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I)
E S CHI Z
I0 N E
DELLA VILLA
IN
/
CINISEILO
Prospetti vaghi, inaspettati incontri, Bei sentieri, antri freschi, opachi seggi.
PEDEMONTE.
1855
Tipografia Guglielmini.
DESCRIZIONE DEL PALAZZO
Su.va Seniore
inisello è
un
villaggio a sette migliada
Milano , fra le grandi strade di Desio edi Monza, in buon’aria, cintoda
fertilicampagne;
posto inuna
vasta pianura,gode
della vista dei còlli di Brianza e dei lontani monti che cingono il Lario. Invitato dalla felice posizione diuna
terra tanto vicina alla capitale, il ConteDonato
erigeva in Cinisello verso il ltiOO questa rinomata villa.Vi si entra da
un
cancello fiancheggiatoda un muro
di cinta e precedutoda un
rialto a filare di piantecon
alternate colonnette. Un’ampia
corte siestende avanti al palazzo. Esso
ha un
portico di sette archicon
colonne doriche, al quale si ascende peruna
scalea che fronteggia tre intercolonnii ; agli altrisono frapposte balaustre.
La
lunghezza del Princi- pal corpo della fabbrica è di braccia 91 , e la lar-ghezza di 41 ; la lunghezza delle ali è di braccia 62, e la fronte generale , misurata dalla strada , è di braccia 153,
comprese
le ali. L’abitazione è divisa indue
piani; sopra il portico si elevanodue
atrii con colonne joniche e balaustrate, lateraliad una
gran sala di centro, il cui padiglione sormonta. Idue
lati della gran corte
hanno
ciascunoun
portone che mette alle corti contigue.Le
carrozzeponno
fermarsi sotto al portone posto alla diritta di chi entra, e mettere al coperto in
un
ingresso del pa- lazzo.Sottoil gran portico a piano terreno sono collocati otto busti di personaggi storici
La
lunghezza del portico è di braccia milanesi42
1/2; la larghezza,compreso
lo spazio su cuiposano
le colonne , di braccia li 1/2. Alla destra si presentaun ampio
scalone checonduce
agli appartamenti superiori. Alla sinistra v’ è dipinto,con una
prospettivadimirabileeffetto,
un
altro simile al reale, per conservareuna
apparenza di euritmia.L’entrata principale all’appartamento terreno ènel
mezzo
del portico che viammette
inun
salone, or-0
nato da dodici pilastri scannellati d ordine jonico, distacco lucido in rilievo colla relativa cornice. Nella vòlta vedesi dipinta
una
medaglia, rappresentante il pargoletto Baccoportatoda
Mercurio alle Ninfe eda Si- leno, perché lo educhino; in giro alla vòlta correun
Baccanale, con figure a chiaroscuro, ed il resto dellamedesima
è fregiato di cassettoni romboidali.Sci porte, sulle quali sono dipinti parimente a chiaro-- scuro dei busti, dei satiriedelle baccanti, mettono
ad
altre sale minori: fra le portevi sono specchi e la pa- rete scoperta è a stucco lucido. Di contro alla porta
di entrata, un’ altra simile mette al giardino; ed illu-
minano
il salone, oltre queste porte, quattro grandi finestre. Ilpavimento
èun
mosaico, e tutta lamo-
biglia sta in
armonia
collo stile degli ornati. Questo saloneha
di lunghezza braccia 27, di larghezza braccia 16, di altezza li.Nella prima sala, alla diritta del salone, vi sono
varii ritratti di
donne
storiche, e nella vòltauna me-
daglia esprimente
Arianna
abbandonata. Viene in se- guitouna
sala dicompagnia
, in cui distinguesi lamedaglia il Ratto di Ganimede, del Lavelli. Gli ornati sono dell’ Alberti e del Calmi , i quali decorarono
anche
le altredue
sale vicine; ed alle pareti pen-dono
alcuni quadri, fra cuiuna
SibillaCumana
,del Quercino,
un
ritratto delMorone
edue
del Sebastianone.A
lato delcamino
sono collocati duebusti di famiglia , egregi lavori,
uno
di Vincenzo Vela, l’altro di Pettinati.Nell’attigua sala da pranzo, si rimarcano
una
cre--2
io
(lenza di legno nero squisitamente intarsiata di avo-
