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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.23 (1896) n.1172, 18 ottobre

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno X X III - Yol. XXVII

Domenica 18 Ottobre 1896

N. 1172

L’OPINIONE DEL PAESE

Quanto p iù sem bra che il M in iste ro attuale proceda per una via diversa da quello precedente, tanto p iù i suoi oppositori si affaticano a cercare le cause, per le q u a li si è reso possibile, colla apparente acquie­ scenza del paese, un sim ile cam biam ento. E in que­ sti g io rn i fervono polem iche, promosse da v a ri m o­ tiv i, ma nelle q u a li si fa salire al P arlam ento ed an­ che alla Corona la responsabilità di questo ra pid o e profondo m utam ento avvenuto nel paese.

Non occorre d ire che, al solito, e g li u n i e g li a ltri intendono di parlare in nom e della nazione e g li u n i e g li a ltri si credono in te rp re ti della o p i­ nione del paese.

Ora è questo u n punto, sul quale altre vo lte VEco­ nomista ha avuto occasione di in tra tte n e rsi, e c re ­ diamo che in questo m om ento non sia in u tile m ettere sott’ occhio ai le tto ri certe considerazioni, che ch ia ­ riscano p iù che sia possibile la vera situazione.

N elle vicende p o litich e ed econom iche che a ttra ­ versa un paese è tanto p iù facile che la convinzione della classe d irig e n te possa rapidam ente m u ta rsi, se­ condo il tornaconto prossim o o rem oto, quanto p iù la m o ltitu d in e si tiene lontana dalla vita pubblica e non ha una opinione p ro p ria o non può o non sa m anifestarla. L e m o ltitu d in i sono lento a m u o ­ versi, quando non sieno eccitate da g ran d i sentim enti o da im p ro vv is e em ozioni, o quando non siano fo r­ temente e direttam ente colp ite nei lo ro interessi. O ccorre per lo meno che abbiano relativam ente un certo grado di co ltu ra politica ed econom ica ed una vasta e solida organizzazione, per m anifestare la propria opinione, perchè le m o ltitu d in i possano va­ lutare le circostanze d i ciascun m om ento storico, e in base a questo c o stitu ire un con vin cim en to, che sarà poi la guida del m o vim e n to p o litic o ed econo­ m ico del paese e ind iche rà l’ in d irizzo da seg uirsi. Senza questa coltura e senza questa organizza­ zione, non si può im m a gin are il re tto funzionam ento di un re gim e costituzionale, poiché ad esso manca precisam ente quella base, su c u i deve e rigersi la coscienza popolare e la sua m anifestazione. Può darsi benissim o che tra nsitoriam e nte in u n paese m anchino a ltri elem enti del re gim e costituzionale, e sia incapace il P arlam ento, in su fficie n te la Corona, ma queste non possono essere cause d i dure vole sviam ento, quando il popolo, cioè il complesso dei citta d in i, abbiano il vero sentim ento della p ro p ria v o ­ lontà ed il proposito, nonché il mezzo di farla vale re . Senza pertanto intendere ora di assolvere o di a c­ cusare alcuno, lasciam o da- parte i l P arlam ento e la

Corona e riconosciam o che q uello che veram ente manca a ll’ Italia è 1’ organizzazione della pubblica opinione.

Segni m anifesti d i questa mancanza ve ne sono m o lti: - il p rim o , la form a volgare della corruzione nelle elezioni ; la corruzione non è a vero d ire de­ ficiente in a ltri paesi, ma diventa m eglio una specie di imposta, che g li e le tto ri esigono dal loro candidato, piuttostochè una elargizione del candidato per fo r­ m arsi i l gruppo di e le ttori. La quale u ltim a form a, che è quella che veram ente in Ita lia si m anifesta, denota la indifferenza degli e le tto ri per questo o quel candidato e q u in d i per questo o per q uello ind irizzo politico.

A ltro sintom o im p orta nte è q uello della mancanza quasi totale di g io rn a li, che rappresentino un p artito p o litico , od un gruppo di persone che seguano certe idee econom iche , di qualunque organo insom m a col quale n ucle i o classi di citta d in i vog lian o fa r conoscere le loro idee e ne vogliano fa r propaganda. Da noi il giornale, quasi sem pre, esprim e le idee dei suoi s c rit­ to ri, ed ha un pubblico che è ind iffe re n te o quasi ai concetti che nel periodico a cui e associato si so­ stengono. N el recente m utam ento m in iste ria le si sono v is ti dei p e rio d ic i, anche di qualche im portanza, cam biare bandiera dalla sera alla m attina e alla metà d e ll’ anno, senza che per questo g li abbonati abbiano protestato ; leggevano prim a ogni gio rn o il fo g lio che sosteneva il M in iste ro G rispi e i suoi m etodi d i governo e le sue idee, lessero poi colla stessa tra n ­ q u illità lo stesso giornale, che d ive ntò sostenitore del M in iste ro di R u d in i.

L e poche associazioni p o litich e , che esistono in questa o quella città d’ Ita lia non si fanno v iv e , se non quando si avvicina il periodo delle elezioni, ma ra ra m e n te si radunano per esam inare e discutere la situazione p o litica ; per stu d iare le questioni p iù im ­ p o rta n ti che in un dato m om ento si dibattono; per g iu d ica re l ’ opera del loro rappresentante d ire tto ; per fa r com prendere se sono sempre a ll’ unisono con lu i nella linea di condotta che segue; per potere in flu ire , m ediante la espressione del lo ro co n vin cim e n to , sui v o ti che darà il Parlam ento.

E nem m eno per i fatti econom ici, i q u a li non hanno la scusante della ste rilità della discussione p o litica , nem m eno per i fatti econom ici la opinione del paese ha modo d i farsi s e n tire ; n u lla è organizzato e n u lla si cerca di organizzare perchè il G overno, che p u r dovrebbe essere emanazione in d ire tta della volontà del paese, abbia d alla opinione del paese n orm a e guida n elle p iù g ra v i questioni.

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658 L’ E C O N O M I S T A 18 ottobre 1896

P arlam en to , ¡1 P arlam ento senza chiare m anifestazioni del paese. A l paese i candidali o g li eletti dicevano e ripetevano che occorrevano economie ; che d a l— 1’ A fric a non si poteva rito rn a re , ma che bisognava rim a n e rv i però in un campo ris tre tto ; al G overno il P arlam ento faceva analoghe raccom andazioni; ma nes­ suno o pochi protestavano poi quando il G overno seguiva per mesi e mesi una via diam e tralm e n te op ­ posta a quella che g li veniva indicata.

Così per i l modo con cui provvedere ai m a gg iori guai di certe re g io n i ; si è seguito il sistema delle repressioni e pareva che il paese ne fosse m a lco n ­ tento, sem brandogli eccessive, ma nessuna d iretta m anifestazione delle m o ltitu d in i c h ia rì veram ente il sentim ento gen erale ; e lo stesso quando fu c o n ­ cessa I’ am nistia e lo stesso quando venne nom inato il C om m issario c iv ile per la S ic ilia ; e lo stesso ora che pare si rip re n d a ancora una volta il sistema delle repressioni intanto che si studiano le rip a ra z io n i.

Così pure per i p iù im p o rta n ti fatti e c o n o m ic i: che cosa pensa il paese del nuovo trattato per T u ­ nisi ? Che cosa pensa il paese del ria v vic in a m e n to colla F ra n c ia ? Che cosa pensa il paese di un even­ tuale spostamento della nostra p o litica ?

Si possono cita re le o p in io n i dei g io rn a li p o litic i, i q u a li, come si è detto, potranno anche esprim ere il pensiero di a lc u n i u o m in i a u to re v o li, ma non esprim ono niente affatto q uello del paese.

N on riu n io n i, non com izi , non associazioni, non conferenze pubbliche, non m anifestazioni in fin e che lascino conoscere quale sia il desiderio della na­ zione od alm eno q u a li sieno le sue im p re ssion i per i fa tti che si sono co m p iu ti.

È ben n aturale q u in d i che il re gim e costituzio­ n ale , il quale è invece fondato s u ll’ opinione pub­ blica che illu m in i il potere le g islativo e l’ esecutivo, non fu n zio n i in Italia se non zoppicando. Può a v ­ ven ire che si creda esistere in un dato m om ento una meno perfetta consonanza di concetti e d i fin i tra la rappresentanza della nazione e la nazione stessa; in tal caso l ’ u ffic io costituzionale della C o­ rona è q ue llo appunto di ris ta b ilire l ’ e q u ilib rio . Ma quale può essere la prova od il sintom o d i questa im p e rfe tta consonanza d i concetti e di fin i, se la opinione del paese non esiste o alm eno non ha modo di m anifestarsi ?

