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Studio Tecnico Associato ORLANDOTTI Via Dante, Cremona Tel Fax

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Academic year: 2022

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Studio Tecnico Associato

ORLANDOTTI

Via Dante,121- 26100 Cremona Tel.037230439 Fax0372565912 Email info@orlandotti.it

ZG18050V

COMMITTENTE:

Comune di Cremona

Settore Progettazione e Direzione Lavori Pizza Stradivari, 7

26100 Cremona

Oggetto: “Legge 27 del 24/03/2012 art. 9 comma 4 – POR-FESR 2014-2020 misura Mobilità ciclistica – realizzazione di piste ciclabili di completamento della rete ciclabile regionale “PCIR 10 delle Risaie” e

“PCIR 4 Brescia – Cremona” – Pista 5 Migliaro – via Bergamo – via Filzi”, Pista 7 “via Brescia”, Pista 9 “via Mantova”, Pista 18 “Ring interno – viale T. Trieste” – Richiesta offerta per affidamento incarico professionale di progettazione impianto di illuminazione pubblica.

PROGETTO ESECUTIVO

CAPITOLATO TECNICO

TECNICO:

Orlandotti per. ind. Vanore

n° 333 di iscrizione Collegio Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati della Provincia di Cremona

Cremona, 6 Agosto 2018

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SOMMARIO

Sommario ... 1

1 ESECUZIONE DELLE OPERE ... 2

1.1. Qualità e Provenienza del materiale ... 2

1.2. Principio di equivalenza ... 2

2 SPECIFICHE TECNICHE E PRESTAZIONALI ... 3

2.1. Prelievo dell’energia ... 3

2.2. Cavi elettrici di Bassa tensione ... 3

2.3. Sistemi di giunzione e derivazione da interrare nei pozzetti ... 4

2.4. Cavidotti da interrare ... 4

2.5. Chiusini in ghisa e relativi telai ... 5

2.6. Cassette stradali per alloggiamento erogatori dell’energia elettrica ... 5

2.7. Corpi illuminanti ... 7

2.8. Pali di sostegno ... 7

2.8.1. Caratteristiche dei materiali impiegati ... 7

2.8.2. Caratteristiche costruttive ... 7

2.8.3. Protezione dalla corrosione ... 8

2.8.4. Verniciatura del palo ... 8

3 PRESCRIZIONI RELATIVE ALLE MODALITA’ COSTRUTTIVE ... 10

3.1. Prescrizioni di coordinamento generale ... 10

3.2. Posa di cavidotti interrati e loro accessori ... 10

3.3. Costruzione di basamenti per pozzetti, pali e quadri ... 11

3.4. Posizionamento dei pozzetti di derivazione ... 13

3.5. Distanziamento dei sostegni dalle aree stradali, dai fabbricati, dalle alberature, dai parcheggi, ecc… 13 3.6. Altezza minima di posa dei corpi illuminanti ... 16

3.7. Posa delle linee elettriche di alimentazione in cavidotti e pozzetti ... 16

3.8. Giunzioni e derivazioni interrate ... 17

3.9. Protezione contro l’ingresso di corpi solidi e acqua negli involucri ... 17

4 VERIFICHE E COLLAUDI ... 18

4.1. Verifiche preliminari provvisorie per la messa in funzione degli impianti ... 18

4.2. Documentazione da fornire per collaudo ... 18

4.3. Collaudo dell’impianto dell’illuminazione pubblica ... 20

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1 ESECUZIONE DELLE OPERE

1.1.

Qualità e Provenienza del materiale

I materiali impiegati nei lavori dovranno presentare caratteristiche conformi a quanto stabilito dalle leggi e ai regolamenti ufficiali vigenti in materia o, in mancanza di tali leggi e regolamenti, dalle “Norme” di uno degli Enti Normatori di un paese della Comunità Europea, dei Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) e dal presente Capitolato.

In ogni caso essi dovranno essere di prima scelta, delle migliori qualità esistenti in commercio, di larga diffusione nonché di facile reperibilità. Dovranno inoltre possedere caratteristiche adeguate al loro impiego, essere di facile manutenzione ed essere idonei al luogo di installazione.

I componenti di nuova installazione dovranno riportare la marcatura CE, quando previsto dalle norme vigenti. In particolare quelli elettrici dovranno essere conformi alle normative vigenti in materia di marcatura CE del materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro taluni limiti di tensione", nonché essere certificato e marcato secondo quanto stabilito nelle norme CEI di riferimento.

Le prescrizioni tecniche riportate nei paragrafi seguenti costituiscono il riferimento base delle apparecchiature e impianti che dovranno essere eseguiti. Le prescrizioni di tipo generico potranno essere meglio dettagliate da parte della Direzione Lavori. Per esigenze di tipo particolare, la Direzione Lavori potrà altresì ordinare opere e materiali con caratteristiche differenti da quelle di seguito indicate.

1.2.

Principio di equivalenza

Per la costruzione del progetto ed in particolare per lo sviluppo delle verifiche illuminotecniche, per ottemperare alle disposizioni delle Leggi Regionali che prevedono lo studio dei progetti con apparecchi specifici mediante l’acclusione dei report fotometrici caratteristici e delle dichiarazioni di conformità degli apparecchi impiegati, si vuole significare che nel caso degli apparecchi illuminanti e degli altri materiali eventualmente identificati con la specificazione di marca e modello, sarà in ogni caso a valere il principio di equivalenza come contemplato dall’art. 68 del Dlgs 50/2016 e s.m.i. (codice appalti), anche nel caso in cui nei documenti di progetto non sia espressamente menzionata la dicitura “o equivalente”.

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2 SPECIFICHE TECNICHE E PRESTAZIONALI

Con le presenti specifiche tecniche si intendono fornire le indicazioni per le modalità di esecuzione ed adeguamento degli impianti elettrici e speciali negli ambiti oggetto delle opere del presente Capitolato.

Gli obiettivi che si intendono raggiungere sono così riepilogati:

- conseguimento della massima sicurezza per le persone e gli ambienti;

- affidabilità e continuità di esercizio;

- razionalizzazione ed unificazione dei componenti del sistema di distribuzione;

- flessibilità ed espandibilità;

- facilità di gestione e manutenzione.

2.1.

Prelievo dell’energia

Gli impianti di Via Brescia, Via Bergamo, Via Mantova verranno asserviti dagli esistenti quadri elettrici di illuminazione pubblica già dotati di fornitura di energia elettrica, mentre per l’impianto di via Mantova si procederà alla installazione di un nuovo punto di fornitura.

2.2.

Cavi elettrici di Bassa tensione

Le linee dorsali di alimentazione, per posa sia sospesa che interrata, sono costituite da cavi multi/unipolari uguali.

