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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.48 (1921) n.2438, 23 gennaio

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(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Direttore: M. J . d e J o h a n n i s

Anno XLVII! • Voi Lll Firenze-Roma, 23 Gennaio 1921 ! ^Sf

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H. 2438

S O M M A R I O

P A R T E ECONOMICA.

Il congresso Socialista di Livorno. L'oro in rapporto al traffico mondiale. Il ribasso mondiale dei prezzi pel 1920. N O T E E C O N O M I C H E E F I N A N Z I A R I E .

La produzione mineraria e metallurgica in Italia. I Consigli del Lavoro in Germania.

L'esposizione finanziaria dell'ori, ministro Meda alla Camera dei Deputati, nella tornata del 19 dicembre 1920.

R I V I S T A B I B L I O G R A F I C A

CARLO FERRARIS - Profitti di guerra e situazione finanziaria. A v v . P r o f . CARLO TOESCA DI CASTELLAZZO - Cooperazione fra

ca-pitale e lavoro nel dopo guerra e la partecipazione operaia ai profitti delle imprese industriali.

G. PRATO - Giacomo Giovanetti e il protezionismo agrario nel

Pie-monte di Carlo Alberto. R I V I S T A D E M O G R A F I C A R I V I S T A D E L L A P R O D U Z I O N E . N O T I Z I E V A R I E .

SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI EMISSIONE ITALIANI. SITUAZIONE DEGLI ISTITUTI DI CREDITO MOBILIARE. DATI STATISTICI SULLE BANCHE DI CREDITO MOBILIARE. ISTITUTI NAZIONALI ESTERI.

1921

Il p r e z z o di a b b o n a m e n t o 6 portato a lire 4 0 annua per l'Italia e Colonie, a 42 F r a n c h i e Peseta», a 2 Sterline, a 10 Dollari o Pesoe oro, a 200 Marchi ; s e m p r e a n t i c i p a t o . Non si dà corso alle ri-chieste di a b b o n a m e n t o , non a c c o m p a g n a t e dal r e l a t i v o i m p o r t o .

L ' a b b o n a m e n t o è a n n u o e decorre dal 1, gennaio.

Un fascicolo separato costa L . 4 per l ' I t a l i a e in p r o p o r z i o n e per gli a l t r i paesi.

T r a s c o r s o - u n mese dalla pubblicazione n o n si t r a s m e t t o n o fascicoli reclamati dagli abbonati.

I c a m b i a m e n t i di indirizzo v a n n o a c c o m p a g n a t i dalla f a s c e t t a e dalla r i m e s s a di L. S.

N o n si i n v i a n o b o z z e degli scritti favoriti dai collaboratori, i quali debbono r i m e t t e r e gli originali nella loro redazione definitiva. N o n si d a n n o in o m a g g i o estratti, né copie di fascicoli. P o t r à solo essere t e n u t o conto degli indirizzi, che p r e v e n t i v a m e n t e gli a u t o r i a v r a n n o designato, per l'invia delle cop;e c o n t e n t a t i i loro I scritti.

P e r gli e s t r a t t i richiedere a l l a A m m i n i s t r a z i o n e il prezzo di costo.

B I B L I O T E C A D E " L' E C O N O M I S T A „ Studi Economici F i n a n z i a r i e S t a t i s t i c i

p u b b l i c a t i a c u r a de L' E C O N O M I S T A 1) F E L I C E V I N C I L . 2

L'elasticità dei consumi con le sue applicazioni

ai consumi attuali prebellici

2) G A E T A N O Z I N G A L I

DI ALCUNE ESPERIENZE METODOLOGICHE

TRATTE DALLA PRASSI DELLA STATISTICA DEGLI ZEMSTWO RDS

L. 1

SI

3) Dott. E R N E S T O S A N T O R O ;

Saggio critico su la teoria del valore

nell'economia politica

L.

