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CPD e accreditamento del patologo

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Academic year: 2021

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so che i documenti di riferimento per aggiornare gli standard CPA erano l’ISO 15189, l’EC4, l’ISO 17025 e gli ISO 9001 e 9002; nel frattempo era sta- ta formalizzata anche la collaborazione con l’agen- zia di certificazione inglese l’UKAS.

Le novità maggiori degli standard in elaborazione sono risultati la raccomandazione della adozione del manuale della qualità e del responsabile della quali- tà. Il manuale della qualità consente un sistematico approccio al controllo dei documenti ed al monito- raggio della qualità del servizio. Deve trattarsi di un documento piccolo, di meno di 30 pagine, preparato con stile e struttura chiari in forma cartacea o elet- tronica (viene incoraggiata che una versione sia resa disponibile sulla rete in modo da facilitare la pro- mozione del servizio).

Un esempio di indice può prevedere:

1. Introduzione – Elenco dei servizi 2. Politica della qualità del laboratorio

3. Descrizione delle responsabilità e delle autorità all’interno del laboratorio

4. Sezione degli standard. Viene proposto di orga- nizzare il materiale in modo che le due pagine contrapposte del documento contengono a sini- stra la descrizione dello standard e a destra l’ap- plicazione in modo sintetico (che può rimandare ad altri documenti) dello standard.

Il responsabile della qualità assicura, a nome e per conto del direttore del laboratorio, che il sistema di qualità (SQ) del laboratorio funzioni correttamente.

Conosce bene l’attività del laboratorio senza essere

direttamente coinvolto nell’attività del laboratorio.

Si occupa dell’impianto e della manutenzione del SQ ed organizza gli audit periodici.

Sono state infine comunicate le date attraverso cui sarà compiuta la completa transizione ai nuovi stan- dard:

• entro l’autunno 2000 le organizzazioni che coge- stiscono il CPA esamineranno ed auspicabilmen- te approveranno i nuovi standard

• entro l’autunno 2000 saranno approvati dal CPA

• nell’ottobre 2000 comincerà l’aggiornamento de- gli ispettori

• tra settembre 2000 e dicembre 2000 saranno visi- tati laboratori pilota

• dall’aprile 2001 le domande saranno inoltrate se- guendo i nuovi standard

• dall’ottobre 2001 le ispezioni saranno fatte solo con i nuovi standard

Nel corso della Conferenza è stato possibile avere un breve colloquio sia con il dr.Heaney che con la signora Blair con cui si è concordato l’inserimento di alcuni laboratori italiani nel progetto pilota di ispezioni usando i nuovi standard.

In conclusione, la Conferenza è stata molto interes- sante ed ha dato un’idea della mole del lavoro fatto nel regno Unito, della competenza dell’organizza- zione ed è auspicabile che anche in Italia saremo ca- paci di fare tesoro di queste esperienze.

Romolo M Dorizzi, Marco Caputo

Laboratorio Analisi Chimico Cliniche ed

Riv Med Lab - JLM, Vol. 1, N. 3, 2000 83

CPD e accreditamento del patologo

Nel fascicolo di Aprile del Bollettino del Royal College of Pathologists (RCP) si discute su un argo- mento di grande attualità anche per noi. Clair du Bulay e il Direttore del programma per il continuo aggiornamento professionale (Continuing Professional Development, CPD) dell'RCP.

Chi ha partecipato al Congresso Nazionale di Roma la conosce personalmente perche la dott.ssa du Bulay e stata invitata da Paolo Rizzotti per illustrare finalità e organizzazione del programma da lei diret- to nel corso di una Tavola Rotonda dedicata al tema.

Nel suo articolo la du Bulay traccia un consuntivo del primo ciclo quinquennale del programma che,

dalla sua concezione nel 1994, si è notevolmente sviluppato anche grazie alla esperienza accumulata e ai pareri e osservazioni dei partecipanti. Agli origi- nari obiettivi che il programma si poneva si aggiun- ge però oggi un aspetto nuovo e non immediatamen- te gradevole: l'esigenza di "rivalidare" periodica- mente i medici dopo la laurea. Sotto la pressione dell'opinione pubblica sensibilizzata da alcuni casi di "malasanità", gli organismi governativi stanno in- sistendo per ottenere maggiori garanzie di affidabili- tà e di controllo delle capacità professionali del per- sonale medico. Va colto, secondo la du Bulay, il lato positivo di una vicenda potenzialmente minacciosa

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84 Riv Med Lab - JLM, Vol. 1, N. 3, 2000

per il singolo e che non coglie impreparati i colleghi inglesi.

" In quanto professionisti, siamo tutti titolari della re- sponsabilità di mantenere elevati gli standard della nostra pratica medica " e, aggiungiamo, se non lo fac- ciamo noi qualcuno prima o poi cercherà malamente di imporci schemi di verifica magari burocratici, sicu- ramente penosi e poco efficaci. Ecco quindi che i College hanno proposto, e il General Medical Council ha accettato, uno schema per la "revalida- tion" che mira a stabilire una nuova forma di autore- golamentazione che garantisca pazienti, colleghi e funzionari sulla affidabilità di tutti i medici registrati.

Sostanzialmente si attiverà un processo di bench- marking che valuterà i professionisti sulla base di standard locali riguardanti l'acume clinico, la gestio- ne delle emergenze, il mantenimento di una buona pratica medica, capacità di insegnamento e addestra- mento, l'adattabilità al lavoro di gruppo e con singo- li colleghi e la capacità di ispirare e mantenere la fi- ducia dei pazienti e dei collaboratori.

E' interessante notare l'accento posto sulla formula- zione di standard di valutazione della buona pratica ricavati dalle singole realtà locali in cui operano i professionisti.

In tale cornice, come sarà svolta la valutazione dei

patologi? La du Bulay è relativamente ottimista: i colleghi possiedono già una struttura robusta e fles- sibile fornita dal collaudato programma del CPD: il portfolio delle attività di aggiornamento effettiva- mente svolte e il modo piu efficace di gestire e for- nire la documentazione di un profilo locale di buona pratica.

Inoltre il processo di accreditamento dei laboratori clinici che il CPA ha esteso alla quasi totalità delle strutture nel Regno Unito garantisce che gli standard dei Servizi in cui i patologi operano sono già di buon livello. Ovviamente ci sono aspetti da chiari- re: la concreta possibilità che l'accreditamento vo- lontario sia reso obbligatorio, in quali forme e gesti- to da chi, e la tendenza a richiedere anche un accre- ditamento personale, ma il successo dello schema CPA è sufficiente auspicio di buone prospettive. La visione britannica per la revalidation, sostenuta da una virtuosa miscela di common sense e severa etica personale, non è immediatamente esportabile, ma non è neppure da marziani, come le esperienze diret- te di accreditamento "italiano" con il CPA testimo- niano. I tempi sono maturi per estendere la discus- sione anche alle nostre latitudini?

Marco Caputo

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