L'ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ..ECONOMICA FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI Anno XLIII - Voi. XLYII Firenze-Roma, 22 ottobre 1916 { f £ N. 2216
Anche nell'anno 1916 V Economista usdrà con otto pagine in più. Avevamo progettato, per rispondere specialmente alle richieste degli abbonati esteri di portare a 12 l'aumento delle pagine, ma l'essere il Direttore del periodico mobilitato non ha consentito per ora di affrontare un maggior lavoro, cui occorre accudire con speciale diligenza. Rimandiamo perciò a guerra finita questo nuovo vantaggio che intendia-mo offrire ai nostri lettori.
I l p r e z z o di a b b o n a m e n t o è di «,. « o a n n u e a n t i c i p a t e , p e r l ' I t a l i a e C o l o n i e . P e r l ' E s t e r o ( u n i o n e p o s t a l e ) i,. -{5. P e r g l i a l t r i p a e s i si a g g i u n g o n o le s p e s e p o s t a l i . U n f a s c i -c o l o s e p a r a t o ! . . 1 . S O M M A R I O : PARTE ECONOMICA. Economìa e consumo. Bonifichi, Ing. G. CORNIANI.
Lo Stato azionista e il fisco industriale, NOTE ECONOMICHE E FINANZIAIUE.
P e r il l a v o r * delle donne e del fanciulli — L a c o l t i v a z i o n e del t a b a c c o in Italia e il suo grado di suiluppo — II bollettino dei consumi : U n a iniziativa del Ministero di agricoltura. E F F E T T I ECONOMICI DELLA GUERRA.
L'influenza della guerra nelle industrie tessili della G e r m a -nia — L ' a t t i v i t à del c o m m e r c i o g i a p p o n e s e — Il G i a p p o n e e la guerra — L ' a u m e n t o della m a r i n a giapponese,
FINANZE DI STATO.
Le entrate inglesi — Un nuovo prestito russo — I risultati del prestito tedesco.
I L PENSIERO DEGLI ALTRI.
Le Società industriali e l'economia nazionale — Cambi esteri e bilancio commerciale, L. EINAUDI — Le facilitazioni bancarie pel commercio malese, R, DALLA VOLTA - Un nuovo pericolo per i porti latini, E . COLOMBI.
LEGISLAZIONE DI GUERRA.
Decreto che sottopone a norme di controllo il consumo dello zucchero, ne a u m e n t a la s o p r a t a s s a di fabbricazione e ne fissa il prezzo di vendita — ProvvediMienti t r i b u t a r i in materia di tasse sugli affari — I prestiti a g r a r i .
NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.
Risultati del censimento della popolazione argentina eseguito nel 1914 — P e r una futura emigrazione — 11 c o m m e r c i o d e l l ' E -gitto con l'estero — 11 problema doganale e la guerra. Un con-vegno antiprotezionista — L ' a u m e n t o in F r a n c i a della tassa sullo z u c c h e r o — L o s t a t o economico della S p a g n a — Il c o m m e r c i o delle colonie francesi nel 1915 — Assicurazioni sui rischi di g u e r r a — Il bestiame inglese nel 1916 — R i a s s u n t o delle operazioni delie Casse di r i s p a r m i o postali a tutto il mese di Agosto 1916 — Com-mercio Svizzero nel 1915 — R a c c o l t a dei cereali in R o m a n i a nel 1915 — British D y e s , Limited — Il c o m m e r c i o brasiliano — La fiera di Nijni Novgorod — C o m m e r c i o russo — Il piccolo credito in Russia — L'industria del petrolio in A u s t r i a - U n g h e r i a — D o n n e operaie nelle officine K r u p p di Essen — L a popolazione delia Russia — Esportazioni ed importazioni cotoniere — Uno sguardo generale sull'attività economica della F r a n c i a .
S i t u a z i o n e degli I s t i t u t i di Credito m o b i l i a r e , S i t u a z i o n e d e g l i I s t i t u t i di e m i s s i o n e i t a l i a n i . S i t u a z i o n e degli I s t i t u t i Nazio-n a l i E s t e r i , C i r c o l a z i o Nazio-n e di S t a t o Nazio-n e i RegNazio-no U Nazio-n i t o . S i t u a z i o Nazio-n e del Tesoro i t a l i a n o , Tasso dello sconto ufficiale, Debito P u b b l i c o i t a l i a n o , R i s c o s s i o n i d o g a n a l i , R i s c o s s i o n e dei t r i b u t i n c l l ' e s e r * c i z i o 1814-15, Commercio c o i p r i n c i p a l i S t a t i nel 1915, Espor-tazioni ed i m p o r t a z i o n i r i u n i t e , I m p o r t a z i o n e (per c a t e g o r i e e per m e s i ) , Esportazione (per c a t e g o r i e e per m e s i ) . P r o d o t t i delle F e r r o v i e dello S t a t o , Quotazioni di v a l o r i di S t a t o
i t a l i a n i , Stanze di compensazione, B o r s a di Nuova V'ork, B o r s a di P a r i g i , B o r s a di Londra, Tasso per i p a g a m e n t i dei dazi do-g a n a l i , Tasso di c a m b i o per le f e r r o v i e I t a l i a n e , Prezzi del-l ' a r g e n t o .
Cambi a l l ' E s t e r o , Media u f f i c i a l e dei cambi a g i i e f f e t t i d e l l ' a r t . 39 del Cod. comm., Corso medio dei c a m b i a c c e r t a t o in R o m a , R i -v i s t a dei c a m b i di Londra, R i -v i s t a dei c a m b i di P a r i g i . I n d i c i economici i t a l i a n i .
V a l o r i i n d u s t r i a l i . Credito dei p r i n c i p a l i S t a t i .
Numeri i n d i c i annuali di v a r i * nazioni. P u k b l U a z i o n i r i o e v a t o .
Lydslo B a n k L i m i t e d , 1
PARTE ECONOMICA
Economia e consumi
11 Presidente del Consiglio nel suo discorso di Milano ammoniva i cittadini sulla necessità di pren-dere, per ciò che riguarda i consumi, un assetto di guerra e diceva di confidare che dalla provvida previggenza della ricchezza e dalla educazione al risparmio sarebbe sorta un'anima nuova temprata pei maggiori sacrifizi che prepareranno la vittoria alla Patria.
Ed anche il Ministro d'Agricoltura, inaugurando giorni or sono la commissione degli approvvigio-namenti, dettava le linee di tutto un nuovo indirizzo della politica economica italiana da guerra.
Poiché sarebbe errore il credere che bastasse a-ver provveduto ai bisogni alimentari ed industriali del paese formando il piano normale degli approv-vigionamenti e disciplinando i prezzi dei generi di largo consumo fermandone l'ascesa e talvolta an-che riducendoli, il ministro avvisava an-che all'opera svolta finora dallo Stato dovrà aggiungersi una nuo-va disciplina nella regola dei consumi in genere; disciplina che converrà imporre anche con precise disposizioni ove ciò si rendesse necessario per il bene nazionale.
E con alcune recentissime disposizioni il Governo ha già iniziata la nuova politica annunciata." Il prov-vedimento riguardante il controllo dello Stato sulla produzione, sulla distribuzione e sul consumo dello zucchero riuscirà sommamente benefico impeden-do l'ulteriore diminuzione delle riserve di zucche-ro e mantenendo sul mercato la quantità necessa-ria al consumo di questo indispensabile prodotto. E più importanti ancora sono le disposizioni ema-nate al fine di economizzare l'energia luminosa, di-sposizioni relative alla chiusura anticipata dei pub-blici esercizi ed alla riduzione considerevole della illuminazione pubblica. Non ci fermeremo sulla u-tilità di tali disposizioni.
Ci basti rilevare che nella impossibilità di muta-re a nostro favomuta-re gli elementi che contribuiscono a mantenere alto il prezzo del carbone e difficile la importazione, altro mezzo non v'era, per porre ri-paro alla gravità della situazione, di quello comple-tamente sottoposto alla nostra volontà, e quindi il solo veramente efficace, di imporre una diminu-zione nel consumo interno del combustibile, in mo-do che le nostre riserve possano essere interamen-te devoluinteramen-te agli usi più necessari della Nazione.
ormai stabilirsi e risolversi che sulle basi di una ri-gorosa disciplina dei consumi come e in via di pra-ticarsi in altre nazioni anche più ricche e tornite della nostTa. , . . . .
In Inghilterra la propaganda per la diminuzione dei consumi è oltremodo attiva e dal Governo stes-so è partito 1 ammonimento per un rigorostes-so rispar-mio di generi alimentari e di alcuni fra i prodotti industriali più necessari in questo momento. 11 Co-mitato del Board oj Trade, che esamina minuta-mente le cause dell'attuale rincaro, conclude che la principale di esse è da ricercarsi nella diminuzio-ne dell'offerta mondiale provocata dai maggiori bi-sogni degli eserciti e dagli ostacoli che la guerra frappone al commercio e conclude dettando nor-me precise per la regola dell'economia donor-mestica. L'Economist lamenta l'eccesso nell uso delle carni e di altri generi e domanda un energico intervento delio Stato che costringa non solo a ridurre le spe-se non necessarie ma anche i consumi al puro in-dispensabile. . i - • . • Come in Inghilterra, come in Francia, cosi m Italia il problema dei consumi non e un problema di affamarnento come per la Germania. E ancora un problema particolarmente elastico, di natura libera la cui soluzione è affidata alla responsabi-lità ed alla iniziativa personale dei cittadini. 1 quali, però, debbono sentirlo con coscienza e convincersi che di fronte ai sacrifizi che i nostri eroici fratelli sostengono sul campo, sono ancor lievi quelli che si domandano ad essi anche colla coazione della legge.