rio,
una Cena
di Cleopatra, prezioso quadretto del Tiepolo,un abbozzo
pregiato di SalvatorRosa,
e qualche altro dipinto.Di ritorno al salone per visitare le
camere
al-1’ altro suo lato, si entra in
una
salada
bigliardo,dove sono
dipintida Salomon
i dodici Cesari.La
medaglia di questasala figura il Giudizio di Paride, inun
bosco achiarore di luna.Nella seguente sala v’
hanno
tre quadri di sog- getti villerecci del Sebastianone,una
medaglia nella vòltarappresentante Venere ed Adone, e i busti dei fratelli Ercole e Sigismondo Silva, opere del cava- lierePompeo
Marchesi.L’ultima gran sala è destinataaiconviti ; èquadri- lunga , collo sfondato
minore
pelcomodo
servizio della mensa, separatoda
colonnato dorico,con
re- lativa cornice architravata. Nella vòlta è dipinta un’Aurora
, e dai lati sono appesidue
quadri , ilGiudizio di Paride, di Cristoforo Storer, e
Mosè
sal- vato dalle acque, del Montalto.Sopra
1’ architraveche
separa lo spazio per la disposizione della cre- denza,v’ha un Fauno
giacente, scultura del Negri, e nel fondoun gruppo
inmarmo
di putti e delfiniche
sprizzanoacqua
inuna
conca.L’
appartamento
, sul lato sinistro del portico , eche comunica anche
colle sale descritte, consisteindue
stanzeed un
gabinetto, dipinti a paesaggio chi-• il
nese dal valente Carlo Caccianiga, e addobbati pure
alla foggia della China.
Sul lato destro del portico, dicontro all’ accennato appartamento chinese, si passa nell’androne che co-
munica
col palazzo e coi locali de’ servizj; ivi sono disposti alcuni rimarchevoli quadri, vasi e frammentidi antichità.
Nell’ ala destra del palazzo vi sono
due
antica- mere, nella prima delle quali stanno appese alcune armature e quadri di famiglia : quest’ era altre volteuna
ricca armeria,ma venne
spogliata perun
editto delgoverno
francese.Da
questa parte si trova la scala che mette ai sotterranei, i quali per la loro costruzione e conservazione riescono attiad
ogni miglioruso; sonoben
ventilatieperfettamenteasciutti.Un
braccio di fabbrica pure alla destra, che sporgesul giardino, ed
ha un
cortiletto chiusoda
muric- ciuolo, contiene le cucine, le dispense, le credenze,
ed ogni loro località opportuna ; sotto di questi servizii è collocatalaghiacciaja,
che ha una bocca
superiormente nella credenza.Delle
due
corti laterali alla grande , la destra mette alle cucine ead
altre abitazioni;1’ altra alle
rimesse
ed
alle scuderie, ecomunica
col giardino.Nell’ ascendere lo scalone sul secondo ripiano mirasi il busto in
marmo
del ConteDonato
Silva Seniore , che eresse questo palazzo.Da
qui ,dopo
un
atrio aperto sulla corte, si ha l’accesso inuna
gran12-
sala, la quale
ha
di lunghezza braccia, 38,onde
8, e di larghezza braccia 16 milanesi; l’altezza totale è di braccia 16; e le sue pareti colla vòltaed
iltetto sopra
vanzano
tutto il rimanente del corpo dimezzo
del palazzo. Neidue
lati principali v’hanno di- pinti grandiosi paesaggi, e, sopra leaperturealleestre- mità, sono finti a chiaroscuro bassirilievi rappresen-tanti il trionfo di Scipione. Questo salone è d’
una
semplicema imponente
architettura , illuminatoda
quattro finestre edue
finestroniche guardano
Funo
nel cortile, l’altro nel giardino; in ciascuno de’
mag-
giori lati vi
sono
quattro porte , treche mettono
alle
camere
adjacentied una
agli atrii.è
Nella
prima
stanza , alla destra di chi entra nel salone , voglion essere notati i martini di Santa Caterinae diSan
Pietro, quadri di Sebastiano Ricci.Nella seguente i ritratti de figli di
Donato
Su. va Seniore sono del Panfilo. Qui trovasianche
il ri-tratto di
Donato
Silva Junioue,che
pelprimo
intro-dusse fra noi le piante esotiche e molte
macchine
di fisica sperimentale.
