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Da quando decorrono i termini per l’appello penale?

Autore: Mariano Acquaviva | 12/08/2021

Sentenza: cosa sono dispositivo e motivazione? Come si calcolano i termini per poter impugnare una pronuncia di condanna?

La giustizia italiana è strutturata in modo tale che, contro una sentenza sfavorevole, sia sempre possibile proporre impugnazione affinché un altro giudice possa esprimersi nel caso in cui il primo abbia sbagliato. Si tratta del famoso appello: contro la sentenza di primo grado è possibile ottenere una nuova

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valutazione della vicenda da parte di un altro giudice, definito di secondo grado.

Tanto accade anche in ambito penale: l’imputato condannato in primo grado può dolersi dell’ingiustizia della sentenza chiedendo a un altro giudice di esprimersi.

Con questo articolo vedremo da quando decorrono i termini per l’appello penale.

Ogni forma di impugnazione, pur rappresentando un diritto, deve essere esercitata entro determinati limiti di tempo. In altre parole, non è possibile rivolgersi al giudice dell’appello quando si vuole, magari dopo anni dalla pronuncia di primo grado. Ecco perché è fondamentale rispettare i termini previsti dalla legge. Sin d’ora, possiamo dire che, in ambito penale, i tempi per impugnare in appello variano a seconda del deposito delle motivazioni della sentenza: maggiore è il tempo che il giudice si riserva per stilare le motivazioni, più lungo sarà il termine per poter proporre appello. Se l’argomento ti interessa e vuoi sapere da quando decorrono i termini per l’appello penale, prosegui nella lettura.

Sentenza: cos’è?

Prima di spiegare da quando decorrono i termini per l’appello penale, è opportuno fornire una breve definizione di sentenza e illustrare di quali parti si compone.

La sentenza è il provvedimento con cui il giudice decide sul caso che è sottoposto alla propria attenzione. La sentenza, pertanto, mette la parola fine (salvo future impugnazioni) alla vicenda giunta innanzi al magistrato.

Detto ancora in altre parole, la sentenza è il provvedimento con cui il giudice, decidendo definitivamente, pone fine a un grado di giudizio.

Sentenza penale: com’è composta?

Secondo la legge [1], la sentenza penale contiene:

l’intestazione «In nome del popolo italiano» e l’indicazione dell’autorità che l’ha pronunciata;

le generalità dell’imputato o le altre indicazioni personali che servono a identificarlo, nonché le generalità delle altre parti private (parte civile, responsabile civile, persona civilmente obbligata per la pena pecuniaria);

l’imputazione, cioè il reato contestato;

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l’indicazione delle conclusioni delle parti a seguito dell’udienza di discussione;

la motivazione, cioè l’esposizione dei motivi di fatto e di diritto su cui la decisione è fondata;

il dispositivo, cioè la decisione sulla responsabilità penale dell’imputato;

la data e la sottoscrizione del giudice. La sentenza emessa dal giudice collegiale è sottoscritta dal presidente e dal giudice estensore.

Motivazione della sentenza: cos’è?

La motivazione della sentenza è la parte in cui il giudice spiega le ragioni della decisione. La parte motiva contiene la spiegazione del provvedimento, il percorso logico e giuridico che il magistrato ha compiuto per giungere alla propria conclusione.

La motivazione è talmente importante che, come vedremo, è dal momento del suo deposito che comincia a decorrere il termine per poter impugnare la sentenza. Solamente conoscendo le ragioni che hanno spinto il giudice ad orientarsi in un determinato modo, ci si può lamentare della decisione.

Ma non solo: come anticipato in apertura, i termini per proporre appello variano a seconda del tempo che il giudice si è riservato per poter depositare le motivazioni. Approfondiamo questo aspetto, fondamentale per comprendere da quando decorrono i termini per l’appello penale.

Appello penale: termini

I termini per proporre appello penale variano a seconda del tempo che il giudice ha impiegato per depositare la sentenza compresa di dispositivo e di motivazione.

