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Capitolo 2 Il caso di studio

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Academic year: 2021

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Capitolo 2

Il caso di studio

Lo spirito di tale progettazione nasce dalla volontà dell’Amministrazione comunale di ripristinare la copertura, ormai datata e deteriorata, del teatro Pasquini.

Al fine di comprendere meglio le scelte architettoniche e funzionali, nonché strutturali adottate, si ritiene utile farle precedere da un breve inquadramento sia geografico che storico-culturale della zona oggetto dell’intervento.

2.1 Localizzazione dell’area oggetto dell’intervento

Castiglioncello è una frazione del comune di Rosignano Marittimo, in provincia di Livorno.

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Ciò che si vuole progettare è

Pasquini, adiacente all’omonimo castello, comprensiva delle pareti esterne che ne delimitano la forma dandone l’opportuna funzionalità.

Fig. 2.2: veduta di Castiglioncello

Ciò che si vuole progettare è una valida alternativa all’odierna

Pasquini, adiacente all’omonimo castello, comprensiva delle pareti esterne che ne delimitano la forma dandone l’opportuna funzionalità.

Fig. 2.3: area oggetto dell’intervento

27 copertura del teatro Pasquini, adiacente all’omonimo castello, comprensiva delle pareti esterne che ne delimitano la

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2.2 Breve storia di Castiglioncello

Castiglioncello nasce come villaggio di poveri pescatori ai margini estremi dell'impero etrusco. Durante tale periodo Castiglioncello si trovava vicino al confine dello stato di Volterra, situato nei pressi di Rosignano, sul torrente Fine. Questa fascia di territorio costiero non era molto popolata, soprattutto a causa del terreno inospitale ricco di boscaglie intricate e collinette di creta, nelle quali, non esisteva nessun sentiero. Una zona, inoltre, costantemente minacciata dalle incursioni dei corsari.

Le origini di Castiglioncello in realtà non sono certe: alcuni affermano che la prima popolazione che abbia abitato in questo territorio provenisse dalla città etrusca di Volferino o Colverina, altri dicono che quest’area abbia fatto parte invece del Vada Volterranum. Nonostante la confederazione etrusca non abbia mai superato il confine, con la nascita della potenza romana, le cose cambiarono. Durante la sua espansione, dopo aver oltrepassato lo stato di Volterra per andare a respingere i barbari che oltrepassavano le Alpi, intorno all’anno 110 a.C., i romani si trovarono il cammino bloccato da queste foreste ancora vergini. Così, il Console di Roma Emilio Scauro, dette ordine di costruire una strada che oggi porta ancora il suo nome, la Via Emilia. Ovviamente, con l’apertura di questa nuova via, il litorale non apparve più così pericoloso e cominciarono a sorgere i primi villaggi.

Tuttavia possiamo affermare come Castiglioncello fu per secoli località tranquilla ed isolata. Situata in posizione privilegiata dal punto di vista panoramico, lontana dalle grandi vie di comunicazione, Castiglioncello è rimasta fino all'epoca moderna sconosciuta ed incontaminata con le sue lussureggianti pinete e le sue spettacolari scogliere. Nonostante ciò, con l’approssimarsi del Medio Evo, Castiglioncello decadde, probabilmente a causa della malaria che imperò nella Maremma. Il paese rimase così quasi disabitato fino al Medioevo.

Arrivati al 1200-1300 Castiglioncello non era altro che residenza di alcuni coloni, formata da poche case sparse. Proprio per questo, sempre in tale periodo, i pirati già presenti nella zona da epoche remote, sceglievano Castiglioncello come approdo poiché poco popolato e scarsamente difeso.

Solo nel Cinquecento, con l’annessione di quest’area al Granducato di Toscana, si pensò a rafforzare la difesa del litorale. L’intervento è dovuto a Cosimo I de’Medici che fece costruire la Torre che ancora oggi si trova all’estremità della piccola penisola. Tale edificio ha mantenuto fino al Settecento le originarie funzioni di difesa e sorveglianza militari, poiché la posizione per il controllo del mare era molto valida. La Torre è stata il primo edificio costruito in quest’area.