E cco perchè crediam o che abbiano ragione coloro che lam entano il m eno corre tto funzionam ento del regim e costituzionale in Ita lia , ma crediam o in p a ri tempo che abbiano torto quando, ad ogni istante, in ­ vocano la opinione pubblica a prova del lo ro as­ serto, m entre la opinione pubblica dobbiam o co n ­ fessare che non si conosce.

S I E L F H

E

L

P

« P erm ettetem i ora d i d ir v i qualche mia opinione sulla educazione ».

Così parlava il nuovo Sindaco d i N apoli, marchese di C am polattaro, a g li insegnanti m u n ic ip a li, visitando non m o lti g io rn i fa la sede della lo ro A ssociazione.— E disse:

« Io penso che voi dovreste riv o lg e re tu tti i v o s tri sforzi a s vilu pp are nei v o s tri a llie v i i l concetto in d iv id u a lis tic o , a persu ad erli che essi non debbono

contare che sulle p rop rie forze, n u lla aspettando dal G overno e dai M u n ic ip i. Nel nostro paese, sventu­ ratam ente, il concetto che si ha dello Stato è questo: che dalla capitale ogni m attina, con treno speciale, parla uno scaldavivande con tre portate, fru tta e vino per ogni citta d in o . D istruggete queste idee, che sono co n tra rie al genio della razza nostra, fate intendere invece come da noi, se la massa vai poco, l ’ in d i­ v id u o invece vale m oltissim o. Isp ira te il desiderio che lo Stato debba ogni g io rn o cedere qualcuna delle a ttrib u z io n i che si sono andate man mano accen­ trando in esso ».

Questo ling u ag gio suona così diverso da quello che di consueto fanno u d ire g li u o m in i p u b b lici, che ci è parso m e rite vo le d i ven ire additato ai n o s tri le tto ri. P er u o m in i p u b b lic i intendiam o qui m in is tri e sottosegretari di S talo, sindaci, deputati, ed aspiranti alla deputazione. R ico rran o aperture di sessioni a m m in is tra tiv e , od abbiano luogo discorsi p arla m e ntari od e le ttora li, si espongano p ro g ra m m i, o si esprìm ano promesse agli interessati, o si facciano professioni di fede rig u a rd o a ll’ ind irizzo della cosa pubblica generale o locale, tu tte le prelodate p e r­ sone, dal p iù al m eno - le belle ma non m olto n u ­ merose eccezioni non distru gg o no la regola - sogliono a ttrib u ire allo Stato e al C om une una funzione m olto p iù estesa e insiem e p iù m in uta di q uello che g li a ttrib u is c a l ’ autore delle savie parole poc'anzi r i ­ fe rite . N on c’ è in iz ia tiv a , di quelle che i p riv a ti potrebbero benissim o prendere da sè, che non venga d ich ia ra ta , per lo Stato o pel Com une, a d d irittu ra doverosa. N on c’ è a ttiv ità eh’ essi non debbano es­ sere p rim i a spiegare, o che non abbiano per lo meno il supposto obbligo d 'in te g ra re col loro con­ corso. N on c’ è im presa, che non debbano o prò m uovere, o g uid are , o sussidiare, o prem iare. Ne d eriva no tre in c o n v e n ie n ti, che a noi paiono e gu al­ m ente g ra v i.

Il p rim o è che in questo m odo le energie in d i­ v id u a li si fiaccano, restano atrofizzate; o m eglio, poiché sarebbe tro pp o i l d ire che, ad onta d i tu tto , non se ne vedano in opera di belle e feconde, esse non sono in complesso quante e q u a li dovrebbero. E poiché lo Stato e il C om une, per fa r che facciano, non a r r i­ vano a fa r tu tto ciò a cui si accingono e che da essi si pretende; il progresso sociale in sostanza ci scapita.

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18 ottobre 1896 L’ E C O N O M I S T A 659

n e ll’ orto, secondo le stagioni, quella dei ca rcio fi o dei pom odori, ed a p erio di fe rtili e di squisita is p i­ razione ne succedono in e vita b ilm e n te a ltri di s te ri­ lità resistente a ogni cura o di m ediocrità. Ma lo Stato, poffarbacco ! volete che si fe rm i a queste m iserie ? E g iù p rem i anche per le p rod u zio ni d ra m ­ matiche ! E poiché si stà parlando di p u b b lici pas­ satempi, m e rita menzione anche q ue llo delle corse d i ca va lli, g rad itissim o ai tem pi n ostri in tu tti i più cospicui c e n tri di popolazione e in o ltre in pa­ recchi secondari. Apposite società di sportmen po ­ trebbero p ro vve d e rvi, tanto è vero che v i p ro vve ­ dono di fatto. Ma un po’ d i co n trib u to dello Stato, 0 che guasta m a i? Basta tro v a rg li una g iu s tific a ­ zione. La chiam erem o im pulso al m ig liora m e nto delle razze cavalline. E d eccoti i p rem i la rg iti dal M inistero di A g ric o ltu ra per le corse d i cava lli di Roma, N apoli, T o rin o , M ilano, Firenze, Pisa, T re ­ viso, Yarese, e chissà q ua nti a ltr i luo g hi d im e n ti­ chiam o. Già, è un m odo di a ttira re sem pre p iù gente alle corse, e m o lti dicono che, tra g li a ltri vantaggi, si fa andare il commercio. O h, a propo­ sito d i com m ercio ; lo svilu pp o m a ra vig iioso che ha preso nel nostro secolo, le form e sem pre nuove e svariate che assume, la ricchezza a c u i dà v ita , tu tto induce la giovane generazione a d e d ica rvisi con corredo di cognizioni in a ltri tem pi inu sita to e con ardim ento, che mancò alla generazione che la p re ­ cedette. E p ro p rio oggi che l ’ im p ulso c’ è spontaneo e non può andare che aum entando, lo Stato, d ia ­ m ine ! vu o l dare la sua piccola spinta anche lu i : borse di sussidio, perchè ogni anno alcuni b ra v i g io v in o tti vadano a im p ra tic h irs i nel com m ercio a l­ l’ estero.

E volendo seguitare... ma basterà. C i sarebbe da non fin irla p iù , se volessim o enum erare, o ltre a questi pochi esempi presi a caso, tu tte le spese non punto necessarie, benché non p riv e di qualche secondario effetto u tile , che gravano sui b ila n ci d ello Stato.

T u tte bellissim e cose, ma i q u a ttrin i da qualche parte bisogna tro v a rli e p re n d e rli ; — sicché im p o ­ ste e sovrim poste, tasse e sopratasse, fo rti dazi di confine, p erfin o sui generi a lim e n ta ri, num erosi m o ­ nopoli di Stato, che rin caran o i generi, su cui si esercitano e ne peggiorano la q u a lità . F ra tanti gravam i, non si respira quasi più.

E non basta: per la tasca di ciascun con tribu e nte che è in fondo una sola, viene poi il secondo to r ­ mentatore, la seconda trom ba aspirante, il Comune. Dazio consum o, centesim i a dd izio na li, tasse, secondo 1 casi, sui fa b b rica ti, o su g li a n im a li, o d i fam ig lia, o sul v a lo r loca tivo .... G li è che anche il Com une, nella sua p iù breve cerchia, si pretende che sia il factotum. C i vuo le un teatro, o p iù d ’ uno, anche là dove nessun p rivato o nessuna società d i p riv a ti abbia avuta la buona idea di e d ific a rlo ; e, dove 1’ ab ­ biano avuta, e anche nel p rim o caso, ci vuole una dote m u n ic ip a le , perchè g li spettacoli sieno de­ corosi. Ci v u o le una banda m usicale, ci vogliono prem i pei v e lo cip ed isti, pei ca n o ttie ri, pei t ir i al piccione. Bisogna a lle stire festeggiam enti ad ogni m inim a occasione, o sussidiare q u e lli che a q u a ­ lunque C om itato sia venuto in testa d i organizzare. E il pretesto consiste per Io p iù n el decoro del Co­ mune, o nella convenienza d i dare rincalzo al piccolo commercio. M a il decoro non sarebbe tutelato m e­ glio c o ll’ in d e b ita rsi m eno? E il piccolo com m ercio

e anche q u e llo grande, non v ivre b b e ro m eglio, se, m agari senza tanti p ro te tto ri, fossero invece tassati con p iù discrezione?

