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CCCLXXIV. SEDUTI. Presidenza del Presidente BONFIGLIO GIULIO GIOVEDÌ 17 MARZO Resoconti Parlamentari Assemblea Regionale Siciliana

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II Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 1 17 Marzo 1955

Resoconti Parlamentari 11337 — Assemblea Regionale Siciliana

C C C L X X I V . S E D U T I

G I O V E D Ì 17 M A R Z O 1955

Presidenza del Presidente BONFIGLIO GIULIO

I N D I C E

Pag Comunicazioni del Presidente . .11338,11382 Disegno di legge (Annunzio di presenta­

zione) . . . . . . .

Interrogazioni (Annunzio) . . . . Proposte di legge (A nnunzio di p re se n ta ­

zione) ... ...

Proposte di legge: «Fondo di solidarietà sociale per i lavoratori delle miniere » (527), «Provvedimenti di emergenza per il pagamento di salari arretrati ai lavoratori delie miniere» (534), «Prov­

vedimenti straordinari a favore della industria zolfifera » (528) e disegno di legge « Provvidenze per l’industria zol­

fifera » (539) (D iscussione):

PRESIDENTE . . 11340,11345,11358,11369,11371 11373, 11377, 11378, 11379

11380,11381 ADAMO DOMENICO, relatore 11340,11377,11378 11379 N ICASTRO ... 11343. 11368 MACALUSO . 11345, 11373, 11374, 11376, 11377, 11379 O C C H I p J f m ... .11348,11375 RENDA... 11351, 11369, 11370, 11374

RECUPERO . . . . . . . . 11354

C O R T E S E ... 11357 R A N Z A ... .11359,11370 BIANCO, Assessore all'industria ed al

commercio . 11364,11369,11370,11373,11375 EA LOGGIA, Vice P residente della Re-

9ione ed A ssessore alle finanze . 11366,11370, 11376 11378,11379,11380,11381 C AN N IZZO ... 11378, 11381 RESTIVO, Presidente della Regione . . 11378 11337 11338

11337

A U S IE L L O ... . . . 11380 (V otazione s e g r e t a ) ... 11381 (R isu ltato d ella votazione) . . .. . 11382 Sull’ordine dei lavori:

M A JO RA N A C L A U D I O ... 11338

P R E S I D E N T E ...• .11339,11383 O C C H I P I N T I ... 11339

LA LOG GIA, Vice P residente della R e ­

gione ed A ssessore alle finanze . . 11339, 11382

SA N TA G A TI ORAZIO . . . . . 11339

R E C U P E R O ... 11339 M A C A L U S O ... 11382

La seduta è a p e rta alle ore 17.45 . FOTI, segretario ff., dà lettura del processo verbale della seduta precedente, che. non sor­

gendo osservazioni, s i intende approvato.

A nnunzio di p resen tazio n e di disegno di legge.

PRESIDENTE. Comunico che è stato p re ­ sentato dal Governo il disegno di legge: « Isti­

tuzione dell’ordine degli agenti e rappresen­

tan ti di commercio » (541), che è stato inviato alla 4" Commissione legislativa « Industria e commercio ».

A nnunzio di presentazione di proposte di legge.

PRESIDENTE. Comunico che l’onorevole G uttadauro ha presentato le seguenti proposte di legge, che sono state inviate alla 3* Com-

Resoconti, f. 1557 (700)

(2)

II Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955 m issione legislativa « A gricoltura ed alim en­

tazione » :

« Assunzione a carico della Regione delle spese di acquisto e distribuzione g ratu ita del

« Clortox » per la lotta contro la form ica a r­

gentina » (542):

« Assunzione a carico della Regione delle spese di acquisto e distribuzione dei prodotti dacichidi p er la lotta contro la mosca olearia » (543);

Annunzio di interrogazioni.

PRESIDENTE. Prego il deputato segretario di dare lettu ra delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

FOTI, segretario ff.:

« All'Assessore all’agricoltura ed alle fo re­

ste, per conoscere se inten d e.in terv en ire p e r­

chè la Stazione sperim entale di agrum icoltura di Acireale provveda al sollecito esame delle piantine di agrum i sottoposte a trattam en to contro il mal del secco da tale Giovanni Russo da Letojanni. » (1498) (L'interrogante chiede la risposta scritta)

, Ce l i.

« A3 Presidente della Regione ed all’Asses­

sore all’agricoltura ed alle foreste, per cono­

scere il trattam en to fatto nella provincia di Palerm o ai guardia caccia. C ostretti a duris­

sima vita anche in ore n o tturn e, spesso lon­

tan i dai centri abitati, percepiscono salari m i­

serissimi non integrati da alcun trattam ento di vestiario — essi vanno in uniform e ed a r ­ m ati — nè lenito da speranze previdenziali:

condizioni di crudeltà che postuano, anche in riferim ento alle norm e costituzionali di cui a ll’articolo 36. un intervento immediato. » (1499) (L ’interrogante chiede la risposta scrit­

ta con particolare urgenza) ' '

Ta o r m in a.

« All'Assessore all’agricoltura ed alle fore­

ste, per conoscere se e come intenda interve­

nire a favore dei piccoli proprietari e coltiva­

tori diretti di Palagonia, Paterno, S. M aria di Licodia, Bianca-villa ed Adrano, i quali hanno subito gravissim i danni in seguito all’uragano con grandinata verificatosi nella notte tra il 12 e 13 m arzo corrente anno, che ha distrutto

agrum enti con la l'elativa produzione ed ha provocato il crollo di num erose case. » (1500) (Gli interroganti chiedono la risposta scritta con urgenza)

Ce l i - Colosi - Gu z za r d i- - Mare Gin a.

PRESIDENTE. Comunico che le interroga­

zioni testé annunziate, per le quali è stata chiesta la risposta scritta, sono già state in­

viate al Governo.

Comunicazione del Presidente.

PRESIDENTE. Inform o l’Assemblea che l'onorevole Crescim anno mi ha comunicato di aver presentato querela con am pia facoltà di prova per un articolo apparso sul quotidiano L'Ora del Popolo e da lui ritenuto diffamato- rio per i d eputati del M ovim ento sociale ita­

liano all’Assemblea regionale.

Sull’ordine dei lavori.

MAJORANA CLAUDIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

M AJORANA CLAUDIO. Quando si discusse la legge relativa a finanziam enti straordinari p e r le città della Sicilia aventi popolazione su­

periore a 15mila abitanti, l’Assemblea, con solenne impegno, anche del Governo, dato che allora non risultavano disponibili le somme necessarie, decise che avrebbe esam inato il problem a delle città di M essina e di Catania, oltre che di Palerm o, per la quale si provve­

deva in quel m omento, con una successiva legge.

Questo impegno dell’Assemblea è stato man­

tenuto attraverso la presentazione della pro­

posta di legge num ero 508 adattata, appunto, al criterio sancito dalla stessa Assemblea.

Q uesta proposta di legge è stata già appro­

vata dalla com petente Commissione legislati­

va ed ora si trova all’ordine del giorno della Assemblea.

Raccomando alla Presidenza, poiché si. trat­

ta di un impegno non soltanto di carattere morale, m a sancito nella stessa legge 4 di­

cembre 1954, num ero 43, di p ortare all’esame dell’Assemblea questa proposta di legge, pri­

ma che abbia term ine la legislatura. L ’Assem-

(3)

Il Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955 Resoconti Parlamentari — 11339 — Assemblea Regionale Siciliana

blea non può assum ere espliciti impegni nei riguardi di due delle m aggiori città siciliane, senza m antenerli. Questa è la preghiera che rivòlgo alla Presidenza, così sensibile alle esi­

genze di tale natura.

PRESIDENTE. Sarà fatto il possibile.

OCCIilPINTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

OCCHIPINTI. Onorevole Presidente, desi­

dero richiam are alla sua attenzione l’oppor­

tunità di sollecitare, ove fosse necessario, la Commissione legislativa com petente per il sollecito esame, secondo la deliberazione p re ­ sa dall’Assemblea, del disegno di legge num e­

ro 535 relativo ai m iglioram enti economici in favore del personale dipendente della Re­

gione.

PRESIDENTE. E' all’ordine del giorno della competente Commissione.

OCCHIPINTI. Ciò mi tranquillizza.

Sarebbe veram ente un atto di particolare indelicatezza di rapporti fra noi e il personale tutto della Regione, se dovessimo arriv are alla chiusura della legislatura senza che l’Assem­

blea avesse avuto la possibilità di affrontare il problema.

LA LOGGIA, Vice Presidente della Regione ed Assessore alle finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LA LOGGIA, Vice Presidente della Regione ed Assessore alle finanze. Onorevole P resid en ­ te, onorevoli colleglli, mi corre l’obbligo di ricordare che il Governo ha presentato il di­

segno di legge cui si è riferito l’onorevole Oc- chipinti ed ha aderito alla richiesta dell’ado­

zione di procedura d’urgenza con relazione orale, appunto perchè intende che il problem a sia risolto prim a della chiusura della legisla­

tura. Non ha potuto presentarlo anteriorm ente perchè occorreva coordinarlo con il provve­

dimento che riguardava il trattam ento eco­

nomico degli im piegati dello Stato e tenerne conto. Il che si è fatto, con particolari norm e che l’Assemblea, sarà chiam ata ad esam inare quanto prim a.

Comunque, riafferm o la nostra decisa vo­

lontà di collaborare con gli organi dell’Assem­

blea perchè il provvedim ento abbia ad essere approvato prim a che l’Assemblea chiuda i suoi lavori.

SANTAGATI ORAZIO. Chiedo di parlare PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANTAGATI ORAZIO. Onorevole P resi­

dente, onorevoli colleghi, io desidero ribadire quanto poc’anzi segnalato dall’onorevole M ajo­

rana, circa l’opportunità che venga discussa al più presto da questa Assemblea la proposta di legge num ero 508, relativa ai finanziam enti straordinari per le città di Catania e di M es­

sina ; proposta di legge che si riallaccia alla precedente legge regionale 4 dicembre 1954, num ero 43.

RECUPERO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RECUPERO. Io sono sicuro di in terp retare il pensiero dei deputati della provincia di Mes­

sina associandomi alla richiesta sottomessa a vossignoria dagli onorevoli M ajorana e San- tagati, per quanto riguarda la proposta di legge sui benefici a favore delle città di Mes­

sina e Catania.

Mi associo anche, e con vivo interesse, alla richiesta riguardante l’ approvazione entro questa legislatura del disegno di legge rela­

tivo ai m iglioram enti agli impiegati della R e­

gione. A questo proposito, poiché ritengo col­

legata al medesimo interesse la proposta di legge, che è già all’ordine del giorno, relativa all’abolizione degli interessi sui prestiti fatti agli impiegati per acquisto di case, pregherei l’onorevole Presidene, di disporne il preleva­

m ento in modo che possa essere tra tta ta in una delle prossime sedute di quest’Assemblea.

PRESIDENTE. Assicuro di aver preso nota delle richieste form ulate.

(4)

II Legislatura CCCLXXIY SEDUTA 17 Marzo 1955

— 1134Q — Assemblea Regionale Siciliana

D iscussione delle proposte di legge: « Fondo di so lid a rie tà sociale p e r i la v o ra to ri delle m i­

n ie re « (527), « P ro v v ed im en ti di em ergenza p e r il p ag am en to dei salari a r r e tr a ti ai lav o ­ ra to ri' delle m in ie re » (534). « Provvedimenti s tra o rd in a ri a fav o re d e ll’in d u stria zolfifera » (528) e del disegno di legge « P ro v v id en ze p er l’in d u stria zolfifera » (539).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle proposte dì legge: « Fondo si solidarietà sociale per i lavoartori delle m i­

niere » di iniziativa degli onorevoli Occhipinti ed altri, « Provvedim enti di em ergenza p er il pagam ento di salari a rre tra ti ai lavoratori delle m iniere », di iniziativa degli onorevoli Napoli ed altri, « Provvedim enti straordinari a favore dell'industria zolfifera », di iniziativa degli onorevoli Renda ed altri, e del disegno di legge « Provvidenze per l’industria zolfi­

fera ».

Comunico che, giusta quanto stabilito nella seduta del 15 m arzo scorso, la Commissione legislativa per l’industria ed il commercio ha proceduto all’esame contem poraneo dei q u a t­

tro progetti di legge ed ha approvato con a l­

cune modifiche il disegno di legge num ero 539, dichiarando assorbite le proposte di legge n u ­ m ero 527, num ero 528 e num ero 534.

Dichiaro, quindi, aperta la discussione ge­

nerale.

Ha facoltà di p arlare il relatore, onorevole Adamo Domenico.

ADAMO DOMENICO, relatore. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, l’Assemblea regionale siciliana è stata veram ente sensibile al problem a della crisi zolfìfera, talm ente sen­

sibile che, nel giro di pochi giorni, sono stati p resen tati tre progetti di legge: il num ero 527 dell’onorevole Occhipinti, il num ero 528 del Blocco del popolo e il num ero 534 degli onorevoli Napoli e Bonfiglio Agatino. Infine, è intervenuto un. disegno di legge di inizia­

tiv a governativa, il num ero 539.

L ’Assemblea conosce tu tte le traversie che questi progetti di legge presentati, dai vari gruppi dell’Assemblea, hanno subito nel loro iter legislativo, poiché non sono stati inviati tu tti alla stessa commissione, m a a commis­

sioni diverse. Alla Commissione p e r l’industria ed il commercio sono stati inviati soltanto dopo che il Governo ha presentato il suo di­

segno di legge num ero 539. Dopo un attento

esame dei q u attro progetti, la Commissione stessa decise di prendere in esam e quello pre­

sentato dal Governo, dichiarando assorbiti gli a ltri tre, i quali, a parere mio e della stessa Commissione, non affrontavano in pieno e.

quindi, non risolvevano il problem a che tra­

vaglia l’in d ustria zolfifera siciliana.

Ad esempio, il progetto di legge num ero 527, presentato d a ll’onorevole Occhipinti, riguar­

dava soltanto p a rte che attiene al pagamento dei salari a rre tra ti agli operai delle miniere, prevedendo una spesa di lire 300milioni. Det­

ta somma, naturalm en te, non sarebbe stata sufficiente al pagam ento di tu tti ì salari arre­

tra ti agli operai delle m iniere; sarebbe ba­

stata, forse, per gli operai di alcune delle più im portanti m iniere che operano in Sicilia.

A ltro progetto di legge che riguardava la stes­

sa m ateria era quello dell’onorevole Bino Na­

poli, con la sola differenza, però, nel sistema del pagam ento. M entre il collega Occhipinti prevedeva la costituzione di un fondo di 300 m ilioni a disposizione dell’Assessorato per il lavoro, il collega Bino Napoli dim inuiva la somma a 150milioni e la m etteva a disposi­

zione dell’ufficio d istrettu ale delle miniere, attraverso il quale si sarebbero dovute pagare le competenze di salari a rre tra ti agli operai delle m iniere. Non è chi non veda che la som­

ma di lire 150milioni è veram ente irrisoria per far fronte alla spesa relativa al pagamento dei salari arretrati.

Infine, il Blocco del popolo, nel suo progetto di legge num ero 528, affrontava, invece, il pro­

blema sotto un triplice aspetto; cioè, ripigliava di nuovo il vecchio concetto del prezzo minimo garantito, che, come vedremo, non era nel pro­

gram m a di attuazione del Governo, si preoc­

cupava della sistemazione definitiva della cor­

responsione dello stock giacente (300mila to n n e lla te ). ed infine si occupava anche dei salari a rre tra ti ai lavoratori delle miniere.

