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I La fisica dei sistemi elettrochimici

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Academic year: 2021

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Analisi chimica strumentale

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BOX 2.4 La fisica dei sistemi elettrochimici

Il comportamento dei sistemi elettrochimici è governato dalle forze che agiscono sulle cariche elettriche presen- ti: ogni ione libero segue una determinata traiettoria nella soluzione, attratto da una forza elettrica proporzionale alla sua carica.

La forza elettrica (F) agente su una carica (q) posta in un punto P è un vettore, cioè una grandezza definita da una direzione, un verso e una intensità. Tuttavia, se nel punto P si pone una carica opposta (–q), la forza elettrica agente (–F) ha verso opposto. Occorre quindi definire una grandezza fisica il cui valore esprima le caratteristiche elet- triche del punto P indipendentemente dalla carica posta in quel punto. Si introduce perciò il campo elettrico (E), definito come rapporto tra la forza agente su una carica elettrica posta in un punto e la carica stessa:

E = F / q

Il campo elettrico, quindi, è una grandezza vettoriale. Ogni carica elettrica o insieme di cariche è una sorgente di cam- po elettrico perché provoca delle forze elettriche su altre cariche poste nello spazio circostante. Per esempio, una singola carica puntiforme (q) genera un campo elettrico la cui intensità, in ogni punto dello spazio, è inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla carica. Inve- ce un dipolo di cariche (q e –q) poste a distanza d genera, a distanze grandi rispetto a d, un campo elettrico la cui in- tensità è inversamente proporzionale al cubo della distanza dal centro del dipolo.

Le interazioni elettriche fra dipoli sono alla base delle caratteristiche chimico fisiche dell’acqua. Infatti il compor- tamento di una molecola d’acqua può essere descritto, in prima approssimazione, come quello di un dipolo elettrico immerso nel campo generato da un numero estremamente elevato di dipoli elettrici (le altre molecole di acqua).

Mentre una carica elettrica è in movimento dal punto A al punto B all’interno di un campo elettrico, la forza elet- trica agente su di essa compie (come ogni forza) un lavoro lungo la traiettoria, uguale al prodotto scalare tra forza e spostamento. È possibile dimostrare che il lavoro compiu- to in un campo elettrico costante nel tempo, detto perciò

campo elettrostatico, non dipende dal percorso scelto, ma solo dal punto iniziale e dal punto finale della traiettoria.

Questa caratteristica dal campo elettrico permette di de- finire il lavoro elettrico (Le) su una carica o un sistema di cariche come la variazione dell’energia potenziale elettro- statica (Ue) associata al sistema nei due punti A e B:

Le = Ue (A) – Ue (B) = –DUe

Un’equazione analoga vale per altre forze conservative, come la forza gravitazionale, il cui lavoro è uguale alla va- riazione di energia potenziale gravitazionale. In presenza di sole forze conservative, l’energia totale del sistema (ci- netica più potenziale) rimane costante.

In analogia con il concetto di campo elettrostatico, si definisce il potenziale elettrostatico (Ve), il rapporto fra l’energia potenziale elettrostatica in un punto P e la carica posta in quel punto:

Ve = Ue / q

Per convenzione, considerando che l’intensità del campo tende a zero a distanze infinitamente crescenti, si assume che il potenziale elettrostatico a distanza infinita sia nullo.

Di conseguenza, il potenziale di un punto P può essere de- finito come il lavoro per muovere una carica elettrica positi- va unitaria dall’infinito fino a P.

In base a queste definizioni, l’unità di misura del cam- po è newton/coulomb (N/C), mentre quella del potenziale è joule/coulomb (J/C), cui è stato dato il nome di volt (V).

Si può realizzare un semplice sistema elettrochimico immergendo una sbarretta di rame in una soluzione estre- mamente diluita di CuSO4. Gli atomi di rame della sbarret- ta tendono a lasciare il metallo come ioni Cu2+ per raggiun- gere uno stato di minima energia potenziale elettrostatica in soluzione.

Durante questo processo, la sbarretta assume una ca- rica negativa e la soluzione una carica positiva. All’equili- brio, il doppio strato di cariche positive e negative che si è formato intorno alla superficie della sbarretta è caratteriz- zato da un determinato valore di differenza di potenziale.

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