• Non ci sono risultati.

PUBLIC AD 21/16 CONF-RS 6/16 1 LIMITE IT. Bruxelles, 8 luglio 2016 (OR. en) CONFERENZA DI ADESIONE ALL'UNIONE EUROPEA SERBIA AD 21/16 LIMITE CONF-RS 6

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "PUBLIC AD 21/16 CONF-RS 6/16 1 LIMITE IT. Bruxelles, 8 luglio 2016 (OR. en) CONFERENZA DI ADESIONE ALL'UNIONE EUROPEA SERBIA AD 21/16 LIMITE CONF-RS 6"

Copied!
32
0
0

Testo completo

(1)

CONFERENZA DI ADESIONE ALL'UNIONE EUROPEA

– SERBIA –

Bruxelles, 8 luglio 2016 (OR. en)

AD 21/16 LIMITE CONF-RS 6

DOCUMENTO DI ADESIONE

Oggetto: POSIZIONE COMUNE DELL'UNIONE EUROPEA Capitolo 24: Giustizia, libertà e sicurezza

PUBLIC

(2)

POSIZIONE COMUNE DELL'UNIONE EUROPEA Capitolo 24: Giustizia, libertà e sicurezza

Questa posizione dell'Unione europea si basa sulla posizione generale da essa manifestata per la conferenza di adesione con la Serbia (CONF-RS 1/14) ed è soggetta ai principi di negoziato ivi approvati, segnatamente:

la posizione espressa dalla Serbia o dall'UE su un capitolo specifico dei negoziati non pregiudica in alcun modo la posizione che può essere adottata su altri capitoli,

gli accordi, compresi gli accordi parziali, raggiunti nel corso dei negoziati su capitoli specifici non possono essere considerati definitivi fino alla conclusione di un accordo globale su tutti i capitoli, e ai requisiti di cui ai punti 23, 24, 28, 42, 43, 44 e 48 del quadro di negoziazione.

L'UE incoraggia la Serbia a proseguire il processo di allineamento all'acquis e la sua effettiva attuazione e applicazione, nonché, in generale, a sviluppare già prima dell'adesione politiche e strumenti il più possibile simili a quelli dell'Unione europea.

L'UE rileva che la Serbia, nell'esposizione della sua posizione di negoziato (CONF-RS 3/16), accetta l'acquis per il capitolo 24 in vigore al 1º gennaio 2016 e che sarà in grado di attuarlo entro la data di adesione all'Unione europea.

(3)

1. Migrazione

L'UE prende atto delle informazioni sul quadro giuridico in vigore e in particolare la legge sugli stranieri, la legge sulla protezione delle frontiere nazionali, la legge sulla gestione della migrazione, la legge sull'occupazione degli stranieri, la legge sulla ratifica dell'accordo firmato tra la Repubblica di Serbia e la Comunità europea sulla riammissione delle persone in posizione irregolare e il codice penale. Rileva inoltre che la Serbia sta attuando una strategia per la gestione della migrazione e una strategia per il reinserimento dei rimpatriati nell'ambito dell'accordo di riammissione unitamente ai piani d'azione correlati.

L'UE prende inoltre atto dell'impegno della Serbia a modificare nel 2016 la legge sugli stranieri e il codice penale e nel 2018 la legge sull'occupazione degli stranieri, garantendo un ulteriore

allineamento all'acquis pertinente, e a completare l'allineamento due anni prima dell'adesione.

Osserva altresì che la Serbia effettuerà una valutazione della capacità amministrativa, delle esigenze in materia di formazione, delle attrezzature e dell'infrastruttura e varerà le misure necessarie per garantire la prontezza della Serbia ad applicare correttamente l'acquis nel settore della migrazione legale e irregolare. L'UE sottolinea quanto sia importante che la Serbia prosegua gli sforzi volti ad allineare la sua legislazione ai requisiti dell'UE e a rafforzare la sua capacità istituzionale per garantire la piena ed efficace attuazione e applicazione dell'acquis nel settore della migrazione legale e irregolare.

L'UE invita la Serbia a intensificare gli sforzi volti a intercettare migranti irregolari e a smantellare e perseguire in modo efficace le reti criminali dedite al traffico di persone.

L'UE constata che la Serbia dispone di 144 + 8 posti (per madri con figli) per alloggiare migranti irregolari intercettati. Incoraggia la Serbia ad aumentare gli sforzi intesi a garantire un'adeguata capacità di alloggio nei suoi centri, con particolare riguardo ai minori e ai gruppi vulnerabili. L'UE invita la Serbia a monitorare costantemente l'adeguatezza della capacità di alloggio e a instaurare e sviluppare meccanismi che siano in grado di far fronte a improvvisi aumenti. L'UE ricorda la necessità di assicurare i mezzi finanziari necessari per la copertura delle spese di funzionamento e di manutenzione delle strutture di alloggio. Parimenti, per operare in tali strutture e più in generale per attuare tutti gli aspetti della politica di migrazione della Serbia, è necessario personale

sufficiente e opportunamente formato.

(4)

L'UE sottolinea la necessità di istituire un solido meccanismo per il rimpatrio conforme ai requisiti dell'UE ben prima dell'adesione, sulla base di una rete di accordi di riammissione o di altre intese, sia con i paesi vicini della Serbia che con i paesi di origine e di transito. L'UE constata gli accordi in vigore per il rimpatrio di persone in Kosovo* e invita la Serbia a continuare a garantire la regolare attuazione degli stessi. L'UE invita inoltre la Serbia a continuare ad applicare l'accordo di

riammissione dell'UE.

L'UE rileva che, attraverso i meccanismi di controllo elaborati in seguito alla liberalizzazione dei visti, la situazione relativa alle domande infondate di asilo nell'UE è monitorata, e invita la Serbia, alla luce dei risultati più recenti di tali meccanismi, a continuare ad adottare misure intese a

prevenire le domande di asilo infondate da parte dei suoi cittadini negli Stati membri dell'UE, a valutarne regolarmente le conseguenze, anche in termini di inclusione socioeconomica, e ad adattarle se del caso.

2. Asilo

L'UE prende atto delle informazioni sul quadro giuridico in vigore e in particolare la legge sull'asilo, la legge sulle procedure amministrative generali, la legge sugli stranieri e la legge sulle controversie amministrative. L'UE prende atto delle informazioni concernenti le modifiche previste alla legge sull'asilo, nonché dell'analisi delle lacune prevista prima dell'adozione della nuova legge.

L'UE rileva che sono necessari ulteriori sforzi sostanziali per allineare la legislazione all'acquis dell'UE e invita la Serbia a seguire da vicino l'attuazione della nuova legge e a proseguire gli sforzi per garantirne l'allineamento, l'attuazione e l'applicazione integrali alla data di adesione.

L'UE ritiene che la Serbia sia un partner fondamentale per trovare una soluzione sostenibile per una gestione ordinata dei flussi di sfollati che transitano attraverso la regione dei Balcani. L'UE rileva che 579.518 persone sono state registrate nel 2015 mentre transitavano per la Serbia e che 586 persone hanno richiesto effettivamente l'asilo, la maggioranza delle quali, secondo la Serbia, lascia probabilmente il paese nel corso della procedura. Constata inoltre che nel 2015 a 16 persone è stato effettivamente concesso lo status di rifugiato e 14 persone hanno ricevuto protezione sussidiaria.

(5)

L'UE rileva che la Serbia ha messo a punto misure di emergenza per affrontare gli afflussi di sfollati, e incoraggia il paese ad adottare celermente su tale base una strategia globale di allarme rapido, di preparazione e di gestione delle crisi.

L'UE prende atto del fatto che la Serbia aumenterà la sua attuale capacità di 810 posti aggiungendo 300 posti permanenti e che il piano di emergenza della Serbia consente al paese di espandere la sua attuale capacità del 50-300% in caso di afflussi massicci e a seconda delle esigenze. L'UE prende inoltre atto dello sforzo immediato della Serbia volto a fornire alloggio a un maggior numero di persone bisognose di protezione internazionale per tutto l'inverno 2015-2016 fornendo 6000 posti aggiuntivi. L'UE invita la Serbia a monitorare continuamente le esigenze in materia di alloggio e ad adattare la sua infrastruttura di conseguenza, in termini sia di posti disponibili che di durata del soggiorno. Incoraggia ulteriormente la Serbia a garantire standard appropriati di alloggio e a prestare particolare attenzione alle esigenze delle persone vulnerabili.