I cavi per la derivazione agli apparecchi di illuminazione sono quadripolari di tipo e sezione proporzionati al carico e agli impieghi dei suddetti.

I cavi devono disporre di certificazione IMQ od equivalente.

È consentita l’apposizione di fascette distintive su ogni derivazione, in nastro adesivo, colorate in modo diverso (marrone: fase R - bianco: fase S - nero: fase T - blu chiaro: neutro).

Tutti i cavi impiegati nella realizzazione degli impianti elettrici dovranno essere rispondenti all’unificazione UNEL ed alle norme costruttive stabilite dal Comitato Elettrotecnico Italiano.

I conduttori devono essere sempre protetti e salvaguardati meccanicamente. Dette protezioni possono essere: tubazioni, canalette porta cavi, passerelle, condotti o cunicoli ricavati nella struttura edile ecc.

I tubi protettivi in materiale isolante possono essere di tipo leggero o di tipo pesante.

Il diametro dei tubi deve essere pari almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto dal fascio di cavi in esso contenuto. Tale coefficiente di maggiorazione deve essere aumentato a 1,5 quando i cavi siano del tipo sotto piombo o con guaina metallica; il diametro del tubo deve essere sufficientemente grande da permettere la sfilabilità dei cavi in esso contenuti senza che ne risultino danneggiati i tubi o i cavi stessi.

I cavi elettrici per la realizzazione delle linee interrate devono essere a doppio isolamento con rapporto U0/U pari a 0,6/1KV non propaganti l’incendio e la fiamma con le seguenti caratteristiche:

 Cavi della linea dorsale d’alimentazione interrati: Cavo quadripolare (3F+N) tipo FG16R16 0,6/1KV della sezione indicata negli elaborati di progetto in ogni caso non inferiore a 4x10 mmq;

 Cavi per la derivazione al corpo illuminante: Cavo bipolare tipo FG16OR16 0,6/1KV della sezione di 2x2,5 mmq.

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Pag. 4 Tutti i cavi dovranno essere rispondenti alle norme CEI 20-13 e 20 - 22 II; dovranno disporre inoltre di certificazione IMQ od equivalente. I cavi dovranno avere le guaine isolanti interne colorate in modo da individuare la fase relativa (blu chiaro = neutro; marrone = fase; nero = fase; grigio = fase).

2.3.

Sistemi di giunzione e derivazione da interrare nei pozzetti

Per tutte le giunzioni o derivazioni su cavi con posa in pozzetto o cavidotto interrato si dovranno utilizzare muffole / corredi tipo “3M Scotchast” o equivalenti, per giunzioni di bassa tensione a resina colata per tensioni fino a 1kV. Le giunzioni dovranno avere dimensioni tali da potere essere inserite nei pozzetti esistenti interrati.

Tutti i conduttori di derivazione infilati entro il palo metallico, dovranno essere ulteriormente protetti agli effetti del doppio isolamento da una guaina isolante supplementare di diametro maggiore o uguale a 20 mm, di lunghezza tale da essere accessibile nel pozzetto ed entrare nel palo per una lunghezza di almeno 100 cm e almeno fino alla portella morsettiera. La guaina isolante dovrà avere rigidità dielettrica maggiore o uguale a 10 KV/mm.

2.4.

Cavidotti da interrare

Per la realizzazione della parte interrata / sotterranea degli impianti d’illuminazione dovranno essere utilizzati cavidotti conformi alle norme tecnico legislative vigenti.

Per la realizzazione delle canalizzazioni delle linee “dorsali” dovranno essere utilizzati cavidotti aventi le seguenti caratteristiche minime:

 Tubo a doppio strato corrugato esternamente internamente liscio in barre;

 Diametro nominale maggiore uguale 63 mm ed inferiore o uguale a 125 mm;

 Materiale: mescola di polietilene neutro ad alta densità;

 Marchi: marchio IMQ o equivalente;

 Resistenza allo schiacciamento (EN 50086-2-4 - CEI 23-46 Variante A1): 750 N con deformazione diametro interno pari al 5 % (campioni da 200 mm), certificata dal costruttore mediante prove eseguite secondo norme CEI di prodotto;

 Manicotti di giunzione in polietilene ad alta densità;

 Colore esterno: nero o rosso;

 Raggio di curvatura: 8 volte il diametro Nominale

Per la realizzazione del tratto di canalizzazione derivata dalla linea dorsale tra pozzetto e singolo plinto per palo, in alternativa alla tubazione sopra descritta, potranno essere impiegati cavidotti aventi le seguenti caratteristiche minime:

 Tubo a doppio strato corrugato esternamente internamente liscio in barre o rotoli;

 Diametro nominale maggiore uguale 63 mm ed inferiore o uguale a 100 mm;

 Materiale: mescola di polietilene neutro ad alta densità;

 Marchi: marchio IMQ o equivalente;

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 Resistenza allo schiacciamento (EN 50086-2-4 - CEI 23-46 Variante A1): 450 N con deformazione diametro interno pari al 5 % (campioni da 200 mm), (230 Kg/m), certificata dal costruttore mediante prove eseguite secondo norme CEI di prodotto;

 Manicotti di giunzione in polietilene ad alta densità;

 Colore esterno: nero o rosso;

 Raggio di curvatura: 8 volte il diametro Nominale

Per la giunzione tra i tubi, dovranno essere utilizzati appositi accessori di qualità pari a quella delle tubazioni.

2.5.

Chiusini in ghisa e relativi telai

I chiusini e i telai da utilizzare per la realizzazione dell’impianto d’illuminazione dovranno essere in ghisa sferoidale, rispondenti alla relativa Norma UNI EN 124 ed avere classe idonea al luogo d’installazione, non dovranno in ogni caso avere classe inferiore a C250.

Sul chiusino dovranno essere marchiati, per quanto non in contrasto con la suddetta normativa:

 marchio o sigla identificativa del fabbricante;

 norma di riferimento;

 classe d’appartenenza;

 marchio organismo di certificazione indipendente;

Per quanto riguarda i chiusini D400 questi dovranno inoltre soddisfare i seguenti ulteriori requisiti:

 altezza del telaio uguale o superiore a 100 mm;

 I coperchi quadrati o rettangolari di dimensioni maggiori di 50 cm devono essere a doppio triangolo o avere le sedi lavorate.

2.6.

Cassette stradali per alloggiamento erogatori dell’energia elettrica

L'armadio dovrà essere realizzato in vetroresina (SMC), conforme alle prescrizioni del Distributore.

I limiti di temperatura ambiente entro cui dovrà essere garantito il normale funzionamento delle apparecchiature costituenti il quadro saranno quelle di cui al paragrafo 6.1.1.2 della Norma CEI EN 60439-1.

