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COS' È L'AMORE OMAGGIO IL SENSO DI VUOTO MEDICINA ESTETICA: SOLO PER LE DONNE? STENOSI VALVOLARE AORTICA LA CISTITE NEI BAMBINI E NEGLI ADULTI

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MEDICINA ESTETICA:

SOLO PER LE DONNE?

LA CISTITE NEI BAMBINI E NEGLI ADULTI

Periodico bimestrale anno XVIII n°100 febbraio 2022

COS' È L'AMORE

OMAGGIO

DEL TUO F

ARMACIST A

L A C U L T U R A D E L L A S A L U T E

CONTRIBUTI DI SPECIALISTI DELLA PROVINCIA DI VARESE

IL SENSO DI VUOTO

STENOSI VALVOLARE

AORTICA

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3 F A R M A C I A F I D U C I A Periodico bimestrale di salute & benessere

Direttore Editoriale Dott. Luigi Zocchi Direttore Responsabile Chiara Zocchi

Direzione Redazione Federfarma Varese

Piazza Marsala, 4 - 21100 Varese Tel. 0332 236164 - Fax 0332 830101 [email protected] Comitato Scientifico Rachele Aspesi Alessandra Irmici

Hanno collaborato a questo numero Marina Andrini

Michela Avella Marco Broggini Alberto Ciatti Alfredo Goddi Matteo Masciocchi Andrea Pozzi Alberto Roggia Stefano Scamoni Silvia Torre In copertina

Foto di Jonathan Borba da Pexels Art Director - Progetto grafico Lorenza Borellini

Pubblicità Marco Zamberletti presso Federfarma Varese

Piazza Marsala, 4 - 21100 Varese - Italia [email protected] Anno XVIII - n° 100 febbraio 2022 Copia Omaggio

ROC - Registro Operatori di Comunicazione n° 36712

Registrazione testata Tribunale di Varese n° 871 del 22/4/2005

Tiratura 20.000 copie

Distribuzione in 246 farmacie di Varese e provincia

Stampa - Roto3 Industria Grafica s.r.l.

@farmaciafiducia @farmaciafiduciamag Per proposte di collaborazione e comunicazioni: [email protected] Sono vietati la riproduzione e l’uso anche parziale di testi, illustrazioni e foto Gli Autori si assumono la responsabilità di quanto da loro scritto. Farmacia Fiducia declina ogni responsabilità in merito

Troverai il prossimo numero di Farmacia Fiducia a metà aprile nella tua farmacia

“La prevalenza del cretino”, cit.

Dott. Luigi Zocchi

Presidente Federfarma Varese

Nel 1985 Fruttero&Lucentini, il famoso Duo di scrittori umoristici, pubblica un libro che, nella sua semplicità sarcasti- ca, appartiene alla storia della letteratu- ra “leggera” italiana: La prevalenza del cretino. Il titolo lascia intendere che le attività umane siano prevalentemente condizionate-organizzate in base a diret- tive fornite da cretini. Essendo, secondo gli autori, “il cretino” una figura preva- lente tra gli umani, ne deriva che chi rag- giunge posizioni di potere o di comando sia sostenuto dalla maggioranza di quei soggetti, ed operi in modo conforme alle aspettative dei suoi simili.

Questo, ovviamente, non è sempre vero.

Anche persone molto capaci, acculturate profondamente, con esperienze profes- sionali estremamente vaste e diversi- ficate, occupano posizioni di potere e creano/gestiscono leggi o disposizioni che possono guidare, condizionare, ma talvolta anche interferire nella normale vita di centinaia di migliaia di individui (i quali non sempre apprezzano ciò che troppo disturba il loro modo di vivere).

In questi due anni di pandemia abbia- mo assistito a molte di queste “strane”

disposizioni.

Dal lockdown totale a quello selettivo, dalla gente chiusa in casa per mesi alla vita pubblica concessa solo ai super- greenpassati, dal divieto di consumare in piedi piuttosto che seduti, dalle quaran- tene alla Dad...

E in questo momento furoreggia il tam- pone.

Chi si trova in determinate situazioni de- ve farsi un tampone antigenico rapido o molecolare per poter rientrare al lavoro o a scuola, o per uscire di casa o per riavere la propria vita. Sembra facile.

Nell’ultimo anno le farmacie lombarde hanno processato circa 11.500.000 di tamponi e continuano ad effettuarne oltre 1.000.000 alla settimana. Sì, avete letto bene, non abbiamo confuso i nume- ri: si tratta di più di un milione di tamponi alla settimana e di oltre undici milioni e mezzo dall’inizio del servizio. Questo ha determinato alcuni problemi.

Inizialmente gli uffici pubblici, ASST (che

vuol dire ospedali) ed ATS (ex ASL), svolgevano un ruolo attivo ed esegui- vano moltissimi tamponi per specifiche categorie di soggetti. Poco a poco però il servizio pubblico si è ritirato. Ed ora, tutti i tipi di tamponi sono eseguibili in farmacia: da quelli di fine-quarantena a quelli di fine-isolamento, da quello di sorveglianza scolastica, fino a quello dei rientri dall’estero.

Un milione di tamponi alla settimana vuol dire che, in ogni farmacia che li effettua, più di cinquecento persone si affollano, si registrano, vengono controllate e se ne acquisiscono i dati personali per il consenso informato e per il rilascio del famigerato green pass. Ogni tampone richiede circa un quarto d’ora per l’e- spletamento dell’operazione. È qui che ricompare pesantemente il cretino di Fruttero&Lucentini.

Il cretino è impaziente, litiga, si scon- tra con gli altri in attesa, pretende di avere tutto e subito, minaccia e insulta, spesso aggredisce a male parole il po- vero farmacista, che, da parte sua, ha ricevuto e riceve disposizioni diverse quasi ogni giorno e deve districarsi tra norme che prevedono oltre 60 casi (le regole cambiano a seconda dell’età, del- la situazione professionale, della classe scolastica frequentata, della data pro- gressiva della positività al Covid o della situazione di viaggiatore/lavoratore).

Le modalità di accedere al tampone, ed il fatto di pagarlo o di effettuarlo gratuitamente, sono diverse. La legge e le circolari che pretendono di spiegarla non sono affatto chiare e può facilmente verificarsi il caso in cui un farmacista dia un’interpretazione ed un altro ne dia una diversa.

Apriti cielo. Il cretino esplode, nomina il nome di Dio invano, minaccia chissacché.

Forse, però, non è proprio tutta colpa sua.

Ci deve essere, infiltrato tra coloro che stabiliscono norme e modalità applica- tive, qualcuno della sua categoria, che emana disposizioni insostenibili, distrutti- ve per tutto il sistema.

Che abbiano ragione Fruttero&Lucentini e che il cretino sia prevalente? Bah…

L A C U L T U R A D E L L A S A L U T E

(4)
(5)

5 F A R M A C I A F I D U C I A

In questo numero

• 6 Cos'è l'amore

Dott.ssa Michela Avella

• 8 Il senso di vuoto

Dott.ssa Silvia Torre

9 L'illustrazione

di Matteo Masciocchi

• 11 Medicina estetica: solo per le donne?

Dott. Stefano Scamoni

• 13 Stenosi valvolare aortica:

sintomi ed opzioni terapeutiche

Dott. Andrea Pozzi

• 17 Polimialgia reumatica

Dott. Marco Broggini

• 19 WU WEI o i cinque sapori:

acido, amaro, dolce, piccante e salato

Dott.ssa Alessandra Irmici

• 20 Dolci, ma con moderazione

Dott.ssa Rachele Aspesi

• 21 Cosa possiamo fare per aiutare le api

a cura di Apicoltura Costantini

• 22 La cistite nei bambini e negli adulti (uomini e donne)

Prof. Alberto Roggia

• 25 Uomo e donna, odontoiatricamente “diversi”

Dott. Alberto Ciatti

• 26 La medicina moderna: siamo testimoni di un’epoca fortunata

Dott. Alfredo Goddi

• 29 Covid: dis-umanizzazione delle cure?

una testimonianza di Marina Andrini

L’importanza

di farsi, e di fare, delle domande

di Chiara Zocchi

I n questo numero troverete alcune-risposte relative ad alcune-domande che sicuramente hanno già attraversato la vostra mente.