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Il paese resta così fino ai primi an

realizzate vicino alla Torre sono una chiesa, la canonica e la casa dei finanzieri.

Tuttavia la fortuna turistica del luogo iniziò nella seconda metà dell'800, quando il critico d’arte e mecenate Diego Martelli, costruì una propria dimora, oggi

ospitò in maniera continuativa il famoso gruppo dei pittori Macchiaioli Fattori, Sernesi, Borrani , Cabianca e

questo periodo Castiglioncello ospita anche lo scrittore Renato Fucini,che inizialmente vi era stato indirizzato per delle bagnature. Nel

dovute al fallimento dei suoi progetti turistici per Castiglioncello,

fu acquistata dal Barone Lazzaro Patrone. In questo periodo si trova a Castiglioncello

poeta Giovanni Marradi,che ospitato dal cognato Forabaschi, trasse ispirazione da queste terre per molte delle sue poesie;

Castiglioncello superò le due guerre Mondiali senza subire grandi danni. Tornò ad acquistare fama negli anni Sessanta

soggiornavano qui durante l’estate. Inoltre, Dino Risi “Il Sorpasso”.

Fig. 2.4: torre medicea

Il paese resta così fino ai primi anni dell’Ottocento. Le sole costruzioni che verranno realizzate vicino alla Torre sono una chiesa, la canonica e la casa dei finanzieri.

Tuttavia la fortuna turistica del luogo iniziò nella seconda metà dell'800, quando il critico d’arte e mecenate Diego Martelli, costruì una propria dimora, oggi Castello Pasquini ospitò in maniera continuativa il famoso gruppo dei pittori Macchiaioli, tra i quali: Abbati, Fattori, Sernesi, Borrani , Cabianca etc. che dettero vita alla “Scuola di Castiglioncello". questo periodo Castiglioncello ospita anche lo scrittore Renato Fucini,che inizialmente vi era stato indirizzato per delle bagnature. Nel 1889, Martelli, afflitto da gravi difficoltà economiche dovute al fallimento dei suoi progetti turistici per Castiglioncello, dovette vendere la tenuta fu acquistata dal Barone Lazzaro Patrone. In questo periodo si trova a Castiglioncello

poeta Giovanni Marradi,che ospitato dal cognato Forabaschi, trasse ispirazione da queste terre per molte delle sue poesie; è lui il maggiore cantore di questo paese.

Castiglioncello superò le due guerre Mondiali senza subire grandi danni. Tornò ad are fama negli anni Sessanta grazie ad Alberto Sordi e Marcello Mastroianni soggiornavano qui durante l’estate. Inoltre, sempre nello stesso periodo, vi fu girato il film di

29 i dell’Ottocento. Le sole costruzioni che verranno realizzate vicino alla Torre sono una chiesa, la canonica e la casa dei finanzieri.

Tuttavia la fortuna turistica del luogo iniziò nella seconda metà dell'800, quando il critico Castello Pasquini, dove , tra i quali: Abbati, c. che dettero vita alla “Scuola di Castiglioncello". In questo periodo Castiglioncello ospita anche lo scrittore Renato Fucini,che inizialmente vi era gravi difficoltà economiche dovette vendere la tenuta che fu acquistata dal Barone Lazzaro Patrone. In questo periodo si trova a Castiglioncello anche il poeta Giovanni Marradi,che ospitato dal cognato Forabaschi, trasse ispirazione da queste terre

Castiglioncello superò le due guerre Mondiali senza subire grandi danni. Tornò ad grazie ad Alberto Sordi e Marcello Mastroianni che vi fu girato il film di

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2.3 Il Castello Pasquini: ieri ed oggi