4

4 ) ' A L D O C O N T E N T O

Per una teoria induttiva dei dazi sul grano e sulle fa

L. 2

rine

5) A N S E L M O B E R N A R D I N O

Il fenomeno burocratico e il momento

economico-finanziario

L. 2

In vendita presso i principali librai-editori e presso l'Am-ministrazione de L ' E c o n o m i s t a - 56 Via Gregoriana, ROMA 6.

PARTE ECONOMICA

Il Congresso Socialista di Livorno

Il Congresso socialista di Livorno reca il

ri-flesso del pensiero di 172.487 votanti e

corri-sponde a quello di quasi 200 mila tesserati,

dietro i quali stanno pero all'incirca i tre

mi-lioni di confederati nelle Camere di Lavoro e

gli organizzati ferrovieri, marittimi e

sindaca-listi-anarchici, i quali ultimi anche gravitano

ge-neralmente nel seno delle organizzazioni

pro-letarie.

li partito socialista non è quindi

preponde-rante per numero nel paese; io è invece per

la irruenza, talvolta per l'uso della violenza,

sempre per la disciplina, che non ha paragone

in nessun altro partito italiano.

E perciò esso è una forza poderosa, ia quale,

sulla base di idee rinnovatrici ed anzi

radical-mente riformatrici dell'attuale ordine sociale,

bilancia, in fatto, la forza numericamente

pre-valente delle tendenze conservatrici degli

esi-stenti istituti sociali.

Il partito socialista ha sempre ripetuto, nelle

sue affermazioni, che esso amava, desiderava e

favoriva la coalizione degli organismi borghesi,

perchè preferiva avere dinanzi a sè pochi

ne-mici, anche se potenti, anziché molti e

disgre-gati, ritenendo più facile, ai fini della

rivolu-zione sociale, - sconvolgere o debellare poche,

anche se munite, fortezze, anziché molte e

sfug-genti bande di armati.

11 concetto pare giusto e risponde del resto

a principii di strategia politica sostanzialmente

logici e discutibili, ancorché apparentemente

paradossali.

Eguale quesito però potrebbe proporsi la

bor-ghesia che ha dinanzi a sè il nemico marxista:

è per essa preferibile aver da combattere o da

resistere un solo avversario forte e compatto

od è miglior gioco che essa abbia ad

incon-trarsi con lo stesso nemico,frazionato in gruppi

ed in tendenze diverse? È ciò che vogliamo

considerare.

Agli effetti della politica generale del paese

e dei suoi riflessi parlamentari, non vi ha chi

non riconosca che quanto minori fossero i

rag-gruppamenti e le divisioni dei partiti, tanto

mi-gliori sarebbero le conseguenze che ne

derive-rebbero sia nel governo della cosa pubblica, sia

nella più perfetta legiferazfone, sia nell'indirizzo

amministrativo della collettività.

(2)

38

L' ECONOMISTA

23 gennaio — 1921 N. 2438

partiti politici, fra i quali le differenze e

diver-genze di indirizzo ogni giorno più si rendono

meno accentuate, in conseguenza delle mutue

concessioni e delle reciproche rinuncie fra i

quali prevale il metodo della discussione

se-rena piuttosto che quella della violenza

sopra-fattrice.

Ciò permette insieme ad una non dubbia

economia di tempo ed eliminazione di difficoltà,

specialmente nello svolgimento della vita

par-lamentare, anche una maggiore e più fattiva

partecipazione diretta del paese nella soluzione

dei problemi vitali della nazione, un indirizzo

più a lungo e più sicuramente uniforme alla

piattaforma del partito, in un dato periodo

pre-valente.

Ciò che non può aversi quando le scissioni,

les nuances, le divisioni e suddivisioni,

impli-cano molteplici e svariate interpretazioni e

so-luzioni dello stesso problema.

Si è sempre deplorato che la borghesia non

riuscisse a rendersi compatta e a coalizzarsi in

un unico partito, che formasse caposaldo del

proprio programma il regime costituzionale e

per lo stesso criterio, da coloro che tale

deplo-razione ripetono, dovrebbe ritenersi meno

uti-litaria per la collettività la scissione delle masse

avversarie.