T utti i problem i tra tta ti dai tre progetti di legge presentati dai settori di q uest’Assem- blea, escluso quello del prezzo m inimo garan­

tito (che non è stato affrontato dal Governo regionale per un motivo di d irettiva econo­

mica) sono stati coordinati in un unico testo, che è quello presentato dal Governo regio­

nale e, in campo nazionale, dal Governo cen­

trale.

P er quanto attiene alla risoluzione della crisi dello zolfo, noi dobbiam o oggi porre la nostra attenzione sui due disegni di legge :

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II Legislatura CCCLXXIV SED U TA 17 Marzo 1955

Resoconti Parlamentari 11341 — Assemblea Regionale Siciliana

quello presentato dal Governo centrale e lo altro presentato dal Governo regionale. A me piace, però, in questa m ia relazione, soffer­

marmi brevem ente sul disegno di legge nazio­

nale. in quantochè non si potrebbe conoscere con esattezza Futilità dei provvedim enti che saranno per prendersi in campo regionale se non si conosce la portata del provvedim ento nazionale. In sostanza, il Governo regionale e il Governo nazionale di che cosa si preoccu­

pano? Di lasciare sem pre libera l’iniziativa privata; di provvedere a ll’avviam ento e alla resa economica delle m iniere di zolfo. Però, vogliono contribuire a che questa resa, questi costi di produzione possano essere portati quanto m eno ad un punto tale da rendere u ti­

le la produzione dello zolfo in Sicilia. Certo, questi provvedim enti non potranno mai far raggiungere un costo economico per la p ro d u ­ zione dello zolfo tale da poter competere con i costi economici am ericani. Ciò non potrà mai avvenire per i diversi sistemi di sfruttam ento e coltivazione e per la diversa n atu ra geolo­

gica dei terren i siciliani e am ericani. Infatti, mentre per la n a tu ra geologica del terreno americano può essere applicato il sistema Frash, in Sicilia lo stesso sistem a non può essere applicato; per cui da noi si possono introdurre quei sistemi che portino al m ag­

gior sfruttam ento del prodotto incluso nella ganga.

Noi abbiamo ancora in m olte m iniere si­

ciliane i vecchi sistem i dei calcaroni, i quali non danno la resa che dovrebbero dare e, quindi, il costo della produzione aum enta di molto; ma con l’introduzione dei nuovi siste­

mi di produzione, come, ad esempio, quello eli flottazione, già introdotto nella m iniera Cozzodisi, che è fondato principalm ente sul­

l'uso abbondante di acqua per la selezione dello zolfo dalla ganga, si avrà un sensibile aumento dello sfruttam ento del m inerale che è incluso nella ganga. N aturalm ente, ripeto, tutti questi ten tativ i di am m odernam ento'del sistema di produzione dello zolfo porteranno, indubbiamente, a dei risu ltati positivi per quanto attiene alla quan tità dì produzione, ma non mai a quel risultato positivo raggiunto dall’America, attraverso l’uso del sistema Frash.

Il disegno di legge del Governo nazionale

^ d ’a, appunto, a far sì che tu tte quelle m i­

niere che si trovano nelle condizioni migliori Per poter am m odernare i loro impianti ven­

gano aiutati dal Governo dello Stato a ttra ­ verso la legge 12 agosto 1951, num ero 48, la quale, all’articolo 3, prevede una spesa di lire

^miliardi. A ttraverso questo nuovo disegno di legge lo stanziam ento dell’articolo 3 da 9 m iliardi viene portato a 12miliardi, non solo, m a viene anche modificato il concetto dello stesso articolo 3, per cui viene consentito an ­ che l’acquisto di attrezzatu re per l’am m oder­

namento- degli im pianti. Inoltre, il disegno di legge prevede delle modifiche all’articolo 4 della suddetta legge num ero 748, per cui i m em bri della Commissione da 11 vengono p o rtati a 9, m antenendo ferm o il principio che della Commissione faccia p arte un ra p ­ p resentante della Regione siciliana.

Vediamo, ora, come provvede il disegno di legge nazionale relativam ente al punto più im portante del problem a, quello, cioè, che r i­

guarda lo stock attualm ente accantonato e che rappresenta circa trecentom iia tonnellate di zolfo. Questo stock, che è a disposizione dell’Ente zolfi italiano e che risulta invenduto al 31 dicem bre 1954, più quello che risu lterà invenduto all’atto della pubblicazione della legge nazionale fino ad un lim ite di 330mila tonnellate, godrà di un contributo, a titolo di concorso nelle perdite, di lire 1 Ornila per tonnellata; ragione per cui con questo contri­

buto a fondo perduto la situazione dello stock, che va fino a 330mìla tonnellate, è pratica- m ente sistem ata, sia p e r i q uan titativi che dall’Ente zolfi italiano saranno venduti all’e­

stero, sia per i quantitativi che saranno ven­

duti àlFinterno della Nazione stessa. Inoltre, il provvedim ento dello Stato concede 1 m iliar­

do 150milioni all’am m inistrazione del Governo regionale, a titolo di contributo integrativo, p er l’equiparazione dei diversi costi di produ­

zione. Noi, infatti, abbiamo m iniere che p ro ­ ducono ad un costo di produzione più forte di altre m iniere. Quindi, il disegno dì legge dello Stato provvede, come dicevamo, all’am m oder­

nam ento e alla definitiva sistemazione dello stock che è à disposizione dell'E nte zolfi ita­

liano. Ad integrare i provvedim enti dello Sta­

to, interviene la legge regionale, la quale prov­

vede alla garanzia per i p restiti che si otten­

gono in conseguenza della legge nazionale, nonché a sistem are in parte le im prese m ar­

ginali ed anche al pagam ento dei salari.

P er quanto riguarda la fidejussione, la legge regionale 28 luglio 1954, num ero 24, fu votata da quest’Assemblea in conseguenza di quanto

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Il Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955 era stato disposto dalla legge nazionale 12

agosto 1951, num ero 748. Questa ultim a, in­

fatti. stabiliva che alle m iniere che volevano riorganizzarsi e svilupparsi venisse concesso un contributo dietro garanzia; poiché, però, le m iniere e le aziende non erano in condizioni di concedere garanzie, noi siamo interv enuti con la legge regionale 28 luglio 1954, n u m e ­ ro 24, per garan tire i crediti. La fìdejussione, stabilita con la suddetta legge regionale, vie­

ne ora ad essere data anche per quei con­

trib u ti che verrebbero a fru ire gli industriali dello zolfo se dovessero richiedere dei finan­

ziam enti al fine di am m odernizzare le loro attrezzature. Però, le provvidenze della legge regionale non si lim itano a questo. E ’ ovvio che nel periodo deiram m odernam ento, che sì considera vada da due a tre anni, non può l'azienda lavorare a pieno ritm o e deve sog­

giacere per forza a maggiori costi di p rodu­

zione. Ed allora, p er alleviare questi maggiori costi e rendere sem pre possibile un costo agi­

bile, la Regione siciliana, attrav erso il disegno di legge del Governo, concede per tre anni un contributo, che va fino ad un massimo di lire 1 Ornila per tonnellata, alle m iniere che fru i­

scono dei benefici della legge 12 aprile 1951, num ero 748. Queste somme vengono date a t­

traverso m u tu i contratti con la sezione di cre­

dito m inerario del Banco di Sicilia; ed allora la Regione dà u n ’ulteriore garanzia onerosa, in quanto partecipa agli interessi del m utuo per un im porto del 5 per cento. Praticam ente, queste somme agli industriali zolfiferi v e n ­ gono concesse, vorrei dire, quasi gratis, poiché,

quando la Regione paga il 5 per cento degli interessi significa che nessuno interesse viene a gravare sulle somme m utuate.