I l terzo inconveniente è questo: Stato e Com une a forza d i im m ischia rsi in ciò che loro non spetta e d i spendere là dove non dovrebbero, diventano spesso incapaci di esercitare q uelle fun zion i, per le q ua li p rin cip a lm e n te sono c o s titu iti, o restano scarsi di mezzi per e se rcitarlo a dovere. Così avviene che in m o lti C om uni si festeggia con sfarzo questo o quel santo, ma non si prosciugano le acque sta­ gnanti che dànno la m alaria ; in a ltri si bandiscono esposizioni o com m em orazioni, ma non si provvede alla fognatura del sottosuolo; in a ltri si edificano sontuosi te a tri, ma si dim enticano g li ospedali, si pagano male i m aestri, si hanno scarse al bisogno le g uardie m u n ic ip a li e via discorrendo.

Così avviene che lo Stato profonde energie e q u a ttrin i prom uovendo , orga n izzan d o , prem iando incoraggiando, fa il costru tto re , p erfin o il tabac­ caio, e tiene banchi di giuoco ! . . . . Ma g li ap­ p rovvigio na m e nti d e ll’ esercito sono scarsi, la cele­ rità della sua m o bilitazione è tuttora un problem a, m o lti p un ti delle coste e a lcu n i passi a lp in i sono ind ifesi, la pubblica sicurezza inte rn a va alla peggio, la m a gistra tu ra , mal pagata, non può essere nè m o lto dotta, nè sem pre im peccabile.

In conclusione, i c itta d in i pagano caro i se rvig i che lo Stato e il Com une sono chiam ati a re n d e r loro, e cotesti se rvig i hanno la b ella soddisfazione di ve d e rli d isim p eg na ti non d i rado in modo meno che m e dio cre. Ma se lo m eritano, perchè allo Stalo e al C om une tro p p i a ltri ne chiedono, a cui con m in ore spesa e con m ig lio ri ris u lta ti dovrebbero e potrebbero p rovvedere da sè.

Queste v e rità nessuno m e glio che il maestro può in filtra rle n e ll’anim o delle generazioni che crescono. E la raccom andazione del p rim o m agistrato d ’ una città cospicua non dovrebbe restare senza im ita to ri e senz’ eco.

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660 L’ E C O N O M I S T A 18 ottobre 1896

fo rn ito alla nuova Società potenti mezzi d’ azione, egli ha dato o ltre 1 ,7 0 0 ,0 0 0 lire e le sue donazioni sono state anche d i recente aum entate per rendere possibili alcune m issioni a ll’ estero e a p rire a lcu ni concorsi, come vedrem o in seguito.

II Museo sociale funziona come persona m orale sotto la forma di società, che ha già ottenuto il r i­ conoscimento d’ u tilità pubblica [Soditi du Musée sodai reconnue d’utilité publique). E g li sta tuti di questa società sono stati a pprovati per decreto in data del 31 marzo 1 894, dal P residente della R e ­ pubblica e il Museo è stato in a u g u ra to il 2 5 marzo 1895. Secondo il suo statuto il Museo ha p e r scopo di m ettere g ratuitam ente a disposizione del p ub blico i docum enti s c ritti e stam pati, i m o d e lli, i p ia n i, g li statuti ecc. delle is titu z io n i e organizzazioni sociali nuove, che hanno per oggetto di m ig lio ra re la si­ tuazione m ateriale e sociale dei la v o ra to ri, come pure d i dare consigli e info rm a zion i sulle questioni s u in d i­ cate ; qualsiasi discussione re ligio sa o politica g li è inte rd etta. I mezzi d ’azione d i cui la nuova società intende s e rvirsi per raggiungere lo scopo sono p rin ­ cipalm ente i seg ue nti: una esposizione perm anente di econom ia so cia le ; una b iblioteca e una sala di lavoro aperti gratu ita m e nte, le com unicazioni a g li interessati di tutte le in fo rm a zio n i concernenti le opere sociali ; le consultazioni tecniche sulle is titu ­ zioni nuove da creare, su q uelle già esistenti e sui m ig lio ra m e n ti che si potrebbero in tro d u rre ; l’ orga­ nizzazione d i conferenze, di corsi e di dim ostrazioni o ra li aventi per oggetto di com m entare i docum enti esposti e di propagare le cognizioni re la tive alle is ti­ tu z io n i d i economia so cia le ; dei v ia g g i d i studio e d i info rm a zion e in F rancia e a ll’ estero; le p u b b li­ cazioni su la v o ri della società e i l m ateriale da essa ra cco lto; la d istrib uzio ne di p rem i e d i m edaglie da c o n fe rire ai la v o ri p iù n otevo li e l'organizzazione di concorsi su questioni e problem i di economia p o li­ tico -so cia le da studiare e da riso lve re .

I l Museo sociale di P a rig i è, adunque, anzitutto, una grandiosa raccolta di docum enti econom ici, le ­ g is la tiv i, statistici, di m o de lli, piani, sta tuti e cc.; ma è anche qualche cosa d i p iù di una lib re ria , è un la b o rato rio nel p iù am pio senso della parola. I l suo m ateriale è classificato per m a te rie ; e siccom e q u a ­ lunque sistema di catalogo non raggiungerebbe lo scopo di agevolare le rice rche , g li studi e i con­ fro n ti, i l Museo è stato diviso in sezioni, a capo delle q ua li è stato messo uno specialista che deve fa m i- g lia rizzarsi non solo col m a te ria le in possesso del Museo, ma con tutta la le tte ra tu ra del suo ra m o di s tu d i, affinchè sia in grado d i aiutare personalm ente chiu nq ue desideri di a p p ro fitta re dei m ezzi, che il Museo m ette a disposizione del pubblico. Così sono state attuate tutte le com odità d e side ra bili per le in d a g in i non soltanto occasionali, ma anche estese e lunghe.

1 docum enti del Museo sociale sono classificati nel seguente m odo:

Statistica sociale e documenti generali : Statistica della popolazione, tavole di m o rta lità , di m o rb ità e d i in fo r tu n i; e sp osizion i; o ffic i del la v o ro ; m usei sociali.

Regime della famiglia: m onografie, istruzione pro­ fessionale ; tiro c in io ; funzione della donna.

Regime della proprietà : d ivision e della p ro p rie tà ; form e v a rie della proprietà m o b ilia re o im m o b ilia re ; tra ­ sm issione della p rop rie tà; sistem i c o lle ttiv is ti ed a ltri.

Regime generale del lavoro : regolam ento del la­ voro (a d u lti, donne, fa n c iu lli) ; igiene e s icu re zza ; sindacati professionali, in d u s tria li e a grico li ; aggrup­ pam enti c o rp o ra tiv i, a rb itra to e c o n c ilia z io n e ; con­ sig li d’officina, is titu z io n i patro na li ; sistem i socialisti. Periodo normale della vita del lavoratore : a) Lavoro : 1. L avoro agli o rd in i di un padrone (sa­ la ri, sopra s a la ri, sovvenzioni, partecipazione agli u tili) . I I . L avoro nelle società cooperative di p ro ­ duzione. I I I . L a vo ro d e ll’ operaio a d o m ic ilio . I n ­ d u s trie dom estiche ; b) Risparmio e credito (casse di ris p a rm io , società cooperative di cre dito, Banche p o p o la ri); c) Abitazione (a llo g g i a buon m ercato, società cooperative di costruzione) d) Alimentazione, vestiario, illuminazione, riscaldamento (società coo­ perative di consum o) f ) Ricreazioni, circoli, ecc. g) Materie varie. - Periodi di crisi nella vita del la voratore : a) Mancanza di lavoro ( chômage) u ffic i di collocam ento, assistenza m ediante il lavoro, as­ sicurazione contro la disoccupazione in v o lo n ta ria ); b) Malattie (società d i m utuo soccorso, alcolism o); c) Infortuni, prevenzione, attenuazione (salvataggio, ospitali) riparazione, (assicurazione con tro g l’ in fo r­ tu n i) ; d) Vecchiaia e invalidità (pensioni d i ritiro , creazione del p a trim o n io ); e) Morti premature (as­ sicurazione v ita intera ; mista ; a te rm in e fisso) ; f)

Varie.

L e sezioni, alle q ua li si è accennato p rim a sono sette e cioè sezione delle relazioni con le società che si occupano di questioni sociali, agricola, delle as­ sociazioni operaie e cooperative, delle assicurazioni sociali, delle is titu zio n i p a tro n a li g iu rid ic h e , e delle m issioni, studi e inchieste.

I l servizio p rincip ale organizzato dal Museo so­ ciale è q u e llo delle consultazioni. Una delle mag­ g io ri d iffic o ltà , che inco ntra van o fino ra q u e lli che si occupano, per qualsiasi tito lo , delle questioni so­ c ia li era d ’ essere esattamente in fo rm a ti sulla costi­ tuzione e s u lle con dizion i del funzionam ento delle v a rie is titu z io n i, che in F ra n cia e a ll’ estero tendono a m ig lio ra re la situazione m orale e m ateriale dei la v o ra to ri.

