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Diritto alla provvigione mediatore: ultime sentenze

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Diritto alla provvigione mediatore:

ultime sentenze

written by Redazione | 15/04/2021

Scopri le ultime sentenze su: attività di mediazione; diritto alla provvigione; riconoscimento del diritto del mediatore alla provvigione;

mediazione occulta; nesso di causalità tra l’attività del mediatore e la conclusione dell’affare.

Configurabilità del rapporto di mediazione

Ai fini della configurabilità del rapporto di mediazione non è necessaria l’esistenza di un preventivo conferimento di incarico per la ricerca di un acquirente o di un venditore, ma è sufficiente che la parte abbia accettato l’attività del mediatore avvantaggiandosene.

Il rapporto di mediazione, inteso come interposizione neutrale tra due o più persone per agevolare la conclusione di un determinato affare, non postula, infatti, necessariamente un preventivo accordo delle parti sulla persona del mediatore, ma è configurabile pure in relazione ad una materiale attività intermediatrice che i

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contraenti accettano anche soltanto tacitamente, utilizzandone i risultati ai fini della stipula del contratto: sicché, ove il rapporto di mediazione sia sorto per incarico di una delle parti, ma abbia avuto poi l’acquiescenza dell’altra, quest’ultima resta del pari vincolata verso il mediatore (cassata la decisione che aveva escluso il diritto dell’agente alla provvigione sul mero rilievo che la proprietaria dell’immobile non avesse conferito il relativo incarico).

Cassazione civile sez. II, 12/03/2021, n.7029

Diritto del mediatore alla provvigione: la conclusione dell’affare

Il diritto del mediatore alla provvigione sorge tutte le volte in cui la conclusione dell’affare sia in rapporto causale con l’attività intermediatrice, non occorrendo un nesso eziologico diretto ed esclusivo tra l’attività del mediatore e la conclusione dell’affare, poiché è sufficiente che il mediatore – pur in assenza di un suo intervento in tutte le fasi della trattativa ed anche in presenza di un processo di formazione della volontà delle parti complesso ed articolato nel tempo – abbia messo in relazione le stesse, sì da realizzare l’antecedente indispensabile per pervenire alla conclusione del contratto, secondo i principi della causalità adeguata.

Tribunale Pisa, 28/12/2020, n.1172

L’attività del mediatore e il diritto alla provvigione

Il diritto del mediatore alla provvigione sorge tutte le volte in cui la conclusione dell’affare sia in rapporto causale con l’attività intermediatrice, pur non richiedendosi che, tra l’attività del mediatore e la conclusione dell’affare, sussista un nesso eziologico diretto ed esclusivo.

Tribunale Perugia sez. II, 14/12/2020, n.1407

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L’antecedente indispensabile per pervenire alla conclusione del contratto

Il diritto del mediatore alla provvigione sorge tutte le volte in cui la conclusione dell’affare sia in rapporto causale con l’attività intermediatrice, non occorrendo un nesso eziologico diretto ed esclusivo tra l’attività del mediatore e la conclusione dell’affare, poiché è sufficiente che il mediatore – pur in assenza di un suo intervento in tutte le fasi della trattativa ed anche in presenza di un processo di formazione della volontà delle parti complesso ed articolato nel tempo – abbia messo in relazione le stesse, sì da realizzare l’antecedente indispensabile per pervenire alla conclusione del contratto, secondo i principi della causalità adeguata, sempreché il suo ruolo sia noto a tutte le parti messe in relazione.

Tribunale Ferrara, 02/12/2020, n.711

Diritto del mediatore al compenso:

presupposti

Per il diritto del mediatore al compenso non è determinante un suo intervento in tutte le fasi delle trattative sino all’accordo definitivo, essendo sufficiente che la conclusione dell’affare possa ricollegarsi all’opera da lui svolta per l’avvicinamento dei contraenti, con la conseguenza che anche la mera attività indirizzata al reperimento dell’altro contraente ovvero all’indicazione specifica dell’affare legittima il diritto alla provvigione, sempre che, però tale attività costituisca il risultato utile della condotta posta in essere dal mediatore stesso e poi valorizzata dalle parti.

