• Non ci sono risultati.

Ricerca e prevenzione, riabilitazione e reinserimento: un confronto tra esperienze europee MASSIMO DE FELICE

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Ricerca e prevenzione, riabilitazione e reinserimento: un confronto tra esperienze europee MASSIMO DE FELICE"

Copied!
5
0
0

Testo completo

(1)

Considerazioni in margine al seminario promosso dall’Inail e dall’ISSA

Quattro termini collegati, a un quinto – Il titolo di questo seminario propone quat- tro vocaboli: ricerca, prevenzione, riabilita- zione, reinserimento; ciascun vocabolo ca- ratterizza un’azione fondamentale nelle po- litiche delle Istituzioni a tutela della salute dei lavoratori, e è all’attenzione del dibatti- to internazionale: è significativo che per prevention, e return to work and reintegra- tion sia disponibile la “ second draft – for consultation” delle “ISSA Guidelines”1.

Se colleghiamo i quattro vocaboli alla “paro- la chiave” assicurazione, si può definire un reticolo virtuoso di interrelazioni, che suggeri- sce un efficiente schema organizzativo e deli- nea un profilo istituzionale a alta potenzialità.

Si può creare efficienza con un’attività di ri- cerca finalizzata a realizzare tecniche e stru-

menti al servizio della prevenzione, della ria- bilitazione, del reinserimento degli infortuna- ti. Prevenzione più efficace, riabilitazione e reinserimento più rapidi riducono i costi sa- nitari e l’onere delle prestazioni assicurative.

Vanno considerati anche effetti positivi “in- diretti” (oltre al contenimento degli oneri): i miglioramenti – che la ricerca può indurre a fini preventivi – sui macchinari, sui pro- cessi produttivi, sulle prassi di azione nei luoghi di lavoro possono migliorare la qua- lità di vita dei lavoratori, tutelano la qualità dell’ambiente, contribuiscono all’ammoder- namento e alla crescita delle imprese.

La conoscenza approfondita e aggiornata dei macchinari, dei processi produttivi e delle prassi di azione – che l’attività di ri- cerca può contribuire a rendere effettiva –

Ricerca e prevenzione, riabilitazione e reinserimento:

un confronto tra esperienze europee

1 International Social Security Association, ISSA Guidelines on prevention of occupational risks, second draft - for consultation, Geneva 2013; International Social Security Association, ISSA Guidelines on return to work and reintegration, second draft - for consultation, Geneva 2013.

(2)

entra nelle basi tecniche per la valutazione dei rischi, e quindi per il calcolo dei premi di tariffa. È una conoscenza essenziale per decidere dell’equità dei premi.

Resta sullo sfondo il ruolo di promozione, di partecipazione e di (co-)finanziamento della ricerca. È stato dimostrato che il siste- ma della ricerca pubblica in Italia “risente di una scarsa attitudine all’applicazione dei risultati e alla collaborazione con le impre- se, che […] incontrano difficoltà a collega- re la propria attività di ricerca con gli input provenienti dai centri di ricerca pubblica.”2. Modelli teorici propongono schemi per la creazione di network che possano agevola- re i contatti tra “firms and public research institutions”3. È significativo che nel 2013 l’Inail è stato inserito tra gli “stakeholder coinvolti” nel Programma nazionale per la ricerca 2014-204.

I rischi sul lavoro all’attenzione inter- nazionale – Due documenti (della Banca Mondiale e della Commissione europea) è utile siano richiamati.

Il report della Banca Mondiale – Nel report 2014 della Banca Mondiale su Risk and Op- portunity. Managing risk for Development si dice che le tecniche di “risk manage- ment” debbono sfruttare l’innovazione tec- nologica, perciò vanno sostenute con la ri- cerca e mantenute sulla frontiera della tec- nologia5. I costi di prevenzione vanno valu- tati correttamente, con il criterio del trade- off; sono spesso investimento con rendi- mento ragguardevole (per lavoratori, impre- se e Stati), sono componente essenziale della produttività di medio-lungo termine:

una meta-analisi – citata anche nel report a pagina 171 – misura un risparmio di 3,27 dollari sulla voce “cure mediche” per ogni dollaro investito nella tutela della qualità dei luoghi di lavoro, e di 2,73 dollari sulla voce “assenteismo”, sempre per un dolla- ro investito6. (I costi pongono problemi di misurazione, rilevanti per la valutazione

2 Montanaro, P., Torrini, R., Il sistema della ricerca pubblica in Italia, Banca d’Italia, Questioni di Economia e Finanza, n. 219, aprile 2014.

3 Marinucci, M., Cooperative R&D networks among firms and public research institutions, Banca d’Italia, Temi di Discussione, n. 962, June 2014.

4 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Programma Nazionale per la Ricerca (PNR) 2014-2020, Roma 31 gennaio 2014, pagina 10.