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18 ottobre 1896 L’ E C O N O M I S T A 661

manda il concorso della esperienza di specialisti il Museo la sottopone alla sezione, che è p a rtic o la r­ mente competente e quando essa ha d e lib era to, la sua risposta è trasmessa agli interessati.

Quanto agli a ltri servizi del Museo, essi hanno lo scopo di diffondere nozioni precise, fa tti accurata­ mente osservati, dati a tte n d ib ili in o rdine alle q u e ­ stioni sociali e ciò m ediante le m ission i, le in c h ie ­ ste, le conferenze, le c irc o la ri, nelle q u a li sono rife riti i ris u lta ti delle inchieste o riassunti i docum enti in possesso del Museo. D ue concorsi sono aperti ora, uno sulla questione della partecipazione agli u tili e l ’ a ltro sulle associazioni operaie e p atro na li ; in p ari tempo sono stati concessi dei p rem i a 25 operai francesi p iù m e rite v o li e sono in corso a ltre m is ­ sioni d i studio.

Una istitu zio ne di tale e tanta u tilità non ha b i­ sogno che d’ esser fatta conoscere, perchè sia da tu tti apprezzata e 1’ opera libe ra le e illu m in a ta del conte d i C ham brun raccolga il plauso del p u b blico in te l­ ligente.

NOTE IN MARGINE

a l l ’ In c h ie s ta s u lla S a r d e g n a § 1. I l volu m e d e ll’ on. Pais *) aggiunge u n buon lavoro al catalogo, già ricco, della b ib lio g ra fia Sarda.

Chè, bisogna d irlo subito, nessuna quistione ha avuto p iù d i questa onore di s c ritti e d i proposte : e, soggiungo, s c ritti e proposte sotto ogni rig u a rd o pregevoli.

G li studi geologici della Sardegna portano i nom i di A lb e rto L am a rm o ra , Q u in tin o Sella e D om enico L o v is a to : i p rog e tti id ra u lic i, stradali, di risanam ento, ebbero per a u to ri quanti vale ntissim i ingegneri per­ corsero l’ Isola, da Carbonazzi a C a r li: g li studi sto ­ ric i e le tte ra ri si chiam ano da Cattaneo, Spano e Mantegazza. Inchieste poi, ric o rd o : q uella D epretis, quella Salaris, quella del P refetto B acco: progetti di colonizzazione, g iu n ti in P arlam ento, da q u e llo del p rim o M in is tro C avour a q u e llo del Deputato Canzio, si contano a dozzine.

L ib r i in fin e , una folla, tu tti la v o ri s e rii e m e d i­ tati. A lla B iblioteca Begia di C ag liari ne ho trovato un m ig lia io , a d ir poco: m entre s c riv o , ho dinanzi non meno di una tre n tin a d i p ubblicazioni fatte in questi u ltim i due o tre anni.

Ed è naturale : alla Sardegna faranno d ife tto m olte cose, ma non fa dife tto al suo popolo l ’ ingegno, per di p iù educato a due b u o n i c e n tri in te lle ttu a li, q u a li sono le due u nive rsità di C a g lia ri e di S a s s a ri.s)

C hiudo questo p rim o rilie v o con la seguente os­ servazione : stolto sarebbe chi presumesse di d ire oggimai cosa nuova in to rn o ai sin g o li p ro b le m i, r i ­ guardanti i m a li ed i rim e d i d e ll’ Isola d i S ardegna: che, tu tti essendo oram ai stu d iati e ris tu d ia ti, pare p roprio questa 1’ ora p iù conveniente ad operare che a discutere.

§ 2.9 Fissiam o anzitutto i te rm in i del p ro b le m a : *) Relazione dell'Inchiesta sulle condizioni etc., R o ­ ma, Tip. Cam. Dep. 1896.

_s) L ’ inchiesta accoglie il lodevole suggerimento di dividere le facoltà, fra le due Università, assegnando all’ una i corsi di diritto e di lettere : all’altra della medicina e delle scienze.

la Sardegna non può attendere la sua risu rre zion e, che da u n rifio rim e n to d e ll’ a gric o ltu ra , e contro di questa contrastano tre d ifficoltà :

a) C attivo ordinam ento delle acque, disordinate a ll’ alto dei corsi, ed allaganti al basso, con doppio danno, ai te rre n i ed alla salute d eg li abitanti.

h) C attivo ordinam ento della proprietà, composta in parte di la tifo nd i sterm inati appartenenti allo Stato ed ai p riv a ti, ed in parte di m inuscoli appezzamenti di terreno, distanti fra di lo ro , che non com portano costituzione d i una casa colonica q ua l si voglia.

c) Com pleta mancanza di braccia e di danaro. C irca il p rim o dei den un cia ti m a li non v i è d is­ senso. E come si potrebbe dissen tire ? Anche chi fugacemente attraversa la Sardegna in fe rro via , si avvede del disordinato corso dei fiu m i: e c h i sem ­ plicem ente la costeggi, dal bordo della nave vede, a occhio nudo, che tu tti i corsi d’ acqua non scen­ dono ad aver pace nel m are, ma a v e n ti, a d ie ci, a tre c h ilo m e tri dal lid o , si spandono sulla campagna circostante, form ando vastissime p alu di, le q u a li co­ stituiscono quella dolorosa corona malarica che in ­ festa l’ Isola.

N eppure, circa i p ro vve d im e n ti da prendersi al rig u a rd o , v i è d is s id io : perocché, e per vole re di legge, e per consenso d i tu tti, è u ffic io di Stato provvedere al corso delle acque.

La delazione Pais rip ro d u c e un progetto m in is te ­ ria le - non si rile v a esattamente a quale m in is tro appartenga - che provvede egregiam ente allo scopo di dare, con un buono o rdinam ento, sufficiente acqua alla Sardegna. *)

§ 3.° A v re i desiderato che l ’ inchiesta avesse preso Conclusioni p e r quanto rig aa rd a il cattivo o rd in a ­ m ento della p rop rie tà p riv a ta , del c u i d isordine la Relazione stessa, nella parte storica e m otiva, si fa serio carico.

N on d im e n tic h ia m o questo punto essenziale del problem a sardo.

L ’ Inchiesta a graria, e nella parte generale, (S a la ris) e nelle re lazio ni speciali (In tin a e Becciani) m isero in evidenza che, per la m aggior parte, la proprietà è costituita da appezzamenti m in im i di terra , che variano dalle cinquanta are, ai due e tta ri, appezza­ m enti che, p u r appartenendo a llo stesso p ro p rie ta rio sono d ista n ti c h ilo m e tri e c h ilo m e tri l’ uno d a ll’ a ltro.

P e r la q ua l cosa avviene che 1’ a g ric o lto re deve consumare due ore per recarsi al lavoro, a ltre due per fa r rito rn o al v illa g g io : avviene ancora che la co ltu ra re sti senza custodia, e m anchi la presenza d e ll’ uom o sulla te rra , alla quale il fenomeno della v ita vuo le tu tto rito rn i.

U n progetto del senatore A y m e ric b (1 8 6 9 ) che form ò di poi oggetto agli studi d e ll’ on. F o rtis (1 8 8 9 ), propose l’ espropriazione dei te rre n i da c o ltiv a rs i: un progetto del D eputato Canzio (1 8 9 2 ) propose di agevolare le perm ute dei te rre n i a co ltiv a rsi.

(6)

662 L’ E C O N O M I S T A 18 ottobre 1896

q uella già scritta n e ll’ art. 12 del R egolam ento di C arlo A lb e rto , 12 m aggio 1 83 8, il quale sa n civa :

« I p ro p rie ta ri dei te rre n i aperti, vole nd oli c h iu ­ dere, avranno d iritto di farsi cedere i te rre n i p a ri­ m e n ti aperti ed a ttig u i a ll’ oggetto di r iu n ir li al pro­ p rio etc. etc. etc. ».

È noto che g li S tati tedeschi em anarono, negli u ltim i c in q u a n ta n n i, tutta una serie d i leggi dette di arrotondamento : è noto che la F rancia p rovvide al disordine con la legge de! 1 8 2 4 : e che l’ In g h il­ terra v i p rovvide con la legge del 1 78 2, la quale am m ette le perm ute obbligatorie.

Non voglio q u i rice rcare quale, fra le m olte, sia la fo rm u la p re fe rib ile : questo solo intendo afferm are che u n provvedim ento al rig u a rd o è assolutamente necessario.

§ 4.° Passo a rile v a re il problem a p rin cip a le , che, a m io avviso, tutta involge la quistione sarda : in ­ tendo d ire quello che attiene alla colonizzazione.

R iteniam o che esistono plaghe sconfinate, in gran parte di proprietà dello Stato, lunghe centinaia di chilometri, e larghe a diecine, sulle quali non si vede una sola casa.

