I sistemi di fitodepurazione per il trattamento ed il riuso delle acque reflue enologiche
Prof. Giuseppe Luigi CIRELLI
Università di Catania - Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente (Di3A)
(giuseppe.cirelli@unict.it)
Webinar 17 maggio 2021
Attività finanziata dalla Regione Siciliana
Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana
Seminario
Interventi per una vitivinicoltura sostenibile
Industria enologica
Il settore enologico produce consistenti quantità di reflui caratterizzati da elevate concentrazioni di sostanza organica e da una notevole variabilità quantitativa nel corso dell’anno.
Le acque reflue enologiche, se non opportunamente trattate, possono determinare un significativo impatto ambientale sui corpi ricettori, o notevoli problemi gestionali ai depuratori se lo scarico avviene in fognatura.
L’interesse crescente delle aziende vitivinicole alle problematiche ambientali comporta la ricerca delle migliori soluzioni gestionali dei reflui attraverso la definizione di obiettivi concernenti gli aspetti legali, economici e di
«immagine»
Consumi idrici in cantina
Vinificazione in rosso Vinificazione in bianco
RICEVIMENTO UVA
PIGIATURA E DIRASPATURA
MACERAZIONE E FERMENTAZIONE
SVINATURA
FERMENTAZIONE MALOLATTICA
TRATTAMENTI
INVECCHIAMENTO
TORCHIATURA
RICEVIMENTO UVA
PIGIATURA E DIRASPATURA
CRIO-MACERAZIONE
SGRONDATURA
DEFECAZIONE
FERMENTAZIONE ALCOLICA
TRATTAMENTI PRESSATURA
INVECCHIAMENTO
Lavaggi
Lavaggi e raffreddamento Riscaldamento
IMBOTTIGLIAMENTO/CONFEZIONAMENTO PREPARAZIONE BLEND
INVECCHIAMENTO IN BARRIQUE
Consumo idrico
(L/hL di vino) Fonte
92-94 Sangiorgi et al., 1996 233 Fumi et al., 1995
43 Gasperi e Viglia, 1995 59-729 ANPA, 2001
Le varie fasi della vinificazione richiedono numerosi lavaggi
Volume dei reflui prodotti in cantina
Lo scarico dei reflui enologici risulta estremamente variabile sia da un punto di vista qualitativoche quantitativo.
La determinazione del volume delle acque prodotte in cantina non è agevole poiché le operazioni di cantina implicano consumi idrici estremamente variabili in relazione alla tecnologia adottata, alle dimensioni degli impianti di produzioni, ecc.
Generalmente, i consumi idrici per unità di uva lavorata risultano inversamente proporzionali alle dimensioni della cantina ed alla capacità lavorativa.
Sangiorgi e Balsari (1996) hanno stimato una produzione totale annua di reflui ripartibile per il 47% durante la vendemmia, il 22% durante la fase dei travasi ed il 31% durante l’imbottigliamento.
Principali caratteristiche qualitative dei reflui enologici (1)
La composizione chimica delle acque reflue rispecchia le sostanze contenute nell’uva (acini, raspi, semi, polpa) ed i prodotti residui dei vari processi di vinificazione, come lieviti, microrganismi, zuccheri, alcol etilico e metilico, formaldeide e butilaldeide, acetone, acido formico, acetico e tartarico, tartrati di potassio e calcio.
Inoltre, la qualità dello scarico è influenzata dalle sostanze impiegate nella lavorazione del vino come: carbone attivo, coadiuvanti di filtrazione, ferrocianuro di potassio, anidride solforosa e suoi sali, soluzioni alcaline, tensioattivi cationici.
Anche le caratteristiche chimico-fisiche dei reflui di cantina presentano un elevato grado di variabilità legate alla tipologia di vino prodotto ed alle modalità di lavorazione delle uve adottate.
