della situazione delle tele­

comunicazioni in Sicilia.

Non meno grave è la situazione delle poste.

I proventi postali e telegrafici sono forti in Sicilia. Ma non possiamo dire che ci sia stata un’adeguata azione, perchè, se andiamo ad esa­

minare lo stato degli stabili e dei servizi, ci accorgiamo che in decine di comuni siciliani esistono ancora locali inadeguati e servizi pe­

donali, mentre altrove tutto ciò è già superato.

Bastano queste cose per denunziare lo stato di arretratezza della Sicilia nel settore delle poste e delle telecomunicazioni, e per dimo­

strare la non preoccupazione o la insufficiente azione degli organi del Governo regionale nel porre in giusto rilievo, presso il Governo cen­

trale, la situazione siciliana. Le conclusioni della mia critica non possono essere difformi da quanto ho scritto sulla situazione dei ser­

vizi dei trasporti e delle comunicazioni nella relazione di minoranza, stesa per conto del Blocco del popolo.

Rileggo, quindi, le conclusioni, della mia relazione:

« La posizione del relatore della maggioran-

« za e le idee espresse dall’Assessore, in seno

« alla Giunta del bilancio, ci hanno convinti

« della opportunità di dare una maggiore am-

« piezza, rispetto al passato, al contenuto di

« questa relazione.

« Non è mai troppo sottolineare la influen-

« za che i trasporti e le comunicazioni eserci-

« tano sullo sviluppo ed il progresso econo-

« mico e sociale dei complessi territoriali. Di

« fronte a tale realtà non ci potrà trovare con-

« senzienti il tentativo di minimizzare il di-

« battito in una materia in cui la nostra Re-

« gione, conformemente al suo Statuto, ha

« competenza estesa ai trasporti di qualsiasi

« genere, sia pure limitata dagli interassi ge-

« nerali e dalla legislazione dello Stato.

« Le riserve manifestate dal relatore di

« maggioranza e dall’Assessore ci fanno du-

« bitare, alla stregua dell'analisi fatta, che

« si voglia giustificare la inerzia governativa

« che rende ancora più grave le deleterie

« conseguenze della corsa al riarmo che, pur-

« troppo, si fanno sentire in modo sempre

« più crescente e generale su tutta la Na-

« zione e con punte più marcate sulla nostra

« Regione.

Resocónti, j. 424 (700)

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Resoconti Parlamentari3102 Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

« Le conclusioni che noi traiamo non sono

« difformi da quelle degli anni precedenti.

« In sintesi, come abbiamo già osservato, è

« venuta meno quell’azione unitaria, raziona-

« le, coordinata, che l’Assessorato, nell’inte-

« resse dell’autonomia, avrebbe dovuto con-

« durre per modificare il tradizionale indiriz-

« zo del Governo dello Stato. Per questi mo-

« tìvi richiamiamo ancora una volta l’atten-

« zìone dell’Assemblea sulla necessità di prov-

« vedere:

« 1) al potenziamento funzionale dello

« organo di Governo con la elevazione del

« servizio ad Assessorato, con un maggiore

« coordinamento degli uffici dello Stato con

« i poteri attribuiti alla Regione nel settore

« dei trasporti e delle comunicazioni;

« 2) all’effettivo miglioramento dei mez-

« zi ferroviari da adeguare alle più progre-

« dite ed efficienti condizioni patrimoniali del

« complesso nazionale, rivendicando con ur-

« genza: il completamento della progettata

« elettrificazione; un più idoneo servizio dei

« traghetti per la intensificazione del traffico

« attraverso lo Stretto; la sistemazione delle

« ferrovie secondarie, specie delle due a con-

« cessione privata: Circumetnea e Siracusa-

« Ragusa-Vizzini;

« 3) alla costruzione di autostrade, di ca-

« mionabili, di arterie della viabilità minore,

« indispènsabili alla discriminazione, norma-

« lizzazione ed intensificazione del traffico su

« strada;

« 4) alla definitiva sistemazione della

« A.S.T. nel quadro delle necessità e del coor-

« dinamento del pubblico interesse della Re-

« gione e delle esigenze sociali del personale

« nonché alla riforma della legge 28 settem-

« bre 1939, numero 1822, per la concessione

« delle autolinee; all’impianto organico delle

« autostazioni in base al decreto legislativo

«presidenziale 19 aprile 1951, numero 21, ed

« alla concessione della gestione di queste alla

« Azienda siciliana trasporti;

« 5) alla creazione di mezzi idonei alla

« intensificazione dei traffici marittimi;

« 6) alla normalizzazione e alTincremen-

« to del traffico aereo;

« 7) ad un servizio delle poste e teleco-

« municazioni maggiormente rispondente alle

« esigenze isolane ».

