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2015 RAPPORTO SUL LEASING

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Academic year: 2022

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RAPPORTO SUL LEASING

2015

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RAPPORTO SUL LEASING

2015

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chiuso per la stampa il 19 aprile 2016 edito da Assilea Servizi S.u.r.l.

realizzato da Alessandro Nisi con la collaborazione di:

Francesco Alfani Marco Amendola responsabile del progetto Beatrice Tibuzzi

coordinatrice del progetto Danila Parrini

progetto e realizzazione grafica

www.creative-farm.it

(5)

INDICE

PREMESSA - IL LEASING: UNA LEVA PER CRESCERE I NUMERI CHE “CONTANO” DI PIÙ

1. LA RIPRESA DELLA DOMANDA 1.1 Rallenta l’economia mondiale 1.2 Si consolida la ripresa dell’area euro 1.3 Cresce la domanda interna in Italia

Focus: Cresce la produzione industriale e la fiducia delle imprese 1.4 La dinamica degli investimenti

2. IL LEASING CONTINUA A CRESCERE 2.1 Cresce lo stipulato leasing anche nel 2015 2.2 Leasing, PIL e investimenti

2.3 Leasing e finanziamenti a medio – lungo termine bancari

Focus: Penetrazione leasing nel finanziamento a medio-lungo termine Focus: Sofferenze leasing vs. sofferenze bancarie

2.4 Cresce il “new leasing business” anche in Europa 3. IL LEASING ALLE PMI

3.1 Il ricorso al leasing da parte delle PMI Focus: il Leasing e la Nuova Sabatini Focus: il Leasing e il Fondo di Garanzia Focus: il Leasing ed i finanziamenti BEI 4. BUONE LE DINAMICHE PER COMPARTO 4.1 Il leasing auto continua a sostenere la ripresa

Focus: Immatricolazioni a privati con partita IVA (in collaborazione e a cura di UNRAE) Focus: Le marche di autovetture più “leasingate” nel 2015

Focus: Immatricolato leasing a società di noleggio 4.2 Il leasing strumentale consolida la ripresa

Focus: Anche nel 2015 prosegue il trend crescente del leasing operativo 4.3 Segnali di ripresa del mercato del leasing aeronavale e ferroviario

4.4 Si stabilizza il trend del leasing immobiliare 5. UN’APERTURA AL SETTORE DEI PRIVATI?

5.1 Settore economico (SAE): cresce il peso nel mercato delle famiglie e diminuisce quello delle società private

5.2 Attività economica (ATECO): il leasing sostiene gli investimenti del settore manifatturiero, del commercio e del trasporto 5.3 Aumentano i leasing alle “ditte individuali, persone fisiche e professionisti” ed alle società di capitale

6. LA CRESCITA MAGGIORE SI REGISTRA NEL NORD-EST

6.1 Rallenta il Nord-Ovest, accelera il Nord-Est. Ottimi i risultati del mobiliare, in particolare al Sud 6.2 Indagine geo-settoriale: i primi cinque settori Ateco per regione nel 2015

7. ANALISI DELL’OFFERTA

7.1 Dinamiche e performance per cluster omogenei di operatori 7.2 La ripartizione dello stipulato per canale di vendita

Focus: Analisi dell’offerta Agenti

7.3 Tassi e costo del funding (in collaborazione con Aritma) 7.4 Diminuisce il portafoglio impieghi delle società di leasing

Focus: il mercato delle cartolarizzazioni leasing (in collaborazione e a cura di Securitisation.it) 8. PREVISIONI 2016

8.1 Migliorano le prospettive di crescita dell’economia italiana Focus: Censimento Macchine Utensili (UCIMU) 8.2 Aspettative a due mesi degli operatori leasing 8.3 Leasing, crescita e innovazione

67

119 1215 1820

2325 3134 3739 42 4749 5356 59 6163 6670 7576 8487 89 9597 10399

109107 114 121119 125127 129133 135 141139 145143 146

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Assilea - Rapporto sul leasing 2015

IL LEASING: UNA LEVA PER CRESCERE

Nel 2015, il leasing consolida la ripresa superan- do i 17 miliardi di stipulato annuo e conferma il trend positivo già avviato nell’anno precedente.

E’ questo un segnale importante: nonostante un contesto economico ancora incerto ed una ripre- sa degli investimenti ancora debole, il numero dei contratti stipulati continua a crescere a due cifre. La dinamica migliore si osserva nel comparto del le- asing auto, coerentemente con la buona dinamica degli investimenti in mezzi di trasporto. Nel com- parto strumentale la crescita dello stipulato leasing supera quella degli investimenti. Questo trend posi- tivo prosegue a ritmi ancora più sostenuti nel 2016 per effetto dell’entrata in vigore del “Super Ammor- tamento” sui beni strumentali e sulle auto aziendali e della possibilità per le imprese di cumulare lo stesso “Super Ammortamento” con l’agevolazione

“Nuova Sabatini”.

Il leasing si conferma il terzo strumento finanziario utilizzato dalle PMI “eccellenti” (per crescita, inno- vazione e export), veicola il 37% degli investimenti di cui alla “Nuova Sabatini” ed il 31% dei fondi BEI. Il comparto manifatturiero continua ad essere tra i maggiori beneficiari dei finanziamenti leasing.

La ripresa dello stipulato parte dal Nord Est ed ab- braccia tutte le principali aree geografiche della Penisola, con slanci positivi anche nel Sud. La ri- schiosità del portafoglio mostra evidenti segnali di miglioramento e si mantiene al di sotto della media

osservata sui due settori concorrenti (corporate e small business bancario).

Nell’ultimo biennio, il leasing ha saputo far leva sulle semplificazione fiscali introdotte con la Legge di stabilità 2014 e sulle diverse forme di sostegno agli investimenti messe a disposizione alle PMI.

Alla luce di ciò, il Governo lo ha inserito, oltre che all’interno delle disposizioni di cui al già citato “Su- per Ammortamento”, anche nel quadro dei prov- vedimenti volti a stimolare la domanda nel settore delle costruzioni. “…Tra questi, il leasing immobi- liare abitativo, introdotto con la Legge di Stabilità 2016, che prevede incentivi fiscali sull’acquisto o la costruzione di immobili da adibire ad abitazione principale. La finalità della misura è di agevolare, specie per i più giovani, l’acquisto dell’abitazione di residenza attraverso l’utilizzo dello strumento della locazione finanziaria, quale innovativo cana- le di finanziamento rispetto all’ordinario strumento del mutuo ipotecario. Per facilitare la diffusione di questo strumento è stata recentemente redatta una Guida1 che chiarisce le caratteristiche fondamen- tali del leasing immobiliare abitativo e i dubbi più frequenti, le tutele per il cittadino e i regimi fiscali applicabili” (cfr. Documento di Economia e Finan- za 2016).

… E’ stato dunque riconosciuto a pieno titolo e a livello “istituzionale” il ruolo del leasing quale leva per la ripresa degli investimenti nei settori strategici dell’economia del Paese.

PREMESSA

1 La Guida è nata dalla collaborazione tra Assilea (Associazione Italiana Leasing), il Consiglio Nazionale del Notariato, con l’adesione di 11 tra le principali Associazioni dei Consumatori, e realizzata con il contributo del Dipartimento delle Finanze del MEF.