B O N I F I C H E
Una delle questioni che più interessano l'eco-mia nazionale, è quella delle bonifiche; queste so-no di carattere più propriamente idrauliche (di-pendenti dal Ministero dei Lavori Pubblici) quan-do come nel Ferrarese, si tratta di prosciugamenti;, sono invece agrarie (dipendenti dal Ministero dij Agricoltura) quando, come nell Agro Romano, sii cerca di trasformare il pascolo in terre da coltivo, I promuovendo la creazione di centri agricoli con fa-miglie coloniche.
In entrambi i casi si deve completare 1 opera della bonifica colla costruzione di case coloniche, di strade, colla provvista di acqua potabile e con altre misure di carattere igienico ottenendo così la
bonifica integrale. . . . Prima della costituzione del Regno, dai vari
go-verni della penisola si erano spesi in un secolo, circa cento milioni per le bonifiche fra le quali me-morabile quella della maremma toscana iniziata da Leopoldo 1.. Dal 1860 al 1900 si erano spesi 169 milioni.
L e bonifiche idrauliche classificate in prima ca-tegoria (l)-in base alla legge 25 giugno 1882 e suc-cessive, perchè rispondenti ad un grande «sana-mente igienico ed agricolo riguardano 1.772.025 ettari di cui 768.704 bonificati (più della metà nel-l'Italia settentrionale) ed 1.003.321 da bonificare,
dati che risultano dalla terza relazione sulle boni-fiche, pubblicata nel 1915 dal Ministero dei Lavo-ri Pubblici.
L e bonifiche classificate dal 1900 in poi (non comprese quelle contemplate dalle leggi speciali della Basilicata e Calabria per 40 milioni) erano 179 con una spesa prevista di 395 milioni dei quali fino all'ultimo bilancio 1915-16 del Ministero dei Lavori Pubblici erano stati stanziati 190 milioni, ai quali conviene aggiungere i tre milioni annui per
(1) Vi sono snelle le bonifiche di seconda categoria per le quali lo Stato concorre fino ai tre decimi della spesa ed il Comuae e la provinci» rispettivamente per un decimo.
le bonifiche da eseguirsi in concessione a Con-sorzi- a queste lo Stato concorre per meta spesa sotto' forma di annualità, ed importavano 103 mi-lioni quasi tutte nell'Italia essendo prossima la con-cessione per circa 30 milioni; fra le concesse sono da segnalare quella della bassa pianura bolognese di ettari 86.000 ed una spesa di 54 milioni, quella delle Valli di Comacchio di ettari 8760 e spesa di
10 milioni. . . . .r , ,.
L'entità delle concessioni di bonihche dimostra l'importanza dei Consorzi ai quali lo Stato colla legge 20 giugno 1912 ha ridotto il sussidio dal 60 al 50 per cento trasformandolo in annualità com-prensive d'interessi ed ammortamenti il che ne fa-cilita il finanziamento.
Delle 179 bonifiche, 114 erano in corso di ese-cuzione e 43 non ancora iniziate. L'azione diretta dello Stato che si esplica quasi esclusivamente nel-le Provincie meridionali è poco efficace; nel-le boni-fiche iniziate sono condotte con lentezza, così che, come è successo nella Provincia di Salerno, sono incomplete ed esposte al pericolo di guastarsi. Inol-tre l'anticipo del 40 per cento da parte dello Stato della parte incombente ai privati, è di difficile ri-scossione per la resistenza dei privati, per difficol-tà nel riparto delle quote ed anche per la mancan-za di catasto nelle Provincie meridionali; è questo un inconveniente rilevato nella relazione sul bi-lancio del lavori pubblici 1915-16 dell'on. Ancona, 11 quale raccomanda maggiore sollecitudine nello incassare i contributi dei privati e degli enti inte-ressati e di compire le bonifiche iniziate anche dal lato agricolo.
In detto bilancio 1915-16 i vari stanziamenti per bonifiche ascendono a circa 20 milioni; al nume-ro esiguo di solo 22 bonifiche eseguite in confnume-ronto di 1 14 in corso va aggiunto un numero ben più no-tevole di bonifiche comprendenti porzioni ragguar-devoli dei territori classificati; difatti c o m e abbia-mo veduto in principio, sopra 1.772.025 ettari clas-sificati ne erano stati bonificati poco meno della metà, cioè ettari 768.704.
Un'altra osservazione notevole riguardante le bonifiche di prima categoria è contenuta nella re-lazione Pozzi sul bilancio dei L L . P P . 1913-14, che cioè lo Stato deve procedere all'accertamento delle opere di bonifica che possono funzionare da sole e farne la consegna agli interessati da costituirsi in Consorzi di manutenzione.
Fu presentato alla Camera dei Deputati, ma non discusso, il progetto 11 dicèmbre 1915 n. 565 sulla revisione dtegjli estimi dei terreni bonificati che destò vivaci critiche negli interessati i quali non ritenevano legale un aggravio sulle terre bonificate le quali poterono trovare i capitali per le opere di bonifica pel fatto che era per legge assicurata per un ventennio l'esenzione della imposta.
dell'inva-riabilità del contributo governativo che diminuisce l'alea dell'assuntore delle opere di bonifica.
Una bonifica idraulica, come quelle che si prati-cano nel Ferrarese e nel Bolognese, rappresenta una spesa notevole; da uno studio del Prof. Vitto-rio Peglion apparso nella Rijorma Sociale risulta che in media, dato il prezzo originario d'acquisto di un terreno da bonificare in 500 lire l'ettaro, bisogna aggiungervi altre 1500 per le opere di bonifica, di fabbricati, interessi ecc. Si ha così un costo di 2000 l'ettaro, da cui deducendo anche i concorsi degli Enti, resta pur sempre una cifra alta; i terreni bo-nificati offrono i'1 fenomeno di abbassarsi lentamen-te di livello e richiedono lavori accessori; il reddito nei primi tempi non è alto ed è soggetto a riduzio-ne per tasse d'esercizio e di manutenzioriduzio-ne (special-mente per gli impianti idrovoli a carbone od elet-trici) di circa venti lire per ettaro.
In alcune bonifiche si e b b e un plus-valore; così in quella di Burana (fatta dallo Stato) dell'estensione dì Ett. 84.555 con una spesa incontrata di 28 milioni si ebbe un plus-valore di 100 milioni; in quella del-1 agro mantovano-reggiano eseguita dal Consorzio con una spesa di 20 milioni si e b b e un plus-valore delle terre di 80 milioni.
Ma se anche come operazione finanziaria la bo-nifica non è lucrosa, ha sempre il grande risultato economico nazionale di strappare alla palude ed alla malaria migliaia di ettari di terra aumentando la produzione agraria nazionale e dando lavoro a migliaia di famiglie.
L a produzione media del frumento in Italia è di 50 milioni di quintali, insufficienti per l'alimenta-zione nazionale per cui se ne debbono importare altri 10 milioni del valore minimo di 200 milioni di franchi che dobbiamo mandare all'estero. Ora se il milione di ettari tuttora da bonificare fossero bonificati e due terzi di tale superficie coltivata a frumento, si avrebbe sulla base della produzione media dell'alta Italia di 15 quintali l'ettaro, i 10 milioni di quintali di frumento che oggi ci mancano annualmente. Tutte le terre da bonificare, sono, come disse il Baccarini, un Italia irredenta che bi-sogna rendere produttiva.
11 nuovo Deputato di Ferrara Prof. Sitta in uno studio pubblicato nel bollettino mensile del Comi-tato Agrario Nazionale, esamina i progetti Ciuffelli e li approva in massima salvo qualche modifica-zione per renderli più pratici.
In una relazione presentata al Comitato Tecnico di Agricoltura il 7 luglio u. s., l'on. Pietro Nicolini così competente nelle questioni economiche agrarie e più specialmente quelle interessanti la sua Fer-rara, vorrebbe che in fatto di bonifiche si facessero decadere quei orogetti e quelle concessioni che norì sono stati seguiti da oronta esecuzione, concentran-do invece i mezzi disponibili in opere importanti! da eseguirsi con sollecitudine. L'on. Nicolini vor-rebbe anche che fossero facilitate le oo^re di com-pletamento delle bonifiche esistenti. Ma per otte-nere tali risultati occorre una buona base finanzia-ria specialmente per le concessioni di bonifiche a privati e Consorzi; un istituto che può scontare le annualità dello Stato a favore dei Consorzi; un isti-tuto che può scontare le annualità dello Stato a fa-vore dei Consorzi è la Cassa Depositi e Prestiti; ma l'azione di ciuesta è limitata dovendo provve-dere a mutui ai Comuni e Provincie ad anticipi allo Stato pei telefoni, fabbricati scientifici ecc. e recen-temente Un decreto luogotenenziale la incarica di fare mutui ai Consorzi di Comuni per approvigio-namenti di carbone ai loro servizi municipalizzati.