Principali caratteristiche qualitative dei reflui enologici (2)
Il pH risulta tendenzialmente acido nelle acque provenienti dalle attività di lavorazione proprio per i processi di fermentazione mentre, al contrario, risulta significativamente alcalino nelle acque derivanti dal lavaggio di attrezzature e bottiglie.
Valori di pH variabili da 3,5 a 7,0
Alto contenuto di sostanze solide costituite da residui di foglie, bucce degli acini, semi e raspi, prodotti residui dei vari stadi di vinificazione, resti di sostanze che intervengono nella lavorazione del vino, soluzioni alcaline e tensioattivi impiegati nei lavaggi.
Valori di SST variabili da 12 a 7.300 mg/L
Principali caratteristiche qualitative dei reflui enologici (3)
Il COD durante la vendemmia raggiunge concentrazioni almeno 5 volte superiori a quelle registrate nel periodo primaverile ed estivo
BOD5 COD
BOD5/COD Fonte
(mg/L) (mg/L)
1.000-3.000 1.700-6.000 0,5-0,6 Farolfi, 1995
1.200-6.000 2.000-9.000 0,6-0,7 Fumi et al., 1995b
- 7.000-7.500 - Daffonchio et al., 1995
- 500-30.000 - Fumi et al., 1995a
Ridotto contenuto di nutrienti (N, P, K)
Presenza di molecole complesse (polifenoli, detergenti, disinfettanti).
Classificazione delle acque reflue
a) provenienti da imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno e/o alla silvicoltura;
b) provenienti da imprese dedite ad allevamento di bestiame che, per quanto riguarda gli effluenti di allevamento, praticano l'utilizzazione agronomica in conformità alla disciplina regionale stabilita sulla base dei criteri e delle norme tecniche generali di cui all'articolo 112, comma 2, e che dispongono di almeno un ettaro di terreno agricolo per ognuna delle quantità indicate nella Tabella 6 dell'Allegato 5 alla parte terza del presente decreto;
c) provenienti da imprese dedite alle attività di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attività di trasformazione o di valorizzazione della produzione agricola, inserita con carattere di normalità e complementarietà funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dall'attività di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo la disponibilità;
Acque reflue enologiche generalmente possono essere assimilate alle domestiche(Art. 101, comma 7, D.Lgs. 152/2006)
Reflui enologici (D.LGs 152/2006 e il DDG 17 gennaio 2007)
SCHEMA di trattamento e smaltimento più applicato Fossa biologica tipoImhoff, seguita da condotta di subirrigazione
ACQUE REFLUE
Utilizzazione agronomica delle acque enologiche (escluse alcune tipologie di aziende!!!) consentita per aziende che producono volumi di acque reflue non superiore a 4.000 m3/anno e quantitativi di azoto non superiori a 1.000 kg/anno. (All. 2 art. 2 comma r, DDG 17 gennaio 2007)
Dosi di applicazione non superiori ad 1/3 del fabbisogno irriguo ed in epoche di distribuzione finalizzate a massimizzare l’efficienza irrigua (art 16 del DDG 17 gennaio 2007)
Scarico
?
conforme al D.Lgs 152/2006
Principali problemi nel trattamento delle acque reflue delle attività agro-industriali
Notevole variabilità del carico idraulico (volume di acque reflue) e del carico organico (kg BOD5/giorno) giornaliero e stagionale
Assenza di operatori qualificati
Smaltimento dei fanghi di depurazione
Rischio di lunghi periodi di fuori esercizio per guasti delle apparecchiature elettromeccaniche
Esigenza di tecnologie a basso costo di esercizio e manutenzione e a basso impatto ambientale (consumi energetici, emissione di CO2, ecc..)