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I NUMERI CHE “CONTANO” DI PIÙ

Oltre 17 miliardi di stipulato leasing nel 2015 così ripartiti

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CAPITOLO 1

LA RIPRESA DELLA DOMANDA

A fronte di un contesto mondiale che risente del rallentamento della Cina e dei Paesi in via di svi- luppo, nel 2015 si rafforza la timida ripresa a livello europeo avviatasi lo scorso anno. In par- ticolare, crescono gli investimenti, soprattutto in Spagna, Germania e Francia.

La dinamica del PIL in Italia è tornata positiva,

ma su livelli ancora contenuti. Gli investimenti tor- nano, dopo anni di profonda flessione, in territo- rio positivo. Brillante, in particolare, la dinamica degli investimenti in mezzi di trasporto, comun- que positiva, seppure contenuta, quella in beni strumentali ed in timida ripresa gli investimenti in immobili residenziali.

SOMMARIO

1.1 Rallenta l’economia mondiale 1.2 Si consolida la ripresa dell’area euro 1.3 Cresce la domanda interna in Italia

Focus: Cresce la produzione industriale e la fiducia delle imprese 1.4 La dinamica degli investimenti

11

12

15

18 20

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(11)

Il PIL mondiale, nel 2015, è cresciuto di circa il 3,1%. Tale dato rappresenta il valore più basso registrato dal 2009, anno peggiore della recente crisi economica. Rispetto all’anno precedente, la frenata del tasso di crescita mondiale è stata pari a circa -0,3 punti percentuali.

Tale dinamica del PIL mondiale è stata dettata da un andamento poco brillante delle economie dei paesi emergenti ed in via di sviluppo, che, nel 2015, per il quinto anno consecutivo, hanno regi- strato una diminuzione nel tasso di crescita medio del PIL, che si è attestato, nel 2015, al 4,0% (-0,6 punti percentuali rispetto al 2014).

Le economie avanzate, al contrario, nel 2015, sono cresciute in media al 2,0%, un valore che rappresenta il tasso di crescita più elevato dal 2010. Rispetto all’anno precedente, il tasso di cre- scita medio delle economie avanzate è stato di circa 0,1 punti percentuali maggiore.

Negli Stati Uniti, la crescita del PIL è rimasta robu- sta e pari a circa il 2,5%, sostenuta dalla doman- da interna, principalmente nella forma di consumi privati.

In Giappone, dopo un 2014 stagnante, nel 2015, si è registrato un tasso di crescita del PIL lievemen- te positivo (+0,6%).

In Cina, seguendo il trend degli ultimi anni, anche nel 2015, il tasso di crescita del PIL è diminuito, rispetto all’anno precedente, attestandosi al 6,9%

(poco al di sotto del target annuale), dato che rap- presenta il valore più basso registrato dal 1990.

Come evidenzia il Centro Studi Confindustria: “il rallentamento della Cina è fisiologico dopo tre de- cenni di crescita a due cifre ed una volta raggiunti certi livelli di benessere”. Particolarmente brillan- te è stata, invece, la performance dell’India che, mantenendosi sui risultati dell’anno precedente,

anche nel 2015 ha visto aumentare il proprio PIL di circa il 7,3%, superando così il tasso di crescita cinese. Il 2015, infine, è stato un anno di reces- sione per Russia (-3,7%) e Brasile (-3,8%), paese quest’ultimo in cui la fiducia di consumatori ed im- prese ha raggiunto i minimi storici nel corso del 2015.

Per quanto riguarda il commercio internazionale, le stime sul suo tasso di crescita, nel 2015 sono abbastanza discordanti tra loro (queste vanno dal +1,1% al +3,0%), ma tutte sembrano concordare sul fatto che tale tasso di crescita sia stato signifi- cativamente inferiore rispetto all’anno precedente.

La frenata del commercio internazionale riflette, principalmente, il calo della domanda di importa- zioni da parte dei paesi emergenti ed in via di svi- luppo. Una delle principali cause di tale dinamica è da ricercare nel crollo delle quotazioni del petro- lio e delle materie prime che ha ridotto il reddito di molti paesi emergenti e di conseguenza il volume delle loro importazioni. Una seconda motivazione va ricercata nel processo di transizione dell’eco- nomia cinese da un modello basato su domanda estera e beni di investimento ad un modello basato su domanda interna e beni di consumo, modello quest’ultimo meno dipendente dal commercio in- ternazionale.

L’inflazione, condizionata dal crollo del prezzo del greggio e delle materie prime e dalla presenza di ampi margini di capacità produttiva inutilizzata in molte economie del mondo, è stata decisamen- te debole nei paesi avanzati, generando elevati timori di deflazione. Secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, l’aumento dei prezzi al consumo, nel 2015, nei paesi avanzati, sarebbe stato pari ad appena lo 0,3%. Una dina- mica molto diversa si è avuta, invece, nei paesi emergenti per i quali l’aumento dei prezzi è stato decisamente più marcato (+5,5%).

LA RIPRESA DELLA DOMANDA

1.1 RALLENTA L’ECONOMIA MONDIALE

(12)

Assilea - Rapporto sul leasing 2015 Nel 2015, il PIL dell’area euro è cresciuto di cir-

ca l’1,6%, consolidando così la ripresa iniziata l’anno precedente. Tale dinamica è stata dettata dalla crescita della domanda interna, sia nella for- ma di maggiori consumi delle famiglie (+1,7%) sia nella forma di maggiori investimenti (+2,7%). La crescita delle esportazioni (+5,0%) è stata, invece, interamente compensata dall’aumento delle impor- tazioni (+5,7%), determinando così un contributo alla crescita del PIL da parte della domanda estera netta praticamente nullo. L’inflazione al consumo nell’area euro ha rallentato ancora, rispetto all’an- no precedente, attestandosi su valori molto prossi- mi allo 0,0%. Il tasso di disoccupazione, infine, è diminuito, di circa 0,6 punti percentuali, rispetto

Tabella 1 – Andamento delle principali variabili economiche in termini reali

all’anno precedente, attestandosi comunque su li- velli ancora piuttosto elevati e pari all’11,0% [cfr.

Tab. 1].

In Italia, dopo tre anni di recessione, il PIL è tornato a crescere (+0,8%) spinto dalla domanda interna, soprattutto nella forma di consumi delle famiglie (+0,9%). Per la prima volta dopo sette anni di forti riduzioni, anche gli investimenti hanno registrato un segno positivo, nel 2015 (+0,8%). L’inflazione al consumo si è attestata su valori estremamente bassi (0,1%), evidenziando, anche per l’economia italiana, forti rischi di deflazione. Nel 2015, infi- ne, per la prima volta dal 2007, è risultato in calo di circa 0,8 punti percentuali il tasso di disoccupa- zione italiano, attestandosi all’11,9%.