Sono queste le conclusioni nostre, che ripro­

ducono, in sostanza, quelle degli esercizi pas­

sati. Noi le ripeteremo sempre, finché non sa­

ranno soddisfatte le nostre richieste. Con que­

ste conclusioni ha termine la mia replica al discorso dell’Assessore ai servizi dei trasporti e delle comunicazioni. (Applausi dal settore del Blocco del popolo)

Passo ora ad un’altro settore: Pesca e at­

tività marinare. Anche qui sorge il problema dell’efficienza dell’organo di Governo nel pre­

disporre i mezzi per la rinascita della Sicilia.

La parte ordinaria del bilancio non ci offre spunti di critica: si tratta di spese per il per­

sonale. La parte straordinaria è stata oggetto di un’ampia discussione in sede di Giunta del bilancio, a proposito della soppressione dei due capitoli 571 e 572 e la creazione di un nuovo capitolo, il 577, che viene ora assorbito da una legge che abbiamo votato, per concedere con­

tributi a favore dei pescatoli siciliani.

In Giunta del bilancio sono state fatte da parte dell’Assessore delle dichiarazioni (che noi ci siamo fatti dovere di riprodurre inte­

gralmente nella relazione di minoranza) ri­

guardanti la soppressione dei capitoli 571 e 572 con la creazione di un nuovo capitolo, che prevedeva una spesa di lOOmilioni. In effetti ci troveremmo ancora in questa situazione se l’Assemblea non avesse accantonato la discus­

sione sulla legge del bilancio e da parte no­

stra non fosse stato richiesto, per necessità, di discutere preventivamente la legge che si lega al capitolo 577.

L’onorevole Assessore ben sa che questa legge ha avuto per relatore un deputato del Blocco del popolo; egli ben sa quale sia stata la preoccupazione da cui siamo stati mossi in sede di Giunta del bilancio. Ma prima di ad­

dentrarmi sulla situazione della pesca, voglio trattare proprio l’aspetto di questa legge: uno stanziamento di un miliardo in quattro anni

— 250milioni l’anno — ridotti, nell’imposta­

zione in bilancio del relativo capitolo di spe­

sa, a lOOmilioni, e, successivamente, riportati a 250milioni.

Non c ’è dubbio che dobbiamo rivendicare anche il nostro apporto per questa modifica e ritengo che molto sia servita anche la no­

stra azione di critica.

Però vorrei qui sottolineare un altro aspet­

to della questione: questa legge sarà operante?

Ecco il problema che io pongo. Sarà operante

(11)

Resoconti Parlamentari •—- 3103 — Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIV SEDUTA 30 Ottobre 1952

come legge generale, così come è stato indi­

cato, o sarà, invece, operante per zone ristrette della Sicilia?

I numerosi interventi che si sono fatti su questo argomento hanno sottolineato questo dubbio. C’è un problema fondamentale che si lega al sorgere di un armamento pescherec­

cio: la base di appoggio. Ora, in Sicilia, vi­

sorio basi di appoggio, porti pescherecci, porti sviluppati e vi sono zone sprovviste di porti pescherecci, che non hanno basi di appoggio;

i pescatori di queste ultime zone, come faran­

no ad usufruire di questa legge? Dovrebbero trasferirsi. E’ questo il problema che noi vo­

gliamo fare rilevare.

La legge sarà operante per la provìncia di Trapani, supponiamo, perchè Trapani ha una attrezzatura di porti che lo consente e, salvo particolari condizioni, sarà operante per altre provincie- Ma vi sono provincie che non hanno racle sicure per potere accogliere i motope­

scherecci. Per questo facciamo riserve sul contenuto e sulla operosità di questa legge.

