L ’ ECONOMISTA
G A Z Z E T T A SE T T IM A N A L E
S C IE N Z A ECO N O M IC A , FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno X'HII - Voi. VXV11
Domenica 4 Ottobre 1896
N. 1170
POLITICA INTERNA SBAGLIATA
Lo scioglim ento della F ederazione La Terra di Corleone è un fatto di politica in tern a, che rivela quanto sia profondam ente radicato nella m ente dei governanti, e in genere delle classi dirigenti, un eq u i voco fondam entale sulla condotta delio Staio nelle relazioni tra le classi econom iche.
La F ederazione La Terra di Corleone aveva, fra gli altri fini, quello di lottare per ottenere dai pro prietari fondiari patti agrari m eno sfavorevoli ai la voratori della terra. U na forma necessaria della lotta, nelle condizioni nelle quali si trovano i proprietari e i lavoratori, doveva essere n aturalm ente quella della unione dei lavoratori per la m utua difesa.
Diciam o necessaria, perchè è anche troppo noto che il lavoratore, rim anendo isolato, non può sperare di ottenere un sensibile m iglioram ento nelle sue condi zioni. Soltanto con la unione egli può avere la pos sibilità di in d u rre i p roprietari fondiari a conces sioni, che valgano a p rocurargli un com penso m eno scarso alle su e fatiche. S u questo punto non dovrebbe esservi dissidio. L iberali e autoritari hanno decan tato tutti, e su tutti i toni, i vantaggi dell’associazione, che sarebbe puerile il voler fare oggi una dim ostra zione, di cui non abbisognano in realtà neanche i paurosi delle associazioni operaie, perchè ancor essi non ignorano che nella storia contem poranea, com e in quella m eno recente, i trionfi più indiscutibili e d u ratu ri gli operai li hanno conseguiti con la asso ciazione.
Ora a C orleone si è sciolta una F ederazione di lavoratori, principalm ente per la ragione indicata dal decreto nei seguenti term ini: « . V isto che sotto
altro nom e si vanno ricostituendo, in alcuni C om uni del circondario di Corleone, i fasci dei lavoratori sciolti nei 1 8 9 4 , trattandosi di sodalizi num erosi, m entre torna m alagevole determ in are le responsa bilità singole e rin trac cia re e colpire i principali istigatori, rendesi nullam eno viepiù urg en te e in e luttabile elim inare con pronti e radicali provvedi m enti il pericolo che la pubblica tranquillità sia scossa dalle collettive esorbitanze e prepotenze delle m asse affiliate ai sodalizi m edesim i, si decreta quindi che la F ederazione La Terra di Corleone e le d ira m a zioni ricostituitesi in Prizzi e Bisacquino sieno sciolte ».
L a ragione, in poche parole, è adu n q u e questa : si è voluto scongiurare il pericolo di nuovi disordini; per ottenere questo risultato si è sem plicem ente sop pressa la causa di possibili violenze. Certo, mezzo più sem plice non si poteva tro v are, lo riconosciam o:
dobbiam o però aggiungere che p er procedere a quel modo non occorreva la istituzione del Com m issario regio per la Sicilia. Ma è quello il mezzo a cui deve e può rico rrere un governo lib e ra le ? È quello il mezzo m igliore per abituare le m oltitudini dei la voratori a difendere i propri interessi con mezzi j legali, onesti e pacifici? È quello il dovere di un i governo che non voglia farsi esso stesso m aestro di violenze, per il solo tim ore, notisi bene, che la p u b blica tranquillità sia turbata? Rispondiam o a queste e alle altre analoghe dom ande che si potrebbero fare, con un no ; perchè col sistem a delle soppres-
I
sioni, di cui lo scioglim ento della F ederazione LaTerra di C orleone non è che u n sem plice episodio,
non si fa altro che v enire in aiuto alla classe dei p roprietari, ai quali si crea una posizione p riv ile giata, anche nei riguardi della retribuzione del lavoro. Essi, infatti, scom parsa la F ederazione dei lavoratori, non hanno più v eruno im pulso a m odificare i patti ag ra ri, sono portati naturalm ente a m antenere lo
stata quo; nello stesso aiuto prestato loro dal Go
verno vedono una ragione di più p er respingere qualsiasi transazione. Cosi, m entre i proprietari della cam pagna di Corleone s’ erano già com inciati a p e r suadere di fare con i lavoratori della terra contratti m eno leonini di quelli che sono orm ai noti in Italia, ora che è sciolta la F ederazione, è n aturale che non continuino ad essere in quelle buone disposizioni di spirito in cui erano o m ostravano di essere fino a qualche settim ana fa.
Ma si dice che l’Associazione aveva carattere n et tam ente socialista e s’accingeva a scendere dalle parole ad atti di aperta violenza. Q uest’ultim a accusa non è però provata ; ed anche se si trattasse di una supposizione con qualche fondam ento,non sarebbe stata nem m eno questa una ragione sufficiente per sciogliere la F ederazione. S arebbe, e realm ente è, troppo co modo per l’A utorità di sciogliere le Associazioni sul sem plice sospetto che esse possano passare dalle pa role ad atti violenti. Compito e dovere dell’A utorità è di vig ilare con m aggiore assiduità e accortezza le Associazioni, che danno m otivo a tem ere disordini e quando l’A utorità scieglie invece 1’ altra via di so p prim erle pel tim ore più o m eno fondato del dom ani, dim ostra la p ropria im potenza a tutelare 1’ ordine pubblico e si proclam a incapace di agire con m e todi liberali.
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Federazione. Esso è avvenuto, ripetiam o, per 1’ agi tazione dei capi, la quale tem evasi avrebbe potuto d egenerare in disordini, e alla stregua di un sim ile ragionam ento, quante non sono le Associazioni che potrebbero trovarsi nella stessa condizione di quella di C orleone?
A lcuni giornali, tra i quali la Perseveranza, hanno considerato lo scioglim ento della F ederazione La
Terra in relazione all’ am nistia per stabilire, com e
fa il giornale m ilanese, che non vi è contradizione tra essa e la m isura adottata per C orleone. Noi vo r rem m o piuttosto invitare il giornale conservatore m ilanese a considerare la questione da un altro aspetto, che ci pare più interessante e pratico.
A nostro m odo di vedere si presenta qui un d i lem m a: o lo Stato lascia che, nelle form e legali, i lavoratori si uniscano e lottino per ottenere patti agrari tollerabili, o interviene esso stesso a regolare quei patti. Vi sarebbe, è vero, un altro corno del dilem m a : soffocare, cioè, ogni agitazione e lasciare che lo statu quo rim anga sovrano, facendo così gli interessi, bene o m ale intesi poco im porta, dei p ro p rie tari ed eternando così un com plesso di rapporti eco nom ici v eram ente riprovevoli. Ma questo corno del dilem m a non lo possiamo am m ettere com e discutibile, perchè equivale a m ettere lo S tato al servizio esclu sivo dei proprietari, la qual cosa poteva essere com patibile con le idee di qualche secolo addietro, ma non lo è certo con quelle ora dom inanti. R im ane adunque o l’ intervento dello Stato, o l’ esercizio della libertà d’ associazione.
Q uale dei due è p referib ile? La nostra risposta non può essere dubbia. Alle leggi regolatrici dei contratti agrari sono da preferirsi le consuetudini, che si stabiliscono in seguito ad accordi fra le parti interessate. P e r questo dom andiam o che le A ssocia zioni, anche socialiste, com e La Terra di C orleone, possano esercitare la loro azione sino a tanto che esse, nell’ordine dei fatti, non violino la libertà e la la legge tutelatrice dell’ ordine pubblico. Si lotti pu re, questo sì, è sem pre fatto in tutti i paesi, prim o fra gli altri l’ In g h ilterra, com e insegna la storia d el- ì’ Unionismo operaio inglese e si lotti a parità di condizioni legali.
Ma i conservatori sul tipo della Perseveranza che non vogliono la F ederazione di C orleone, perchè so cialista e pericolosa p er l’ ordine pubblico, cosa vo g liono? F o rse che prediligono l’ in terv en to dello Stato per reg o lare i contratti ag rari ? N on lo crediam o e non ne facciam o loro carico, perchè su questo punto potrem o in m assim a essere d’accordo con loro. Q uello di cui facciam o carico ai conservatori, siano essi alla testa del governo o scrivano sui giornali, è di non vedere l’ equivoco dal quale sono dom inati e pel quale si è avuto, e si ha, appunto com e risultato, la som m ossa, la rivolta, il disordine a scadenza p iù o m eno lontana. L ’ equivoco consiste nel non volere una politica liberale e nel non saper fare una po litica autoritaria, m entre lo statu quo si dim ostra
ogni giorno di più insopportabile, dannoso, incivile. Com e u scirne, se non appigliandosi all’ uno o all’ altro di quei due m etodi: il liberale e l’ autoritario; e in tal caso com e d u bitare che il m etodo liberale, se è più difficile ad applicarsi, è anche quello che può dare i m igliori frutti ?