Tribunale Napoli sez. II, 02/12/2020, n.8217

Mediazione: conclusione dell’affare

In tema di mediazione, al fine del riconoscimento del diritto del mediatore alla provvigione, l’affare deve ritenersi concluso quando tra le parti poste in relazione dal mediatore si sia costituito un vincolo giuridico che abiliti ciascuna di essa ad aprire per la esecuzione specifica del negozio o per il risarcimento del danno. In sostanza, per aversi diritto alla provvigione non basta che l’affare sia stato

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concluso, ma, in forza dell’art. 1755 c.c., occorre che la conclusione sia avvenuta per effetto dell’intervento del mediatore, il quale, cioè, deve avere messo in relazione i contraenti con un’attività causalmente rilevante ai fini della conclusione del medesimo affare.

Tribunale Firenze sez. III, 17/12/2019, n.3856

Diritto del mediatore alla provvigione

Il diritto del mediatore alla provvigione, nei confronti delle parti dell’affare concluso per effetto del suo, intervento, dà luogo a due crediti distinti, che possono essere fatti valere in separati giudizi. Qualora detti crediti sono dedotti in un unico giudizio, si è in presenza di un caso di litisconsorzio facoltativo tra cause connesse per il titolo, da cui la applicabilità, nei gradi di impugnazione, dell’art.

332 c.p.c. Con la conseguenza che la tempestività della notifica effettuata nei confronti di una delle parti non determina la ammissibilità della impugnazione incidentale proposta verso l’altra parte dell’affare concluso tramite il mediatore.

Cassazione civile sez. II, 04/11/2019, n.28269

Decorrenza della prescrizione dei crediti da provvigione

L’art. 2950 cod. civ. dispone che il diritto del mediatore al pagamento della provvigione è sottoposto alla prescrizione di un anno. Conformemente al principio generale contenuto nell’art. 2935 cod. civ. (secondo il quale la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere) questa prescrizione decorre dalla data della conclusione dell’affare, perché è da questo momento che sorge il diritto del mediatore alla provvigione. Infatti, secondo l’art. 1755 cod. civ. il mediatore ha diritto alla provvigione non appena il contratto è concluso per effetto del suo intervento.

Tribunale L’Aquila, 25/06/2019, n.487

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Attività di mediazione e perdita del diritto alla provvigione

Affinché sorga il diritto del mediatore alla provvigione è necessario che l’attività di mediazione sia da questi svolta in modo palese, rendendo note ai soggetti intermediati la propria qualità e terzietà. Ove, per contro, il mediatore celi tale sua veste, presentandosi formalmente come mandatario di una delle parti (cosiddetta “mediazione occulta“) egli non ha diritto alla provvigione e l’accertamento della relativa circostanza, demandato al giudice di merito, è incensurabile in sede di legittimità se correttamente motivato.

(Nella specie, il mediatore aveva avuto contatti con un soggetto che, al momento della trattativa, non intratteneva alcun rapporto con la società che aveva poi acquistato l’unità immobiliare, essendone divenuto legale rappresentante soltanto successivamente alla stipula del rogito).

Cassazione civile sez. II, 12/02/2019, n.4107

Antecedente indispensabile alla conclusione del contratto

Il diritto del mediatore alla provvigione sorge tutte le volte in cui la conclusione dell’affare sia in rapporto causale con l’attività intermediatrice, non occorrendo un nesso eziologico diretto ed esclusivo tra l’attività del mediatore e la conclusione dell’affare, poichè è sufficiente che il mediatore – pur in assenza di un suo intervento in tutte le fasi della trattativa ed anche in presenza di un processo di formazione della volontà delle parti complesso ed articolato nel tempo – abbia messo in relazione le stesse, si da realizzare l’antecedente indispensabile per pervenire alla conclusione del contratto, secondo i principi della causalità adeguata.