Ad esempio, relativamente alla domanda: cos’è l’amore?

...due psicologhe ci aiutano a districarne il “fantasma” dalla sua realtà, proponendoci un’altra visione della coppia (due persone, le cui identità dovrebbero rimanere separate, e non il tentativo di diventare un solo essere) e ci parlano delle conseguenze distrutti- ve che si potrebbero evitare/curare, attraverso una terapia.

Oppure, relativamente alla domanda: gli uomini e le donne sono uguali di fronte a certe patologie e alla cura di sé?

...la Medicina di genere propone di valorizzarne le differenze, senza comunque dimenticare che tutti siamo unici e che il nostro corpo reagisce spesso in modo imprevedibile ad una patologia o ad una terapia.

È dunque sempre importante farsi delle domande, e soprattutto farne al proprio medico, agli specialisti e al proprio farmacista di fiducia.

La medicina di genere (MdG) o, meglio,

la medicina genere-specifica è definita

dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)

come lo studio dell’influenza

delle differenze biologiche (definite dal sesso)

e socio-economico/culturali (definite dal genere)

sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.

(6)

L A C U L T U R A D E L L A S A L U T E 6

L’

amore è una trama complessa, ed esiste in una tale varietà di forme e sfumature che, qualunque cosa si tenti di affermare in proposito, sarà proba- bilmente vera. Premessa doverosa, ma non esaustiva. Gli esseri umani non si sono ancora stancati di parlare dell’a- more. Ci rivolgiamo ai poeti per spiegarlo, ai pittori per poterlo vedere rappresentato. Evidentemente ci sfugge ancora qualcosa e forse è proprio questo il mistero che continua ad ammaliare, fin dai tempi antichi. Siamo ispirati da suggestioni e continuamente in cerca di definizioni.

E più cerchiamo di fermare l’amore per incasellarlo tra parole chiave e argomentazioni, più esso ci sfugge. Pro- viamo a fare un salto indietro nel passato per rintracciare alcune riflessioni sul nobile sentimento: l'amore ai tempi di Platone. Nel Simposio, Aristofane ne racconta l'origine narrando un mito.

"Un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancava- no di nulla e non v'era la distinzione tra uomini e donne.

Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due:

da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà, trovando la quale torna all'antica perfezione".

L'amore, secondo questa ricostruzione, è ciò cui ogni individuo aspira. Il sentimento amoroso nascerebbe così dal desiderio di ricongiungimento con la propria metà, da un bisogno di pienezza. Trovare la propria anima gemella corrisponderebbe, in questa chiave di lettura, a ri-trovare questo ideale di perfezione perduta. La ricerca romantica della persona giusta, con un tocco di destino che segna gli incontri tra dolci metà, fa breccia nel nostro immaginario e sostiene aspettative e convinzioni circa una vita di coppia assolutamente appagante in contrapposizione ad una vita non in coppia assolutamente frustrante. L’aspirazione al ricongiungimento amoroso può tradursi in esplorazioni e nell’incontro dell’Altro, ma anche in un’affannosa ricerca che non contempla la possibilità della solitudine, anzi la stigmatizza come mancanza. Possiamo affermare che questa prospettiva non ci è di grande aiuto quando ci

Cos'è l'amore

Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce , sosteneva Pascal,

introducendo l'eterno gioco tra Amore e Psiche.

Dott.ssa Michela Avella

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(7)

7 F A R M A C I A F I D U C I A troviamo soli, oppure immersi in maldestre esperienze adolescenziali o incastrati nelle dinamiche quotidiane dell’amore maturo, in relazione con persone che di ideale hanno ben poco, assumendo piuttosto sembianze dram- maticamente reali. È un attimo allora sentirci sbagliati ed etichettare una relazione come difettosa, da rottamare o sostituire, perché si sa, aggiustare non va più di moda. Ec- co che giunge, insieme alle persone e alla convinzione di un amore ideale, il falso mito per eccellenza:

se l’Altro mi ama davvero, sa quello che voglio, sa cosa mi aspetto, sa rendermi felice.

Queste aspettative hanno il potere di minare la più promettente delle rela- zioni, perché non consentono l’incontro autentico, non incoraggiano l’espressione legittima di bisogni e desideri e tendono a mettere i partner nella posizione passiva di ricettori di felicità e fruitori di amore. Ma la felicità e l’a- more non sono doni che cadono dal cielo.La teoria plato- nica prevedeva la ricerca della propria metà predestinata, prospettando meno l’eventualità di un lavoro terapeutico e di crescita di coppia. Nel lavoro con la persona o con la coppia che formula una richiesta di aiuto, preferisco affidarmi, in qualità di psicologa e sessuologa clinica, ad una visione meno idealizzata dell’amore, altrimenti è ben difficile sopravvivere alla fase dell’innamoramento dopo l’impatto con l’esame di realtà. La richiesta di consul- tazione in tema amoroso porta tipicamente con sé una buona quantità di aspettative ideali, di parole non dette, di significati personali basati su quella convinzione, che sì, qualcuno di speciale lì fuori è fatto apposta per noi, per compensare la nostra mancanza, ed è pronto a capirci al primo sguardo.

Ma per essere appagati possiamo affidarci so- lo al destino, fidarci dell'amore, sperare nella buona sorte?

Avere a che fare con una metà della mela rende inclini ad aspettarsi che l’Altro possa aderire magicamente alle proprie aspettative, prospettiva ahinoi delirante. Siamo immersi in un mondo reale, più che in uno ideale, e amare in qualche modo ci rende vulnerabili a contatto con l’imprevedibilità e l'alterità, ma la buona notizia è che nel mondo reale abbiamo sempre facoltà di intervento e un buon margine di miglioramento, fornendo un contributo attivo alla vita di coppia, imparando a co- municare e arrivando a regolazioni reciproche, se neces- sario con l’aiuto di un professionista. Con il trascorrere del tempo le interpretazioni dell’amore si sono moltiplicate.

Il nobile sentimento è diventato, come canta il maestro Franco Battiato, un sentimento popolare, ma l’aspettativa di una dimensione ideale rimane profondamente radicata.

Massimo Recalcati, psicoanalista e saggista contempora- neo, oggi parte da una nuova prospettiva, proponendo una visione che si affranca dall’immagine delle due metà della mela. Concepisce l'amore non come ricongiungi- mento che pone fine ad una condizione di mancanza, ben-

sì come origine della mancanza, come

passaggio dalla dimensione dell'Uno alla dimensione del Due.

Detto in parole più semplici, l’amore è quel sentimento che ti fa sentire la mancanza dell’Altro, e non che la colma.

Secondo questa visione, l’Uno può rappresentare una pie- nezza, una quantità sufficiente e può bastare a se stesso.

Trovare la persona amata non significa dunque ritrovare l'antica perfezione, ma accedere al variegato mondo del Due, dell'imperfezione. Vengono restituite all’Uno la pie- nezza di senso e la responsabilità di essere felice, dedican- dosi attivamente ad esperienze di nutrimento e crescita personale, per poi restituirsi all’Altro arricchiti, con un proprio nucleo sano e solido, pronti a godere dell’incon- tro e a sentirne la mancanza, una mancanza buona, però, generatrice di desiderio.

Questo significa che nel mondo reale non si incontrano metà, ma solo interi, persone dotate di una potenziale pienezza. Ciò che è certo è che l'essere umano, dopo se- coli e secoli, non ha ancora finito di parlare di amore né di interrogarsi sulla sua natura, senza giungere però mai ad una spiegazione univoca.

Non ci resta quindi che af- fidarci ai poeti,

lasciandoci incantare dalle suggestioni che risuonano in noi, prediligendo quelle che più ci somi- gliano e dedicando un po’ di spazio a quella sana imperfe- zione che significa accedere alla ricchezza e al mistero che c’è in ogni persona, che è un essere "pieno" ed "intero".

Vogliamo azzardarci anche a ipotizzare il segreto dell’amore?

Forse è il fatto di provare a

restare in Due, senza cercare a

tutti i costi di fondersi.