Divide et impera era motto che si addiceva

ad un regime tirannico ed oltracotante. La

bor-ghesia moderna ed illuminata ha da considerare,

a nostro avviso, assai migliore contingenza

avere dinanzi a se esempi di coesione e di unità

di intenti e di mezzi, anziché un incerto

ten-tennamento di tendenze, il cui fine unico

com-plessivo non attenua però il programma ultimo

e costante di distruzione del regime capitalista.

La scissione avvenuta al Congresso di

Livorno-non potrà creare una divisione di forze opposte,

perchè se divergenti sono le vedute, unica è

la meta ed unica è la vita socialista, è stato

scritto- e ciò è pur vero, come vero, è che la

scissione è tutta interna, è di metodo, di

per-sone, di propositi immediati, non di vera

im-portanza politica esteriore. Vogliamo dire che

non avrà né grandi, né vaste ripercusioni

par-lamentari e politiche, se non scende a dividere

gli organismi che stanno nella orbita socialista. !

Finché il proletariato dei sindacati, della

con-federazione del lavoro, delle camere del lavoro,

non fa scisma, non passa dalla sottomissione

da capi attuali a quelli dei comunisti, il dissidio

è privo d'importanza vera, poiché i predicatori

di violenza erano finora gli estremisti passati

nel comunismo, ma apparivano ed erano, per

istinto o per rispetto umano, quei centristi

uni-tari, che oggi sono i più caldi fautori del

Ser-rati. « Costui dice di non aver mutato: ma è

re-ticente o machiavellico. Dopo il viaggio in Russia

è tornato un altro ed è un'altro l'Avanti! dopo

la occupazione delle giornate rosse, degli eccidi

bolognesi. La conversione l'ha operata la visione

degli orrori russi, e più la persuazione che la

rivoluzione a data fissa è assurda ».

La scissione del-partito non ha rivelato

an-cora tutta la estensione dei suoi effetti, né la

rivelerà fino a che non si conosceranno le

ri-percussioni che si manifesteranno nelle

orga-nizzazioni del proletariato, al termine del

con-gresso,, che pure a Livorno, si terrà nella

se-conda metà di febbraio. Vedremo allora quale

dei tre grupppi del socialismo sarà riuscito ad

accaparrarsi ia maggioranza delle oganizzazioni

di lavoro e misureremo soltanto allora tutta la

profondità della divisione, la quale offre ancora

possibilità di dissidii più aspri e di spettacoli

più angosciosi di quelli che il congresso testé

chiusosi ha dati.

Quando le tre tendenze, uscite dal voto del

23 gennaio, dovessero accanirsi attorno alla

di-visione dei beni patrimoniali appartenenti alle

organizzazioni di lavoro e lottassero per

strap-parsi da una parte e dall'altra quei fondi di

re-sistenza e di riserva, quegli organi di

propa-ganda e quei mezzi finanziari che debbono

ap-petire a ciascuno dei tre gruppi, allora invero

dovrebbesi ritenere sacrificata, non soltanto la

unità dei metodi politici del socialismo, ma

an-che la unità stessa del proletariato, nel

raggiun-gere le sue finalità di lotta e di classe.

Auguriamo che, per la dignità del partito

stesso e del buon nome di quei milioni di

ita-liani che sono in buona fede affigliati alle

or-ganizzazioni di lavoro, non abbiano a verificarsi

i danni delle lotte intestine, che non saranno

per giovare, più di quanto abbia fatto il

con-gresso di Livorno, agli interessi generali della

nazione.