Infatti, se i lavoratori della te rra in Sicilia potranno ottenere qualche m iglioram ento sarà soltanto per la forza della loro organizzazione spontanea e libera, in
ragione dell’ abilità che sapranno dim ostrare nella lotta pacifica e leale con i pro p rietari fondiari. Lo Stato potrebbe con qualche legge regolare a suo ta lento i patti ag ra ri, ma vi sono tutte le probabilità che lo farebbe, gettando or su l’ uno or sull’altro piatto della bilancia la propria autorità, secondo il m utevole vento della politica. Non la legislazione, ma l’associazione, ha perm esso agli operai della Tracie
Unions inglesi di ottenere condizioni di lavoro sem pre
m igliori ; ed è noto quali furono i prim ordi di quelle associazioni: disordini, violenze d’ogni specie e per fino delitti. Ma si può esser sicu ri che il G overno ri c o rrerà all’arsenale delle leggi per tra rn e fuori qualche progetto sui contratti agrari, che si trascinerà per le aule parlam en tari e poi v errà respinto, lasciando le cose com e sono. S e si lasciasse invece che le p arti interessate, contenute dalla legge entro i limiti della ordinata azione, facessero v alere l’opera propria si potrebbe sp e ra re che i lavoratori ottenessero qualche m iglioram ento e i p roprietari, stim olati dalla n eces sità, provvedessero a m igliorare la produzione ag ri cola. Q uesto si è visto altrove più volte e si vedrebbe certo anche da noi, se non si preferisse o l’ inerzia dei conservatori o le illegittim e ingerenze governative dei socialisti di S tato. P er ora prepariam oci invece a u na nuova edizione dei precedenti disordini.
IL TRATTATO ITAL0-FRANCE8E PER LA TUNISIA
Il giorno stesso in cui scadeva il trattato del 1868 colla T u n isia , il G overno com unicava al paese che l’A m basciatore italiano a P arigi ed il M inistro degli affari esteri francese avevano firm ato i nuovi accordi fra l’Italia e la T unisia. Il sunto di tali accordi ve niva cosi indicato dallo stesso G overno :
Gli atti firmati sono cinque:
. Un trattato di commercio e navigazione ; Una convenzione consolare e di stabilimento ; Una convenzione di estradizione e due protocolli pei\ punti speciali.
È mantenuto lo stata quo pel regime delle scuole italiane in Tunisia e dell’ospedale italiano di Tunisi, ed è mantenuto di pieno diritto la personalità giu ridica delle associazioni e degli altri istituti italiani. Le questioni di nazionalità continuano ad essere regolate dalla legge patria. E mantenuta in ogni ma teria di diritto civile la piena assimilazione degli italiani ai cittadini della nazione più favorita, non esclusi i francesi.
È mantenuto per gli italiani in Tunisia il libero esercizio del commercio, industria, arti e professioni di ogni sorta.
È mantenuto lo statu quo pel libero esercizio della pesca e del cabotaggio.
È mantenuto per la navigazione italiana il tratta mento nazionale, e per le tariffe doganali si stipulò il trattamento della nazione più favorita, mercè il quale anche per le importazioni italiane continuerà lo statu quo, garantito dal trattato anglo-tunisino finché questo dura in vigore.
Nel trattamento della nazione più favorita non è compreso l’eventuale regime speciale riservato alla Francia.
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Le altre stipulazioni regolano nelle forme general mente consuete i punti meno importanti relativi al commercio e navigazione, al trattamento dei rispet tivi sudditi in materia di stabilimento e traffico, al servizio consolare ed alla estradizione dei malfattori.
Non possiamo a m eno di m anifestare il nostro vivo com piacim ento per questo risultato, ed au guriam o che esso sia, non solam ente un fatto isolato, ma il principio di un nuovo indirizzo della politica italiana. A bbiam o già detto, quando si discuteva sulle trattative in corso, che gli interessi degli italiani a T unisi, per quanto rispettabili e degni di tutela, non rappresentavano certam ente una entità tale econo mica e politica da bastare essi soli a determ inare l’indirizzo della politica italiana : se questo indirizzo collimava con la tutela degli interessi nazionali a T u nisi, la protezione di tali interessi doveva farsi a tutta oltranza ; se invece l’indirizzo generale esigeva anche il sacrifizio di quegli interessi, non doveva esitarsi a farlo. P e rc iò , com prendevam o benissim o che i gabinetti, i quali facevano caposaldo della loro po litica, nello stato di tensione dei rapporti tra la F ran cia e l’Italia, avevano ragione di dare alla questione di Tunisi una im portanza fondam entale e di negare alla F rancia qualsivoglia concessione sul terreno politico ed econom ico, m agari invocando il m antenim ento delle capitolazioni. Ma subito che il M inistero di Rudinì ha dichiarato di voler m an ten ere bensì la triplice alleanza, ma nello stesso tempo di voler cu ra re i m igliori rapporti colle altre potenze, non poteva nè doveva, nelle trattative intavolale per la questione di T unisi, dare agli in teressi politici ed econom ici che l’Italia ha in quel paese una im portanza m ag giore di quella che non com porti la loro entità.
F u una vera fortuna per il M inistro di R udinì, il quale non ha nascosto il suo desiderio di un leale avvicinam ento alla F ra n c ia , di avere subito una occasione per dim ostrare che la sua dichiarazione non era nè retto rica, nè platonica, ma includeva il germ e di u n vero e proprio nuovo indirizzo politico.
Noi dissentiam o profondam ente da coloro che c r e dono sia buona regola dei nostri tem pi il protestare, senza aver m odo di far valere m aterialm ente la ef ficacia delle proteste. Non diciam o con questo che si debbano o accettare tutti i fatti com piuti senza mai m uover verbo, o star sem pre colla spada in mano per costringere gli altri a fare a modo n o stro. D iciam o solo che le nazioni, le quali abusano della protesta e sono m aterialm ente im potenti a far prevalere la loro opinione, som igliano ai regnanti spodestati che vantano sem p re il loro diritto e con tinuano a considerarsi re, quasi fingendo di non sa pere che non hanno più regno. Da principio può anche destare am m irazione la loro dignità, ma a poco a poco il pubblico apprezza diversam ente il loro modo di agire e finisce a rid ern e. È storia di tutti i giorni.
Ora l’Italia ha creduto di essere lesa nei suoi in teressi (non certo nei suoi diritti) per la occupa- I zione francese di T unisi ; forse la sua suscettibilità si risentì più del modo che del fatto. E tutto questo è spiegabile e giustificabile; ma i l . p ersev erare essa sola, l'Italia, a non voler riconoscere il protettorato francese a T unisi, m entre tutte le altre potenze lo hanno riconosciuto è cosa che non ha senso. Il mondo va diventando positivo sem pre più e bada alla sostanza, più che alla form a.
Si com prenderebbe la continuazione della p ro testa, ì
se m ediante la propria forza e quella dei suoi al leati T Italia fosse riuscita o stesse per riu scire a distruggere il p ro tetto ra to ; ma non vi è nem m eno uno scolaro di liceo, il quale colla storia alla m ano non soggiunga che se l’Italia avesse o per propria forza o per quella dei suoi alleati desiderio e modo di distruggere il protettorato francese a T unisi, lo farebbe anche se fosse avvenuto il riconoscim ento. A quale scopo quindi m antenere una causa di d is sidio, che si trad u ce in danni m ateriali e politici ? P er far sapere ai francesi che ci ha offesa la oc cupazione di T u n isi? P are a noi che a persuaderli di ciò il tem po corso sia bastato.
Q ueste considerazioni sem plici ed ingenue, se si vuole, ma molto logiche a nostro modo di vedere, ci hanno fatto au g u ra re che l’ on. Visconti-Venosta riuscisse in qualunque modo ad appianare la q u e stione, parendoci che il guadagno sarebbe stato enorm e, se con anche con un sacrifizio si fosse riusciti una buona volta a m odificare i rapporti delle due nazioni, tra le quali da più tem po, non sappiam o perchè, da una parte e dall’altra si cercava di sem inare l’ odio.