Noi ricordiamo l'incidente avvenuto nella seduta j della Camera del 27 febbraio 1914 in cui avendo 1 on. Luzzatti insistito perchè la Cassa Depositi e Prestiti stanziasse 40 o 50 milioni all'anno in mutui
per le bonifiche, ne ebbe una brusca ripulsa dal-l'on. Giolitti allora Presidente del Consiglio il quale non volle assumere tale impegno pel Governo, quantunque alcuni Ministri avessero dato qualche lusinga.
Ma ammesso anche che la Cassa Depositi e Pre-stiti od altro' Ente di Stato possa scontare ai Con-sorzi di bonifica le annualità governative, rimane l'altra metà della spesa che forti Banche possono anticipare garantendosi sui contributi consorziali.
L'on. Nicolini per facilitare il credito progetta una Cassa federale di Consorzi che avrebbe facoltà di emettere apposite cartelle ammortizzabili. Per altre opere si è ventilata l'emissione di cartelle come per le opere di imboscamento e per capita-lizzare i sussidi chilometrici ferroviari ai concessio-nari di ferrovie private; ma la cosa non ebbe se-guito perchè il mercato finanziario non avrebbe ac-colto con favore questa nuova carta.
L a guerra odierna ha dimostrato colle sottoscri-zioni dei prestiti nazionali, che vi è in paese abba-stanza capitale pronto ad investirsi in titoli di Stato; non tutti i prestiti sottoscritti provengono dal ri-sparmio nazionale, che non arriva al miliardo al-l'anno, ma provengono anche da quei capitali che i prestiti stessi hanno messo in circolazione fra in-dustriali (specialmente fabbricanti di munizioni) for-nitori dello Stato e masse lavoratrici. Ma in ogni modo vi sarà sempre anche a guerra finita una massa di denaro pronta ad investirsi in titolo di reddito fisso e sicuro.
Anziché in titoli forestali o di bonifica o ferro-viari sarà preferibile per sopperire a simili esigen-ze, l'emissione diretta da parte dello Stato di titoli di rendita pubblica il cui servizio d'interesse ed ammortamento sarebbe assicurato dalle annualità stanziate in bilancio e dai contributi consorziali.
Auguriamo' che la questione delle bonifiche abbia una soluzione pratica e feconda per l'avvenire del paese.
I n g . G . CORNIANI
Deputato al Parlamento.
Lo Stato azionista e il fisco industriale
E Muntile insistere sul grande contributo che han-no portato al progresso ecohan-nomico dell'epoca moder-na le Società Anonime coni la gestione delle più sva-riate e colossali imprese, in ogni campo dell'attività economica, dall'agricoltura alle miniere, dalla mani-fattura al credito, .dai trasporti .alle assicurazioni.
La responsabilità limitata, che caratterizza la So-cietà Anonima ha reso possibile quella ripartizione e diffusione di rischi 'fra un numero grandissimo di piccoli e grandi apportatori di capitali, ossia di -azio-nisti, permettendo così l'afflusso d'ingenti capitali ad imprese colossali ed aleatorie, i cui rischi avrebbero allontanata ogni temeraria iniziativa di un numero troppo ristretto di grandi capitalisti.
Ma i danni, specialmente sociali e politici, che si attribuiscono -alle Società Anonimie, superano, per molti scrittori, i vantaggi da esse innegabilmente arrecati al progresso economico delle nazioni mo-derne, in modo che da molte parti s'invoca l'energico intervento dello Stato, com-e regolatore e moralizza-tore delle varie forme di attività economica spiegata, nei più vari campi, dalle Società Anonime.
Sono queste le premesse di un articolo ben pon-derato che il dott. Ettore Lollini ha scritto c-on com-petenza sull'interessante -argomento dello stato azio-nista nella, « Società per Azioni » del 15 -agosto e di cui riassumiamo de linee principali.
metodi più ingegnosi, dalle tasche degli ingenui a-ziopisti per farla passare nelle proprie. In questo caso il danno non è solo degli azionisti ingannati, ma dell'intiera nazione, si diffonde nel paese una sfi-ducia enórme ed insanabile verso le Società Anoni-me, sfiducia che ostacola gravemente il progresso industriale ed economico del paese.
Le forme più moderne ed .evolute di Società Anoni-me si presentano coAnoni-me Società di partecipazione e di finanziamento, facenti capo ad un grande orga-nismo bancario, dove un'oligarchia di azionisti con-centra nelle proprie mani la maggioranza delle a-zioni di diverse imprese industriali, che controlla e dirige, riunendole sotto un'unica colossale impresa finanziaria, che viene a formare una grande con-centrazione di affari, un grande monopolio finan-ziario, che crea, dirige, controlla uni numero gran-dissimo di Società per Azioni, costituendo di queste una gerarchia dipendente, una specie di feudalismo economico, dove l'organismo centrale domina d.a so-vrano assoluto sugli organismi minori, .come un an-tico feudatario sui propri vassalli.
Questa enorme concentrazione di affari delle So-cietà Anonime, risolvendosi in un grande monopolio di fatto, la cui alta direzione dipende da una ri-stretta oligarchia di consiglieri di .amministrazione di grandi banche, non solo può dettare al mercato i prezzi a danno della grande maggioranza dei citta-dini, ma anche minacciare gravemente la sicurezza interna ed esterna dello Stato stesso, quando la con-centrazione di affari si .svolga a favore di un paese straniero ed essa controlli delle imprese, che hanno attinenza con la difesa dello Stato, coirne appunto si è verificato per il nostro ed altri paesi, a cui la guerra europea ha rivelato i metodi pericolosi di pe-netrazione economica defila Germania (fabbriche di munizioni del Nord-America, industrie b'elghe, fran-cesi, russe, italiane ecc.).
*
ehe gli pare essere meno dannoso allo sviluppo dle.1-ile Società anonime e più facilmente realizzabdle.1-ile nel momento storico presente e cioè la totale o parziale capitalizzazione d'elle imposte, pagate dalle Anoni-me, in modo che lo Stato .azionista verrebbe ad esi-gere, sotto forma demaniale, ciò che esigeva sotto forma d'imposta.
« Ivo Stato — dice il Sella — capitalizzi a proprio beneficio, l'aiuto, ohe dà alle Anonime, capitalizzi la Ricchezza Mobile, esonerandone le Società.
Ma sorge facile la domanda: LI reddito mobiliare, essendo un reddito, oltreché variabile di anno iin an-no, di una durata quasi sempre breve od almeno non confrontabile con quella dei redditi fondiari1;
sarebbe praticamente possibile procedere alla capi-talizzazione dell'imposta mobiliare? Oggi una So-cietà anonimai può esistere, ma fra quattro o cin-que anni odi anche prima può essersi sciolta o fal-lita.
La capitalizzazione dell'imposta mobiliare, se an-che teoricamente possibile, il saggio di capitalizza-zione dovrebbe basarsi su previsioni le più incerte, variare da società .a società ed essere spesso così ele-vato, da rappresentare un pessimo affare per lo Sta-to la sostituzione dell'imposta, con azioni. Le stesse ragioni valgono per la capitalizzazione del dazio di importazione, proposta dal Sella per le Anonime, e-sercentJ industrie protette.
Non rimane che la confisca più o meno larvata, per parte dello Stato di un certo numero di azioni delle Società già costituite e la compartecipazione « de iure » dello Stato, a tutte Le Società costituen-de. Sarebbe u.n tributo straordinario sulle Società a-nonime così grave, che ne ostacolerebbe fortemente la costituiztone e lo sviluppo, cosa che il Sella stesso dichiara ripetutamente dli .volere evitare.
*
Le Società anonime, come del resto tutti i privati cittadini, usufruiscono della tutela sociale, esercitata sotto le più vai'ie forme dallo Stato, tutela, che po-tremmo ben dire uno degli elementi del costo di pro-duzione dell'impresa industriale, ma appunto per questo le Anonime pagano le imposte ed in una mi-sura proporzionalmente più gravosa di molti altri contribuenti. Non ci sarebbe quindi nessuna ragio-ne giuridica, che giustificasse 1'' obbligo, .per parte delle Anonime del duplice pagamento di questa tu-tela, prima .sotto forma d'imposta, poi sotto forma di « azioni non paganti », d a cedersi gratuitamente allo Stato.
La fede statalista del Sella è in fondo la molla segreta, cihe lo spinge a farsi fautore dello Stato a-ziionistai, perchè : « .si crea un organo finanziario po-litico, che è presente in tutte l.e assemblee d'elle So» oietà anonime1, onde lo Stato : a) è informato di
quanto accade; 6) può difendere gli interessi dei con-sumatori; c) quello delle minoranze e dei cittadini e il suo interesse stesso, anche in relazione alla poli-tica internazionale; d) può correlare la vita indu-| striale con quella dell'alta Banca.