Risultati della v o t a z i o n e a! C o n g r e s s o s o c i a l i s t a

di Livorno

I risultati per le singole mozioni sono i seguenti:

Votanti 172.487 Astenuti 981 Mozione di Firenze . . . 9 8 . 0 2 8

Mozione di Imola . . . 5 8 . 7 8 3 Mozione di Reggio Emilia . 14.695

(3)

23 gennaio 1921 — N. 2438

L' E C O N O M I S T A

39

Quarta Sezione Arezzo. Pirenze Grosseto Livorno Pisa . Lucca Siena . Massa Lazio . Belluno Padova Treviso Venezia Verona Rovigo Vicenza Udine Venezia Giulia Venezia Tridentina

999

4.008

965

298

1.342

310

556

1.052

1.275

274

165

244

187

85

167

334

347

4.46 2

168 Totali 17.229

704

3.809

2.040

772

2.482

527

923

966

3.377

886

454

249

793

555

1.728

371

699

3.281

3.011

27.572

244

229

89

7

149

94

14

24

142

21

137

152

333

156

36

30

Quinta Sezione Avellino Aquila. Bari . Chieti . Cagliari Caserta Campobasso Catania . Catanzaro. Benevento Caltanissetta Cosenza . Foggia. . . Girgenti . Lecce . . Messina . Napoli Potenza . Palermo . Reggio Calabria Sassari Siracusa Salerno Teramo Trapani Estero.

23

.109

324

247

382

193

182

146

50

131

214

218

410

272

497

103

177

75

206

204

144

253

157

1.009

78

332

706

628

217

107

188

548

116

167

331

1.191

234

369

317

129

366

372

1.594

68

382

493

409

308

261

1.856

2 . 3 2 4

13

12

64

51

5

137

190

12

20

Totali 6 . 6 7 2

10.311

2.828

L'oro in rapporto al traffico mondiale

S e la m a n o d ' o p e r a in g e n e r a l e dei paesi industriali

ha c o n s e g u i t o alti salari, s e n z a r i u s c i r e p e r ò a f a r e

q u a l c h e r i s p a r m i o , e non pochi l a v o r a t o r i , c h e non

h a n n o potuto triplicare le loro m e r c e d i , non s o n o in

grado di s f a m a r s i , a n c h e il c a p i t a l e non trovasi in b u o

-ne condizioni. L e società industriali e c o m m e r c i a l i ,

q u a n t u n q u e a b b i a n o fatto i m m e n s i affari, t r o v a n o alla

fine d a n n o i ioro profitti divorati dalle s p e s e g e n e r a l i

e dal fisco. C h i vuol t r a f f i c a r e t r o v a le b a n c h e mai

disposte a far prestiti p e r n u o v e i m p r e s e , solo gli s p e

-culatori di borsa p o s s o n o p a g a r e il 2 0 e 2 5 p. %

d'in-t e r e s s e c h e r ichiede il d e n a r o ; m a q u e s d'in-t a s p e c u l a z i o n e

non fa a u m e n t a r e le r i c c h e z z e nazionali, n è la r i s e r v a

di oggetti di c o n s u m o .

Q u e s t o stato di c o s e d e v e s i alla g u e r r a c h e p o n e

a carico della r i c c h e z z a u m a n a un o n e r e c o m p l e s s i v o

d e l l ' e n o r m e c i f r a di 1 3 7 5 miliardi.

V e d i a m o q u a l e sia s t a t o il costo delle g u e r r e

av-v e n u t e n.eì periodo dal 1 7 9 3 al 1 9 1 8 in milioni di lire

alla pari :

Guerre napoleoniche Guerra di Crimea Guerra di secesssione Guerra franco-tedesca Guerra sud-africana

1793 — 1815 —

1S53 — 1856 —

1861 — 1865 —

1870 — 1871 —

1900 — 1902

Ouerra russo-giapponese 1904 — 1905 — Guerra mondiale

36.250

8.560

40. —

17.500

6.250

12.500

1914 = 1918 — 950! 000

Debito mondiale

miliardi di lire alla pari Anno 1700 . . . . 5 . —

» 1789 . . . . 12. 50

» 1816 . . . . 35. —

» 1858 . . . . 41.250

» 1875 . . . . 110. —

» 1914 . . . . 225. —

» 1920 . . . . 1375.