C’è il problem a delle im prese m arginali, cioè di quelle imprese che non hanno possibilità di rid u rre i loro costi di produzione per un cumulo di motivi: im possibilità di am m oder­

n are gli im pianti per n a tu ra della zona nella quale operano, eventualità di un fu tu ro esau­

rim ento quasi, del giacimento in coltivazio­

ne. In sostanza, molti possono essere i m o­

tivi p er cui l’azienda si trovi nelle condi­

zioni di non potere am m odernare gli impianti, sicché verrebbe a produrre a costi alti, tali da non potere competere coi costi delle più grandi aziende. Queste aziende, naturalm ente, non possono chiedere i finanziam enti con la legge 12 agosto 1951, num ero 748 o, quanto meno, se li chiedessero se li vedrebbero rifiutati. Ed

allora, il disegno di legge che è al nostro esame viene incontro a queste aziende m arginali con la richiesta di presentazione di piani di defi­

nitiva sistemazione, approvati dall’Assessora­

to p er l’ind u stria ed il commercio, sentito il parere del Consiglio delle m iniere e l’Ufficio d istrettu ale delle m iniere di Caltanissetta. I piani possono essere presen tati da più azien­

de perchè può verificarsi il caso che vi siano più aziende piccole che singolarm ente non hanno possibilità di am m odernare i loro im­

pianti, m a che tale possibilità troverebbero se si riunissero tra loro, form ando i cosiddetti consorzi di aziende. In questo caso possono presen tare un piano, che deve essere espleta­

to in tre anni. N aturalm ente, nei piani può essere anche previsto — e questa è u n ’altra agevolazione della Regione — l’allargamento delle possibilità di attiv ità delle aziende stes­

se attrav erso le agevolazioni che possono dar­

si con la concessione di ricerche condotte ad iniziativa della Regione e di a p e rtu re di nuo­

vi complessi industriali. In sostanza, il Go­

verno della Regione si è posto il problema sotto questo profilo: le aziende debbono cer­

care di allineare alla situazione del mercato i loro costi di produzione.

Quelle aziende che, attraverso tu tti questi benefici concessi dalla Regione e dallo Stato, non possono allinearsi ai costi di produzione, purtroppo, rim anendo sem pre valida l’inizia­

tiva privata, sono destinate a finire la loro vita.

Però, non per questo gli operai ed i lavoratori di quelle m iniere devono essere m andati sul lastrico; affatto. A ttraverso tali provvidenze

— l’apertura di nuove aziende, lo sviluppo di quelle im prese e di quelle m iniere che sono state il fru tto di ricerche fatte a carico del bilancio della Regione —• questi operai po­

tranno rito rn are a lavorare. Costoro potreb­

bero essere avviati anche a lavorare nelle in­

dustrie petrolifere.

Il disegno di legge prevede, inoltre, per le im prese i cui piani di sistemazione siano stati approvati, un contributo che va da lire 8mila a lire 1 Ornila per tonnellata, a seconda dei costi di produzione e della q u an tità di resa della m iniera stessa.

La questione dei salari è stata affrontata con dei prefinanziam enti concessi dalla sezione di credito m inerario del Banco di Sicilia a quelle im prese che si trovano nelle condizioni previste p er ottenere le agevolazioni di eiii alla legge 12 agosto 1951, num ero 748. A que-

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H Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955 Resoconti Parlamentari — 11343 — Assemblea Regionale Siciliana

sto punto è bene dire che la qu arta Commis­

sione. sentito anche il p arere del Governo, ha distinto questo pagam ento di salari in due parti: una rig uard a il pagam ento dei salari arretrati e l’a ltra il pagam ento dei salari nelle more delle relative istruttorie; cioè a dire, il pagamento dei salari a rre tra ti viene affron­

tato subito con la somma di lire 500njjioni, somma che è stata valutata, dalla Commis­

sione, sufficiente. Però, siccome p er l’istru ­ zione delle pratiche, relative ai finanziam enti di cui alla legge 12 agosto 1951, num ero 748, passerebbe per lo meno un anno, nelle more di detta istru tto ria i salari verrebbero ad es­

sere sempre assicurati ai lavoratori m ediante il prefinanziam ento di un m iliardo, sempre concesso dalla Sezione del credito m inerario del Banco di Sicilia. P er altro, la Regione, su queste somme che vengono prelevate dagli industriali al fine del pagam ento dei salari, contribuisce con il pagam ento degli interessi in misura non superiore al 5 p er cento.

Infine, è stato introdotto nel disegno di legge governativo un em endam ento che dà garanzia ai lavoratori. Infatti, l ’articolo 15 nel testo della Commissione stabilisce che la conces­

sione dei benefici è subordinata a ll’impegno, da parte delle im prese richiedenti, di osser­

vare i vigenti p atti dì lavoro e gli accordi integrativi regionali e provinciali. Il m ancato adempimento di quanto stabilisce il suddetto articolo 15 dà luogo alla decadenza dei bene­

fici concessi.

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, ecco quanto è stato fatto e dal Governo cen­

trale e dal Governo regionale. Devo aggiun­

gere che in sede di Commissione siamo stati tutti d’accordo; mi stranizza, quindi, sentire parlare in q u est’Assem blea di relazione di minoranza. Vedo l’onorevole N icastro che si accinge a parlare, non saprei per quale m o­

tivo. Ripeto, in sede di Commissione abbiamo accettato in pieno tu tto quanto è stato detto m quest’Assemblea.

PRESIDENTE. E ’ iscritto a parlare l’onore­

vole Nicastro. Ne ha facoltà.

NICASTRO. Onorevole Presidente, onore­

voli colleghi, ho chiesto di parlare per fare una breve dichiarazione. A nzitutto, devo dire . che risponde al vero l’affermazione fatta dal relatore, onorevole Adamo, a nome della Com­

missione, che le proposte da noi fatte in sede

di Commissione sono state accettate all’u n a ­ nimità. Però, devo anche dire che queste p ro ­ poste si riferiscono ad un disegno di legge che noi riteniam o non sufficiente a risolvere l a crisi siciliana e si inquadrano in una partico­

lare situazione, che deve essere definita e chiarita ai colleghi.

Il Blocco del popolo ha presentato un suo progetto di legge. I m iei colleghi, proponenti, che hanno chiesto di parlare, illustreranno questo progetto di legge. Da parte mia debbo dire che rim angono aperte alcune questioni, quali ad esempio, quella del prezzo minimo garantito e l’altra, da noi accettata su dichia­

razione del Governo, che i contributi dati a fondo perduto e le anticipazioni, da corrispon­

dere agli industriali, in aggiunta alle agevo­

lazioni dei m utui per la legge 9 agosto 1951, sono sufficienti a garantire un periodo tra n ­ sitorio di equilibrio economico interno.

Il collega, onorevole Adamo, ha fatto rife­

rim ento ad un provvedim ento governativo centrale in corso di esame da parte del P a rla ­ m ento nazionale, che dovrèbbe tendere alla liquidazione delle giacenze esistenti. Quali sono i term in i di questo provvedim ento? A p arte la questione che riguarda l’aum ento de­

gli stanziam enti per m utui di m iglioramento, di am m odernam ento e di trattam en to del mi­

nerale, questo provvedim ento si basa sulla presunzione che, con un contributo, che pos­

siamo definire a fondo perduto, dì 14mila li­

re per tonnellata, si possano liquidare tu tte le giacenze nel term ine, più o meno breve, di quattro, cinque o sei mesi. E ’ esatta questa impostazione del provvedim ento governati­

vo? Io ho i miei dubbi. __

Ho cercato di rivedere alcune cifre per r i­

levare se effettivam ente tale contributo a fon­

do perduto può contribuire alla liquidazione di questo stock. Rimane, comunque, ferm a la questione che il m ercato interno non assorbirà le giacenze. Quindi tale quantitativo dovrebbe essere destinato interam ente, come dice lo stesso provvedim ento, all’ esportazione. La esportazione procura, in questo momento, un prezzo di 22milà lire p er tonnellate; e se a questo prezzo si aggiungono le 14mila lire del contributo, si arriva alle 36mila lire per ton ­ nellata. Secondo le dichiarazioni fatte in Com­

missione, da parte di funzionari governativi, ci sono state vendite nel m ercato interno in corrispondenza alle singole produzioni annua­

li, per un importo analogo. Le giacenze sici-

(8)

II Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955 liane sono in questo m omento di 220mìla to n ­

nellate, perchè il provvedim ento governativo si riferisce a tu tte le giacenze in campo nazio­

nale. Secondo dichiarazioni del dottor Caioz­

zo, in questo periodo si sarebbero vendute circa 220 tonnellate nel m ercato interno. Ora, m ediante il ricavo dal m ercato interno e il presunto ricavo dal m ercato estero, ove l'estero possa assorbire queste giacenze, noi arriverem m o, a ll’incirca, ad u n prezzo medio per tonnellata, di 4Ornila lire. Di fronte a questo prezzo di 40mila lite per tonnellata, noi avrem m o 22mila più lim ila ; cioè un prez­

zo di 3Ornila lire, con evidente squilibrio.