La fiducia dól Sella' nell'imparzialità dello Stato Questa forma politicamente e socialmente nerico
Iosa di attività d'i alcune delle più grandi Società Anonime doveva giustamente preoccupare gli uomi ni politici e gli studiasi e venne perciò proposto di limitare il numero degli stranieri nei Consigli di Amministrazione delle Società Anonime e d'interes-sare lo Sitato, come azionista in ouelle» im.pre.se, che si .riferiscono alla difesa esterna dello Stato (fabbri-che di anni) o (fabbri-che abbiano uno spiccato carattere di interesse sociale (per es., trasporto degli emigranti). Benché in queste imprese si riconosca un grande interesse pubblico, tale da far diventare d'ordine se-condario gli elementi economici del costo di produ-zione e dèi rendimento, essenziali per tutte le altre imprese e quindi dia consigliarne la gestione da par-te dello Stato, e sebbene tanto l'Einaudi òhe il Pan-t,alcuni abbiano affermato ila necessità della gestione dii queste imprese con criteri politici e sociali più che prettamente economici., pur nondimeno, tanto l'uno ohe l'altro sono .spaventati dal pensiero della sta.tizzazi.one di tali imprese e ne propongono invece,
la partecipazione indiretta dello Stato ad esse, come' o meglio dei governanti e nella capacità della
buro-azdonlsta. j cinzia sembra davvero esagerata. Tutti sappiamo
B a una concezione opposta parte .invece il nrofes-|che i .primi, escono dai partiti- politici e quindi in sore Emanuele Sella per formulare una teorica dellO| genere sono uomini di parte e che la .seconda non Stato azionista e per sostenere praticamente- che lo
Stato deve diventare un «-quid simile» ad un azio-nista «de iure» di tutte le nostre Società anonime o delie niù importanti. Il Sella, come gli economisti statalisti tedeschi, sembra concepire lo Stato moder-no. come un organo (superiore ai partiti politici ed agili uomini) di felicitazione collettiva, capace di rea-lizzare u.n optimum economico e1 sociale, un
massi-mo cioè di utilità collettiva Per tutti quanti i citta-dini. tendendo l'attività ipolitica a realizzare degli optima soggettivi ed obiettivi. Partendo da questi presupposti metafisici, più o meno chiaramente e-spressi, il Sella sostiene la. necessità, di. propugnare «in iure condendo» un diritto di compartecipazione dominicale dello Stato su tutte le Società anonimie .per il bene universale dei consumatori, dei rispar-miatori. delle minoranze azionarie, dei produttori ed infine dello Stato stesso.
Dei vari sistemi per attuare una tale oomparteci-nazione die.Uo Stato, sotto la veste di azionista, a tutte le
può avere eerto le quailtà e lfindipendenza necessa-ria per amministrare una grande impresa industnecessa-ria- industria-le e tanto meno per controllar© e .sindacare l'operato di provetti industriali e tecnici abilissimi.
Ma' la fede nella missione dello Stato azionista e caratista, è davvero infinita, se il prof. Lorenzo Rat-to arriva a ritener© ohe si riesca con ciò ai miracoli fino ad oggi sconosciuti ai miseri mortali, di «sop-primere ogni conflitto di class©» e di fare trionfare « il concetto del giusto .profitto e per conseguenza del giusto isallarìo e del modesto interesse ».
Il Ratto propugna e profetizza il prossimo avvento del Fisco industriale, monopolista e azionista.
Il camipo di attività industriale del Fisco italiano non avrà limiti : 11 Fisco proprietario d'i miniere ed acquirente di solfare, potrà analogamente promuo-vere quelle, industrie che: ci mancano, pur avendo noi le materie prime, perchè l'individuo non sa e non può fondarle e dovrà finire anche... il
chimico-far-macista, percthè perfino l'industria chi mi co- f a rma-ceiuticà, in quanto è deficiente o mancante, in Italia, troverà nel Fisco il suo redentore.
E" sempre il feticismo per ciò, che di meno sano e meno imitabile si risconrta nell'organizzazione della vita economica tedesca, dove non ostante l'abi-lità e l a competenza dell'alta burocrazia germanica, non inquinata da influenze politiche e non domina-ta dlal culto dell'incompetenza e dell'irresponsabilità come in Italia, si è dovuta sostituire, per far fronte alle grandi difficoltà dell'economia di guerra, l'azio-ne burocratica, come ricordava recentemente il Pantaleoni, con quella dei girandii sindacati indu-striali, .delle unioni o corporazioni di sarti, sellai, calzolai e così via, ponendo alla testa del Bekiei-diunigs-bescihaffungsamt, ufficio governativo, un indu-striale.
Noi dovremo far tesoro-della lezione tedesca, come raccomanda un profondo conoscitore dei pregi e dei difetti della struttura economica germanica Henri Hauser.
E stata l'ignoranza e il disprezzo- della storia peir parte degli uomini politici tedeschi e la mentalità aulica, dominante nella scienza economica ufficiale, in coloro, che altrove, definimmo « gli economisti dell'Imperatore », inneggianti alla missione infinita — Aufgabe begrifflich unendliche.— dello Stato e quindi dell'Impero germanico, apologisti di un asso-lutismo, mascherato dalle forme legalitarie d'infi-nite istituzioni demo-sociaìii, che hanno condotto alla sua rovina, forse irreparabile, il popolo germanico.
N O T E ECONOMICHE E FINANZIARIE
Per il lavoro delle donne e dei fanciulli
E" stato pubblicato il regolamento al testo unico del 1907 sul lavoro dèlie donne e dei fanciulli negli stabilimenti industriali.Questo regolamento assume special© importanza oggi che l a mano d'opera femminile e minorile è Impiegata in misura maggiore dte-ili',ordinario negli stabilimenti e nelle fabbriche in lavori che in passa-to erano riservati all'uomo, o in nuovi lavori crearti dalle industrie della guerra.
Ci auguriamo òhe le disposizioni emanate abbiano effettiva applicazione e siano dirette a tutelare effi-cacemente esserli deboli ohe i bisogni bebici e le ne-cessità d'alia vita costringe a fatiche spesso non con facenti ai loro organismo.
In Inghilterra ©d in Francia si è compreso che la difesa delia salute dlelta donna operaia contro gli ec-cessivii sfruttamenti non solo pregiudica, m,a al con-trario rafforza la intensità e l a continuità della pro-duzione. Anche pressò di noi occorre persuadersi di ciiò, nè dimenticare .11 .sacro diritto di proteggere nel-la .generazione presente nel-la generazione futura cui sa-rà affidato un compito di lavoro non meno arduo d-el-•3'attuale.
Riassumiamo le principali disposizioni.
Il regolamento dichiara ohe pei- fanciulli s'inten-dono ile persone, d'ambo i sessi, oh© non hanno su-perato i 15 anni, e per donne minorenni quelle Che, compiuti d 15, non hanno superato i 21; per opificio industriale o laboratorio ogni luogo ove si compia-no, con l'intervento di donne o fanciulli, qualunque sia il numero degli operai salariati adibiti, lavori manuali dì natura industriale coi mezzo di' macchi-ne non mosse dall'operaio cihe le usa. Quando non si ,adoperino macchine, è considerato opificio o boratorio ogni luogo dove siano occupati per il la-voro suddetto più di cinque operai senza distinzione di sesso o d'i età. Anche .gli Istituti e luoghi di rico-vero, dii educazione o di istruzione, i quali occupino i fanciulli in lavori manuali, sono sottoposti alla os-servanza (Mia legge, quando le officine e i lab'orato-' ri siiano esercitati per speculazione industriale o nel-l'interesse dei maestri o capi d'arte che li dirigono : il
lavoro effettivo manuale sia prevalente sullo studio
e sull'insegnamento professionale. La legge è, poi. applicabile, indipendentemente dlal numero degli o-perai e dall'uso di macchine, nei lavori edilizi e mi-nerari.
In applicazione, del regolamento, l'industriale deve : 1° per quanto riguarda il libretto di lavoro : a) ri-tirare dal; fanciullo o dalla dorma ammessi nello sta-bilimento il libretto .di (lavoro rilasciato dal Comune
secondo il modello stabilito dal Ministero e riempito dai funzionari comunali in base alila visita medica del sanitario comunale, il quale accerterà che. la donna minorenne o ili fanciullo, per la loro costitu-zione fisica e per le loro condizioni di salute, sono adatti ai lavoro manuale senza nocumento per il lo-ro organismo, specificando quei lavori ai quali even-tualmente non -credesse adatta la persona indicata; b) avere presente il libretto di lavoro sopratutto nel-le esclusioni da esso indicata nell'adibire l'operaio al lavoro; c) trattenere il libretto di lavoro, segnan-dovi la data di ammissione e quella .di uscita dell'o-peraio dallo stabilimento; d) restituire il libretto- di
lavoro all'operaio, all'uscita di questo dallo stabliìi-raeinto, senza poterlo trattenere per qualsiasi moti-vo o ragione; e) restituire il libretto di lamoti-voro al Co-mune ove risiede l'azienda, perchè lo trasmetta al Com-une emittente, quando l'operaio abbia raggiun-ta la maggiore età;
2° per quanto riguarda la istruzione obbligato-ria: a) far domanda ai R. Provveditore agli studi, .cai documenti richiesti dall'art. 325 del Regol. 6 feb-braio 1908, n. 150, tranne quelli che riguardino l'ido-neità del richiedente, quando vaglia istituire scuole interne nello stabilimento pei fanciulli obbligati a completa,re l'istruzione; b) trattenere sul salario del fanciullo -impiegato nello stabilimento le ritenute sta-bilite dal R. ispettore scolastico, a titolo di penalità per il fanciullo che non frequenti regolarmente le scuole elementari, .pel complemento d-ella istruzione obbligatoria; e) restituire- al fanciullo, in seguito al-l'accoglimento del -ricorso, o versare al Patronato scolastico la somma trattenuta.