La S tatistica ci insegna che m entre l ’ Ita lia con­ tinentale ha la media di 1 0 4 a bitan ti e la S ic ilia di 113 per c h ilo m e tro quadrato, la popolazione sarda ra gg iun g e appena i l ra pp o rto di 28 abitanti.

Che cosa si propone?

Q u i nasce la q u is tio n e : e nasce, perchè il sen ti­ m ento del popolo sardo è ostile ad ogni in te rv e n to d i popolazione estranea n e ll’ Isola.

Così è, e così bisogna afferm are questa proposi­ zione ; chè non è degno di s c ritto ri nascondersi dietro a’ falsi ris p e tti um an i.

I l dissidio fra Isolani e C ontinentali (in parte, è vero, im p u ta b ile a questi u ltim i) , ris u lta evidente da due p ubblicazioni uscite in quest’ anno.

De Francesco, continentale, scrive : « quando si manifesta i l proposito di gettare le basi della colo ­ nizzazione, si dice - colonizzerem o da noi ! - « Con c h i? Non introd uce nd o una nuova popolazione, q u e lli che attualm ente lavorano nei cam pi, rim a n go no g li stessi » *).

Vivanet, sardo, com battendo ogni concetto di im m ig ra zio ne continentale, così conclude :

« Posto pure che il ris u lta to venisse ra g g iu n to salta agli occhi che ciò sarebbe a tu tto danno degli in d ig e n i, perchè si creerebbe una molèsta e te rrib ile concorrenza, che renderebbe sem pre p iù d iffìc ili le con dizion i dei p rim i » 2).

In questo d issidio sta la ragione dei presenti m a­ lanni.

Bisogna rip op ola re l’ Isola; bisogna chiam are l ’ uomo dove è il deserto : e, con l’ uom o, siate certi, v e rrà la sicurezza : si m o ltip lic h e ra n n o i p ro d o tti, d iv e r­ ranno p ro d u ttiv i i tra sp orti ed abbondanti le in d u ­ strie, delle q u a li tu tte d irò p iù opportunam ente in a ltro studio.

L a proposizione d e ll’ on. S a la ris i - l’ Isola deve bastare a sè stessa, perchè, da per tu tto , i pochi generano i m o lti : - è bella, ma non è vera.

L ’ on. Pais non sa sp o glia rsi del p reg iud izio iso­ lano : ecco il suo e rro re .

E g li tuto re delle ra g io n i, sia anche censore dei to r ti d e ll’ Iso la : tolga d a ll’ anim o de’ suoi con citta

-*) L'Inchiesta pag. 24 (Cagliari, 1896). !) Colonizzazione ecc. pag. 45 (Cagliari 1896).

d in i la passione, che conturba le m e n ti, li faccia persuasi che solo, m ercè la cresciuta popolazione, si co ltive rà la terra : che quando questa sarà coltivata avrà m aggior valo re : e che la ricchezza vera allora solo sarà ra g g iu n ta , quando saranno cresciuti i pro­ d otti.

E g li ai suoi conterranei m ostri il chiaro esempio della vicina C arloforte, che è una delle isole più flo rid e del mondo : e ric o rd i loro che era arida e squallida ancora nel 1738, quando C arlo E m a ­ nuele I I I la divise fra le 1 1 8 fa m ig lie di Genovesi, risca tta ti dalla se rvitù , in cui li teneva il bey di T u n is i.

E d a llo ra sarà facile il program m a.

V i sono o gg im ai p iù di un centinaio di stazioni m a rittim e e fe rro via rie , collocate lontane d a ll’ abita­ to, e che potrebbero diventare centro di una nuova popolazione agricola.

V i sono centinaia di m ig lia ia d i e tta ri d i terreno di prop rie tà dem aniale, che hanno m in im o valo re ’ ).

V i sono, per sventura d ’ Ita lia , centinaia di m i­ g lia ia d i a g ric o lto ri che, o gn i anno, abbandonano la p atria .

D iam o v ita a questi tre fattori ; e fid e n ti nella Sardegna ris o rta , potrem o prendere a prestito la so­ nante poesia b ib lica dei suoi s c ritto ri, per cantarne le lo d i elevare alto un in n o a L e i n u tric e e ba­ lua rd o ad u n gran popolo fu tu ro 2).

Ma per riu s c ire a questo, non c’ è che un mezzo: rip o p o la re la Sardegna.

L ’ on. Pais in te rp re ti questa conclusione come prova del grande affetto che ho per T Isola sua.

Odone Sciodla.

Rivista Bibliografica

Paolo Lafargue. — L ’origine e V evoluzione della pro­

prietà, con introduzione critica di Ac h i l l e Lo s i a.

— Palermo, Sandron, 1896, pag. 396, (lire 2). È la traduzione della m onografìa del Lafargue sulla p ro p rie tà , alla quale Y ves G u y o t ha premesso, nella edizione francese una lunga confutazione. D e llo scritto del L a fargu e basterà d ire che è una difesa del co­ m uniSm o, condotta con m olta arte, ma con a ltre t­ tanta trascuratezza per la v e rità storica. 11 L o ria lo dice u n interessante saggio di arte socialista, una s crittu ra a tinte m editatam ente artefatte che s e rb a i tocchi p iù d elicati per la com unità p rim itiv a e per la p rop rie tà feudale e prodiga le tin te p iù nere alla società capitalista m oderna. « V ’ ha evidentem ente, e g li soggiunge, in tu tto ciò del p artito preso ; v ha evidentem ente il v o lu to silenzio rim p e tto alle

esor-») L ’on. Pais pubblica un completo elenco dei ter­ reni demaniali. Come criterio del valore attribuito attualmente a detti terreni, trascrivo le notizie ri­ guardanti i tre primi della sterminata tabella :

1. » Superfìcie Ettari 4,534 : è affittato per L. 891

2. » . » 9 7 0 : » » »

3. » » » 2,381: » » 8 19a

Inchiesta pag. 450 e seg.

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18 ottobre 1896 L ’ E C O N O M I S T A 663 bitanze della società feudale che n iu n o di noi al certo

preferirebbe alla società borghese».

Ciò che v ’ è di più interessante in questo lib ro è la introd uzion e c ritic a del L o ria . Il valente profes­ sore fa un rapido esame delle tesi sostenute dal L a - fargue e indica le lacune gravissim e delle sue in ­ dagini storiche.

A lcune dichiarazioni del L o ria ci paiono special- mente degne di nota. Così, a proposito del concetto m arxiano re la tivo alla concentrazione progressiva delle ricchezze e alla dissoluzione fatale d e ll’ odierna p roprietà, egli scrive che la statistica e la storia co n ­ temporanea inflig g o n o g ra v i sm entite alla concezione grandiosa del M a rx . — « In v e ro — egli aggiunge — questa progressiva degradazione delle classi operaie, che il M a rx presagiva e che sarebbe il fattore p iù energico della degringólade fina le, sembra essersi, fortunatam ente, arrestata ed aver fatto luogo ad un m ig lio ra m e n to che è dove più, dove meno sensibile, ma che è incontestabile ovunque. » Il L o ria ne at­ trib uisce parte del m e rito allo stesso M a rx , perchè le sue c ritic h e avrebbero scosso g li statisti d i ’ tu tti i paesi c iv ili (fatto eccezione del nostro) e in d o tti a « p rovved im e nti rig e n e ra to ri delle classi povere, ad un ’ opera di sapiente legislazione sociale ; la quale arrestando sulla sua china sinistra la degradazione del popolo lavoratore, preparò la elevazione fisica di questo, la sua rinascenza m orale ed econom ica. Perciò il m o vim e n to antinóm ico della società con­ temporanea verso la estrema ricchezza e la m iseria estrema, tro va si, alm eno nella seconda sua parte, in te rro tto ed in v e rtito ; di che g li stessi socialisti più in te llig e n ti mostrano avere piena contezza nelle loro recenti pubblicazioni. »