Rim ane la questione di fondo: perseguendo questa politica di distribuzione nei m ercati mondiali, assorbirà il m ercato estero tale n o ­ stro prodotto? Questo è il problem a che pon­

go, anche ai siciliani. Ho esam inato i dati di esportazione d u ran te questo periodo e trovo che d u ran te i prim i 11 mesi del 1954 si sono esportate all’estero circa 700 tonnellate di zol­

fo italiano. Il m ercato estero assorbirà questa nostra giacenza? Questo è il problem a. Ecco perchè noi riteniam o che il disegno di legge del Governo centrale è quanto m ai insufficien­

te a risolvere la crisi. Il detto disegno di legge, infatti, prevede M inila lire per tonnellata, che in aggiunta alle 22, fanno 36mila. Se sì riu ­ scisse a vendere all’estero, gli in d u striali si­

ciliani perderebbero 4mila lire per tonnellata.

Q uesta è la prim a questione che risulterebbe dai dati fo m iti dal D ottor Caiozzo.

Seconda questione: l’estero assorbirà la giacenza?

ADAMO DOMENICO, relatore. A llora non ne facciamo niente? Non paghiam o i salari?

NICASTRO. Sto dicendo che noi abbiamo dato l’adesione, m a diamo la piena responsa­

b ilità al Governo di quel che succederà. Io ho voluto precisare le questioni.

Il Governo dice che in base a questo dise­

gno di legge noi riuscirem o a liquidare lo stock. Ci sono contraddizioni in queste dichia­

razioni del Governo. Noi abbiamo presentato un progetto di legge che chiedeva il prezzo m inim o garentito. Ebbene, secondo i dati for­

nitici dal dottor Caiozzo, sarem mo a rriv ati a questa conclusione: vendendo nel m ercato in­

tern o e in quello estero a parità di quantità, il prezzo medio risulterebbe di 33mila 250 lire.

Credo che questo sia l’elem ento a cui dobbia­

mo riferirci per giudicare il provvedimento.

Questo è il punto che ha portato a dei contra­

sti fra gli industriali ed il Governo. Dicono gli industriali: noi oggi produciam o a un de­

term in ato prezzo. A pportando gli ammoder­

nam enti potrem m o a rriv are alle 38mila lire a tonnellata. Dice il Governo (questo è il moti­

vo p er cui noi abbiam o accettato quanto pro­

poneva il Governo; ed è questione che investe la sua resjoonsabilità): provvedendo a ll’am­

m odernam ento con i nuovi sistem i di tra t­

tam ento, il costo di produzione, ivi compreso il 6 per cento utile, si p o trà abbassare a 28mila lire per tonnellata. Noi abbiam o fatto u n ’in­

chiesta particolare su 29 aziende, le quali pro­

ducono 120mila tonnellate. Queste 29 aziende con i nuovi im pianti di trattam en to potranno, indubbiam ente, p ro d urre 120mila tonnellate a 28mila lire per tonnellata. Poste così le cose, il ragionam ento del Governo è esatto, perchè rim ane un m argine di 5mila lire. Quindi, la questione rim ane fra industriali e Governo.

Noi abbiam o accettato il punto di vista. . A ltra questione che voglio chiarire: esiste un piano relativo a d eterm inate m iniere (si dice che siano 60 in tu tta Italia e 59 p er la so­

la Sicilia. Caso strano, 59 su 60 in tu tta Italia!) che non si possono am m odernare. Queste mi­

niere, secondo i dati fornitici dal dottor Caioz­

zo, produrrebbero in Sicilia a ll’incirca dalle 30 alle 31 tonnellate ed impiegano 2mila 400 unità lavorative. P e r queste im prese, che producono a determ inati costi elevati, si era previsto, in un prim o tempo, un compenso a fondo perduto, p er q u attro an nualità nella m isura di 6mila lire p e r tonnellata...

ADAMO DOMENICO, relatore. Su vostra proposta è stato elevato a lOmila lire. Lo ave­

te proposto voi ed è stato accettato, da 6mila lire è stato portato ad un minimo di 8mila e ad un massimo di 1 Ornila.

NICASTRO. Devo chiarire queste cose.

ADAMO DOMENICO, relatore. Lo avete proposto in Commissione ed è stato accettato;

ora non vi piace più.

LANZA. E ’ logico, c’è da m eravigliarsi?

NICASTRO. Non è che non ci piaccia più' Sto chiarendo come stanno le cose. Devo dire perchè siamo arriv ati a questa soluzione.

(9)

Il Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955 Resoconti Parlamentari____________ — 11345 _ Assemblea Regionale Siciliana

Mentre da un lato si dice che le tonnellate sono trentam ila e il contributo a fondo p e r­

duto deve essere di 6mila lire p e r tonnellata, si scrive che l’onere g ravante sul bilancio è di 375milioni all’anno.

ADAMO DOMENICO, relatore. E’ stato un errore m ateriale. Lei lo sa.

DANZA.. E ’ stato un errore; ce ne siamo ac­

corti dopo.

NICASTRO. Noi abbiam o chiesto che fosse rettificato questo errore.

ADAMO DOMENICO, relatore. Ma è stato rettificato!

SACCA'. Non si deve interrom pere conti­

nuamente.

PRESIDENTE. Onorevole Adamo, non in­

terrompa!

NICASTRO. Su nostra richiesta è stato cor­

retto questo errore: è stato fissato un minimo di gmila lire ed un massimo di lOmila lire per tonnellata da corrispondere a queste miniere, per la d u rata di q u attro anni. Ora, sulla base presunta dal Governo, siamo certi che le 8 mila 0 lOmila lire saranno sufficienti a copri­

re le differenze fra i ricavati e i costi di pro­

duzione? E ’ una questione che noi abbiamo posto e che intendiam o sia opportunam ente chiarita.

Devo dire che l’accoglimento di tu tte que­

ste nostre proposte è subordinato ad una que­

stione fondam entale, che io devo chiarire e che chiariranno con maggior dettaglio i miei colleghi. Questo provvedim ento noi lo accet­

tiamo a condizione che le anticipazioni, i con­

tributi che si corrisponderanno, dovranno es­

sere tali da soddisfare le esigenze del settore e da impedire che si possa procedere a qual­

siasi smobilitazione dell’industria siciliana.

Questo è il punto che ci preme. Da questo p u n ­ to di vista l’onorevole La Loggia ci ha detto c-*e nessuna smobilitazione ci sarà; se mai ci sara un collegamento fra iniziative non sane Con altre nuove, in modo da determ inare un travaso del lavoro. A queste condizioni abbia- 11)0 accettato, onorevole Adamo,

ADAMO DOMENICO, relatore. Avevate

accettato anche prim a. In un secondo tempo si è addivenuto a questo criterio. Sarebbe fo r­

se meglio che non si facesse niente?