5 World Bank, World Development Report 2014 ñ Risk and Opportunity. Managing Risk for Development, Washington, 2013.

(3)

delle politiche. Per questi aspetti è interes- sante approfondire lo schema di analisi pro- posto recentemente per la valutazione di

“public cost” e “social cost” indotti dal- l’esposizione all’amianto, in Italia7.)

Nel report si dice anche che la prevenzione va coordinata con le politiche di assicura- zione, ma il coordinamento deve essere ef- fettuato con accortezza, per evitare gli ef- fetti della “selezione avversa” e del “moral hazard” (riemergono i grandi temi della teo- ria: il ruolo degli incentivi, l’informazione asimmetrica, la razionalità limitata).

La Comunicazione della Commissione euro- pea – Anche il quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2014-20208 suggerisce spunti di riflessio- ne utili; sono almeno 7:

1 – quali modalità di prevenzione saranno messe in atto per “microimprese e le picco- le imprese”;

2 – quali attività saranno svolte per fronteg- giare “i rischi nuovi o emergenti”;

3 – come sarà coordinata la formazione e l’azione degli ispettorati del lavoro “per da- re consulenza sulla prevenzione” (in parti- colare sui rischi emergenti e sulle nuove tecnologie);

4 – come si intende rispondere all’“impor- tanza della raccolta dei dati statistici”, per la definizione e il controllo delle politiche prevenzionali;

5 – come semplificare la legislazione (in materia di salute e sicurezza sul lavoro) e ridurre gli oneri amministrativi;

6 – se e come si progetta di coordinare i piani di ricerca e di prevenzione con i piani di politica industriale, di politica ambienta- le, di politica sanitaria;

7 – intervenire sui piani di istruzione: perché “la sensibilizzazione verso il tema della salute e del- la sicurezza sul lavoro comincia a scuola”.

6 Baicker, K., Cutler, D., Song, Z., Workplace Wellness Programs Can Generate Savings, Health Affairs 29(2010), 2.

7 Colonna, F., Buresti, G., Persechino, B., Rondinone, BM., Marinaccio, A., Russo, S., Valenti, A., Iavicoli, S., Cost measures of exposure to asbestos: Mesoteliomas in Italy, June 2014, working paper.

8 Commissione Europea, Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni relativa al quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2014-2020, Bruxelles, 6.6.2014.

(4)

Le risposte istituzionali – In linea di principio le attività di ricerca, di prevenzio- ne, di riabilitazione e reinserimento, di assi- curazione possono essere svolte da istitu- zioni autonome, pubbliche o private.

Il “reticolo virtuoso” potrebbe – sempre in linea di principio – essere garantito dal mercato.

In pratica crediamo che le interrelazioni per essere proficue debbano essere agevolate con un coordinamento pianificato; che le asimmetrie informative (tra ambiti di attivi- tà) possano rendere inefficiente il coordina- mento “naturale” lasciato soltanto alla “ma- no del mercato” (perché rilevanti potrebbe- ro diventare i costi di transazione); che effi- cienza e equità possono più facilmente es- sere raggiunte da quegli “enti semiautono- mi entro lo Stato” – come auspicato da Keynes –, che abbiano per fine “unicamen- te il bene pubblico”9. Naturalmente il coor- dinamento pianificato richiede cultura orga- nizzativa – in senso strategico e tattico – che sappia superare i tanti limiti della cultu- ra burocratica tradizionale.

Quale confronto – L’osservazione prati- ca apre il tema del confronto, tra posizioni ideologiche, tradizioni storiche, esperienze sviluppate e ri-aggiustate nel tempo; tra dise- gni normativi di partenza e realtà normative applicate10.

È il fine di questo seminario, che in riferi- mento all’impostazione generale dell’“assi- curazione contro i rischi sul lavoro”, porta a analizzare e confrontare i dettagli delle singole azioni specifiche: come – in Finlan- dia, Francia, Germania e Italia – ricerca, prevenzione, riabilitazione e reinserimento sono realizzate e coordinate; con quali strutture, quali costi, quali protocolli di con- duzione e di verifica.

Riallacciare un filo – Con questo semi- nario l’Inail rinvigorisce la collaborazione con l’International Social Security Associa- tion (che il seminario ha patrocinato) e rial- laccia il filo dei confronti internazionali.

9 “Credo che in molti casi la dimensione ideale per l’unità di controllo e di organizzazione è in un punto intermedio tra l’indivi- duo e lo Stato moderno. Io opino perciò che il progresso sta nello sviluppo e nel riconoscimento di enti semiautonomi entro lo Stato ñ enti il cui criterio di azione entro il proprio campo sia unicamente il bene pubblico come essi lo concepiscono, e dalle cui deliberazioni siano esclusi motivi di vantaggio privato [...] - enti che nel corso ordinario degli affari siano di massima autono- mi entro le proprie prescritte limitazioni, ma siano soggetti in estrema istanza alla sovranità della democrazia quale è espressa attraverso il parlamento”, Keynes, J.M., The end of laissez-faire, London, Hogarth Press, 1926; in The Collected Writings of John Maynard Keynes, IX, London, MacMillan - Cambridge University Press, 1972; la citazione è dalla traduzione italiana:

Keynes, J.M., La fine del laissez-faire e altri scritti, Torino, Bollati Boringhieri, 1991, pagina 38.