(8)

L A C U L T U R A D E L L A S A L U T E 8

L

a sensazione di vuoto fa riferimento a diversi vissuti emotivi ed è caratteristica di diverse patologie.

Vi sono più suscettibili persone eterodirette, il cui senso di stabilità personale, cioè, dipende da un’Alterità (persone, contesti, regole, ecc.), la cui mancanza o non- adesione può suscitare emozioni quali vergogna, inade- guatezza, insicurezza, colpa, ansia e, appunto, sensazione di vuoto. Ne deriva un senso di instabilità. Pensiamo, ad esempio, a tutte quelle situazioni in cui lo sguardo dell’al- tro ha un effetto su di noi, oppure a quando ci chiediamo cosa pensi l’altro di noi, oppure ancora a quando la de- finizione dell’altro su di noi determina il nostro modo di sentirci.

Quante volte il nostro umore cambia perché pensiamo che gli altri ci rifiutino o magari perché ci sentiamo svalutati?

Da un punto di vista fenomenologico, possiamo affermare che siamo di fronte ad una modalità di emozionarci che fa sì che ci sentiamo attraverso l’Altro, ovvero che mantenia- mo -attraverso una fonte di riferimento esterna- il nostro senso di stabilità personale. Ma se questo Altro viene a mancare, come manteniamo tale stabilità? Diventa quindi necessario trovare un nuovo punto di co-percezione, che corrisponda alla nostra forma più primordiale, e ciò può avvenire ad esempio attraverso la nostra corporeità.

Ci abituiamo cioè a sentirci tramite un polo interno.

Quando emerge la sensazione di vuoto, perché vi è la disconferma, il rifiuto o la mancata approvazione da parte dell’altro, la persona si fa corpo. Nelle forme patologi- che possono verificarsi alcuni sintomi dei

disturbi del comportamento alimentare o del disturbo bor- derline di personalità

(l’abbuffata e l’autolesionismo possono diventare pratiche adottate per sentirsi, secondo visceralità). Ingerire notevoli quantità di cibo fa emergere stati viscerali su cui sintonizzarsi e permette di sfuggire al senso negativo di sé in corso. Vi è quindi uno spostamen- to dall’alterità rappresentata dall’Altro, alla corporeità.

Il senso di vuoto e il conseguente senso di angoscia pos- sono essere dunque affrontati aumentando l’intensità dei segnali corporei. In quest’ottica, nei comportamenti di automutilazione superficiale, il dolore fisico assolve pato- logicamente questo compito. Aumentiamo gli stati visce- rali per regolare le disconferme che emergono nell’ambito delle relazioni con gli altri, altri che prima in qualche modo ci definivano e ci garantivano stabilità (relazioni sociali, affettività, ruolo lavorativo, ecc.).

Il senso di vuoto e l’angoscia, dunque, sono affrontati au- mentando l’intensità dei segnali corporei e il corpo diven- ta il mezzo fondamentale attraverso il quale co-percepirsi.

Si tratta di un ritorno al sé che ha lo scopo di mettere in stand-by l’alterità per tentare di ritrovare il senso di sta- bilità personale. In queste inclinazioni sulla polarità corpo proprio-alterità noi comprendiamo i diversi modi di essere nel mondo e la patologia.

Come possiamo agire per fermare questo cir- colo?

Se il nostro modo di sentirci dipende in qualche mi- sura (soggettiva) dall’Altro, possiamo provare a spostare la nostra forma di co-percezione su altre forme di Alterità in cui riconoscerci e che ci riconoscano e che ci consen- tano di mantenere il nostro senso di stabilità personale in una forma autentica, ovvero su una forma di esistenza che si è appropriata di se stessa e si è installata nelle proprie possibilità. In questo modo, difficilmente si instaurerà un così profondo senso di vuoto.

Il senso di vuoto

Un seul être vous manque, et tout est dépeuplé.

Vi manca un solo essere, e tutto è spopolato.

Alphonse de Lamartine

Dott.ssa Silvia Torre

Psicologa, Psicoterapeuta, esperta in Neuropsicologia

Mi.Cal - Milan Institute for Health Care and Advanced Learning

[email protected] Tel. 334 8679895

Come sperimentiamo il nostro corpo?

Noi non possediamo un corpo, ma lo viviamo, lo siamo e il corpo è ciò che ci appartiene a livello più primordiale.

Il sintomo può essere visto come il

corpo che ci comunica qualcosa. Pos-

siamo anche usare il nostro corpo per

tentare di risolvere conflitti psicologici.

(9)

9 F A R M A C I A F I D U C I A

Matteo Masciocchi

è un illustratore nato nel 1996 a Cittiglio (Va).

Diplomato in Nuove

Tecnologie dell'Arte

all'

Accademia di Belle Arti di Brera,

sta ora frequentando il biennio di Cinema

e Video.

Nato e cresciuto nelle zone rurali limitrofe alle sponde del lago Maggiore,

è stato fin dall'infanzia in stretto contatto con la Natura caratteristica dell'Italia nord- occidentale.

Grazie a tale contesto, si è appassionato alla

zoologia, in particolar

modo agli artropodi e ai rettili.

Questi ultimi sono spesso i protagonisti delle sue illustrazioni, in cui il tratto marcato e netto del disegno digitale, in contrasto con le tinte pastello, crea un effetto magico-grottesco.

L'illustrazione

“Ho scelto, per rappresentare il senso di vuoto, una figura androgina, in cui tale vuoto si esprime attraverso lo sguardo, e nel cui corpo si sono formati dei buchi, delle aperture, che rivelano parti di interiorità, orga- nica, ma anche metaforica”.

instagram.com/matteo_masciocchi

(10)

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(11)

11 F A R M A C I A F I D U C I A

Medicina estetica:

solo per le donne?

L’

uomo e la donna sono due universi così distinti?

Non più. Lo stereotipo dell’uomo che non deve chiedere mai -il “Rambo” che si rade con un col- tello e che usa come dopobarba la benzina- e quello della donna, unica depositaria e curatrice della propria immagi- ne e del proprio aspetto, non sono più attuali. Negli ultimi decenni si è assistito ad una profonda

emancipazione del sesso femminile nel sociale, nel mondo lavorativo e in tanti altri aspetti della vita, trascurando il cam- biamento che è avvenuto anche per quan- to riguarda il sesso maschile, soprattutto nei confronti della cura e dell’attenzione al proprio aspetto, alla propria persona e alla propria fisicità. Se da un lato si dà per scontato che la donna “si curi”, recandosi dal parrucchiere, dall’estetista e, in alcuni casi anche ricorrendo alla medicina este- tica, dall’altro sembra strano che possano farlo anche gli uomini.

E invece è così. L’uomo inizia a richiedere gli stessi servizi della donna: dal parruc- chiere, per capelli e barba; dall’estetista, per l’epilazione e la cura delle sopracciglia;

e anche dal medico. Per quanto riguarda i trattamenti di medicina estetica, esiste pe- rò una grande differenza tra i due sessi: le donne richiedono maggiormente una ride- finizione delle labbra, mentre gli uomini del

profilo del naso. La richiesta di trattamenti di biorivitalizza- zione e di ridefinizione dei volumi e dei contorni del viso tramite l’utilizzo di acido ialuronico è ugualmente richiesta da entrambi i sessi. Mentre l’utilizzo di fili di trazione, che permettono di ottenere un effetto di soft lifting, sono mag- giormente richiesti dal sesso femminile.

Il trattamento con tossina botulinica viene richiesto in egual misura da entrambi i sessi, anche se, nella pratica, esso è

differente nell’uomo e nella donna. Le tecnologie laser sono anch’esse sempre più richieste, negli ultimi anni, anche dagli uomini (la maggior parte dei trattamenti riguardano l’elimi- nazione di macchie cutanee o di tatuaggi e l’epilazione).

Ai giorni nostri l’accesso alla medicina estetica avviene quindi sia da parte delle donne che degli uomini, anche

se la quota femminile rimane sempre (per poco) maggiore rispetto a quella maschile. Spesso i trattamenti richiesti sono gli stessi, anche se gli effetti sono diversi, in base ai criteri maschile-femminile. La medicina estetica deve tener conto sia delle richieste sia delle tendenze, nel pieno rispetto dell’integrità fisica e psicologica della persona che vi si approccia, andando a personalizzare e a differenziare i trattamenti per evitare di creare omologazione e fusione.