NICASTRO. No. Questo è un provvedim en­

to che aiuta, m a non risolve la crisi perchè è basato su un assurdo; cioè, un equilibrio eco­

nomico da stabilire su vendite a ll’estero e ven­

dite aH’interno e su un m ercato interno, che non è nemmeno siciliano m a delle altre regio­

ni d ’Italia — perchè, purtroppo, per colpa del Governo, in Sicilia non si è avuto uno svilup­

po di industrie chimiche tale da determ inare rin crem en to del m ercato interno —.

Quindi, noi diciamo che questo provvedi­

mento, che noi accettiam o e riteniam o neces­

sario, non è sufficiente, non risolve la crisi; è in parte un sostegno e potrem m o definirlo in una parola, un tam pone della situazione a t­

tuale. E ’ chiaro che la situazione attuale non si potrà risolvere finché non si accetteranno le d irettive da noi suggerite nel passato; cioè- far sorgere u n ’industria chimica, creata, però, con energia siciliana, con apporti siciliani e non basata su quella che può essere l’azione della M ontecatini, la quale, indubbiam ente, ha interesse a che queste iniziative non sorgano in Sicilia per creare la crisi del settore.

Queste sono le precisazioni che dovevo fare.

PRESIDENTE. E’ iscritto a parlare l’onore­

vole Macaiuso. Ne ha facoltà.

MACALUSO. Onorevole Presidente, onore­

voli colleghi, il disegno di legge che la Com­

missione per l ’industria ci sottopone ci trova consenzienti perchè cerca, come diceva il col­

lega Nicastro, di tam ponare la grave difficol­

tà in cui si dibatte l ’industria zolfifera, im por­

tante settore della nostra economia.

Il Presidente della Regione, l’onorevole La Loggia e l’onorevole Celi, quando venne p re ­ sentato il disegno di legge, parlarono di una grande iniziativa governativa, parlarono di sa­

botaggio dell’industria zolfifera. L’onorevole Celi in quella occasione afferm ò che la De­

mocrazia cristiana aveva m antenuto gli im­

pegni assunti di fronte ai m inatori e di fronte alla Sicilia. Ebbene, occorre chiarire che que­

sto provvedim ento legislativo altro- non fa che tam ponare la situazione, lasciando aperta la grave crisi zolfifera in cui si dibatte da anni la nostra Regione. Mi si consenta di dire, a n ­ che, che il nostro gruppo si presenta alla di-

Resoconti, f. 1558 (700)

(10)

II Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955 scussione di questo disegno di legge con le

carte in regola, perchè noi non fum m o quelli che nel 1950-51 e 1952, cioè nel periodo della favorevole congiuntura coreana, si fecero del­

le illusioni. Noi nel 1951, in sede di discussio­

ne sulle dichiarazioni del Governo, prim a, e dopo, in sede di discussione del bilancio, avem ­ mo occasione di afferm are testualm ente: oggi si dice che T industria zolfifera va a gonfie vele, che è venu ta l’età d ell’oro; si dice che ogni crisi è superata e che Tindustria attrav ersa un periodo florido. La v e rità è diversa; la v e­

rità è che la n o stra in d u stria zolfifera è stata m orfinizzata dal riarm o. In atto c’è un pro­

cesso di morfinizzazione di questa industria e noi sappiam o gli effetti che sul corpo si h a n ­ no quando è cessata l ’azione della morfina:

il crollo; ed il crollo è avvenuto.

Invece, l'onorevole Bianco così diceva nel 1951: « E ’ bene, quindi, g uardare alle cause economiche del fenomeno, collega M acaiu­

so... » (rispondendo a questa nostra im posta­

zione) « ...e non fare afferm azioni ingenue ed apocalittiche ». Le nostre erano affermazioni apocalìttiche! E continuava: « P e r quanto ri-

« guarda l’attu ale congiuntura, T onorevole

« Macaiuso sa meglio di me che essa è dovuta

« ad una riduzione della produzione america-

« ria. che si ritiene sarà perm anente. Perchè,

« quindi, andare a cercare la m alafede in un

« atteggiam ento di aiuto, d ettato a soli fini pro-

« duttivistici, che ci danno gli am ericani? ».

Questo diceva l’assessore Bianco, il quale riten eva che la situazione determ inatasi nel 1951 era da riten ersi tran qu illa, poiché si tr a t­

tava di crisi di fondo della produzione am eri­

cana. Nel suo discorso del 1952 egli a d d irittu ­ ra preconizzava un periodo di anni di tra n ­ quillità per la nostra industria e diceva: « la

«industria zolfifera siciliana potrebbe assum e-

« re in via perm am ente un posto di prim o pia-

« no sul m ercato mondiale, data la situazione

« che si è venuta a creare e che difficilmente

« potrà m utare nello spazio di qualche de-

« cennio. Il lieve arresto attuale delle vendite

« è dovuto principalm ente a fatto ri specula-

« tiv i bene individuati, che, speriamo, siano

« transitori ». Diceva, dunque, T onorevole Bianco, che per almeno dieci anni si poteva stare tran q u illi ; e del resto in questa af­

ferm azione era in. buona compagnia, pere’

ricordo che nello stesso periodo l’onorevole Volpe faceva una intervista (allora era presi­

dente dell’ente zolfi il nostro caro onorevole

Volpe), afferm ando che era in atto una crisi di fondo n e ll’industria am ericana e che le pro­

spettive p er la nostra industria, con il piano che l’E nte zolfi ha preparato, erano tali da as­

sorbire, nel corso di due anni, 20mila lavora­

tori nella stessa in d ustria zolfifera. Queste erano le previsioni avanzate dal Governo re­

gionale e dall'E nte zolfi; m entre noi siamo sta­

ti accusati di essere apocalittici, perchè affer­

m avam o che quella congiuntura non era eco­

nom icam ente sana e avrebbe portato al preci­

pizio una volta cessato lo stato di tensione in­

ternazionale, che aveva consigliato l’America ad accum ulare le sue scorte.

In questa direzione vennero visti gli inco­

raggiam enti che in quel periodo diedero i si­

gnori Dayton, Z ellerbarch e Morst. Ricordo la conferenza di D ayton ten u ta al « Palazzo delle A quile»; in quell’occasione egli disse: ma che cosa andate parlando di industrializzatici::

Voi avete T industria zolfifera e l’Am erica è di­

sposta ad aiu tarv i perchè questa industria pos­

sa prosperare. E già, perchè proprio in quel m omento gli am ericani facevano i loro inte­

ressi e accaparravano le scorte che gli servi­

vano; ed appunto la produzione italiana e si­

ciliana doveva in quel m om ento servire ai fini bellici del blocco atlantico. E badate che quan­

do noi criticam m o la legge dei 9 m iliardi, lo facemmo proprio in questa direzione. Noi vo­

tam m o a favore della legge per il prestito dei 9 m iliardi, m a le nostre dichiarazioni e al Par­

lam ento nazionale e all’Assemblea regionale furono abbastanza chiare. Cosa abbiam o detto noi? I 9miliardi sono stati dati non per l’acqui­

sto e l’am m odernam ento di m acchinari, non p e r abbassare i costi di produzione ma, come era testualm ente detto nella relazione, per lo imm ediato aum ento della produzione. Ed era quello che interessava. Non, interessava, in­

fatti, l ’avvenire delle m iniere, m a l’intensifi­

cazione della produzione con qualsiasi mezzo.

Questa è stata la critica da noi fa tta alla legge dei 9 m iliardi. Questa nostra linea, del resto, fu conferm ata da una nota apparsa in quel tem po nel Giornale di Sicilia, governativo pei' eccellenza, in cui. sì diceva testualm ente (e chi scriveva queste note oggi è il Direttore, nientem eno, che deUT.R.F.I.S.): « L a guerra

« in Corea e la conseguente corsa al riarmo

« hanno determ inato, infatti, una n etta inver-

« sione di tendenze per le m aterie prim e sin

« m ercati mondiali. Si è tornato ai m ercati de

« venditore, come al tem po di guerra. Per 1°

(11)

Resoconti Parlamentari 11347 Assemblea Regionale Siciliana

II Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955

« zolfo, in particolare, non si tra tta più di un

« problema di costi, ma di un problem a di pro-

« dazione ». Quindi, per il signor Gandolio Do­

minici e per il Governo il problem a non era quello della riduzione dei costi dì produzione, che poteva, domani, im m ettere sul m ercato il nostro prodotto a costi più ragionevoli, bensì quello della produzione in genere. E furono riaperti tu tti i vecchi buchi p e r dare più pro­

duzione al blocco atlantico.