Era
versatissimonelle scienze, ornato di vasta erudizione, pratico di sette lingue, e inoltre co’ suoi lumi e colle fortunedegnamente
impiegate, molto contribuì alle opere
ed
allafama
del Frisi e del Muratori.
Fu
stampatoun
elogio sulConte
Donato
Silva, nel quale, senza adulazione, così vien detto: « Nel Conte Silva abbiamo avuto« sotto a nostri occhi lapiù rara unionedicognizioni
*. e di tutte le virtù di famiglia e di società. »
15
Seguono
poidue
stanze da letto,ove
si trovano quadri degni di lode.Attraversato il già descritto salone ed altre stanze
,
in quella che porgesull’atrio sinistro superiore, si
rimarcano
un San
Francesco d' Assisi,
grande al
vero, di Daniele Crespi , ed un’ Assunta con
SantAn-
tonio e
San
Francesco emolti Angeli, figure alnaturale, del Panfilo.Dall’ atrio sinistro si volge ad
una
saladove
stanno appesi alcuni ritratti di famiglia dibuon
pennello, ed inoltre
una
Venere conAmore
, del Pan-filo, la Giustizia del Cairo, ed
una
bella testa d'uomo, giudicata di Rubens.La
vicina stanzada
letto è ornata di mobili del distinto Maggiolino, ed ammirasiuna
Santa Teresa, del Morazzone.Prima
di recarsi alMuseo
, conviene salire alla torretta permezzo
d’una scala minore, che ha pureuna
porta sullo scalone. Dall’ alto di questa torrettasi estende all’ intorno
un ameno
e vasto orizzonte.Scendendo
nell’appartamento al fianco destro, ed attraversatedue
stanze, siha
V ingresso alla diritta nella Sacra Cappella, eallasinistra in trecamere da
letto
con
rispettive alcove, decorate ed ammobigliate nel principio delloscorso secolo,edassaibene
conser- vate senza alcun cangiamento; ledue
ultime sono coperte dicorame
dorato ed inargentato di Russia.Precede il Gabinetto di Storia Naturale
un
atrio,dove
siconservanouna
testa diun
alce dell’Islanda, fossile rinvenuto nelle alluvioni del fiumePo,un
ser- pente boa,un
pangolino, animale dell’ isola di Java,due
mostruose teste congiunte diun
agnello,un
grossopesce échino,un
serpente arlecchino,un
gran pezzo di cristallo dirocca, diversearmature
di ri-noceronte, di elefante, di varie capre peregrine, di pesce spada, di pesce sega, ecc. ecc.
Il Gabinetto, oltre
ad una
ricca e preziosa raccolta di conchiglie, vanta altri prodotti marini , cristal- lizzazioni, fossili,marmi, gomme,
frutti di stranieri climi, ecc., ecc. Questa raccolta fu interamente acquistataed
ordinata dal Conte Èrcole Silva.Nel
primo
scaffale alla drittasono
posti in ordine dei prodotti marini , fracui grandiosi pezzi dicorallo di diverse specie, tabularie,madrepore
e millepore, e oggetti singolarmente delmar
Nero.La seconda
scansìaha
cristallizzazioni di sali, di zolfi, di mercuriali, stalattiti, tufied
alcunegemme,
delle quali è la più pregevole
un
diamante inciso,che rappresenta la testa di
Numa
Pompilio, lavoro del celebre Giacomo Trezzo milanese. Questo dia-mante
fu giudicato diinestimabile prezzo dall’ egre- gio incisore Berini.La
terza contiene principalmente ferri , tra cui un’abbondante
collezione di quelli delle miniere del- l’Elba,non
pochi delle nostrali, della Russia , dellai5
Svezia, ed in
buon numero anche
dellAmerica me-
ridionale, e diversi saggi delle miniere d’ oro della Piata e del Perù.