Dott. Stefano Scamoni

Medico Chirurgo

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Non stupisce più il fatto di trovare in sala d’attesa sia uomini che donne.

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13 F A R M A C I A F I D U C I A

Q

uando parliamo di “stenosi aortica” intendiamo il restringimento che coinvolge la valvola aorti- ca. Tale valvola mette in comunicazione il cuore (ventricolo di sinistra) con l’aorta, che rappresenta l’arteria madre da cui si dirama il sistema arterioso. La valvola aortica è costituita da tre cuspidi che, aprendosi e chiudendosi, per- mettono il passaggio di sangue ad ogni contrazione cardiaca (sistole). La stenosi aortica ha diverse cause fisiopatologiche.

La malattia reumatica, causata da un’infezione streptococci- ca, rappresenta la principale causa di stenosi valvolare aorti- ca nei paesi sottosviluppati, dove la prevalenza della malattia è maggiore tra i giovani rispetto agli anziani. Al contrario, grazie alle terapie antibiotiche a disposizione, la malattia reumatica si riscontra molto raramente nei paesi sviluppati, nei quali, escludendo le cause congenite, la stenosi aortica si riscontra maggiormente in pazienti con oltre 65 anni di età, ed è spesso dovuta ad una degenerazione fibrocalcifica delle cuspidi aortiche.

La degenerazione fibrocalcifica porta ad una rigidità dell’apparato valvolare e ad un progressivo restringimen- to dell’orifizio. Con il progredire della malattia, il cuore deve incrementare la forza contrattile per poter superare l’ostruzione dovuta al restringimento della valvola. Come tutti i muscoli, anche esso, se sollecitato a lavorare più intensamente, incrementa lo spessore diventando iper- trofico. Questa alterazione morfologica ha un impatto negativo anche da un punto di vista funzionale, poichè il cuore diventa più rigido, compromettendo di conseguenza il riempimento cardiaco (diastole).

Clinicamente, la stenosi valvolare aortica è caratterizzata da comparsa di dispnea (mancanza di fiato), angina e, negli stadi più avanzati, da sincope (perdita improvvisa e transitoria di coscienza). Questi sintomi sono esacerbati

dell’esercizio fisico, che mette a dura prova i meccanismi di compenso, insufficienti in presenza di stenosi aortica.

Nella maggior parte dei casi il primo sintomo è la dispnea da sforzo. Questa si manifesta per una compromissione della circolazione polmonare, dovuta principalmente ad un’altera- zione della diastole ed ad una conseguente congestione del circolo polmonare. Nelle fasi iniziali la dispnea si manifesterà al termine di uno sforzo di importante entità. Al contrario, con il progredire della patologia (e della stenosi), gli sforzi che il paziente riuscirà a compiere saranno sempre più ridot- ti. Un altro sintomo cardine è la comparsa di angina.

Come precedentemente riportato, il cuore di un paziente con stenosi aortica severa diventa ipertrofico e, per tale motivo, ha bisogno di una maggior quantità di ossigeno soprattutto durante sforzo.

Stenosi valvolare aortica:

sintomi ed opzioni terapeutiche

La valvola aortica mette in comunicazione il ventricolo di sinistra con l’aorta.

Tra i sintomi: la dispnea da sforzo e la comparsa di angina, in fase

avanzata anche la sincope da sforzo.

(14)

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15 F A R M A C I A F I D U C I A Purtroppo, la vascolarizzazione di un cuore ipertrofico è la stessa di un cuore con normali spessori. In questo modo non viene più garantita la quota di ossigeno e nutrienti adeguati, per soddisfare l’incrementato fabbisogno me- tabolico. Anche in questo caso, così come per la dispnea, la soglia di comparsa del sintomo si ridurrà sempre di più, con il progredire della stenosi e dell’ipertrofia.

Nella fase avanzata della malattia, si può manifestare an- che la sincope da sforzo. In questo caso, la presenza di una stenosi aortica severa riduce la quantità di sangue che giunge all’encefalo, provocando così la perdita di coscien- za. Spesso un ecocardiogramma, eseguito nei pazienti con i sintomi sopra riportati, mostra la presenza di una stenosi aortica importante.

In presenza di diagnosi di stenosi valvolare aortica, fino a circa 20 anni fa, l’unica terapia disponibile era la sostituzio- ne valvolare chirurgica. Purtroppo alcuni pazienti hanno un elevato rischio chirurgico o un rischio di complicanze nel post-operatorio che impatta sulla sopravvivenza/riuscita dell’intervento. I pazienti che hanno un elevato rischio operatorio sono i soggetti anziani con plurime comorbidi- tà, tra cui una lunga storia di diabete mellito, broncopneu- mopatia cronica ostruttiva avanzata, insufficienza renale cronica etc.

Fortunatamente oggi, a questi pazienti, può essere pro- posta la sostituzione valvolare percutanea. Questa tecnica consiste nell’impiantare una nuova valvola, utilizzando un catetere che, partendo dall’arteria femorale, raggiunge il cuore e permette di sostituire la valvola malata. Con que- sta tecnica si ha un approccio meno invasivo, andando ad evitare un intervento a cuore aperto, offrendo un’opzione terapeutica anche a pazienti esclusi dall’indicazione car- diochirurgica.

Ovviamente la sostituzione valvolare percutanea deve essere fatta in centri che eseguono un elevato numero di procedure, in modo da poter gestire al meglio sia il decor- so del paziente sia le possibili complicanze che, come ogni intervento invasivo, si possono verificare.

È importante sottolineare che il decorso post-operatorio di un paziente sottoposto al classico intervento chirurgico ha una durata di circa tre settimane (inclusa la riabilitazione).

Invece con l’approccio percutaneo esso si limita a qualche giorno di degenza, dopodichè il paziente può tornare al domicilio.

PROCEDURA DI TAVI

Con accesso femorale, mininvasivo e senza circolazione extracorporea, una valvola artificiale viene accuratamente posizionata nel cuore all'interno di una valvola aortica disfunzionante per stenosi aortica.

La valvola aortica è formata da tre cuspidi semilunari, chiamate cuspide coronarica destra, cuspide coronarica sinistra e cuspide non coronarica. Il malfunzionamento di queste cuspidi, dovuto ad una malattia congenita o alla calcificazione delle cuspidi, porta al restringimento valvolare, chiamato

stenosi valvolare aortica.

Nei paesi industrializzati, grazie alle migliorate condizio- ni di vita e alla presenza di terapie, soprattutto antibioti- che, si osservano sempre più raramente la malattia reu- matica e i suoi effetti degenerativi, soprattutto calcifici, a livello valvolare.

Ma, oltre al malfunzionamento delle cuspidi come causa, la presenza di stenosi aortica può essere dovuta ad una patologia sopravalvolare o sottovalvolare.

VALVOLA AORTICA

VALVOLA AORTICA

NORMALE VALVOLA AORTICA STENOTICA

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La valvola aortica è una delle quattro

valvole presenti nel nostro cuore. Co-

me dice il nome, essa mette in comu-

nicazione il ventricolo di sinistra con

l’aorta, madre di tutte le arterie, che

porta il sangue ossigenato verso i vari

distretti dell’organismo.

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ADATTO A VEGETARIANI

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senza glutine

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17 F A R M A C I A F I D U C I A

L

a polimialgia reumatica è una malattia reumatologica che interessa i soggetti che hanno più di 50 anni, e soprattutto più di 65 anni. È una malattia infiamma- toria in cui sono elevati gli indici di flogosi (VES e PCR) e la negatività degli anticorpi dell’artrite reumatoide (fattore reumatoide, anticorpi antipeptidi citrullinati ciclici o ACCP), oltre che delle connettiviti (anticorpi antinucleo o ANA).