Il Castello Pasquini viene edificato a partire dal 1889 dal Barone Lazzaro Patrone sulle proprietà acquistate da Diego Martelli, costretto a vendere le sue tenute per le sue disastrate condizioni economiche. La costruzione venne affidata ad una famiglia di un paese circostante, i Luparini. Le forme neo-goticheggianti del castello, edificato a immagine di Palazzo Vecchio, vengono così a sostituire la vecchia fattoria di Diego Martelli resa celebre dai numerosi dipinti dei Macchiaioli della cosiddetta “Scuola di Castiglioncello”.

Fig. 2.5: castello Pasquini

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31 Insieme alla villa di Martelli vengono distrutti tutti gli edifici agricoli annessi oltreché le recinzioni e costruzioni che la circondavano, mentre, gli adiacenti terreni agricoli vengono riconvertiti a parco secondo i gusti romantici dell’epoca per abbellire e proteggere la privacy della nuova residenza. All’imbocco del viale, lungo il muro di cinta, viene costruita l’abitazione del casiere, ad andamento curvilineo che richiama, nei merli che ne coronano la sommità, lo stile gotico della costruzione principale; all’interno del parco, vicino al Castello, sorge la cappella seminterrata a pianta circolare decorata in stile coppedè.

Lo stile del Castello Pasquini impronta anche altri edifici costruiti a Castiglioncello, a cominciare dalla stazione ferroviaria, del primo decennio del secolo, per la cui costruzione il Barone Patrone offrì i propri terreni a condizione che ricalcasse nello stile il Castello stesso e non compromettesse dunque, secondo le idee del proprietario, la vista della sua residenza la cui svettante torre dominava il promontorio.

Intralciato dai concittadini nei suoi ambiziosi propositi che prevedevano fra l’altro la costruzione di un ippodromo e di numerose infrastrutture per l’emergente elitario turismo che andava riempiendo di lussuose ville liberteggianti le scogliere del promontorio, il Barone Patrone, cedette pian piano tutte le sue proprietà dislocate fra Castiglioncello e Castelnuovo, fino a vendere il Castello ed il parco nel 1938.

A lui succedettero altri proprietari, finché nella seconda metà degli anni ’40 il Castello diventa proprietà della famiglia Pasquini, di cui ancora conserva il nome, che operò significative modifiche soprattutto nel parco. Furono realizzati un campo da tennis, un bocciodromo ed una pista da ballo che compromisero, in parte, il carattere “selvaggio”, tipicamente romantico che aveva improntato il giardino Patrone.

Agli inizi degli anni ’80, il Castello, in condizioni di totale abbandono, viene acquistato dell’Amministrazione Comunale che lo adibisce a centro culturale, prevalentemente destinato ad attività di spettacolazione, a centro mostre e ad attività convegnistica. I principali interventi effettuati dal 1980 ad oggi consistono nel rifacimento della copertura, nel recupero del terzo piano (ex-alloggio della servitù del castello), nella ristrutturazione dell’ala Nord del secondo piano per ospitare una sala convegni attrezzata e nell’adeguamento strutturale ed impiantistico alle norme vigenti di tutto l’edificio. Nel parco, addossata al castello, è stata infine realizzata una tensostruttura per lo svolgimento delle attività spettacolari.

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Fig. 2.7: tensostruttura odierna

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2.4 La soluzione proposta: idee guida, scopi e speranze

La soluzione proposta in questa tesi, al fine di coprire il teatro Pasquini, prevede la realizzazione di una tensostruttura a membrana tale da racchiudere al suo interno l’intero teatro; area riservata agli spettatori con le apposite tribune e loro accessi, area riservata agli artisti con palco, zona retrostante e relativi accessi.

Si riporta di seguito il complesso da delimitare e coprire e successivamente la soluzione proposta.

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34 Fig. 2.9: vista assonometrica, area da delimitare e coprire

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Fig.