Le
pietrificazioni sono nella quarta; qui trove- reteun
singoiar corno diammone
d’ Inghilterra;un
pezzo di dente elefantino agatizzato, che fu rin-venuto in vai d’Arno; alcuni grossi frammenti di legni; molti échini dell’Inghilterra e degli Euganei, e varj éttioliti del Bolca.
Nella quinta trovate dei prodotti vegetali , cioè frutti americani e dell’ India, legni preziosi,
gomme,
del papiro,
ed
inoltre varie qualità di mica, talchi, amianti, e gli asbesti della Lapponia e di Cipro.La
sesta racchiude imarmi. Yc ne
sono diLom-
bardia, di
Toscana
, delle Sicilie, d’ Inghilterra, di Francia, della Siberia e molti antichi portatida Roma.
L' ultima contiene i prodotti del Vesuvio , dei-
fi Etna e dei vulcani della Scozia. Tra questi ul- timi sono curiosi dei pezzi assai rari di lave
com-
binatecon
agata, spato-calcareequarzocristallizzato.Il
mezzo
della salavieneoccupato dal Conchigliere.Vi si
vedono
le piùvaghe
e rare conchiglie orientali e boreali; è questauna
delle collezioni più insigni.Prima
di uscire dalGabinetto Conchigliologico vi farete mostrareuna
rarissima pietra elastica , che i Francesichiamano
grès flexible clu Brésil.10
Negli angoli dellasala attirano lo sguardo
un
corno del pesce narvalo, ritto soprauna
base, e le arma- ture dei pesci spada e sega, del bufalo , della gaz- zella e quattro belleuova
di struzzo.Di questo Gabinetto
non
si è fattocheun cenno
;che
per esserebene
ed utilmente esposto alla dotta curiosità, 'sirichiederebbe lungotempo
e studio. Essofu ordinato
secondo
il sistema di Linneo.Alla destra del Gabinetto descritto , sta la Bi- blioteca, preziosa raccolta delle più rare edizioni
,
oltre a
non
pochi manoscritti , alcuni de’ quali inpergamena con
isquisite miniature, cosicché sonoanche
preziosimonumenti
deli’ arte cristiana. Si di- stingue'’ in questa Biblioteca la BIBBIA DI GUTTEMBERG ,il
primo
libro che venisse stampato;ognuno
saràcompreso da
veraammirazione
dinanzi a questo libro riflettendo che fu la prim’ opera di un’ arte cheassicura almondo
inperpetuo il patrimonio della sapienzaumana.
Il
Museo
d’oggetti d’arte èadorno anche
di alcuni quadri preziosi ,come un
Baccanale, di Rubens; la Generosità e l’Invidia del Tuiva;una mezza
figura didonna
, di Scuola Lombarda;un
Cristo, dellamaniera
del Mantegna;
una
Cleopatra, del Procaccino;una Maddalena
, del Panfilo;un San
Francesco spirante,del Cerano.
Fra
imarmi
chequi si conservano,ammi;
rerete di tutto rilievo
una
testa di Satiro, che vuoisi attribuita a Michelangelo Buonaroti. euna
Giuditta17
colla testa di Oloferne , bassorilievo del Bernino.
V’
hanno
in bronzo statuette edaltri oggetti rimar- chevoli pelnumero
e per l’artéfstanno appesi alle pareti trofei di armi antiche, tra le quali distinguonsi tre scudi istoriati, lavoro di cesello a sbalzo ,mo-
rioni a diversa foggia, armature cesellate e dorate ,
mazze
ferrate, ecc., ecc; Sonvi pure alcuni antichi vasi etruschi; terre cotte antiche; bacini e bacinetti di metallo ed arte araba; tre trittici di bronzo, bi- zantini ; molti oggetti in avorio, tra cuidue dona
-tarii in dente d’ ippopotamo, opere del
XIV
secolo, ed altro diun
sol pezzo, lavoro di migliortempo
;un
trittico, pure in avorio ,
con
bassi-rilievi assaian- tichi, che rappresentano il Crocifisso ed alcuni Santi ;un
bel cofano intarsiato di tartaruga ; ecc., ecc.Si osserva inoltre
un
copioso medagliere , nel quale, oltre a parecchie medaglie greche, è distinta la collezione delle medaglieromane
, consolari, ed imperiali in argento ed in bronzo.Si passa quindiin
una
sala, a cui fu posto ilnome
di Appiani, perchè vi si
mirano
di questosommo
artista
lombardo
quattro quadri a tempra, incorni- ciati nella parete , relativi alla favola del Ratiod
’ Europa. Questi dipinti furono incisi inrame
dal Caronni.Lateralmente a questa sala, a destra, trovansiun gabinetto
da bagno
edun
altroda
scrivere , chei Francesi dicono serre papiers\ in questo ultimo vi
sono scansie cariche di vetro e porcellane antiche.