P arim ente, è di m olto interesse ciò che il L o ria scrive sulla tendenza delle società m oderne verso il com unism o, afferm ata dal Lafargue « Come mai in ­ fatti, dal carattere c o lle ttivo che assumono le m a n i­ festazioni p iù e ste riori della v ita , può tra rs i la con­ clusione che dunque noi si tende al com unism o ? Ma allora anche la società romana doveva m uovere verso il com unism o e con m aggior forza e m aggior ra p id ità che la nostra, dacché m aggiori e p iù intensi erano in essa g li elem enti sociali o com uni della vita . A llo ra , una parte cospicua della popolazione riceveva alim ento g ra tu ito dallo Stato e giochi e terre nelle colonie, che si is titu iva n o ad ogni tratto; allora gran parte del suolo era proprietà dello Stato, e la questione circa al possesso di quella era sem pre aperta e sem pre d ibattuta. E p p u re , m algrado tu tti questi fa tto ri socializzanti, la prop rie tà rom ana non riu scì al com unism o ; tu tt’ a ltro ! E di p iù ; se l’ uom o moderno tollera e consente la socializzazione quando si rife risca a g li elem enti più e ste riori e s u p e rfic ia li della vita , o quando sia spontanea, può credersi ve ­ ram ente eh’ egli si adatterebbe ad una socializza­ zione che fosse coattiva e che tutte assorbisse fra le sue in n u m e re spire le m anifestazioni d e ll’ a ttiv ità umana ? Ma chi non vede che la c iv iltà stessa, la quale ci rende irre q u ie ti e insofferenti di d om in a ­ zione o di fre n o , renderebbe in to lle ra b ile la società com unista e che alla vita co lle ttiva e coatta del nuovo o rdinam ento, m o lti e non i p iù pessim isti s o l­ tanto, tro ve re bb ero p re fe rib ile la m o rte ? Se taluno ciò non com prende, davvero che egli torce lo sguardo per non vedere la vita che lo circonda, davvero che per lu i è m uta di am m aestram enti la realtà che g li palpita a tto rn o. »

Q uesti passi della introd uzion e del L o ria , m entre danno un ’ idea della sua im portanza, susciteranno certo nei le tto ri, che conoscono i suoi s c ritti o le sue teorie, riflessioni in vario senso.

Avv. Giambattista Luè. — La pubblica beneficenza. —

Volume I. — San Colombano al Lambro (Milano)

Tip. G. Panzetti, 1896, pag. 220.

L ’ A u to re m uove dal concetto che « la pubblica beneficenza è resa necessaria d a ll’ im portanza che assume il pauperism o e trova il suo fondam ento n e ll’ u fficio dello Stato che, perchè suo fine è q uello di raggiungere il benessere sociale, ha l ’o bbligo d i spiegare la massima a ttiv ità p e r sollevare la m isera condizione delle classi p iù povere della società. » V eram ente questo concetto non andava soltanto af­ ferm ato, occorreva dim ostra rn e la esattezza, ma co­ m unque sia di ciò, poiché non v ’ ha dubbio che vi sono anche nelle società più c iv ili in d ig e n ti v a lid i e in v a lid i al lavoro sorge il problem a come conte­ nersi a lo ro rig u a rd o , sia da parte dello Stato, sia da quella dei p riv a ti.

L ’ A u to re si occupa in questo p rim o vo lu m e d e g li in d ig e n ti v a lid i che distingue a seconda che sono re n ite n ti al lavoro (g li accattoni, g li oziosi e cc.) o manca lo ro il lavoro. Considera queste due cate­ g orie di in d ig e n ti dal punto di vista storico, ezio­ logico, terapeutico, fa la c ritic a delle d o ttrin e di v a ri s c ritto ri ed esamina il v a lo re delle is titu z io n i proposte. In un capitolo speciale tratta poi della beneficenza e del lavo ro nel socialism o, svolgendo i p rin c ip a li sistem i socialisti e facendone un esame c ritic o .

Georges Waterlot — L a concilìation et V arbìtrage

dans les conflits collectifs entre patrons et ouvriers.

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664 L’ E C O N O M I S T A 18 ottobre 1896

Dr. A lfred Zimmermann. — Die Kolonialpolitik Por­ tugals und Spaniens in ihrer Entwickelung von den Anfängen bis tur Gegenwart. — Berlino, Mittler, 1896, pag. X V I-515 (10 marchi).

I I d r. Zim m e rm a n n inizia con questo volum e una storia completa delle colonie europee. E g li si pro- I pone in fa tti di trattare d e ll’o rig in e , dello svolgim ento dei ris u lta ti e delle prospettive delle colonne europee e intanto ha svolto il suo program m a per q uelle del P ortogallo e della Spagna ; in un secondo v o ­ lum e, che uscirà l ’ anno ve n tu ro , l’ A u to re si occuperà delle colonie inglesi, e a ltr i v o lu m i saranno d e d i­ cati a quelle francesi, olandesi e tedesche. L ’ impresa alla quale lo Z im m e rm a n n si è accinto m e rita lode, perchè mancava una storia generale dello colonie europee ed è da augurare che e g li possa c on du rre a term ine il suo lavo ro in tempo re lativam ente breve. La colonizzazione d e ll’ Ind ia e del B rasile, la c o n - quista del Messico e del Perù e in complesso tutta l ’ a ttiv ità coloniale dei portoghesi e degli spagnuoli è esposta con chiarezza e abbondanza di n o tizie . L ’ economista può forse notare qualche lacuna n ello studio degli effetti dei p ro v v e d im e n ti adottati dal P ortogallo e dalla Spagna per le loro colonie, ma lo storico ha una esatta e pregevole narrazione che può consultare con p ro fitto . Una carta geografica indica i possedimenti colo nia li della Spagna e del P ortogallo verso la metà del X V I secolo e una co­ piosa b ib lio g ra fia dà le ind icazion i delle p rin c ip a li fo n ti alle q u a li ha ric o rs o l ’ A uto re .

Rivista Economica

/ / co sto d e lla g u e r r a fra n c o -p r u s s ia n aL a fu s io n e d e lla S o c ie tà c e ra m ic a R ic h a rd c o lla M a n if a t tu r a G in o r i — / / consum o d e l p e tr o lio in G e rm a n ia

L a p ro d u zio n e d e ll' a c c ia io in g le s e L a s o rv e ­ g lia n z a s u lle c a ld a ie a va p o re.

Il costo della guerra franco-prussiana. — Il valente com m . Bodio, d ire tto re generale della s ta ti­ stica, ha pubblicato i ris u lta ti dei docum enti che ha potuto riu n ire su quanto costò, tra u o m in i e ca p ita li, la g ue rra del 1 8 7 0 -7 1 :

Morti in Francia di ferite ... 80,000

» » di malattie, suicidi, e c c . . 36,000

» in Germania p r ig io n i e r i... 20,000 Totale 136,000 Feriti sul campo di battaglia e sopravvissuti 138,000

» nelle marcie, contusi, ecc...11,421 Malati comuni, di freddo, estenuazione, ecc. 328,000

Totale 477,421 In G erm ania, secondo i ra p p o rti u ffic ia li dello S tatom aggiore di B e rlin o , sono m o rti 40,877 u o m in i, di c u i 1 7 ,2 5 5 sui cam pi di battaglia e 21,023 nelle am bulanze; 1 8 ,5 4 3 u o m in i sono stati fe riti, ma sono sopravvissuti.

Le c ifre poi che rig u a rd a n o i capitali spesi per l ’ epica g u e rra non sono meno e d ifica n ti.

L e perdile subite dalla F rancia sono le seguenti : Spese m ilita r i... fr. 2,386,412,558

Somme pagate alla Germania . » 5,742,938,814

Prestiti e p r e m i... » 1,156,327,955

Lavori pubblici per la guerra . » 207,239,800

Indennità pagate dallo Stato ai

dipartimenti e ai particolari. » 604,622,425

Perdite subite dallo Staro . . » 2,033,939,000

Spese sopportate dai Comuni e

non rimborsate dallo Stato . » 535,007,000

Totale fr. 12,666,487,552 In questa enorm e somma non sono calcolate le perdite subite d a ll’ arresto della produzione c o lle ttiva e in d iv id u a le e del com m ercio.

L e perdite della G erm ania sono m olto in fe rio ri ai cinque m ilia rd i pagatile dalla F ran cia .

La fnsione della Società ceramica Richard colla Manifattura Ginori. — Ebbe luogo a M ilano l ’ as­ semblea strao rd ina ria degli azionisti della « Società ceram ica R ich ard » per discutere sulla m odificazione della ragione sociale, sul prolungam ento della durata della Società, s u ll’ aumento del capitale e varie m o­ d ificazio ni dello statuto specialm ente nella parte r i ­ guardante la form azione dei b ila n ci e g li am m orta­ m e nti degli e n ti sociali.

L ’ aum ento del capitale venne determ inato da una com binazione, m ediante la quale vengono riu n ite in una sola società le due più potenti aziende in d u s tria li in ceram ica esistenti in Ita lia , q u a li la « Società ce­ ram ica R ich ard » e la « M a nifattu ra G in o ri ».

L a fusione di queste due d itte - che rappresentano gloriose tra d izio n i - aum enterà lustro a ll’ ind u stria italiana e p ro cu re rà senza dubbio benefici agli azio­ n is ti.