Le soluzioni impiantistiche «intensive» adottate non sono idonee:
Modesta elasticità di esercizio
Elevati consumi energetici (elevata emissione di CO2)
Produzione di fanghi con costi di smaltimento elevati (fino a 80- 100 euro/m3)
Fitodepurazione
Substrato
Vegetazione
Microrganismi
effluente Refluo
•Abiotica
•Biotica
FITODEPURAZIONE
Sistema a flusso sommerso orizzontale (SFS-h)
Classificazione dei sistemi di
fitodepurazione: regime idraulico
Sistema a flusso sommerso verticale (SFS-v)
Sistema a flusso superficiale (FWS)
Flusso superficiale
Flusso subsuperficiale
Tipologia di piante generalmente utilizzate: macrofite
Papiro
(Cyperus papyrus)
Cannuccia di palude
(Phragmites australis)
Mazza di tamburo
(Typha latifolia)
Sistema a flusso superficiale (FWS)
Bacini di forma allungata e bassa profondità
Utilizzati prevalentemente come trattamento terziario
Prestazioni significativamente variabili con le stagioni (poco applicabile in climi rigidi)
Problemi di impatto ambientale
Superficie occupata (oltre 3-4 m2/AE per un trattamento terziario)
Pochi esempi di applicazione in Europa e in Italia
Sistemi a flusso superficiale
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Superficie complessiva bacini 8.400 m
2Francia
impianti di fitodepurazione “in cascata” su terrazzamenti
Sistemi a flusso sub-superficiale orizzontale (H-SSF)
bacini impermeabilizzati di forma rettangolare allungata e altezza intorno a 60 cm
riempimento in materiale ghiaioso o misto ghiaioso-sabbioso
il liquame viene fatto fluire orizzontalmente in continuo attraverso il terreno in cui sono radicate le macrofite (prevalentemente Phragmites sp.)
funzionamento in condizioni di terreno saturo, ma con il livello idrico non affiorante
Semplicità ed economia gestionale
Assenza di acqua libera (sviluppo di insetti modesto)
Superficie occupata: 4-5 m2/AE (trattamenti secondari) e 1-2 m2/AE (trattamenti terziari)
Molto efficace nella rimozione di sostanza organica e SST, meno per la rimozione dei nutrienti
Interessanti prestazioni nella riduzione della carica batterica
Molto utilizzato in Europa, numerose applicazioni anche in Italia
(fonte IRIDRA)
Sistema a flusso subsuperficiale orizzontale - HSSF
Agriturismo Valle dei Margi
200 AE (circa 30 m3/giorno)
Progetto realizzato dal Prof. Marco Navarra e dal prof. Giuseppe Luigi Cirelli
Sistemi a flusso sub-superficiale verticale (V-SSF)
bacini impermeabilizzati di forma rettangolare e altezza variabile da 40 a oltre 80 cm
riempimento in materiale ghiaioso e sabbioso, a volte con stratificazioni a granulometria variabile
il liquame viene fatto fluire verticalmente attraverso il terreno in cui sono radicate le macrofite (prevalentemente Phragmites)
funzionamento con cicli di riempimento-svuotamento in modo da migliorare al massimo l’aerazione del terreno
usati efficacemente come trattamento secondario o terziario
Presentano rendimenti migliori rispetto al flusso orizzontale (riduzione fino al 50%
delle superfici a parità di rendimento)
Sono in grado di nitrificare efficacemente, e spesso utilizzato a questo scopo in accoppiamento ai sistemi orizzontali
Distribuzione omogenea del liquame su tutta la superficie costituisce un problema idraulico di non facile soluzione
Sistema a flusso sub-superficiale verticale (IKEA, Catania)
IKEA Store - Catania
Impianto IKEA store di Catania
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INTERESSE APPLICATIVO DEI SISTEMI NATURALI