LA RIPRESA DELLA DOMANDA

Var. % sul periodo precedente

ove non diversamente indicato

Italia Area Euro

2014 2015 2014 2015

PIL -0,3 0,8 0,9 1,6

Importazioni 3,2 6,0 4,5 5,7

Esportazioni 3,1 4,3 4,1 5,0

Spesa delle famiglie residenti 0,6 0,9 0,8 1,7

Indice dei prezzi al consumo 0,2 0,1 0,4 0,0

Investimenti fissi lordi -3,4 0,8 1,3 2,7

Tasso di disoccupazione 12,7 11,9 11,6 11,0

Tasso ufficiale di riferimento (in %) 0,05 0,05 0,05 0,05

Quotazione del dollaro (valore assoluto) 1,3 1,1 1,3 1,1

Debito pubblico/PIL (in %) 132,3 134,6* 92,1 91,6*

(*) valori aggiornati al terzo trimestre

Fonte: Eurostat

1.2 SI CONSOLIDA LA RIPRESA DELL’AREA EURO

(13)

La crescita registrata nel 2015 rimane comunque pari a circa la metà della crescita media dell’area euro ed inferiore a quella registrata nei principali paesi europei [cfr. Fig. 1]. In Germania, in linea con l’anno precedente, il PIL è cresciuto di circa l’1,7%, mentre in Francia si è registrata un’accelerazione,

Nel 2015 gli investimenti, ad eccezione della Francia, sono cresciuti in tutti i paesi dell’area euro analizzati [cfr. Fig. 2]; la crescita maggiore si è registrata in Spagna (+6,4%) e la minore, ad ecce- zione della Francia, in Italia (+0,8%). In Germania

rispetto all’anno precedente, che ha portato il PIL francese a crescere di circa l’1,2%. Nel Regno Uni- to il tasso dicrescita è rimasto robusto (+2,2%), sep- pur in calo rispetto all’anno precedente. La Spagna, infine, ha registrato la migliore dinamica del PIL, tra i paesi analizzati, con un tasso di crescita del 3,2%.

Si consolida la ripresa dell’area euro

Figura 1 – Andamento del PIL (variazioni % a prezzi concatenati, anno base 2010)

-2,0%

-1,0%

0,0%

1,0%

2,0%

3,0%

4,0%

Area Euro Germania Francia Italia Spagna Regno Unito

2013 2014 2015

Fonte: Eurostat

e nel Regno Unito il tasso di crescita degli investi- menti è risultato in rallentamento rispetto all’anno precedente e pari, rispettivamente, al 2,2% ed al 4,2%.

Fonte: Eurostat

Figura 2 – Andamento degli investimenti (variazioni % a prezzi concatenati, anno base 2010)

-8,0%

-6,0%

-4,0%

-2,0%

0,0%

2,0%

4,0%

6,0%

8,0%

Area Euro Germania Francia Italia Spagna Regno Unito

2013 2014 2015

(14)

Assilea - Rapporto sul leasing 2015 Le dinamiche appena evidenziate sono state sicu-

ramente agevolate e sostenute dalla politica mone- taria estremamente espansiva promossa dalla BCE, durante il 2015. In figura 3, si vede come il tasso ufficiale di riferimento sia rimasto ai minimi storici (0,05%) durante tutto il 2015. Oltre alle politiche ordinarie sui tassi, la BCE ha adottato alcune misure straordinarie tese a facilitare l’accesso al credito, importanti manovre di politica monetaria espansiva (es. Quantitative easing - rafforzato in dicembre), operazioni a medio lungo termine destinate alla pic- cola e media impresa (c.d. TLTRO). La provvista BCE (TLTRO), che ha escluso dal perimetro soggettivo di

applicazione gli impieghi leasing degli intermediari finanziari, anche se consolidati in un gruppo banca- rio, è stata costituita proprio con il fine di sostenere le PMI e tali eccezioni hanno prodotto una distor- sione nel mercato del leasing che, tendenzialmen- te, anche alla luce delle recenti nuove operazioni TLTRO 2 – previste per il prossimo giugno, se non riviste, produrranno ulteriori asimmetrie.

La decisa politica monetaria non è riuscita comun- que ad evitare, come visto, la presenza di un tasso di inflazione sostanzialmente nullo e, dunque, molto distante dall’obiettivo target del 2,0%.

Fonte: BCE

Figura 3 – Andamento del Tasso ufficiale di riferimento

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

2,0%

2,5%

3,0%

3,5%

4,0%

4,5%

06/12/02 07/03/03 06/06/03 06/12/05 08/03/06 15/06/06 09/08/06 11/10/06 13/12/06 14/03/07 13/06/07 09/07/08 15/10/08 12/11/08 10/12/08 21/01/09 11/03/09 08/04/09 13/05/09 13/04/11 13/07/11 09/11/11 14/12/11 11/07/12 08/05/13 13/11/13 11/06/14 10/09/14 09/12/15

Si consolida la ripresa dell’area euro

(15)

In figura 1, si coglie meglio il processo di progressi- vo miglioramento dell’economia italiana avvenuto nel periodo 2012-2015. Per quanto riguarda il 2015, si vede come sia le variazioni tendenziali sia le varia- zioni congiunturali del PIL siano state positive in tutti e quattro i trimestri (seppur le variazioni congiunturali abbiano registrato un tasso decrescente nel corso del 2015).

La dinamica positiva del PIL italiano è stata dettata, come detto, dalla crescita della domanda interna

In figura 2 è evidenziato in maggior dettaglio il ruo- lo di spinta fornito all’economia italiana dai con- sumi delle famiglie, nel corso del 2015. La ripre- sa dei consumi delle famiglie, già iniziata l’anno precedente, è arrivata dopo anni molto complessi per tale aggregato, in cui si sono registrati segni negativi di entità molto consistente. A tale proposito basti evidenziare il fatto che il volume dei consumi delle famiglie registrato nel 2015 è di più di sei punti percentuali inferiore, in termini reali, rispetto

mentre è stata leggermente contrastata dall’andamen- to della domanda estera netta, grandezza quest’ulti- ma che aveva sostenuto l’attività economica italiana nel periodo 2011-2014. Tale andamento leggermen- te negativo della domanda estera netta non è stato dovuto, comunque, ad un rallentamento delle espor- tazioni, cresciute infatti nel 2015 al tasso più elevato dal 2011 (+4,3%), ma ad un importante crescita del- le importazioni (+6,0%) che ha più che compensato la crescita delle esportazioni.

1.3 CRESCE LA DOMANDA INTERNA IN ITALIA

al dato del picco pre-crisi del 2007. In particolare, sono cresciuti soprattutto i consumi destinati all’ac- quisto di beni durevoli, in coerenza, come vedre- mo, con le dinamiche degli investimenti in abitazio- ni ed in mezzi di trasporto.

Da segnalare, comunque, anche l’andamento leg- germente positivo dei consumi di beni non durevoli (la componente preponderante dei consumi) regi- strato nella seconda metà dell’anno.

LA RIPRESA DELLA DOMANDA

Figura 1 – Variazioni trimestrali del PIL (var. % su dati destagionalizzati a prezzi costanti)

-3,5%

-3,0%

-2,5%

-2,0%

-1,5%

-1,0%

-0,5%

0,0%

0,5%

1,0%

1,5%

T1-2012 T2-2012 T3-2012 T4-2012 T1-2013 T2-2013 T3-2013 T4-2013 T1-2014 T2-2014 T3-2014 T4-2014 T1-2015 T2-2015 T3-2015 T4-2015

Var. congiunturale Var. tendenziale

Fonte: Istat

(16)

Assilea - Rapporto sul leasing 2015 La dinamica positiva degli investimenti registrata

in Italia nel 2015 (+0,8%) è un timido segnale di ripresa dell’economia, seppur il terreno da recupe- rare sia ancora tanto. A tal proposito, basti eviden- ziare come l’ammontare degli investimenti in Italia sia stato, nel 2015, in termini reali, di circa trenta punti percentuali inferiore rispetto al picco pre-crisi del 2007. Il rapporto investimenti/PIL (in termini reali) si è assestato, nel 2015, al 16,7%, sostan- zialmente invariato rispetto all’anno precedente.