È caratterizzata da violenti dolori muscolari, soprattutto a livello dell’attacco dei quattro arti (alle spalle ed agli ingui- ni). Trattandosi di dolore infiammatorio, esso è più forte di notte. La malattia inizia improvvisamente con dolore ad una spalla, poi anche alla controlaterale,

per poi diffondersi in breve agli in- guini. Esso si può in alcuni casi diffon- dere anche al collo, alle braccia e alle cosce. Talora interessa anche le mani, che presentano artrite con edema improntabile, ovvero: se schiacciamo con il dito la zona tumefatta e poi lo ritiriamo, persiste una fossetta (fovea), che è l’impronta del nostro dito. In questi casi bisogna escludere un’artrite reumatoide, ricercando il fattore reumatoide e gli anticorpi antipeptidi citrullinati ciclici, poichè l’artrite reumatoide dell’anziano è

spesso sieronegativa, cioè con assenza degli anticorpi sud- detti. Ma la diagnosi differenziale tra polimialgia reumatica ed artrite reumatoide non è semplice e spesso solo l’anda- mento della malattia nel tempo aiuta a risolvere tutti i dubbi.

La polimialgia reumatica si associa talora a fenomeni di in- fiammazione delle arterie (arterite), che possono chiudersi, determinando diversi problemi a seconda delle arterie inte- ressate (es. perdita della vista in caso di arterite dell’occhio).

Spesso sono interessate le arterie temporali, con cefalea temporale e dolore alla masticazione (claudicatio masse- terina), per ischemia delle arterie masseterine che irrorano

i muscoli deputati alla masticazione. L’esame di screening (non invasivo) per evidenziare l’arterite è l’ecocolordoppler delle arterie temporali ed ascellari. In passato si ricorreva invece alla biopsia dell’arteria temporale, che richiedeva un piccolo intervento chirurgico. In caso di arterite, la VES è molto alta (anche oltre 100) e bisognerà quindi aggredire subito la malattia con alte dosi di cortisone. I sintomi della polimialgia reumatica possono, per fortuna raramente, essere anche espressione di un tumore occulto in qualsiasi sede, e solitamente in questo caso i sintomi sono atipici e la risposta alla terapia non adeguata, indirizzando poi il reu-

matologo verso la diagnosi corretta.

Se trattata adeguatamente, la polimialgia reumatica tende a guarire completamente e solo raramente a recidivare.

La terapia scelta, che dura quasi un anno, è il cortisone. Esso non solo toglie i sintomi, ma anche guarisce.

Il suo effetto è rapidissimo, ma non bisogna interromperne l'assunzione per evitare che la malattia ripren- da il suo corso. È necessario però proteggere il tratto gastroenterico con antiacidi o inibitori della pom- pa protonica (es. pantoprazolo), ma soprattutto proteggere lo scheletro dall’osteoporosi, che purtroppo si aggrava a causa di tale terapia.

Si consiglia quindi, per evitare una progressione del danno osseo, oltre all’uso di calcio, di vitamina D e di un’adeguata attività fisica regolare, anche un vero e proprio farmaco an- tiosteoporotico, come ad esempio l’alendronato.

Nei primi tempi del trattamento è necessario anche control- lare la glicemia, poichè il cortisone può evidenziare un diabe- te mellito latente e, dato che esso stimola l’appetito, bisogna raccomandare al paziente di seguire una dieta corretta, al fine di evitare rapidi aumenti di peso, difficili poi da smaltire.

Polimialgia reumatica

Polimialgia: dal greco

poli (molti) + mios (muscolo) + algia (dolore).

Dott. Marco Broggini

Medico internista reumatologo Libero professionista

Nel quadro di Piero di Cosimo (1505), che si trova al Rijkmuseum di Amster- dam, è ritratto Francesco Giamberti, affetto da arterite temporale: a livello della tempia si nota l’arteria tempo- rale tumefatta e tortuosa proprio a causa di questa patologia.

(18)

L A C U L T U R A D E L L A S A L U T E 18

Caratteristiche principali

• Garantisce una capacità lubrificante ed emolliente;

• È utile nell'alleviare quei sintomi legati all'infiammazione

quali: deglutizione difficoltosa, sensazione di corpo estraneo in gola, di solletico e secchezza;

• Il myo-Inositolo induce la sintesi del surfattante costituendo-

ne l’80% sotto forma di Fosfatidilinositolo e favorendo quindi indirettamente il miglioramento degli scambi alveolari, grazie alla riduzione della tensione superficiale che, divenendo negati- va, determina la dilatazione degli alveoli.

• Il myo-Inositolo, richiamando enormi quantità di acqua, con-

tribuisce direttamente al miglioramento della clearance mucoci-

liare e dell’idratazione delle mucose, ottenendo da un lato delle

secrezioni molto fluide nelle tossi produttive e dall’altro un effetto mitigante nelle tossi secche e stizzose che accompagnano buona parte delle patologie respiratorie.

• I mucolitici e l’acido ialuronico presenti in alcuni presidi co-

me la soluzione ipertonica non agiscono affatto sulla clearance

mucociliare.

Indicazioni

• Broncositol è indicato, da solo o in associazione con altri far-

maci, nel trattamento di orofaringiti, tossi irritative post virali, bronchiti, sindromi influenzali e da raffreddamento, bronchio- liti nei neonati, sinusiti, asma, BPCO ed enfisema polmonare.

• Broncositol ha dimostrato anche, a seguito di sperimentazio-

ni e studi clinici, di aumentare la saturazione di O2 e diminuire l’affanno e la difficoltà respiratoria in soggetti affetti da Co- vid-19.

• Broncositol si può utilizzare, sin dai primi giorni di vita, per

via aerosolica, 2 fiale al giorno, e non ha effetti collaterali. Utile in gravidanza e in allattamento. Non è nebulizzabile con gli apparecchi ad ultrasuoni.

• Broncositol, con un meccanismo d’azione assolutamente

fisiologico, è utile in presenza di accumuli di catarro nelle basse vie respiratorie in quanto migliora l’idratazione del muco che, staccandosi dalle pareti dei bronchi, viene poi eliminato grazie all’attività delle ciglia.

Conclusioni

• Il myo-Inositolo allevia tutti i sintomi nei pazienti con malat-

tie delle vie respiratorie, trattandosi di una molecola chiave in diversi processi fisiologici, che riduce l’infiammazione e possie- de proprietà protettive sulle mucose e sul tessuto endoteliale.

La soluzione monodose sterile Bronco- sitol è un prodotto a base di myo-Inosito- lo, un poliolo noto per essere un impor- tante osmolita, che possiede una grande capacità di legare e trattenere notevoli quantità di acqua nei tessuti dell'appa- rato respiratorio.

Broncositol

Un approccio innovativo

nel trattamento delle malattie respiratorie

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Le informazioni ivi contenute sono esclusivamente rivolte agli operatori professionali. Ricordiamo inoltre che non possono essere impiegate indicazioni o vantaggi che vadano al di fuori delle indicazioni e modalità di utilizzo previste da foglietto illustrativo.

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M

olte medicine tradizionali riportano nozioni simili rispetto all’importanza dell’utilizzo dei sapori e delle proprietà dei cibi, che si esprimono nelle indicazioni della dietetica. Questo concetto prende uno spazio notevole nella medicina tradizionale cinese, esten- dendo e portando il suo significato oltre la sensazione gu- stativa, descrivendo cioè anche il rapporto sottile che esiste tra cibo ed energia e il legame tra esso ed organi/tessuti.

I sapori principali sono cinque: acido, amaro, dolce, piccan- te e salato. Ognuno di essi appartiene ad una delle cinque logge dell’agopuntura e ha uno stretto legame

con un organo e meridiano. Prendendo in considerazione ad esempio il sapore dolce o GAN, sappiamo che esso ha un aroma che stimola il ricordo della frutta matura, profumata e gradevole. Il suo rapporto è con la loggia della Terra, a cui fa riferimento il meridiano della milza. Secondo gli antichi testi di MTC il sapore è “la forma specifica di ognuno degli organi e l’organo si rigenera a partire dai sapori”. Per questo si potrà legge- re che un eccesso di dolce nuoce al meridiano della milza, mentre il suo giusto apporto gli giova e lo armonizza. Nella pratica dell’agopuntura non è raro, dunque, raccogliere alcune informazioni riguardo le ricer- che alimentari del paziente. Ognuno di noi ha sperimentato il desiderio o il rifiuto nei confronti di alcuni sapori: es.

desiderio di dolce, di salato e/o rifiuto di acido, piccante.