* Tra questi distinguonsi :
una
grandiosa pàtera etrusca manubriata,uno
specchio. misticoove
sonoeffigiati i Dióscori , ed un vasetto etrusco pure di bronzo.
È
purdegna
d’ osservazioneuna
pregevolel'accolta di urne cinerarie .in vetro e di vasetti unguentari rinvenuti nella necropoli dell’ antica Tharros, nell’isola di Sardegna. In apposita vetrina sono disposti parecchi scarabei etruschi ed egiziani
con
varie antiche pietre incise ecammei
greci c romani,non
che una serie d’amuléti egizj in ismalto cd in altre sostanze.18
Alla sinistra, si entra in un’
ampia camera da
letto,e di là in
un
elegante gabinetto rotondo, la cui vòlta è dipinta a fiori.Questo palazzo
venne
innalzato dal ConteDonato
Silva Seniore, dietro grandioso disegno palladiano.Sta obliquamente esposto ai quattro venti cardinali
,
secondo
i precetti di Yitruvio; e per questa sua esposizione e la solidità deimuri
,anche
il piano terrenonon
soffre punto di umidità; nell’inverno è facilea
riscaldarsi,ed
è freschissimo nella state.Da
ogni finestra vi si
gode un’amena ed
estesa vista.Il Conte
Donato ha
condotto a termine la fabbrica, ed il Conte Ercole l’hacompiutamente
ammobigliata e in partefregiata; ora essa per testamentoè passatain proprietàdella nobile FamigliaMilanese Giiirlanda- Silva , che
con
diligente curastudia di renderla più bella ed ammirata.«
DESCRIZIONE DEL GIARDINO
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L
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chi dal salonescende nel giardino
sem-
brerà che essoda una
parte confini coimonti lontani , e sia chiuso nel resto
da una
corona di piante, qualiopache
,
quali trasparenti pel loro fogliame, che ora si avanzano, ora indietreggiano pe- netrate
da
spazi erbosi eda
serpeg- gianti sentieri. Alla destraun
simulato obelisco rende più varia e adorna la scena.É
d'uopo
che il visitatore rivolga il suo sguardosulla facciata di questo palazzo , la quale é dise-
gno
del pittore Luigi Scrosati, eseguito nel 1852. (*
22
Riescirà di grata sorpresa la vista, di
un
lavoroin terra cotta, del quale si potrebbe forse affermare
non
trovarsialcun modello in altri paesi. L’ eleganza, l'arte, la ricchezza, l’armonia e la varietà, tutte concorseroa
formareuna
prospettiva di talebuon
gustoda
poter meritare elogio edammirazione
an- cheda
colti visitatori. Infatti osservando le finestre del piano terreno ornate a timpano, e le altre del piano superiore a vario disegno,1’ occhio vi resta
come
ricreato dal loroarmonico
e graziosocom-
plesso. Inoltre viene parimente attratto dalla gran medaglia nel
mezzo
del frontone e dall’ elegante grondaja, e vi si riposacon
dolce sensazione,pago
delle piacevoli tinte dell’intonaco
con
simmetrici ro- soni semplicemente improntati.Lo
sguardo si elevaa
contemplare la medagliadipinta a fresco dal sullo-dato pittore, la quale rappresenta 1’
Abbondanza
, eche aggiunge
novitànon comune
all’ordine generale della facciata.Ambi
i lati delmedaglione sono
soste- nutida due
cariatidi di accuratissimo e scelto la-voro, meritevoli di speciale
esame
,come
pure laforma
leggiadra e singolare del balcone, costrutto a differentimarmi.