3° per quanto riguarda le denunzie: a) presenta-re alla ppresenta-refettura, nella cui circoscrizione- è situata l'azienda, entro di primo bimestre -dell'anno, 'la de-nuncia annuale di esercizio; b) presentare alla -pre-fettura, entro un mese dalia data del fatto, le de-nunici-e per nuova apertura, per variazione o cessa-zione di esercizio, per cambiamento di ditta, o per' introdotte modificazioni nei senso di ammissione o modificazione o cessazione -d'impiego al lavoro d'i donne o dà fanciulli ovvero di a-dozione di macchine o di rinunzia all'uso di-esse; c) .presentare alla pre-fettura, nel caso d'impiego di donne o di fanciulli so-lo in alcuni periodi dell'anno, una doppia denunzia; una, entro il primo bimestre dell'amilo., indicando sommariamente e presuntivamente il numero delle donne e del fanciulli che verranno ,in seguito occu-pati al lavoro; un'altra, entro quindici giorni dallo effettivo impiego, nei caso ohe questo non si-a com-preso entro 1,1 primo bimestre di esercizio; d) nel ca-so -di lavoro non continuativo, presentare denuncia
entro quindici giorni; e) ritirare il certificato di esguita regolare presentazione -della denuncia di e-sarcàzio -per -esibirlo ad ogni richiesta dei funzionari ai quali è affidata la vigilanza per l'esecuzione deilla legge.
ì° per quanto riguarda la tenuta dei libri; te-nere un registro, dal quale risulti il no-rne, il cogno-me, la paternità, il luogo e 1-a data di nascita delle donne minorenni e dei fanciulli occupati, se-oondo un modello stabilito dal Ministero; nel caso- di sta-bilimenti soggetti anche alila legge infortuni, questo registro non è necessario quando abbiano in regola il libro matricola;
testo unico di legge sul lavoro diede donne e dei fan-ciulli e del relativo regolamento;
6° per l'orario e la durata dei riposi: a) per at-tuare la variazione dei danniti d'inizio e di fine dell'o-rario di lavoro occorre il parer© motivato del Coiiiai-giii-o provinciale sanitario e il parere del Comitato permanente del Consiglio Superiore del lavoro; b) le I industrie otre trattano materne suscettibili di rapida alterazione e ohe non permettono .sospensione di la-vorazione devono occupare nelle ore della notte don-ne di età superiore ai quindici armi compiuti ed at-tuare per esse un orario di lavoro di durata comples-siva non superiore a quella fissata dalla legge e ot-tenere il parere del Consiglio provinciale- sanitario e- dei Comitato permanente del lavoro; c) dove è at-tuato il sistema dei lavoro a mute ogni squadra de-ve mantenere il •proprio turno e non può avvicen-darsi con l'altra se -non concorra l'assenso degli ope-rai interessati, di età superiore, ai 15 anni, da accer-tarsi a mazzo di votazione segreta fatta alla presen-za di un rappresentante degli operai: per l a validità dell'assenso occorre ,11 voto iavorevoie di almeno due terzi degli operai intervenuti; d) per attuare la ri-duzione dei .riposo intermedio a un'ora o a mezz'ora deve essere, accertato l'assenso degli operai nel mo-do anzidetto;
7° per la sicurezza e l'igiene: a) l'industriale non può impiegare donne minorenni e fanciulli nella pu-lizia deii motori e degli organi di trasmissione delie macchine mentre sono .in moto; b) non può lasciare le donne e -i- fanciulli nei locali di lavoro durante le ore di riposo se non sia consentito dal funzionario incaricato della vigilanza; c) deve far mantenere in buone condizioni igieniche i locali di lavoro, le la-trine, le .sale di allattamento, ecc., sotto l>a sorve-glianza governativa.
Industrie insalubri o pericolose a cui è assoluta-mente vietata l'applicazione delle donne minorenni e dei fanciulli :
1. Industria dei raffinamento dei metalli preziosi. 2. Industria della lavorazione dei piombo metal-lico, della fusione di caratteri, ed in genere della produzione dleli-e leghe contenenti piombo, zinco, sta-gno, arsenico, antimonio e mercurio.
3. Industria dèlia doratura e dell'argentatura. li. Industria degli specchi con amalgama dli mer-curio.
5. Officine o parti di officine ove si pratica il se-oretaggio.
6. Macinazione e -raffinazione d'elio zolfo. 7. Fabbriche di acido solforico, di acido solforo-so e dli solforo-solfati dli addio nitrico, di acido cloridrico.
8. Fabbriche di solfuro di carbonio. 9. Fabbriche di cromati.
10. Fabbriche di -sale dli soda coi metodo dell'acido solforico.
11. Fabbriche di ammoniaca e di potassa.
12. Fabbriche di polveri piriche, dli dinamite, e di altri esplosivi.
13. Fabbriche pirotecniche, di micce da minatori, di .capsule per artm.i da fuoco, e stabilimenti di cari-camento dielle cartucce.
14. Industria della distillazione e del raffinamento del petrolio.
15. Fabbriche dli eteri, solforico, etiiiffilco, acetico, propilico e d.i essenze e di olii essenziali (quali tre-mentina e canfora).
16. Fabbriche di sali di bario, di acido ossalico e di ossalati.
17. Fabbriche di cianuri.
18. Industria dell'estrazione dell'olio dalle sanse e di altri -olii grassi col solfuro di carbonio.
19. Industria delle sardiigne, ossia trattamento di residui animali por l a loro utilizzazione innocua.
20. Fabbriche di assido dli piombo e di biacca, di altri preparati di .piombo e di preparati antimoniali. 21. Industria della preparazione del bianco di zin-co.
22. -Fabbriche di colori detti di anilina.
23. Fabbriche di colori a basa arsenicale e di pre-parati arsenicali.
24. Fabbriche di fosforo, di cloro, di cianuro e di ipoclorito di calcio, di altri ipoctoritì e di cloruro di zolfo.
25. Officine per la produzione di carburi e derivati.
26. Officine per l a produzione di gas compressi (quali acido carbonico, ossigeno, ammoniaca).
27. Fabbriche di collodio e di celluloide.
28. Officine per l a produzione -del gas illuminante. Dato che le industrie elencate nella tabella A sui-no esercitate come industrie accessorie o industrie j principali, insieme ad altre industrie non elencate,
il divieto non si estende a queste ultime, sent.prechè le due industrie -vengano esercitate in locali sepa-rati.
Lavori insalubri o pericolosi, nei quali l'applicazio-ne delle donl'applicazio-ne minorenni e dei fanciulli è vietata o sottoposta a speciali. cautele
1. Miniere. — Esclusa l'applicazione, nello scavo e nella estirpazione del minerale; nella collocazione delle armature; nel maneggio, degli apparecchi di estrazione, torniehetti, vermicelli, ecc.; nel maneggio delle pompe, e dei ventilatori nei lavori sotterranei. 2. Cave e torbiere. — Eswlusa l'applicazione nelle operazioni suaccennate e nella lizzatura dei massi. 3. Concerie di pelli, — Esclusa l'applicazione ned locali della macinazione delle materie concianti; nei lavori di trattamento con la calce; nelle fosse di concia o dove si sviluppano liberamente polveri; e in quelle operazioni dli raffinatura delle pelli ove si fa uso di petrolio, eteri -ed- altri infiammabili.
4. Fabbriche d'i carta e magazzini di cernita. — Esclusa l'applicazione nella cernita e nel tritura-mento degli stracci e dei-Ila carta usata, a meno che non .sia provveduto ad una burattazione (battitura) preventiva e ad un'efficace aspirazione della poi-vare; e nella tintura delle carte -con -preparati vele-nosi.
5. Fabbriche di bottoni di osso. — Esclusa l'appli-c-azi-one nella cernita delle ossa e delle- sostanze cor-nee.
6. Officine metallurgiche e mineralurgiche. — E-scliusa l'applicazione nel trattamento per via ignea deli minerali di piombo argentifero, zinco, arsenico, antimonio -o mercurio. — Nel carico e nello scarico dei -forni a combustione di zolfo -per 1-a liquefazione del minerale solfi-fe.ro. — Nella torrefazione- in
ca-selle, cumuli, ecc., del solfuri, arseniuri ed antimo-ni-uri in gene-re ed in ispecie delle metaliine di ra-me arsenicali. — Nei lavori di levigatura ed arrota-tura, dei laminatoi, delle macchine a stampo o a impronta.