Tale valore è di circa 5,1 punti percentuali inferiore rispetto al dato del 2007 [cfr. Fig. 3]. L’andamen- to negativo degli investimenti negli ultimi anni in Fonte: Istat

Fonte: Istat

Figura 2 – Variazioni trimestrali dei consumi delle famiglie

(var. % tendenziali su dati destagionalizzati a valori concatenati)

Figura 3 - Rapporto investimenti/PIL (val. % su dati a prezzi costanti) -15,0%

-10,0%

-5,0%

0,0%

5,0%

10,0%

T1-2011 T2-2011 T3-2011 T4-2011 T1-2012 T2-2012 T3-2012 T4-2012 T1-2013 T2-2013 T3-2013 T4-2013 T1-2014 T2-2014 T3-2014 T4-2014 T1-2015 T2-2015 T3-2015 T4-2015

beni durevoli beni semidurevoli beni non durevoli

Italia è stato in gran parte dettato dall’andamento negativo della domanda, corrente ed attesa, che ha determinato ampi margini di capacità produtti- va inutilizzata nel tessuto produttivo italiano ed ha contribuito a determinare aspettative poco ottimi- stiche degli imprenditori circa la futura redditività degli investimenti. Un consolidamento della ripresa della domanda aggregata unitamente ad un clima di fiducia molto elevato delle imprese (cfr. Focus:

Cresce la produzione industriale e la fiducia delle imprese) potrebbe riportare nei prossimi anni gli in- vestimenti su un livello più vicino ai valori pre-crisi.

10,0%

12,0%

14,0%

16,0%

18,0%

20,0%

22,0%

24,0%

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Cresce la domanda interna in Italia

(17)

I prestiti erogati dal sistema bancario italiano si sono attestati, a fine 2015, a circa 1.824 miliardi di euro, in leggero calo rispetto al dato dell’an- no precedente (-0,2%). Da segnalare comunque, come tale valore sia maggiore, in termini assoluti, rispetto al dato registrato a fine 2007 (1.673 mi- liardi di euro). In figura 4, si vede inoltre come, nel corso degli ultimi due anni, le variazioni tendenzia- li dei prestiti erogati dal sistema bancario italiano siano diventate progressivamente meno negative, diventando lievemente positive da luglio 2015 in poi, con l’unica eccezione di dicembre. Una di- namica simile ha riguardato i prestiti a famiglie e società non finanziarie, prestiti che, a fine 2015,

sono stati pari a circa 1.413 miliardi di euro (5 miliardi in meno rispetto alla fine del 2014).

Le sofferenze al netto delle svalutazioni, a dicem- bre 2015, sono risultate pari a 88,9 miliardi di euro, con una variazione tendenziale del +5,3%.

In rapporto al totale degli impieghi, nel dicembre 2015, le sofferenze nette sono state pari al 4,9%

circa degli impieghi, in aumento, rispetto a dicem- bre 2014, di circa 0,2 punti percentuali [cfr. Fig. 5].

Il tema dei NPL per l’industria bancaria italiana re- sta prioritario e la gestione delle sofferenze è pre- requisito essenziale alla ripartenza del credito.

Figura 4 – Variazioni tendenziali degli impieghi del sistema bancario italiano (escluso interbancario)

Figura 5 – Andamento mensile delle sofferenze del sistema bancario italiano (valori %) Fonte: Abi

Cresce la domanda interna in Italia

-5,0%

-4,0%

-3,0%

-2,0%

-1,0%

0,0%

1,0%

2,0%

dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14 ott-14 nov-14 dic-14 gen-15 feb-15 mar-15 apr-15 mag-15 giu-15 lug-15 ago-15 set-15 ott-15 nov-15 dic-15

Totale impieghi di cui a famiglie e società non finanziarie

3,6%

3,8%

4,0%

4,2%

4,4%

4,6%

4,8%

5,0%

5,2%

16,5%

17,0%

17,5%

18,0%

18,5%

19,0%

19,5%

20,0%

20,5%

21,0%

dic-13 gen-14 feb-14 mar-14 apr-14 mag-14 giu-14 lug-14 ago-14 set-14 ott-14 nov-14 dic-14 gen-15 feb-15 mar-15 apr-15 mag-15 giu-15 lug-15 ago-15 set-15 ott-15 nov-15 dic-15

Sofferenze nette su capitale e riserve (asse di sinistra) Sofferenze nette su impieghi (asse di destra)

(18)

Assilea - Rapporto sul leasing 2015 L’indice Iesi (Istat Economic Sentiment Indicator), cal-

colato mensilmente dall’Istat, misura il clima di fiducia delle imprese italiane, attraverso la somministrazio- ne, alle imprese-campione, di un questionario di na- tura qualitativa finalizzato ad ottenere informazioni sullo stato corrente e sulle attese a breve termine in tema di ordinativi, produzione, giacenza di prodotti finiti, occupazione e prezzi, nonché una valutazione della tendenza generale dell’economia italiana. Tale indicatore, per sua natura, è particolarmente utile nel- le formulazioni delle previsioni circa gli andamenti futuri delle principali variabili economiche.

Come si vede in figura 1, l’indice Iesi (indice comples- sivo) è cresciuto a ritmi elevati nel corso del 2015, passando dal valore di 93, nel dicembre 2014, al valore di 105,5, nel dicembre 2015. Tale dinami- ca estremamente positiva ha portato l’indicatore in questione, negli ultimi mesi dell’anno, sui livelli più

alti registrati dal terzo trimestre del 2007 (il valore più alto è stato raggiunto a novembre - 106,9). E’

interessante osservare, comunque, come tale impor- tante aumento della fiducia delle imprese non sembri del tutto in linea con i coevi andamenti macroecono- mici, evidenziando così lo scollamento tra indicatori qualitativi ed indicatori quantitativi dell’andamento economico.

L’aumento del clima di fiducia ha riguardato anche le imprese del comparto manifatturiero, nel 2015, rag- giungendo, anche in questo caso, i valori più elevati degli ultimi anni. La crescita della fiducia in tale com- parto, tuttavia, è stata di entità inferiore rispetto alla media complessiva, portando così, l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere al di sotto dell’indice di fiducia complessivo delle imprese, per la prima volta negli ultimi anni [cfr. Fig. 1].

Figura 1 – Indice mensile del clima di fiducia delle imprese e delle imprese manifatturiere (base 2010=100; dati destagionalizzati)

Fonte: Istat

CRESCE LA PRODUZIONE INDUSTRIALE E LA FIDUCIA DELLE IMPRESE

FOCUS

70 75 80 85 90 95 100 105 110

gen-13 mar-13 mag-13 lug-13 set-13 nov-13 gen-14 mar-14 mag-14 lug-14 set-14 nov-14 gen-15 mar-15 mag-15 lug-15 set-15 nov-15

Indice complessivo Indice delle imprese manifatturiere

Le dinamiche positive del clima di fiducia delle im- prese si sono accompagnate ad una inversione di tendenza degli andamenti della produzione indu- striale. Nel 2015, infatti, per la prima volta dopo anni di forti riduzioni, la produzione industriale ita- liana è cresciuta di circa un punto percentuale, ri- spetto all’anno precedente [cfr. Fig. 2]. A trainare

la produzione industriale sono stati i beni strumen- tali (+3,5%) ed il comparto dell’energia (+1,2%). Al contrario, la performance dei beni intermedi è stata negativa (-1,2%) mentre pressoché stabile, rispetto all’anno precedente, è stata – in media – la produ- zione di beni di consumo.