Relativa facilità di realizzazione anche da imprese locali
Assenza (quasi sempre) di apparecchiature elettro-meccaniche
Ottima capacità “tampone” per assorbire le punte di carico idraulico ed organico
Affidabilità nel rendimento ed elevata efficienza nella rimozione di alcuni inquinanti
Produzione di fanghi molto modesta (o assente)
Semplicità ed economicità di gestione e manutenzione
Buon inserimento ambientale
Il caso studio del progetto ViENERGY (Vigna Energetica) : la cantina Marabino
L’azienda agricola Marabino è localizzata nella Val di Noto nella zona sud orientale della Sicilia nel comprensorio Eloro DOC
& Noto DOC
La tenuta dell’azienda si estende per 30 ettari di cui 26 circa in produzione reimpiantati con i vitigni autoctoni della zona, Nero d’Avola e Moscato Bianco, e differenti cloni di Chardonnay
La produzione annuale di vini è pari a circa120.000-150.000 bottiglie
https://youtu.be/M0q3xh3CCa0
La cantina Marabino: progettazione dell’impianto di fitodepurazione
Griglia
Letto di fitodepurazione a flusso sub-superficiale
verticale
Letto di fitodepurazione a flusso sub-superficiale
orizzontale
Vasca di fitodepurazione a flusso superficiale Vasca
Imhoff
Vasca di equalizzazione
Rapporto reflui di produzione/vino prodotto pari a circa 4,5/1 Volume di reflui trattati pari a circa 3 m3/giorno
V-SSF H-SSF FWS
Subirrigazione
Irrigazione area a verde
Area realizzazione dell’impianto di fitodepurazione
Impianto dimostrativo di fitodepurazione
Vasca di equalizzazione Pozzetto di
grigliatura Vasca
Imhoff
V-SSF (≈ 140 m2) H-SSF (≈ 60 m2)
FWS (≈ 30 m2)
La cantina Marabino: impianto dimostrativo di fitodepurazione
Impianto di fitodepurazione: trattamenti preliminari e primari
Pozzetto di grigliatura
Vasca Imhoff
Cestello di grigliatura
Vasca Imhoff
subirrigazione Uscita FWS Vasca Imhoff
Vasca di equalizzazione
Vasca di equalizzazione
Pompa sommersa
Temporizzatore
Vasca a flusso sub-superficiale verticale (V-SSF): fasi di realizzazione (1)
Tubazioni di drenaggio
Fori Ø 20 mm
Tubi di aerazione
Vasca a flusso sub-superficiale verticale (V-SSF): fasi di realizzazione (2)
Rizomi di Phragmites australis Messa a dimora di
rizomi di
Phragmites australis (4 rizomi/m2) Stratigrafia letto V-SSF
Tubazione di uscita con tappi a vite Fori Ø 8 mm
Mattonella 20 x 20 cm
Tubazione di distribuzione
Terreno naturale Inerbimento naturale
Vasca a flusso sub-superficiale verticale (V-SSF): fasi di realizzazione (3)
Tubazione di distribuzione
Rete in polietilene +
Rete in biojuta
Vasca a flusso sub-superficiale orizzontale (H-SSF): fasi di realizzazione (1)
Tubazione di distribuzione Tappi a vite
Fori Ø 20 mm
Pasta bentonitica
Tubazione di drenaggio
Fori Ø 20 mm
Vasca a flusso sub-superficiale orizzontale (H-SSF): fasi di realizzazione (2)
Cyperus papyrus (≈ 8 piante/m2)
Canna indica (≈ 8 piante/m2) Pietrame
lavico
Ghiaia 8-10 mm
Tubazione di uscita
Cyperus papyrus e Canna indica
Vasca a flusso superficiale (FWS): fasi di realizzazione (1)
Pietrame lavico
Iris pseudacorus (≈ 10 piante/m2)
Scirpus lacustris
Vasca a flusso superficiale (FWS): fasi di realizzazione (2)
Pozzetto di uscita Pompa
Contatore volumetrico Tubazione di
uscita
Nymphaea alba
Tubazione di ingresso
Area a verde
Punica granatum;
Gaura spp.;
Phyllirea spp.;
Pistacia lentiscus;
Nerium oleander;
Convolvulus spp.;
Rosmarinum spp.;
Teucrium spp.;
Laurus nobilis;
Ficus carica;
Lavandula angustifolia.