10 Una linea di confronto tra principI generali (storici e tecnici) è proposta in De Felice, M., L’assicurazione contro i rischi sul lavo-

(5)

Già nel 2000 Gianni Billia organizzò il “con- fronto Italia-Germania” sui temi di “sicurez- za sociale, prevenzione, assicurazione in- fortuni e competitività del sistema”.

È un ricordo lontano, ma le tematiche furo- no impostate e discusse con “vista lunga”.

Molte “parole chiave e frasi” di allora pos- sono segnare punti di attenzione anche per il dibattito di oggi (alcune si ritrovano nel quadro strategico dell’UE 2014-2020):

l’importanza della “riprogettazione della fabbrica, il passaggio dalla fabbrica alla fi- liera”; il rapporto tra “mercato e istituzioni”;

il “ruolo delle parti sociali nel sistema assi- curativo”; l’importanza della “tutela globale – prevenzione, indennizzo, cura, riabilitazio- ne e reinserimento”; gli “incentivi per la for- mazione dei lavoratori e per chi adotta mi- glioramenti nei processi produttivi”; porta- re l’attività ispettiva e di controllo a soste- nere un “ruolo di consulenza […] nei con- fronti del mondo industriale”; “riabilitazione sanitaria vs riabilitazione professionale”;

“progetti formativi di riqualificazione profes- sionale degli invalidi sul lavoro”; “collabora- zione con l’università”; importanza delle banche dati per le prassi riabilitative; impor-

tanza dell’analisi statistica sulle “dinamiche dell’infortunio, di macchinari coinvolti, di mezzi di protezione adoperati e delle lesio- ni”; rilevazione statistica come base della cultura della prevenzione; l’importanza dei

“progetti formativi […] sin dalla scuola ele- mentare”, utilizzando anche “nuove tecnolo- gie della comunicazione internet-web”11. In quella giornata di confronto furono pre- sentati anche i risultati di una ricerca (pro- mossa dall’Inail, realizzata dal Centro Euro- pa Ricerche), finalizzata a corroborare – con l’analisi statistica – un’ipotesi che mantiene grande attualità, e “densa di implicazioni di politica economica”. L’ipotesi diceva: “mag- giore è il tasso di innovazione di un’econo- mia minore la sua infortunistica”12.

Una coincidenza che può rendere più robu- sto il filo riallacciato, e più promettenti le prospettive di collaborazione europea (al- l’esordio del Semestre di Presidenza italia- na dell'UE): quella ricerca fu condotta e presentata dal professor Piercarlo Padoan, oggi ministro dell’economia e delle finanze del Governo italiano.

11 Inail, Sicurezza sociale, prevenzione, assicurazione infortuni e competitività del sistema: un confronto Italia-Germania, Atti del

“Convegno Inail-HVBG”, Roma, luglio 2000; le citazioni sono alle pagine 9, 12, 45, 17, 51, 32, 42, 47, 51.

12 Inail, cit., pagine 53-64.

Riferimenti

Documenti correlati

(Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza) è una Associazione scientifica senza scopo di lucro alla quale l’INAIL da anni é iscritto tra gli associati

L’analisi dei percorsi di riabilitazione ha evidenziato, in particolare in Germania ma seppur in via sperimentale anche in Italia, l’importanza della riabilitazione al gesto

ritenuto di grande interesse per l’Inail organizzare un incontro con alcuni Istituti europei di Germania, Danimarca e Gran Bretagna sul tema “La prevenzione nei luoghi di lavoro: un

ore 10.30 - Confronto tra istituzioni: i sistemi di prevenzione contro i rischi professionali in Danimarca, Germania, Gran Bretagna e Italia. Francesco Rampi, Presidente

di autorizzare l’organizzazione del Seminario Europeo: “Ricerca e prevenzione, riabilitazione e reinserimento: un confronto tra esperienze europee”, che si terrà a Roma,

Giorgio Cucchi, a nome dell’Associazione ha chiesto all’INAIL, in linea di continuità con quanto realizzato con il Dipartimento Igiene del lavoro

Relatori: Gennaro Verni – Enrico Boccafogli - Andrea Simonetti INAIL - Centro Protesi Vigorso di Budrio e Filiale di Roma. 15.20 “Percorsi riabilitativi degli amputati di

Tommaso De Nicola, Inail, Dirigente dell’Ufficio pianificazione e politiche per la prevenzione della Direzione centrale Prevenzione (06 5487 4858 t.denicola@inail.it) e si indica,