L ’ on. V isconti-V enosta è invece riuscito a riso l vere la vertenza, tutelando gli interessi italiani a T unisi molto meglio di quello che non si potesse sperare. Sia la bontà della causa, sia 1’ abilità del M inistro, sia la convinzione che veram ente l’ Italia tende ad una politica più calm a, più seria, p iù pon derata ; quella politica, nella quale gli eventi si ap parecchiano di lunga m ano così che non si è mai o quasi mai colli alla sprovvista e quindi non si ha mai bisogno di im provvisare la soluzione; sia infine che anche il G overno francese abbia com preso che non era interesse di nessuno il m antenere tanti m o tivi di ostilità ; - il fatto si è che le conclusioni a cui sono venuti i due G overni m ostrano che l’uno e l’ altro si sono resi conto delle difficoltà delle loro situazioni in tern e ed hanno stipulato patti, dei quali ciascuna delle parti può essere soddisfatta.
Una analisi degli accordi intervenuti non può farsi sul sem plice sunto pubblicato dal G overno, sebbene esso chiarisca che le trattative debbano essere state la boriose, perchè tutti i punti più im portanti sono stati esam inati ed hanno trovato una soluzione equa e, ripetiam o, conveniente.
La stessa violenza di linguaggio, colla quale gli oppositori politici giudicarono gli acco rd i, dim ostra il loro disorientam ento, per un risultato, che fin da principio avevano ritenuto im possibile a rag g iu n gersi.
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medium difficilissimo a seguire, che però concilia
tutte le benevolenze quando si sappia seguirlo. O ra non vi è dubbio che da qualche tem po si era fatto assum ere al paese un contegno che esorbitava; era stato ispirato forse da altissim i intendim enti e da u n sentim ento elevato della gloria p atria; ma ec cedeva i m ezzi; era una sto n a tu ra; era il giovinetto che voleva far l’uom o. Ora duole certam ente il dover abbassare il tono, m a è necessaria una politica di racco g lim en to ; abbiam o troppe cose da m edicare in patria per aver tem po di occuparci più di quello che sia strettam ente necessario di ciò che avviene fu o ri; l’ Italia nuova, l’ Italia liberale è in ternam ente disorganizzata; bisogna d ar opera a resistere contro due correnti che la m in accian o : i socialisti ed i cle ricali, che in m odo diverso, ma con forze u n ite più o m eno palesem ente lavorano contro la u nità.
Noi salutiam o pertanto la conclusione de! trattato colla T unisia, com e un prim o passo verso u n nuovo indirizzo della politica italiana.
LE COOPERATIVE 11 U M I NELLA AGRICOLTURA IT IL IU '>
La cooperazione può trovare applicazione anche tra i lavoratori della terra p er tu tte le operazioni n ecessarie alla produzione dei raccolti, cioè, prepa razione del terren o , sem inagione, coltura, raccolta dei prodotti e loro conservazione. Ma se il concetto è rigorosam ente giusto, econom icam ente utile, m o ralm ente buono, 1’ attuazione sua non è altrim enti facile com e a prim o aspetto, potrebbesi credere. E il relato re della C om m issione per lo studio intorno alle cooperative da raccom andare alle classi ru ra li, ha esam inato le varie e non lievi difficoltà che si hanno a sup erare, perchè possano sorgere coope rative di lavoro nell’agricoltura e segnala prim a tra esse quella della proprietà.L a proprietà del suolo rap p resen ta u n capitale quasi sem pre cospicuo in relazione al lavoro n ec es sario a farlo valere ; e in generale i lavoratori non dispongono di capitali ; com e e a quali condizioni può esso associarsi al lavoro? Il relatore osserva che la m ezzadria e l’ affitto ci offrono l’esem pio di tale associazione. N ella m ezzadria il p ro prietario si può considerare com e un cooperatore e nell’ affitto com e u n capitalista. O ra se il contratto di m ezza dria si rep u ta giusto e provvido nei rapporti lim i tati di un proprietario e dei singoli suoi coloni non diversam ente può giudicarsi, quando più coloni si colleghino per c o n d u rre in com une diversi poderi, che soglionsi individualm ente affidare ad ognuno di loro. A ltrettanto deve dirsi p er l’affitto e p er le di v erse sue form e.
Ma p raticam ente la cosa non è così sem plice. Spesso ai diversi lavoratori rip u g n a l’eseguire u n i form em ente un m edesim o patto di conduzione con m etodi che da cooperativi si m utano facilm ente in collettivisti. Spesso ancora, m ettendo in com une il lavoro, il cooperatore diventa scettico rig u ard o alla legittim ità della p ro p rie tà , che presu m e la consacra zione del lavoro individuale. O nde spesso avviene che s’ invoca la cooperazione a g ra ria , ma si chiede
*) V eggansi i n um eri 1166 e 1167 dell’Economista.
a un tem po la concessione graEuita di terreni, sp e cialm ente allo Stato, ai C om uni, alle opere pie, la cui proprietà sem bra meno giustificaia che quella dei privati. Inoltre il fatto della cooperazione di la voro suppone uguali la sanità, la forza e l’ intelli genza nei singoli cooperatori, il che non è quasi m ai. T enendo conto di queste ed altre difficoltà il relatore opinò che debbasi piuttosto cercare la so luzione del problem a della cooperazione nel fitto, 0 in altra m aniera di tacitazione, fissa o tem poranea, dei diritti di proprietà, com e ce ne dà un buon esem pio Inzago. Così l’ im presa agraria ha lim iti m odesti, facilm ente accessibili ai coloni.
La Com m issione, d’accordo col relatore, sconsiglia recisam ente gli allargam enti delle in traprese agrarie, 1 quali finiscono col sostituire la form a com m erciale della cooperazione alla sostanza dei vincoli che d eb bono un ire i soci chiam ati a collegarsi coll’ opera personale e non con lo spirito speculativo. R eputa altresì necessario che l’ im presa sia locale pei soci e che questi non siano mai in troppo num ero, da atten u are il sentim ento della solidarietà. Riconosce la convenienza notata dal relato re che le coopera tive di lavoro siano organizzate tra a rti affini, con equa contem perazione di elem enti in ragione dei bisogni locali ed o rdinari. Del pari, stim a provvido e giusto che quando le cooperative rico rran o esse m edesim e ad un im piego di m ano d’opera, all’infuori dei propri m em bri, debba ricom pensarlo con una partecipazione ai profitti. Q uesta cooperazione estesa anche al lavoro straordinario è il freno più efficace allo sfruttam ento e com pleta, a suo avviso, l’o rga nizzazione delle cooperative di lavoro.
Sotto il m edesim o titolo di cooperative di lavoro il relato re g enerale della C om m issione, on. Felice G arelli, tratta delle associazioni ru ra li m iste di p a tronato e cooperazione, q u an tu n q u e esse possano av ere oggetti non pertinenti soltanto alla produzione. S eguendo ancora la relazione generale, che riassum e quelle speciali, vediam o che cosa ebbe a riferire il conte P . M anassei, sulle associazioni ru rali m iste di patronato e di cooperazione.
A differenza delle classi operaie u rbane, le operaie agricole p er l’indole loro, per le condizioni intellet tuali ed econom iche, p er difficoltà d’ogui n atu ra sono m eno atte e m eno disposte ad associarsi e ad u su fruire i benefizi della associazione. A nche presso i popoli più progrediti, le istituzioni cooperative adatte alle classi agricole lavoratrici non abbondano di n u m ero nè di tipi rispondenti alle condizioni nostre e quindi facilm ente im itabili. R iconoscendo questo fatto il relato re studiò le vere condizioni m orali ed eco nom iche dei lavoratori delle cam pagne italian e; rilevò gli ostacoli che loro im pediscono di ordinarsi in m utue associazioni, ricercò quali cooperative già si inizia rono e quali altre potrebbero rettam en te costituirsi e da ultim o dim ostrò con quali form e graduali po trebbesi svolgere la cooperazione ru rale.