Fig.

Fig. 2.11: la soluzione proposta, vista esterna

Fig. 2.12: la soluzione proposta, vista esterna

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Fig.

Fig.

La forma assunta dalla membrana trova sostegno su funi di bordo poste in basso lungo

messa in tensione della membrana stessa.

quale si comprende facilmente il funzionamento della messa in tensione d

i nove archi metallici, di colore chiaro la membrana ed infine in rosso le otto funi che verranno tensionate.

Fig. 2.13: la soluzione proposta, vista esterna

Fig. 2.14: la soluzione proposta, vista interna

La forma assunta dalla membrana trova sostegno su nove archi metallici

poste in basso lungo il perimetro, le quali, contribuiranno mediante il loro tiro messa in tensione della membrana stessa. Di seguito, si riporta un semplice schema attraverso il quale si comprende facilmente il funzionamento della messa in tensione della membrana. In blu i nove archi metallici, di colore chiaro la membrana ed infine in rosso le otto funi che verranno

36 nove archi metallici. Tra questi, otto contribuiranno mediante il loro tiro alla Di seguito, si riporta un semplice schema attraverso il ella membrana. In blu i nove archi metallici, di colore chiaro la membrana ed infine in rosso le otto funi che verranno

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La parte inferiore della copertura rimarrebbe scoperta, verrà tamponata con

La scelta di tale forma, ovvero di ciò che per questa tipologia costruttiva costituisce l’elemento principe, la carta d’identità, l’essenza dell’opera, trae origine

esigenze essenzialmente architettonic

caratterizzano tale scelta costruttiva, come spiegato nel primo capitolo, alla base di questo progetto sono parte fondamentale

volontà di creare una soluzione estremamente dinamica, legge densa di tematiche quali

luogo, il rapporto uomo-natura ed un coniughi al tempo stesso praticit

Elemento cardine della progettazione legame con la realtà locale

gente. Trattandosi infatti di una zona

essenzialmente turistica che trae dal mare le sue principali fonti di auto economico, si è voluto sottolineare tale legame

comuni conchiglie1 che popolano

1 La conchiglia è una costruzione in

di invertebrati. Ha forme e colori diversissimi caratterizzanti la specie che la produce. E’

strati. Il periostraco: strato esterno costituito da una sostanza organica, detta conchiolina, generalmente bruna, più o meno spessa, e più o meno facile da eliminare che ricopre tutta o quasi la conchiglia L’ostraco: strato mediano e principale che è costituito dallo strato p

detto strato lamellare, che si trovano sotto il periostraco. Si tratta di uno strato, duro, spesso, a struttura cristallina. Infine l'ipostraco, che è la parte più interna

Fig. 2.15: schema del funzionamento

La parte inferiore della copertura, che per la forma assunta dalle funi di bordo perimetrali verrà tamponata con pannelli verticali in vetro strutturale

forma, ovvero di ciò che per questa tipologia costruttiva costituisce l’elemento principe, la carta d’identità, l’essenza dell’opera, trae origine

architettoniche e funzionali. Oltre agli evidenti pregi struttural caratterizzano tale scelta costruttiva, come spiegato nel primo capitolo, alla base di questo

sono parte fondamentale le scelte sia architettoniche che funzionali volontà di creare una soluzione estremamente dinamica, leggera, essenziale

un’intima integrazione con l’ambiente circostante e la cultura del natura ed un’efficiente fruibilità dell’opera stessa.

al tempo stesso praticità, economia, funzionalità e bellezza. Elemento cardine della progettazione è stata la volontà di realizzare

locale cercando di evitare un’opera totalmente estranea al luogo ed alla sua di una zona caratterizzata da una forte cultura marinaresca, di una zona essenzialmente turistica che trae dal mare le sue principali fonti di auto

, si è voluto sottolineare tale legame, cercando di riprendere la forma di una delle popolano le spiagge del luogo.