-Nei 1 3 7 5 miliardi s o n o c o m p r e s i i debiti contratti

i m m e d i a t a m e n t e dopo la g u e r r a dagli stati belligeranti

n o n c h é quelli contratti dai n e u t r i dal 1 9 1 4 al 1 9 2 0

sotto il c o n t r a c c o l p o del conflitto m o n d i a t e ; n o n vi s o n o

p e r ò c o m p r e s i circa 3 0 0 miliardi sottratti dalle

im-p o s t e im-per s im-p e s e di g u e r r a , n è 3 0 0 miliardi di im-p r o im-p r i e t à

distrutta, n è lo s p r e c o di r i c c h e z z a d u r a n t e c i n q u e

an-ni p e r p r o d u r r e m a t e r i a l e bellico.

Data la ricchezza dei belligeranti nel 1 9 1 4 ali 3 0 0 0

miliardi, e s s a è oggi ridotta della m e t à , con una

pro-d u z i o n e i n f e r i o r e ai bisogni pro-del c o n s u m o , epro-d u n a

at-tività affievolita in c o n s e g u e n z a delle privazioni e

debilitazioni s o f f e r t e d u r a n t e la g u e r r a . Da q u e s t o e n o r

m e squilibrio d e r i v a il caroviveri sul m e r c a t o m o n d i a

le p e r t u t t e le cose, c a p i t a l e , lavoro, prodotti a l i m e n

tari, vestiario, case, b e s t i a m e , m a n u f a t t i , m a t e r i e p r i

-m e , -metalli preziosi : la d o -m a n d a è g r a n d e , e j ' o f f e r t a

è s c a r s a . Il capitalista r i c h i e d e m a g g i o r i n t e r e s s e p e r il

s u o capitale, l ' o p e r a i o m a g g i o r salario p e r il s u o

lavoro, il p r o d u t t o r e di f r o n t e a l l e e s i g e n z e della c l i e n

-tela e dei suoi d i p e n d e n t i è c o s t r e t t o a r i d u r r e in

corri-s p o n d e n z a la p r o d u z i o n e . Inoltre la corri-s o v r a b b o n d a n z a

del biglietto di b a n c a , l ' e s a g e r a t o rialzo dei c a m b i , la

c o n g e s t i o n e m o n e t a r i a influiscono f o r t e m e n t e s u l l ' a u

-m e n t o dei p r e z z i . S e c o n d o gli econo-misti della scuola

classica, il fatto d i p e n d e dal d e p r e z z a m e n t o della c a r t a

m o n e t a t a ed a q u e s t a s p i e g a z i o n e n e c o n t r a p p o n e u n ' a l

-tra u n o s t u d i o s o , il Sig. F e r r i P i s a n o i , c h e in una

diffu-sa rivista f r a n c e s e , c o n originalità di c o n s i d e r a z i o n i

af-f e r m a trattarsi i n v e c e del d e p r e z z a m e n t o dell'oro.

E-gli s o s t i e n e il s u o concetto con le s e g u e n t i dimostrazioni

dli fatto. Nel 1 9 1 4 u n ' o n c i a d ' o r o v a l e v a dollari 2 0 . 6 7

e nel 1 9 2 0 ha lo s t e s s o v a l o r e nelle z e c c h e a m e r i c a n e .

Il valore i n t r i n s e c o d e l l ' o r o non è m u t a t o , m a il v a l o r e

del d e n a r o , nel q u a l e l'oro n e c e s s a r i a m e n t e si t r a

-s f o r m a , è d i m i n u i t o a-s-sai in 5 a n n i . Nel 1914 c o n

u n ' o n c i a d ' o r o si p o t e v a n o a v e r e 2 0 0 libbre di

zuc-c h e r o , nel 1 9 2 0 non s e n e o t t e n g o n o zuc-c h e 100 l i b b r e .