Volendo
prestare osservazioneagli altri ornamenti,ilvisitatoretroverà scolpite
con
maestria le seimezze
figure di
marmo,
quattro delle quali rappresentanole Stagioni, e le altre
due
1’ Agricoltura e la Ferti- lità.È
notabile la varietà de’ fiorami e delle fruttache
vi si scorgeinogni dove, opere tutte,comprese
quelle in
marmo,
di esecuzione dello scultore Gio- vanni Battista Boni.«
Infine, a giudizio di persone d’arte, sidirebbe che
dopo
circaquattro secoli 1’ uso dellaterra cotta postoin obblìo,
venne
con tal lavoro ritornato in pregio, giacché 1’ uso di questa materia è proprio dell’an- tico stile lombardo.Si aggiunge al
compimento
del fabbricatouna
torretta rettangolare già ricordata, che si confor-
ma convenevolmente
all’ aspetto aggradevole delpalazzo. ,
Dopo,
il visitatore portandosi alla diritta inun
sentiero
ombrato da
magnolie, catalpee arbusti di fiori, riesce-accantoad
un’ esedra, cioèun
edifizioformato dalla
metà
d’un tempietto rotondo, fron- teggiatoda marmoree
colonne joniche,con
cornice reale lungo la capacità interna.È
dedicato alla Salute,ed ha
tre nicchie, colle statue di Igea, di Mi- nerva Medica e di Giunone Pronuba. Sulla cornice reale un’ Ebemesce
1’ ambrosia all’aquila di Giove.Tre gradini sporgono innanzi all’ edifizio, e ai loro
lati
due
tripodi posano sugli scamilli.Di fronte vi corrono tre viali rettilinei,
ombreg-
giati
da
vecchi olmi;quà
e là son posti alcuni sedili ,da
cui sigodono
variati punti di vista. Nel fondo del viale dimezzo
sorgeun’ara anticaromana
,coll’iscrizione:
Ih ®. i.
©miss
.sm®
mtm
®. !.. il. sa.
Sotto all’ iscrizione si
vede
la figura diuna
scrofa, e negli altri latiun
ariete e gristrumenti del sa- crificio.Dal triplice viale si giunge in
un
bosco di pini, frammischiaticon
allori, ginepri e tassi; aldi là tro- vasi l’ Obelisco.•Inoltratevi ancora nel bosco , e tra grandi pini scozzesi , troverete sparse ,
ed
alcuneanche
spro- fondate nel terreno, rovine di colonne e di altremembrature
architettoniche ; fra queste v’ èuna
pietra coll’ iscrizione :
H E
IIC U L
IMODICIA
F E
S. J0 VENI
È
preziosoun
talframmento,
evenne
illustratocon una
dottissima dissertazione dell’archeologo An- drea Borda, il quale dimostrò che le parole signifi-cano
:Ad
Ercole venerato inMonza
(tempio o simu- lacro dedicato) nel giorno in
che
celebravansi le feste degli spettacoli giovenili; ed assegna questomonu- mento
all’epoca
di qualcuno de’ primi dodici Cesari, dichiarando in tal guisa cheMonza
fino dai tempi così remotiera in fiore.Un
altro illustratore di questomarmo
fu l’immortale Paolo Frisi.Più in là si presenta
un
casino a stile scozzese,
fiancheggiato
da
alberi indigeni a quella regione,
35
e produce
una
scena propria di quella nordica contrada.Vi sta annesso
un
gabinetto, da cui si apre un’ uscitaad una
stradacomunale
perMonza.
Attraversando
un
pineto, siavanza
il piede traun
folto di piante diverse e di arbusti, fra i qualisi erge
una
colonnetta votiva , su cui v’ è quest’ i- scrizione:M. M.