Si precisa, inoltre, che l'armadio dovrà avere un dimensionamento termico congruente con la potenza dissipata dalle apparecchiature installate al suo interno, nelle condizioni nominali di funzionamento e con una temperatura ambiente pari a 40°C.

Le tubazioni interrate entranti nelle carpenterie dovranno essere sigillate mediante schiuma poliuretanica al fine di prevenire la formazione di condensa interna.

Il contenitore dovrà essere completamente chiuso ed essere munito di sportello anteriore cieco con serratura con chiave per ogni vano del tipo con sistema by-passabile a mezzo di chiave a impronta triangolare secondo standard ENEL.

L’armadio contenitore del quadro e le apparecchiature costituenti lo stesso dovranno essere realizzati con materiali atti a resistere alle sollecitazioni meccaniche, elettriche e termiche, nonché agli effetti di un’umidità relativa del 95%.

L'armadio dovrà essere munito di una porta cieca frontale, dello stesso materiale e caratteristiche meccaniche dell'involucro.

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Pag. 6 La maniglia di chiusura dovrà essere dotata per una serratura a profilo semi-cilindrico standardizzato con blocchetto Yale 21.

La protezione contro i contatti diretti dovrà essere ottenuta mediante idonee barriere e nel rispetto delle ulteriori prescrizioni di cui al p. 7.4.2.2 CEI EN 60439-1.

La protezione contro i contatti indiretti dovrà essere ottenuta con misure diverse dall’impiego di circuiti di protezione, in modo da ottenere un’apparecchiatura complessivamente in classe di isolamento II ad armadio chiuso.

Caratteristiche tecniche

 SMC (Vetroresina) colore Grigio RAL 7001.

 Dimensioni ingombro Base (mm) x Altezza (mm) x Profondità (mm): 230x420x204

 Dimensioni interne Base (mm) x Altezza (mm) x Profondità (mm): 183x373x175

 Conforme alle norme CEI EN 60439-5 (/A1).

 Conforme alla DS4931 secondo prescrizione Enel.

 Resistenza alla fiamma secondo Prescrizioni Enel DS 4974: >80 punti.

 Resistenza alle correnti superficiali secondo norme IEC 60112: PTI 500.

 Resistenza all’impatto 10J secondo CEI EN 60439/5.

 Grado di protezione: IP 34 D secondo CEI EN 60529.

 Riferimento a Specifica Tecnica Enel: DS 4555 (Nazionale).

Caratteristiche del manufatto:

Predisposto per l’installazione di:

- Un gruppo di misura monofase elettronico;

- Un gruppo di misura elettronico trifase fino a 15 KW.

 Sportello di tipo rigato, incernierato con apertura di 90° e possibilità di rimozione totale dello stesso per un più agevole accesso.

 Aerazione interna ottenuta mediante labirinto sul perimetro dello sportello.

 La serratura è di tipo Enel 4541 Unificata Nazionale che consente l’ispezione autonoma di più utenti.

 Il contenitore e adatto per essere montato a muro, su palo o su palina in vetroresina tipo Enel DS 4553.

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Pag. 7 2.7.

Corpi illuminanti

Vedasi doc. 5_SCT_Schede Tecniche Materiali.

Ogni apparecchio illuminante si intende “OD EQUIVALENTE”.

2.8.

Pali di sostegno

Per i termini e le definizioni utilizzati nel presente documento fare riferimento alla norma UNI EN 40. Nel presente documento con il termine accessori si intendono gli sbracci, mensole, attacchi, adattatori, o comunque componenti che possono essere applicati al palo, esclusi i corpi illuminanti. Le dimensioni sono indicate sui relativi elaborati grafici, per quanto riguarda le tolleranze dimensionali ammesse fare riferimento alla norma UNI EN 40.

Il processo di progettazione, produzione, fornitura dei pali deve essere certificato ai sensi della norma UNI EN ISO 9001. I sostegni dovranno essere conformi alle normative tecnico legislative vigenti ed alla presente specifica tecnica, eventuali varianti dovranno essere sottoposte ad approvazione formale preventiva da parte del Committente. I pali dovranno essere dotati di marchio CE.

2.8.1. Caratteristiche dei materiali impiegati

L’acciaio impiegato per la costruzione dei pali e dei bracci deve essere saldabile laminato a caldo. Le caratteristiche minime sono quelle del tipo S235JR (semicalmato G2 o calmato G3) con riferimento alla EN10025 per i pali ed alla EN10219 per i bracci. Lo spessore minimo dell’acciaio sarà di 3,2 mm per i bracci ed i pali di lunghezza fino a 6000 mm e di 4 mm per i pali di lunghezza superiore. Il materiale di provenienza deve essere prodotto da azienda qualificata dall’IGQ, o equivalente, ossia da Ente od istituto accreditato SINCERT.

2.8.2. Caratteristiche costruttive

I pali devono essere ricavati da lamiera di acciaio mediante formatura a freddo e il procedimento di saldatura longitudinale impiegato potrà essere con materiale di apporto (saldatura automatica ad arco sommerso o sotto gas protettore) o con saldatura ad induzione ERW (Electric Resistance Welding). I pali devono essere progettati e costruiti perfettamente rispondenti a tutte le normative tecnico legislative vigenti ed alle indicazioni contenute nella presente specifica tecnica. Devono avere resistenza uniforme in tutte le direzioni.

Nel disegno allegato sono riportate le caratteristiche dimensionali dei pali e delle lavorazioni previste.

I pali dovranno essere dotati di tasca o di dado di messa terra, nel caso di uso del dado questo dovrà esse M12 in acciaio inox, saldato a filo della superficie esterna del palo in maniera tale da non fuoriuscire dal diametro del palo, disposto a 600 mm dalla base del palo. La filettatura deve essere perfettamente libera e pulita, ingrassata e protetta da tappo in materiale plastico stabile anche durante il trasporto ma facilmente estraibile.

I pali dovranno essere dotati di apposita asola per il passaggio dei cavi (zona destinata all’interramento del palo) che dovrà essere posizionata ed avere le dimensioni indicate nei disegni allegati.

Il palo dovrà essere dotato di finestrella di ispezione delle dimensioni indicate neI disegni allegati.

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Pag. 8 I pali devono essere forniti completi delle viti e dei grani necessari.

Gli accessori (mensole, sbracci, manicotti) devono essere forniti completi di 6 viti senza testa con cava esagonale (grani) e punta a coppa M10x10 UNI 5929 – DIN 916 di acciaio inox alloggiati nelle apposite sedi.

In alternativa i grani possono essere forniti a parte in sacchetti di plastica sigillati.