L ' o r o ha p e r d u t o la m e t à del suo p o t e r e d ' a c q u i s t o p e r

la c a r t a biansa, d u e «erzi p e r il g r a n o , t r e quarti p e r

il cotone, i "quattro quinti p e r le patate. E così r i s p e t t o

ai metalli preziósi l ' o r o è d e p r e z z a t o : nel 1 9 1 4 l ' o n

-cia d ' o r o poteva a c q u i s t a r e 4 l i b b r e d ' a r g e n t o ; oggi

p e r la s t e s s a qua n ti tà di a r g e n t o o c c o r r o n o d u e o n t i e

e m e z z o ' d ' o r o . E m e n t r e tutte le r i c c h e z z e senza

ec-c e z i o n e r i n ec-c a r a n o , solo l ' o r o si m a n t i e n e al tasso di

p r i m a , n o n o s t a n t e c h e l ' e s t r a z i o n e sia più costosa p e r

la el evatezza dei salari, de! m a c c h i n a r i o , dei trasporti,

dlegli i n t e r e s s i . M e n t r e l ' u m a n i t à s o f f r e p e r i n s u f f i c i e n

za di capitale, le m i n i e r e d ' o r o s o n o m i n a c c i a t e d ' a b

-b a n d o n o totale da p a r t e degli estrattori, c h e v e d -b n t

c o m p e n s a t e le loro ingenti fatiche al disotto del g u a d a

-gno di un l u s t r a s c a r p e . Q u e s t a s i t u a z i o n e è m e s s a in

l u c e delle dichiarazioni f a t t e da d u e istituzioni a m e r i

-cane. Nel luglio 1 9 2 0 l ' A m e r i c a n Mining Congress

ha c h i e s t o al g o v e r n o la c o n c e s s i o n e di un p r e m i o di

10 dollari per ogni oncia d ' o r o estratta d e n t r o le f r o n

-tiere degli Stati Uniti, in vista c h e il c o r s o di 2 0 . 6 7

dollari p e r oncia d ' o r o non copriva più le s p e s e di

p r o d u z i o n e . Inoltre il Congresso minerario ha p r e s e n

-tata la lista delle m i n i e r e a u r i f e r e c h e h a n n o interrotto

dopo fi 1 9 1 7 ogni lavoro, a c o m i n c i a r e dai placers

d e l l ' A l a s k a , dei quali i vecchi minatori sono d i v e n u t i

pescatori e boscaiuoli. In appoggio della d o m a n d a p e r

11 p r e m i o d ' e s t r a z i o n e v e n i v a n o date le s e g u e n t i c i f r e

a d i m o s t r a z i o n e c h e la p r o d u z i o n e a u r i f e r a

nord-ameri-c a n a è in d e nord-ameri-c r e s nord-ameri-c e n z a .

Estrazione dell'oro negli Siati Uniti

(4)

40

L' ECONOMISTA

23 gennaio — 1921 N. 2438

Il governo chiese il p a r e r e d e l l ' A m e r i c a n Banker

associando, c h e si è opposta alla concessione di premi

auriferi, h ' considerazione c h e tutti i cambi esteri

dan-no al dollaro il valore eguale a quello dell'oro,

consi-d e r a n consi-d o la carta m o n e t a consi-degli Stati Uniti come

cam-pione della ricchezza m o n d i a l e : e c h e la

concessio-ne di un p r e m i o a l l ' o r o estratto, a v r e b b e per

conse-guenza immediata di far a b b a s s a r e di un terzo, o

del-la metà, il corso del biglietto americano.

Nel periodo di g u e r r a gli Stati Uniti hanno

accapar-rato l ' o r o mondiale, sostituendogli carta moneta,di

dub-bio valore. La tragica situazione finanziaria dei^

belli-geranti e scpratutto lo stato delle s u e provviste

alimen-tari hanno obbligato l ' E u r o p a ad accettare le

condi-zioni monetarie imposte (Dall'America, tanto più che

la banca americana, a v e n d o monopolizzato l'oro,

po-teva regolare a suo talento l'offerta, la d o m a n d a , il

valore.