L'UE incoraggia la Serbia a dare priorità all'istituzione di un sistema di asilo funzionante in linea con l'acquis dell'UE, con particolare attenzione al principio di non refoulement, all'accesso effettivo alle procedure di asilo, alla percezione di prestazioni, ai tempi di trattamento delle domande di asilo, alla qualità delle decisioni adottate, alle circostanze nelle quali i beneficiari di protezione

internazionale (comprese le categorie vulnerabili) riconosciuti dalla Serbia sono alloggiati e alla prevenzione dei movimenti secondari dei richiedenti asilo e dei beneficiari di protezione

internazionale. L'UE sottolinea l'importanza di adottare le misure necessarie per evitare che i richiedenti asilo diventino vittime dei trafficanti di esseri umani. L'UE invita inoltre la Serbia a vigilare attentamente sull'allontanamento dal suo territorio di persone che hanno ricevuto una risposta negativa definitiva alla loro domanda di asilo e non hanno la possibilità di soggiornare legalmente in Serbia per motivi diversi dalla normativa in materia di asilo.

L'UE prende atto dell'istituzione dell'ufficio per l'asilo quale primo organo di riferimento

permanente e della commissione per l'asilo quale secondo organo di riferimento indipendente. L'UE invita la Serbia a potenziare la sua capacità, garantendo anche quella in materia di traduzione e di interpretazione. L'UE rileva inoltre che il bilancio del Commissariato per i rifugiati sarà aumentato e che le esigenze finanziarie dell'intero sistema di asilo saranno rivalutate e adattate laddove necessario. L'UE ricorda la necessità di rafforzare inoltre le altre autorità amministrative (ad es.

polizia e polizia di frontiera) e giudiziarie pertinenti, nonché meccanismi di cooperazione tra tutti gli organi coinvolti.

(6)

L'UE invita la Serbia ad avviare in tempo utile i preparativi per l'applicazione del sistema EURODAC e del regolamento di Dublino e per aderire alla rete "DubliNet" sin dal momento dell'adesione. Al riguardo, l'UE prende atto che la Serbia prevede di effettuare un'analisi di tutti i requisiti necessari per l'attuazione dei regolamenti EURODAC e Dublino. L'UE rileva l'impegno della Serbia a istituire, un anno prima dell'adesione, le strutture richieste per cooperare con l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo. L'UE sottolinea la necessità per la Serbia di avviare in tempo utile i preparativi per l'attuazione di tutti gli aspetti della politica di asilo dell'UE sin dal momento

dell'adesione. Mette in evidenza che le misure di cui sopra richiederanno sforzi sostanziali in termini di risorse umane e attrezzature supplementari e di formazione.

3. Politica in materia di visti

L'UE prende atto delle informazioni sul quadro giuridico in vigore e in particolare la legge sugli stranieri, la legge sui documenti di viaggio e le norme in materia di visti. Rileva che la Serbia adotterà entro la fine del 2016 una nuova legge sugli stranieri e alla fine del 2017 una nuova legge in materia di affari esteri, nonché atti pertinenti relativi ai visti per assicurare conformità con il codice UE dei visti. Prende inoltre atto dell'intenzione della Serbia di adottare alla fine del 2017 un piano di armonizzazione del regime dei visti al fine di allineare il suo quadro giuridico e la sua politica in materia di visti alla politica dell'UE in materia di visti, almeno sei mesi prima

dell'adesione. L'UE prende atto del fatto che i cittadini di 13 paesi inseriti nel cosiddetto "elenco negativo dell'UE" (regolamento (CE) n. 539/2001) sono esenti dall'obbligo del visto per viaggiare in Serbia e invita la Serbia ad allineare, ben prima dell'adesione, i suoi elenchi positivi e negativi agli elenchi dell'UE.

L'UE rileva che la Serbia intende effettuare un'analisi globale al fine di creare le condizioni tecniche che consentano di connettere il sistema d'informazione visti nazionale (VIS) al VIS dell'UE al momento dell'adesione allo spazio Schengen. L'UE constata inoltre che la Serbia svolgerà un'analisi globale delle esigenze in preparazione dell'adozione e dell'attuazione di un piano d'azione Schengen che conterrà anche disposizioni connesse alla politica dell'UE in materia di visti. L'UE invita la Serbia ad assicurare le risorse umane e finanziarie necessarie per attuare in maniera efficace e appropriata il piano d'azione Schengen. La Serbia è invitata a cessare di rilasciare visti alle frontiere e a conformare la sua politica in materia all'acquis dell'UE.

(7)

4. Frontiere esterne e Schengen

L'UE prende atto della legislazione vigente e in particolare la legge sulla protezione delle frontiere nazionali, la legge sugli stranieri, la legge sui documenti di viaggio, la legge sulla gestione delle migrazioni e il codice penale. L'UE ricorda quanto sia necessario che la Serbia prosegua il processo di allineamento per garantire la piena conformità con l'acquis al più tardi alla data di adesione. L'UE rileva che il paese è pienamente impegnato a normalizzare costantemente le relazioni con il Kosovo e ad attuare tutti gli accordi finora conclusi nel quadro del dialogo, se del caso anche collaborando con EULEX. Ciò si applica in particolare all'accordo per la gestione integrata delle frontiere.

L'UE constata che la Serbia sta attuando una strategia per la gestione integrata delle frontiere che non è ancora completamente conforme al concetto di gestione integrata delle frontiere proprio dell'UE. L'UE rileva che la Serbia intende modificare alla fine del 2016 la sua gestione integrata delle frontiere al fine di allinearla al concetto dell'UE (ad esempio includendovi un modello di controllo dell'accesso articolato su quattro livelli e attribuendo alla polizia di frontiera adeguate competenze di contrasto). L'UE invita la Serbia a prestare particolare attenzione al fine di assicurare una regolare cooperazione fra agenzie alle frontiere e di adeguare la formazione del personale.

L'UE prende atto dell'impegno della Serbia ad adottare un piano d'azione Schengen nel 2018 a seguito di una valutazione dei requisiti giuridici, tecnici, infrastrutturali e di risorse umane necessari per attuare correttamente l'acquis in tale settore. L'UE rileva l'impegno della Serbia a riferire ogni sei mesi sui progressi compiuti nell'attuazione del piano d'azione Schengen. L'UE sottolinea l'importanza di fare in modo di garantire le risorse di bilancio necessarie per l'attuazione del piano d'azione Schengen, in particolare per quanto riguarda l'infrastruttura, l'attrezzatura tecnica e le risorse umane necessarie. Parimenti, la Serbia dovrà assicurare che il personale sia formato in modo efficace. Rileva a tale proposito che i funzionari di polizia di frontiera riceveranno una formazione in linea con la base comune per la formazione di Frontex. L'UE rammenta che l'ingresso della Serbia nello spazio Schengen avverrà solo in seguito a una decisione del Consiglio di sopprimere i controlli sulle persone alle frontiere interne. L'UE informa la Serbia che tale decisione sarà adottata previa valutazione, nell'ambito delle procedure Schengen applicabili, del grado di prontezza della Serbia, tenendo conto di una relazione della Commissione che confermi che la Serbia continua a rispettare gli impegni assunti nei negoziati di adesione pertinenti per l'acquis di Schengen.

(8)

L'UE ricorda che i Balcani sono una regione di transito per la migrazione illegale e il traffico di stupefacenti, armi da fuoco e altri beni, e che occorre migliorare ulteriormente la lotta a questi fenomeni e l'adeguata gestione delle frontiere (comprese le frontiere verdi). L'UE rileva che la Serbia propone misure volte a migliorare la protezione delle frontiere esterne mediante una cooperazione operativa più intensa con i suoi vicini. Prende atto dell'istituzione, nel 2015, di un'unità di analisi del rischio presso la Direzione della polizia di frontiera. Constata inoltre che la Serbia ha concluso accordi per condurre pattugliamenti congiunti con il Montenegro, la Bulgaria, l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, l'Ungheria e la Bosnia-Erzegovina, e che sono stati istituiti centri di contatto comuni con l'Ungheria, la Croazia, la Bulgaria e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e un centro comune trilaterale con il Montenegro e la Bosnia-Erzegovina. L'UE invita la Serbia a contribuire a renderli pienamente operativi. Osserva altresì che la Serbia comincerà i pattugliamenti congiunti con la Romania e la Croazia e istituirà un centro di contatto comune con la Romania dopo l'espletamento delle necessarie procedure.

L'UE constata inoltre che la Serbia propone misure intese a prevenire efficacemente il traffico transfrontaliero attraverso rotte alternative e la conclusione di accordi per il piccolo traffico di frontiera. L'UE sottolinea l'importanza di un controllo di frontiera efficace e invita la Serbia a sviluppare una solida capacità di analisi del rischio, ad aumentare il ricorso ai mezzi tecnici di sorveglianza e ad espletare attività di sorveglianza e controllo congiunte con i paesi vicini. L'UE invita la Serbia a intensificare ulteriormente la cooperazione operativa con Frontex.

L'UE sottolinea l'importanza di prevenire e contrastare efficacemente la corruzione alle

frontiere quale elemento di agevolazione della criminalità organizzata. Rileva che la Direzione della polizia di frontiera sta attuando misure nel contesto della strategia nazionale anticorruzione e

osserva l'impegno della Serbia ad adottare misure ulteriori per prevenire la corruzione e promuovere l'integrità del personale impiegato in agenzie attive nella zona di frontiera, nonché a monitorare l'attuazione di tali misure.

(9)

5. Cooperazione giudiziaria in materia civile, commerciale e penale

L'UE prende atto dell'intenzione della Serbia di effettuare, con il sostegno di esperti stranieri, valutazioni d'impatto che nel 2016 dovrebbero tradursi in calendari precisi e misure tese ad armonizzare la legislazione nazionale con l'acquis dell'UE in tale settore entro la fine del 2018, come pure del fatto che dette valutazioni dovrebbero anche fornire indicazioni precise circa i requisiti amministrativi e relativi a bilancio, personale e formazione. L'UE rileva che la Serbia mira a raggiungere lo stesso livello di cooperazione giudiziaria in materia civile e penale con il Kosovo di quanto sia previsto dalle norme europee in questo settore, rispettando rigorosamente i requisiti dello status di neutralità. L'UE sottolinea che sono necessari sforzi sostanziali, anche nel quadro della riforma globale del sistema giudiziario, per garantire l'allineamento della legislazione e

rafforzare la capacità amministrativa del ministero della giustizia, delle procure, dei tribunali e delle professioni legali al fine di trattare le richieste di cooperazione giudiziaria. Prende inoltre atto dell'impegno della Serbia a migliorare le condizioni materiali nei tribunali e nelle procure, e sottolinea in particolare la necessità di migliorare le attrezzature informatiche pertinenti. L'UE ricorda alla Serbia che la fiducia reciproca è il pilastro di una cooperazione giudiziaria positiva ed è particolarmente importante per l'attuazione degli strumenti di riconoscimento reciproco e di

cooperazione nel settore del diritto penale quali, ad esempio, il mandato d'arresto europeo.

L'UE invita la Serbia a sfruttare al meglio le competenze degli esperti dell'UE nell'elaborazione di dette valutazioni d'impatto complessive. Sottolinea l'importanza di fissare quanto prima una tabella di marcia dettagliata delle fasi e dei risultati intermedi attesi per conseguire il pieno allineamento all'acquis in questo settore entro la data di adesione. L'UE sottolinea la necessità di investimenti cospicui nelle risorse umane e nella formazione specializzata, anche sull'uso delle lingue straniere.

L'UE rileva l'importanza di tenere registri e statistiche per quanto concerne la cooperazione giudiziaria in materia sia civile che penale, nonché di monitorare l'efficienza del trattamento delle richieste di cooperazione giudiziaria in questo settore.

(10)

Cooperazione giudiziaria in materia civile e commerciale

L'UE prende atto delle informazioni sulla legislazione in vigore e in particolare la legge sulla risoluzione dei conflitti di leggi con normative di altri paesi, come pure la legge sull'organizzazione dei tribunali, la legge in materia di procedura civile, la legge sull'esecuzione e sulla costituzione di garanzia, la legge sul procedimento non contenzioso e il regolamento di procedura dei tribunali.

L'UE prende altresì atto delle informazioni riguardanti la partecipazione della Serbia ai 25 accordi multilaterali e ai 32 accordi bilaterali in questo settore.

L'UE rileva che la Serbia ha ratificato la Convenzione dell'Aia del 1980 sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori nel giugno 2001 e la convenzione dell'Aia del 1996 sulla competenza, la legge applicabile, il riconoscimento, l'esecuzione e la cooperazione in materia di responsabilità genitoriale e di misure di protezione dei minori nel gennaio 2016.

Cooperazione giudiziaria in materia penale

L'UE prende atto delle informazioni concernenti la legislazione in vigore e in particolare la legge sull'assistenza reciproca in materia penale, il codice di procedura penale, il codice penale, la legge sull'organizzazione dei tribunali, come pure gli altri atti giuridici che disciplinano il settore della cooperazione giudiziaria in materia penale in Serbia. L'UE prende altresì atto delle informazioni concernenti la partecipazione della Serbia alle convenzioni internazionali relative alla cooperazione in materia penale e i 24 accordi multilaterali e i 52 accordi bilaterali da essa conclusi. L'UE rileva che la Serbia ha sciolto la sua riserva sull'articolo 6 della Convenzione europea di estradizione, che prevede il diritto di rifiutare l'estradizione dei propri cittadini, mentre nel contempo l'articolo 16 della legge sull'assistenza giudiziaria reciproca in materia penale contiene una disposizione che vieta l'estradizione dei propri cittadini verso paesi che non sono parti contraenti della

summenzionata convenzione. L'UE invita la Serbia a modificare tale legge ben prima dell'adesione al fine di consentire, al momento dell'adesione all'UE, la piena e corretta attuazione della decisione quadro 2002/584/GAI del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa al mandato d'arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri dell'UE.

(11)

L'UE incoraggia la Serbia a intensificare la cooperazione con Eurojust. A tale riguardo, sottolinea l'importanza dell'adozione e dell'attuazione, da parte del paese, di un solido quadro giuridico per la protezione dei dati in linea con l'acquis, quale prerequisito per concludere un accordo di

cooperazione con Eurojust.

6. Cooperazione di polizia e lotta contro la criminalità organizzata Cooperazione di polizia

L'UE prende atto delle informazioni sul quadro giuridico in vigore e in particolare la legge sulla polizia, il codice di procedura penale, il codice penale, la legge sull'assistenza giudiziaria internazionale in materia penale, la legge sulla protezione dei dati personali e la legge sulla riservatezza dei dati. Rileva inoltre che nel 2014 la Serbia ha concluso un accordo operativo con Europol, che la sua cooperazione con Europol si è intensificata (nei tre anni precedenti i messaggi SIENA scambiati sono aumentati di dieci volte) e che un ufficiale di collegamento sarà distaccato all'Aia nel 2016. Ha altresì constatato che la Serbia scambia informazioni mediante Interpol, Europol, SELEC e su base bilaterale, anche con gli Stati membri dell'UE. L'UE prende atto della partecipazione della Serbia alle iniziative regionali di cooperazione di polizia. Rileva altresì che la Serbia riconosce la necessità di migliorare la cooperazione con il Kosovo sul piano operativo e che è pronta a discutere ulteriormente le modalità di lavoro della cooperazione di polizia con Pristina.

L'UE osserva che occorrono ulteriori sforzi per allineare la legislazione della Serbia e sottolinea la necessità di proseguire l'allineamento della legislazione nel settore della cooperazione di polizia per garantire la piena conformità ai requisiti dell'UE al più tardi alla data di adesione. L'UE rileva l'impegno della Serbia a rafforzare ulteriormente la sua capacità operativa e amministrativa necessaria per attuare debitamente gli strumenti di cooperazione di polizia, quali la cosiddetta

"iniziativa svedese" (relativa alla semplificazione dello scambio di informazioni e intelligence tra le autorità di contrasto degli Stati membri dell'Unione europea) e la "decisione di Prüm" (sul

potenziamento della cooperazione transfrontaliera, soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera). A tale riguardo l'UE sottolinea che anche per la cooperazione

transfrontaliera di polizia è essenziale disporre di un sistema nazionale di comunicazione elettronica sicuro, di disposizioni rigorose in materia di protezione dei dati e di attrezzature informatiche moderne.

(12)

L'UE constata che la Serbia migliorerà le risorse umane e impartirà formazioni sull'uso delle banche dati di Europol e di Interpol, e che potenzierà la capacità del suo servizio 24/7 per la cooperazione internazionale di polizia. L'UE prende atto delle misure previste dalla Serbia per preparare la cooperazione con gli Stati membri dell'UE su temi quali la sicurezza alle partite di calcio, la

protezione delle personalità e il traffico transfrontaliero di veicoli rubati. L'UE incoraggia la Serbia a continuare a sviluppare la sua cooperazione di polizia con gli Stati membri dell'UE e a garantire che le rimanenti misure vengano adottate in tempo utile prima dell'adesione ai fini della piena attuazione dell'acquis in questo settore.

L'UE sottolinea inoltre la necessità di formazioni adeguate sugli strumenti di cui sopra e osserva che nel 2016 CEPOL mirerà a firmare un accordo di lavoro con la Serbia.

L'UE invita la Serbia a adottare le misure necessarie per rafforzare i meccanismi indipendenti di controllo interno ed esterno sulla polizia, in linea con gli standard concordati e le migliori prassi.

Lotta alla criminalità organizzata

L'UE prende atto delle informazioni sulle leggi in vigore, in particolare per quanto concerne il codice penale, il codice di procedura penale, la legge sull'organizzazione e la competenza delle autorità governative nell'eliminazione della criminalità organizzata, della corruzione e di altri reati particolarmente gravi, la legge sulla struttura di base dei servizi di sicurezza della Repubblica di Serbia, la legge sulla polizia, la legge sull'agenzia per le informazioni sulla sicurezza, la legge sulla sicurezza militare e sull'agenzia di intelligence militare, la legge sulla protezione dei partecipanti alla procedura penale, la legge sul sequestro e la confisca dei proventi di reato e la legge sulle informazioni classificate. L'UE rileva che la legislazione della Serbia è parzialmente allineata e invita il paese a continuare l'allineamento legislativo all'acquis in questo settore.

L'UE constata che la Serbia ha ratificato la convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e i relativi protocolli e li ha incorporati nel suo quadro giuridico. Presterà tuttavia particolare attenzione all'effettiva attuazione di tale convenzione e dei relativi protocolli.

Rileva altresì che la legislazione della Serbia deve ancora essere allineata alla decisione quadro 2008/841/GAI relativa alla lotta contro la criminalità organizzata.

(13)

L'UE prende inoltre atto del fatto che la Serbia sta attuando strategie e piani d'azione in materia di indagini finanziarie, antiriciclaggio e antiterrorismo, nonché prevenzione ed eliminazione della tratta degli esseri umani in stretta consultazione con le parti interessate. L'UE incoraggia la Serbia a valutare proattivamente gli effetti dell'attuazione di tali strategie e piani d'azione e a proporre, se del caso, misure correttive.

L'UE prende atto del fatto che la criminalità organizzata rimane un serio problema per la Serbia.

Sottolinea che una delle chiavi per contrastare la criminalità organizzata è che sia indagata e perseguita sistematicamente e con successo, e che ciò abbia visibilità, e che a tali reati facciano sempre seguito indagini finanziarie. Al riguardo, l'UE rileva che la Serbia ha introdotto un sistema di indagini guidate dalla procura al quale non sono state però ancora destinate adeguate risorse umane e finanziarie; esorta pertanto la Serbia a provvedere ai bisogni in termini di personale. L'UE constata inoltre che la Serbia ha adottato la prima Valutazione nazionale della minaccia

rappresentata dalla criminalità organizzata e dalle forme gravi di criminalità (SOCTA) e prevede di sviluppare e attuare ulteriormente il concetto di attività di polizia basata sull'intelligence. L'UE invita la Serbia a ricorrere in modo attivo alla SOCTA nel fissare le sue priorità in termini di sicurezza, come pure a espandere ulteriormente il concetto di attività di polizia basata

sull'intelligence, che si fondi su una ben sviluppata capacità di valutazione del rischio e della minaccia.

L'UE osserva che la Serbia prevede di prepararsi allo scambio elettronico di dati tra le autorità di contrasto e le autorità giudiziarie incaricate della lotta alla criminalità organizzata. L'UE ricorda l'importanza, per la Serbia, di disporre di un sistema centralizzato di intelligence in campo penale e di una piattaforma sicura per la comunicazione tra i servizi di contrasto e invita il paese a investire per assicurare il regolare collegamento delle banche dati pertinenti e migliorare la raccolta di statistiche unificate sui reati. La classificazione internazionale dei reati per fini statistici (ICCS) dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) fornisce un buon quadro globale su cui potrebbe basarsi tale esercizio.

L'UE prende atto della partecipazione della Serbia a varie operazioni di contrasto nell'ambito delle giornate di azione congiunta 2015 organizzate nel quadro del ciclo programmatico dell'UE per contrastare la criminalità organizzata e le forme gravi di criminalità internazionale. L'UE sottolinea l'importanza di rafforzare la cooperazione operativa tra le autorità di contrasto e invita la Serbia a proseguire la sua partecipazione attiva a tali azioni.

(14)

L'UE incoraggia la Serbia a utilizzare maggiormente le tecniche investigative speciali a fini di contrasto, garantendo nel contempo l'esistenza di tutte le salvaguardie necessarie a evitare gli abusi.

Al riguardo, l'UE constata l'impegno della Serbia ad analizzare i ruoli e le pratiche dei servizi di sicurezza nella fase delle indagini penali. L'UE ricorda che dette pratiche non sono in linea con le buone prassi all'interno dell'UE e sottolinea la necessità di assicurare, in tutti i casi, una chiara separazione dei mandati e dei regolamenti riguardanti l'intercettazione di comunicazioni ai fini dell'indagine penale da un lato e a fini di sicurezza dall'altro, nonché di garantire un solido meccanismo di controllo esterno in modo da evitare abusi.

L'UE sottolinea l'importanza di una cooperazione agevole tra i servizi di contrasto relativamente alla procedura penale e rileva l'intenzione della Serbia di condurre un'analisi dell'organizzazione, della capacità e dei poteri degli organi statali nella lotta contro la criminalità organizzata e la

corruzione in vista di successive misure giuridiche volte ad aumentare l'efficienza, la professionalità e l'indipendenza.

L'UE constata che la Serbia si trova confrontata a minacce e vulnerabilità per quanto concerne il riciclaggio dei proventi (cfr. anche il capitolo 4 "Libera circolazione dei capitali"). Rileva altresì che finora la Serbia non si è rivelata molto efficace nell'indagare, perseguire e condannare i responsabili di reati finanziari, in particolare il riciclaggio dei proventi, ed esorta il paese a

diventare più proattivo al riguardo. L'UE incoraggia inoltre la Serbia ad andare oltre un approccio puramente fondato sul diritto penale nella lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione e la invita a rafforzare la propria capacità di condurre indagini finanziarie complesse, in linea con la sua strategia/il suo piano d'azione specifici. Constata l'impegno della Serbia ad attuare le 40

raccomandazioni della Task Force "Azione finanziaria" (GAFI) e a rafforzare l'Unità di informazione finanziaria. L'UE sottolinea l'importanza del fatto che tutti i servizi di contrasto (compresa l'intera catena responsabile della prevenzione e della lotta al riciclaggio dei proventi) abbiano responsabilità chiaramente definite, siano ben collegati con le banche dati pertinenti e in particolare siano in grado di lavorare in modo orientato ai risultati, indipendente e proattivo. L'UE incoraggia la Serbia a prestare particolare attenzione anche alle risorse umane e finanziarie, come pure alle esigenze in termini di attrezzature e formazione.

(15)

L'UE prende atto dell'impegno della Serbia ad adottare una nuova legislazione sul sequestro dei beni e a istituire e sviluppare, nel 2017, un ufficio per il recupero dei beni che si occuperà anche della gestione dei beni confiscati. Sottolinea l'importanza di tali misure nel contesto dell'efficace smantellamento dei gruppi criminali organizzati ed evidenzia la necessità di dotarsi di una legislazione ambiziosa, di assegnare risorse finanziarie e umane sufficienti e di fornire all'ufficio per il recupero dei beni le attrezzature e le formazioni specializzate necessarie.

L'UE prende atto delle misure predisposte dalla Serbia per lottare contro la tratta degli esseri umani.

Sottolinea l'importanza che annette al fatto che la Serbia, nel 2016, adotti una strategia e un piano d'azione in linea con la strategia dell'UE contro la tratta degli esseri umani, vigili attentamente sugli effetti della loro attuazione, prosegua il suo allineamento legislativo all'acquis, rafforzi la sua capacità operativa e promuova un atteggiamento maggiormente proattivo delle autorità

investigative, presti particolare attenzione ai gruppi vulnerabili, quali i bambini e i Rom, impartisca formazioni sulla rapida identificazione delle vittime e intensifichi le misure preventive.

L'UE rileva che il codice penale serbo ha recepito il quadro legislativo dell'UE relativo al favoreggiamento dell'ingresso, del transito e del soggiorno illegali (direttiva 2002/90/CE e decisione quadro 2002/946/GAI). L'UE incoraggia la Serbia a utilizzare tale quadro legislativo in modo proattivo per affrontare i gruppi criminali organizzati responsabili di favorire il traffico di migranti. Invita la Serbia ad attuare le raccomandazioni formulate dal gruppo di esperti del Consiglio d'Europa contro la tratta di esseri umani (GRETA) nella sua relazione del 2014.

(16)

L'UE constata che la criminalità informatica sta diventando un problema sempre più grave in Serbia e che quest'ultima non ha finora sviluppato una visione strategica sulle modalità con cui affrontarla.

Prende inoltre atto delle azioni previste dalla Serbia per potenziare la capacità e il livello di

specializzazione degli organismi incaricati di contrastare la criminalità informatica, anche a livello di ministero dell'interno, Procura speciale e tribunali. Rileva altresì l'intenzione della Serbia di rafforzare la cooperazione con gli attori della società civile. L'UE osserva che nel 2009 la Serbia ha ratificato la Convenzione sulla criminalità informatica (convenzione di Budapest) e invita il paese ad allineare ulteriormente la sua legislazione con la direttiva 2013/40/UE relativa agli attacchi contro i sistemi di informazione. Incoraggia la Serbia a elaborare una coerente visione strategica e a lungo termine sulle modalità con cui intende affrontare la criminalità informatica, compresi gli abusi sessuali online su minori, in linea con l'approccio strategico e operativo dell'UE contro la criminalità informatica.

L'UE rileva che la Serbia ha adottato una nuova legge sulle armi e le munizioni e prevede varie misure tese a intensificare il controllo delle armi leggere e di piccolo calibro (SALW) e a prevenirne e affrontarne il traffico. Prende inoltre atto dell'intenzione della Serbia di adottare una strategia e un piano d'azione nuovi sulle SALW alla fine del 2016. Invita la Serbia ad allineare ulteriormente all'acquis pertinente il suo quadro giuridico in questo settore e ad assicurare lo stoccaggio e la distruzione sicuri delle armi confiscate.

L'UE prende atto dell'intenzione della Serbia di effettuare una valutazione d'impatto dell'unità per la protezione dei testimoni del ministero dell'interno al fine di migliorarne la capacità grazie a

personale, formazioni e nuove attrezzature supplementari. Rileva inoltre l'intenzione della Serbia di creare un servizio a sostegno delle vittime e dei testimoni presso la procura per la criminalità organizzata. Sottolinea l'importanza di un sistema di protezione dei testimoni ben funzionante, di dotare l'unità per la protezione dei testimoni di personale sufficiente e ben formato e della capacità di offrire l'alto livello di protezione richiesto.

(17)

7. Lotta al terrorismo

L'UE prende atto delle informazioni sulle leggi in vigore, in particolare per quanto concerne la legge sulla prevenzione del riciclaggio dei proventi e il finanziamento del terrorismo, la legge sul congelamento dei beni a fini di prevenzione del terrorismo, il codice penale, il codice di procedura penale, la legge sulla base che disciplina i servizi di sicurezza della Repubblica di Serbia, la legge sulla polizia e la legge sull'organizzazione e la competenza delle autorità governative

nell'eliminazione della criminalità organizzata, della corruzione e di altri reati particolarmente gravi.

L'UE prende atto del fatto che la legislazione della Serbia è allineata in buona misura all'acquis dell'UE sul terrorismo. Rileva che la decisione quadro 2008/919/GAI del Consiglio sulla lotta contro il terrorismo è stata pienamente recepita. Prende inoltre atto dell'adozione di una nuova legge sul congelamento dei beni a fini di prevenzione del terrorismo e delle modifiche al codice penale che recepiscono la risoluzione 2178 (2014) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che configura come reato il fenomeno dei combattenti terroristi stranieri.

L'UE invita la Serbia ad allineare ulteriormente la sua legislazione al pertinente acquis dell'UE, compresi il regolamento (UE) n. 98/2013 relativo all'immissione sul mercato e all'uso di esplosivi, la direttiva 2008/114/CE relativa all'individuazione e alla designazione delle infrastrutture critiche europee e alla valutazione della necessità di migliorarne la protezione, come pure il piano d'azione dell'UE sulle sostanze chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (CBRN). Sottolinea inoltre l'importanza, per la Serbia, di intensificare la sua preparazione e la sua capacità di reazione alle minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari.

L'UE constata che la Serbia si sta preparando ad adottare una strategia e un piano d'azione nazionali per la prevenzione e la lotta al terrorismo (2016-2020) in linea con la strategia antiterrorismo

dell'UE. Rileva altresì che la Serbia ha condotto una valutazione nazionale dei rischi connessi al finanziamento del terrorismo, che ha costituito la base della successiva adozione della strategia e del piano d'azione antiriciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo. L'UE sottolinea

l'importanza, per la Serbia, di sviluppare la capacità necessaria a individuare i flussi finanziari che alimentano il terrorismo e a porvi fine.

(18)

L'UE rileva che la Serbia intende migliorare ulteriormente le sue capacità e infrastrutture operative, tra l'altro mediante l'istituzione di un'unica banca dati nazionale e lo scambio di informazioni connesse al terrorismo, nuovi strumenti informatici e di telecomunicazione, nonché vari corsi di formazione. L'UE invita la Serbia ad adottare tutti i restanti strumenti giuridici, potenziando il coordinamento interservizi, e a intensificare lo scambio di informazioni e la cooperazione con gli organismi specializzati dell'UE e dei suoi Stati membri.

8. Lotta contro la droga

L'UE prende atto delle informazioni relative al quadro giuridico esistente, in particolare il codice penale, il codice di procedura penale, la legge relativa al registro sulla salute, la legge sulle sostanze psicoattive controllate e la legge sulle sostanze utilizzate nella produzione illegale di stupefacenti e di sostanze psicotrope, nonché la legislazione applicativa. L'UE prende atto della partecipazione della Serbia alle convenzioni internazionali in relazione alla lotta contro la droga. Rileva che la legislazione della Serbia è parzialmente allineata e la invita a procedere ai restanti adeguamenti giuridici in modo da conseguire la piena conformità all'acquis dell'UE in questo settore al più tardi alla data di adesione.

L'UE prende atto delle informazioni relative alla strategia della Serbia per l'eliminazione dell'abuso di stupefacenti (2014-2021) e al piano d'azione correlato (2014-2017), che sono in linea con la strategia e il piano d'azione dell'UE e rispecchiano gli obiettivi principali del piano d'azione rinnovato UE-Balcani occidentali in materia di lotta contro la droga (2013). Invita la Serbia a controllarne debitamente l'attuazione e prende atto delle previste relazioni annuali sull'attuazione.

(19)

L’UE sottolinea che il quadro normativo non è di per sé sufficiente per lottare in modo efficace contro gli stupefacenti. Sottolinea pertanto l'importanza dell'impegno della Serbia a rafforzare la competenza e la capacità operativa delle autorità di contrasto e giudiziarie nella lotta contro il traffico e l'abuso di stupefacenti, segnatamente per quanto riguarda le sostanze psicoattive e i precursori di droghe. In particolare, l'UE prende atto degli interventi volti a rafforzare il servizio per la prevenzione delle tossicodipendenze e l'eliminazione del traffico di stupefacenti del ministero dell'interno, che offre formazioni per varie unità all'interno del ministero, comprese squadre

investigative congiunte e l'unità per le indagini finanziarie; rileva inoltre l'intenzione della Serbia di esaminare le possibilità di prevedere un quadro giuridico perfezionato che consenta di migliorare le prestazioni operative. L'UE sottolinea l'importanza di una buona cooperazione interservizi in tale settore, sia nella prevenzione dell'abuso di stupefacenti che in ambito repressivo, anche

combattendo il traffico di stupefacenti alle frontiere.

Prende inoltre atto degli interventi proposti dalla Serbia per assicurare che lo stoccaggio sicuro degli stupefacenti e precursori confiscati sia garantito in ogni momento e che la distruzione avvenga conformemente alle norme dell'UE. Prende atto delle modifiche giuridiche previste e dell'intenzione della Serbia di mettere a punto e attuare un programma per la distruzione sistematica degli

stupefacenti/sostanze psicoattive controllate e relativi precursori.

L'UE rileva l'impegno della Serbia ad aggiornare periodicamente l'elenco di stupefacenti e

precursori in linea con i pertinenti sviluppi a livello dell'UE. Osserva inoltre che la Serbia ha messo a punto un'ampia cooperazione con organismi e agenzie internazionali (ad es. Interpol, Europol, EULEX, UNODC). Prende atto che la Serbia sta partecipando ai programmi di cooperazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (OEDT). A tale proposito prende atto dei programmi della Serbia volti a istituire un punto focale nazionale che permetterà di sfruttare al meglio l'assistenza dell'UE e le formazioni dell'OEDT fornite in precedenza. Prende atto del programma della Serbia volto a istituire un sistema nazionale di informazione sugli stupefacenti.

Sottolinea quanto sia importante che la Serbia collabori con l'OEDT anche nella raccolta, nel trattamento e nella comunicazione dei dati.