(19)

Focus: Cresce la produzione industriale e la fiducia delle imprese

Nel 2015, le iscrizioni di nuove imprese sono state circa 371.700 (dato sostanzialmente in linea con quello dell’anno precedente). Le cessazioni di attivi- tà, invece, sono state pari a circa 326.500 (in calo rispetto all’anno precedente di quasi 14 mila unità).

Tale dinamica ha determinato un saldo demografico positivo pari a 45.181 unità, che ha portato il nu- mero complessivo di imprese, in Italia, nel 2015, a quasi 6,06 milioni di unità [cfr. Fig. 3]. Dal punto di vista settoriale, i saldi demografici più positivi si sono registrati nei servizi di ristorazione (9.235 unità), nel commercio al dettaglio (7.313 unità) e nelle attività di supporto alle imprese (5.837 unità). Al contrario

Figura 2 – Andamento mensile dell’indice di produzione industriale per raggruppamenti delle principali industrie (variazioni tendenziali percentuali; dati corretti per gli effetti di calendario)

Figura 3 – Andamento del saldo demografico delle imprese e delle imprese artigiane (migliaia di unità) -15,0%

-10,0%

-5,0%

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic

2014 2015

Beni intermedi Beni strumentali Beni di consumo Energia

Totale industria

Fonte: Istat

invece, seguendo il trend dell’anno precedente, an- che nel 2015, i saldi demografici più negativi hanno riguardato il comparto delle costruzioni (-6.055 unità) e dell’agricoltura (-5.460 unità).

Da segnalare, infine, come per le imprese artigiane l’andamento, nel 2015, sia stato di segno opposto rispetto al dato complessivo. In tale comparto, infatti, per il settimo anno consecutivo, si è assistito ad una diminuzione del numero di imprese attive, rispetto all’anno precedente, con un saldo demografico nega- tivo pari a circa -21 mila unità [cfr. Fig. 3].

-40 -20 0 20 40 60 80

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Saldo demografico totale imprese Artigiane

(20)

Assilea - Rapporto sul leasing 2015 Focus: Cresce la produzione industriale e la fiducia delle imprese

Fonte: Istat Fonte: Istat

1.4 LA DINAMICA DEGLI INVESTIMENTI

LA RIPRESA DELLA DOMANDA

Figura 1 – Investimenti fissi lordi per tipo bene (var. % a valori concatenati)

Tabella 1 – Investimenti fissi lordi (valori in milioni di euro) In figura 1, si vede come la dinamica degli investi-

menti sia progressivamente migliorata, in Italia, nel periodo 2012-2015 sino a raggiungere un tasso di crescita lievemente positivo nel 2015 (+0,8%). Disag- gregando i dati degli investimenti per tipo di bene, si vede, inoltre, come la crescita registrata sia il risultato

Il dato sugli investimenti in costruzioni, dunque, è ri- sultato negativo anche nel 2015, seppur con un netto miglioramento rispetto ai risultati degli anni preceden- ti. Disaggregando maggiormente la categoria costru- zioni, si nota come gli investimenti in abitazioni siano cresciuti lievemente, rispetto all’anno precedente, sia in termini nominali sia in termini reali [cfr. Tab. 1]. Le dinamiche trimestrali tendenziali evidenziano, inoltre, un progressivo miglioramento degli investimenti in co-

della dinamica positiva degli investimenti in macchine ed attrezzature (+1,1%) e, soprattutto, in mezzi di tra- sporto (+19,7%); tali voci hanno più che bilanciato le dinamiche negative degli investimenti in beni immate- riali (-0,4%) ed in costruzioni (-0,5%).

struzioni nel corso del 2015 [cfr. Fig. 2]. Tale dinamica ha determinato, nell’ultimo trimestre del 2015, per la prima volta dal terzo trimestre del 2007, una varia- zione tendenziale positiva degli investimenti in costru- zioni (+0,9%). Riguardo agli investimenti in mezzi di trasporto, in figura 2, si vede come il tasso di crescita di tale grandezza sia stato molto elevato nel primo e nel quarto trimestre del 2015 mentre, al contrario, sia stato abbastanza debole nel secondo trimestre.

Var. % sul periodo precedente

ove non diversamente indicato

a prezzi correnti a valori concatenati

2014 2015 Var % 2014 2015 Var %

costruzioni, di cui: 136.685 135.702 -0,7% 129.494 128.886 -0,5%

abitazioni 76.028 76.293 0,3% 71.554 71.673 0,2%

fabbricati non residenziali e altre opere 60.657 59.409 -2,1% 57.963 57.229 -1,3%

macchine ed attrezzature 76.707 77.713 1,3% 73.693 74.494 1,1%

mezzi di trasporto 10.906 13.295 21,9% 10.712 12.817 19,7%

beni immateriali 43.176 43.607 1,0% 43.229 43.063 -0,4%

totale 267.474 270.317 1,1% 256.763 258.888 0,8%

-40,0%

-30,0%

-20,0%

-10,0%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

2012 2013 2014 2015

Costruzioni

Macchinari ed attrezzature Mezzi di trasporto

Beni immateriali

(21)

La dinamica degli investimenti

Figura 2 – Dinamiche trimestrali tendenziali degli investimenti fissi lordi (var.% a prezzi costanti)

Figura 3 – Composizione degli investimenti fissi lordi 2015 per comparto (valori a prezzi correnti) Fonte: Istat

Fonte: Istat

Nonostante le dinamiche molto negative degli ulti- mi anni, gli investimenti in costruzioni hanno rap- presentato ancora più del 50,0% del valore degli investimenti effettuati nel 2015, [cfr. Fig. 3]. Il peso delle costruzioni sul totale degli investimenti è risul- tato comunque in calo, rispetto all’anno, di circa 0,9 punti percentuali (principalmente a causa della perdita di peso degli investimenti in fabbricati non

residenziali ed altre opere). La dinamica, molto po- sitiva, degli investimenti in mezzi di trasporto, ne ha fatto aumentare il peso, rispetto all’anno prece- dente, di circa 0,8 punti percentuali, portandolo al 4,9%. Stabile, infine, rispetto all’anno precedente, il peso degli investimenti in beni immateriali e quel- lo dei beni strumentali sul totale degli investimenti.

-40,0%

-30,0%

-20,0%

-10,0%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

1° trim2° trim3° trim4° trim 1° trim2° trim3° trim4° trim 1° trim2° trim3° trim4° trim 1° trim2° trim3° trim4° trim

2012 2013 2014 2015

Costruzioni

Macch., attr. e prod. vari Mezzi di trasporto

Macchine ed attrezzature

28,7%

Mezzi di trasporto 4,9%

Beni immateriali

16,1%

Abitazioni

28,2% Fabbricati non residenziali e

altre opere 22,0%

Costruzioni 50,2%

(22)
(23)

CAPITOLO 2

IL LEASING CONTINUA A CRESCERE

In termini di stipulato, la crescita del leasing, ini- ziata nel 2014, è proseguita anche nel 2015, trai- nata soprattutto dai comparti auto e strumentale.