Stati Uniti Stati belligeranti d ' E u r o p a dollari dollari 3 6 5 . 0 0 0 . 0 0 0 2 . 6 7 9 . 0 0 0 . 0 0 0

* Più tardi, nel 1919 e nel 1 9 2 0 gli Stati Uniti, in

se-guito a lo squilibrio della loro bilancia c o m m e r c i a l e

nel-l ' A m e r i c a denel-l Sud, in Asia e in Africa, hanno dovuto

diminuire di un miliardo di dollari d ' o r o a profitto

del-le b a n c h e argentine, indiane e del Capo ; ma

nono-stante talli perdite recenti, a n c h e oggi l ' A m e r i c a del

Nord si trova in possesso del terzo dell'oro mondiale.

Stock dèlia banca degl Stati Uniti milioni di dollari

1913 — 800 1920 — 2 . 0 9 3 Stock di t u t t e le banche del mondo

(meno l'americana) milioni di dollari

1 9 1 3 — 4 . 8 0 0 1920 — 4 . 0 1 0

Tale a c c a p a r r a m e n t o dell'oro p e r m e t t e ali'A,itterica

di c o n t i n u a r e a m a n t e n e r e l ' o r o in un c o r s o forzato

inferiore a tutto profitto del dollaro. Lo squilibrio

del-le finanze d ' E u r o p a , il d e p r e z z a m e n t o della sua carta

moneta, l'inverosimile b u o n m e r c a t o dei suoi cambi,

facilitano questa m a n o v r a . C o m e poteva protestare la

G e r m a n i a disi 1920, soffocata da 5 0 miliardi di

inar-chi in biglietti di b a n c a , contro 27 nel 1918 e solo

2 1/2 nel 1 9 1 4 ? C o m e la Russia, c h e già prima defila

rivoluzione nel 1916 s t a m p a v a biglietti a 8 0 0 mila

ru-bli all'ora, giorno e n o t t e ? C h e possono fare i 3 0

prin-cipali Stati del m o n d o di f r o n t e alla banca americana,

se la doro circolazione in carta moneta da 7 miliardi

di dollari nel 1914 è ascesa nel 1 9 1 8 a 40 miliardi ed

a 5 5 miliardi di dòllari nel 1 9 2 0 ? Non fan parte del

computo naturalmente, le tonnellate di biglietti

bolsce-vichi, nè le c o r o n e austriache e la carta-moneta di

qualche altro Stato E u r o p e o in via di fallimento senza

concordato.

I cambi europei sono in una condizione troppo

sfa-vorevole per poter reagire.

CORSO DEI CAMBI ( S E T T E M B R E 1920)

Il dollaro campione di ricchezza

II corso del c a m b i o v i e n e regolato piuttosto nel

mer-cato interno d ' u n p a e s e c h e nel tesoro delle b a n c h e

d'emissione. S e il franco nel 1920 è sceso a 6 cents.

a-mericani, non è nel bilancio della banca di Francia c h e

se ne p u ò trovar la ragione, ma nel prezzo di un

ma-gro pollo a 2 0 .franchi,, o di un cavolo poco g r a s s o a

4 0 soldi, c h e dal mercato di Parigi ha provocato il

de-p r e z z a m e n t o del biglietto da mille a New York.

Se in q u e s t ' a n n o si offrivano alia borsa di Wall-Street

diecimila corone a u s t r i a c h e contro 3 9 dollari, lo si

de-ve sopratutto perchè a Vienna un paio di s c a r p e

usa-te era conusa-teso al prezzo di mille corone.

Nel febbraio 1920, non è tanto la pletora dei

bi-glietti tedeschi che fece s c e n d e r e il m a r c o a un cent,

quanto il lardo a 2 0 marchi la libbra sul mercato di

Berlino e il lavoro di m a n o d ' o p e r a a 8 marchi l'ora

nelle banchine di A m b u r g o , o nelle officine di F s s e n .