2.8.3. Protezione dalla corrosione

I pali ed i bracci, accessori, ecc. devono essere zincati a caldo (Norme UNI EN 40–5) internamente ed esternamente previo decapaggio con l’eliminazione totale delle scorie dei processi di saldatura e dei residui di lavorazione. La zincatura deve essere eseguita dopo le lavorazioni meccaniche dei pali, deve presentare uniformità di colore. Lo spessore della zincatura, nelle aree A e B del palo, deve essere misurato in conformità alla norma EN ISO 1461. Non saranno accettate zone scure o con diversità di colorazione (chiaro-scuro) di qualsiasi dimensione. A zincatura eseguita i sostegni devono presentare superfici interne ed esterne lisce, prive di: grumi, macchie, punte, colature, distacchi anche di minima entità.

Per i pali d’arredo urbano è prevista l’applicazione alla base di un manicotto cilindrico dell’altezza complessiva di 50 cm, posizionato alla mezzeria della quota d’incastro, in acciaio S235JR dello spessore di 3 mm, fissato mediante saldatura circonferenziale preliminarmente alla zincatura a caldo.

Per i pali funzionali è invece prevista l’applicazione alla base del palo dopo la zincatura a caldo, di un manicotto termo-restringente in poliolefina reticolata applicato a caldo, dotato internamente di un collante che per l’azione del calore conferisce l’adesione completa della guaina al palo zincato.

I pali dovranno essere dotati di marcatura CE in conformità alla legislazione vigente (DPR246/93, 89/106/CEE; 93/68/CEE). La marcatura, apposta su ogni singolo palo, dovrà riportare almeno i seguenti dati:

 Marchio CE;

 Numero identificazione ente notificato certificato autorizzazione marcatura;

 Normativa di riferimento (EN 40-5);

 Codice del prodotto;

 Anno di marcatura;

 Identificazione del costruttore;

2.8.4. Verniciatura del palo

Per eventuali necessità, oltre alla zincatura potrà essere prevista una verniciatura con colore stabilito di volta in volta dalla Direzione Lavori.

In questo caso dopo la zincatura alla superficie del palo si procederà a:

 Pulitura eventuali accumuli di zinco;

 Fosfodecapaggio con lettore di pH e riscaldato a 45° C,

 Risciacquo con acqua di rete;

 Risciacquo con acqua demineralizzata;

 Applicazione di passivante nano-tecnologico in grado di pretrattare superfici ferrose, acciaio, zincati e alluminio;

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 Asciugatura in forno Statico;

 Applicazione della polvere in poliestere in cabina con pistole automatiche fino a raggiungere 80/100 micron di spessore;

 Polimerizzazione in forno a temperatura costante di 200° C con un tempo min. di 40 min.;

 Imballaggio effettuato singolarmente per ogni palo e per ogni accessorio.

Le vernici utilizzate nell’intero procedimento devono essere del medesimo fabbricante e compatibili tra di loro. In alternativa alla verniciatura come sopra descritta, potrà essere proposto dal fornitore alla Direzione Lavori il processo di termolaccatura.

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3 PRESCRIZIONI RELATIVE ALLE MODALITA’ COSTRUTTIVE

3.1.

Prescrizioni di coordinamento generale

Tutti i lavori devono essere eseguiti a regola d'arte, secondo le prescrizioni scritte o verbali impartite dalla Direzione dei Lavori, in modo che gli impianti rispondano perfettamente a tutte le condizioni stabilite nel presente Capitolato e nelle specifiche tecniche.

L'esecuzione dei lavori deve essere coordinata, secondo le prescrizioni della Direzione dei Lavori, con le esigenze che possono sorgere dalla contemporanea esecuzione di tutte le altre opere affidate ad altre Ditte.

Salve preventive prescrizioni, la Ditta appaltatrice ha facoltà di eseguire lavori nell’ordine che riterrà più opportuno, per consegnarli ultimati a regola d'arte.

È facoltà della Direzione dei Lavori fissare particolari orari di lavoro, comportanti anche limitazioni della durata delle giornate lavorative qualora particolari esigenze lo richiedano.

3.2.

Posa di cavidotti interrati e loro accessori

I cavidotti per le linee di illuminazione pubblica, dovranno essere posate esclusivamente su suolo pubblico, in luogo dei vialetti pedonali, marciapiedi, aree ciclopedonali, comunque al di fuori delle aree verdi al fine di evitare future involontarie manomissioni o piantumazioni sopra le linee. Il percorso deve essere possibilmente rettilineo da pozzetto a pozzetto e gli attraversamenti ridotti al minimo. I cambi di direzione dovranno essere di norma a 90°. Nelle aree verdi le linee devono essere posate alla distanza maggiore possibile dalle piante comunque non inferiore a due metri dalle piante ed il più vicino possibile ai punti luce. In ogni caso, quando il progetto prevederà la posa di pali, pozzetti o basamenti in prossimità di alberature o elementi di verde pubblico presenti o previste per le aree in oggetto, si dovrà provvedere a richiedere il parere all'Ufficio competente per il Verde Pubblico del Comune.

Nella posa dei cavidotti si dovrà porre la massima attenzione ai raggi di curvatura con cui si poseranno le tubazioni, per permettere l’agile infilaggio e sfilaggio delle linee elettriche, il raggio di curvatura da praticare non dovrà essere mai inferiore a 100cm.

La profondità di posa minima dei cavidotti dovrà essere quella indicata dalle norme CEI di riferimento e comunque di norma non dovrà essere inferiore a:

- cm 60 per la posa su marciapiedi, su banchina stradale e su aree verdi;

- cm 70 per la posa longitudinalmente su strade;

- cm 100 per la posa negli attraversamenti stradali.

Nel caso in cui non si riesca a praticare la profondità d’interramento prescritta dalle norme CEI, i cavidotti dovranno essere protetti meccanicamente da idonea cappa in cls o mediante tubi guaina in acciaio come prescritto dalle norme CEI.

In ogni caso sarà cura del Progettista recepire ulteriori o diverse prescrizioni presso l’Ente proprietario e presso l’Ente gestore delle strade e delle aree di intervento.

Nella posa dei cavidotti dovranno essere:

 rispettate tutte le norme tecnico legislative vigenti in materia ed applicabili soprattutto nei riguardi delle modalità di posa, delle distanze di rispetto da altri sottoservizi e strutture.

 Attuate le prescrizioni dettate dal Regolamento Comunale di Manomissione del Suolo Pubblico.

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 Dovranno essere inoltre tenute le caratteristiche dimensionali e costruttive, nonché i percorsi, indicati nei disegni di progetto.

Normalmente non viene realizzato impianto di terra, poiché gli impianti sono realizzati con la tecnica del doppio isolamento (classe II).

I cavidotti dovranno essere opportunamente intercettati da pozzetti specifici per l’impianto illuminazione.