Per effetto di una maggiore incidenza sul com- parto degli investimenti strumentali, è lievemente cresciuta la penetrazione del leasing sugli inve- stimenti.

Pur presentando ritmi di crescita meno sostenuti

rispetto al credito bancario a medio-lungo termi- ne, che ha sinora beneficiato appieno degli in- terventi TLTRO della BCE (riservati ai soli soggetti

“banche”), il leasing continua ad essere meno rischioso lato clientela corporate/small business.

In ambito europeo le attese di stipulato per il 2016, da parte degli operatori leasing, sono estremamente positive.

SOMMARIO

2.1 Cresce lo stipulato leasing anche nel 2015 Un mercato in continua trasformazione 2.2 Leasing, PIL e investimenti

2.3 Leasing e finanziamenti a medio – lungo termine bancari

Si riduce il peso del leasing sul totale delle consistenze e delle erogazioni bancarie Focus: Penetrazione leasing nel finanziamento a medio-lungo termine Focus: Sofferenze leasing vs sofferenze bancarie

2.4 Cresce il “new leasing business” anche in Europa

Leasing europeo: attese di crescita per il 2016

25

28

31

34

35

37 39

42

45

(24)
(25)

Dopo 7 anni di contrazione dei volumi, la nautica da diporto cresce di oltre il 60,0% nei valori finan- ziati, grazie alla stipula di importanti operazioni da parte di alcuni tra i principali operatori del set- tore, portando il comparto aeronavale e ferrovia- rio ad una ripresa del 55,3%.

Nel confronto con il 2014, anno di forte ripresa del comparto, le dinamiche 2015 del leasing im- mobiliare dimostrano un assestamento dei volumi finanziati intorno ai 4 miliardi con una contrazione del numero di stipule (-1,1%) e del valore finanzia- to (-4,7%).

Le energie rinnovabili, già da diversi anni in con- trazione, ricoprono ormai un ruolo marginale nel panorama dei finanziamenti in leasing 2015.

Le dinamiche virtuose del 2014, sulla scia delle semplificazioni fiscali introdotte in quell’anno, sono proseguite anche nel 2015 soprattutto nei comparti in cui il leasing gioca un importante ruolo di sostegno agli investimenti.

Il 2015 si è chiuso con un totale finanziato leasing di oltre 17 miliardi cui hanno corrisposto 371mila nuovi contratti stipulati. Il trend sull’anno precedente è stato positivo e pari al +13,1% e al +5,5%, rispettivamente sul numero e sul valore dei nuovi contratti [cfr. Tab. 1].

In termini di valore, il positivo andamento del merca- to è in buona parte legato alle dinamiche del leasing auto, cresciuto di circa il 15,0%, mentre i circa 40 mila contratti in più rispetto al 2014 sono riconducibili alle performance dell’auto e dello strumentale (rispetti- vamente +14,6% e +11,8%).

2.1 CRESCE LO STIPULATO LEASING ANCHE NEL 2015

IL LEASING CONTINUA A CRESCERE

Tabella 1 – Andamento dello stipulato leasing (valori in migliaia di euro)

2014 2015 var %

n. contratti valore bene n. contratti valore bene n. contratti valore bene

auto 184.499 5.451.773 211.392 6.256.223 14,6% 14,8%

strumentale 139.245 6.218.997 155.613 6.461.978 11,8% 3,9%

aeronavale e ferroviario 279 207.175 293 321.727 5,0% 55,3%

immobiliare 4.037 4.064.418 3.993 3.874.267 -1,1% -4,7%

energie rinnovabili 216 278.215 129 197.725 -40,3% -28,9%

totale 328.276 16.220.578 371.420 17.111.920 13,1% 5,5%

(26)

Assilea - Rapporto sul leasing 2015

finanziamenti, nella quale i comparti auto e stru- mentale sono arrivati a rappresentare il 74,4%

del totale erogato 2015 con un aumento di quasi 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

Tale incremento è avvenuto a scapito dell’immo- biliare che ha ridotto la propria rappresentatività al 22,6%. Con riferimento all’aeronavale e fer- roviario, riscontriamo un leggero aumento della quota (0,6 punti percentuali) ed una contestuale diminuzione della percentuale di leasing energy (-0,5 punti percentuali) [cfr. Fig. 2].

La natura prociclica del leasing e il suo legame diretto con il flusso di nuovi investimenti è ben rappresentata dall’analisi della serie annuale dello stipulato leasing in figura 1. Le due suc- cessive crisi, del 2007-2008 e del 2011, aveva- no portato il leasing al suo punto di minimo nel 2013. Il positivo andamento dell’ultimo biennio anticipa il cambiamento del quadro macroeco- nomico nella seconda parte del 2015.

Gli andamenti annuali dello stipulato hanno portato ad una ricomposizione della “torta” dei

Figura 1 – Serie storica dello stipulato leasing (valori in milioni di euro e var.% numero contratti)

Figura 2 – Composizione dello stipulato leasing per comparti (numero e valore contratti) Cresce lo stipulato leasing anche nel 2015

-50,0%

-40,0%

-30,0%

-20,0%

-10,0%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

40,0%

50,0%

0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000

2010 2011 2012 2013 2014 2015

Var.% numero totale contratti

Valori stipulato (in milioni di euro) Auto Strumentale

Aeronavale e Ferroviario Immobiliare Energie rinnovabili Var. %numero

Auto Strumentale Aeronavale e ferroviario Immobiliare Energy

56,9%

41,9%

0,1% 1,1%

0,0% Auto

Strumentale

Aeronavale e ferroviario

Immobiliare

Energy

36,6%

37,8%

1,9%

22,6%

1,1% Auto

Strumentale

Aeronavale e ferroviario

Immobiliare

Energy

(27)

numero di contratti. La maggiore variabilità delle dinamiche sui valori è legata al trend dell’immo- biliare, comparto nel quale l’elevato ticket medio contribuisce a destabilizzare la serie; analizzan- done il trend riscontriamo un rallentamento della dinamica, iniziato nei mesi estivi, che si è stabiliz- zato su valori positivi nell’ultimo bimestre.

economico favorevole. Le indicazioni, per l’Italia, sulla produzione industriale e sugli ordini a 3 mesi del manifatturiero, pubblicate dall’Istat, ci danno indi- cazione di una ripresa economica, seppur modesta, nella quale il leasing, attraverso gli investimenti, può giocare un ruolo importante. La natura anticipatoria del leasing è confermata dal trend rappresentato in figura 4 e dall’andamento crescente, già a partire da fine 2014, della produzione industriale.