Tribunale Lucca, 12/10/2018, n.1505

Mediatore: a chi può domandare la

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provvigione?

Il diritto del mediatore alla provvigione si ricollega all’efficacia del suo intervento nel favorire la conclusione dell’affare, non alle forme giuridiche mediante le quali l’affare medesimo è concluso, né alla coincidenza soggettiva tra fase delle trattative e formalizzazione del negozio; ne consegue che il mediatore può domandare la provvigione alla persona che gli ha affidato l’incarico e ha condotto le trattative, la quale risponde in proprio, tranne che abbia dichiarato fin dall’origine di agire in rappresentanza di un terzo.

Cassazione civile sez. II, 14/05/2018, n.11655

Perfezionamento dell’affare

Il diritto del mediatore alla provvigione matura in relazione al perfezionamento dell’affare, cioè dell’operazione commerciale intermediata, indipendentemente dalla natura dei soggetti che formalmente si intestino gli effetti giuridici del corrispondente contratto, quando si accerti che il bene oggetto della compravendita è il medesimo in relazione al quale è stato a suo tempo sollecitato l’intervento del mediatore, questi ha messo in contatto venditore e compratore, a seguito di tale contatto la compravendita è stata conclusa, per cui spetta al mediatore il diritto al compenso qualunque siano le modalità formali con cui il trasferimento si realizza ed anche se le parti originarie sostituiscano altri a sé.

Corte appello Roma sez. II, 26/04/2018, n.2746

Conclusione dell’affare dopo la scadenza dell’incarico del mediatore

In tema di mediazione, ai fini del diritto del mediatore alla provvigione, non rileva che la conclusione dell’affare sia avvenuta dopo la scadenza dell’incarico conferitogli, purché il mediatore abbia messo in relazione i contraenti con un’attività causalmente rilevante ai fini della conclusione del medesimo affare.

Tribunale Roma sez. X, 20/03/2018, n.5929

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Diritto del mediatore alla provvigione:

quando non è escluso?

La condizione perché sorga il diritto alla provvigione è l’identità dell’affare proposto con quello concluso, che non è esclusa quando le parti sostituiscano altri a sé nella stipulazione conclusiva, sempre che vi sia continuità tra il soggetto che partecipa alle trattative e quello che ne prende il posto in sede di stipulazione negoziale. Nel caso in cui il soggetto intermediato sostituisca altri a sé nella stipulazione del contratto, debitore della provvigione resta pur sempre la parte originaria, essendo costei la persona con cui il mediatore ha avuto rapporti.

Cassazione civile sez. II, 16/03/2018, n.6552

L’intervento di un secondo mediatore

Ai fini del riconoscimento del diritto del mediatore alla provvigione, non è richiesto un nesso eziologico diretto ed esclusivo tra l’attività svolta dal mediatore e la conclusione dell’affare, essendo sufficiente che il mediatore abbia messo in relazione le parti, così da realizzare l’antecedente indispensabile per pervenire alla conclusione del contratto, secondo i principi della causalità adeguata. L’intervento di un secondo mediatore non interrompe di per sé il nesso di causalità tra l’attività del primo e la conclusione dell’affare.

Cassazione civile sez. II, 16/01/2018, n.869

Compimento e conclusione dell’affare

La conclusione dell’affare, quale fonte del diritto del mediatore alla provvigione, è il compimento dell’atto che dà all’intermediato il diritto di agire per l’adempimento o il risarcimento, sicché anche una proposta di acquisto integrante “preliminare di preliminare” può far sorgere il diritto alla provvigione.

Cassazione civile sez. III, 17/01/2017, n.923

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Mediazione occulta

Affinché sorga il diritto del mediatore alla provvigione, la sua opera deve essere palese e non occulta, vale a dire che egli deve esplicitamente dichiararsi alle parti mediatore e non mandatario di una di esse.

Tribunale Arezzo, 01/04/2016, n.430

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