Nella zincatura, stagnatora e piombatura delle lastre metafiliche e di oggetti di metallo (in genere, può essere consentita l'ammissione- -a talune delle operazioni o fasi dli lavoro.
7. Mulimi di calce, gesso, cementi, pozzolana, a>-mianto, talco, grafite, marmo e baritino. — Esclu-sa l'applicazione dove si sviluppano liberamente polveri, a meno che sia efficacemente impedito la loro diffusione.
8. Officine di preparazione meccanica dei minerali e del prodotti delle miniere e delle cave. — Esclusa l'applicazione nella polverizzazione, nella stacciatu-ra a secco e nel movimento delle polveri.
9. Fabbriche -di vetrerie, cristallerie, smalti, la-stre, vetri, mouselline, conterie. — Esclusa l'appli-c-azione nei locali in cui si -polverizza l a materia .pri-ma e si fanno le perle; nella soffiatura dei vetri; nella pulitura e demolizione deii- forni; nella opaca-tuira- e nella incisione con acido fluoridrico o con
getto di sabbia.
10. Fabbriche di ceramiche. —• Esclusa l'applica-zione nei locali di preparal'applica-zione .'e macinal'applica-zione delle vernici (vetrine), e d'i macinazione -a -secco delle ma-terie prime e nei locali di applicazione delle vernici ove queste siano a base d'i piombo.
11. Battitura, cardatura e pulitura delle lane, dei cotoni, dei l-ini, della canapa, -della juta, del crine vegetale e animale, delle -piume, e dei peli; apritu-ra e -battituapritu-ra dei cascami dli seta, — Esclusa l'ap-pi! c azione nei locali dove sono eseguite, -anche se i fanciulli e. le, donne minorenni sono addetti al ser-vizio di altre macchine, o ad altri lavori, quando non si sia provveduto all'efficace allontanamento delle polveri.
12. Industria del feltro. — Esclusa l'applicazione nella lavorazione del feltro ottenuto mediante se-oretaggio -con preparati mercuriali.
l'applicazione nei locali ove non sia assicurato il pronto allontanamento del pulviscolo.
14. Tintorie. — Esclusa l'applicazione nei locali dove si fanno preparazioni di colori e di bagni ve-lenosi.
15. Lavorazione del cappello. — Esclusa l'applica-zione delie lavorazioni di pomiciatura, spazzatura, plottatura e rasatura, quando non siano applicati efficaci sistemi di aspirazione del pulviscolo.
16. Fabbriche di concimi artificiali. — Esclusa l'applicazione nei locali in cui sì sviluppano libera-mente polveri per macinazione, vapori e gas nocivi per reazioni chimiche.
17. Fabbriche di fiammiferi. — Esclusa l'applica-zione nei locali in cui si prepara la pasta fosforica e Si fa l'immersione e l'essicamento dei fiammiferi; come pure negli altri locali in diretta comunicazio-ne coi prece-denti, o d-ove si diffondono esalazioni fosforiche, a meno oh-e non sia efficacemente impe-dita la loro diffusione.
18. Di-stil-leri-e de-1 catrame -p-e-r l'estrazione della benzina, dalla paraffina, degli olii minerali, ecc. —, Esclusa l'applicazione nei locali in -cui si eseguisco-no le di-stillazioni.
19. Fabbriche di colla. — Esclusa 1' applicazione nella manipolazione e nella cernita delle ossa e -del-le sostanz-e cornee.
20. Fabbriche d'i solfato di chinino. — Esclusa -IPapplicazione n-el^ loc-aii in cui si polverizza la scor-za di ch'ina e si purifica il solfato di chinino.
21. Manifatture dei tabacchi. —- Esclusa l'applica-zione nell'apertura delle balle; n-eilla cernita d'elle faglie non preventivamente inumidite; nelle ferme-n-| fazioni e nelle demolizioni dei cumuli di fermenta-' ziarne; nella e-ssdcaziorie nei locali chiusi; nelle ma-| cinazi-oni e se-taeciature, nella produzione degli e-' stratti e nella trincia/tura.
22. Fabbriche di caoutoh-ouc, guttaperca _,ed eba-nite. — Esclusa l'a-pplica&ione ne-i locali in cui si fa la vulganiizizazion-e con solfuro dii carbonio o con cloruro di zolfo; in quelli nel quali si preparano le soluzioni d;i caoutc-houc negli olii essenziali e dove tali soluzioni vengono applicate alle stoffe per ren-derle impermeabili.
23. Impianti di produzione, trasformazione e di-stribuzione di elettricità. — Esclusa l'applicazione nella manovra, pulizia e manutenzione dei quaxM di distribuzione, nelle operazioni dii -manutenzione delle batterie d'accumulatori ed in genere in tutte le operazioni che si riferiscono agli inserito-ri e ai disgiuntori di corrente e agli apparecchi .e alle linee serventi alla corrente.
24. Tipografia. — Esclusa l'applicazione nella -pu-litura dei caratteri.
25. Lavori nei porti. — Esclusa l'applicazione nel-le operazioni di stivaggio od in qualsiasi altro lavo-ro nelle stive delle navi a vela ed a vapore; nei la-vori d'imbarco e di sbarco di carboni e colli pesanti dalle calate o d a galleggianti a bordo di piroscafi e viceversa, tranne che nelle operazioni del maneggio di certi vuoti o del riempimento dei medesimi; nei lavori sulle calate; nei lavori d-i pitturazione delle navi.
La coltivazione del tabacco in Italia
e il suo grado di «viluppoNell'esercizio 1913-14 la compra dei tabacchi indi-geni ha assorbito la somma notevole di L. 6.559.443. Tuttavia dobbiamo notare che questa cifra è molto esigua di fronte alla spesa totale di oltre 45 milioni sostenuta dallo Stato per l'acquisto dei tabacchi greg-gi necessari alla lavorazione e al consumo.
L'Italia dovrebbe produrre assai di più; e si po-trebbe dire soltanto raggiunto l'ideale il giorno in cui i quattro quinti della foglia necessaria alle no-stre manifatture fosse- tutta d-i produzione indigena.
Ora che la questione dell'inasprimento dei prezzi di tutte le materie prime, conseguenza del rialzo dei noli e dei cambi, si è fatta sempre più acuta, sarà opportuno mettere in luce le notizie ultime re-lative alla coltivazione dei tabacchi indigeni per vedere se- è possibile ottenere in questo campo — ciie è strettamente connesso con l'economia genera-le della nazione — qualch-e miglioramento.
La superficie coltivata. — Abbiamo già detto al-tre volta che nell-a campagna 1913, cioè l'ultima di cui si hanno notizie ufficiali complete e precise, la estensione di terreno- coltivato a tabacco saliva a ettari 7368. Questa cifra rappresenta già un
note-vole progresso sugli anni precedenti, se si tien •conto dei fatto cine di-eci anni prima, cioè nel 1903, l'estensione medesima non arrivava a 5 mila et-tari.
Infatti la quantità di tabacchi indigeni introdotta ne-ile manifatture per la lavorazione fu di 5.973.098 chilogr. nèl 1003, mentre nel 1913 si arriva a 7 mi-lioni 932.458 chilogr.
Le spese per la coltivazione. — E' noto che la ^pesa -ctie l-o Sitato sostiene per le coltivazioni del
ta-bacco non è indifferente a causa della scrupolosa vigilanza che giustamente deve svolgersi intorno a casi delicato servizio.
Ber l'esercizi,o 1913-914 la spesa fu di L. 2.825.000, ciò che rappresenta L. 277,47 per ogni ettaro colti-vato. Questa somma non è davvero eccessiva quan-do si consli-den'i ch-e il valore commerciale d-ella pro-duzione di ogni ettaro -sii aggira attorno alte due -mila lire. Vii è -inoltre una spesa di premi e com-pensi ai coltivatori che, pur essendo mite, dimostra le disposizioni del monopolio- ,a incoraggiare sem-pre più la coltivazione indigena.
I risultati dell'ultima campagna. — Viceversa da parte dei coltivatori non sempre vi corrispose col dovuto interessamento agili incoraggiamenti e alle
concessioni dello Stato. V-ediiamo quel ciré dice a questo riguardo la relazione relativa alla campa-gna 1913, l'ultima di cui si conoscono completa-mente i risultati.
II contingente d'i piante autorizzate per la cam-pagna 1913 coi manifesto d'i concessione laddove la coltura del tabacco si esercita per antica consue-tudine, f-u nel suo assieme, quello stesso della cam-pagna anteriore, cioè di piante 146.155.000, podoh-è per disposizione- regolamentare deve rimanere in-variato -per un triennio che è scad'u-to. appunto con la campagna 1913.
Tuttavia i coltivato-ri non coprirono Tinti-ero con-tingente posto a loro disposizione -e la coltivazione effettiva risultò, in prim-a verifica, dii p-iante 89 lioni 025.560 e in seconda verifica, dii piante 84 mi-lioni 545.526 e cioè inferiore rispettivamente di pian-te 9.606.941 e 6.944.223 in confronto a quella del 1912.