(20)

Incoraggia la Serbia a proseguire gli sforzi volti a rafforzare la capacità amministrativa ed

operativa, anche rafforzando ulteriormente le politiche di prevenzione dell'abuso di stupefacenti, e a prestare la dovuta attenzione al coordinamento e alla cooperazione tra i vari servizi. Sottolinea l'importanza di affrontare in maniera proattiva le organizzazioni criminali attive nel territorio del paese e nella regione e di garantire che la confisca dei beni sia uno strumento utilizzato in maniera costante per un'efficace smantellamento delle stesse.

9. Cooperazione doganale

L'UE prende atto delle informazioni concernenti il quadro giuridico in vigore e in particolare la legge sui servizi doganali, nonché del fatto che la Serbia sta attuando una strategia relativa alle tecnologie dell'informazione per il periodo 2011-2020 nel contesto dell'amministrazione doganale.

L'UE osserva che la normativa della Serbia è parzialmente in linea con la decisione 2009/917/GAI sull'uso dell'informatica nel settore doganale e che è impegnata a modificare la sua strategia relativa alle tecnologie dell'informazione nell'amministrazione doganale nel 2017 in modo da prepararsi per l'attuazione della decisione 2009/917/GAI al momento dell'adesione.

L'UE sottolinea che i funzionari doganali sono confrontati, in Serbia, a notevoli problemi vista la pressione esercitata alle frontiere dalla criminalità organizzata, ad esempio relativamente al

contrabbando di armi e di stupefacenti. Rileva a tale proposito che la Serbia modificherà il codice di procedura penale e la legge sui servizi doganali al fine di attribuire competenze d'indagine più ampie alle autorità doganali. Osserva inoltre che la strategia per la gestione integrata delle frontiere sarà modificata in modo da consentire ai funzionari doganali di accedere alle banche dati pertinenti e per permettere uno scambio di informazioni più agevole alle frontiere.

L'UE rileva che saranno fornite formazioni sull'attuazione della convenzione di Napoli II, in particolare in materia di inseguimenti, sorveglianza transfrontaliera e consegna controllata.

(21)

Invita la Serbia ad assicurare la capacità amministrativa e istituzionale necessaria per attuare, al momento dell'adesione, la convenzione relativa alla mutua assistenza e alla cooperazione tra

amministrazioni doganali (Napoli II) e la convenzione sull'uso dell'informatica nel settore doganale (SID) e relativi protocolli. In tale contesto l'UE sottolinea la necessità di sensibilizzare ed

eventualmente coinvolgere le autorità giudiziarie e di polizia in relazione all'articolo 3 e all'articolo 4, paragrafo 7 della convenzione di Napoli II.

10. Contraffazione dell'euro

L'UE prende atto delle informazioni concernenti il quadro giuridico in vigore e in particolare il codice penale, il codice di procedura penale, la legge sulla responsabilità penale delle persone giuridiche, la legge sull'organizzazione e la competenza delle autorità governative nella lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e i reati gravi, compresa la contraffazione monetaria, e la legge sulla Banca nazionale di Serbia. L'UE rileva inoltre l'intenzione della Serbia di partecipare alla convenzione internazionale per la repressione del falso nummario e di allineare la normativa nazionale all'acquis, comprese la direttiva 2014/62/UE e la decisione 2001/887/GAI.

L'UE prende atto delle misure amministrative e operative contro la contraffazione adottate dal ministero dell'interno, dal ministero delle finanze e dalla Banca nazionale di Serbia. Osserva altresì che all'interno della Banca nazionale di Serbia esiste una divisione specializzata nei falsi e

nell'analisi monetaria, che opera in buona parte in linea con la decisione 2001/887/GAI. L'UE prende atto dei vari seminari e formazioni previsti allo scopo di familiarizzare con le buone prassi esistenti nell'UE, nonché dell'intenzione della Serbia di intensificare la cooperazione con Europol.

L'UE invita la Serbia ad allineare pienamente con l'acquis il quadro giuridico-istituzionale per la lotta alla contraffazione. Invita la Serbia, in particolare, a stabilire ufficialmente un ufficio centrale nazionale per la lotta alla contraffazione dell'euro.

* * *

(22)

Considerato lo stato attuale di preparazione della Serbia e restando inteso che il paese deve

continuare a progredire, attraverso consultazioni inclusive con la società civile e le principali parti interessate nonché attraverso esami parlamentari appropriati avvalendosi di procedure che

garantiscano tale processo in modo adeguato, verso l'allineamento e l'attuazione dell'acquis relativo al capitolo su giustizia, libertà e sicurezza, l'UE rileva che prima di proseguire nei negoziati su questo capitolo dovranno essere soddisfatti i seguenti parametri provvisori:

– la Serbia provvede a seguire da vicino e in modo efficace e permanente l'attuazione del suo piano d'azione su giustizia, libertà e sicurezza attraverso un meccanismo solido e

pluridisciplinare, prestando particolare attenzione all'adeguatezza delle risorse umane e finanziarie, alla capacità istituzionale, ai requisiti in materia di formazione, al rispetto delle scadenze stabilite, a un dialogo autentico con la società civile e a un'adeguata attenzione alle proposte di quest'ultima, provvedendo, se del caso, all'adozione di misure correttive.

La Serbia intensifica gli sforzi per assicurare la conformità ai requisiti dell'UE nel settore della migrazione legale e di quella irregolare. In particolare,

– effettua una valutazione complessiva dei bisogni giuridici, istituzionali, tecnici e formativi nel settore della migrazione legale e di quella irregolare. Su tale base individua con chiarezza le misure da intraprendere per l'attuazione di una politica migratoria conforme all'UE, tra cui:

– un piano di investimenti per soddisfare le esigenze in materia di attrezzature, tecnologie dell'informazione, successiva cattura, identificazione e registrazione dei migranti irregolari, nonché alloggio e detenzione dei migranti irregolari a fini di rimpatrio;

– una strategia e un programma di formazione per le risorse umane;

– lo stanziamento di risorse finanziarie sufficienti per avviare e completare l'attuazione delle suddette misure;

(23)

– modifica il codice penale, la legge sull'occupazione degli stranieri e la legge sugli stranieri e allinea la sua normativa all'acquis dell'UE nel settore della migrazione legale e irregolare.

Controlla efficacemente l'attuazione di tale normativa e riferisce al riguardo, adottando misure correttive ove necessario;

– assicura alloggi adeguati per i migranti irregolari intercettati, conformemente alle esigenze, e dedica particolare attenzione ai gruppi vulnerabili. Assicura un'adeguata capacità detentiva e tempistiche procedurali per il rimpatrio dei migranti irregolari conformemente alle loro esigenze e nel rispetto delle norme del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti. Monitora costantemente l'adeguatezza della capacità di alloggio e di detenzione ed è pronta, se necessario, a garantire in tempi brevi capacità supplementari in caso di afflussi improvvisi;

– intraprende negoziati e adotta misure per concludere accordi di riammissione, tra l'altro con un numero maggiore di paesi di origine e di transito. Promuove e fornisce sostegno efficace per il rimpatrio volontario dei migranti irregolari nei rispettivi paesi d'origine e sviluppa la capacità istituzionale per attuare un solido meccanismo per il rilascio di nuovi documenti e il rimpatrio in linea con l'acquis e la politica dell'UE in materia di rimpatrio. Fornisce riscontri sui primi risultati in materia di rilascio di nuovi documenti e rimpatrio dei migranti irregolari;

– attua misure che determinino una sensibile riduzione del numero delle domande di asilo ingiustificate presentate dai suoi cittadini nell'UE. Sviluppa e attua campagne di

sensibilizzazione e di informazione, in particolare tra le principali comunità locali di origine interessate, e mette a punto un percorso parallelo per una migliore inclusione sociale di tali comunità nella società serba;

– adotta tutte le iniziative necessarie per far sì che siano predisposte misure supplementari per consentire ai servizi di contrasto di affrontare e smantellare efficacemente le organizzazioni criminali responsabili del traffico di migranti nel suo territorio. Mostra primi risultati concernenti indagini efficaci, azioni penali e condanne definitive a carico di trafficanti di esseri umani, compresa l'avvenuta confisca dei relativi proventi di reato.