Noi avevamo indicato la linea da seguire presentando nel 1949 un nostro progetto di legge, ripresentato poi anche nel 1952; la li­

nea era quella della verticalizzazione della nostra industria, degli im pianti chimici che dovevano com pletare il processo di produzio­

ne estrattivo dell’industria zolfifera. Questa linea non è stata seguita e abbiam o visto, in­

vece, la M ontecatini, costituire a Porto Em pe­

docle fi Akragas per l’utilizzazione dello zol­

fo. I produttori siciliani sono stati esclusi da questa iniziativa, perchè anche loro si fecero delle illusioni nel 1950-51. Cosicché, i pro d ut­

tori siciliani sono oggi solo pro d u tto ri di zolfo, mentre in Italia una sola azienda trasform a lo zolfo: il monopolio della M ontecatini. La no­

stra industria dovrà restare pqr lungo perìodo di tempo vassallo dell’industria di trasfo rm a­

zione della M ontecatini.

Noi, ripeto, indicammo la linea da seguire:

l’azienda pubblica p er la trasform azione dello zolfo. Del resto, basterebbe raddoppiare l’uso dei concimi in Sicilia, cioè, p o rtare l’uso dei concimi in Sicilia alla m edia nazionale, per impiegare altre 40mila tonnellate di zolfo n e l­

lo stesso m ercato siciliano. Ora, è buona regola di ogni industria che, a base della stessa espor­

tazione, vi sia un m ercato interno sano. Q ue­

sta è la base. Ecco perchè Ad diciamo: avete assunto gravi responsabilità nell'attuale crisi.

Oggi si prendono questi provvedim enti; biso­

gna, però, dire che essi vengono con molto r i­

tardo, perchè le categorie economiche, i lavo­

ratóri, prim a di tutto, e gli stessi industriali sono anni che li richiedono e nel frattem po la situazione si è aggravata di molto. In un ordi­

ne del giorno, votato alla Cam era dei depu­

tati, firmato anche dagli onorevoli Aldisio, Pi- gnatone ed altri della Democrazia cristiana, 0^re che dai d eputati del nostro settore, si di­

ceva che non bastano questi interventi e si af­

fermava il principio della verticalizzazione dell’industria, che solo può garantire un avve- nire alla nostra stessa industria. Quindi, non

sono solo nostre queste opinioni; appena l’an­

no scorso erano anche condivise dagli onore­

voli Aldisio, Pignatone ed a ltri della Democra­

zia cristiana. Alla stessa conclusione si è p e r­

venuti in una riunione con gli industriali, da noi ten u ta lo scorso anno a Palerm o, a propo­

sito della crisi zolfifera. Nella suddetta, riu ­ nione oltre ai prezzo m inimo garantito e alla fine di ogni discrim inazione nelle aziende, si chiedevano anche provvedim enti di carattere più radicale, ai finì di mia prospettiva per la industria zolfifera siciliana.

Onorevoli colleghi, io concludo affermando che questo disegno di legge va approvato con gli opportuni em endam enti da noi presentati, relativi, soprattutto, a ll’aum ento dello stan­

ziam ento e ai salari da corrispondere ai lavo­

ratori. Però, noi affermiamo anche che il di­

segno di legge medesimo non risolve la crisi zolfifera. Noi ci dibatterem o ancora in gravi e serie difficoltà, che hanno messo in luce non solo i lavoratori, m a anche gli industriali.

Certo, noi dobbiamo stare molto atten ti a ciò che dicono gli industriali, soprattutto d eterm i­

nati industriali. La proposta del prezzo m ini­

mo garantito, differenziato, per esempio. Alie­

ne fatta al barone Trabonella, il quale ritiene di essere in una situazione di grave disagio, m entre noi sappiamo che la sua è, se non la m igliore, fra le migliori di tu tte le aziende del­

la Sicilia; sappiamo anche che questo signore ha dei realizzi notevoli, m algrado egli voglia far credere di essere fra i più colpiti, per cui si dovrebbe applicare a lui il prezzo minimo garantito differenziato, forse perchè in questo periodo vanta delle amicizie nel Governo.

E ’ chiaro che noi non possiamo accettare questo criterio e questa v entata di correttezza che il signor barone di Trabonella vaiole in ­ tro d u rre nella nostra am m inistrazione, dicen­

do che il prezzo m inimo differentizato garan­

tisce tu tti e non crea rendite differenziali. Di accordo che non le crea; m a non lo deve dire certo il Trabonella, che ha ì realizzi che tu tti sappiamo. Io sono del parere che la Regione devm garantirsi anche nei confronti di alcuni industriali, perchè alcune aziende sono in dif­

ficoltà ed altre non lo sono. La Regione deve anche chiedere i bilanci ad alcune dì queste aziende p er accertare se le lam entele del si­

gnor Trabonella, che fa il disastrato, corri­

spondano veram ente alla situazione della sua azienda.

Quindi, noi, in linea di massima, siamo favo-

(12)

II Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955 revoli al disegno di legge. Insisterem o, però, j

perchè si discuta il nostro progetto di legge p e r l’istituzione dell’Azienda siciliana zolfi, perchè si affrontino ì problem i di fondo della in d u stria zolfifera. Questa è la sola linea che può dare u lterio re sviluppo a ll’industrializza­

zione della nostra Regione.

PRESIDENTE. E 'iscritto a p arlare l’onore­

vole Occhìpinti. Ne ha facoltà.

OCCHIPINTI. Onorevole Presidente, ono­

revoli colleglli, anche quale presentatore del progetto di legge num ero 527, devo, anzitutto, esprim ere la m ia soddisfazione p er il lavoro che la Commissione per l’industria ha ieri svol­

to in ordine a ll’esame dei q u attro provvedi­

m enti di legge e. quindi, alla form ulazione del testo definito, che oggi viene in Assemblea.

Nello stesso tem po devo esprim ere il ram m a­

rico che quell’atm osfera dì cordialità e di com ­ prensione. che per tu tta la giornata di ieri si era stabilita in seno alla Commissione per la industria — alla quale avevam o avuto la pos­

sibilità di accesso quasi tu tti coloro i quali e ra ­ vamo stati direttam ente interessati nella vi­

cenda dell’esame della crisi zolfifera — pos­

sa, per valutazioni di ordine squisitam ente po- ( litico, denunciare una frana nel m omento in cui dal chiuso dell’Aula della Commissione si viene a ll’aperto dell’Aula parlam entare.

Non credo che ci possano essere m eriti da r i ­ vendicare su iniziative, su em endam enti e su proposte fatti in seno alla Commissione p e r­

chè la Commissione stessa ha, molto oppor­

tunam ente, anche nella form ulazione, fatto proprie le diverse istanze, provenienti da p a r­

ticolari conoscenze dei singoli problemi. P re n ­ dere. quindi, la parola sulla parte generale del disegno di legge, a p arer mio, dovrebbe essere uno stimolo a lim itarci a delle consi­

derazioni sugli obiettivi che la legge regio­

nale, sia pure in coordinam ento con quella statale, intende perseguire.

