Istologia 11 – Epitelio ghiandolare endocrino 1
Istologia 11 – Epitelio ghiandolare endocrino
Le ghiandole endocrine sono prive di dotti escretori e riversano il loro prodotto (ormone) nel sangue o nel liquido interstiziale.
Si classificano in base a:
Disposizione delle cellule
A cordoni solidi, in cui le cellule sono disposte a mutuo contatto tra loro, a formare delle vere e proprie corde. Le giunzioni predominanti solo le gap junction e ogni cordone è avvolto da tessuto connettivo formato perlopiù da fibre reticolari, in cui passano capillari fenestrati.
I cordoni solidi possono disporsi in maniera diversa tra loro. Si parla di:
Fasci, nel caso in cui i cordoni siano paralleli tra di loro (zona fascicolata del surrene)
Glomeruli e nidi, se i cordoni sono variamente intrecciati fra di loro (zona glomerulare del surrene)
Isole, se formano un aggregato in un tessuto con colorazione più o meno intensa (isole di Langherans del pancreas).
Interstiziali, se le cellule endocrine si trovano nello stroma (interstizio) di un organo pieno.
Esempi sono le cellule di Leydig del testicolo e le cellule parafollicolari della tiroide e delle ovaie.
Follicolari, in cui le cellule endocrine si dispongono a formare un alveolo simile, per struttura, all’alveolo esocrino. L’unico esempio è dato dai follicoli tiroidei
Localizzazione delle cellule bersaglio
A secrezione endocrina, in cui gli ormoni prodotti viaggiano nel circolo
sanguigno per
raggiungere le cellule bersaglio che, di solito sono situate a grande distanza dalla sede di secrezione.
A secrezione paracrina, in cui gli ormoni vengono riversati nel fluido interstiziale. Di qui gli
ormoni vanno in parte nei capillari sanguigni ed in parte interagiscono con le cellule bersaglio disposte nella sede di secrezione.
A secrezione autocrina, in cui la stessa cellula endocrina è bersaglio dell’ormone che secerne. Questo meccanismo viene utilizzato come feed-back negativo
1.
Tipo di ormone prodotto
A secrezione peptidica, in cui gli ormoni prodotti sono costituiti da proteine e/o glicoproteine.
Le cellule endocrine a secrezione peptidica sono simili alle cellule esocrine a secrezione sierose. Ci sono tuttavia delle differenze:
1Il feedback negativo è un meccanismo attraverso una cellula viene inibita nel produrre una sostanza. Nel caso della secrezione autocrina, la cellula stessa secerne una sostanza che, legatasi sulla membrana, inibisce la cellula nella sua produzione. In questo modo, la cellula può “autocontrollarsi” e regolare finemente la quantità di ormone prodotto.
Istologia 11 – Epitelio ghiandolare endocrino 2
Le cellule endocrine sono più chiare e più piccole delle esocrine. Questo perché devono produrre meno sostanze in un unità di tempo e hanno quindi un apparato proteosintetico meno sviluppato delle cellule esocrine.
Le cellule endocrine non sono polari, fatta eccezione per le cellule follicolari della tiroide.
Le cellule endocrine hanno delle vescicole di secrezione più piccole.
Per quanto riguarda la modalità con cui gli ormoni peptidici agiscono sulla cellula bersaglio, questi, non essendo liposolubili, non riescono ad attraversare la membrana cellulare. Le cellule bersaglio infatti presentano sulla membrana citoplasmatica dei recettori che legano l’ormone e trasducono il segnale, determinando modifiche a livello genico.
A secrezione catecolaminica, tipica di cellule in grado di rispondere a richieste repentine di ormoni. Questa capacità è data dall’alta quantità di molecole di ormone presente nei granuli.
I granuli contengono:
L’ormone, in forma inattiva, legato ad un carrier
2di membrana e a delle molecole dette neurofisine. Le neurofisine sono indispensabili perché inducono la precipitazione dell’ormone all’interno del granulo. In questo modo, la concentrazione di ormone nel granulo si abbassa. In questo modo viene evitato l’effetto osmotico, che tenderebbe a far entrare acqua nella vescicola, rompendola.
Enzimi, che modificano in vario modo l’ormone.
Un esempio di cellule a secrezione catecolaminica sono le cellule cromaffini del surrene, che contegono granuli di epinefrina (o adrenalina) o granuli di norepinefrina (o noradrenalina).
A secrezione steroidea, in cui gli ormoni prodotti sono delle molecole derivate dal colesterolo.
La sintesi a partire dal colesterolo può avvenire in diversi modi, a seconda che il colesterolo sia importato dall’esterno (introdotto con la dieta) o prodotto dall’organismo.
Il colesterolo proveniente dall’esterno viaggia nel sangue sotto forma di LDL (Low Density Lipoprotein
3). Le LDL, arrivate a livello delle cellule a secrezione steroidea, vengono endocitate. All’interno della cellula, la parte proteica viene degradata ed il colesterolo libero viene utilizzato per sintetizzare gli ormoni.
Gli ormoni steroidei viaggiano nel sangue unitamente ai carrier
2.
Le cellule a secrezione steroidea hanno un REL molto sviluppato e hanno dei mitocondri di forma tubulare o vescicolare.
Gli ormoni steroidei, essendo lipofili, riescono ad attraversare la membrana cellulare e ad agire direttamente a livello nucleare (senza il bisogno di legarsi a recettori di membrana).
Distribuzione:
Sistema endocrino diffuso (SED), composto da cellule endocrine disperse in un epitelio di rivestimento, in un epitelio ghiandolare esocrino o in una ghiandola endocrina propriamente detta.
Sono più chiare rispetto alle cellule di un epitelio. Se sono a secrezione proteica, producono una proteina acida che si chiama cromogranina che rende i granuli di secreto argentoaffini
4.
2 I carrier sono delle molecole che bloccano l’ormone e lo liberano solo al momento della richiesta da parte dell’organismo. Con il termine carrier, o, più precisamente, con proteina di trasporto, si indica una molecola idrofila (solitamente una proteina) che si lega ad una molecola idrofoba, consentendole di circolare in un mezzo idrofilo (come il sangue).
3 Le lipoproteine a bassa densità sono delle molecole formate da colesterolo unito ad una componente proteica (apoproteina) che gli consente di viaggiare nel sangue. Sono conosciute anche come “colesterolo cattivo”, in opposizione alle HDL (High Density Lipoproteins).
4 L’argentoaffinità è la capacità di alcune cellule di legare sostanze a base di argento. L’argentoaffinità è alla base di alcune colorazioni specifiche per le cellule del SED.