Specie vegetali impiantate:
Attività sperimentale: metodologia
V-SSF H-SSF FWS
1 2 3 4 5
• Frequenza di campionamento:
• Punti di campionamento:
1. Ingresso grigliatura;
2. Ingresso V-SSF;
3. Ingresso H-SSF;
4. Ingresso FWS;
5. Uscita FWS.
• Parametri chimico-fisici rilevati:
pH, C.E., SST, BOD5, COD, N-NH4, N-NO2, N-NO3, N-Norg, N-Ntot, P-PO4 mensile
Attività sperimentale: campionamenti delle acque reflue
AGOSTO (vendemmia)
OTTOBRE (acque di lavaggio tini e botti)
Ingresso
grigliatura Ingresso
V-SSF Ingresso
H-SSF Ingresso
FWS Uscita FWS
Ingresso
grigliatura Ingresso
V-SSF Ingresso
H-SSF Ingresso
FWS Uscita
FWS Ingresso
grigliatura Ingresso
V-SSF Ingresso
H-SSF Ingresso
FWS Uscita FWS
SETTEMBRE (vendemmia)
404
203 207
10 9 16
0 50 100 150 200 250 300 350 400 450
SST BOD5 COD
Concentrazioni medie (mg/L)
Ingresso grigliatura Ingresso V-SSF Ingresso H-SSF Ingresso FWS Uscita FWS
Attività sperimentale: risultati (2)
Le concentrazioni di SST in INGRESSO
all’impianto di trattamento sono risultate variabili tra 13 e 960 mg/L
Le concentrazioni di COD in INGRESSO all’impianto di trattamento sono risultate variabili tra
7 e 1700 mg/L
Le concentrazioni di SST in USCITA
all’impianto di trattamento sono risultate variabili tra 2 e 40 mg/L
Le concentrazioni di COD in USCITA
all’impianto di trattamento sono risultate variabili tra 3 e 50 mg/L
Si evidenzia un abbattimento dei SST e della sostanza organica già
dal primo stadio di trattamento
Risultati: limiti di legge
40 WW Italian law
limits to discharge in surface water
bodies*
(mg/L)
% samples under discharge
limits
WW Italian law limits for
agricultural reuse (mg/L)
% samples under reuse
limits
TSS 80 10
Inlet VF 81 19
Outlet VF 94 56
Outlet HF 100 69
Outlet FW 100 81
BOD5 40 20
Inlet VF 50 31
Outlet VF 69 56
Outlet HF 94 88
Outlet FW 100 100
COD 160 100
Inlet VF 63 63
Outlet VF 88 81
Outlet HF 94 94
Outlet FW 100 100
NH4-N 15 2
Inlet VF 94 69
Outlet VF 100 81
Outlet HF 100 100
Outlet FW 100 100
* for industrial wastewater
A further reduction of the TSS and, therefore, the complete match to law limits could be achieved by adopting, in the terminal sub-surface section of FW, a gravel material with a diameter less than of 80-100 mm to increase the filtering surface.
The FW system has
proved to be
indispensable to meet the legal requirements for organic matter
The NH4-N concentrations were below the law limits already in VF and HF effluents
https://doi.org/10.3390/w12051260
41Marabino winery
«Tecniche innovative e sostenibili nel trattamento e recupero degli scarti e dei reflui della filiera vitivinicola – VITINNOVA»
PSR Sicilia 2014-2020, Sottomisura 16.2
Società Agricola
“Santa Tresa s.r.l.”
Società Agricola
“Feudi del Pisciotto s.r.l.”
Azienda Agricola
“Paolo Calì”
Azienda Agricola
“Poggio di Bortolone”
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Giuseppe Luigi Cirelli giuseppe.cirelli@unict.it
Attività finanziata dalla Regione Siciliana
Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana