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RICERCA SOCIOLOGICA, QUANTITATIVA E QUALITATIVA SULL’ATTIVITÀ DI PREVENZIONE E CURA DELLE DIPENDENZE NELLE PERSONE ADULTE E DI MINORI D’ETÀ, SOTTOPOSTE A MISURE RESTRITTIVE O LIMITATIVE DELLA LIBERTÀ PERSONALE IN EMILIA-ROMAGNA

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PREVENZIONE E CURA DELLE DIPENDENZE NELLE PERSONE ADULTE E DI MINORI D’ETÀ, SOTTOPOSTE A MISURE RESTRITTIVE O LIMITATIVE DELLA LIBERTÀ PERSONALE IN EMILIA- ROMAGNA

31 ottobre 2021

Regione Emilia Romagna Servizio Diritti dei cittadini

Direzione Generale Assemblea Legislativa Regionale

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Indice

1 Le finalità della ricerca ... 5

2 Il quadro di riferimento ... 6

Box 2.1 - Accordo tra la Regione Emilia-Romagna e la Magistratura del Tribunale di Sorveglianza di Bologna in merito alla procedura di collaborazione nell'esecuzione penale esterna nei confronti di tossicodipendenti ed alcoldipendenti (DGR 771/2010) ... 10

3 Il protocollo di ricerca: fonti e modalità di analisi documentale ... 14

3.1 Il perimetro della ricerca ... 14

3.1.1 Impostazione metodologica ... 15

3.2 Rassegna delle fonti disponibili in materia ... 15

3.3 Gli step effettuati per il reperimento dei dati non pubblici ... 22

4 I numeri del fenomeno ... 25

4.1 Popolazione detenuta: uno sguardo ai dati nazionali e regionali ... 25

4.2 La situazione negli Istituti Penitenziari dell’Emilia-Romagna ... 28

4.3 La situazione penitenziaria nell’Area Minorile ... 31

4.4 Dipendenze patologiche e salute mentale ... 33

4.5 Esecuzione di misure alternative ... 36

4.6 Le strutture e i servizi ... 41

Box 4.1 - “Programma regionale per la salute negli Istituti penitenziari”: Indicazioni alle aziende USL per la redazione dei programmi aziendali”. ... 41

4.6.1 Gli istituti penitenziari e le sezioni a custodia attenuata ... 45

4.6.2 I Servizi per le Dipendenze patologiche (Ser.D.P.) ... 45

4.6.3 Uffici Interdistrettuali di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) ... 46

5 L’indagine qualitativa sulle attività di prevenzione e di cura delle dipendenze per le persone detenute ... 47

5.1 L’avvio del processo (presa in carico) ... 48

Box 5.1 – L’avvio del processo per i minori sottoposti a misure restrittive o limitative della libertà personale ... 51

5.2 La definizione e l’attivazione dei programmi ... 52

Box 5.2 – La definizione e l’attivazione dei programmi per i minori ... 55

5.3 L’attuazione dei programmi di cura delle dipendenze ... 56

Box 5.3 – Gli esiti delle attività di cura per i minori... 57

6 Riflessioni conclusive ... 58

APPENDICE STATISTICA ... 63

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Indice tabelle e figure

Tabella 3.1 - Rassegna delle fonti disponibili in materia di numerosità e tendenze della popolazione

detenuta ... 17

Tabella 3.2 – Rassegna delle fonti disponibili in materia di dipendenze patologiche e doppia diagnosi ... 18

Tabella 3.3 – Rassegna delle fonti disponibili in materia di misure alternative alla detenzione ... 19

Tabella 3.4 – Rassegna delle fonti disponibili in materia di minorenni rientranti nel circuito penale ... 21

Tabella 3.5 – Indicatori rilevati durante le visite dell’Associazione Antigone ... 22

Tabella 4.1 – Numero di istituti penitenziari, numero di detenuti presenti, di cui donne e di cui stranieri al 31 dicembre 2019 ... 25

Figura 4.1 – Indice di sovraffollamento negli istituti penitenziari in Emilia-Romagna e in Italia, anni 2017-2019 (dati al 31 dicembre di ciascun anno) ... 26

Tabella 4.2 – Numero di detenuti presenti negli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna e dell’Italia, anni 2017-2019 (dati al 31 dicembre di ciascun anno) ... 26

Tabella 4.3 – Numero di detenuti presenti negli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna e dell’Italia distinti fra italiani e stranieri, anni 2017-2019 (dati al 31 dicembre di ciascun anno) ... 27

Figura 4.2 – Numero di detenuti italiani e stranieri presenti negli istituti penitenziari dell’Emilia- Romagna, anni 2012-2019 (dati al 31 dicembre di ciascun anno) ... 27

Figura 4.3 – Ingressi dalla libertà di cittadini italiani e stranieri negli istituti penitenziari dell’Emilia- Romagna, anni 2012-2019 (dati al 31 dicembre di ciascun anno) ... 28

Tabella 4.4 – Istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna: numero di detenuti presenti nel 2017, 2018 e 2019. Capienza regolamentare, indice di sovraffollamento e percentuale di detenuti stranieri, anno 2019 (dati al 31 dicembre di ciascun anno) ... 29

Figura 4.4 – Numero di detenuti presenti per ogni istituto penitenziario dell’Emilia-Romagna dal 2017 al 2019 (dati al 31 dicembre di ciascun anno) ... 29

Tabella 4.5 – Numero di persone detenute per almeno un giorno negli istituti penitenziari dell’Emilia- Romagna, anni 2017-2018 (valori assoluti e % dei nuovi ingressi nell’anno)... 30

Tabella 4.6 – Flussi di utenza del Centro di Prima Accoglienza di Bologna, anni 2017-2019 ... 31

Tabella 4.7 – Flussi di utenza della Comunità Ministeriale di Bologna, anni 2017-2019 ... 32

Tabella 4.8 – Flussi di utenza delle Comunità private - CGM di Bologna, anni 2017-2019 ... 32

Tabella 4.9 – Flussi di utenza dell’Istituto Penale per Minorenni di Bologna, anni 2017-2019 ... 32

Tabella 4.10 – Numero di detenuti, di cui con almeno una dipendenza patologica negli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna, anni 2017 e 2018. Valore assoluto, % e variazione % 2018-2017. ... 34

Figura 4.5 – Percentuale di detenuti per combinazioni di diagnosi croniche, psichiatriche e dipendenze rispetto al totale dei detenuti con almeno una diagnosi di dipendenza (N=2.200) negli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna nel 2018 (dato di flusso) ... 35

Figura 4.6 – Percentuale di detenuti con almeno una diagnosi di dipendenza rispetto ai detenuti dell’istituto penitenziario (blu) e rispetto al totale detenuti con patologia alcol-tossicodipendenza in Emilia-Romagna (rosso), anno 2018 (dato di flusso) ... 35

Tabella 4.11 – Andamento delle misure alternative in Emilia-Romagna, anni 2017-2019* ... 36

Tabella 4.12 – Persone in Affidamento in prova tossicodipendenti art. 94 T.U.309 in Emilia- Romagna, anni 2017-2019* ... 37

Tabella 4.13 - Numero di soggetti in Affidamento in prova tossicodipendenti, dati di flusso, anno 2017... 38

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Tabella 4.14 - Numero di soggetti in Affidamento in prova tossicodipendenti, dati di flusso, anno

2018... 38

Tabella 4.15 - Numero di soggetti in Affidamento in prova tossicodipendenti, dati di flusso, anno 2019... 39

Tabella 4.16 - Numero di soggetti in Affidamento in prova tossicodipendenti alla data del 31.12.2017 ... 39

Tabella 4.17 - Numero di soggetti in Affidamento in prova tossicodipendenti alla data del 31.12.2018 ... 40

Tabella 4.18 - Numero di soggetti in Affidamento in prova tossicodipendenti alla data del 31.12.2019 ... 40

Numero detenuti per almeno un giorno nell’anno - 2017 ... 63

Numero detenuti per almeno un giorno nell’anno - 2018 ... 63

Numero detenuti per almeno un giorno nell’anno - 2019 ... 63

Numero detenuti per almeno un giorno nell’anno - 2020 ... 64

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1 Le finalità della ricerca

Le visite agli istituti penitenziari e i relativi colloqui svolti dal Garante dei detenuti hanno confermato un’ampia diffusione delle problematiche legate alle dipendenze all’interno delle realtà carcerarie su tutto il territorio regionale.

La presente ricerca intende fornire una prima risposta all’interesse manifestato dal Garante per la definizione di un quadro conoscitivo della presa in carico della persona con problematiche di dipendenza in esecuzione penale sia interna che esterna, attraverso la raccolta organica e integrata dei dati già disponibili in materia.

La prima fase dell’attività di ricerca, oggetto del presente report, sarà finalizzata alla raccolta e all’elaborazione dei dati specialistici ad oggi rilevati e messi a disposizione dai diversi interlocutori istituzionali (dati sanitari, ministeriali, di accoglienza delle strutture terapeutiche e residenziali, ecc.) sul territorio regionale, con l’obiettivo di offrire, da un punto di vista quantitativo a partire dai dati ufficiali pubblici, un quadro conoscitivo il più possibile esaustivo delle caratteristiche e delle esperienze di esecuzione penale sperimentate dalle persone con dipendenze patologiche.

Questo primo step di ricerca fornirà gli elementi conoscitivi indispensabili per avviare opportuni approfondimenti rispetto al sistema di offerta (attraverso una mappatura della rete delle strutture e dei servizi e delle attività disponibili), rispetto alle caratteristiche dei destinatari target non rilevabili a partire dai dati statistici ufficiali, alle modalità di presa in carico di questo target all’interno degli istituti penitenziari o all’accompagnamento verso misure alternative alla detenzione in carcere.

La seconda fase della ricerca, grazie anche agli approfondimenti sul campo che saranno realizzati attraverso interviste ai principali attori coinvolti (Sert, assistenti sociali dell’UEPE, responsabili dell’area giuridico-pedagogica delle carceri, ecc.), consentirà dunque di restituire un quadro di conoscenza di tutto il sistema, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, segnalando eventuali aree di potenziale miglioramento.

In virtù del compito proprio dell’ufficio del Garante di verifica delle effettive possibilità di accesso delle persone sottoposte a misure privative o limitative della libertà personale ai servizi e alle misure che ne consentano la cura e la riabilitazione, la ricerca persegue obiettivi di descrizione delle modalità di presa in carico, di definizione dei programmi riabilitativi, dell’avvio dei percorsi verso le sezioni specializzate o verso le misure alternative alla detenzione in carcere, verificando anche eventuali differenze nelle possibilità di accesso ai percorsi in relazione alla cittadinanza e alla residenza ed alla recidiva.

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2 Il quadro di riferimento

La decima edizione del Libro Bianco 1sulle droghe mette in luce i danni collaterali prodotti dal Testo Unico sulle sostanze stupefacenti Jervolino-Vassalli del D.P.R. n. 309/90 (l’art. 73 e l’art 95 in particolare) che continua ad essere il principale veicolo di ingresso nel sistema della giustizia italiana e nelle carceri. L’articolo 95 del D.P.R. n. 309 del 9 ottobre 1990 prevede, in particolare, che “La pena detentiva nei confronti di una persona condannata per reati commessi in relazione al proprio stato di tossicodipendente deve essere scontata in istituti idonei per lo svolgimento di programmi terapeutici e socio-riabilitativi” e che “con il decreto del Ministro di grazia e giustizia si provvede all'acquisizione di case mandamentali ed alla loro destinazione per i tossicodipendenti condannati con sentenza anche non definitiva”.

In Emilia-Romagna, ad oggi, non risultano istituti autonomi, ma sezioni a trattamento intensificato o differenziato, sulla base dell’art. 115 D.P.R. n. 230 del 30 giugno 2000.

Il Piano Sanitario Regionale 1999-2001, approvato con DCR n. 1235/1999, si sofferma sul tema delle dipendenze patologiche nell’ambito dei Progetti Speciali per l’integrazione socio-sanitaria. Il Piano evidenzia come nel settore delle dipendenze patologiche sia da tempo avvertita la necessità di definire le modalità di integrazione delle competenze, delle risorse e degli interventi fra Aziende USL ed Enti locali prevedendo il coinvolgimento anche degli Enti ausiliari e delle Associazioni di volontariato. A tale scopo è adottato, con D.G.R. n. 62/1999, un Protocollo d’Intesa con la Confederazione delle Autonomie Locali dell’Emilia-Romagna (CALER). Il Protocollo chiarisce le differenze fra competenze istituzionali e gestione degli interventi, consentendo di individuare modalità di rapporto tra i diversi enti che garantiscano unitarietà di programmazione e di indirizzi ed integrazione operativa degli interventi.

Il passaggio delle competenze sanitarie dal Ministero della Giustizia al Servizio sanitario nazionale e ai Servizi sanitari regionali è stato definito con il DPCM n.126/2008 che trasferisce al Fondo sanitario nazionale e ai Fondi sanitari regionali le funzioni, le risorse, le attrezzature, il personale, gli arredi e i beni strumentali afferenti alle attività sanitarie nelle carceri; oltre alle linee di indirizzo per gli interventi a tutela della salute dei detenuti, degli internati e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale. Tali indirizzi dedicano un capitolo specifico alla “prevenzione, cura e riabilitazione per le dipendenze patologiche”. Il Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna ha piena competenza anche nelle strutture del Centro di giustizia minorile.

Nel 2010 la regione Emilia-Romagna ha approvato un primo programma contenente gli standard clinico-assistenziali da garantire negli Istituti Penitenziari da parte delle Aziende USL, aggiornato con il secondo programma regionale di sanità penitenziaria (DGR n.588/2014). La Regione ha, inoltre, prodotto in modo condiviso con le Aziende USL (Circolare D.G. Sanità e Politiche sociali n.15/2012) gli orientamenti comuni per la definizione del percorso clinico-assistenziale che la persona detenuta riceve all’interno delle carceri regionali. Questo documento esplicita che, anche in carcere, la promozione della salute, come sul territorio, è parte integrante del sistema dell'offerta sanitaria. Il "Protocollo d'intesa fra la Regione Emilia-Romagna ed il Provveditorato regionale dell'Amministrazione Penitenziaria in merito alle forme di collaborazione tra l'ordinamento sanitario e l'ordinamento penitenziario per l'erogazione dell'assistenza sanitaria a favore

1Il "Libro bianco sulle droghe", è un rapporto indipendente sui danni collaterali del Testo Unico sulle droghe promosso da La Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA e Associazione Luca Coscioni e con l'adesione di A Buon Diritto, Arci, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, ITARDD, LegaCoopSociali, LILA.

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delle persone detenute e degli internati negli IIPP della Regione e indicazioni per la definizione dei protocolli locali" (DGR n.1187/2014), riconosce il diritto alla salute in carcere non solo nel livello della cura, ma prevedendo anche uno specifico articolo per la promozione della salute delle persone detenute (art.20). Gli interventi di promozione della salute in carcere sono attualmente inseriti all'interno del Piano Regionale della Prevenzione (DGR n.788/ 2018, scheda 4.8 PRP) e del Piano Sociale e Sanitario (DGR n.1423/2017, scheda 8 PSSR).

La legge regionale n.19/2018, "Promozione della salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria" sostiene un sistema regionale universalistico, accessibile ed equo di promozione della salute della persona e della comunità, in conformità alle proprie competenze in materia di tutela della salute di cui all'articolo 117, comma terzo della Costituzione.

Con la Circolare n. 07/2019 la Direzione generale, cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia-Romagna ha fornito alle Aziende sanitarie, indicazioni per la realizzazione di interventi di promozione della salute nel sistema penitenziario per adulti in coerenza con le linee di orientamento prodotte nel 2014 dall’OMS.

La presa in carico della tossicodipendenza in carcere è stata la prima area di intervento sanitario trasferita alle Regioni: l’art. 90 del T.U. n.309/90 ha, infatti, affidato ai servizi sanitari territoriali esterni, Sert, l’assistenza e la cura dei soggetti tossicodipendenti in stato di detenzione.

Il D.P.C.M n.126/2008 al punto 5 delle Linee di indirizzo “Prevenzione, cura e riabilitazione per le dipendenze patologiche” ribadisce che “l'assistenza ai tossicodipendenti è assicurata dal Sert interno agli istituti in collaborazione della AUSL del territorio e con la rete dei servizi sanitarie sociali impegnati nella lotta alla droga”. Il riordino della sanità penitenziaria ha comportato per il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria l’impegno a collaborare secondo il principio di leale collaborazione con le Regioni e le AUSL per la tutela della salute delle persone provvisoriamente private della libertà personale.

Negli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna l'attività di assistenza delle Aziende AUSL si svolge secondo il modello territoriale delle Case della Salute (DGR n.588/2014), attraverso l'azione integrata dei professionisti addetti all’assistenza primaria insieme agli specialisti ambulatoriali, gli operatori dei Dipartimenti di salute mentale-dipendenze patologiche, anche favorendo la collaborazione con gli operatori sanitari del territorio, soprattutto in previsione della dimissione.

L’assetto organizzativo, secondo il terzo programma regionale di sanità penitenziaria (DGR n.118 n. 2051/2019), deve predisporre relazioni cliniche ed organizzative strutturate in cui le cure primarie operino in stretto rapporto con gli altri nodi della rete come i servizi di sanità pubblica, servizi di salute mentale-dipendenze patologiche, medicina legale e assistenza ospedaliera. I sanitari addetti all’assistenza primaria intervengono nell’immediatezza secondo strategie clinico-assistenziali e terapeutiche pianificate con l’équipe per le Dipendenze (Contratto terapeutico intra-murario e Circolare DG Sanità e politiche sociali n.15/2012). La cura del detenuto che in sede di visita di primo ingresso ha dichiarato di consumare stupefacenti, fare abuso di alcol/farmaci psicoattivi, oppure essere dedito al gioco d’azzardo patologico o altre dipendenze comportamentali, è affidata a un’équipe per le Dipendenze multidisciplinare, costituita da professionisti del settore medico- infermieristico, psicologico e sociale, che operano all’interno dell’Istituto. I compiti dell’équipe sono finalizzati sia a una valutazione clinico diagnostica del paziente, sia ad interventi terapeutico- riabilitativi intra-murari ed eventualmente extra-murari.

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Nell’ambito delle indicazioni regionali per la realizzazione delle Case della Salute, ciascuna AUSL predispone una specifica Carta per i servizi offerti all’interno dell’Istituto penitenziario del territorio di propria competenza, secondo le indicazioni regionali definite nella Circolare n. 5 del 13/02/2014.

La Circolare n. 15 del 9/12/2012 PG 2012 0262520 della Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali indica gli standard assistenziali e fornisce specifiche indicazioni e procedure definite in schede operative relativamente alle varie fasi della detenzione, dall’ingresso in carcere alla dimissione. La Circolare definisce, inoltre, una modalità di approccio di medicina pro-attiva, volta a favorire la promozione della salute, la prevenzione delle malattie, la continuità dell’assistenza, la presa in carico e in cura dei detenuti con patologie croniche da parte di un team interprofessionale di cui il detenuto è parte attiva.

Per ogni persona detenuta viene elaborato un Piano Assistenziale Individuale (PAI), compilato con la partecipazione della persona stessa nella fase iniziale della detenzione, al termine della quale, in base allo stato di salute evidenziato, vengono stabiliti programmi assistenziali secondo un monitoraggio differenziato per le persone sane, per coloro che presentano fattori di rischio per patologie croniche e per i portatori di patologie croniche e anche con co-morbilità importanti che necessitano di una presa in carico per tutto il periodo di detenzione.

Per una completa valutazione e diagnosi di queste persone e per una corretta impostazione di un programma terapeutico, secondo la Delibera regionale n.2051/2019, l’intervento degli operatori deve essere multidisciplinare e deve avvalersi anche dei presidi socio-sanitari territoriali. Nella definizione del percorso terapeutico e riabilitativo del paziente recluso, che sia certificato dipendente da sostanze/alcol (secondo il DM 186/90), compito dell’équipe dipendenze è quello di favorire la fruizione di misure di affidamento alternative alla detenzione, territoriali o residenziali. Gli operatori dell’équipe contattano i colleghi dei SerDP del territorio di appartenenza dei soggetti reclusi in ragione del fatto che la titolarità dei programmi terapeutici, che devono essere costruiti ai fini di una misura alternativa, si trova in capo ai SerDP di residenza (DGR 771/2010).

È prevista una normativa a carattere speciale per l’esecuzione penale e la possibilità di concessione alla persona tossico-alcol dipendente di misure alternative alla detenzione, prediligendo l’intervento riabilitativo sanitario mirato al recupero del condannato rispetto alla misura di custodia.

In particolare, le disposizioni di legge in vigore (D.P.R. n. 309/1990 novellato dalla Legge n.49/2006) fanno riferimento agli ambiti di attuazione e di intervento in materia, tra cui:

a) Sospensione dell’esecuzione della pena (art. 90 D.P.R. n. 309/1990), che implica l’avvenuta conclusione del programma terapeutico del soggetto già tossicodipendente. E’ decisa dal Tribunale di sorveglianza a seguito della richiesta avanzata dai condannati definitivi detenuti, in libertà o agli arresti domiciliari (ex art. 656 c.10 c.p.p).

b) Affidamento in prova in casi particolari (art. 94 D.P.R. n. 309/1990), fruibile dai condannati tossicodipendenti o alcoldipendenti che intendano intraprendere o proseguire uno specifico programma terapeutico individuale. L’affidamento in prova è concesso dal Tribunale di Sorveglianza solo a persone condannate con sentenza definitiva che ne abbiano fatto richiesta dalla detenzione, dalla libertà o dagli arresti domiciliari, a seguito di condanna irrevocabile (ex art. 656 c.10 c.p.p).

c) Custodia attenuata (art. 95 D.P.R. n. 309/1990): la pena detentiva per reati commessi in relazione allo stato di tossicodipendenza deve essere scontata in istituti o sezioni idonei allo svolgimento di programmi terapeutici socio riabilitativi. E’ prevista la costituzione di specifiche sezioni ”a custodia attenuata”, dove il programma individuale di reinserimento sociale e lavorativo prevale sulla componente custodialistica.

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La domanda di sospensione dell’esecuzione della pena (art. 90 D.P.R. 309/1990) o di affidamento (art. 94 D.P.R. 309/1990) può essere presentata dal condannato con sentenza definitiva (non più soggetta a impugnazioni). L'stanza può provenire:

A) da persona libera (procedura ex art. 656 c.p.p.), quando diventa definitiva una sentenza di condanna a pena non superiore a sei anni (in caso di reati ritenuti non di particolare gravità, esclusi dall’art.4bis l.p.). La Procura competente sospende l’esecuzione della pena e notifica all’interessato che entro 30 giorni può essere presentata istanza corredata dalla documentazione necessaria (attestazioni e certificazioni Sert in ordine al programma terapeutico). Se non viene presentata istanza nei termini l’esecuzione della pena avrà corso immediato e si procederà alla carcerazione del condannato.

In particolare, la carcerazione può eccezionalmente non essere disposta in caso di:

1) tossicodipendente/alcool dipendente, autore di reati ex art.4bis l.p., che si trovi agli arresti domiciliari, con in corso un programma terapeutico presso Sert struttura privata autorizzata, nel caso in cui l’interruzione del programma può pregiudicare il recupero del soggetto (art. 89 D.P.R.

n.309/1990);

2) recidivo reiterato tossicodipendente o alcool dipendente che abbia in corso al momento del deposito della sentenza definitiva un programma terapeutico di recupero presso il Sert di competenza o struttura autorizzata nei casi in cui l’interruzione del programma può pregiudicare la

“disintossicazione” (art.4 DL n.272/2005);

B) da persona agli arresti domiciliari condannata con sentenza definitiva. La Procura, se provvede alla sospensione dell’esecuzione della pena, trasmetterà gli atti (istanza e documentazione) al Tribunale di Sorveglianza per la decisione in ordine alle domande art. 90 o 94 D.P.R. n. 309/1990;

C) da persona detenuta. Solo in caso di carcerazione il condannato può esercitare la facoltà di presentare domanda, in via di urgenza, al Magistrato di sorveglianza del luogo di detenzione. Il Magistrato può disporre l’applicazione provvisoria della sospensione dell’esecuzione della pena ai sensi dell’art. 90 D.P.R. n. 309/1990 o dell’affidamento di cui all’ art. 94 D.P.R. n. 309/1990. Il decreto del Magistrato (di rigetto o di accoglimento della domanda) avrà vigore sino alla pronuncia definitiva nel merito da parte del Tribunale di Sorveglianza.

Il programma normativo ha consentito l’attivazione di una sinergia tra Regione (AUSL ed Autorità Giudiziaria) e U.E.P.E (Ufficio per l’esecuzione Penale Esterna), ed un’applicazione più estesa delle esperienze di esecuzione penale alternativa al carcere ai condannati definitivi (DGR 771/2010): Al SerDP competente spetta la sottoscrizione del programma terapeutico idoneo alternativo alla detenzione, da presentare all'udienza per la misura alternativa unitamente alla certificazione di dipendenza, in accordo con l’équipe che ha contribuito alla strutturazione definitiva del programma stesso.

La Circolare n. 07/2019 evidenzia che nella fase di valutazione e definizione dei programmi terapeutici alternativi alla detenzione particolare attenzione venga posta anche nel rapporto con l’Ufficio Interdistrettuale Esecuzione, al fine di potenziare al massimo le sinergie prodotte, valorizzando conoscenze e informazioni in possesso dei vari attori della rete. Per questo è importante strutturare momenti di confronto tra tutti gli operatori che seguono all’interno dell’istituto i detenuti con problemi di dipendenza per i quali viene definito un programma trattamentale extramurario idoneo.

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Le strutture accreditate gestite dagli Enti del privato sociale garantiscono insieme ai Sert i servizi accreditati sul territorio regionale per il trattamento dei soggetti dipendenti da sostanze d'abuso (DGR n. 26/2005). Negli ultimi anni i servizi offerti dalle strutture si sono ampliati e differenziati, affiancando i tradizionali percorsi terapeutici e pedagogici con trattamenti specialistici che rispondono a particolari bisogni assistenziali e di cura legati alla tipologia dei soggetti (donne tossicodipendenti con figli minori) o a patologie associate alla dipendenza da sostanze (percorso della doppia diagnosi). Per i soggetti in carcere l'accesso alle strutture avviene tramite l'invio da parte dell’Ente Locale, dal Ministero di Giustizia, oppure da parte dei SerD; è prevista, inoltre, la possibilità di accesso diretto nelle strutture ambulatoriali accreditate per l'accoglienza e la diagnosi.

L'onere della prestazione è a carico dell’AUSL (o dell'Ente Locale se effettua l'invio) che definisce con la struttura il piano terapeutico del paziente e le modalità per la verifica dei risultati raggiunti.

Dopo il percorso di accreditamento e la stipula degli accordi locali tra Aziende USL ed Enti gestori le procedure relative all'invio nelle strutture e alla gestione dei trattamenti residenziali/

semiresidenziali costituiscono il prodotto di un lavoro condiviso fra pubblico e privato, finalizzato a garantire trattamenti più appropriati dal punto di vista clinico ed organizzativo.

Box 2.1 - Accordo tra la Regione Emilia-Romagna e la Magistratura del Tribunale di Sorveglianza di Bologna in merito alla procedura di collaborazione nell'esecuzione penale esterna nei confronti di tossicodipendenti ed alcoldipendenti (DGR 771/2010)

La Giunta della Regione Emilia-Romagna richiamando il DPR n.309/1990, in particolare gli art.90, 94 e 95, è giunta ad un accordo con la Magistratura del Tribunale di Sorveglianza di Bologna al fine di rendere funzionale la possibilità di utilizzo delle alternative alla detenzione nella esecuzione penale esterna nei confronti delle persone tossico-alcoldipendenti, concordando i seguenti documenti che sono parte integrante dell’atto deliberativo:

a. con la Magistratura del Tribunale di Sorveglianza di Bologna un “Protocollo d’intesa”

relativamente alle indicazioni sulle procedure di collaborazione nell’esecuzione penale esterna e nell’applicazione delle misure di sicurezza nei confronti di tossico-alcoldipendenti con riferimenti normativi e con indicazioni per gli operatori del Servizio Sanitario Regionale (le certificazioni, le attestazioni e gli adempimenti richiesti per l’ istruttoria) e le relative procedure da seguire da parte del Tribunale di Sorveglianza;

b. con il Provveditorato regionale uno schema di convenzione tra il Ministero della Giustizia, l’U.E.P.E (Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna), il Provveditorato della Regionale Emilia- Romagna e le Aziende AUSL regionali per la presa in carico, la cura e la riabilitazione delle persone dipendenti da sostanze psicotrope e sottoposte a misure alternative limitative o privative della libertà individuale.

Il Protocollo d’Intesa:

Il programma normativo (D.P.R. n. 309/1990 novellato dalla Legge n.49/2006) ha consentito l’attivazione di una sinergia tra la Regione (AUSL ed Autorità Giudiziaria) e l’U.E.P.E, ed un’applicazione più estesa delle esperienze di esecuzione penale alternativa al carcere ai condannati definitivi.

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La Regione Emilia-Romagna e il Tribunale di Sorveglianza di Bologna con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa si impegnano a realizzare forme di collaborazione nell'espletamento delle rispettive competenze. L’accordo intende facilitare l’accertamento delle condizioni di legge e rendere più funzionale la possibilità di utilizzo delle misure alternative per le persone che ne possono usufruire, attraverso un lavoro di rete anche a livello interistituzionale. Altra finalità importante è consentire il confronto ed il dialogo sul lavoro reciprocamente svolto, con l’analisi delle criticità emerse, mediante l’introduzione di una Commissione paritetica interistituzionale, che si riunisce periodicamente, almeno una volta l’anno, ricercando, inoltre, un linguaggio comune e una formazione reciproca per un intervento complessivo più efficace.

L’impegno viene assunto dalle parti con l'adozione di schede sulle misure alternative da applicare contenenti riferimenti normativi ed indicazioni per gli operatori dei Sert del territorio regionale circa certificazioni, attestazioni e adempimenti richiesti per l’istruttoria relativa ai relativi procedimenti del Tribunale di Sorveglianza.

La misura alternativa può essere concessa dal Tribunale di Sorveglianza (art.94 D.P.R.

309/1990), previa valutazione di alcuni requisiti, tra cui due elementi di competenza del Sert: la certificazione di alcol-tossicodipendenza e il programma terapeutico idoneo ai fini del recupero del paziente.

Il programma terapeutico viene validato dal responsabile del Servizio Tossicodipendenze, competente per territorio di residenza, che lo elabora avvalendosi della partecipazione di altri servizi (l’equipe penitenziaria e gli enti privati accreditati) e che verifica anche la corretta esecuzione dello stesso.

Nel programma sono contenuti:

- i dati clinico-diagnostici di partenza, comprensivi degli aspetti psico sociali e delle pregresse esperienze trattamentali, anche se ad esito negativo;

- gli obiettivi intermedi e finali;

- gli strumenti clinici;

- i tempi necessari per il loro conseguimento;

- gli strumenti e i tempi di valutazione.

Nel caso in cui il programma preveda l’inserimento in strutture residenziali o semiresidenziali esso viene corredato da una dichiarazione formale di accettazione da parte del responsabile della struttura stessa.

Le azioni cliniche legate allo svolgimento del programma terapeutico vengono adeguatamente registrate, secondo normativa, con gli strumenti in uso (SISTER).

Il monitoraggio delle attività viene effettuato tramite il confronto tra gli obiettivi del programma terapeutico ed i dati clinici registrati, tenendo in considerazione diversi livelli:

- da una parte, tramite il controllo continuo e puntuale del caso, che viene tracciato nelle registrazioni del diario clinico, in cui sono presenti le valutazioni dell’operatore e le eventuali decisioni prese;

- dall’altra, tracciando le valutazioni complessive sull’andamento del programma terapeutico, a cadenza definita, che costituiscono il monitoraggio in senso proprio del programma. Queste valutazioni, che prendono la forma di una relazione, permettono di certificare la validità delle

(12)

argomentazioni che sono necessarie per confermare l’idoneità del programma o per effettuare una proposta di modifica.

Il responsabile del Servizio Tossicodipendenze competente per territorio si confronta sull’andamento del programma terapeutico con l’U.E.P.E, che trasmette relazioni periodiche alla Magistratura di Sorveglianza secondo una cadenza indicata nel programma (non superiore a sei mesi per i programmi in struttura protetta e trimestrale per i programmi sul territorio).

In caso di conclusione della parte terapeutica del programma (nel corso dell’affidamento terapeutico), (art. 94 D.P.R. n. 309/1990) il Magistrato di Sorveglianza competente, sulla base dell’indagine svolta dall’U.E.P.E e della relazione del Sert, può ridefinire le prescrizioni e disporre la prosecuzione della misura secondo le modalità di un affidamento ordinario, anche se la pena residua supera il limite di tre anni (art. 47 l.p).

La Convenzione:

L’accordo include la Convenzione tra il Ministero della Giustizia, il Provveditorato Regionale, l’U.E.P.E e l'AUSL per la presa in carico, la cura e la riabilitazione delle persone tossicodipendenti e alcoldipendenti sottoposte a misure limitative e privative della libertà personale, eseguite anche in forma non detentiva di competenza territoriale dell'AUSL.

Secondo la Convenzione, l’azienda AUSL fornisce in collaborazione con l’U.E.P. E gli interventi di prevenzione e di cura dei soggetti in carico all’U.E.P.E, avvalendosi dei propri operatori del Sert, appartenenti a diversi profili professionali, o di strutture private accreditate (DPR 309/90), secondo le modalità indicate nel Protocollo Operativo. Il Direttore dell’U.E.P.E è responsabile del programma di trattamento e non di quello terapeutico che è invece a capo del Sert (DPR 230/2000).

Il Responsabile del Sert è tenuto ad informare l’U.E.P.E sull'andamento del programma terapeutico e riabilitativo individualizzato e quest’ultimo provvede ad integrare con tali elementi il programma di trattamento che deve contenere, secondo la legge 354/1975, i seguenti punti:

- - l’indicazione dei servizi coinvolti che entrano in campo nella sua gestione;

- - le sedi degli interventi e le loro modalità;

- - le periodicità delle verifiche.

La presa in carico dei soggetti tossicodipendenti da parte dell’UEPE e del Sert è regolata dal Protocollo operativo, concordato tra le parti, che specifica i ruoli, gli ambiti operativi e le modalità di interazione, in relazione ai programmi terapeutici e socio-riabilitativi di trattamento dei condannati dell'esecuzione penale esterna, tenendo conto che:

a) nella fase istruttoria per l'applicazione delle misure alternative a soggetti tossicodipendenti e alcoldipendenti certificati, l’U.E.P.E si pone in contatto con il Sert dell'AUSL di competenza dell'interessato, per l’acquisizione di una relazione aggiornata sul programma terapeutico in corso o da intraprendere in esecuzione penale esterna.

b) nella fase di esecuzione delle misure alternative gli interventi di rispettiva competenza sono svolti in forma concordata ed integrata, secondo le seguenti indicazioni:

(13)

- accordo preventivo sugli obiettivi e modalità degli interventi dei singoli operatori, al fine di evitare, pur nel rispetto dell'autonomia di ciascun servizio, messaggi contrastanti indirizzati agli utenti e alle loro famiglie;

- - durante lo svolgimento del programma terapeutico in misura alternativa, l’U.E.P.E ed il Sert comunicano reciprocamente le variazioni e le modifiche della situazione della persona in trattamento;

- - al fine di assicurare all’Autorità Giudiziaria informazioni aggiornate del programma terapeutico, il Sert trasmette all’U.E.P.E le relazioni periodiche secondo le modalità indicate nel protocollo.

(14)

3 Il protocollo di ricerca: fonti e modalità di analisi documentale

In data 11 novembre 2020 si è svolta una riunione in modalità telematica con il Garante regionale e il personale del suo Ufficio per un confronto sugli aspetti utili per l’avvio della ricerca.

Nell’ambito della riunione è stato definito il perimetro della ricerca ed è stato effettuato un primo confronto in merito alle fonti e all’impostazione metodologica (cfr. par. 3.1), a cui è seguita un’attività di ricognizione delle fonti utilizzabili che è stata oggetto di confronto2 con la Committenza per verificare l’eventuale accesso diretto a microdati e/o fonti informative di carattere primario che consentano di superare i primi limiti identificati attraverso la ricognizione (cfr. par. 3.2).

3.1 Il perimetro della ricerca

Il fenomeno oggetto della presente ricerca sarà il processo di presa in carico e trattamento della persona con problematiche di dipendenza, con particolare attenzione alle persone adulte, data la complessità e specificità che caratterizza la presa in carico e il trattamento dei minori.

Target di riferimento

La ricerca assumerà come target di riferimento le persone con dipendenza patologica sia in esecuzione penale interna, sia esterna.

Le dimensioni da indagare

Il fenomeno d’interesse si compone di due dimensioni che verranno analizzate:

 Trattamento dei detenuti con problemi di dipendenza all’interno del carcere;

 Affidamento in prova delle persone affette da dipendenza, quindi tutti i percorsi riabilitativi e terapeutici che avvengono nelle comunità esterne.

Il perimetro territoriale

La ricerca insisterà sul territorio regionale dell’Emilia-Romagna, ma riporterà, dove ritenuto utile, un confronto con la situazione nazionale.

Il perimetro temporale

La raccolta organica ed integrata dei dati già disponibili si concentrerà sulle annualità 2017, 2018 e 2019. Qualora non fossero disponibili i dati per l’intero triennio, verrà sempre riportato l’ultimo dato disponibile.

2 Avvenuto il 15 gennaio 2021.

(15)

Finalità specifiche

 Definizione quantitativa del fenomeno;

 Mappatura della rete di accoglienza. Verranno localizzate le strutture destinate all’affidamento in prova per la riabilitazione terapeutica, saranno descritti i servizi e le attività di cura e riabilitazione disponibili sul territorio e si individueranno gli Enti che intervengono a vario titolo nella definizione e realizzazione dei percorsi;

 Descrizione delle modalità di presa in carico della persona con problematiche di dipendenza, definizione dei programmi riabilitativi, dell’avvio dei percorsi verso le sezioni specializzate o verso le misure alternative alla detenzione in carcere. Particolare attenzione sarà posta nel verificare se la procedura standard per i passaggi “dal dentro al fuori” si differenzi in funzione 1) della tipologia di dipendenza, 2) della tipologia di pena e 3) delle caratteristiche delle organizzazioni che accolgono e delle strutture territoriali;

 Analisi delle eventuali differenze nelle possibilità di accesso ai percorsi in relazione alla cittadinanza e alla residenza ed alla recidiva della persona con problemi di dipendenza;

 Definizione dei punti di forza e degli elementi di debolezza dell’attuale processo di presa in carico della persona con problematiche di dipendenza sia in esecuzione penale interna che esterna.

3.1.1 Impostazione metodologica

Dopo aver dimensionato il fenomeno attraverso un quadro quantitativo è stato predisposto un piano di interviste ai principali attori coinvolti (Sert, assistenti sociali dell’UEPE, responsabili dell’area giuridico-pedagogica delle carceri) volte ad approfondire il fenomeno da punto di vista qualitativo e a restituire un quadro conoscitivo organico dell’intero sistema.

3.2 Rassegna delle fonti disponibili in materia

Nel presente capitolo si intende fornire una panoramica sui dati pubblici che si intende utilizzare.

Sarà evidenziata (con il segno “x” all’interno delle successive tabelle) la disponibilità dell’indicatore di interesse per livello territoriale e annualità di riferimento e verranno riportate eventuali criticità del dato o altri punti d’attenzione da condividere con la committenza.

L’obiettivo è quello di verificare se si potrà avere accesso ai dati di interesse non disponibili pubblicamente tramite l’Ufficio del Garante o, in alternativa, si dovrà procedere alla loro stima attraverso la successiva fase di indagine di natura qualitativa.

Gli indicatori presentati in questa sezione rappresentano la base dati indispensabile per la costruzione di composizioni percentuali e indici standardizzati che serviranno per comparare il fenomeno di interesse nel tempo e nello spazio.

Un limite dei dati che si riscontra a livello complessivo per tutte le fonti è che non sono disponibili microdati pubblici, ma solo dati in forma aggregata (tabelle). I microdati consentirebbero di effettuare delle analisi su specifici target di interesse fino al più piccolo livello di dettaglio, incrociando ad esempio tutte le caratteristiche socio-demografiche con la tipologia di pena e l’accesso ai percorsi di riabilitazione delle persone con problematiche di dipendenza.

(16)

In Tabella 3.1 sono riportati i principali indicatori di stock e di flusso riferiti alla situazione carceraria dell’Emilia-Romagna nel triennio 2017-2019. Questi indicatori, di natura più generale, sono utili come base di confronto per l’analisi della quota di persone con dipendenza e possono costituire la base di calcolo per gli indicatori relativi all’incidenza del fenomeno delle dipendenze all’interno degli istituti penitenziari.

Si riportano di seguito alcune precisazioni:

 Gli indicatori 1 – Detenuti presenti e 2 – Capienza Regolamentare vengono forniti:

o dal DAP (sul sito del Ministero della Giustizia) a livello di singolo Istituto come dato di stock disponibile solo alle date del 30/06/2017 e del 31/12/2019 per tutti gli istituti penitenziari italiani;

o dal DAP (sul portale I.Stat) a livello regionale come dato di stock al 31/12 2017 2018 e 2019.

Gli indicatori al 31/12/2017 e al 31/12/2018 sono inoltre riportati anche nel Report 2019 sulla salute in carcere in Emilia-Romagna3, riferiti ai soli Istituti della regione Emilia-Romagna.

Per l’indicatore 1 – Detenuti presenti è disponibile la disaggregazione per sesso e cittadinanza. Pur in assenza dell’ultimo dato relativo all’annualità 2019, il vantaggio di questa informativa è rappresentato dal fatto che vengono forniti dati a livello di istituto che non sono disponibili da fonte DAP.

 Gli indicatori di fonte SISP4 (Sistema Informativo Sanità Penitenziaria) sono riportati nei documenti Report 2019 sulla salute in carcere in Emilia-Romagna – Dati 2018 e, per le annualità precedenti, Relazione sulla situazione penitenziaria in Emilia-Romagna – Anni 2015-20175.

o L’ultima annualità disponibile per gli indicatori 3, 3.1, 4, 5 è il 2018.

o Per l’indicatore 4, il dato riferito al 2018 è riportato solo in valore percentuale e non in valore assoluto, come per il 2017.

o L’indicatore 6 è disponibile solo per l’anno 2017 e solo in valore percentuale.

 L’indicatore 7 viene fornito dal DAP (sial sul sito del Ministero della Giustizia sia sul portale I.Stat) solo a livello nazionale, ma viene riportato per la Regione Emilia-Romagna nella Relazione sulla situazione penitenziaria in Emilia-Romagna – Anni 2015-2017 in riferimento all’annualità 2017.

3 https://sociale.regione.emilia-romagna.it/documentazione/pubblicazioni/prodotti-editoriali/2019/report-2019-sulla-salute- in-carcere-in-emilia-romagna

4 La cartella clinica informatizzata dei Servizi di Salute nelle carceri (SISP) consente un’analisi puntuale dei dati relativi ai detenuti transitati, almeno per un giorno, presso l’area sanitaria degli istituti penitenziari della regione. Permette quindi di ragionare non soltanto sulla fotografia al 31 dicembre di ciascun anno, come nel caso dei dati di fonte Dap e Prap, ma di analizzare i dati di flusso, dando la possibilità di seguire anche i “movimenti” dei singoli detenuti, le entrate o le uscite.

5 https://sociale.regione.emilia-romagna.it/documentazione/pubblicazioni/prodotti-editoriali/2018/relazione-sulla- situazione-penitenziaria-in-emilia-romagna-anni-2015-2017

(17)

Tabella 3.1 – Rassegna delle fonti disponibili in materia di numerosità e tendenze della popolazione detenuta

N Indicatore Fonte Livello territoriale disponibile Annualità disponibile

NOTE Istituto Provincia Regione 2017 2018 2019

1 Detenuti presenti -Diretta: DAP -Indiretta:

Report Salute in

carcere

x x x x x x dato di

stock al 31/12

1.1 di cui donne -Diretta: DAP -Indiretta:

Report Salute in

carcere

x x x x x x dato di

stock al 31/12

1.2 di cui stranieri -Diretta: DAP -Indiretta:

Report Salute in

carcere

x x x x x x dato di

stock al 31/12

2 Capienza Regolamentare

-Diretta: DAP -Indiretta:

Report Salute in

carcere

x x x x x x

3 Persone detenute per almeno un giorno nell'anno

SISP x x solo Emilia

Romagna

x x ND dato di

flusso 3.1 di cui nuovi ingressi

(nuove cartelle) nell'anno

SISP x x solo Emilia

Romagna

x x ND dato di

flusso 4 Detenuti almeno un

giorno nel corso dell'anno nei singoli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna per durata della permanenza (ultima registrata)

SISP x x solo Emilia

Romagna

x solo

valori %

ND dato di flusso

5 Numero di cartelle cliniche (numero di carcerazioni) durante l'anno

SISP x x solo Emilia

Romagna

x x ND dato di

flusso

6 Persone detenute suddivise per numero di carcerazioni (una, due, tre o più di tre detenzioni) nell'anno

SISP ND ND solo Emilia

Romagna

solo valori %

ND ND dato di flusso

7 Detenuti presenti negli istituti penitenziari della regione Emilia- Romagna e in Italia al 31/12 per tipo di reato

-Diretta: DAP -Indiretta:

Report Salute in

carcere

ND ND solo Emilia

Romagna e tot Ita

x ND ND dato di

stock al 31/12

8 Ingressi in carcere dalla libertà

DAP ND ND x x x x dato di

stock al 31/12

8.1 di cui donne DAP ND ND x x x x dato di

stock al 31/12

8.2 di cui stranieri DAP ND ND x x x x dato di

stock al 31/12

(18)

In Tabella 3.2 sono riportati, invece, i principali indicatori di stock e di flusso riferiti ai detenuti con dipendenze patologiche, patologie psichiatriche e doppia diagnosi nel triennio 2017-2019. Per nessun indicatore è disponibile l’annualità 2019.

I dati provengono dal SISP (Sistema Informativo Sanità Penitenziaria) e sono pubblicati nei documenti Report 2019 sulla salute in carcere in Emilia-Romagna – Dati 2018 e Relazione sulla situazione penitenziaria in Emilia-Romagna – Anni 2015-2017.

Si tratta, quindi, di dati disponibili esclusivamente in forma tabellare nei rapporti citati sopra, per i quali non è possibile una disaggregazione per le principali caratteristiche socio-anagrafiche dei detenuti (genere, residenza, cittadinanza, ecc.). Tali caratteristiche sono disponibili esclusivamente come incidenza percentuale negli indicatori 15 e 15.1 riportati nei report, ma non è possibile risalire al dato numerico di base.

Tabella 3.2 – Rassegna delle fonti disponibili in materia di dipendenze patologiche e doppia diagnosi

N Indicatore Fonte Livello territoriale disponibile Annualità disponibile

NOTE Istituto Provincia Regione 2017 2018 2019

9 Numero di detenuti per patologia psichiatrica diagnosticata

SISP solo per 2018

solo per 2018

solo Emilia Romagna

x X ND Dato di flusso

10 Numero di detenuti con almeno una patologia psichiatrica

SISP x X solo Emilia

Romagna

x X ND Dato di flusso

11 Numero di detenuti con diagnosi di dipendenza patologica per tipologia di sostanza

SISP ND ND solo Emilia

Romagna

x ND6 ND Dato di flusso

12 Numero di detenuti con almeno una dipendenza patologica

SISP x X solo Emilia

Romagna

x x ND Dato di flusso

13 Numero di detenuti con doppia diagnosi (psichiatrica+dipendenz a)

SISP ND ND solo Emilia

Romagna

ND X ND Dato di flusso

14 Percentuale di detenuti per combinazioni di diagnosi croniche, psichiatriche e dipendenze rispetto totale dei detenuti con almeno un giorno di detenzione negli Istituti Penitenziari dell’Emilia- Romagna nell'anno

SISP ND ND solo Emilia

Romagna

ND X ND Il dato

compare solo in percentuale

15 Distribuzione % delle prescrizioni di farmaci utilizzati nella dipendenza da alcool e da oppioidi, per età, sesso, cittadinanza e titolo di studio, rispetto al totale dei detenuti con almeno un giorno di detenzione, negli Istituti penitenziari dell’Emilia- Romagna nell'anno

SISP x x solo Emilia

Romagna

ND X ND Il dato

compare solo in percentuale

6Per il 2018 è disponibile solo il dato riferito al numero di diagnosi di dipendenza patologica per tipologia di sostanza.

(19)

N Indicatore Fonte Livello territoriale disponibile Annualità disponibile

NOTE Istituto Provincia Regione 2017 2018 2019

15.1 Percentuale diagnosi di dipendenze patologiche suddivise per tipo di sostanza, per sesso, cittadinanza, titolo di studio e permanenza in carcere, negli Istituti penitenziari dell’Emilia- Romagna nell'anno

SISP ND ND solo Emilia

Romagna

ND x ND Il dato

compare solo in percentuale

La Tabella 3.3 mostra i principali indicatori afferenti all’ambito dell’esecuzione penale esterna. Gli indicatori di maggiore interesse sono riportati nella tabella in grassetto.

I dati provengono dagli Uffici Inter distrettuali di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE), articolazioni territoriali del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità che rende disponibili i dati di stock e di flusso relativi ai soggetti in carico per misure alternative alla detenzione.

Si evidenzia che mentre il dato di stock relativo al numero di persone in Affidamento in prova al servizio sociale (Indicatori 16.1.1 e 16.1.2) è distinto tra art. 47 L.354/75 (affidamento in prova al servizio sociale) e art. 94 T.U.309 (in prova tossicodipendenti), il corrispondente dato di flusso (indicatore 18.1) non riporta tale distinzione a livello di Istituto, utile invece alle finalità della ricerca.

Questo comporta che il dato di flusso (soggetti in carico all'inizio dell'anno da periodi precedenti e presi in carico nell'anno) relativo ai soggetti tossicodipendenti sul totale dei presi in carico non sia disponibile a livello disaggregato per istituto (ma disponibile solo a livello regionale), a differenza del dato di stock riportato nella Relazione del Garante. Ne consegue che i due dati non risultano, pertanto, comparabili.

Per nessun indicatore è disponibile il dato disaggregato per sesso e cittadinanza.

Tabella 3.3 – Rassegna delle fonti disponibili in materia di misure alternative alla detenzione

N Indicatore Fonte Livello territoriale disponibile Annualità disponibile

NOTE Ufficio Provincia Regione 2017 2018 2019

16 Persone in esecuzione di misure alternative, sostitutive e di sicurezza al 31.12

Diretta:

UIEPE Indiretta:

Relazione Garante

x x x x x x dato di

stock

16.1.1 di cui Affidamento in prova al servizio sociale art. 47 L.354/75

Come Ind.16

x x solo Emilia-

Romagna

x x x dato di

stock 16.1.2 di cui Affidamento in

prova tossicodipendenti art.

94 T.U.309

Come Ind.16

x x solo Emilia-

Romagna

x x x dato di

stock

16.2 di cui Messa alla prova L. 67/2014

Come Ind.16

x x solo Emilia-

Romagna

x x x dato di

stock 16.3 di cui Detenzione

domiciliare art. 47 L.354/75

Come Ind.16

x x solo Emilia-

Romagna

x x x dato di

stock 16.4 di cui Semilibertà art.48

L. 354/75

Come Ind.16

x x solo Emilia-

Romagna

x x x dato di

stock 16.5 di cui Libertà vigilata Come

Ind.16

x x solo Emilia-

Romagna

x x x dato di

stock

(20)

N Indicatore Fonte Livello territoriale disponibile Annualità disponibile

NOTE Ufficio Provincia Regione 2017 2018 2019

16.6 di cui Lavoro di pubblica Utilità (codice della strada)

Come Ind.16

x x solo Emilia-

Romagna

x x x dato di

stock 17 Revoche per dettaglio

dei motivi al 31.12

UIEPE x x solo Emilia-

Romagna

x x x dato di

stock 18 Totale soggetti in carico

(all'inizio dell'anno da periodi precedenti e presi in carico nell'anno)

UIEPE x x solo Emilia-

Romagna

ND x x dato di

flusso

18.1 di cui Affidamento in prova al servizio sociale art. 47 L.354/75 e art. 94 T.U.309

UIEPE x x x ND x x dato di

flusso

18.2 di cui Messa alla prova L. 67/2014

UIEPE x x x ND x x dato di

flusso 18.3 di cui Detenzione

domiciliare art. 47 L.354/75

UIEPE x x x ND x x dato di

flusso 18.4 di cui Semilibertà art.48

L. 354/75

UIEPE x x x ND x x dato di

flusso

18.5 di cui Libertà vigilata UIEPE x x x ND x x dato di

flusso 18.6 di cui Lavoro di pubblica

Utilità (codice della strada)

UIEPE x x x ND x x dato di

flusso

Gli indicatori riportati in Tabella 3.4 fanno riferimento ai minorenni rientranti nel circuito penale.

I dati sono riportati nei documenti Report 2019 sulla salute in carcere in Emilia-Romagna – Dati 2018 e Relazione sulla situazione penitenziaria in Emilia-Romagna – Anni 2015-2017.

Il Centro per la Giustizia Minorile dell’Emilia-Romagna e Marche, con sede dirigenziale a Bologna, è organo decentrato del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia.

I Servizi minorili presenti in Emilia-Romagna che dipendono dal CGM Emilia-Romagna e Marche sono:

 il Centro di Prima Accoglienza (CPA di Bologna) che accoglie minori arrestati o fermati in flagranza di reato che permangono per un massimo di 96 ore, in attesa dell’udienza del Giudice delle Indagini Preliminari;

l’Istituto Penale per Minorenni (IPM di Bologna capienza di 22 posti) accoglie, per periodi più o meno lunghi, in custodia cautelare (ex art. 23 DPR 448/1988) o espiazione pena minori/giovani adulti;

 la Comunità Ministeriale (CM di Bologna ricettività n. 8 posti) accoglie minori o giovani adulti in misura cautelare (ex art.22. DPR 448/88), in messa alla prova o in misura alternativa alla detenzione; questi provvedimenti possono essere eseguiti anche presso Comunità private presenti sul territorio regionale.

Nella tabella che segue l’indicatore ritenuto di maggiore pertinenza rispetto al perimetro di ricerca definito è indicato in grassetto. Limite dell’indicatore è la mancata comparabilità del dato per le due annualità disponibili (in valore assoluto per il 2017) e solo in percentuale nel 2018.

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