Tra i cibi dal sapore dolce troviamo il miele, con la sua capa- cità, nelle giuste quantità e dove non vi siano controindica- zioni, di armonizzare il meridiano della milza e l’organo a lui collegato. Alla loggia della Milza è associata in agopuntura la proprietà di digerire e del separare il puro dall’impuro.

Essa filtra però non solo il cibo, ma anche i pensieri e le emozioni. Nei testi di dietetica cinese tradizionale il miele, di sapore dolce, viene mescolato con altri sapori diventan- do di natura fredda, calda o neutra. Per citarne alcuni, il

miele di castagno tonifica il rene, quelli di acacia e di aran- cio tonificano il cuore, quello di lavanda la milza e quello di eucalipto il polmone. In generale il miele tonifica i meridiani di milza e stomaco. In queste pratiche orientali esso non viene mai consumato da solo, ma sciolto in acqua o infusi.

È anche un prezioso eccipiente nel confezionamento di prodotti di fitoterapia. Le proprietà del miele e dei prodotti dell’alveare sono utilizzate da moltissime persone, fatta eccezione per chi è allergico o ha problemi medici o in par- ticolari condizioni, che ne controindichino l’utilizzo, come

accade per la propoli in gravidanza.

Ricordiamo i principali e preziosi prodotti che le api ci offrono come alimenti e non solo…

il miele, il polline, la pappa reale, la propoli e poi anche la profumatissima cera usata per candele e creme cosme- tiche.

Si tratta di alimenti in cui possiamo trovare un apporto di vitamine, sali minerali e oligoelementi.

Spesso usati come “integrazione” alimentare, utili -se assunti in modo idoneo- come tonici

e ricostituenti, per esempio nei periodi di cambio di stagione, anche se non sem- pre adatti a tutti. Nel consumo di questi prodotti, per poter ottenere gli effetti attribuiti, è importante rispettare alcune indicazioni di conservazione degli stessi, che cambiano a seconda della formula di cui ci serviamo. Il polline, ad esempio, esiste fresco, essiccato o congelato, quest’ultimo prodotto mantiene un aroma e un profumo molto particolare e vivace, ma non sempre di facile reperimento e richiede una gestione nella conserva- zione più accorta. Per il loro prezioso contributo al nostro benessere e alla nostra possibilità di sopravvivenza sul pia- neta, l’ape, l’alveare e i relativi prodotti meritano di essere conosciuti e sostenuti.

WU WEI

o i cinque sapori:

acido , amaro , dolce , piccante e salato

Come l'ape raccoglie il succo dei fiori senza danneggiarne colore e profumo, così

il saggio dimori nel mondo.

Buddha

Dott.ssa Alessandra Irmici

Medico Chirurgo Esperta in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese Cell. 333 2129460

19 F A R M A C I A F I D U C I A

Disegni di Eva e Margherita Liccione

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Dolci, ma

con moderazione

L’unico zucchero “dietetico”

è quello... che non si mangia, rassegnamoci!

Dario Bressanini

La scienza della pasticceria, 2014

Dott.ssa Rachele Aspesi

Farmacista specialista in Nutrizione [email protected]

L A C U L T U R A D E L L A S A L U T E 20

Q

uando si regala un dolce si parla sempre il linguaggio dell’amore e dell’affetto, perché la dolcezza riempie il cuore. Ma quanto bene fa al nostro corpo? Mi ritrovo spesso a parlare con i miei pa- zienti di zuccheri e, nella maggior parte dei casi, scopriamo assieme che la quantità assunta durante la giornata non è effettivamente quella immaginata. Innanzitutto, diciamo che per zucchero si intende una tipologia di carboidrati a rapido assorbimento, detti anche semplici.

Gli alimenti che associamo maggiormente a questa classe di nutrienti, oltre allo zucchero da tavola classico, che ad esempio mettiamo nel caffè, sono tutti i prodotti da forno, dolci e salati, che si sono fatti strada nelle nostre abitudini dagli anni ’80 in poi, con l’avvento dell’industria alimentare.

Nel termine

zucchero semplice

, però, dobbiamo inclu- dere anche tutti quei cereali raffinati, che più comunemente ormai portiamo in tavola, a discapito di cereali integrali e semi-integrali.

Questi alimenti completamente bianchi, che sono stati privati della crusca esterna ricca di fibra e di sostanze nutritive, si rivelano purtroppo essere quasi completamente formati da amido, a rilascio zuccherino immediato. Esistono inoltre una serie di alimenti che raramente sono percepiti come zucche- rini, se non a livello gustativo. In questa categoria rientrano gli zuccheri nascosti, ovvero quelli che non associamo im- mediatamente all'assunzione di zucchero, nonostante il loro effetto metabolico sia sovrapponibile a quello di una bevanda zuccherina o di una caramella. Innanzitutto può esserci una difficoltà oggettiva nel leggere le etichette e nel riconoscere i diversi ingredienti, spesso nascosti da diciture poco chiare per chi non è esperto del settore: lo zucchero viene, infatti, denominato con termini differenti, come ad esempio scirop- po di glucosio/fruttosio, melassa, malto d'orzo, sciroppo di

mais. Peggio ancora, esistono alimenti che possono apparire o venire percepiti come più sani, grazie all'accurata scelta dei termini con cui lo zucchero è inserito in etichetta, ma sempre di zucchero semplice stiamo parlando: miele, zucchero di can- na, zucchero della frutta, fruttosio. Ed ancora alimenti che di fatto sono dolci, ma la cui etichetta presenta claim nutrizionali accattivanti e spesso fuorvianti, come ad esempio “a ridotto contenuto in zuccheri”, “con il 40% di zuccheri in meno”,

“tanto gusto, poche calorie”, “light”. Questo “alleggerimen- to di zuccheri” è possibile grazie alla presenza di dolcificanti artificiali, con un ridotto apporto calorico, ma con un potere dolcificante equiparabile o superiore allo zucchero comune.

Tutti gli zuccheri semplici elencati, compresi i dolcificanti, provocano un danno costante alla flora batterica intestinale, generando fenomeni fermentativi, in favore di un insediamen-

Tutti gli zuccheri semplici, compresi i dolcificanti, provocano un

danno costante alla flora batterica intestinale.

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21 F A R M A C I A F I D U C I A

Q uando due apicoltori si incontrano, raramente parlano di miele. Parlano piuttosto di api, del loro comportamento, della loro salute, dell’influsso che le condizioni climatiche hanno sulla loro vita. La loro salute determina infatti la produzione di miele, che è quindi il risul- tato di un lungo e faticoso processo di cura delle api.

Per aiutare le api, ecco quello che tutti possiamo fare:

Non utilizzare diserbanti (e chiedere al proprio Co- mune di non utilizzarne nemmeno negli spazi pubblici), soprattutto se spruzzati su piante in fiore. Se un’ape si posa su un fiore avvelenato, non muore all’istante, ma raccoglie del nettare e del polline, che porta nella propria famiglia, finendo così per avvelenare anche le altre api.

Lasciare nel proprio giardino un’area da dedi- care a piante che producono nettare e polline,

come la lavanda, il rosmarino, il coriandolo, l’erica, il papave- ro, cercando di alternare le fioriture nel corso dell’anno.

Cercare di acquistare prodotti da agricoltura biologica, che utilizzano metodi di coltivazione non dannosi per le api. Le api sono un importante indicatore am- bientale: dove loro prosperano, anche noi stiamo meglio.

Acquistare miele italiano, oppure proveniente dall’Unione Europea, che impone agli apicoltori di non utilizzare sostanze dannose (come gli antibiotici, larga- mente utilizzati ad esempio negli Stati Uniti). Sarebbe prefe- ribile comprare dai produttori locali, in modo da sostenerli anche nella lotta per avere un ambiente salubre.

Educare i bambini ad avere rispetto per le api

e per tutti gli insetti pronubi (come i bombi). È vero che le api pungono, ma solo se si sentono minacciate. Non bisogna ucciderle per prevenire una puntura, basta allontanarsene.