Le canalizzazioni dovranno sempre arrivare al limite del comparto ed essere terminate con pozzetti di ispezione. All’interno dei pozzetti, gli accessi delle canalizzazioni devono essere tamponati in modo da riempire completamente l'interstizio tra il manufatto ed il cavidotto.

Si ricorda che si dovrà inoltre posare, all’interno dello stesso scavo, un cavidotto supplementare uguale a quello previsto per l’impianto IP, corredato di guida per il trascinamento dei cavi, in aggiunta a quello destinato al contenimento delle linee elettriche previste per le opere di illuminazione, da lasciare vuoto quale predisposizione per future linee e servizi.

Nella posa delle tubazioni saranno inoltre rispettate le seguenti prescrizioni:

 Taglio delle sovrastrutture stradali di qualunque tipo del tappetino e del sottofondo in conglomerato, per la larghezza necessaria con apposite macchine taglia-asfalto.

 Esecuzione dello scavo in trincea a sezione ristretta, con le dimensioni necessarie;

 Costituzione di un letto di sabbia dello spessore di cm 5 per la regolarizzazione del fondo dello scavo;

 posa dei tubi e dell’eventuale corda di terra sul letto precostituito. I tubi dovranno essere giuntati utilizzando appositi accessori, con pasta siliconica e successiva nastratura del giunto

 Se richiesto o indicato negli elaborati eventuale Infissione punta di terra, una in prossimità di ogni basamento per palo con collegamento all’interno del pozzetto;

 Riempimento dello scavo con materiale inerte;

 Fornitura e posa dello strato finale per il ripristino della pavimentazione esistente, eventualmente dello strato di conglomerato bituminoso per strati di collegamento (binder) secondo quanto indicato nei progetti e per il ripristino della pavimentazione.

Per quanto riguarda le operazioni di taglio, disfacimento delle sovrastrutture stradali, di ripristino, delle sottostrutture stradali, dovranno essere considerate le prescrizioni del Regolamento Comunale di Manomissione del suolo pubblico.

Per quanto riguarda l’infissione delle punte di terra, si precisa che non è ammesso per tale operazione, l’uso della pala meccanica quale mezzo d’infissione.

3.3.

Costruzione di basamenti per pozzetti, pali e quadri

Nell’esecuzione dei pozzetti dovranno essere mantenute le caratteristiche dimensionali standard previste per gli impianti di illuminazione pubblica di Cremona fornite dai tecnici comunali ed indicate sugli elaborati grafici. Tutti i pozzetti dovranno essere dotati sul fondo di sistema di drenaggio dell’acqua costituito da letto di ghiaia dello spessore minimo di 10 cm e da tubazione disperdente del diametro di 100 mm. Nel caso di impiego di elementi prefabbricati per la costruzione dei pozzetti, questi dovranno nella parte interrata essere perfettamente sigillati tra loro dall’esterno mediante esecuzione rinfianco laterale di cemento di opportuno spessore, internamente sulle giunzioni tra gli elementi costituenti il pozzetto, dovranno essere stuccati e lisciati in modo da non presentare asperità. Nel caso di impiego di elementi

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Pag. 12 prefabbricati per la costruzione di pozzetti posizionati su sede stradale o aree aperte al transito di veicoli, questi dovranno avere caratteristiche idonee a sopportare i carichi indotti dal traffico veicolare pesante.

Per la costruzione dei plinti di sostegno dei pali e dei quadri, sarà responsabilità del Progettista valutare le dimensioni occorrenti a garantire la stabilità del palo, attraverso calcoli specifici e in funzione delle condizioni ambientali specifiche. I plinti potranno essere formati in opera oppure prefabbricati in calcestruzzo RCK 250 minimo, con caratteristiche dimensionali dei pozzetti e degli alloggiamenti palo che si adattino agli standard Comunali.

Su richiesta del Comune, il Progettista dovrà produrre i calcoli dei plinti ed eventualmente anche un’indagine geologica per la determinazione della portanza del terreno. Particolare attenzione deve essere posta per la progettazione dei plinti di fondazione sui bordi inclinati delle strade, sulle rive dei fossi, quando non sono completamente contenuti nel terreno.

La parte superiore dei plinti di fondazione dei pali ubicati su marciapiedi e strade, dovrà essere ricoperta con il tappeto d’usura o con la pavimentazione esistente, mentre nelle aree verdi su terreno naturale, dovrà essere ricoperta da 5 cm di terra. La botola dei pozzetti dovrà comunque essere posta a livello del suolo in modo da risultare scoperta ed accessibile ma senza creare pericolo.

Nel caso dei plinti in opera per pali, il raccordo fra il pozzetto di derivazione esterno al plinto ed il plinto di fondazione stesso, per la posa del cavo di alimentazione dell'apparecchiature di illuminazione, deve essere realizzata con tubo in PVC flessibile del diametro interno di mm 60; la canalizzazione deve avere leggera pendenza verso il pozzetto.

Nella realizzazione dei plinti per i quadri elettrici dovrà essere realizzato uno zoccolo di rialzo del quadro rispetto al piano di calpestio di almeno 15 cm, nel quale dovrà essere anche annegato il telaio di ancoraggio dello stesso. L’armadio non potrà essere tassellato sul basamento. L’accesso all’armadio dovrà sempre essere pavimentato, privo di zone avvallate per evitare possibili ristagni d’acqua e di fango. Si dovrà posare di fronte al basamento, il pozzetto per la partenza delle linee IP delle dimensioni minime di 50x50x60cm. Il contatore sarà normalmente ubicato in contenitore separato alloggiato in fianco al quadro stesso. Il cavo di alimentazione proveniente dal contatore ed entrante nel quadro, dovrà essere identificato all’interno del pozzetto con opportune targhette e segregato in tubazione protettiva sia nel pozzetto che nel quadro.

A circuiti e linee elettriche già installate, le tubazioni che collegano il pozzetto al quadro, dovranno essere sigillate nelle testate, con stracci e schiuma poliuretanica in modo da impedire la risalita di umidità e di insetti dal pozzetto verso il quadro. Le chiusure dovranno essere rimuovibili.

Nell’esecuzione dei pozzetti dovranno essere rispettate le seguenti condizioni:

 Esecuzione dello scavo con dimensioni adeguate al pozzetto;

 Formazione di platea in calcestruzzo RcK 250, gettato in opera, con sottostante drenaggio;

 Formazione della muratura laterale di contenimento, in calcestruzzo RcK 250 gettato in opera, con ricavo di fori per passacavi;

 Sigillatura con malta di cemento degli spazi eventualmente esistenti fra muratura e tubazioni;

 Posa, su letto di malta di cemento, di chiusino in ghisa completo di telaio di classe adeguata al sito di installazione;

 Riempimento dell’eventuale vano residuo con ghiaia naturale costipata;

 Trasporto alla discarica del materiale eccedente.