(24)

La Serbia intensifica gli sforzi per assicurare la conformità ai requisiti dell'UE nel settore dell'asilo. In particolare,

– mette a punto un solido meccanismo di allerta rapida, preparazione e gestione delle crisi e lo attua correttamente nelle situazioni di crisi. Istituisce una capacità adeguata per la

registrazione e la determinazione della necessità di protezione internazionale degli sfollati;

– adotta e attua una nuova legge sull'asilo che sia nella massima misura in linea con i l

pertinente acquis dell'UE e funga da base per la registrazione dei primi risultati relativamente all'attuazione di una procedura di asilo conforme all'UE che assicuri:

– il libero accesso alla procedura;

– una durata ragionevole del trattamento delle domande di asilo;

– un miglioramento nella qualità delle decisioni adottate;

– tassi di riconoscimento comparabili con la media dell'UE;

– alloggi, assistenza e integrazione sufficienti per i richiedenti asilo (comprese le categorie vulnerabili) nella società;

– misure efficaci per prevenire eventuali abusi dei diritti da parte dei migranti, comprese procedure di ricorso rapido;

– il rimpatrio effettivo e rapido dei richiedenti respinti nel paese d'origine o nel paese terzo di transito;

– un adeguato quadro giuridico e disposizioni in materia di immigrazione per i richiedenti asilo respinti e i migranti irregolari che non possono essere allontanati rapidamente dalla Serbia;

(25)

– potenzia in misura significativa la sua capacità istituzionale di trattare in modo efficace le domande di asilo e assicura la sostenibilità finanziaria delle istituzioni interessate, comprese le autorità amministrative e giudiziarie competenti a livello locale e nazionale. In particolare, – la capacità dell'ufficio per l'asilo di trattare in modo adeguato e tempestivo le domande

di asilo è potenziata mediante l'assunzione di personale supplementare e mediante la formazione completa, lo sviluppo e la valutazione periodica di tale personale;

– la capacità del Commissariato per i rifugiati è ulteriormente potenziata in linea con i requisiti individuati, anche tramite formazioni periodiche;

– le autorità giudiziarie incaricate di esaminare i ricorsi in materia di immigrazione e di asilo ricevono una formazione al riguardo;

– sviluppa la capacità di aumentare ulteriormente la sua capacità di alloggio sulla base di un monitoraggio costante delle tendenze migratorie e delle esigenze dei migranti irregolari sul suo territorio.

La Serbia intensifica gli sforzi per assicurare la conformità ai requisiti dell'UE nel settore della politica dei visti. In particolare,

– effettua una valutazione complessiva dei bisogni in preparazione delle pertinenti parti del piano d'azione Schengen richiesto;

– cessa di rilasciare visti in frontiera e allinea la politica dei visti con i requisiti dell'UE al riguardo.

La Serbia intensifica gli sforzi per assicurare la conformità ai requisiti dell'UE nel settore dell'acquis di Schengen e delle frontiere esterne. In particolare,

– adotta una piano d'azione Schengen che le permetterà di predisporre con efficacia le misure necessarie (anche riguardo a investimenti in infrastrutture ed attrezzature, bisogni in termini di personale e formazione nonché di rafforzamento istituzionale, disposizioni giuridiche) per attuare le parti pertinenti dell'acquis di Schengen al momento dell'adesione o, in caso, dell'adesione allo spazio Schengen. La Serbia assicura, al momento dell'adozione del piano d'azione Schengen, i fondi necessari per la sua attuazione;

(26)

– adotta e attua una strategia modificata per la gestione integrata delle frontiere in linea con il concetto dell'UE. La Serbia dedica particolare attenzione al miglioramento dello scambio di informazioni e al coordinamento tra agenzie di frontiera e sviluppa ulteriormente la sua capacità di analisi dei rischi nel quadro della polizia di frontiera;

– realizza buoni progressi nella modernizzazione delle infrastrutture ed attrezzature ai valichi e tra questi, in particolare per quanto riguarda le frontiere maggiormente interessate dal traffico di beni e persone;

– intensifica la cooperazione operativa con tutto il vicinato per prevenire efficacemente gli attraversamenti illegali delle frontiere e, in particolare, adotta iniziative per chiarire lo status di tutte le rotte alternative con i paesi vicini, impedendo il passaggio ovvero formalizzando tali punti di attraversamento delle frontiere mediante la conclusione di accordi in materia di attraversamento delle frontiere a livello locale;

– affronta la doppia minaccia rappresentata dalla corruzione e dalla criminalità organizzata alle sue frontiere attraverso l'attuazione di un piano specifico anticorruzione e fornisce i primi risultati conseguiti con il seguito riservato ai casi individuati.

La Serbia intensifica gli sforzi per assicurare la conformità ai requisiti dell'UE nel settore della cooperazione giudiziaria in materia civile, commerciale e penale

– La Serbia svolge una valutazione d'impatto complessiva riguardante la cooperazione giudiziaria in materia civile, commerciale e penale e su tale base modifica il suo piano d'azione in modo da fornire:

– una chiara sequenza delle tappe necessarie per allinearsi all'acquis in questo settore;

– una panoramica delle esigenze in materia di personale e formazione;

– dettagli delle spese e delle fonti di finanziamento per tali riforme.

– La Serbia assume e forma un numero adeguato di esperti, sia nel ministero della giustizia sia in tribunali e uffici della procura in linea con gli obiettivi fissati di assicurare la qualità e un

(27)

– La Serbia adotta le modifiche necessarie alle leggi pertinenti in modo da allineare la sua normativa nella massima misura all'acquis dell'UE nel settore della cooperazione giudiziaria in materia penale, civile e commerciale e assicura che siano predisposte le condizioni materiali per garantire un'attuazione corretta.

– La Serbia conclude un accordo di cooperazione con Eurojust per il quale deve essere adottata e attuata una legge sulla protezione dei dati in linea con l'acquis dell'UE.

– La Serbia ottiene i primi risultati di un trattamento efficiente delle richieste di cooperazione giudiziaria in materia civile e penale e dell'applicazione delle convenzioni multilaterali e degli accordi bilaterali in questo settore.

La Serbia intensifica gli sforzi per assicurare la conformità ai requisiti dell'UE nel settore della cooperazione di polizia e della lotta alla criminalità organizzata

– La Serbia svolge un'analisi globale e su tale base modifica il proprio piano d'azione in modo da fornire:

– una chiara sequenza di tappe necessarie per allinearsi agli strumenti della cooperazione di polizia dell'UE;

– una panoramica delle esigenze in materia di personale e formazione, incluse, se del caso, le misure per affrontare le carenze critiche;

– una chiarificazione delle procedure per la cooperazione operativa tra i vari dipartimenti del ministero dell'interno e con i servizi di intelligence;

– una garanzia delle condizioni materiali per uno scambio agevole e sicuro dei dati pertinenti;

– dettagli sulle spese e sulle fonti finanziarie sostenibili necessarie per attuare efficacemente tali riforme;

– iniziative dettagliate per la messa a punto di solide salvaguardie atte a garantire che l'integrità della polizia sia rafforzata e che le forze di polizia siano indipendenti, sotto il profilo operativo, dagli interessi politici e al riparo da condizionamenti esercitati dalla criminalità.

(28)

– La Serbia attua l'accordo operativo con Europol in maniera soddisfacente e applica

efficacemente la metodologia della Valutazione nazionale della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata dell'UE al fine di sviluppare un quadro strategico dei rischi e delle minacce connessi alla situazione della criminalità organizzata nel suo territorio. La Serbia sta utilizzando la Valutazione nazionale della minaccia rappresentata dalla criminalità

organizzata per definire le priorità della sua politica di sicurezza e attuarle.

– Sulla base dei risultati di un'analisi prevista degli organi competenti, la Serbia modifica la legge sull'organizzazione e la competenza delle autorità governative nella lotta contro la criminalità organizzata, la corruzione e altri reati particolarmente gravi, e rafforza la sua capacità istituzionale:

– garantendo un coordinamento efficace e una cooperazione fruttuosa tra polizia e

pubblici ministeri in linea con il codice di procedura penale, che definisce chiaramente i rispettivi ruoli, doveri e responsabilità;

– colmando le rimanenti carenze di personale nella procura per la criminalità organizzata e nel dipartimento per la lotta contro la criminalità organizzata del ministero

dell'interno;

– assicurando che le esigenze in materia di formazione del personale della procura per la criminalità organizzata e del dipartimento per la lotta contro la criminalità organizzata siano definite con chiarezza e affrontate;

– migliorando le condizioni materiali della procura per la criminalità organizzata, in particolare attraverso un moderno sistema di gestione dei casi e un nuovo software analitico e garantendo l'interoperabilità dei sistemi informatici con le banche dati di altre istituzioni pertinenti;

– assicurando un approccio più coerente all'interno della polizia per la raccolta e la condivisione di informazioni, anche mediante la modernizzazione degli strumenti informatici;

(29)

– La Serbia istituisce un sistema di raccolta periodica di statistiche unificate sulla criminalità con riferimento alla classificazione internazionale dei reati per fini statistici dell'UNODC.

– Ridefinisce il ruolo del servizio di intelligence nella procedura d'indagine penale per

assicurare una chiara separazione dei mandati e dei regolamenti riguardanti l'intercettazione di comunicazioni ai fini dell'indagine penale da un lato e a fini di sicurezza dall'altro, e

predispone un solido meccanismo di controllo in modo da evitare abusi.