Le dinamiche tendenziali mensili del numero di nuovi contratti stipulati dimostrano la stabilità del trend nel 2015 con variazioni percentuali sull’an- no precedente sempre positive in tutti i mesi di rilevazione [cfr. Fig. 3]. La performance dei com- parti mobiliari e, in particolare, del renting a me- dio lungo termine e dell’operativo strumentale ha infatti spinto verso l’alto i delta percentuali del

Nonostante i fattori favorevoli per lo scenario econo- mico globale abbiano, negli ultimi mesi del 2015, segnalato un indebolimento a causa del rallentamen- to delle economie emergenti e dell’elevata incertezza geopolitica che si riflette sui prezzi delle materie pri- me, gli elementi su cui l’economia europea sta facen- do e potrà fare in futuro leva per sostenere la crescita del PIL (euro debole e tassi di riferimento ai minimi storici) contribuiscono a delineare un quadro macro-

Figura 3 – Dinamica dello stipulato leasing mensile (numero e valore contratti – variazioni percentuali rispetto al mese corrispondente dell’anno precedente)

Figura 4 – Indice di produzione industriale e tendenza degli ordini a tre mesi del manifatturiero -15,0%

-10,0%

-5,0%

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic

Numero Valore Cresce lo stipulato leasing anche nel 2015

-6 -4 -2 0 2 4 6 8 10 12 14 16

86,0 88,0 90,0 92,0 94,0 96,0 98,0 100,0

feb-13 mag-13 ago-13 nov-13 feb-14 mag-14 ago-14 nov-14 feb-15 mag-15 ago-15 nov-15 Produzione industriale (beni strumentali)

Tendenza degli ordini a 3 mesi (scala di destra)

(28)

Assilea - Rapporto sul leasing 2015

composizione degli operatori per natura. Rispetto al 2014, è aumentata la quota di banche e de- gli intermediari finanziari facenti parte di gruppi bancari che, insieme alle succursali di banche estere arrivano a rappresentare il 53,6% degli operatori; è aumentato il numero di società com- merciali (14,5%), mentre sono diminuiti al 26,1%

e al 5,8% gli intermediari finanziari vigilati e gli altri operatori1 [cfr. Fig. 5].

tuale che tale comparto ha nel portafoglio crediti complessivo. La ripartizione degli operatori per numero di contratti in decorrenza riportata in fi- gura 7, presenta infatti un quadro molto diverso, nel quale le società commerciali rappresentano il 17,4% del totale e gli operatori bancari, comples- sivamente, il 67,7% del portafoglio contratti.

UN MERCATO IN CONTINUA TRASFORMAZIONE In Italia, il panorama degli operatori è variegato e caratterizzato da nature e modelli di business differenti. Le numerose operazioni di incorpo- razione avvenute negli ultimi anni, la maggiore attenzione degli operatori esteri al nostro merca- to e un nuovo modello di business basato sulla componente servizi (leasing operativo e noleggio a lungo termine) hanno portato ad una decisa ri-

Con riferimento al volume degli impieghi in de- correnza al 31.12.2015, la quota riconducibile alle banche, agli intermediari finanziari facenti parte di gruppi bancari e alle banche estere ar- riva all’82,5% [cfr. Fig. 6]. Tale sbilanciamento è in parte legato al forte presidio degli operatori bancari nel leasing immobiliare e al peso percen- Figura 5 - Ripartizione degli operatori per natura

(*) Soggetti che rientrano nel consolidamento ai fini delle regole di vigilanza bancaria

1 Attraverso l’emanazione del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze 2 aprile 2015, n. 53 e della Circolare n. 288 del 3 aprile 2015 viene data completa attuazione alla riforma del titolo V del TUB. I due elenchi, ovvero l’elenco generale e speciale di cui ai vecchi art.

106 e 107 del t.u.b, sono sostituiti da un Albo unico degli intermediari finanziari previsto dal nuovo art. 106 t.u.b., al quale gli intermediari finanziari hanno presentato istanza di autorizzazione per l’iscrizione ai fini dell’esercizio nei confronti del pubblico dell’attività di concessione di finanziamenti sotto qualsiasi forma. In mancanza di iscrizione al nuovo elenco, gli intermediari iscritti ai vecchi elenchi possono continuare ad operare fino al 12 maggio 2016.

Fonte: elaborazioni Assilea su dati BDCR Cresce lo stipulato leasing anche nel 2015

24,6%

8,7%

5,8%

14,5%

20,3%

26,1%

Banche

Succursali banche estere Altri operatori

Società commerciali

I. F. facenti parte di gruppi bancari*

I. F. vigilati

(29)

Figura 6 - Ripartizione degli operatori per natura sulla base dei valori dei contratti in essere

Fig. 7 – Ripartizione degli operatori per natura sulla base del numero dei contratti in essere

(*) Soggetti che rientrano nel consolidamento ai fini delle regole di vigilanza bancaria

(*) Soggetti che rientrano nel consolidamento ai fini delle regole di vigilanza bancaria

Fonte: elaborazioni Assilea su dati BDCR

Fonte: elaborazioni Assilea su dati BDCR Cresce lo stipulato leasing anche nel 2015

32,8%

3,1%

0,1%

2,7%

46,6%

14,6% Banche

Succursali banche estere Altri operatori

Società commerciali

I. F. facenti parte di gruppi bancari*

I. F. vigilati

16,9%

13,4%

0,2%

17,4%

37,4%

14,7% Banche

Succursali banche estere Altri operatori

Società commerciali

I. F. facenti parte di gruppi bancari*

I. F. vigilati

(30)

Assilea - Rapporto sul leasing 2015

sali di banche estere. Gli altri operatori, a destra nel grafico, crescono del 24,6% nei valori (ben oltre la media del mercato) e dell’11,9% nei nu- meri [cfr. Fig. 8].

Gli operatori bancari, tradizionalmente legati alle dinamiche del comparto immobiliare, si colloca- no nel quadrante in basso a sinistra al di sotto della media di mercato, sia con riferimento alle dinamiche sui valori finanziati che sui numeri di nuovi contratti stipulati.

Come già evidenziato lo scorso anno, anche nel 2015, le società commerciali mostrano le migliori performance, sia nel numero che nel valore del nuovo stipulato. Il modello di business proposto ha trovato infatti importanti riscontri nel mercato e l’utilizzo del bene, soprattutto nel comparto auto, sta rapidamente sostituendo il tradizionale finan- ziamento della proprietà; rispetto al trend medio di mercato, tali operatori crescono di circa 20 punti percentuali in più sui valori. Più contenute, ma comunque superiori alla media, le dinamiche degli intermediari finanziari vigilati e delle succur-

Figura 8. Analisi dello stipulato leasing 2015 per natura. Variazioni percentuali

(*) Soggetti che rientrano nel consolidamento ai fini delle regole di vigilanza bancaria

Fonte: elaborazioni Assilea su dati BDCR Cresce lo stipulato leasing anche nel 2015

-10,0%

-5,0%

0,0%

5,0%

10,0%

15,0%

20,0%

25,0%

30,0%

35,0%

-5,0% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0%

Var% Numero Stipule

Var% Valore Stipulato

Valori complessivi di mercato Var% Numero Stipule: 13,1%

Var% Valore Stipulato: 5,5%

I.F. facenti parte di Gruppi Bancari

Altri operatori Succursali di

banche estere

Società commerciali

I.F. Vigilati

Banche

*

(31)

Fonte: elaborazioni Assilea su dati Istat

Fonte: elaborazioni Assilea su dati Istat

più dell’1,0%, in leggera crescita rispetto all’anno precedente [cfr. Tab. 1].

immateriali e gli investimenti della pubblica am- ministrazione, il tasso di penetrazione del leasing sugli investimenti fissi lordi (depurati dalle tre voci evidenziate) arrivi al 15,1% e come tale valore sia in aumento, rispetto all’anno precedente, di circa 0,5 punti percentuali. Come si vede, la crescita dell’incidenza del leasing sugli investimenti è più evidente proprio se calcolata rispetto al sottoinsie- me degli investimenti destinati alle attività produtti- ve, segno che il leasing è riuscito ad aumentare la propria quota di mercato rispetto ad altre forme di finanziamento soprattutto in tale comparto.

