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ALCUNE BREVI NOTE CONCERNENTI GLI INGRANAGGI A DENTATURA BIELICOIDALE ED ALTRO

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ALCUNE BREVI NOTE CONCERNENTI GLI INGRANAGGI A DENTATURA BIELICOIDALE ED ALTRO

Possono essere considerati come l’insieme di due dentature elicoidali simmetriche con inclinazione ∂ opposta (destra e sinistra) rispetto al piano medio della ruota, in

tal modo si bilancia la spinta assiale. Questi ingranaggi furono conosciuti ,apprezzati e valorizzati da Andrè Citroën (100 anni Citroën) che scoprì come sono capaci di

moltiplicare la superficie di appoggio tra i denti, riducendo, nel contempo, l’ingombro delle scatole destinate a contenerli. Nasce, così , nel 1902, la prima officina, per la produzione di ingranaggi il cui stemma era quello che avrebbe contraddistinto ogni sua futura impresa: la sagoma stilizzata degli ingranaggi a cuspide, a forma di due ‘V’ sovrapposte e rovesciate, ovvero il “double

chevron”,definito dal sunnominato “due teste di freccia naturalmente puntate verso l’alto”.

Di seguito, verrà trattato e sviluppato un ingranaggio a semplice dentatura elicoidale, coniugato (rocchetto e ruota). Il rocchetto è utilizzato per trasmettere una potenza meccanica N di 50 CV. Un ingranaggio a semplice dentatura elicoidale, assemblato con analogo pure a dentatura elicoidale, forma un ingranaggio a

dentatura bielicoidale, e ciò sia per il rocchetto che per la ruota ad esso coniugata.

Si assume un modulo normale mn = 12 mm. La dentatura è caratterizzata dai seguenti elementi: angolo di pressione normale θn = 19° 35’ e cioè l’angolo che la componente normale dello sforzo al profilo dei denti in presa forma con il piano tangente ai due cilindri primitivi; angolo di pressione θ = 22° 20’ e cioè l’angolo che la direzione dello sforzo tra due denti in presa forma con lo stesso piano ; α =30°

angolo di inclinazione dell’elica primitiva ; αo = 28° 10’ angolo di inclinazione dell’elica sul cilindro base.

Il momento motore sul rocchetto si può ricavare mediante la formula seguente: Mt = 716,2 . N/n Kgm, ove n è il numero di giri/minuto del rocchetto ed N è la suddetta potenza in CV.

Il modulo circonferenziale mc = mn/cos 30°= 12/0,86603= 13,85 mm ; il passo circonferenziale sarà pc =mc ∙ π = 43,50 mm ; il passo normale è pn = 12 ∙π = 37,68 mm ; il passo assiale è pa = π ∙mc/tgα = 75,32 mm ; la larghezza assiale l della

dentatura sarà determinata successivamente.

Si assume il valore v = 2m/sec ,per la velocità periferica e, per il diametro della periferia primitiva del rocchetto,d1=380 mm ; per la ruota il diametro sarà d2 =1520

mm , essendo ϕ=1/4 il rapporto di trasmissione.

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La velocità angolare è ω = π∙n1/30 sec-1, da cui si ricava il numero di giri del rocchetto n1 = 30∙v/π∙r1 = 100 giri/min.

Quello della ruota sarà 25 giri/min . Dalla formula sen ∂ = mn ∙z1/d1 si ricava il

numero di denti del rocchetto ,essendo ∂ l’angolo di 60°, complementare di quello di 30° d’inclinazione dell’elica primitiva. Pertanto, z1 = π∙38/4,350 = 27 denti quelli

della ruota z2 = 108 denti.

Il momento motore è dato dalla formula Mt = 716,2 ∙ 50 / n = 358 kg∙m e lo sforzo periferico sul rocchetto (e sulla ruota) sarà Fc = Mt/r1 = 358/(190 ∙10-3) = 1884 kg che sarà considerato ripartito a metà ( kg 942 ) su ciascuna delle due ruote elicoidali che,

assemblate, formeranno gli ingranaggi a denti bielicoidali.

La lunghezza assiale è data dalla formula l=( Fc/2 ) /fc ,ove fc è lo sforzo periferico per unità di lunghezza degli ingranaggi, dato da fc = k.√d1 ,con k = 0,8 kg /mm2 (costante di Parsons in Gran Bretagna) ,oppure dalla formula fc/d1 = C1 , che tiene conto di una serie di elementi quali: ( σ,E,θn,α,λ,p ), eventualmente, moltiplicato per il fattore

correttivo 1,1/(1+τ) , con τ = 0,25, in relazione al fatto che ϕ è maggiore di 1/10.

Essendo r1 ed r2 i due raggi primitivi dei due ingranaggi; l’interasse è I = r1+r2 e

sussiste il rapporto r1/r2 = n2/n1 da cui si ricavano r2 = I ∙n1/(n1+n2) ed r1= I-r2 . Negli ingranaggi a denti elicoidali, si individuano i seguenti piani : piano

perpendicolare all’asse del dente ; piano trasversale dell’ingranaggio e cioè

perpendicolare all’asse dello stesso ; piano tangente ai due cilindri primitivi; piano tangente ai due cilindri di base, passante per il punto C di contatto; traccia della genaratrice di contatto dei due cilindri primitivi; retta di pressione. Nonchè i

seguenti angoli : angolo di inclinazione α dell’elica cui appartiene il dente ; angolo di pressione θ e cioè quello tra la retta di pressione ed il piano tangente ai due cilindri primitivi dei due ingranaggi coniugati od anche angolo tra la traccia del piano

tangente ai due cilindri primitivi e quella del piano tangente ai due cilindri base;

angolo θn di pressione normale formato tra la retta normale alla superficie elicoidale del dente nel punto di contatto C ed il piano tangente ai due cilindri primitivi lungo la loro generatrice di contatto di cui C è la traccia ; angolo α0 di inclinazione

dell’elica su ciacun cilindro base di raggi ρ1 e ρ2. Tra i suddetti angoli, sussistono le relazioni : tgα = tgα0 ∙r11= tgα0/cosθ ; tgθn= cosα ∙tgθ ; cosθ = ρ1/r1, ove ρ1 è il

raggio della periferia primitiva del cilindro base del rocchetto; lo stesso dicasi per la ruota per la quale ρ2 è il raggio della periferia primitiva del cilindro base.

Con l’applicazione delle nuove formule,invece,si ottiene la seguente articolazione : il passo circonferenziale è pari a pc= 43,50 mm; pertanto,il salto o altezza della

freccia , per ẞ =4 (parametro che può intervenire nel calcolo di l/2) , t0 sarà t0 =

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1,155 ∙pc = 50, 24 mm ; essendo, poi, t0 il cateto opposto all’angolo di 30°,

l’ipotenusa (del triangolo, di seguito,indicato) sarà 2∙t0 = 100,48 mm e rappresenta la lunghezza dell’asse del dente elicoidale. La lunghezza assiale dell’ingranaggio a

semplici denti elicoidali è pari a l/2 = 86,60 mm, valore confermato dall’applicazione della formula t0 = 1/2 (l/tg∂ ; si è preso in consideraione il triangolo rettangolo avente per cateti t0 e l/2 e per ipotenusa la lunghezza dell’asse del dente, e ∂ è l’inclinazione dell’asse dei denti rispetto al piano medio della ruota a denti bielicoidali.

Segmento di imbocco (λ).

Se si considera un dente elicoidale, si può sezionarlo in tante sezioni trasversali, mediante piani equidistanti, e proiettarle su un piano normale all’asse

dell’ingranaggio. Il piano tangente ai due cilindri di base avrà per traccia una retta r;

la retta r intersecherà le tracce dei due cilindri di testa nel punto M (ruota condotta) e nel punto M’ (ruota motrice); il segmento MM’ (MC+CM’) è il segmento di

imbocco di ciascuna delle sezioni trasversali in cui si considera suddiviso un dente elicoidale, mediante i suddetti piani equidistanti.

Segmento di contatto (λc=λ/senα0).

E’ la lunghezza massima del segmento di contatto di un dente che ne rappresenta anche l’asse.

Arco di imbocco (arco A’B’).

Ciascuna sezione trasversale del dente elicoidale possiede un proprio arco di

imbocco dato da λ/cosθ. Poichè le varie sezioni del dente entrano in presa in tempi successivi ed occupano un arco di periferia primitiva pari a l∙tgα, l’arco di imbocco totale del dente è dato da λ/cosθ + l∙tgα. Inoltre,essendo l/pa la somma delle lunghezze dei segmenti di contatto di tutti i denti simultaneamente in presa e λc=λ/senα0 la lunghezza di ciascun segmento, la somma delle lunghezze sarà lt= λc ∙ l/pa che è costante solo se l/pb è intero, ove pb (passo base trasversale) è la distanza

tra due eliche contigue, misurata sul piano trasversale e sul cilindro base.

Per angolo di imbocco si intende l’angolo al centro ẞ descritto da un dente durante il contatto con il dente coniugato e che intercetta sulla circonferenza di base (traccia del cilindro di base) l’arco AB, mentre sulla circonferenza primitiva(traccia del cilindro primitivo) intercetta l’arco A’B’ che rappresenta l’arco di imbocco

corrispondente all’angolo ẞ.

Linea di contatto.

In uno stesso istante, sono in contatto tutti quei punti dei profili delle diverse sezioni, in cui può essere suddiviso un dente elicoidale, che sono intersezioni del fianco del dente con la retta r (traccia del piano tangente ai due cilindri base) e che

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rappresenta il segmento di imbocco. La proiezione sul piano trasversale del

segmento di imbocco rappresenta la linea di contatto tra due denti.

Tutte le circonferenze considerate sono periferie : primitiva; di base ; di troncatura di testa e di base, ecc. Per i piani e per le rette, le tracce sono, rispettivamente, una retta ed un punto.

Resistenza dei denti a flessione.

Si considera il dente, nel tratto direttamente caricato, rettilineo con la direzione della tangente all’elica primitiva (inclinazione α) ; si trascura la curvatura della

superficie cilindrica dalla quale sporge il dente e si ammette che abbia una sezione d’incastro piana e rettangolare; il tratto di dente caricato direttamente viene

considerato isolato dalle parti restanti adiacenti, mediante due piani passanti per gli estremi del segmento di contatto (λc =λ/senα0 , lunghezza massima di ciascuna

sezione) e normali all’elica primitiva; si considera il carico applicato in tutte le sezioni normali all’elica primitiva, in corrispondenza alla periferia del cilindro (circonferenza)

di troncatura di testa e tagliate dalla retta r, traccia del piano tangente ai due cilindri di base.

Applicando la vecchia formula di LEWIS si ha : Fc/(2∙cosα) = φ∙pn∙λ/senα0 ∙(cos2α/cosα0) ∙(l/pa ∙σf) ,ove φ è il fattore di forma che

tiene conto della “forma” del dente, i valori sono tabellati ; il valore di σf sarà

confrontato con il valore di sollecitazione a fatica. Per i denti dritti, φ = g2/6∙p∙h, ove h è l’altezza del dente. La formula di Lewis si può applicare per gli ingranaggi

elicoidali, a condizione che in luogo di Fc/2 si ponga Fc/(2.cosα), in luogo di l, si ponga λt = λt∙ cosα/cosα0 ,in luogo di φ, si ponga un nuovo valore φ corrispondente a

quello di una ruota fittizia avente un numero di denti pari a z’ = z/cos3α e un raggio primitivo r= mn∙z/2 ; l va misurata sul cilindro primitivo, mentre λt è misurata sul cilindro base. Per la sezione normale del dente, si può assumere 0,35 t per il

dedendum, e 0,25 t per l’addendum, cosicchè l’altezza totale risulta pari 0,60 t, ove t è il passo circolare pari a 43,5 mm; l’altezza del dente sarà 0,60 ∙43, 5 = 26,1 mm = m

0,0261.

L’asse del dente elicoidale ha una lunghezza di ld=100 mm ed uno spessore al piede s1 = ζ∙t = 0,52∙4,350 = 2,262 cm = 22,62 mm , per cui la sezione resistente del dente sarà 2262 mm2; il momemto flettente è dato dalla componente normale all’asse- dente dello sforzo, Fc/2 /(cosα∙cosθn)= (Fc/2)/0,81593 = kg 942 /0,81593 = kg

1154,510 per l’altezza del dente m 0,0261 = kg m = 30,132= kg mm 30132 . Il modulo di resistenza è dato da 1/6∙ ( ld ∙s12) = 8527,74 mm3 per cui la tensione

interna della sollecitazione a flessione sarà σf= Mf/ᴡf = kg/mm2 3,53 circa.

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Materiali.

Per il rocchetto, si prevede di impiegare un acciaio al 3% di nichel con carico di rottura 70 kg/mm2 e per la corona dentata della ruota un acciaio allo 0,4% di carbonio con carico di rottura 50 kg/mm2. Assumendo un grado di sicurezza per

rottura a fatica 5, si ottengono i valori delle tensioni in esercizio 14 kg/mm2 e 10 kg/mm2, rispettivamente, e che risultano accettabili.

Il gioco tra i fianchi dei denti.

Il logorio dell’utensile utilizzato per il taglio della dentatura, con le diverse passate, fa si che tutti i denti di una ruota dentata non abbiano la stessa grossezza.

D’altronde, occorre che tra i denti vi sia sempre un certo gioco, per consentire la dilatazione dovuta al riscaldamento conseguente al funzionamento, e per rendere

possibile la lubrificazione.

Si definisce gioco base trasversale lo spostamento ∂b, misurato lungo la retta

d’imbocco, corrispondente alla rotazione che il profilo di un dente compie per entrare in contatto con quello della ruota coniugata; ciò, eguaglia l’arco della

circonferenza base, necessaio per ottenere il contatto.

Si definisce il gioco base normale ∂bn la minima distanza tra i fianchi di due denti, mentre gioco assiale ∂a indica di quanto può essere spostata, in senso assiale, una

ruota rispetto all’altra.

Tra i suddetti giochi, sussistono le relazioni: ∂bn = ∂b ∙ cosα0 ; ∂a = ∂b/tgα0 = ∂bn/senα0. Il gioco trasversale ∂ rappresenta l’arco di circonferenza primi]va percorso dal

punto del profilo intercettato dalla stessa, per entrare in contatto con il profilo del

dente coniugato, nel punto intercettato da quest’ultimo sulla primitiva periferica.

Se ρ1 è il raggio della circonferenza base, l’angolo di rotazione corrispondente è

b1, e se r1 è il raggio primitivo, si ha : ∂/r1 = ∂b1. La distanza trasversale tra due eliche primitive, misurata sui fianchi dei denti

coniugati, è il gioco ∂n ,esso è uguale a ∂∙cosα.

Il gioco radiale è lo spostamento ∂r da dare all’asse di una ruota ,in direzione normale allo stesso, perchè i denti delle due ruote coniugate si tocchino su entrambe le facce. Esso è difficile da calcolarsi, in quanto, tra l’altro, con lo

spostamento, varia l’angolo di pressione.

Nel caso di accoppiamento ruota-dentiera, essendo costante l’inclinazione θ del

profilo della dentiera, si ha ∂r = ∂/(2∙tgθ), ove ∂ è il gioco trasversale.

Nel suddetto spostamento, eliminando il gioco trasversale, si otterranno due nuovi raggi primitivi r’1 ed r’2 la cui somma dà il nuovo interasse i; si otterrà un nuovo

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angolo di pressione θ ed un nuovo passo p = g’1 + g’2 (somma delle grossezze dei

denti in corrispondenza dei nuovi raggi primitivi).

Esplicitando i valori delle suddette g’ e tenendo conto che p’/p= r’1/r1, si ricava p

che, essendo uguale a g1+g2+∂, permette, infine, di ricavare i’ e quindi ∂r = i-i’ =

=i. (1-(cosθ/cosθ’).

Vari riferimenti brevi concernenti l’argomento di cui trattasi.

La curvatura dell’evolvente diminuisce all’aumentare del raggio base ρ; nel taglio della dentatura, il segmento d’imbocco diminuisce, al diminuire del raggio di curvatura del coltello; perciò, nel taglio, è opportuno utilizzare l’utensile coltello-

dentiera che ha un raggio di curvatura ∞, onde o_enerne il valore massimo.

Da osservare che l’aumento del segmento di imbocco comporta una limitazione

nell’altezza dei denti, cioè nella posizione delle due troncature di testa.

Nella dentiera sono individuabili alcuni elementi fondamentali quali: la linea dei dati cioè la linea sulla quale, a meno del gioco ∂, l’ampiezza del vano e la grossezza del dente coincidono, in dimensione; la primitiva di taglio della dentiera è la retta tangente alla primitiva di taglio della ruota, ecc.La primitiva di taglio della dentiera non coincide, sempre, con la linea dei dati, ma risulta spostata di una quantità s detta spostamento dei “cerchi” che viene considerato positivo, se la primitiva di taglio è spostata, rispetto alla linea dei dati, verso l’estremità dei denti della

dentiera. Si evidenzia che, per creare il gioco, si fa uno spostamento della dentiera

generatrice all’interno del dente, almeno per gli utensili normali.

Se il dente è elicoidale, si calcoleranno il gioco normale ∂n = ∂ cosα e gnd = (pn/2) –

(∂n), essendo la dentiera, data sulla sezione normale all’elica.

Se la dentiera , già assegnata, avesse un gioco diverso da quello progettato, si potrà

ottenere quest’ultimo, dando alla dentiera uno spostamento s tale che 2s. tgθn = ∂n. Per il valore di φ relativo alla ruota fittizia di cui sopra, si ricavano z’ = 41 , r’ = 159

mm, il passo periferico pc = 2∙π∙r’/z’ = 24 mm ; si ottiene φ = 0,0825.E’ come se, in luogo di considerare la sezione normale all’elica, si considerasse una ruota a denti

diritti, contraddistinta dai suddetti dati (r’,z’,ecc.).

φ’ è indipendente dal passo, poichè h e g sono proporzionali al passo, e dipende solo

dalla “forma” del dente ed è per questo che prende il nome di “fattore di forma”.

φ dipende dalla sezione normale all’elica primitiva, in cui il cilindro primitivo, di raggio r, appare come una ellisse di semiassi r ed a; si ricorre alla circonferenza osculatrice (alias cerchio osculatore) di raggio r’, considerando che nel punto di comune contatto C delle due citate curve piane, esse hanno la stessa curvatura e cioè la circonferenza 1/r’e l’ellisse b/a2,ove b=r ed a (semiasse maggiore) = r/cosα, per cui r’= a2/b = r/cos2α. Cioè, è come se, in luogo di considerare la sezione normale all’elica, si considerasse una ruota a denti diritti di raggio primitivo r’= r/cos2α e con

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numero di denti z’= z/cos3α. Il passo base pb, cioè la distanza tra un’ elica e quella immediatamente successiva, misurata sul “cerchio” base, è uguale al segmento MC (semisegmento di imbocco), ciò, per una proprietà delle evolventi; l’uguaglianza dei passi base e cioè pb1=pb2 è la prima condizione per il corretto accoppiamento di due ruote dentate coniugate. Se il segmento di imbocco è suddiviso in due parti uguali dal punto di contatto C delle periferie primitive dei due cilindri primitivi e che rappresenta il centro istantaneo di rotazione (traccia della generatrice di contatto dei cilindri stessi), allora la dentatura si dice a “cerchi “ simmetrici, altrimenti la

dentatura è detta a “cerchi” spostati.

Nel caso specifico, essendo l=173,2 mm e pb=40,330 ed il rapporto l/pb= 4,294 non intero, lt non è costante. λ =47,2 mm , l’arco d’imbocco totale del dente è λ/cosθ +l∙

tgα = 47,2/0,92388+(99,99702)= 151 mm.

Il grado di ricoprimento Г=λ/pb + l/pa, cioè il rapporto tra l’arco di imbocco e il passo trasversale p, nella dentatura elicoidale; nel caso di specie, sarà : Г = 47,2/38,2 +

173,2/75,3 = 3,5 ; essendo Г ˃ 1 e l/pa = 173,2/75,3 = 2,3, è assicurata la continuità della tramissione, nonchè che ci sia più di una coppia, simultaneamente, in presa e quindi ogni dente è meno caricato. λ/cosθ rappresenta l’arco di imbocco di

ciascuna sezione trasversale; le varie sezioni del dente elicoidale entrano in presa in

tempi successivi, percorrendo un arco di primitiva pari a l∙tgα.

Volendo determinare il carico (f) per unità di lunghezza del segmento di contatto (λ),

si procede come segue: f=(Fc/2)/(l/2)∙(p/λ )= (kg 942/86,60mm) ∙( 44,19/47,20) =

= 10,18 kg/mm / 0,9362 = 10,87 kg/mm, con riferimento alla ruota a semplici denti elicoidali. L’angolo di pressione θ, durante tutta la durata del contatto di due denti coniugati, rimane costante, e ciò permette di individuare con esattezza la condizione

di sollecitazione sui cuscinetti di appoggio.

I denti elicoidali si toccano lungo segmenti di retta, mentre le sezioni trasversali degli stessi, ottenute con piani equidistanti, si toccano, secondo una progressione temporale, nei punti ottenuti per intersezione del piano tangente ai cilindri base, sul

quale giace il segmento di imbocco, e i profili delle sezioni stesse.

Dimensionamento di massima dei cuscinetti (bronzine).

Si consideri la ruota, si hanno i dati: diametro della periferia primitiva 1520 mm;

larghezza della corona dentata e relativa nervatura 173,2 mm; spessore corona e

relativa nervatura, 84,5 mm; n.8 razze; mozzo. Per sopporti fissi di bronzo, si tiene ls = 1,7 d = 170 mm, essendo d il diametro dell’albero, calcolato per Kt = 360 kg/cm2, coefficiente di sicurezza alla torsione. Infatti, dalla letteratura tecnica si deduce che il diametro d dell’albero è dato dalla formula d = c∙√3N/n = 100 mm, essendo c un

coefficiente che corrisponde al succitato coefficiente ed essendo pari a 10; il peso

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dell’albero è di 61,70 kg/m. Per lo spessore dei cuscinetti, si tiene ss = (1/16)∙d+0,5cm= 11,25 mm e con spallamenti. Dal calcolo discende che la forza

Pt =(942+125+30,85 ) kg che grava sulla superficie d.ls del singolo cuscinetto determina una pressione specifica di kg 0,080/mm2, valore accettabile, essendo quella ammissibile di (0,6÷0,3) kg/mm2 , valore di perno su supporto in bronzo; si è tenuto conto del diametro del perno,ottenuto, sottraendo il valore del ribordo (pari a 10+10) mm dal diametro dell’albero; si è valutato in kg 250 il peso della ruota. La lunghezza del tratto di albero, sulla mezzeria del quale è calettatta la ruota, è data da: la2/d = 10000 da cui la = 1000 mm; per il rocchetto, si può considerare un albero avente lunghezza di 520 mm circa tra le due bronzine (quindi, tra i due sopporti dell’albero: i due perni), più la parte di albero, per il collegamento al motore elettrico. Per il rocchetto, si ha un carico totale di (942+71,2655+16,0420) = kg 1029,3075, per ogni bronzina, avendo valutato in kg142,531 il peso del rocchetto.

Il mozzo e le razze.

Il collare del mozzo, in acciaio, della ruota, può essere cosi’ determinato: dc = 1,75 ∙ d = 175 mm, ove d è il foro del mozzo uguale a circa il diametro dell’albero su cui è calettato,tramite chiavetta. Lo spessore dello stesso, se in acciaio, si fissa in s = 0,3∙d +10 = 40 mm. La lunghezza assiale del mozzo sara’: Lm = l + 0,025∙dp = 173,2+0,025∙

∙dp= 173,2+0,025 ∙1520 = 211,2 mm, ove l è la lunghezza assiale della ruota e dp è il

diametro della periferia primitiva della stessa.

Le razze possono essere assunte come segue: larghezza uguale a ( 5÷7) volte il

modulo normale; spessore uguale a 1,55 volte lo stesso modulo; lunghezza teorica 422,9 mm, dalla sommità della nervatura del mozzo fino alla nervatura della ruota,

sotto la corona. Il collegamento tra la ruota e l’albero, come pure tra rocchetto e relativo albero, avviene con chiavetta diritta avente sezione b∙h = 28∙16 = 748 mm2, lunghezza 190 mm, e leggermente cuneiforme, in senso longitudinale, per un valore z = 0,5 mm dell’inclinazione. Le suddette razze hanno l’area della sezione 72∙18,6 = 1339,2 mm2 e con l’asse baricentrico, parallelo alla dimensione maggiore, della

sezione nel piano di rotazione.

Per l’impianto potrebbe essere installato un motore elettrico asincrono trifase avente la potenza di almeno 46,5 kw. Infatti, se si converte la potenza di 50 CV in 36,76 kw e si considera un rendimento totale di η1∙η2 = 0,8 ∙ 0,99 = 0,792 ,essendo il primo intrinseco al motore elettrico ed il secondo relativo ai due ingranaggi, si ottiene la succitata potenza di 46,5 kw.In effetti, si installerà un idoneo motore

elettrico disponibile in commercio.

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Essendo l’area della sezione di ogni razza, pari a S = 72∙18,6 = 1339,2 mm2, ed

essendo ogni razza soggetta al momento resistente pari a 44,75 kgm, si ottiene, per

σf, il seguente valore σf = 44,75 ∙103 kg mm/4151,52 mm3 = 10,779 kg/mm2.

Scorcio dei due ingranaggi a dentatura bielicoidale

(rocchetto e ruota)

Bibliografia Costruzioni di Macchine –Facoltà di Ingegneria. Sottosezione Meccanica-Roma.

Vademecum per l’ingegnere Costruttore Meccanico. Dott.ing.prof. C. Malavasi,

Quindicesima Edizione. Editore Ulrico Hoepli-Milano, 1980.

La Manovella. Rivista Ufficiale dell’Automotoclub Storico Italiano –N 05-Maggio

2019-News: 100 anni Citroën.Torino.

Testo di Disegno di Costruzioni Meccaniche-ing.S.L.Straneo e prof. R.Consorti,

Casa Editrice Giuseppe Principato-Milano, volume secondo, 1964.

(Nicoletti) Dicembre, 2019.

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