O ra se si vuol conoscere lo stalo di fatto, dalla statistica si trova che le società a scopo di m utuo soccorso sono ra re ed incipienti nelle provincie del m ezzogiorno ; che nell’ Italia centrale, e, anche più nella L om bardia, nel V eneto e nel basso P iem onte sono num erose le società artigiane, ma rarissim e dappertutto quelle r u r a li; che in più luoghi gli a g ri coltori in qualche n u m e ro , specialm ente di giorna lieri e di avventizi, si aggregarono alle società u rb a n e ;
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rale e pecuniario alle società urbane per costituirle, consolidarle, diffonderle , e non pensarono a farsene prom otori e patroni nelle loro cam pagne. Solo nei forni cooperatori ru rali questo concorso delle classi dirigenti non m ancò. V uoisi tuttavia rilevare il fatto che i forni sociali, in cui si affermò il puro e solo patronato, lasciando ai contadini la facoltà di profit tarne con la com m utazione del g ran tu rco , subirono gravi crisi e molti si c h iu se ro ; quelli invece, in cui il patronato si congiunse alla cooperazione hanno resistito e prosperato. A ltre cooperative veram ente agricole sono pochissim e e quasi esclusivam ente di consum o.
Non si tratta dunque di disciplinare la coopera zione ru ra le, ma di crearla, eccitando le classi p ro prietarie o dirigenti a p renderne la iniziativa, com un que abbia a chiam arsi, patronato o beneficenza il loro concorso m orale e pecuniario. Il relatore a v verte che com e il tipo fondam entale prim itivo della cooperazione sociale sta nella fam iglia, il tipo della cooperazione ru ra le sta nell’associazione del p ro p rie tario e del colono, del capitale e del lavoro, che si contiene nell’istituto della m ezzadria, la quale in sè racchiude il germ e gerarchico di un patronato coo perativo agrario , che modificato dalle forze cospiranti della civiltà, può e deve esplicarsi in più larghe form e di solidarietà m orale ed econom ica. Ma il patronato deve ora esercitarsi con spirito nuovo e modi diversi dal passato; non più patronato tu torio, ma integrativo ; concorso m orale ed econom ico vo lontario integ ran te le istituzioni cooperative. E alla scuola delle cooperative m iste, che il relatore c o n sidera com e il prim o grado dell’unionism o agrario, i proprietari posti a contatto dei lavoratori possono conoscerne gli stringenti bisogni, dei quali spesso non hanno adeguato concetto, i lavoratori a p p re n dere quali siano i loro veri o falsi am ici e com e tenuissim i risparm i anche di un soldo possano c e n tuplicarsi. In un secondo stadio la unione degli elem enti p roprietari e popolari potrà, secondo i casi continuare a sceverarsi in form e più com plesse della cooperazione, nelle casse ru ra li, unioni di lavoro, società di produzione, ecc.
Una sola obbiezione, fra le varie che da più parti si m uovono alle cooperative m iste, apparisce al r e latore di qualche gravità, quella che le cooperative debbano essere create principalm ente p er iniziativa delle classi proprietarie e dirigenti e queste o per mancanza di mezzi o p e r cortezza di vedute, o per assenteism o m ateriale e m o rale, non n e cu rin o , come dovrebbero, l’ iniziam ento e 1’ ord itu ra.
La Com m issione, consentendo nelle ragioni espo ste dal relato re approvò le sue conclusioni, esp ri mendo il voto che « il G overno indirizzi i Com izi agrari, opportunam ente riordinati e rinvigoriti, a prom uovere e coordinare alia propria am m in istra zione, nelle rispettive circoscrizioni, società a g ri cole cooperative col concorso e l’affratellam ento delle classi ag rarie, proprietarie e lavoratrici. » Esso fece voti, inoltre, d ìe le classi abbienti esercitino il pa tronato in favore della cooperazione ru ra le , p referi bilm ente sotto forma di effettiva participazione m o vale e m a teriale nel funzionam ento dell’associazione.
LO SVOLGIMENTO ECONOMICO DELL’ ABSTRIi-DNGHERIi
La Camera di Commercio di Vienna ha pub blicato il rapporto sulle sue operazioni e sulla si tuazione econom ica dell’Im pero du ran te il 18 9 5 . Il lavoro è diviso in tre p a r ti: nella prim a, che è una specie di introduzione, si trova uno specchio che riassum e la ricchezza generale dell’A ustria—U ngheria; nella seconda è riepilogato il lavoro fatto dalla Ca m era, e nella terza viene dettagliata la situazione della m aggior p arte delle im prese com m erciali e industriali, e i risultati del piccolo com m ercio, e della piccola o m edia industria. Esso com incia col costatare che le perturbazioni avvenute negli anni precedenti nella esportazione degli anim ali e dello zucchero perdurarono anche nel 1895.
L e difficoltà politiche nell’ O riente fecero dim i n u ire il com m ercio esteriore, di cui il bilancio ac cusa lina riduzione di 80 milioni di fiorini in con fronto all’anno precedente. L a C am era rileva anche la crise di speculazione, che term inò disastrosam ente nel novem bre ultim o, crise del resto che non colpì il com m ercio e le industrie che di contraccolpo. La relazione nota i progressi fatti dal com m ercio au striaco in B ulgaria, nella Spagna e al G iappone, e il posto preso dalla sua industria n ell’estrem o O riente dovuto in gran parte ai progressi e agli sforzi della Società di N avigazione, specialm ente dalla Società m arittim a « O riente », che ha dato un g rande sv i luppo alle sue linee.
La C am era segna i progressi del com m ercio del - I A ustria nel Sud-A frica e nel S ud-A m erica, m ercè specialm ente l’attività dei suoi consoli e i progressi delle sue linee sovvenzionate. F ra i rapporti diversi vien citato anche quello che il dr. M urel Szilagyi, ispettore del servizio della navigazione a vapore, lesse nel Congresso di Budapest, nel quale si in d ic arm i mezzi per sviluppare l’ ag ricoltura in U ngheria, e per perm ettere a questa branca dall’ attività nazio nale di lottare con la concorrenza estera.
M. Szilagyi constata che più di tre quinti del- 1 insiem e dell’esportnzioni Je ll’A ustria-U ngheria co n sistono in m aterie prim e e m erci greggie, che hanno dim inuito m olto di valore. In questa categoria sin golarm ente i cereali, di fronte ai corsi di questi ultim i anni, hanno ribassato di più che la m età di quello che valevano intorno a! 48 8 0 . Q uesto ribasso è prodotto dal fatto che la bilancia del com m ercio esteriore dell’U ngheria è divenuta m eno favorevole, e tende ciascun anno a diventare sem pre m eno. Nel 48 9 0 le esportazioni oltrepassavano ancora le im portazioni di 4 4 ,5 0 0 ,0 0 0 fiorini, m entrechè questa eccedenza non raggiunse l’anno scorso che 39 m i lioni di fiorini.
L’ E C O N O M I S T A 4 ottobre 1896 630
E accertato infatti che 1’ 8 6 per cento del totale delle esportazioni ungheresi sono a destinazione del l’A ustria e della G erm ania e quindi un sistem a di canali s’ im pone fra questi paesi, inqùantochè p e r m etterebbe al produttore ungherese di lottare v an taggiosam ente con i suoi rivali, i cui prodotti arrivano da lungi per m are e a basso prezzo nei paesi vicini all’ U ngheria.
Il Congresso ha com preso che senza questi nuovi elem enti di superiorità l’U ngheria perderebbe presto il m ercato della G erm ania, e per conservarselo ha approvato le principali conclusioni del D r. Szilagyi, cioè m iglioram ento nel più b rev e tem po della n a v i gazione del D anubio, esecuzione a spese dell’ U n gheria del canale dal Danubio a ll’ O der, e a spese dell’ A ustria di quello dal D anubio all’ E lba e fi nalm ente congiungere il più presto possibile la T heiss a S ezegedin col Danubio a B udapest per mezzo di u n canale navigabile da grandi battelli da riviera.
Nei Balcani le esportazioni au stro -u n g h e re si vanno pure incontrando valida concorrenza, e questo a v viene in g ran parte, perchè i trattati di com m ercio fra la M onarchia A u stro-U ngherese e la B ulgaria non corrispondono più ai bisogni del com m ercio. Inoltre dal governo russo e da im prese private im portanti si fanno sforzi inauditi per strin g ere se m pre più relazioni com m erciali fra In Russia e il P rincip ato . U n M useo com m erciale russo bulgaro perm an en te sarà stabilito in breve a Odessa, m ercè l’iniziativa privata di un ’ associazione di negozianti russi e bulgari. Gli oggetti esposti saranno di o ri gine esclusivam ente russa e i fondatori organizzano dei viaggi in tutte le parti del P rincipato bulgaro. L e im portazioni dell’A ustria-U ngheria sono rile v a n tissim e attualm ente in B ulgaria, ma esse com inciano ad essere m inacciate dalla preponderanza politica della R ussia, la quale cerca per mezzo di essa, di rivolgere a proprio vantaggio tutti i benefizi del com m ercio bulgaro.