è una costruzione in carbonato di calcio posta a protezione o a sostegno di alcune famiglie . Ha forme e colori diversissimi caratterizzanti la specie che la produce. E’

: strato esterno costituito da una sostanza organica, detta conchiolina, generalmente bruna, più o meno spessa, e più o meno facile da eliminare che ricopre tutta o quasi la conchiglia

strato mediano e principale che è costituito dallo strato prismatico, e uno, ancora più interno, detto strato lamellare, che si trovano sotto il periostraco. Si tratta di uno strato, duro, spesso, a struttura

, che è la parte più interna spesso costituita da madreperla.

37 che per la forma assunta dalle funi di bordo perimetrali

pannelli verticali in vetro strutturale.

forma, ovvero di ciò che per questa tipologia costruttiva costituisce l’elemento principe, la carta d’identità, l’essenza dell’opera, trae origine da motivazioni ed funzionali. Oltre agli evidenti pregi strutturali che caratterizzano tale scelta costruttiva, come spiegato nel primo capitolo, alla base di questo che funzionali. Forte è stata la ra, essenziale, ma al tempo stesso costante e la cultura del efficiente fruibilità dell’opera stessa. Una soluzione che

un intenso ed intimo cercando di evitare un’opera totalmente estranea al luogo ed alla sua forte cultura marinaresca, di una zona essenzialmente turistica che trae dal mare le sue principali fonti di auto-sostentamento cercando di riprendere la forma di una delle più

posta a protezione o a sostegno di alcune famiglie . Ha forme e colori diversissimi caratterizzanti la specie che la produce. E’ formata da tre : strato esterno costituito da una sostanza organica, detta conchiolina, generalmente bruna, più o meno spessa, e più o meno facile da eliminare che ricopre tutta o quasi la conchiglia. rismatico, e uno, ancora più interno, detto strato lamellare, che si trovano sotto il periostraco. Si tratta di uno strato, duro, spesso, a struttura spesso costituita da madreperla. Nella foto riportata

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38 Fig. 2.16: conchiglia appartenente alla famiglia delle Cardiidae

Fig. 2.17: conchiglia appartenente alla famiglia delle Cardiidae

e quindi nella scelta della forma della copertura si è fatto riferimento alla conchiglia appartenente alla famiglia delle Cardiidae fra le più comuni nelle spiagge del luogo.

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39 Si è cercato così, di riprendere nel modo più realistico ed elegante possibile la forma di tale conchiglia ritenendo attuale, affascinante e di grande effetto il richiamo a forme che la nature ci offre.

E’ stata ritenuta molto interessante la tematica della ripresa di forme e geometrie naturali, data la spontanea tendenza dell’uomo a ricercare continuamente il contatto mentale con la natura. Il contatto con essa, o come in questo caso con forme che a lei rimandano, non fa che produrre benessere, sensazioni e stimoli positivi. Si è cercato di valorizzare così la positività del rapporto tra uomo e natura, la continuità fra la natura circostante il teatro e quella a cui rimanda l’opera.

Una forma che si è dimostrata eccellente anche da un punto di vista funzionale. Tale forma infatti, si presta benissimo a coprire un teatro siffatto, garantendo sia le opportune altezze richieste dalle strutture sul palco e dalle tribune, e sia una completa ed ottima visibilità del palco da parte degli spettatori. Da notare soprattutto l’andamento dei nove archi metallici in corrispondenza della zona retrostante al palco. Tale andamento soddisfa eccellentemente le esigenze funzionali che si hanno in tale zona del teatro, garantendo un ampio spazio necessario per una movimentazione veloce di scene già pronte ed una loro eventuale lavorazione, per i camerini degli attori, per il deposito di materiali ed altro ancora. Sì è cercato in ogni modo di allargare lo spazio utilizzabile dietro il palco, garantendo una sua massima fruibilità e cercando di aumentare così le potenzialità del teatro Pasquini.