Al termine dell’udienza di discussione, il giudice provvede a leggere il dispositivo della sentenza, cioè la parte in cui si dice se l’imputato è assolto o condannato. Occorre poi procedere alla stesura della motivazione, la quale può non essere contestuale al dispositivo, soprattutto nelle vicende più complesse.

Per la precisione, il giudice può:

redigere immediatamente l’intera sentenza, compresa di motivazione

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(motivazione contestuale);

rinviare il deposito della sentenza, completa di motivazione, non oltre il quindicesimo giorno dalla pronuncia;

quando la stesura della motivazione è particolarmente complessa per il numero delle parti o per il numero e la gravità delle imputazioni, se ritiene di non poter depositare la sentenza nel termine di cui al punto precedente (quindici giorni), indicare nel dispositivo un termine più lungo, non eccedente comunque il novantesimo giorno da quello della pronuncia [2].

A seconda del tipo di scelta operata dal giudice (motivazione contestuale al dispositivo, successiva al dispositivo di non oltre quindici giorni oppure successiva al dispositivo di oltre quindici giorni, ma nel limite dei novanta), la parte interessata potrà proporre appello:

entro quindici giorni, da quando è stata depositata la sentenza completa di motivazione (in pratica, nel caso di redazione contestuale di dispositivo e motivazione);

entro trenta giorni, nel caso in cui il giudice si sia preso quindici giorni per la redazione delle motivazione;

entro quarantacinque giorni, nel caso in cui il giudice si sia riservato un termine ancora maggiore, non superiore comunque ai novanta giorni [3].

Da quando decorrono i termini per l’appello penale?

I termini per l’appello penale decorrono dal momento in cui la sentenza, completa di motivazione, è stata depositata in cancelleria. Le ipotesi sono pertanto le seguenti:

nel caso di redazione contestuale di dispositivo e motivazione, il termine dei 15 giorni decorre immediatamente, cioè dal giorno successivo all’udienza di discussione. Stesso dicasi per le sentenze emesse in seguito a procedimento in camera di consiglio;

nel caso in cui le motivazioni seguano il dispositivo (motivazione non contestuale), il termine (di 30 o 45 giorni) decorre dalla scadenza del tempo stabilito dalla legge o determinato dal giudice per il deposito della

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sentenza.

Può poi accadere che il giudice non rispetti il termine che si è riservato in sentenza per il deposito. Ad esempio, può succedere che il giudice, il quale inizialmente si era riservato 60 giorni per le motivazioni, ne impieghi solo 50 per il deposito, oppure al contrario 70. In tali circostanze:

se il giudice posticipa il deposito rispetto a quanto stabilito nel dispositivo, i termini per l’appello penale decorrono dal giorno in cui avviene effettivamente il deposito della sentenza e questo è notificato alle parti processuali (nell’esempio fatto sopra, dal 70° giorno);

se il giudice anticipa il deposito rispetto a quanto stabilito nel dispositivo, il termine per impugnare decorre sempre e comunque dalla data indicata dal magistrato per redigere la motivazione, a nulla rilevando il fatto che il giudice depositi anticipatamente a tale termine [4].

Termini appello penale sentenza giudice di pace

I termini per appellare una sentenza del giudice di pace penale sono leggermente diversi da quelli visti finora. Per la precisione:

in caso di sentenza con motivazione contestuale, il termine previsto per l’impugnazione è di quindici giorni;

negli altri casi, il termine è di trenta giorni dal momento della notifica dell’avvenuto deposito alle parti private a cui spetta il diritto di impugnazione [5].

Note

[1] Art. 546 cod. proc. pen. [2] Art. 544 cod. proc. pen. [3] Art. 585 cod. proc. pen.

[4] Cass., sent. n. 13447 del 21 marzo 2014. [5] D. Lgs. n. 274 del 2000.

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