Non è dubbio che questo disegno di legge non risolve per intero la crisi zolfifera, così come non ci sono dubbi che nessun provvedi­

m ento legislativo ha come obiettivo la solu­

zione in tato dei problem i che intende affron­

tare; però, c’è un’altissim a percentuale di m e­

rito che ci deve spingere ad esam inare il di­

segno di legge con quella cordialità di cui ab­

biamo già dato manifestazioni nella seduta di ieri. Il problema generale della crisi zolfifera

| ha costituito motivo di continue interpellan­

ze, interrogazioni e mozioni, m olte delle quali sono ancora da discutere e che. forse, adesso si rite rran n o addirittura...

il -

PRESIDENTE. Superate.

OCCHIPINTI. ...addirittura superate, dice il Presidente, m entre per le valutazioni politi­

che non le rite rre i p e r niente superate. Do­

vrem m o iniziare, finalm ente, un dibattito, sia pure non dì nostra competenza, p er poi de­

m andare a ll’Assemblea nazionale eventuali concreti suggerim enti con il crisma del voto dell’Assemblea regionale. Potrem m o anche farlo; potrem m o allora risalire alle origini del­

lo zolfo, a tu tto ciò che ha inciso sulla carenza del commercio dello zolfo siciliano. Potrem ­ mo anche chiedere — non so con quante pos­

sibilità di accoglimento da p a rte dell’attuale Governo per la sua form ulazione politica e per la sua efficacia n e ll’am biente internazio­

nale — che ci si decìdesse una volta p er tutte ad assegnarci una fettuccia del m ercato inter­

nazionale dello zolfo. Dovremmo dire, anche, che in 50 anni la produzione siciliana dello zolfo è scesa dal 95 per cento ad appena il 2

! per cento della produzione m ondiale; potrem­

mo, quindi, chiedere a ll’Am erica, che è così generosa nei soccorsi, di com prare lo stock siciliano per im m etterlo nel m ercato interna­

zionale assieme alla sua giacenza. Potremmo fare tu tte le considerazioni possibili ed im­

m aginabili. ma, a p arer mio, ci allontanerem ­ mo sensibilm ente dalla strada che vogliamo percorrere nell’esame di questo disegno di legge.

Problem i e necessità di ordine siciliano, per quello che possa rigu ardare l’utilizzazione delle nostre giacenze in u n processo di verti­

calizzazione dell’industria. N iente di origina­

le neanche in questo, perchè in svariati con­

vegni di n atu ra economica e sindacale si e sempre prospettata questa necessità, cioè che gli oi'gani di Governo esam inino, la opportu­

nità di un intervento deciso, onde agevolare il processo di verticalizzazione dell’industria, al fine di usare la maggiore q uantità possibile dello zolfo.

Potrem m o, anche, ricordare che una inizia- riva del genere era già stata prevista dall As­

sessore Bianco, in una form a indiretta, allor- quando si è chiesto un determ inato s ta n z i m ento per il potenziam ento elettrico. Non cl

(13)

II Legislatura CCCLXXIV SEDUTA 17 Marzo 1955 Resoconti Parlamentari — 11349 — Assemblea Regionale Siciliana

sono dubbi che alla base di qualsiasi industria c’è la produzione elettrica. Ma, quando in Commissione o in altra sede, si vengono a sot­

trarre le somme destinate al potenziam ento della produzione di energia elettrica, base un i­

ca ed insostituibile di qualsiasi potenziam ento industriale, allora in direttam ente si fa del m a ­ le a quella iniziativa che ora si vuole ri­

vendicare.

Noi, qui, possiamo fare dissertazioni sulla intelligenza o meno di un settore industriale;

e mi pare di aver capito che l ’onorevole M a­

caiuso, sia pure involontariam ente, abbia espresso una nota di plauso alla M ontecatini, la quale, a differenza degli altri industriali che non credevano alla successiva dim inu­

zione del m ercato, ebbe l’idea di verticaliz­

zare l’industria e creare in Sicilia stabili- menti industriali che potessero sfru tta re la sua produzione. Non credo che la M ontecatini si lìmiti a sfru tta re soltanto la produzione del­

le proprie m iniere; essa, oltre ad assorbire la sua produzione e parte di quella degli altri, evidentemente evita che la sua stessa produ­

zione vada ad appesantire tu tto quanto lo stock.

Con questa breve digressione io ho m irato soltanto a ribadire, ove ce ne fosse bisogno, che il provvedim ento in esame non assicura affatto la soluzione della crisi dello zolfo, nè, però, l’allontana. Il problem a non è solo di n a ­ tura economica; ce n ’è anche uno dì n atu ra politica e sociale. Sotto il profilo economico, l’onorevole Nicastro ha fatto delle opportune considerazioni sul costo e sulla resa di que­

ste aziende. Siamo p erfettam ente d’accordo;

ma non possiamo assolutam ente im brigliarci su una valutazione di ordine soltanto econo­

mico, che verrebbe a trascurare ed a m ortifica­

re il motivo di ordine politico-sociale che ci ha spinto tu tti a chiedere delle determ inate sovvenzioni perchè fosse assicurata la conti­

nuità del lavoro. Ritengo che nessuno di noi si propone di garantire la vita degli industria­

li, bensì di garantire la continuità del lavoro che l’iniziativa industriale può avere d eterm i­

nato nelle zone siciliane. Ed allora, se voglia­

mo andare incontro a questo motivo di ordine politico-sociale, che è l ’unico che determ ina la preoccupazione di tu tta quanta l’Assemblea, n°n possiamo non riconoscere che il disegno hi legge in esame affronta decisam ente questi aspetti del problem a.

Vorrei dire al relatore onorevole Adamo

che il progetto di legge, da me presentato, non aveva lontanam ente la presunzione di affron­

tare il problem a della crisi dello zolfo. Non poteva averla per la schem aticità con cui era stato form ulato lo stesso progetto di legge.

Ero angosciato, così come lo era l’Assemblea, per la situazione di fatto nella quale si tro­

vavano i lavoratori e per la quale situazione, non c’è dubbio alcuno, esistevano delle respon­

sabilità precise da parte di certe personalità politiche in sede regionale e in sede nazionale.

Io avevo buttato una pietra nelle acque sta­

gnanti di questi provvedim enti, perchè si po­

tesse finalm ente parlare, con senso di rea li­

smo e di solidarietà da parte di u n ’Assemblea legislativa com petente e doverosam ente soli­

dale, di questo aspetto del problema. Oggi ho visto, con mia soddisfazione, che la mia pro­

posta è stata presa in considerazione, ed anzi, la cifra, da me prevista in 300milioni, è stata elevata a 500milioni.

N aturalm ente, neanche questi 500mìlioni sono sufficienti per soddisfare la resa delle r i ­ chieste che ci si è presentata, tanto che ave­

vamo chiesto, in sede di Commissione, lo stan ­ ziam ento di altri lOOmilioni, in modo di a rri­

vare a 600milioni; cifra, questa, che avrebbe garantito una im m ediata soddisfazione di tu t­

te le esigenze dei nostri centri m inerari. E' venuta, però, fuori la preoccupazione seris­

sima, che perm ane, che il provvedim ento di legge potrebbe provocare la chiusura, più o m eno a breve scadenza, di determ inati com­

plessi industriali. Queste assicurazioni abbia­

mo preteso in sede di Commissione, e ci sono state date, non solo, ma le abbiamo anche trad o tte in un articolo del disegno di legge.

Oggi, e vorrei che l ’onorevole Assessore me ne desse conferma, il commercio dello zolfo mi pare che subisca una, sia pure leggerissi­

ma, variazione in aumento; ho avuto possibi­

lità di apprendere, da alcune società comm er­

ciali, la cifra a cui si potrebbe arriv are da qui a qualche mese. Quindi, comprese le 14mila lire previste dalla legge statale, oggi sarem ­ mo in grado di prevenitvare le 39mila lire...

BIANCO, Assessore all’industria ecì al com­

mercio. Quarantam ila.

OCCHIPINTI. Ed allora cominciamo ad avere il diritto di intravedere qualche cosa di roseo nell’im m ediato futuro commerciale.

Ritengo che il provvedim ento del Gover-

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