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40 Anche in pianta è facilmente riscontrabile come il perimetro stesso della conchiglia avvolga in maniera efficiente gli ingombri del teatro Pasquini; le entrate, sia quella riservata agli artisti che quella riservata agli spettatori, appartengono a piani verticali sezionanti la “conchiglia” alle due estremità laterali. Inoltre, nelle pareti vetrate appartenenti alle due strisce di membrana centrali sono state ricavate le necessarie uscite di sicurezza. Di seguito, una rappresentazione schematica in pianta della localizzazione delle aperture.

Fig. 2.19: vista in pianta, le entrate/uscite riservate al pubblico in rosso, le entrate/uscite

riservate agli artisti in blu e le uscite di sicurezza in verde

Gli archi estremi infatti, sono stati dotati della giusta dimensione atta a garantire un’ampia superficie vetrata, la quale, per la sua particolare orientazione non viene quasi mai investita da luce diretta, garantendo cosi all’interno una diffusione di luce il più uniforme possibile.

Sempre da un punto di vista funzionale si è dimostrata ottima la scelta di tale tipologia di copertura, riuscendo così a coprire grandi spazi senza l’ausilio di strutture intermedie pesanti e

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41 continue, ma con appoggi essenziali e periferici. Uno dei maggiori vantaggi, appunto, è quello di creare una totale dissociazione tra la copertura e l’edificio stesso, che gode ora della massima libertà compositiva al suo interno. La “conchiglia” infatti, ha la sola funzione di avvolgere e proteggere il teatro.

La copertura appare come un corpo estremamente leggero, sorretto da nove archi metallici statici ed immobili.

Non c’è, data la forma della copertura stessa, un punto di osservazione principale, ogni prospettiva, ogni angolazione, appare solo come uno dei possibili scorci dai quali è possibile apprezzare l’opera. Tale assenza di regolarità non fa altro che stimolare l’osservatore a non fermarsi di fronte a tale struttura con una sola prospettiva ma lo porta ad aggirarla, a sorvolarla, a comprendere tutta la sua dinamicità espressa.

Si è dimostrato interessante un forte accostamento tra una struttura statica, simmetrica, regolare, austera e pesante, quale il castello, ed un'altra, leggera, dinamica e moderna, la copertura, come a sottolineare l’evoluzione tecnologica e culturale che ha investito l’architettura nel tempo.

Nonostante ad una prima vista, possa solamente apparire un gradevole contrasto tra il vecchio ed il nuovo, tra il leggero ed il pesante, statico e dinamico, è da sottolineare come siano numerosi gli aspetti riguardo l’integrazione dell’opera con l’ambiente circostante. Oltre al suo aspetto di cui sopra si è parlato, contribuisce fortemente a legare l’opera con l’ambiente che la circonda il vetro costituente la tamponatura delle pareti perimetrali. Tale trasparenza consente di unire lo spazio interno con l’esterno, verso la pineta che circonda il teatro, creando cosi un ambiente arioso, estroverso e ricco di sensazioni.

Si è cercato di fondere architettura ed ingegneria, l’opera stessa viene ridotta sostanzialmente alla sua struttura portante. E’ la struttura stessa che rende unica l’opera, è lei l’opera, è lei che fa percepire lo stato di tensione, il dinamismo, la leggerezza, l’essenzialità.

Ultimo intento, ma il più importante, è stato quello di progettare una copertura che con la sua forma, con la sua leggerezza, con la sua novità riesca a far percepire emozioni, ad appagare le persone, a far vivere lo spettacolo teatrale con piacevolezza ,ottimismo, insomma con felicità.

Figura

Fig. 2.1: mappa della zona oggetto dell’intervento
Fig. 2.2: veduta di Castiglioncello
Fig. 2.4: torre medicea
Fig. 2.5: castello Pasquini
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