II commercio italiano nei primi otto mesi del
18%
Il m ese di agosto ha dato u na im portazione m i nore di sette m ilioni di quella deH’agoslo 18 9 5 ed una esportazione di poco più di 6 milioni e mezzo m aggiore.
Così le cifre com plessive dei m ovim enti negli otto m esi sono le seguenti :
1895 1896 D ifferenza
Importazione.... 743,495,184 757,897,673 -j- 14,402,489 Esportazione.... 641,714,939 694,528,135 + 52,813,198 1,385,210,123 1,452,425,810 67,215,687
L entam ente pertanto va accennandosi una rip re sa di affari, che a poco a poco rim argina le ferite degli anni decorsi.
Il com m ercio italiano, che nel suo m ovim ento di im portazione ed esportazione prese insiem e o ltr e passa appena i d ue m iliardi, è così poca cosa a pa ragone della popolazione, a paragone del m ovim ento internazionale degli altri S tati, che abbiam o ancora u na lunga via da p erc o rrere prim a di avvicinarsi ad una cifra conveniente.
D all’esam e delle categorie d iverse il lettore v ed rà che all’aum ento della esportazione hanno contribuito
tutte m eno le pelli; l’aum ento più cospicuo è dato dalla seta che ha raggiunto i 12 m ilioni.
N ella im portazione invece m entre i cereali hanno dato un aum ento di ben 52 m ilioni, le altre cate gorie si sono poco m odificate ; le m aggiori dim inu zioni sono nei prodotti chimici 8 m ilioni, nella seta sette m ilioni, nella lana 9 m ilioni, nel cotone 6 m i lioni e mezzo.
I m etalli preziosi hanno dato :
1895 1890 D ifferenza
7,174,600 + 2,562,500 12,756,800 -t- 983,100 Importazione... 4,572,100
Esportazione.... 11,777,700
Ci riserbiam o di esam inare p iù largam ente le sin gole voci, quando avrem o le statistiche di tutto il 5° tri m estre. Intanto diam o il solito prospetto delle categorie:
IM PO RTA ZIO N E C A TEG O R IE
secondo la tariffa doganale
V alore delle merci im portate dal l #genn. al 31 agosto d ell’ an n o 1896 D ifferenza col 1895 L ire 18,114,407 L ire - 432,329 n . i n .
G eneri colon., droghe e tabacchi. P rodotti chim . g en eri m edicinali,
44,385,271 30,083,942 18.592,169 + 3,032,714 - 7,907,693 - 139,928 i y . Colori e g en eri per tin ta e per
v. C anapa, lin o , j u t a ed a ltri v eg e ta li filam entosi esci, il cotone.
| 18,181,231 + 3,202,769 86,906.561 — 6,300,033 41,526,346 — 8,9! 4,732 70,103,336 27.980.177 - 9,131,759 - 906,687 8.804,059 + 1,506.222 34,246,555 91,522,179 70,222,694 - 1,189,555 X II. X III .
M inerali, m etalli e loro la v o ri.. P ie tre , te rre , v a se lla m i, v e tri e
+ 2,437,370 + 293,638 + 32,020,340 + 6,342,803 + 579,349 X IV . XV. X V I.
C ereali, fa r., paste e prodotti ve- g e t.,n o n com presi in aU recateg. A n im ali,prodotti e spoglie di a n i
m ali non com presi in a ltre cat. Oggetti d iv e rsi...
123,986,563 60,917,301 10,354,877 T otale delle prim e 16 categorie 757,897,673 7,134,600 + 14,402,489 + 2,562,500 T otale g e n e ra le .. . . 765,032,273 + 16,964,989 E SPO R TA ZIO N E C A T E G O R IE secondo la tariffa doganale
V alore delle merci esportate dal l #genn. al 31 agosto d e ll’ anno 1896 D ifferenza col 1895 I. I I . I I I . L ire 80,370,343 4,535,621 26,159,488 8,109,342 36,693,592 18,111,813 L ire + 9,446,911 + 762,254 + 157,479 + 14,033 G eneri colon, droghe e tabacchi.
P ro d o tti ch im ., gen eri m edicinali, IV . Colori e gen eri p er tin ta e p er V. V I. V II. V i l i . IX . X. X I.
C anapa, lino, j u t a ed a ltri v eg e
ta li filam entosi, esol. il cotone. + 2,057,352 + 4,209,100 8,498,154 226,392.393 + 49,027 •+ 12,351,655 28,828.325 + 3,116,490 6,151,494 18,870,205 17,784,497 36,014,297 68,123,244 96.706,618 13,178,801 + 1,456,235 P e l l i ... - 2,635.905 X II. X
III-M inerali, m etalli e loro la v o r i.. P ie tre , t e r r e , v asellam i, v e tri e
-1- 785,013 + 3,765,415 4- 7,738,500 + 7,910,905 + 1,638,734 X IV . XV. X V I.
C ereali, f a r., p aste e prodotti v e g etali, non com pr. in a ltre cat. A nim ali, p ro d o tti e spoglie d i a n i m ali, non corapr. in a ltre categ.
X V II.
T o tale delle prim e 16 c a te g o rie .. 694,528,137 12,756,800
4 ottobre 1890 L’ E C O N O M I S T A 631
P rospetto delle riscossioni doganali :
Titoli
di riscossione 1896 1895 D ifferenza
L ire L ire L ire
D azi d ’im p o rtazio n e 159.939.588 145,729,055 14,210 533 D azi d i E sportazione
Sopratasse di fabbri- 3,409,578 3,027,782 4 - 381,796 cazione. . . . 1.707,961 1,571,067 -t- 136.894 D iritti di s ta tis tic a . 174,954 4 - 174,954
-+- 37,548 D iritti di b o llo . . . 696,537 658,989 D iritti m a rittim i . . 4,123.766 3,956,487 4- 167; 279 P ro v en ti d iv e rsi . . 439,559 491,740 — 52,181 T o t a le . . 170,491,943 155,435,120 + 15,056,823
Rivista Bibliografica
D r. Richard Ehrenberg. — Das Zeitalter der Fugger.
Volume 2.d0 : Die Weltborsen und FinanzTcrisen des 16. Jahrhunderts — Jena, Fischer, 1898, pa
gine IV-367.
Dopo avere studiato nel prim o volum e della sua dotta opera su ll’Epoca dei F u g g er, le grandi potenze m onetarie del sedicesim o secolo (vedi VEconomista N. 1 1 5 5 , il d r. E h re n b erg si è occupato in questo secondo volum e delle borse e delle crisi finanziarie nello stesso periodo. L ’A utore ha avuto a propria disposizione gli archivi privati dei discendenti dei F ugger, dei T u eh e r, dei W elser e ha potuto con sultare m olti docum enti conservati al Museo g e r m anico di N urem berg, a V ienna, a L illa, o ltre 'a lla letteratura storica ed econom ica relativa agli argo m enti che lo interessavano. Abbiam o così un quadro fedele e abbastanza com pleto del m eccanism o finan ziario nel X V I secolo, e possiam o assistere alla nascita del credito pubblico. I bisogni crescenti dei principi, che hanno necessità di danaro per le g u erre, concordano con una grande abbondanza di capitali in cerca di investim enti rim u n erato ri. A m isura che gli affari sulle m erci non sono più il solo m otivo che conduce i negozianti alle grandi fiere, a m isura che la trasm issione dei capitali da un luogo all’a l tro e che l’im piego del denaro disponibile in d e positi, in anticipazioni, in operazioni d 'a rb itrag g io a u m entano d ’intensità vediam o organizzarsi i prestiti che alim entano il debito fluttuante dei sovrani.
Q ueste operazioni, che si concludevano per m i lioni, trovavano ad A nversa, a L ione, a G enova, in Spagna, poi in O landa e a F rancoforte un personale di banchieri, di interm ediari che anticipavano grosse somm e fornite dai grandi capitalisti dell’epoca sulle loro risorse personali e su quelle dei loro parenti, am ici, clienti. Senza l’aiuto di questi finanzieri i s o vrani sarebbero stati assai im barazzati per co n d u rre a fine le loro im prese guerresch e e le loro opere pubbliche. O ra è appunto questo tessuto di opera zioni finanziarie, che il d r. E h re n b erg svolge d o tta m ente nella sua opera, la quale perm ette di seguire, ad esem pio, la sostituzione successiva del capitalista indigeno al m utu an te straniero, al finanziere in te r nazionale. Tom m aso G resham , il celebre agente della corona d’Inghilterra nei Paesi Bassi, fu il prim o a com prendere l’ im portanza che vi sarebbe a em an ciparsi e a nazionalizzare gli affari m onetari dello Stato. E d anche questo contribuì a perfezionare l’o r ganizzazione del com m ercio dei capitali.