Premesso ciò, devo dire che noi siamo per il mantenimento dei capitoli 571 e 572. Noi ve­

devamo e vediamo questa legge come prov­

vedimento integrativo delle altre provviden­

ze; vi sono altri contributi in altre direzioni che devono essere operanti. C’è il problema della scuola marinara; noi siamo d’accordo acchè sia mantenuto lo stanziamento per que­

ste scuole.

DI BLASI, Assessore delegato alla pesca ed alle attività marinare. E’ stata predisposta una variazione di bilancio.

NICASTRO, relatore di minoranza. Opera più costruttiva di questa noi non avremmo po­

tuto offrire come crìtica. Ricordo che l’ono­

revole Assessore, in Giunta del bilancio, ebbe a chiedere l’ausilio della Giunta per il grave problema che sorge dalla impostazione che si è data al bilancio della pesca. E non c’è dub­

bio che tutto questo denuncia una contraddi­

zione in seno al Governo, contrasto che cer­

tamente non opera a favore dell’autonomia.

E’ chiaro che noi abbiamo il diritto dì denun­

ciare queste cose.

E io non so, come dicevo prima, quale sa­

rebbe stata la sorte della legge dei 250milioni Per quattro esercizi, se non fosse stato fermo il nostro atteggiamento nei confronti della

politica di spesa della Regione. Però, onore­

vole Assessore, se noi le veniamo incontro so­

stenendo la tesi che bisogna conservare i ca­

pitoli 571 e 572, abbiamo anche il dovere di dire che, nonostante le apparenze, non si ri­

leva, attraverso la sua relazione, che si adotti un’efficiente politica, per risolvere il proble­

ma della pesca in Sicilia.

Il fatto che sia aumentata la produzione del pescato dice ben poca cosa: è il fluttuare di una situazione che si riflette non solo sul li­

torale siciliano ma anche sugli altri litorali d’Italia e, pertanto, non può darci un’indica­

zione sull’azione che nel settore della pesca il Governo ha esplicato.

Ella stamattina ha portato in Assemblea dei dati che io ho il dovere di correggere. I dati di produzione sono in aumento nel 1951 ri­

spetto al 1950. Sono anche in aumento nel pri­

mo quadrimestre ’52 rispetto al primo quadri­

mestre ’51, ma il volume della produzione si­

ciliana non è quello che lei ha indicato. Il volume indicato dall’organo ufficiale, dall'Uf­

ficio centrale di statistica è, per il '51. di 480 mila quintali. Ella stamattina ha parlato di SOOmila quintali!

DI BLASI, Assessore delegato alla pesca ed alle attività marinare. Mi riferivo al periodo dal P luglio ’51 al 30 giugno ’52. Non all’anno solare, ma all’anno finanziario.

NICASTRO, relatore di minoranza. Ad ogni modo, onorevole Assessore, Ella ha parlato di una produzione, in Sicilia, di 15miliardi di lire. Io la invito per un momento a riflettere:

la produzione nel 1951 è stata esattamente dì 480mila quintali, ma ammettiamo, per facilità di calcolo, che sia stata di mezzo milione di quintali; cinquecentomila quintali sono 50 milioni di chili; se noi consideriamo un prez­

zo di 100 lire al chilo — e stamattina l’onore­

vole Grammatico ha parlato dì un prezzo oscillante fra le 20 e le 40 lire al chilo per il pesce turchino — arriveremo a Smiliardi ap­

pena e non a 15milìardi.

DI BLASI, Assessore delegato alla pesca ed alle attività marinare. Ella parte da presup- ' posti troppo diversi dai mìei. Parliamo due

lingue differenti.

PIZZO. Chi le ha fornito le cifre che ha esposto qui?

(12)

Resoconti Parlamentari — 3104 — Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CIY SEDUTA 30 Ottobre 1952

DI BLASI, Assessore delegato alla pesca ed alle attività marinare. Le capitanerie di por­

to: sono organi periferici che non dipendono dalTAssessorato.

NICASTRO, relatore di minoranza. Le dirò di più. Nella valutazione del reddito nazio­

nale fatta dal Ministro Pella in sede di rela­

zione economica generale e riferita ai vari componenti del reddito, viene assegnata alla pesca una produzione lorda di 19miliardi di lire per il 1951. Ciò coincide con gli altri dati, perchè, se si divide la cifra di 19 miliardi per quella indicativa della intera produzione na­

zionale, si troverà un prezzo corrente am­

missìbile; se invece si divide la cifra di 15 miliardi che lei ha indicato per quella della produzione siciliana, si avrà come risultato un prezzo medio enorme.