Queste nò-tizie si rilevano anche dalla seguente comparazione fra i resultati sommari della -colti-vazione nelle due ultime campagne :
Nella campagna 1912 p-er concessioni di manife-sto si ebbero piante 146.155.000 — per colti-vazione richiesta piante 183.740.490 — -per coltivazione con-cessa dalle Commissioni -provinciali piante 122 mi-lioni 162.786. L'estensione della coltivazione effet-tiva fu di ettari 5075. — Le pi-ante poste a campo (la verifica) n. 98.632.501 — Piante deperite n. 7
mi-lioni 142.712 — Piante rimaste a campo (2a verifica)
n. 91.489.789 — Foglie addebitate n. 1.028.675.535. Nella campagna 1913 si ebbero per conceissio-ni di manifesto piante 146.-155.000 (-senza differenza con q-uelia del 1912) — p-er coltivazione richiesta piante 139.111.320 con una differenza in meno di fronte al 1912 d-i piante 44.629.170 — Coltivaz-i-one concessa dalle Commissioni provinciali pi-ante 103, milioni 660.390 con una differenza in meno di pian-te 18.502.396 —- Espian-tensione della coltivazione effetti-va ettari 4.715; differenza in meno 360. — Piante poste a campo di la verifica 89.025.260 meno cioè
9.606.941. — Piante deperite n. 4.480.034, cioè meno 2.662.678 - Piante rimaste a c-ampo 2a verifica 84
milioni 545.526, cioè meno 6.944.263 — Foglie ad-debitate n. 951.824.714, cio-è meno 76.850.821.
E' giusto notare che quasi da per tutto l'anda-mento della stagione fu alquanto sfavorevole alla coltivazione del tabacco nelle sue fasi essenziali dove per la persistente siccità e per i forti calori, dove per eccesso di pi-o-ggie e per sensibili
Il prodotto di queste coltivazioni non fu però com-pletamente consegnato al Monopolio giacche quello corrispondente a piante 237 di Kentucky e piante 15.050.619 di qualità levantine, è rimasto, in seguito a speciale concessione, nei magazzini di privati in-dustriali per essere messo in completa condizione d'impiego.
1 coltivatori, pertanto, hanno effettivamente con-segnato il prodotto delle rimanenti 69.251.543 piante per chilogrammi 5.597.562 in peso netto, pagati in media L. 74,10 al quintale, che è il prezzo già depu-rato d'elle ritenute per tasse di vigilanza e multe convenzionali, e che supera eli centesimi 84 quello dell'esercizio 1912-1913.
E' da avvertire che il costo di questi tabacchi non è solo costituito dall'importo netto pagato ai col-tivatori, ma ha quale necessaria integrazione tutta la spesa sostenuta dall' Amministrazione nella vi-gilanza fiscale e tecnica dell,a coltivazione e nel t lattamento e la cura dei tabacchi stesai.
Coli'agigiiunta di questa spesa che ascese a lire 2.007.989,61 il costo effettivo dled tabacchi del rac-colto 1913 somma a lire 6.155.953,42 derivando il prezzo -medio di L. 109,97 astrazione fatta dalle per-dite di peso, del 6 per cento circa, che i prodotti subiscono nelle operazioni di trattamento e di cura nella giacenza presso le agenzie-, durante i-I periodo di tempo che intercede tra 11 ricevimento dai colti-vatori e la spedizione alle- manifatture dello Stato.
Le coltivazioni di cooperazione con lo Stato. — La cottura del tabacco è autorizzata sotto questa forma in via puramente transitoria e solo in quan-to debba servire di necessaria preparazione all'al-tra della concessione speciale- con impianto dì fat-torie autonome.
Nella campagna 1913 si ebbero 62 concessionari, cioè 7 in più che nella campagna precedente; ma la superficie coltivata diminuì di ettari 24, essendo stata solamente di ettari 126. •'
Le principali rio-tizie cine riflettono questa forma di concessione sono riportate qui appresso:
1912 1913
Esperimentatori . N. 56 62
Superficie colivata Ettari . » 150 126 filante poste in campo. . » 1.787,581 1.786.948 Foglie addebitate . . « 16,920.355 19.341.260 I tabacchi di questo raccolto furono consegnati nell'esercizio 1914-1915 in conveniente stato commer-ciate, mentre- nell'esercizio 1913-1914 furono concen-trati nei magazzini del Monopolio i tabacchi della campagna 1912 ed un residuo della campagna 1911 i quali vennero pagati in media L. 89,37 al quintale, di fronte al prezzo di L. 81,67 corrisposto nell'e-sercizio precedente.
Concessioni speciali (Fattorie autonome). — Con questa forma di concessione la coltivazione del ta-bacco viene autorizzata laddove ripetute provo ab-biano dato serio affidamento di ottenere buoni pro-dotti da fumo.
E' esercitata -da speciali istituti « Fattorie auto-nome » con ordinamento assai pratico- ed un assetto essenzialmente industriale talché non si limitano a coltivare tabacco, ma altresì a condizionarlo e consegnarlo -all'Amministrazione in listato di defi-nitiva pre-parazione commerciale.
Ee cure deli'Amministrazi-one volte ad incorag-giare -e facilitare il sorgere di tali imprese, nel co-mune .interesse, d'ell'agricoltura nazionale -e .del Mo-nopolio, sono coronate d a lusinghiero successo.
Infetti le concessioni .speciali nelle campagne del 1912 furono 84 e nel 1913-914 con un aumento di 7 su di una superficie -coltivata dli ettari 2.268 con un aumento di ettari 118 in confronto al 1912 .
Le piante poste a campo furono 82.756.780 con un anniento di n. 1.814.736 in confronto al 1912 e finalmente le foglie addebitate salirono a 1.405 mi-lioni 051.500 oon un aumento, come sopra di 212 milioni 562.147.
Il prodotto di queste coltivazioni ottenuto nella campagna del 1913 venne acquistato nell'anno 1914. — L'Amministrazione acquistò il raccolto 1912, cor-rispondendo -in media pei tabacchi scuri L. 97,78 al quintale e per le varietà levantine L. 174,41 in' con-fronto ali prezzi medi, rispettivamente di L, 95,69
e L. 185,59 fatti per i tabacchi acquistati nell'eser-cizio anteriore.
Nelle lultiima campagne la coltura del tabacco per l'.espartazione -è andata decrescendo sensibil-mente. Nel 1913 ha occupato soltanto -ettari 176 con piante 1.859.658 contro ettari 283 e piante 2.776.932 delia campagna precedente.
Però ha proseguito a verificarsi, sebbene con lie-ve regresso, il movimento di esportazione di par-tite di tabacchi scuri e levantini, coltivati per con-cessione speciale.
Oggi che la guerra europea ha dimostrato a tutti i -popoli civili quale è il valore della -foglia di tabac-co nei periodi dli crisi internazionali e di diffitabac-coltà dei trasporti, molti che hanno rinunziato a coltiva^ re tabacco per l'esportazione dovranno essersi pen-titi amaramente!...
Il guadagno dei coltivatori. — Quale sia il reddito netto -dei coltivatori di tabacco si desume da un quadro statistico assai minuzioso pubblicato nell'ul-ti,ma relazione pel raccolto 1913. Da questo quadlro risulta che per og-nii ettaro di terreno e per ciascu-na varietà -di tabacco i coltivatori ritirassero un reddito netto di ogni ritenuta quale risulta dal .seguente specchietto :
Tabacchi di seme indigeno » » » esotico :
tipo scuro » orientale » bright . Varietà miste
» per trinciati ordinari. » da fiuto . L. 768,74 L. k » L. 841,73 1.575,19 1 410,72 834,09 945,93 3.108,74 Fissando la media a mille l'ire l'ettaro e detraen-do tutte le spese di esercizio, tasse, ecc., sii può sem-pre calcolare .soipra un utile assoluto di aitile 600 lire per ettaro, ciò che significa il doppio di quanto può dare qualunque altra ipiù redditizia produzio-ne agricola.
Conclusione. — Bisogna coltivare e produrre più tabacco : come pel grano, come per tanti altri pro-dotti del suolo che siamo costretti a importare dal-l'estero, il giorno in cui ci decideremo a .produrne di più in casa nostra avremo tenuto in tesca parec-chie centinaia d'i milioni, che coll'andar degli anni diventano diecine di miliardi.
Il bollettino dei consumi
Una iniziativa del Ministero di agricoltura Il Ministro di Agricoltura, on. Raineri, ha avuto una nuova felice iniziativa atta a suscitare le ini-ziative individuali, a render sempre più intensa e fe-jconda l a collaborazione dei competenti e degli in-' teressati allin-'opera del Governo. Si tratta della pub-j blicazione di un Bollettino dei consumi che è desti-j nata ad avere una efficace integrazione nel servizio I temporaneo degli approvvigionamenti. Ma per
com-prenderne l'importanza vaie la pena di riprodurre U perspicuo programma che apre a mo' di prefazio-ne il primo numero :
« Una delle esigenze più sentite in questo momen-to per coloro ohe sono chiamati al compimomen-to di ideare e tradurre in atto provvidenze regolatrici in mate-ria di -approvvigionamento e di consumo, è la sicu-ra e completa nozione delle condizioni reali sulle quali cotiesta azione deve esplicarsi. Estremamente arduo è quel compito, ed occorre confessarlo, non esistono soluzioni perfette. Tuttavia esse saranno tanto meno inadeguate quanto meglio potranno ba-sarsi .sulla positiva conoscenza dei dati concreti sul-lo studio dei mercati, sul possesso delle notizie re-lative alla produzione, al commercio ed al consumo.
ad attenuare- legalmente d disagi derivanti dalla cri-si dei prezzi. La conoscenza dèlie -condizioni econo-miche locali, quando pure si possegga interamente, non vale in questi casi che assai limitatamente, poi-ché non si tratta di agire in un mercato chiuso. Per la naturale interdipendenza dei fenomeni economici j provvedimenti adotatti in una provincia non pos-sono avere ripercussione- essenziale nelle altre. Non esaminare per tanto un problema nella sua com-plessità integrale significa fare opera steri-Ile e peg-gio, dannosa.
„« Questo Bollettino vuole essere un informatore e per ciò stesso ufi aiuto ed una guida. Esso si propo-ne di raccogliere un materiale per quanto possibile abbondante, eli© costituisca il punto d'i partenza pe-r l'osservazione e lo studio dei problemi pratici del-l'approvvigionamento e dei consumi, notizie sud mer-cati nazionali ed esteri, statistiche dèi prezzi, dati sulla produzione, rassegna del commercio interno ed internazionale, inchieste sui consumi. Una simile pubhlicazione potrà riuscire di grande interesse spe-cialmente se si pensa allo scarso sviluppo che han-no avuto fihan-nora in Italia le statistiche dei prezzi.
« Naturalmente Le difficoltà che presentano le rac-colte di questo genere e sopratutto la necessità di e-segui-rle -colla maggi-or celerità convincono fin d'ora gli stessi compilatori ohe molte saranno le imperfe-zioni e le lacune. Tuttavia si ritiene preferibile sa-crificare entro certi limiti la precisione e la. comple-tezza all'attualità, senza la quale la pubblicazione -potrebbe riuscire di interesse teorico retrospettivo, ma verrebbe meno agli scopi pratici che si propone. Ad ogni modo il valore intrinseco dei dati o delie notizie e la sollecita rapidità della lo.ro pubblicazione dipenderanno essenzialmente dal buon volere delie persone & degli enti chiamati a collaborare in questa orpera, autorità pubbliche, camere di commercio, mu-nicipi, cattedre ambulanti di agricoltura, e chiun-que anche spontaneamente vorrà dare il suo contri-buto che sarà desideratissimo ed apprezzati ssimo.
((Ancora: l'azione -larga e complessa della quale il decreto 2 agosto 1916, n. 926, ha segnato le basi e le linee generali, si va svolgendo ogni giorno con provvedimenti del Governo e delle autorità provin-ciali e comunali che -costituiscono come una legisla-zione di carattere generale o particolare alle diverse provinc-ie, Ha quale deve essere tenuta presente nel suo insieme e nelle sue varietà e considerata nei suoi effetti. Offrire un quadro completo di tutte que-ste disposizioni, ecco un altro scop.o del Bollettino, scopo non soltanto di comodità materiale e di inte-resse -per il pubblico, sihbene di alta utilità pratica, perocché, come è accennato, specialmente in materia di prezzi non è agevole sempre procedere con criteri generali, cioè per atti dell'autorità centrale di uni-forme applicazione in tutto il1 Regno, ma conviene
decentrare le facoltà regolatrici lasciando alle auto-rità locali -di provvedere con criteri meglio appro-priati alle condizioni ed alle esigenze delle varie lo-calità.
(( Le singole provvidenze debbono tuttavia.- presen-tarsi come un trottò omogeneo ed armonico pure nelle sue diversità. Orbene, la conoscenza completa dei provvedimenti adottati per le diverse Provincie ser-virà a mettere in evidenza eventuali e pericolose difformità e sperequazioni, a provocare accordi fra le varie -autorità locali ed a suggerire le opportune soluzioni. Ma. questo bollettino non deve essere sol-tanto un'arida raccolta di dati e di decreti. Esso dovrà essere anche un campo di discussione e un mezzo di propaganda: nei limiti consentiti dalla possibilità materiale il bollettino cesserà di essere una pubblicazione uffici-ale od ufficiosa ed aprirà una parte delle sue colonne alle osservazioni ed ai suggerimenti e proposte che vengono da enti o da. privati, da chiunque cioè senta il bisogno di dare in questo momento la sua cooperazione all'opera del Governo.
(( Il Bollettino vuole essere un organo di vita e per-ciò si pronone di stare in intimo contatto con le for-ze operanti del paese. Vi sono questioni generali che conviene siano pubblicamente agitate. V'è quella fondamentale 'fra tutte dei limiti che deve avere l'a-zione dello Staio. Su qu-esto punto è ben necessario dire chiaramente e convincersi che i problemi degli approvvigionamenti non si possono risolvere soltan-to con i decreti di calmiere. L'esperienza dimostra
di quali e quante difficoltà sia irta questa materia anche a volerla contenere in giusti limiti. Allarga-re l'intervento dello Stato oltAllarga-re- misura saAllarga-rebbe un errore ed un pericolo, ma non è soltanto questione di possibilità pratica, -anzi peir quanto importante possa essere e sia tale -di fatto, è questo un lato re-lativamente secondàrio del problema. Chi invoca ogni giorno -seiruza ritegno- nuovi calmieri e requisi-zioni non si pone anzitutto la. domanda se estende-re l'azione 1 imitatrice delie- -autorità anche a generi che- non siano di consumo comune- e strettamente es-senziali, sia cosa utile e desiderabile.
(( Si penisi che il basso pre-zzo significa aumento del consumo. Porre- in questi termini il problema è risolverlo. Non dovrebbe sfuggire- ad alcuno- l'impor-tanza -essenziale- che ha pei- un paese in guerra la restrizione dei consumi. L'orilentainen-to che va pren-dendosi a questo proposito- in tutti i paesi compresa l'Inghilterra è olt-reiriodo sintomatico. Alla Cam-era d.ei Comuni mister Churchill moni esitava recente-mente a-d! invocare un ordinarnietno simile- a quello tedesco-, sostenendo la necessità -di ricorrere -al siste-ma delle carte alimentari e dei giorni in cui è vie-tato cibarsi di carne. Ormai no-n vi è ritegno- di dire e di pubblicare nel Regno Unito che se fin dal prin-cipio della guerra si fosse posto un freno agli spre-chi e si fossero disciplinati, gli acquisti le finanze dell'Inghilterra sarebbero più prospera e più grandi i mezzi per condurre la guerra co-n energia.
Questo problema è attuale anche in Italia che pare voglia discostarsi da quelle tradizioni dii So-brietà che so-no- state in ogni tempo e debbono esse-re -specialmente oggi la. sua forza. E' necessario, clbe anche in Italia siano limitati i consumi superflui: l'opera -delle autorità deve esserci in ciò aiutata ed integrata da quella, di tutti i cittadini. Quanto me-glio questa sarà spontanea e cosciente, maggiore sarà il suo valore morale. La generale e razionale contrazione di consumi deve essere- atto di volontà e di -disciplina nazionale. Noi raggiungeremo
quei-sto intento quando ognuno, a qualunque, classe ap-partenga, si sarà convinto che consumare- di meno vuol dire aumentare i risparmi, restringere le im-portazioni, attenuare l'asprezza del cambio e la cri-si dei noli, diminuire l'indebitamento all'estero ed accrescere in una parol-a la resistenza della nazione I
(( Se -in -questo argomento -come in altri non accen-nati questo Bollettino potrà portare un qualche con-tributo di persuasione più che colle parole colla rea-listica esposizione dei fatti, esso avrà conseguito il migliore suo scopo».
EFFETTI ECONOMICI DELLA GUERRA
L'influenza della g u e r r a nelle industrie tessili della
Germania. — Il Sindacato dell'industria tessile re-na-na-vesfali-ca comunica' nel suo rapporto amministra-tivo per l'annata Scorsa alcune cifre riferentisi al numero degli operai impiegati p-er questa industria, onde dimostrare le lacune verificatesi i-n causa della guerra.
Ecco -il nummo degli operai impiegati nel suin-dicato periodo : 1913 1314 1915 Munchen-Gladb. . 35.273 32.829 28.293 Munster . . 31.490 30.454 25.792 Barmen . 31.488 25.922 18.177 Aquisgrana . 24.048 22.797 19.817 Lennep . 12.372 11.910 10.317 Filberfeld . . 11,912 10.024 8.128 Dusseldorf. . 11.305 10.653 8.820 Totale. 157.888 141.659 119.424 Non bisogna ritenere chie la diminuzione nel nu-mero degli operai corrisponda ad una relativa re-strizione nella produzione dei tessuti, perchè sopra-tutto al principio del 1915 si è lavorato indefessa-mente non solo aumentando l'orario -giornaliero, ma sostituendo gli operai requisiti ai -servizi militari con ^lonne e ragazzi. Solo verso la fine -dell'annata scorsa si è dovuto restringere il lavoro per la sem-pre maggiore -scarsità della materia greggia.