Provare diversi tipi di miele, scoprendo nuovi sapori e consistenze. Il miele cristallizzato, ad esempio, non è un miele andato a male, ma è il risultato di un processo assolutamente naturale. Il miele è come il vino, ogni annata è diversa dalla precedente. Non si può pretendere un prodotto standardizzato. Bisogna imparare ad apprezzare la varietà che la Natura offre.

Agire in ogni modo per arginare il cambia- mento climatico, che provoca numerosissimi proble- mi agli umani e anche alle api. E si sa che dalle api e dagli altri insetti pronubi dipende la produzione di numerosi frutti e ver- dure indispensabili alla nostra alimentazione.

Imparare la differenza tra api, vespe e calabro- ni. Le api muoiono quando pungono una persona, non così succede a vespe e calabroni. Le api quando sciamano for- mano un grappolo di api intorno a un nido, che costruiscono con la cera, quindi giallo. I nidi di colore grigio o marroni sono opera di vespe e calabroni, quindi è meglio tenersene a debita distanza.

to di batteri e funghi patogeni. Soffriamo di ricorrenti cistiti ed episodi di candidosi? Iniziamo a ridurre drasticamente il consumo di zuccheri raffinati nella nostra dieta quotidiana!

I carboidrati non complessi, inoltre, posseggono elevati indice e carico glicemico, con conseguente andamento non costante della glicemia e della produzione insulinica: saremo più esposti a lungo termine al rischio di aumentare di peso, soprattutto sul pericoloso girovita, e di sviluppare il diabete, la patologia da civilizzazione più diffusa dell’ultimo venten- nio, proprio a causa della diffusione dei cibi zuccherini creati dall’industria alimentare. Lo zucchero ha, inoltre, un ruolo depressivo del sistema immunitario, andando a ridurre sensi- bilmente la capacità delle nostre armi difensive di inglobare e distruggere batteri: anche gli ultimi studi sulla diffusione del Covid segnalano quanto i pazienti diabetici con elevato

rischio metabolico siano più a rischio di contrarre il virus e di avere effetti collaterali gravi.

Infine, elemento non irrilevante, zucchero richiama zucchero:

continuando ad utilizzare prodotti raffinati o addizionati di zuccheri, il nostro palato non si abituerà mai a volerne di me- no, finendo così a richiedercelo continuamente durante tutta la giornata e, ancora più insistentemente, in quei momenti di relax in cui lo sfizietto dolce deve essere soddisfatto necessa- riamente. Quindi, inutile cercare la scappatoia del dolcificante senza calorie: il nostro palato invierà segnali metabolici dan- nosi come se stessimo usando dello zucchero classico! Non consideriamo tuttavia lo zucchero come un cibo da eliminare completamente: nessun alimento è veleno per il nostro corpo, vanno solo utilizzate le piccole dosi anche per quanto riguarda la dolcezza. Sarà apprezzata di più anche dal nostro corpo...

Cosa possiamo fare per aiutare le api

a cura di Apicoltura Costantini

Via Milano, 18 - Angera (VA) [email protected]

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L A C U L T U R A D E L L A S A L U T E 22

L

a cistite è un’infiammazione delle pareti vescicali, con incremento del numero delle minzioni e talora con ele- vata impellenza o urgenza. Essa simula addirittura un’in- continenza urinaria, spesse volte accompagnata da bruciori e dolori durante lo svuotamento vescicale, soprattutto quando vi si aggiunge un’infezione delle urine.

L’

urinocoltura

, consigliabile sempre ad ogni episodio di cistite, segnala la presenza di microbi ad alta concentrazione, e l'

antibiogramma

consentirà di instaurare le terapie ido- nee. L’ecografia è poi un esame indispensabile a fronte di tali episodi, per escludere, o confermare, la presenza di patologie malformative congenite al rene di fronte e all'uretere, come il reflusso, cioè il ritorno a ritroso di urina dalla vescica nell'ure- tere, e poi nel rene, che mette a rischio, in caso di diagnosi/

terapia tardive, la funzionalità renale.

Cistite nei bambini:

può presentarsi anche nei neonati o nella più tenera età e generalmente è più frequente nelle bambine, essenzialmente a causa di un’uretra di pochi millimetri di lunghezza, pertanto de- cisamente breve rispetto a quella dei maschietti, fattore predisponente per infezioni “retrograde”, che dall'area peri-uretro-vulvare, cioè dall'ostio vaginale, possono più facilmente passare in vescica. Il disturbo appare immedia- tamente alla mamma, perchè il piccolo paziente segnala, di solito con il pianto, il dolore durante la minzione, e a volte mostra una specie di terrore prima dell'atto minzio- nale. Spesso compare anche una febbre improvvisa, che raggiunge in poche ore valori molto elevati (anche 39- 39,5 gradi), con brividi, turbe gastroenteriche e possibili convulsioni.

Cistite nel sesso femminile:

le caratteristiche anatomiche della vescica spiegano la grande incidenza delle infiammazioni ed infezioni a suo carico, in quasi tutte le età del- la vita. Infatti la brevità dell’uretra, pochi millimetri, la posizione del meato uretrale nella vulva, ricoperto dalle piccole labbra e superiormente alla vagina, e anche la vicinanza degli orifizi uro- genitale ed anale, nonostante l’attenzione che si possa presta- re, favoriscono la penetrazione dei batteri in vescica. Si parla appunto di facili infezioni della stessa per via “ascendente”, cioè retrograda, in cui sono generalmente in gioco alcuni mi- croorganismi come escherichia coli, proteus ed enterococchi.

In questi casi si tratta di solito di un quadro clinico denominato

“infezione non complicata” e quindi facilmente curabile con terapie mirate. Altre volte invece l’infezione vescicale avviene da parte della comune flora endogena intestinale, che per particolari condizioni predisponenti acquista potere patogeno, determinando l’insorgenza di cistite. Quando invece l’infe- zione avviene per via ematica, è tutto l'apparato urinario ad

Prof. Alberto Roggia

Primario Emerito di Urologia www.profroggia.it

La cistite nei bambini e negli adulti (uomini e donne)

Nei bambini la cistite può anche essere la “spia”

di malformazioni congenite dell'apparato urinario.

L’urinocoltura è consigliabile

sempre ad ogni episodio di ci-

stite e l’ecografia per verificare la

presenza di patologie congenite.

(23)

23 F A R M A C I A F I D U C I A essere interessato, e non solo la vescica, con quadri clinici ben più severi, come ad esempio nel caso di pielonefrite acuta e in tutte le situazioni di infezione gravi cosiddette “complicate”.

La cistite nel sesso femminile non è però sempre accompa- gnata da infezione, si parla di

cistite “abatterica”

quando l’urinocoltura risulta essere sempre negativa ma la paziente lamenta intensa frequenza delle minzioni, magari ogni 30-60 minuti, con stimoli urgenti, anche senza bruciori, e soprattutto durante le ore diurne, sintomatologia facilmente accompagna- ta da uno stato di ansia, se tali episodi cistitici si ripresentano con discreta frequenza, nonostante le varie terapie attuate su consiglio del Medico di Famiglia o dello Specialista Urologo. In questi casi di “sintomatologia cistitica” persistente o facilmen- te recidivante, è consigliato compiere accurati accertamenti oltre all’urinocoltura, poichè le cause in gioco possono esser totalmente diverse: dal prolasso vescicale-uretrale, alla cistite interstiziale, all’iperreflessia ed iperattività detrusoriale, alla neoplasia della vescica, ad una pregressa radioterapia, etc.

Cistite nel sesso maschile:

nel sesso maschile la cistite è estremamente rara, intendendo tale definizione in senso stretto e specifico di infiammazione/infezione a carico esclusivamente della vescica, come invece avviene nel sesso femminile. La lunghezza dell’uretra e le proprietà antibatteri- che del secreto prostatico sono già due fattori che spiegano la minor frequenza di infezioni vescicali nell'uomo. Egli può presentare più spesso una

“sintomatologia simil-cisti- tica”

anche rilevante, con bruciori intensi, estrema frequenza delle minzioni, talora emissione di sangue con le urine, febbre anche elevata, ma non si tratta di una vera e propria cistite, piuttosto di un’infiammazione associata o meno ad infezio- ne, a carico della prostata o dell'uretra (prostatite o uretrite, acute o croniche). L’infiammazione della prostata o dell'uretra determinano una compartecipazione reattiva della vescica comportante i disturbi che simulano la classica cistite, poiché la vescica ha strettissimi legami anatomici con la prostata ed il canale uretrale. Le cause di queste prostatiti sono general- mente infettive, ma a volte la sintomatologia simil-cistitica è dovuta solamente ad una prostata ingrossata che ostacola uno svuotamento vescicale “buono”, mentre le uretriti sono spesse volte dovute ad infezioni sessualmente trasmesse.