HI
MINICIUS JUSTUS ATTILI ANUS
V. S. L. Ifi
che vuoisi
debba
essere così letta:MINERVA E
-MEDICAR
(oMEMORI
)MARCUS
.MINUCIUS
.JUSTUS
'ATTIMaSuS
•VOTUM
'SOEVIT LIRENS MERITO
Questo
marmo
fu trovato a Travi, sulla Trebbia,poco
lontanoda
Piacenza ,ove
tuttora esistono i ruderi di antico edificio, probabilmente dedicato a Minerva.Quindi si
muove
il passo versoun opaco
sentierodi pittoresco effetto , il quale dolcemente acclive vi dirige alla collinetta.
Un
abete bianco di rara al-tezza attrae il vostro sguardo.
4
26
Sopra un lato di questa frondeggia
una
bosca-glia;
da un
altroserpeggiano viottoli fra odorosi ar- busti , sotto cui discendeuna
verde china fino al lettoabbandonato
diun
torrente. Porta il colle suldorso
un
piccolo casolare alla svizzera in scelta e caratteristica posizione. Ai piedi della collina, dalla parte opposta, trovansi ombrosi recessi adatti allanatura del luogo.
Questeparti potrebbero destare l’ interesse di qual- che egregio pennello;
sono
le migliori del giardino, e vogliono essere piuttosto vedute che descritte.Il letto del torrente è attraversato
da un
ponti- cello di legno, e le tortuose rive coperte di fiori, dilettano Vocchiorompendo
lamonotonìa
del piano.Dal ponte scorgete d’
una
parte , tra folti erbaggied
ellere,un
avello mortuario, sul qualestanno scol- pite le parole:Et
in Arcadia Ego. Dall’ altra godesi del vivace effetto diuna
svariata eben
distribuita piantagione, dei pittorici praticelli in dolce declivio, dei sinuosi andirivieni e della vista delmezzo
del pa- lazzo,formando uno
degli incantevoli punti che quisi possa desiderare.
A mano
destraha
principioun ameno
boschetto,dove
più innanzi sorgeuna
dolce elevazione di ter-reno a prateria, su cui fu innalzato
un monumento
al
grande
emodesto
Guttemberg.È una
lapide neracoll’ iscrizione seguente
composta
dal Conte Ercole Silva:AD* HliES DE GVTfEIIBERG
QUE
L’HOMMEDE
LETTRES, LE GUERRIER,L’ARTISTE,QUE
CELUI QUI SE PLAIT À S’ÉLANCERDANS
LE PASSÉ ETL’AVENIR,ET À
PARCOURIR LERÉPERTOIRE
DES VICISSITUDES ,DES
CONNAISSANCESET
DESFAUTES
HUMAINES, SERAPPELLE
LEFONDATEUR DE
L’ART SUBLIME QUINOUS ASSURE TANT
DE BIEN ET VERSEUNE LARME EN PENSANT
QU’ IL N’EN APAS JOUI.
Alcuni salci di Babilonia
avvolgono
in parte la lapide coi loro flessibili e pendenti ramicelli. Al piede le crescono echinopied
acanti.Un gruppo
diannose quercie s’ alza a tergo,
ed
apoca
distanzasorgono
cipressi e pioppi a larghe foglie in bel or- dine disposti. Tutto parrebbe infondereun
sentimentodi rispetto e gratitudine
ad un nome
sì celebrato.Questo
monumento venne
innalzatoda
circa ses- santacinque anni,quando
le notizie intorno all’ in-ventore della
stampa non
erano rischiarate e diffusecome
losono
di presente.Poco
lungi s’ ergeun
altro anticomonumento. È
questo
un
cippo sepolcrale , sormontatoda
frontale o spolverino , sostenutoda
piccoli pilastri; vi silegge quest’ iscrizione:
C. COELIO . Q. PEPLICIO . PHILETO . PUDENTI . LUCIDO . INGENUI . ET . LUCIO .
28
Di questo
monumento
parla 1'Alciati, e fu rinvenutoin Milano presso la chiesa di
San
Carpoforo.Il bosco confina
con un
trattoa
larga prateria, e più innanzi stendesi il vigneto.Si ritorna poscia verso 1’ alveo del torrente , il
quale, dividendosi in
due
rami ,forma
un’ isoletta,dove
fu postoun
antico cippo,che
porta quest’iscri- zione:I •
0
•M
V E R
IN
IU S
SEVERINUS ALBUCIUS
C R
IS P U S
RESTITUII
Continuando
il passeggio penetriamo inun
boscodi frondosi ippocastani, disposti a simmetrici spazj,
che
offrono grataombra ed
invitano a trattenervisi.Lungo un
sentieroche
viconduce
amanca
del palazzo, rimarcheretedapprima un
sughero, poiun
ginko e più oltreun
altocedro del Libano.Da
quia
diritta vi avanzerete verso i parlerres , a cui di fronte stanno le Serre. Nell’ accostarvi al palazzo,
salite
un
pittoresco rialzo di terreno,ombreggiato
da
diversi grandi alberi , al cui piede sono collo-29
cati dei sedili.
Da un
canto è postoun
vaso dimarmo,
su di un’ antica ara , nella quale leggesi quest’ iscrizione:v . f .
ATTIUS . MACRINUS .
SEGUNDUS
ATTILIO . MAGRINO . PATRI .
ET . SURAEPUPAE . MATRI ET . MAGRINO . PRIMO . FRAT
ET . MACRINAE . SECUNDIN .
Scendendo
alla destra, miransi giganteggiare quattro maestosi abeti , ed alla sinistra tre magnifici pini Strobus.Qui avrebbe fine la passeggiata del visitatore, e
dovrebbe
finalmente tacer la guida;ma
essen-dosi fatto
cenno
delle altre iscrizioni,non
riescirà forse discaro diconoscerne ancora un’ ultima, posta esteriormente sulmuro
più alto che cinge il giar- dino sulla stradamonzese;
è la seguente:ME PROCUL A CUR1S, URBISQUE, FORIQUE REGESSUS, HUG VOCAT AFFECT1 GORDIS AMICA QUIES.
HIC MENTEM REGREARE LICET, PASSIMQUE VAGAR!, AERIS HIC HAUSTU LIBERIORE FRUÌ.
ATQUE INTER VIRIDES LAUROS, MYRTHETA, CUPRESSOS CERNERE QUID FUERIS , QUIDQUE FUTURUS ERIS.
30
Questo giardino fu il
primo
di tal genere che sor- gesse inLombardia;
èameno
in ogni ora del giorno,ma
per godervi diun
ammirabile prospetto biso-gna
trovarvisi al sorgereod
al tramontare del sole,quando
fra gli spazj artificiosamente disposti per vederequa
e là il cielo tra i folti alberi,nascono
ipiù vaghi giuochi di luce.
Nè meno
dilettevole èla sera, rischiarata dalla luna, giacché allora il di lei pallido raggio, le
ombre
disegnate sui sentieri,il silenzio , e
una
fresca auretta che inspira vita alle agitate fiondi, destano nellamente
le più gra- ziose immaginazioni.Esisteva qui
dapprima un
giardino ,come
se neusavano
nel secolo scorso , coi sentieri a linee rette, orlati di mortelle, cogli alberi ridottibarbara-mente
a regolari figure dalla forbice del giardiniere;uno
di que’ giardiniinsomma che sembravano
or- dinati per farsi giuoco della natura ,non
per imi- tarne la bella varietà. In quest’ areadunque
ilConte
Ercole Silva dispose a tutto suo studio ilpresente ; considerate le difficoltà che vi erano a superare e le
mancanze
a cuinon
s’ è potuto met-ter riparo, è
da
ammirarsicome
un’ opera insigne edegna
di quel Silva cheregalò all’ Italiaun
trat- tato dell’arte de Giardini Inglesi, il quale servì di testo a tutti coloro che finora costrusserocon buon
successo di tali giardini. Il Conte Ercole Silva merita inoltre gratamemoria
per avere col- tivato lebuone
letterecon
sapienza ed eleganza, per avere tanto utilmente disimpegnati quei pubblici in-' carichi che volle accettare,
ed anche
principalmente51
per essere stato il fautore dei nobili ingegni e il li-
berale consolatore dei poveri. L’ erede,
compreso
di emulazione, procura di rendere
sempre
piùbello, ricco e vasto questo giardino, che viene apprezzatoda
ogni colto ed intelligente visitatore.•
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