 Ripristino della pavimentazione stradale, di qualsiasi tipo;

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Pag. 13

 Nel caso di uso di pozzetti di tipo prefabbricato, questi dovranno essere utilizzati come cassero, rinfiancando quindi esternamente le pareti dello stesso di idoneo spessore.

Nell’esecuzione dei blocchi di fondazione per il sostegno dei pali, o dei quadri elettrici, con o senza pozzetto, dovranno essere rispettate le seguenti prescrizioni:

 Esecuzione dello scavo con dimensioni adeguate alle dimensioni del blocco;

 Formazione del blocco in calcestruzzo RcK 25 N/mmq;

 Esecuzione della nicchia per l’incastro del palo e per l’eventuale pozzetto, con l’impiego di cassaforma;

 Fornitura e posa, entro il blocco in calcestruzzo, di spezzoni di tubazione in PVC per il passaggio dei cavi;

 Formazione se necessario dell’impianto di messa a terra, compresa l’infissione dello spandente (puntazza) di terra;

 Riempimento eventuale dello scavo con materiale di risulta o con ghiaia naturale accuratamente costipata; trasporto alla discarica del materiale eccedente;

 Ripristino della pavimentazione stradale, di qualsiasi tipo;

3.4.

Posizionamento dei pozzetti di derivazione

I pozzetti di derivazione dovranno essere posati al di fuori delle carreggiate stradali e di aree soggette a traffico veicolare, per evitare che questi siano soggetti a manomissione in occasione dei regolari lavori di bitumatura, fresatura, modifiche alle pendenze e alle sedi stradali. Dovranno quindi essere adottate soluzioni che permettano la posa degli stessi in banchine, marciapiedi, aree verdi, ecc… comunque al di fuori delle carreggiate stradali, di stalli di parcheggio, di posizioni che non consentono l’agevole manutenzione degli impianti.

3.5.

Distanziamento dei sostegni dalle aree stradali, dai fabbricati, dalle alberature, dai parcheggi, ecc…

La distanza minima dei sostegni e di ogni altra parte dell'impianto dai limiti della carreggiata, fino ad un'altezza di 5 m dal piano della pavimentazione stradale, fermo restando il rispetto di quanto prescritto dal Codice della Strada e dai Regolamenti locali, deve essere:

- Per le strade urbane dotate di marciapiedi con cordonatura: 0,5 m netti. In ogni caso occorre che la posizione del palo sia scelta in modo da assicurare un passaggio della larghezza minima di 0,9 m verso il limite esterno della sede stradale; per i marciapiedi di larghezza insufficiente, il sostegno va installato, per quanto possibile, al limite della sede stradale.

- Per le strade extraurbane e per quelle urbane prive di marciapiedi con cordonatura: 1,4 m netti.

Distanze inferiori possono essere adottate nel caso che la configurazione della banchina non consenta il distanziamento sopra indicato; distanze maggiori devono essere adottate nel caso di banchine adibite anche alla sosta dei veicoli.

Le distanze dei sostegni e dei relativi apparecchi di illuminazione dai conduttori di linee elettriche aeree (conduttori supposti sia con catenaria verticale sia con catenaria inclinata di 30° sulla verticale, nelle condizioni indicate nel D.M. 21/03/1988), non devono essere inferiori a:

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Pag. 14 - 1 m dai conduttori di linee di classe 0 e l; il distanziamento minimo sopra indicato può essere

ridotto a 0,5 m quando si tratti di linee con conduttori in cavo aereo ed in ogni caso nell'abitato - (3 + 0,015 U) m dai conduttori di linee di classe II e III, dove U è la tensione nominale della linea

espressa in kV.

Il distanziamento può essere ridotto a (1+ 0,015 U) m per le linee in cavo aereo e, quando ci sia l'accordo fra i proprietari interessati, anche per le linee con conduttori nudi.

I distanziamenti sopraindicati si riferiscono unicamente al corretto funzionamento dell’impianto.

Distanziamenti maggiori sono, in genere, necessari per tenere conto della sicurezza degli operatori addetti alla manutenzione.

Le distanze da rispettare da altre opere circostanti o componenti di altri servizi tecnologici sono riepilogate nella tabella seguente (come indicato nel D.M. 21/03/1988).

Opera avvicinata Elemento da considerare Distanza minima (m) Linee di telecomunicazione e

linee elettriche di 1a classe in conduttori nudi fuori dell'abitato

Conduttore più vicino 1

Linee di telecomunicazione e linee elettriche di 1a classe in cavo aereo e in ogni caso nell'abitato

Conduttore più vicino 0,50

Ferrovie e tranvie in sede propria fuori dell'abitato (esclusi i binari morti e raccordi a stabilimenti)

Rotaia più vicina Ciglio delle trincee Piede dei rilevati

6 (1) 3 (1) 2 (1) Funicolari terrestri fuori

dall'abitato Rotaia più vicina 4 (1)

Filovie fuori dall'abitato Conduttore di contatto più

vicino 4 (1)

Funivie, sciovie e seggiovie per trasporto persone

Organo più vicino, e se esso è mobile, sua posiz. più vic.

poss.

4 (1)

Funivie per trasporto merci o similari

Organo più vicino, e se esso è mobile, sua posiz. più vic.

poss.

2 (1)

Ferrovie, tranvie e filovie nell'abitato, e binari e raccordi a stabilimenti

Rotaia più vicina

Conduttore di contatto più vicino

2 (1)

Argini di 3a categoria (3) Piede dell'argine 5 (1) Autostrade Confine di proprietà (C.P.) 25 (1) (4) Condotti

a pressione Protetti Esterno tubazione 2 (4) 1 (5)

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> 25 atm

Non protetti 6 (4)

3 (5) Condotti

a pressione

< 25 atm ed oleodotti

Protetti

Esterno tubazione

1,5 (4) 1 (5)

Non protetti 2 (4)

1 (5) Pali sfiato del gas metano;

(sfiati da valvola da sicurezza, sfiati di organi di intercettazione)

Apertura o griglia alla sommità

del palo sfiato 7,5 (6)

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Pag. 16 (1) Le distanze sono da riferire a tutto il centro luminoso e alla fondazione se del tipo affiorante (2) Compreso l’eventuale impianto di messa a terra

(3) Per argini di categoria superiore ci si deve attenere alle disposizioni degli organi competenti (4) Riducibili previa autorizzazione dell'Ente proprietario

(5) Nel caso di sostegno senza linea aerea

(6) Zona AD di divisione 2 dei luoghi di classe 1 (C1Z2)

Nota: Zona AD determinata dalla presenza di pali sfiato della rete del gas. Gli apparecchi di illuminazione di normale esecuzione non devono essere collocati nella zona AD AD di divisione 2 dei luoghi di classe 1 (C1Z2) - caso dei pali sfiato di valvole di sicurezza -. Possono essere installati a condizione che siano in esecuzione rispettivamente AD - FT o AD – FE (Norma CEI 31-30).