Nel 2015 il peso dello stipulato leasing sul pro- dotto interno lordo nazionale è stato pari a poco

Per quanto riguarda gli investimenti fissi lordi, il tasso di penetrazione del leasing su tale grandez- za ha raggiunto, nel 2015, il 6,3%, dato che rap- presenta il valore più alto registrato dal 2011 [cfr.

Tab. 2]. Rispetto all’anno precedente la crescita del peso del leasing sugli investimenti è stata di circa 0,2 punti percentuali.

Il peso del leasing sugli investimenti, chiaramente, aumenta se eleminiamo alcune voci dal totale de- gli investimenti. Nello specifico, si nota come eli- minando dal totale degli investimenti fissi lordi gli investimenti in abitazioni, gli investimenti in beni

2.2 LEASING, PIL E INVESTIMENTI

Tabella 1 – Tasso di penetrazione del leasing sul PIL (valori in milioni di euro)

Tabella 2 – Tasso di penetrazione sugli investimenti fissi lordi (valori %) IL LEASING CONTINUA A CRESCERE

2013 2014 2015

Pil 1.604.478 1.611.884 1.636.372

Leasing (canoni annui) 14.669 16.221 17.112

Peso del leasing sul Pil 0,91% 1,01% 1,05%

2011 2012 2013 2014 2015

su totale investimenti (incluse le abitazioni) 7,9% 5,6% 5,3% 6,1% 6,3%

su totale investimenti (escluse le abitazioni) 10,8% 7,7% 7,4% 8,5% 8,8%

su totale investimenti (escluse abitazioni e beni immateriali) 13,1% 9,5% 9,4% 10,9% 11,4%

su totale investimenti (escluse abitazioni, beni immateriali e P.A.) 17,1% 12,5% 12,4% 14,6% 15,1%

(32)

Assilea - Rapporto sul leasing 2015

maniera molto consistente, nel 2015, attestandosi ad appena lo 0,08%. Ad eccezione dello scorso anno, l’incidenza del leasing sugli investimenti della P.A. risulta costantemente in calo, ormai, da diversi anni.

Riguardo ai Consumi, il tasso di penetrazione del leasing su tale grandezza rimane su livelli molto contenuti anche nel 2015 (0,08%), seppur in leg- gero aumento rispetto all’anno precedente.

trazione del leasing strumentale sul totale degli in- vestimenti in macchine ed attrezzature; peso che ha raggiunto l’8,3%, nel 2015. Nel comparto dei mezzi di trasporto, infine, si è registrata una di- minuzione marcata del tasso di penetrazione del leasing, rispetto all’anno precedente (-4,2 punti percentuali). Occorre comunque precisare come tale performance negativa dei mezzi di traspor- to non sia stata dettata da una diminuzione dei finanziamenti leasing destinati a tale comparto, che anzi sono aumentati di circa l’11,2%, ma sia stata interamente dettata dalla forte crescita degli investimenti in mezzi di trasporto, avvenuta nel 2015.

Attraverso i dati della BDCR siamo in grado di stimare il tasso di penetrazione del leasing sugli investimenti della pubblica amministrazione e sui consumi. Occorre precisare come, in questo caso, il numeratore del rapporto sia rappresenta- to esclusivamente dai finanziamenti leasing rivolti alle amministrazioni pubbliche, nel primo caso, e dai finanziamenti leasing a scopo di consumo, nel secondo caso. Come si vede in tabella 3, il tasso di penetrazione del leasing sugli investimen- ti della pubblica amministrazione è diminuito in

Disaggregando i dati per comparto, in tabella 4, si vede come nel 2015, rispetto all’anno prece- dente, sia diminuito di circa 0,1 punti percentuali il peso dello stipulato leasing per immobili da co- struire o in costruzione sul totale degli investimenti immobiliari attestandosi al 2,4%. La stessa dina- mica decrescente si nota escludendo la quota di investimenti pubblici dal totale degli investimenti immobiliari non residenziali. In questo caso il tas- so di penetrazione del leasing si è attestato, nel 2015, al 4,0%. Riguardo al comparto strumenta- le, anche nel 2015, per il terzo anno consecutivo, si è assistito ad una crescita (seppur meno marca- ta rispetto agli anni precedenti) del tasso di pene-

Tabella 3 – Tasso di penetrazione sugli investimenti della P.A. e sui consumi (valori %)

Tabella 4 – Tasso di penetrazione sugli investimenti fissi lordi per comparto (valori %) Fonte: elaborazioni Assilea su dati BDCR

Fonte: elaborazioni Assilea su dati BDCR

(*) Penetrazione del solo stipulato su immobili da costruire o in costruzione (**) Escluso leasing su nautica da diporto e renting auto

Leasing, PIL e investimenti

2011 2012 2013 2014 2015

penetrazione del leasing sugli investimenti della P.A. 0,89% 0,42% 0,20% 0,24% 0,08%

penetrazione del leasing sui consumi 0,08% 0,05% 0,05% 0,07% 0,08%

2011 2012 2013 2014 2015

fabbricati non residenziali pubblici e privati* 7,1% 4,1% 2,9% 2,5% 2,4%

fabbricati non residenziali privati* 11,8% 6,7% 4,8% 4,1% 4,0%

macchine e attrezzature 9,4% 7,1% 7,4% 8,2% 8,3%

mezzi di trasporto** 28,9% 27,0% 31,9% 37,0% 33,8%

(33)

germente in aumento rispetto al risultato dell’anno precedente (calcolato sul periodo 1998-2014). In figura 2, infine, si vede come le variazioni trime- strali tendenziali degli investimenti strumentali e dello stipulato leasing auto e strumentale seguano un andamento molto simile nel corso del tempo.

Tali esercizi confermano l’esistenza di una corre- lazione significativa tra leasing ed investimenti ed il potenziale effetto anticipatore del leasing sulla dinamica degli investimenti strumentali.

La correlazione osservata tra stipulato leasing mobiliare ed investimenti fissi lordi mobiliari (at- trezzature e mezzi di trasporto) rimane evidente [cfr. Fig. 1]. Mettendo su di uno stesso grafico la serie storica trimestrale, dal 1998 al 2015, degli investimenti fissi lordi “strumentali” e dello stipu- lato leasing mobiliare si ottiene, infatti, una ret- ta di regressione con un R2 vicino allo 0,7 (dove il valore 1 è il valore massimo che può essere assunto da tale indicatore). Il dato sull’R2 è leg-

Figura 1 – Regressione lineare tra stipulato leasing mobiliare e investimenti fissi lordi mobiliari (valori correnti)

Fonte: Assilea e Istat Leasing, PIL e investimenti

R² = 0,6869

0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000

15.000 17.000 19.000 21.000 23.000 25.000 27.000 29.000 31.000 33.000

Stipulato leasing mobiliare (mln di euro)

Investimenti fissi lordi (mln di euro)

Figura 2 - Investimenti mobiliari e stipulato leasing (auto + strumentale) – var. % trimestrale tendenziale (prezzi correnti)

-50,0%

-40,0%

-30,0%

-20,0%

-10,0%

0,0%

10,0%

20,0%

30,0%

1° trim.

2005 1° trim.

2006 1° trim.

2007 1° trim.

2008 1° trim.

2009 1° trim.

2010 1° trim.

2011 1° trim.

2012 1° trim.

2013 1° trim.

2014 1° trim.

2015 Investimenti strumentali Leasing (auto + strumentale)

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