L ’ assemblea sum m enzionata era composta d i 52 azionisti, rappresentanti 6 9 7 9 azioni, ed approvò alla u n a n im ità :

1° la proroga della Società fino al 30 g iu ­ gno 1 9 2 5 ;

2° l ’ aum ento del capitale sociale fin o alla con­ correnza di L . 7 ,0 0 0 ,0 0 0 ;

3° la nuova ragione sociale « Società ceramica R ic h a rd -G in o ri »;

4° le diverse m odificazioni allo statuto proposte dal C onsiglio d’A m m inistrazione.

Q uest’ u ltim e vennero in qualche parie ritoccate d a ll’ assemblea, d ’ accordo col Consiglio stesso.

Il capitale attuale della «Società ceramica R ich a rd » è di L . 3 ,2 0 0 ,0 0 0 . Per effetto d e ll’ aumento votato v e rrà creato un nuovo capitale di L . 3 ,8 0 0 ,0 0 0 di cui L . 2 ,8 0 0 ,0 0 0 d iviso in azioni di L . 250, ris e r­ vato in option a g li attu ali a zio n isti, alla p a ri.

C rediam o elio questi saranno in v ita ti ad esercitare i l lo ro d iritto d’ opzione verso la fine del corrente mese o in p rin c ip io di novem bre e, dalle in fo rm a ­ zioni che abbiam o assunte, ci consta che i versam enti sulle nuove azioni v erra nn o chiam ati ratealm ente, a ll’ em issione, in gennaio, a p rile e giugno 1897.

Il consnmo del petrolio in Germania. — M algrado i progressi della illu m in a zio n e a gas ed e le ttrica, cui aggiungesi ora l’ acetilene, il consumo del petrolio in G erm ania è in continuo aum ento.

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18 ottobre 1896 L’ E C O N O M I S T A 665

Dopo il 1875 si suddivide così : 1 8 7 6 -8 0 tonn. 235 ,2 80 1 8 8 1 -8 5 » 3 89 ,3 35 1 8 8 6 -9 0 » 556 ,8 37 1891 » 675 ,5 28 1892 tonn. 713 ,4 33 189 3 » 765 ,1 02 1 8 9 4 » 7 8 5 ,1 0 2 1895 >» 8 1 1 ,0 58 I l consumo medio per in d iv id u o , che era in p rin ­ cip io di chilo g. 1.84, venti anni dopo era di 11.61 c h ilo ", e ora è salito a 1 4.82 c h ilo g . a te s t'.

L ’ im portazione p rincipale del petrolio in G erm ania è fatta dagli S tati U n iti.

La ragione precipua di questo grande consum o di p etro lio sta nel prezzo m in im o, m entre da noi costa da 7 0 a 75 centesimi al chilo .

La produzione dell’ acciaio inglese. — La British

Iron Trade Association pubblica la statistica della produzione d e ll’ acciaio nel Regno U n ito durante il 1° semestre 1896, che dim ostra u n sensibile aum ento sulla produzione, sui semestri precedenti.

Questo fatto è degno di nota in questo m om ento in cui ferve la polem ica sulla s up eriorità dei m e­ todi tedeschi e sulla concorrenza continentale.

La produzione d e ll’ acciaio in In g h ilte rra è stata di 1 ,9 59 ,32 0 tonnellate nel 1° semestre d i questo anno, m entre la produzione annuale, massima in tu tti i paesi d’E urop a, non ha m ai oltrepassato le 3 ,9 3 8 ,6 4 0 tonnellate.

Nel N ord d e ll’ In g h ilte rra , ove 15 anni fa si p ro ­ ducevano appena poche centinaia di tonnellate d i acciaio, ora se ne producono 8 0 0 ,0 0 0 a ll’anno.

L ’ aum ento della produzione in Scozia non è nella stessa proporzione, ma è anch’ esso considerevole.

Nel 1° semestre del corrente anno le officine scozzesi ne produssero 2 9 2 ,7 82 tonnellate, m entre v e n ti anni fa ne p odueevano poche m ig lia ia a ll’ anno. I d is tre tti di S heffield, Galles, Lancashire e Staf­ fordshire non hanno aum entato la lo ro produzione nella stessa m isura, ma auche iv i l’ aumento è co­ stante.

La sorveglianza sulle caldaie a vapore. — La Commissione, nom inata nel decorso settem bre dal M in istro del C om m ercio per studiare una rifo rm a delle disposizioni v ig e n ti per la sorveglianza sulle caldaie a vapore, ha c o m p iu ti i suoi la v o ri e p re ­ parato un nuovo schema d i regolam ento.

Essa propone che le v isite e le prove con tin u in o ad esser fatte dai p e riti delle P re fetture e da q u e lli delle Associazioni fra u te n ti caldaie, ma sotto la v i­ gilanza ed il co n tro llo degli Ingegneri delle m in iere. A lla sorveglianza saranno sottoposti anche i re­ cip ie n ti d i vapore d i capacità non m in ore di 3 0 0 lit r i. N orm e p iù rigorose vengono proposte per la scelta dei p e riti e per le Associazioni fra u te n ti d i caldaie, col fine di m ig lio ra re sem pre p iù un ser­ vizio di tanta im portanza per T in c o lu m ità p ub blica. P er i c o n d u tto ri di caldaie, la Com m issione sta­ bilisce i re q u is iti che debbono avere e propone che sia lasciato a ll’ utente d i accertarsi, sotto la sua re ­ sponsabilità, che ta li re q u is iti abbiano i co n d u tto ri da lu i im p ieg ati. Sarebbe con ciò soppresso i l ce r­ tific a to d i capacità di cui, secondo I’ attuale rego­ lam ento, ogni conduttore deve essere m u n ito e che g li viene rilasciato in seguito ad esame.

A lcun e m odificazioni di carattere tecnico sono suggerite dalla Commissione, la quale propone al - t"esì variazion i di non m olta entità n elle tasse da pagarsi d ag li u te nti.

I TRATTATI ITALO-TDNISir

Art. 22. — Gli atti menzionati all’ articolo precedente avranno la medesima forza e valore come se fossero stati stipulati innanzi ad un notaio od altro ufficiale pubblico competente del paese, quando siano stati re­ datti nella forma voluta dallo leggi italiane per gli atti redatti in Tunisia dai consoli italiani, e nella forma voluta dalle leggi tunisine per quelli redatti in Italia dai consoli francesi nell’ interesse dei soggetti tunisini o destinati ad esser prodotti in Tunisia. Tali atti sono del resto sottoposti al bollo, al registro ed a qualunque altra formalità in uso nel paese ove devono essere ese­ guiti.

La copia di tali atti quando siano stati firmati o legalizzati dai consoli o agenti consolari e muniti del suggello ufficiale del consolato o dell’ agenzia ufficiale, è valida tanto giudiziariamente che stragiudiziariamente dinanzi a tutti i tribunali, giudici, e autorità della Tu­ nisia e d’ Italia, come se fosse originale.

Nel caso che fosse sollevato un dubbio sulla auten­ ticità della copia di un atto pubblico registrato alla cancelleria di uno dei Consolati rispettivi, non potrà rifiutarsene il confronto coll’ originale all’ interessato che ne facesse domanda e che potrà assistere a tale confronto se lo crede opportuno.

I consoli generali, consoli, vice-consoli o agenti con­ solari d’ Italia e di Francia potranno tradurre o lega­ lizzare qualunque specie di documenti emanati rispet­ tivamente dalle autorità e dai funzionari italiani in Tunisia, tali traduzioni avranno nel paese di loro resi­ denza la stessa forza e valore che se fossero state fatte dagl’ interpreti giurati del paese.

Art. 23. — In caso di morte di un italiano in Tu­ nisia e di un tunisino in Italia, le autorità locali do­ vranno darne immediatamente denuncia al console ge­ nerale, console, vice-console, agente consolare nella circoscrizione del quale avrà luogo il decesso. Costoro da parte loro dovranno dare la stessa denuncia alle autorità locali, quando ne saranno informati per i primi.

Morendo un italiano in Tunisia o un tunisino in Italia senza aver fatto testamento nè nominato esecutore testamentario sia che gli eredi naturali, o designati per testamento fossero minori, incapaci o assenti, o sia che gli esecutori testamentari nominati non si trovassero nel luogo ove si aprirà la successione, il console ge­ nerale, console, vice-console o agente consolare dalla cui giurisdizione dipendeva il defunto avrà il diritto di procedere successivamente alle operazioni seguenti :

1. Apporre i sigilli sia d’ ufficio, sia dietro do­ manda delle parti interessate, su tutti gli effetti mobili e carte del defunto, prevenendo di questa operazione l'autorità locale competente, che potrà assistere ed apporre alla sua volta i propri sigilli.

Questi sigilli nè più nè meno che quelli dell’ agente consolare non dovranno esser tolti,senza che l’ autorità locale assista all’ operazione.