3.6.

Altezza minima di posa dei corpi illuminanti

Gli apparecchi illuminanti verranno installati secondo le indicazioni riportate sugli elaborati di progetto.

3.7.

Posa delle linee elettriche di alimentazione in cavidotti e pozzetti

Nella posa delle linee dovranno essere rispettate tutte le norme tecnico legislative vigenti in materia, con particolare riferimento alle profondità di interramento ed alle distanze minime di sicurezza da altri servizi interferenti previste dalle normative vigenti. Dovranno inoltre essere rispettate le distanze minime prescritte dal Regolamento Comunale di Manomissione del Suolo Pubblico dallo sviluppo delle radici delle alberature.

Non è ammessa la posa di cavi direttamente interrati, le linee dovranno essere sempre infilate all’interno di cavidotti opportunamente predisposti che garantiscano la sfilabilità delle linee per la manutenzione delle stesse. Nei punti ove vi siano significativi cambiamenti di direzione (di norma superiore a 45°) o tratte superiori a 70 metri, i cavidotti dovranno essere intercettati da pozzetti d’ispezione, tramite i quali dovrà essere possibile infilare e sfilare le linee. I pozzetti dovranno essere realizzati inoltre in prossimità di ogni sostegno di illuminazione. Nei punti di derivazione e nei pozzetti di transito delle linee, si deve lasciare una ricchezza/scorta di cavo della lunghezza di circa metri uno anche se non c’è giunzione da realizzare. Nella posa dei cavi bisognerà porre particolare attenzione a non danneggiarne la guaina e gli strati isolanti, al fine di mantenere per l’impianto di distribuzione la classe d’isolamento II.

Nel caso di più punti luce installati su di uno stesso palo, le linee di alimentazione in derivazione di allacciamento dei corpi illuminanti, dovranno essere singole, prevedendo quindi più cavi di risalita ovvero un cavo per ciascuna apparecchiatura. Le alimentazioni dovranno essere inoltre derivate ciclicamente tra le fasi.

Sui cavi delle linee dorsali in corrispondenza dei pozzetti dovrà essere apposta una targhetta riportante il circuito di appartenenza, mentre sui cavi di derivazione ai corpi illuminanti dovrà essere apposta una targhetta che dovrà indicare la fase di appartenenza. Tali indicazioni saranno le stesse riportate nei quadri elettrici in prossimità degli interruttori corrispondenti. L’indicazione dovrà essere realizzata tramite targhette colorate o numerate indelebili e resistenti all’usura poste su ciascun cavo all’interno dei pozzetti di giunzione.

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Pag. 17 Le linee dorsali sotterranee dovranno essere costituite da cavo quadripolare ad isolamento doppio- rinforzato del tipo FG16OR16 0,6/1KV della sezione indicata sugli elaborati di progetto comunque non inferiore a 10 mmq.

I cavi infilati entro pali o tubi metallici, dovranno essere ulteriormente protetti agli effetti del doppio isolamento da guaina isolante.

La temperatura dei cavi (per tutta la loro lunghezza) durante lo spostamento e la posa in opera, non deve essere inferiore a quanto indicato dalle norme di riferimento e dai costruttori del materiale.

La posa dei cavi nelle tubazioni, dovrà essere effettuata, su richiesta del Comune mediante apposito argano tiracavi; in tale caso dovrà essere fatto uso del dinamometro per evitare di danneggiare il cavo durante le operazioni di tiro.

Nel caso di linee a parete queste dovranno essere normalmente posate in tubazioni – cavidotti protettivi, utilizzando tutti gli accessori necessari, quali curve, cassette, guaine, raccordi, ecc…. La posa di cavi direttamente aggraffati a strutture deve essere preventivamente autorizzata dai tecnici comunali.

3.8.

Giunzioni e derivazioni interrate

Le derivazioni sotterranee agli apparecchi d’illuminazione installati sui sostegni, (in cavo bipolare FG16OR16 0,6/1KV della sezione di 2,5 mmq), saranno effettuate con l’impiego di muffole / corredi tipo “3M Scotchast”o similari per giunzioni di bassa tensione a resina colata per tensioni fino a 1KV. Le giunzioni dovranno avere dimensioni tali da potere essere inserite nei pozzetti esistenti interrati. Il cavo di linea (R- FG7OR 0,6/1KV) non dovrà essere interrotto ma dovrà essere scoperto solamente per il tratto della derivazione ed il fissaggio con i conduttori del cavo derivato verrà realizzato con morsetti a stringere sistema crimpaggio. Le giunzioni dovranno essere realizzate a regola d’arte secondo le istruzioni del fabbricante della giunzione. Dette muffole saranno posate esclusivamente nei pozzetti in muratura. Tutti i conduttori di derivazione infilati entro il palo metallico, saranno ulteriormente protetti agli effetti del doppio isolamento da una guaina isolante supplementare di diametro maggiore o uguale a 20 mm, di lunghezza tale da essere accessibile nel pozzetto ed entrare nel palo per una lunghezza di almeno 100 cm e fino alla portella nmorsettiera. La guaina isolante dovrà avere rigidità dielettrica maggiore o uguale a 10 KV/mm. Gli apparecchi d’illuminazione utilizzati devono essere in classe II d’isolamento e pertanto si dovrà porre la massima cura nell’esecuzione dei collegamenti elettrici affinché in essi sia mantenuto il doppio isolamento. Il collegamento dei corpi illuminanti alle linee di alimentazione, dovrà essere effettuato derivando gli stessi in modo ciclico tra il conduttore di fase e il conduttore neutro, in modo che il carico risultante su ciascuna linea risulti equilibrato. Non è prevista l’installazione di morsettiere all’interno del palo anche se provvisto di apposita ferritoia.

3.9.

Protezione contro l’ingresso di corpi solidi e acqua negli involucri

Le parti accessibili da terzi (altezza inferiore a 3 m) degli involucri contenenti componenti elettrici, anche ove non precisato dal progettista, devono avere grado di protezione almeno pari ad IP 56. Per i componenti da installare o incassare in pozzetti interrati il grado minimo di protezione deve essere IP67.

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Pag. 18

4 VERIFICHE E COLLAUDI

La presente sezione per quanto non in contrasto con documenti tecnico legislativi vigenti, specifica quali sono le verifiche e i collaudi da effettuare sugli impianti d’illuminazione pubblica prima della messa in servizio e per il collaudo definitivo da parte del Comune di Cremona.