Il libro del dr. E h re n b erg n arra inoltre le crisi finanziarie del secolo X V I e in una rapida ma su c cosa rassegna, presenta lo sviluppo dei prestiti pubblici e delle borse dal tem po dei F u g g e r fino ad ora. A nche per questo rig u ard o il libro riesce utile ed è un notevole contributo alla storia econo mica del secolo X V I.
Eugène Rochetin. — Les Assurances ouvrières. — P a ris, Guillaumin, 1896, pag. 283 (3 fr. 50).
L ’A utore riconosce la necessità di studiare il modo di assicurare all’operaio nei casi di malattia, di v ec chiaia e di m ancanza di lavoro in seguito di in c e n dio, i mezzi di vivere e vuole che a questo risultato si giunga m ediante la m utualità. Perciò espone anzitutto varie considerazioni generali sui tentativi che sono stati fatti finora, considera le società di m utuo soccorso e studia le associazioni collettive operaie contro l’incendio e contro la m ancanza di lavoro per causa di esso. A vversario dello S tato as sic u rato re il Rochetin ha cercato in un precedente volum e e cerca in questo di m ostrare i benefici che derivano dalla m utualità. In appendice offre agli interessati due progetti di statuti per l’ a ssicu ra zione contro l’incendio e contro la mancanza di la voro (chômage) in seguito all’ incendio. P er le in te n zioni doli’A utore a per le utili nozioni che fornisce questo suo libro m erita d’ essere raccom andato a chi si occupa della m ateria.
D r. Joseph de jekelfalussy. — L'Etat hongrois mil
lénaire. et son peuple. — Budapest, 1896, pag. 668. N ell’ occasione del m illennio ungherese il presi dente della Com m issione della Esposizione nazio nale m illen aria, D r. de Jekelfalussy, ha pubblicato questo interessante volum e, nel quale vari scrittori trattano della vita econom ica, politica e sociale della U ngheria. Sono 2 8 m onografie, nelle quali si trova tutto ciò che rig u ard a l’ U ngheria, perfino sulla m usica, sulle occupazioni del popolo u ngherese, sulla lingua m agiara.
Rileviam o dal capitolo relativo alla finanza dello Stato che le spese dell’ U ngheria am m ontavano nel 1868 a 147 milioni e mezzo di fiorini, nel 187 8 erano quasi raddoppiate (280,3 milioni) nel 188 8 salivano a 362 milioni e nel 1 8 9 4 a 487 m ilioni. Ecco un esem pio notevole di progressione delle spese p u b bliche. Si aggiunga che nel periodo dal 186 8 al 1 8 9 4 meno 5 anni in tutti gli altri vi è stato disavanzo. L’U ngheria ha fatto del resto nei rig u ard i econom ici e sociali notevoli progressi che sono messi assai bene in luce in questo utile e pregevole libro.
Franklin H. Giddings. — The principles o f Sociologi/.
An analysis of thè phenomena of association and o f social organization. — Nuova York e Londra,
Macmillan, 1896, pag. XVI-476.
W. Willoughby. — An examination o f thè nature o f
thè State. A study in politicai philosophy. — Lon
don, Macmillan, 1896, pag. XI-448.
632 L’ E O O N 4 ottobre 1896
nazione della n atura dello stato e dei fondam enti sui quali la sua autorità può essere giustificata » com e si esprim e lo stesso A utore. E d è noto che tra lo stato e l’individuo vi sono legam i continui fondam entali.
I Princìpi di Sociologia del prof. G iddings rias- sutnono, com pletano, chiariscono gli studi fram m en tari già pubblicati dall’A utore negli ultim i anni e sono un contributo notevole alla form azione scien tifica di questa disciplina, così spesso citata, senza che se ne abbia sufficiente conoscenza. R eputando che la sociologia è una scienza psicologica e che la definizione della società in term ini biologici è un erro re, ho tentalo, scrive il G iddings, di dirig ere l’a t tenzione principalm ente sugli aspetti psichici dei fenom eni sociali. L ’ associazione e la organizzazione sociale ho cercato di spiegare, quale conseguenza di uno stato m entale particolare ; cioè della co scienza della specie, che può definirsi quello stato di coscienza, in cui qualsiasi essere, sia esso inferiore 0 su p erio re nella scala della vita, riconosce un a l tro essere cosciente com e della stessa specie di sè m edesim o (pag. 47). L ’A utore considera lo studio dei fenom eni sociali dall’aspetto psichico, anziché da quedo biologico, al quale ci ha tanto abituati Io S pencer. L o sviluppo della società egli lo co n c ep i sce com e dovuto a un duplice processo, obbiettivo e s u b ie ttiv o : « Il processo fìsico nella società... è quello della evoluzione form ale m ediante l’equilibrio delle energie. » Il processo subbiettivo è la coscienza della specie. Questi postulati obbiettivo e subbiettivo corrispondono ai modi ubim i della forza esterna e del im pulso interno, che indefinitam ente agiscono uno sull’altro nella evoluzione sociale. G uidato da questi principi il G iddings traccia m inutam ente lo svolgi m ento della società um ana dal piccolo gruppo al gran d e, dal grande a quello più g rande, attrav erso l’ord a, il clan, la trib ù tino e com presa quella form a estrem am ente com plessa di associazione dem ogenica, che essa ha finalm ente assunto e la quale, vasto com plesso di attività q uasi infinitam ente diversifi cate, ricev e, nel libro che annunciam o, la parte che gli è dovuta di spiegazioni e di analisi.
Ci è im p o ssib ile, lo si c o m p re n d e rà fa cilm en te, di fa r q u i u n a an alisi del lib ro . N otiam o so ltanto an c o ra ch e rig u a rd o ai lim iti della sociologia il prof. G id d in g s c re d e ch e essa « ben lu n g i d all’esse re p u ra m e n te la so m m a delle scienze so c ia li è piu tto sto la loro base c o m u n e . I suoi p rin c ip i, di estesa p o r tata sono i p o stulati d elle scienze sp eciali, e co m e tali essi co o rd in a n o tu tto il co m p lesso delle g e n e ralizzazioni so ciali, c h e u n isco n o in u n g ra n tu tto scientifico . N o n rig u a rd a n d o cia sc u n asp etto e g ru p p o di fen o m en i so ciali, la sociologia fo n d a m e n ta le è in te rm e d ia fra le scienze o rg a n ic h e da u n lato e le scienze p o litich e e sto ric h e d all’ a ltro . L a sociologia si differenzia dalla psicologia, co m e q u esta si d iffe renzia d alla biologia. L e scienze sociali sp eciali sono differenziazioni d e lla sociologia. »
L e o p inioni d e ll’A u to re sono c e rto d isc u tib ili, m a 1 suoi Principi di sociologia sono sotto ogni aspetto degni di attenzione da parte degli studiosi delle scienze sociali e prenderanno certo posto tra le opere più im portanti intorno alla filosofia sociale.
L o stu d io del d r. W illo u g h b y , tra tta n d o dei p o stu la ti g e n e ra li della scienza p o litica e p e r in cid en z a della sto ria delle teo rie p o litich e, in te ressa special- m e n te i c u lto ri del d iritto p u b b lic o e della filosofia
O M I S T A
del diritto. L ’argom ento della n atura dello S tato è esam inato sotto tutti i più im portanti aspetti, ma sono particolarm ente interessanti p er I’ econom ista i capitoli relativi alla critica della teoria del con tratto , ai fini dello Stato e ai caratteri e alle ten denze politiche odierne. L ’A utore dà prova di larga coltura e di acuto spirito critico, conosce bene la letteratura politica m oderna e sa ringiovanire vecchie questioni di filosofia politica, che hanno più che non si creda gran d e influenza s u ll’indirizzo pratico della politica.
Rivista Economica
/ s o c ia lis t i in G erm a n ia — Le r e la z io n i c o m m e rc ia li
it a io - f r a c c e s i — Le f e r r o r ie in A b is s in ia — Le coo
p e ra tiv e n e ll’A gro rom ano.