La Sicilia, pur avendo enormi possibilità come prospettiva — lo dirò in seguito, perchè questo è importante nei confronti delle diret­

tive per una nostra politica della pesca — , non è il primo litorale di produzione in Italia. Il primo litorale è l’Adriatico col 40 per cento della produzione totale. La Sicilia oscilla in­

torno al 29-30per cento. Il 30 per cento su 19 miliardi sono appena 5miliardi e 700milioni, che è la cifra da noi indicata nella nostra re­

lazione.

Ella non l’ha letto; se l’avesse letto e avesse per un momento confrontato le rispettive ci­

fre, si sarebbe accorto dell’enorme divario.

Ma un altro è l’aspetto del problema che ci preme, soprattutto, segnalare. Considerando in 5miliardi e 700milìoni di lire il valore della produzione annua in Sicilia, ai pescatori sici­

liani, detratta la quota spettante al capitale, resterebbero soltanto 8mila lire al mese per ciascuno. E noti che nel mio calcolo mi sono servito dei dati da lei stesso forniti per quan­

to riguarda l’incidenza dei redditi di lavoro sul ricavo totale.

Ciò costituisce la chiara denuncia della estrema condizione di miseria in cui versano questi lavoratori. Se devo poi tener conto del­

la cifra di 44mila pescatori da lei considerata fio so che le statistiche indicano resistenza in Sicilia di 32mila pescatori; la cifra di 44 mila è stata fornita da lei ed io l’accetto) que­

sta somma mensile si abbasserà ancora. A p­

pare così evidente in quale enorme disagio — -come è stato diverse volte denunziato dai col­

leghi dell’opposizione — versano non solo i pescatori che operano in modo autonomo, riu­

niti in cooperative, ma anche quei pescatori che lavorano alle dipendenze di imprese ar­

matoriali attrezzate per la pesca.

Io non ricordo se l’onorevole Renda o l’ono­

revole Cuffaro, in passato, abbiano parlato j di salari aggirantisi sulle 7mila lire mensili.

Ma questa è la realtà che promana- da que­

ste cifre.

E’ chiaro che, di fronte ad una situazione di questo genere, di fronte alla disagiata esi- j stenza di una categoria dì lavoratori così nu­

merosa, il problema sociale si accentua, di­

venta più difficile. Appare in tutta la sua evi­

denza la crisi, che in Sicilia si aggrava ancor di più; proprio per la deficienza dei traffici marittimi e per l’impossibilità dei marinai di trovare altro lavoro.

Dobbiamo stabilire quale indirizzo politico la Regione deve perseguire per poter sfrut­

tare le enormi possibilità che abbiamo, in Si­

cilia, nel campo della pesca. In passato, ab­

biamo parlato diverse volte del problema della Tunisia. Ne discutiamo e torneremo a discuterne ancora. La Tunisia vuole emanci­

parsi da forme di sfruttamento coloniale. Co­

munque, a noi, per un complesso di circo­

stanze, viene precluso l’accesso ai suoi mari.

Questo argomento può anche divenire moti­

vo di polemica tra opposizione e Governo; ma la realtà è che la strada per la Tunisia si sta chiudendo, anzi si è chiusa; e lo dimostrerò in sede di discussione del bilancio per l’in­

dustria.

Ho avuto notizia degli accordi di interscam­

bio, di compensazione fra Italia e Francia.

L ’Italia riceve dalla Francia il prodotto della pesca che viene dall’Africa del Nord e in com­

penso fornisce strumenti per la pesca che deb­

bono servire ai pescatori dell’Africa setten­

trionale.

Questa è la realtà; ed è in vista di queste cose che noi, in passato, abbiamo detto: esa­

miniamo attentamente il problema, dobbia­

mo per forza andare a pescare nelle acque della Tunisia, o ci sono altre possibilità? Non potremmo trovare in altre zone del Mediter­

raneo, con una flotta peschereccia ben attrez­

zata, dei banchi di pesca che possano sosti­

tuire quelli della Tunisia?

Il problema si pone in termini di discrimi­

nazione; chi è attrezzato per la piccola pesca

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