Tuttavia se in seguito ad invito indirizzato dal con­ sole o vice-console all’ autorità locale perchè assista alla duplice levata dei sigilli, quest’ ultima non si presen­ tasse nello spazio di 48 ore a cominciare dal momento in cui ha ricevuto l’ avviso, il detto agente potrà pro­ cedere da solo alle operazioni summenzionate.

2. Far l’ inventario di tutti i beni ed effetti del defunto, in presenza dell’ autorità locale ove, in seguito alla notifica suindicata, questa credesse dover assistere a tale atto.

L’ autorità locale apporrà la sua firma sui processi verbali fatti in sua presenza, senza eh’ essa possa esi­ gere diritti di qualunque specie per il suo intervento d’ ufficio in tali atti. *)

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666 L’ E C O N O M I S T A 18 ottobre 1896

3. Ordinare la vendita al pubblico incanto di tutti gli effetti mobiliari della successione che potessero de­ teriorarsi e quelli di difficile conservazione, come pure dei ricolti ed effetti per la vendita dei quali si presen­ tassero circostanze favorevoli.

4. Depositare in luogo sicuro gli effetti e valori in­ ventariati, conservare l’ ammontare dei crediti realizzati, il prodotto delle rendite esatte nella casa consolare o confidarle a qualche commerciante, che presenti tutte le garanzie. Tali depositi avranno luogo in un caso o nell’altro d’accordo coll’autorità locale, che ha assistito alle operazioni anteriori, se, in seguito alla convoca­ zione menzionata nel paragrafo seguente, si presentas­ sero sudditi del paese o di una terza potenza quali interessati nella successione ab intestato o testamen­ taria.

5. Annunciare le morti e convocare per mezzo dei giornali della località e quelli del paese del defunto, ove fosse necessario, i creditori che potessero esistere contro la successione ab intestato o testamentaria, af­ finchè costoro possano presentare i rispettivi titoli di credito, legalmente giustificati, nel termine stabilito dalle leggi di ciascuno dpi due paesi.

Presentandonsi creditori contro la successione ab in­

testato o testamentaria, il pagamento dei loro crediti

dovrà esser fatto nel termine di giorni 15 dalla chiu­ sura dell’inventario, se esistono mezzi da impiegarsi a tale effetto ; e nel caso contrario appena i fondi neces­ sari potranno essere realizzati nel modo più conveniente o infine nel termine stabilito di comune accordo fra il console e la maggioranza degli interessati.

Se i consoli rispettivi si rifiutassero al pagamento dei crediti interamente od in parte, allegando l’ insuf­ ficienza dei valori della successione per soddisfarli, i creditori avranno il diritto di domandare all’ autorità competente, credendolo utile ai loro interessi, la facoltà di costituirsi solidali.

Ottenuta tale concessione nelle vie legali stabilite in ciascuno dei due paesi, i consoli ed i vice-consoli do­ vranno dare consegna immediata alle autorità giudiziarie od ai sindaci del fallimento secondo il caso, di tutti i documenti, effetti o valori appartenenti alla successione

ab intestalo o testamentaria. I suddetti agenti restano

incaricati di rappresentare gli eredi assenti, i minori, gl’ incapaci.

In ogni caso i consoli generali, consoli e vice-consoli non potranno dar consegna della successione o del suo prodotto agli eredi o ai loro mandatari che dopo un termine di sei mesi a partire dal giorno in cui l’avviso del decesso fu pubblicato sui giornali.

6. Amministrare e liquidare essi stessi o per mezzo di persona nominata sotto la loro responsabilità la suc­ cessione testamentaria o ab intestato, senza che l’auto­ rità locale abbia ad intervenire nelle suddette opera­ zioni, a meno che sudditi del paese o di una terza Potenza non abbiano diritti a far valere sulla succes­ sione; poiché in tal caso, sopravenendo difficoltà pro­ venienti specialmente da qualche reclamo che desse luogo a contestazioni, i consoli generali, consoli, vice­ consoli o agenticonsolari, non avendo alcun diritto per terminare o risolvere tali difficoltà i tribunali del paese, dovranno essi stessi informarsene per quel che appartiene ad essi di provvedere o di giudicare.

I suddetti agenti consolari agiranno allora come rap­ presentanti della successione testamentaria o ab inte­

stato, vale a dire, conservando l’amministrazione ed il

diritto di liquidare definitivamente la suddetta succes­ sione, come pure quello di effettuare la vendita degli effetti nelle forme precedentemente indicate. Essi sor­ veglieranno gl’ interessi degli eredi ed avranno la fa­ coltà d’incaricare avvocati onde sostengano i loro diritti dinanzi ai tribunali. S’ intende che essi rimetteranno a questi tribunali tutte le carte e documenti adatti a render chiara la questione sottoposta al loro giudizio.

Pronunciata la sentenza, i consoli generali, consoli, vice-consoli o agenti consolari dovranno eseguirla se

non interporranno appello o continueranno allora di pieno diritto la liquidazione sospesa a causa di lite.

7. Provvedere se è il caso alla tutela o curatela secondo le leggi dei rispettivi paesi.

Art. 24. — Morendo un italiano in Tunisia o un tunisino in Italia, in luogo dove non vi fossero agenti consolari italiani o francesi, procederà l’autorità com­ petente, conformemente alla legislazione del paese al­ l’inventario degli effetti ed alla liquidazione dei beni lasciati e sarà obbligata a render conto nel più breve termine possibile dei risultati di tali operazioni all’am­ basciata cui spetta o al consolato più vicino al luogo ove sarà aperta la successione testamentaria o ab in­

testato.

Ma dal momento in cui l’agente consolare più vi­ cino si presentasse personalmente o inviasse un dele­ gato sul luogo, l’ autorità locale intervenuta dovrà con­ formarsi a ciò che prescrive l ’articolo precedente.

Art. 25. — Tali disposizioni sono applicabili alle successioni degli italiani che, essendo morti fuori della Tunisia, o dei tunisini che essendo morti fuori d’ Italia lasciassero in Tunisi od in Italia beni mobili od immobili.

Art. 26. — Trovandosi un italiano interessato ad una successione aperta in territorio tunisino od un tunisino ad una aperta in territorio italiano, le autorità locali, qualunque sia la nazionalità del defunto dovranno in­ formare l’ autorità consolare italiana o francese più prossima dell’apertura di tale successione.

Art. 27. — Ai consoli generali, consoli, vice-consoli o agenti consolari d’Italia in Tunisia ed ai consoli ge­ nerali, consoli, vice-consoli o agenti di Francia in Italia spettano esclusivamente gli atti d’inventario e le altre operazioni da compiersi per la conservazione dei beni ed oggetti di qualunque natura lasciati da gente di mare e passeggeri italiani e tunisini, che muoiono in porto d’arrivo in Tunisia o in Italia, sia a terra, sia a bordo di una nave sottoposta alla loro giurisdizione.

I valori ed effetti appartenenti a marinai o passeg­ geri morti a bordo di una nave sottoposta alla autorità del console dell’ una o dell’ altra delle due parti con­ traenti saranno inviati nel porto d’ arrivo al console dalla giurisdizione dal quale dipendeva il defunto per esser rimessi all’autorità del paese di quest’ ultimo.

Art. 28. — I consoli generali, consoli, vice-consoli o agenti consolari rispettivi possono recarsi personal­ mente od inviare delegati a bordo di navi sottoposte alla loro autorità, dopo la loro ammissione alla libera pratica, interrogare il capitano e T equipaggio esami­ nare le carte di bordo, ricevere dichiarazioni sul viag­ gio, la destinazione del bastimento, gl’ incidenti della traversata, redigere manifesti, facilitare la spedizione della nave.

I funzionari giudiziari ed amministrativi non possono in alcun caso operare a bordo ricerche o visite senza prevenire anticipatamente o, in caso d’ urgenza al mo­ mento stesso della perquisizione il console, vice-console o agente consolare da cui dipende il bastimento.

Debbono ugualmente dare in tempo opportuno al console, vice-console o agente consolare le indicazioni necessarie, perchè possa assistere alle dichiarazioni che il capitano o 1’ equipaggio avessero a fare innanzi ai tribunali o alle amministrazioni del paese.

L’avviso partecipato a tale scopo al console, vice-con­ sole o agente consolare, indica un’ ora precisa e se quest’ ultimo non interviene in persona o non si fa rappresentare si procede in una assenza.

L ’intervento dei consoli o vice-consoli non è tuttavia necessario per compiere le formalità necessarie da parte delle autorità locali all’ arrivo ed alla partenza delle navi, conformemente ai regolamenti di polizia, dogana, sanità, il loro intervento non essendo necessario che nel caso di procedimenti giudiziari o amministrativi.

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