I s o c ia lis ti in G e rm a n ia . — Come tutti gli anni alla vigilia del C ongresso generale dei socialisti di tutta la G erm ania, il Vorwaertes, organo principale del partito, pubblica la relazione, in cui la direzione del Congresso espone le sue idee sullo sviluppo del partito stesso dal Congresso dell’ anno antecedente in poi.
L a relazione di q uest’anno è datata da A m burgo e firm ata dal Com itato direttivo. Q uesto Com itato venne form ato di cin q u e m em bri della frazione del
Reichstag, quando nel n ovem bre dello scorso anno
l’ ufficio di presidenza del partito il collegio dei pro b iv iri, la C om m issione per la stam pa ecc. furono sciolti in base alla legge sulle associazioni. U na sen tenza del trib u n a le conferm ò tale provvedim ento; r i conoscendolo com e lega!e ; i condannati ricorsero in appello ed il risultato ancora non si conosce.
II trasloco della direzione del partito da B erlino ad A m burgo causò m aggiori spese e lavoro. Perciò la rela zione biasim a vivacem ente nel prim o capitolo quel provvedim ento, ma finisce col constatare che, com e se nulla fosse avvenuto, tutto andò per la sua via. La relazione loda il M inistro del com m ercio B erlepsch, perch è riconobbe al Reichstag che lo sciopero dei lavoranti « in confezioni » era giustificato e lodò il Consiglio m unicipale di W u rz b u rg , che appoggiò, presso le au to rità provinciali, l'istanza delle società operaie, che si aprisse una colletta p er gli sc io p e ran ti di quell’industria.
La relazione im partisce un’am m onizione ai « com pagni » della S assonia, perchè dopo l’ approvazione della nuova legge elettorale, si perdettero in « in u tili polem iche », sulla questione se i deputati sassoni dovessero dep o rre o no i loro m andati.
4 ottobre 1896
V
E C O N O M I S T A 633località e di alcuni collegi elettorali, hanno mancato ai loro doveri verso il partito, e non hanno versato più un pfennig alla cassa del partito. La relazione dice testualm ente:
« P urtroppo sono le località, nelle quali il partito esiste da molto tem po, ohe danno il cattivo esem pio. D ue collegi elettorali, nei quali nelle ultim e elezioni furono dati 4 7 ,5 0 0 voti ai candidati socialisti v e r sarono nel corso dell’anno 6 — sei — inarchi, u n altro collegio, nel quale furono dati 18,000 voti ai candidati socialisti ne versò soltanto 4 — q uattro — inarchi e 35 pf., ed altri due collegi con 14.000 e rispettivam ente 1 2 ,0 0 0 elettoci socialisti non hanno versato neppure un pfennig. P otrem m o m oltiplicare gli esem pi, ma è sperabile che i citati, bastino a richiam are l’attenzione dei « com pagni, » su questo punto molto debole dell’organizzazione del nostro partito. »
Nel capitolo susseguente si tratta delle elezioni e si nota che i socialisti hanno conquistato nel corso dell’anno i due collegi di H alle e D ortm und ( q u e st’ ultim o coll’aiuto dei clericali, fatto che certam ente la relazione non rileva). Essa accenna alle elezioni della Dieta di Gotha, nelle quali i socialisti, grazie agli antagonism i tra i partiti borghesi, conquistarono alcuni seggi ed ai successi nelle elezioni com unali.
A Berlino i socialisti m antennero gli antichi seggi : a Lipsia ne conquistarono 6, a C arlsruhe 12, a Pforzheim 16, e nell’Alsazia L o ren a: a M iilhausen 2, a M arkirch 5, a C olm ar 1, a S trasburgo 3 ed a Saargem und 3.
P iù dei d ue terzi della relazione trattano della p ro paganda per mezzo dei giornali e di libri ed opuscoli.
La relazione deplora — com e le precedenti — l’ inconveniente che in m olte località si pubblicano dei giornali, senza averne i mezzi. Ciò risulta da una tabella, in cui appare che i giornali politici e tecnici del partito sono dim inuiti com plessivam ente di 6 e risulta pure dal resoconto di cassa, secondo il quale più di un quinto degli introiti viene assorbito da sovvenzioni alla stam pa.
In com plesso il partito ha 73 giornali politici e 50 giornali tecnici.
Il Vorwaerts, con u n introito netto di 5 2 ,0 0 0 m archi, ha dovuto contribuire anche quest’ anno in gran parte alle spese del partito. T uttavia il g io r nale ha reso 300 0 m. m eno che l’ anno scorso, perchè le spese sono aum entate. A nche la partita « L ibri » del Vorwaerts è in dim inuzione, tanto per ciò che riguarda la pubblicazione, com e p er gli introiti.
Il m ovim ento di cassa del partito nello scorso anno a dato un introito di 270,171 m. e 2 3 0 ,0 0 0 in. di spese. I deputati al JReìchstag costarono al partito 2 4 ,147 m .; l’ agitazione costò 4 1 ,5 0 0 m .; gli stipendi e le spese di am m inistrazione ascesero a 1 5 ,0 5 8 m .
Nella chiusa si constata che la condanna dei so cialisti, nel corso dell’anno, ascesero com plessivam ente a 84 anni, 8 m esi, una settim ana ed 1 giorno. Le m ulte ascesero com plessivam ente a 3 1 ,7 7 3 m archi.
« Ciò nonostante - così conclude la relazione - il partito è saldo, com patto e pronto, com e sinora anche per l’avv en ire, a fare qua.siasi sacrificio per la lib e razione della classe operaia. »
Le relazioni commerciali italo-francesi. — L a
C am era di c o m m ercio fran cese se d e n te a M ilano, la q u a le si è se m p re ad o p erata a p ro m u o v e re u n a c cordo c o m m erciale tra i d u e paesi, h a p u b b lic a to ora u n a in te re ssa n te m e m o ria su l m o v im en to c o m
m erciale dell’ Italia, specialm ente in riguardo ai r a p porti con la F ra n cia .
È un lavoro chiaro ed equanim e fatto nell’ inte resse vero dei due paesi; con esso la Cam era viene, in sostanza, a queste conclusioni :
1° che l’ Italia, dopo la ro ttu ra com m erciale colla F rancia nel 1887, è riuscita, m ercè nuovi sbocchi, a raggiungere nel 1893 circa la cifra g e nerale delle esportazioni verificatesi nel 188 7 in fr. 1 ,0 0 5 ,0 3 9 ,9 8 8 nel 1 8 8 7 ; franchi 9 7 9 ,0 3 1 ,1 5 4 nel 1893: differenza in m eno nel 9 5 : fr. 2 5 ,1 5 8 ,8 4 4 , V iceversa l’ Italia ha dim inuito notevolm ente le sue im portazioni dall’estero : da fr. 1 ,6 0 5 ,4 1 9 ,8 2 3 nel 1887 è discesa nel 1895 a fr. 1 ,1 2 1 ,1 9 3 ,5 0 3 : differenza in meno nel 9 5 , fr. 4 8 4 ,2 2 6 ,2 6 0 ;
2° che la F ran cia pure è rim asta circa nei lim ili del com m ercio generale del 1887. E ssa ha ridotto le sue im portazioni dall’ estero da fr. 4 ,0 2 5 ,9 6 6 ,0 0 0 nel 1887 a fr. 3 ,7 1 9 ,9 0 0 ,0 0 0 nel 1 8 9 5 : differenza in m eno fr. 3 0 6 ,0 6 6 ,0 0 0 . E d ha aum entato le sue esportazioni da fr. 3 ,2 4 6 ,4 0 9 ,0 0 0 nel 1887 a fra n chi 3 ,3 7 3 ,8 0 0 ,0 0 0 nel 1 8 9 3 : differenza in più fran chi 1 2 7 ,3 9 1 ,0 0 0 ;
3° che nei rapporti fra l’ Italia e F ra n cia ha perduto poco più la prim a : l’ Italia ebbe nel 1895 una im portazione in F ran cia per fr. 1 1 4 ,6 0 0 ,0 0 0 contro fr. 3 0 7 ,7 0 9 ,5 1 6 nel 1 8 8 7 ; invece la F ra n cia ebbe nel 1895 u n ’ im portazione in Italia per f r a n chi 1 5 2 ,9 4 6 ,0 0 0 contro fr. 3 2 6 ,0 5 5 ,0 0 0 nel 1 8 8 7 ;
4° che un modus rivendi avvantaggerebbe così l’ Italia com e la F rancia.
E pperò la C am era di C om m ercio francese di Mi lano propugna un accordo sulle basi della tariffa convenzionale italiana, quest’ ultim a, in taluni articoli, m odificata.