COME SI SVOLGE L’URINOCOLTURA?

La raccolta delle urine deve avvenire il mattino stesso della consegna del campione.

Il paziente deve dotarsi di un apposito contenitore sterile acquistato in farmacia o fornito dal laborato- rio, avendo cura di non toccarne l’interno o i bordi con le mani. Il paziente si laverà dapprima le mani e poi l’area genitale in maniera accurata.

Raccoglierà poi all’interno del contenitore - il getto intermedio delle urine, tralasciando il primo e l’ultimo getto della minzione.

fonte: www.humanitas.it

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Gonfiore intestinale Cattiva

digestione

Flatulenza Aerofagia

DEPURATIVO AMBROSIANO

Flatulenza e meteorismo sono situazioni legate all’eccesso di gas intestinali, di cui difficilmente riusciamo a trattenere l’eliminazione durante il giorno, con dolorosi e frequenti spasmi. Le cause più frequenti sono

pasti veloci, eccessivo uso di bevande gassate, cattiva digestione dovuta a cibi poco digeribili.

Trio Carbone Plus e Trio Carbone Gas Control sono prodotti naturali che possono aiutarci a ritrovare e mantenere il benessere intestinale.

A base di Carbone Vegetale e di finocchio, favoriscono l’eliminazione dei gas intestinali e ne limitano la formazione.

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Il prodotto non sostituisce una dieta variata ed equilibrata e uno stile di vita sano. Leggere le avvertenze sulla confezione.

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25 F A R M A C I A F I D U C I A

G li uomini e le donne arrivano da due pianeti com- pletamente diversi anche in campo “odontoiatri- co”. Vediamone le differenze.

Prevenzione ed igiene

Le donne si dimostrano più attente alla prevenzione e alla cura dell’igiene orale: in media lavano i denti due volte al giorno, l’8% in più rispetto ad un uomo. Si recano più spesso dal dentista e si dimostrano costanti nei controlli e nelle visite di igiene orale.

Gli uomini, nella maggior parte dei casi, presentano più placca e si espongono maggiormente al consumo di pro- dotti e di sostanze nocive rispetto la salute orale, come tabacco, sigarette, bevande alcoliche e zuccheri. E si recano dal dentista, nella maggior parte dei casi, solo per urgenza e necessità.

Problemi dentali

Le donne, grazie alla loro costanza negli appuntamenti di igiene orale e nei controlli di routine, hanno in media meno problemi rispetto agli uomini. Sono però soggette a sbalzi ormonali, che possono incidere sulla salute orale. È infatti stato registrato che il 75% delle donne sviluppa gengiviti in gravidanza, mentre in menopausa esse sono spesso soggette alla Sindrome della Bocca che Brucia o BMS.

Gli uomini, al contrario, subiscono più traumi dentali che causano ad esempio la rottura, la scheggiatura o la perdita di un dente.

Questo avviene non solo perché un maggior numero di uomini pratica sport da contatto rispetto alle donne, ma anche perchè essi non si recano dal dentista regolarmente per le visite di controllo. Inoltre gli uomini sono più sog- getti a problemi come le malattie delle gengive, il cancro orale e altri questioni di salute della bocca, che possono talvolta passare inosservate fino a quando la malattia non ha raggiunto uno stadio avanzato.

Estetica del sorriso

Una recente ricerca effettuata presso l’Università di

Bradford, nel Regno Unito, ha evidenziato inoltre signifi-

cative differenze fra il sorriso di una donna rispetto a quel- lo di un uomo.

Il sorriso femminile risulta infatti più ampio per l’86% dei casi, rispetto a quello del genere maschile. Altra curiosità, emersa nel campo dell’ortodonzia dalla ricerca di Key- Stone, in Italia il 72% delle persone è interessata a correg- gere difetti che causano la malocclusione. In altre parole, 3milioni di italiani, in maggioranza donne, che risultano in misura doppia rispetto agli uomini, sono interessati a sottoporsi ad un trattamento ortodontico.

Negli ultimi anni in particolare, per quanto riguarda l’e- stetica dentale, sempre più uomini hanno fatto richiesta di trattamenti estetici (es. faccette dentali), e si può immagina- re che questa crescita continuerà anche in futuro.

INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

Uomo e donna,

odontoiatricamente

“diversi”

Il “gentil sesso” dimostra maggiore cura odontoiatrica, l’uomo invece è più soggetto a tumori orali.

Dott. Alberto Ciatti

Specialista in Chirurgia Orale Master in Implantologia Zigomatica www.ciattistudiodentistico.it [email protected]

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L A C U L T U R A D E L L A S A L U T E 26

Il genere umano ha 200.000 anni.

Le tecniche di imaging solo 125 anni.

Dott. Alfredo Goddi

Specialista in Radiologia Centro Medico SME Diagnostica per Immagini

La medicina moderna:

siamo testimoni di un’epoca

fortunata

N

onostante in questo periodo i problemi sanitari sembrino affliggerci oltre misura, dobbiamo co- munque riconoscere che stiamo vivendo un’e- poca fortunata. La medicina ha fatto grandi passi in tutti i campi, aumentando l’aspettativa di vita di 3 mesi ogni anno, negli ultimi 50 anni. Anche la risposta alla pande- mia è stata superiore alle aspettative. Una delle maggiori opportunità di cui ha beneficiato la medicina moderna è sicuramente stata quella di poter esaminare l’anatomia del corpo umano sin nei più fini dettagli.

Ognuno di noi ha avuto modo di apprezzare, personal- mente o indirettamente, quali vantaggi determini questa possibilità per la salute. Anche se lo studio del corpo umano, con le metodiche diagnostiche non invasive di cui disponiamo, è ormai entrato nella routine, non dobbiamo dimenticare che sino a soli 125 anni fa, ovvero sino alla scoperta dei raggi X, la pratica medica non disponeva di alcun supporto strumentale.

La scoperta dei raggi X ha rappresentato una pietra miliare nella storia della medicina, consentendo di visualizzare le ossa, i polmoni e il tubo digerente, mediante esami radio- grafici e di diagnosticare malattie in precedenza non cura- bili. Che questa epoca storica sia particolare è dimostrato dal fatto che a partire dagli anni 60-70 del Secolo scorso sono state sviluppate una serie di tecnologie di imaging in grado di rivoluzionare la medicina e conseguentemente la qualità della vita. Parliamo di Ecografia, Elastografia, Dop- pler, Mammografia, Tomografia Computerizzata, Risonanza Magnetica, PET e Densitometria ossea. Esse hanno consen- tito lo sviluppo della “Diagnostica per Immagini” ovvero di quella branca medica che si occupa di diagnosticare buona parte delle malattie più diffuse.

La medicina moderna non può più prescindere dalla diagno-

stica per immagini poiché essa ha completamente modifica- to l’approccio alle malattie, consentendo diagnosi accurate e precoci in modo non invasivo.

È proprio grazie alla diagnostica per immagini che le malattie cardio- vascolari e i tumori, a tutt’oggi le prime cause di morte, possono essere rilevate in fase iniziale e trattate efficacemente in buona parte dei casi mediante terapie farmacologiche o chirurgi- che.

Va anche sottolineato che le informazioni anatomiche ottenute mediante le diverse modalità di imaging hanno favorito lo sviluppo di tecniche chirurgiche mini-invasive, permettendo di evitare gli interventi di tipo esplorativo del passato e gli interventi invasivi tradizionali, con ovvi benefici per i pazienti. Inoltre, in tempi recenti, le modalità di imaging si sono evolute dal ruolo puramente diagnostico a quello

L’intelligenza artificiale applicata alla medicina avrà un impatto

significativo come supporto alle immagini diagnostiche.

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