– Allinea la propria legislazione con le 40 raccomandazioni FATF, attua la sua strategia in materia di indagini finanziarie, anche provvedendo alla formazione necessaria sul concetto di indagine finanziaria e conduce sistematicamente indagini finanziarie in parallelo con indagini penali sulla corruzione e la criminalità organizzata.

– Adotta una nuova normativa sul recupero dei beni - che sia in linea con l'acquis dell'UE ma che preferibilmente vada al di là dello stesso -, istituisce un ufficio per il recupero dei beni, che dovrebbe anche essere in grado di gestire correttamente tali beni ed è dotato di risorse adeguate in termini di personale, attrezzature e bilancio. Ottiene i primi risultati relativamente al numero e quantità maggiori di proventi di reato confiscati, in particolare nei casi di

criminalità organizzata e riciclaggio dei proventi.

– Intensifica la lotta contro il riciclaggio dei proventi, in linea con le recenti raccomandazioni formulate dal comitato MONEYVAL nella sua relazione di valutazione sulla Serbia, e ottiene i primi risultati relativamente a un numero maggiore di operazioni sospette segnalate all'Unità di informazione finanziaria ed assicura che questi dati siano usati in modo proattivo nelle indagini penali.

(30)

– Adotta e attua una strategia e un piano d'azione in linea con la strategia dell'UE contro la tratta degli esseri umani, nel rispetto di un approccio basato sui diritti umani. Allinea la propria normativa al pertinente acquis dell'UE, rafforzando la sua capacità operativa, garantendo un atteggiamento maggiormente proattivo delle autorità investigative, concentrando gli sforzi di prevenzione anche su gruppi vulnerabili quali minori e Rom, prevenendo la rivittimizzazione nel corso delle indagini, delle azioni penali o dei processi e fornendo formazioni su quanto sopra a tutti i servizi e le organizzazioni pertinenti, compresi i servizi che possono contribuire alla rapida identificazione delle vittime e/o delle potenziali vittime.

– Elabora, adotta e attua una strategia e un piano d'azione per affrontare efficacemente la criminalità informatica, in linea con l'approccio strategico e operativo dell'UE contro la criminalità informatica. Rafforza la sua capacità operativa (in termini di personale e

attrezzature dell'unità di lotta alla criminalità ad alta tecnologia) per affrontare la criminalità informatica e allinea la sua normativa al pertinente acquis dell'UE, anche per quanto riguarda gli abusi sessuali online su minori, fornisce formazioni specializzate e sensibilizza i funzionari pubblici e l'opinione pubblica sulla criminalità informatica.

– Intensifica la lotta contro lo stoccaggio, la vendita e il possesso di armi da fuoco illegali (in particolare in connessione ad attività terroristiche), attua la nuova legge sulle armi e le munizioni e adotta e attua la strategia e il piano d'azione futuri sulle armi leggere e di piccolo calibro (SALW) per il periodo 2016-2021. Intensifica la sua capacità operativa (compreso per quanto riguarda la raccolta di intelligence, l'analisi e lo scambio di informazioni), allinea ulteriormente la sua normativa al pertinente acquis dell'UE, istituisce un sistema centralizzato per la registrazione delle armi sequestrate e scambia informazioni su di esso, e assicura lo stoccaggio e la distruzione sicuri delle armi confiscate.

– Sulla base dei risultati di una valutazione d'impatto, fornisce personale, formazione e

attrezzature supplementari all'unità per la protezione dei testimoni del ministero dell'interno.

– Registra i primi risultati di indagini, azioni penali e condanne efficaci ed efficienti in casi di criminalità organizzata, compresa la confisca di proventi di reati.

(31)

La Serbia intensifica gli sforzi per assicurare la conformità ai requisiti dell'UE nel settore dell'antiterrorismo

– Adotta e attua una nuova strategia per prevenire e combattere il terrorismo in linea con la strategia antiterrorismo dell'UE, allinea la sua normativa nella misura massima al pertinente acquis dell'UE, continua a sviluppare la sua capacità operativa, compie sforzi effettivi per prevenire la radicalizzazione e l'estremismo e intensifica la cooperazione concreta e lo scambio di informazioni con i servizi specializzati nell'UE e nei suoi Stati membri.

La Serbia intensifica gli sforzi per assicurare la conformità ai requisiti dell'UE relativamente alla cooperazione nel settore della droga

– La Serbia prosegue l'attuazione della strategia in materia di abuso di stupefacenti (2014-2021) e del relativo piano d'azione (2014-2017) e controlla la qualità e gli effetti della loro

attuazione.

– Adotta misure intese a rafforzare la capacità operativa degli organismi coinvolti nella lotta contro il traffico di stupefacenti, in particolare il servizio per la prevenzione delle

tossicodipendenze e l'eliminazione del traffico di stupefacenti del ministero dell'interno, che dovrebbe disporre di personale e formazione completi per consentirgli di svolgere indagini proattive in maniera sistematica.

– Garantisce una regolare cooperazione tra i vari organi responsabili della prevenzione

dell'abuso di stupefacenti e il coordinamento complessivo della politica nazionale contro gli stupefacenti. Assicura che non vi siano sovrapposizioni dei mandati.

– Assicura un'agevole cooperazione con l'Osservatorio europeo delle droghe e delle

tossicodipendenze (OEDT) tramite l'osservatorio nazionale delle droghe presso il ministero della salute e riferisce periodicamente all'OEDT.

– Ottiene i primi risultati relativamente a un maggior numero di sequestri di stupefacenti e assicura lo stoccaggio sicuro e la distruzione effettiva degli stupefacenti e dei precursori confiscati in linea con le norme UE. Assicura che le condanne definitive per narcotraffico siano sistematicamente corredate di decisioni di confisca dei proventi illeciti dei criminali condannati.

(32)

Il controllo dei progressi compiuti nell'allineamento all'acquis e nella sua attuazione continuerà in tutto l'arco dei negoziati. L'UE sottolinea che seguirà con particolare attenzione tutte le questioni specifiche summenzionate - anche per mezzo di missioni di valutazione inter pares - al fine di assicurare la capacità amministrativa della Serbia. Conformemente alle disposizioni del quadro di negoziato, la Commissione esprime l'intenzione di proporre parametri provvisori aggiornati,

ogniqualvolta debitamente giustificato. Al riguardo, le misure per adeguare l'assistenza preadesione possono essere prese soltanto in conformità delle norme e procedure applicabili. Particolare

attenzione deve essere prestata ai nessi esistenti tra il presente capitolo e altri capitoli di negoziato.

La valutazione finale della conformità della legislazione della Serbia rispetto all'acquis e della sua capacità di attuazione potrà avvenire solo in una fase successiva dei negoziati. In aggiunta a tutte le informazioni eventualmente richieste dall'UE per i negoziati sul presente capitolo, che devono essere fornite alla conferenza, l'UE invita la Serbia a trasmettere regolarmente al Consiglio di stabilizzazione e di associazione informazioni scritte particolareggiate in merito ai progressi compiuti nell'attuazione dell'acquis.

Considerato quanto precede, la conferenza dovrà ritornare sul presente capitolo a tempo debito.

Inoltre l'UE ricorda che tra l'avvio e la conclusione dei negoziati potrà esserci un nuovo acquis.

Riferimenti

Documenti correlati

Nel caso in cui la suddetta raccomandazione sia sottoposta a votazione da parte della CND nella sessantatreesima sessione del marzo 2020, gli Stati membri dovrebbero adottare

(6) Conformemente all'articolo 19, paragrafo 3, lettera a), e all'allegato V, criterio 2.1, del regolamento (UE) 2021/241, il PRR della Danimarca rappresenta in ampia

Progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione, a nome dell'Unione europea, del protocollo sull'eliminazione del commercio illegale dei prodotti derivati dal

(9) Conformemente al regolamento (UE) 2019/816 e al fine di sostenere l'obiettivo dell'ETIAS di contribuire a un elevato livello di sicurezza permettendo una

Si presume che l'ingerenza nei diritti fondamentali alla vita privata e alla protezione dei dati, implicata da un regime di accesso del pubblico alle informazioni sulla

(14) Il PRR comprende un'ampia serie di riforme e investimenti sinergici che contribuiscono ad affrontare efficacemente tutte le sfide economiche e sociali, o un

Una disposizione di attuazione ai sensi del presente accordo può essere negoziata a nome degli Stati Uniti d'America dal Dipartimento della difesa, rappresentato dai comandi,

conformemente alle tabelle sulle possibilità di pesca seguenti: granatieri nelle acque groenlandesi delle zone 5 e 14 (GRV/514GRN) e granatieri nelle acque groenlandesi della