Le ferrovie in Abissinia. — Togliam o dal Mo-
niteur Officiel du Commerce:
« Con atto esteso dal sig. R ey, notaio a P arigi, il 7 agosto 1896, fra i sigg. L éon Chefneux, esplo ratore, ed A lfredo Ilg, ing. svizzero, venne fondata una Società anonim a, col capitale di due m ilioni di franchi, per la costruzione ed esercizio delle strad e ferrate in Etiopia.
« I sigg. Ilg e C hefueux portano alla Società : 1° tutti i diritti alla concessione accordata da S. M. M enelik II, re dei re di E tiopia, il 9 m arzo 1890, delle linee ferrate da D jibuti ad H a rra r, da H arra r ad Entoto, da Entoto a Kaffa ed al Nilo bianco ; 2° l’ autorizzazione concessa dal G overno fran cese di proseguire sui territo ri dipendenti dalla co lonia francese sino al porto di D jibuti la linea con cessa dal G overno etiopico. »
Le cooperative nell’Agro romano. — P e r dispo
sizione del Ministro dell’ A gricoltura si è fatta in questi giorni la consegna dei terren i della tenuta di S. Alessio destinati alle cooperative di lavoro.
034 L’ E C O N O M I S T A 4 ottobre 1896
Il raccolto mondiale del frumento
Il raccolto del frum ento, essendo orm ai term inato in q uest’ anno così nell’ E uropa, com e nell’A m erica del N ord, diviene ora interessante il d eterm inare con la m aggior possibile approssim azione quale sia la produzione generale del m ondo nel 4896, e quali i bisogni del consum o, gli approvvigionam enti e le quantità disponibili dei diversi paesi.Ad agevolare questo studio riescono opportuni i dati pubblicati in proposito dal Moniteur des Inté
rêts Matériels, che riassum iam o.
L a produzione del grano nelle cinque parti del m ondo negli ultim i due anni è rappresentata da queste cifre: 1696 1895 D ifferenza E uropa.., Am erica.. A sia... A frica.. . . Oceania.. , 522,200,000 199,600,000 86,100,000 15,100,000 8,400,000 (E tto litri) 530.300.000 220,000,000 105.900.000 16,100,000 11,400,000 — 8,100,000 — 25,400,000 — 19,800,000 — 1,100,000 — 3,000,000 Totale 831,400,000 888,700,000 — 57,300,000
Si vede che, nell’ insiem e, nel 4 8 9 6 , il raccolto si presenta m inore di quello del 4 8 9 5 ; esso offre una dim inuzione di 5 7 ,3 0 0 ,0 0 0 etto litri. Ma non è il caso di avere tim ore di soffrire di carestia ; il raccolto del 4895 fu buono e quello del 489 4 estre m am ente abbondante. Rim angono stock considerevoli, coi quali si può colm are facilm ente l'insufficienza della produzione di q u est’ anno, se tuttavia questa produzione non è in grado di soddisfare ai bisogni del consum o.
T enendo conto del consum o abituale dei popoli, si calcola che i paesi im portatori avranno bisogno, d u ran te la cam pagna 4896-97, di eltol. 4 4 5 ,4 5 0 ,0 0 0 . Al contrario i paesi, la cui produzione supera il con sum o, disporrebbero di 4 44 m ilioni di ettolitri; quindi un deficit di circa 4 milioni di ettolitri.
I paesi europei tributarii, all’ estero dal punto di vista del frum ento, avranno a chiedere 4 3 4 milioni d ’ e tto litri: invece gli altri popoli d’ E uropa non ne potranno forn ire che 8 4 ,9 0 0 ,0 0 0 ettolitri.
Yi saranno, d unque, 5 2 ,4 0 0 ,0 0 0 ettolitri da com p erare nelle altre parti del m ondo e specialm ente in A m erica, la quale avrà una eccedenza d’espor tazione sulle im portazioni di ettolitri 4 4 ,3 0 0 ,0 0 0 .
P e r ciò che concerne più specialm eute gli Stati U niti la situazione è q u esta: nel 4895 l’ A m erica poteva esportare 39 milioni di ettolitri, soltanto l’E u ropa non ne aveva bisogno. Nel 4 8 9 6 il disponibile am ericano è ancora di 38 m ilioni.
L’ Asia non potrà consegnare all’ E uropa più di 3 ,3 0 0 ,0 0 0 ettolitri in causa del cattivo raccolto in diano.
Q uanto al frum ento d’A ustralia, che lottò sem pre col grano am ericano sui m ercati del vecchio m ondo, non vi com parirà probabilm ente nell’ ora iniziata cam pagna, poiché 1’ ultim o raccolto è stato così po vero, che l’A ustralia dovrà essa stessa im portare parecchie centinaia di m ille ettolitri di frum ento.
Bisogna però notare che il consum o e I’ im por tazione del grano obbediscono ad altri fattori, oltre che alla produzione del cereale stesso ; dipendono in p a rte anche dall’abbondanza più o m eno grande
degli altri prodotti destinati all’ alim entazione. Così un buon raccolto di segala in G erm ania, tende a d im inuire le im portazioni di frum ento in questo paese, così la quantità di m ais raccolto all’A rgentina e agli S tati U niti influirà sulle esportazioni di grano in q ueste contrade. Si noti, poi che in generale la patata è abbondante in tutti i paesi che ne fanno consum o.
D unque, se le esportazioni probabili non si pre sentano sufficienti a soddisfare alla dom anda dei paesi im portatori, ciò non vuol dire che questi possano trovarsi in gravi im barazzi.
Le ferrovie agli Stati Uniti
La Inter-State Commerce Commission ha pub blicato recentem ente una statistica, che contiene dei ragguagli interessanti sulle ferrovie degli Stati U niti, d u ran te I esercizio, che è term inato col 3 0 giugno del 1895.
L a lunghezza totale era a quell’ epoca di 480,657 m iglia, cioè a d ire in aum ento di 4,948 m iglia d u ran te l’ annata. Il capitale im piegato si elevava alla stessa data a steri. 2 ,1 9 7 ,0 4 0 ,0 0 0 , cifra che ra p presenta nel corso dell’ esercizio un aum ento di ster line 3 8 ,6 4 6 ,0 0 0 . Di quel capitale 9 9 2 ,2 5 2 ,0 0 0 ra p presentano il capitale ordinario, dì cui 8 4 0 ,3 3 9 ,0 0 0 in azioni ordinarie e 1 5 1 ,9 4 3 ,0 0 0 in azioni privi legiate. L e rim anenti 4 ,0 8 1 ,4 2 3 ,0 0 0 steri, rap p re sentano il debito consolidato, e si ripartiscono com e se g u e: 9 3 4 ,9 7 5 ,0 0 0 di obbligazioni; 8 9 ,0 4 4 ,0 0 0 di obbligazioni d iv e rse ; 4 9 ,2 2 4 ,0 0 0 di obbligazioni sulla rendita e 1 1 ,4 8 3 ,0 0 0 di obbligazioni per le diverse fo rn itu re e il rim anente costituisce il debito fluttuante.
Del capitale o rdinario la som m a di 6 9 5 ,4 2 8 ,0 0 0 sterlin e ossia il 7 0 per cento non ha prodotto in te ressi. D’ altra p arte non com prese le obbligazioni per le diverse fo rn itu re , gl’ interessi non sono corrisposti a steri. 4 8 0 ,8 8 7 ,0 0 0 del debito fluttuante. Yi sono poi 4 2 4 ,9 4 0 ,0 0 0 sterline di obbligazioni, per le quali non vi è servizio di interessi ossia il 4 3 - 4 per cento del to tale; 1 0 ,9 0 0 ,0 0 0 sterline ossia il 12 per cento delle obbligazioni diverse, a cui non è stato pagato alcun interesse e infine 4 5 ,0 4 7 ,0 0 0 sterline di ob bligazioni sull’en tra ta, rappresentanti il 9 1 -5 p er cento del loro valore totale, non hanno goduto alcun in teresse.
P erciò che rig u ard a il capitale produttivo di in teressi, il 6 - 9 p er cento della som m a totale im pe gnata ha prodotto dal 4 al 5 p er cen to ; sul 5 - 4 p er cento è stato corrisposto dal 5 al 6 per cento; il 4 44 per cento ha prodotto dal 6 a 7 per cento e infine sul 4 per cento del capitale im pegnato è stato distribuito un interesse, che varia dal 7 all’ 8 p e r cento.