Sono previste due fasi per i collaudi e le verifiche, la verifica preliminare per la messa in funzione degli impianti che dovrà essere eseguita direttamente dall’installatore conformemente a quanto indicato al punto 4.1 ed il collaudo definitivo dell’impianto, che sarà eseguito al termine dei lavori da parte del Comune di Cremona, previa consegna della documentazione tecnica indicata nel seguito da integrare con l’eventuale ulteriore documentazione indicata negli allegati contrattuali o richiesta dalla Direzione Lavori.

4.1.

Verifiche preliminari provvisorie per la messa in funzione degli impianti

Prima della redazione del verbale di collaudo definitivo e d’ultimazione dei lavori e comunque prima della messa in tensione ed in servizio degli impianti (anche tratte d’impianto), l’installatore dovrà effettuare le seguenti verifiche provvisorie, da verbalizzare e consegnare al Direttore dei Lavori prima del collaudo dell’impianto:

 misura della resistenza di isolamento tra i conduttori attivi e la terra;

 misura della caduta di tensione o della tensione in coda all’impianto;

 verifica e prova della continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali principali e supplementari (se eventualmente presenti);

 misura della resistenza dell’impianto di terra e verifica coordinamento con le protezioni installate (se presente);

 verifica efficienza dei comandi e delle protezioni nei riguardi dei contatti diretti ed indiretti (compreso funzionamento interruttori differenziali);

 misura delle correnti assorbite da ogni fase delle linee di alimentazione dei corpi illuminanti (ad inizio linea);

 verifica orientamento corpi illuminanti (rispondenza al progetto);

 verifica tipo e sezione dei conduttori (rispondenza al progetto);

Al termine delle verifiche provvisorie l’installatore dovrà redarre apposito verbale dell’impianto che sarà consegnato al Direttore dei Lavori prima del collaudo definitivo dell’intero impianto.

4.2.

Documentazione da fornire per collaudo

Al termine dei lavori e prima dell’esecuzione del collaudo definitivo, dovrà essere consegnata al Direttore dei Lavori la seguente documentazione:

a) Dichiarazione di conformità dell’impianto alla regola dell’arte completa degli allegati previsti (relazione tecnica attestante le modalità di esecuzione, elenco dei materiali installati ed utilizzati, certificato iscrizione CCIAA);

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Pag. 19 b) Schede tecniche dei materiali impiegati per la costruzione dell’impianto quali cavi, muffole,

sostegni, apparecchi illuminanti, cavidotti, chiusini, etc…

c) Verbale delle verifiche iniziali sull’impianto realizzato (da allegare alla dichiarazione di conformità), eseguite dall’installatore prima della messa in servizio dello stesso, completo delle seguenti verifiche minime (da eseguire secondo quanto prescritto dalle norme CEI di riferimento):

o misura della resistenza di isolamento tra i conduttori attivi e la terra;

o misura della caduta di tensione o della tensione in coda all’impianto;

o verifica e prova della continuità dei conduttori di protezione e dei conduttori equipotenziali principali e supplementari (se eventualmente presenti);

o misura della resistenza dell’impianto di terra e verifica coordinamento con le protezioni installate (se presente);

o verifica efficienza dei comandi e delle protezioni nei riguardi dei contatti diretti ed indiretti (compreso funzionamento interruttori differenziali);

o misura delle correnti assorbite da ogni fase delle linee di alimentazione dei corpi illuminanti (ad inizio linea);

o verifica orientamento corpi illuminanti (rispondenza al progetto);

o verifica tipo e sezione dei conduttori (rispondenza al progetto);

d) In caso di impiego di apparecchi diversi rispetto a quelli contenuti nel progetto: schede tecniche dei corpi illuminanti utilizzati, complete di file fotometrici in formato di file per ogni tipologia di apparecchio utilizzata. Dalla scheda tecnica si deve evincere la conformità alle prescrizioni tecniche Comunali e la conformità alle norme vigenti;

e) In caso di impiego di apparecchi diversi rispetto a quelli contenuti nel progetto: calcolo di verifica illuminotecnica con evidenziate le classi di appartenenza delle zone da illuminare, i parametri illuminotecnici da garantire, i risultati calcolati. Dai calcoli si deve evincere la conformità alle normative di riferimento;

f) Calcolo e verifica di stabilità per ciascun sostegno (palo) utilizzato redatto in conformità alla UNI EN 40 secondo i carichi applicati al palo ed ai parametri specificati nel capitolato. Il calcolo di verifica deve essere completo di disegno del palo dal quale risultino le caratteristiche costruttive dello stesso (dimensionali e di caratteristiche dei materiali). I disegni devono essere forniti anche in formato di file su supporto magnetico in formato dgn o dwg o dxf;

g) In caso di impiego di apparecchi diversi rispetto a quelli contenuti nel progetto: per ciascuna tipologia di apparecchio impiegato, certificato di conformità alle L.R. 17/2000, 38/04 e s.m.i.

completo di misurazione fotometrica degli apparecchi installati, in forma tabellare numerica su supporto cartaceo ed in formato "Eulumdat" o analogo su supporto magnetico; la stessa deve riportare inoltre la posizione dell'apparecchio durante la misurazione e la dichiarazione dal responsabile tecnico di laboratorio o di enti terzi, quali l’IMQ, circa la veridicità delle misure (D.G.R.

n. 7/6162);

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Pag. 20 h) Rilievo as-build planimetrico quotato dell’impianto di illuminazione con:

o ubicazione dei punti luce con indicazione della tipologia (altezza, tipo sostegno, tipo armatura-corpo illuminante, potenza, orientamento corpo illuminante)

o tracciato dei cavidotti con indicazione della quantità, tipologia, modalità di posa (interrata, profondità, a parete, ecc…);

o posizione dei pozzetti di derivazione con indicazione della tipologia;

o posizione dei quadri di comando, sezionamento e protezione impianto con indicazione delle linee uscenti e della linea di alimentazione;

o sezione e tipologia delle linee elettriche di alimentazione delle armature;

o Il rilievo dovrà essere fornito stampato su supporto cartaceo ed in formato di file su supporto magnetico in formato dgn o dwg o dxf

i) Verbale di ultimazione lavori.

4.3.

Collaudo dell’impianto dell’illuminazione pubblica

Il collaudo sarà eseguito solamente dopo la consegna formale al Direttore dei Lavori di tutta la documentazione di cui al punto 4.2 oltre a quella aggiuntiva prevista in corso d’esecuzione dal Direttore dei Lavori.

Il collaudo sarà eseguito da un collaudatore appositamente nominato, in conformità alle normative tecnico legislative applicabili mediante esami a vista, misure e prove sperimentali.

Al temine delle operazioni di collaudo, sarà redatto apposito verbale.

Riferimenti

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