Basta uno s f o r z o di produzione g e n e r a l e per

abbassa-r e il costo dell'esistenza n e l l ' i n t e abbassa-r n o di un paese e

de-rivarne il contraccolpo favorevole ari'estero ; s e n z a che

siavi bis-ogno di ritirare un solo biglietto dalla

circo-lazione o d ' a u m e n t a r e di un oncia d ' o r o la riserva

me-tallica delle banche. S e n o n e h è il trite no moneta-io

ame-ricano è d'ostacolo a far r i g u a d a g n a r e a l l e ' m o n e t e

este-r e il loeste-ro valoeste-re anteeste-rioeste-re, avendo l ' A m e este-r i c a p e este-r

de-p r e z z a r e l'oro a vantaggio del dollaro arrestato

l'estra-zione dell'oro nelle s u e m i n i e r e e in quelle del mondo.

L'A.merica in c e r t o m o d o dopo 5 anni, impedisce al

resto del mondo di p r o d u r r e oro, base indispensabile

alla produzione di tutti gli oggetti d i . c o n s u m o .

Vediamo infatti le c i f r e :

Estrazione dell'oro

1916 • 1919 doli. 68 mil. doli. 5 5 m i l .

» 680 » » 359 » 1915

Stati Uniti . . . doli. 100 mil. Produzione mondiale » 450 »

Quindi la raccolta della pepita non è soltanto

dimi-nuita in America. Il deprezza r.ente dell'oro a profitto

del dollaro minaccia p u r e l ' e s t r a z i o n e del metallo sia

al Transvaal c h e in Alasca nella G u y a n a o in

Cali-fornia. Q u e s t a diminuzione della produzione europea

viene peggiorata, dall a u m e n t o incessante del c o n s u m o

industriale. P o i c h é non è dia c r e d e r s i che tutto l ' o r o

ac-caparrato dagli Stati Uniti entri nelle casse delle sue

b a n c h e per c r e a r e nuovi c a p i t a l i : invece l ' A m e r i c a ,

oltre c h e oro nazionale, tesaurizza a n c h e quello estero,

e trasforma le pepite, con tanta pena estratte in

capita-le m o r t o : orologi, gioielli, oggetti d ' a r t e di dubbia

•fattura.

In; tal guisa fi c o n s u m o commerciale dell'oro agli

Stati Uniti -nel 1919 h a costato al capitale m o n d i a l e 8 0

milioni di dollari, 3 5 milioni più di quanto oro essi

h a n n o prodotto in q u e l l ' a n n o . Nel 1920 New York ha

attirato il 7 5 % d'orefici del m o n d o , li ha accolti nelle

fabbriche di oggetti inutili, di lusso, improduttivi,

one-rosi e la prodigalità americana si accinge ad

in&hiot-P A E S E "nghilterra Francia . Italia . . Germania Austria . Ungheria . Romenia . Polonia .

Valore normale Valore attuale

sterlina dollari 4 . 8 6 dollari 3 . 5 0 franco cents 1 9 . 3 cents 6 . 7 5

lira — 19.3 — 4 . 3 5 marco — 2 3 . 8 — 1 . 8 5 corona — 2 0 . 3 — 0 . 4 2

D

— 2 0 . 3 — 0 . 3 8 lei — 1 9 . 3 — 2 . 1 0 m a r c o — 2 3 . 8 — 0 . 4 4 Stock d'oro S t . 147 miliardi F r . 500 miliardi L . 1 . 9 8 3 . 6 5 1 . 0 0 0 M r . 1 miliardo I corone 1 125 milioni Carta-moneta S t . 425 milioni F r . 38 miliardi L . 22 miliardi M r . 50 miliardi ? ? ? ? Proporzione t r a l'oro e la carta 30 %

15 %

11 %

2 %

Il dollaro a m e r i c a n o dopo la g u e r r a era quindi in

grande vantaggio di fronte al franco, alla lira, al

mar-co e alla mar-corona, ma non si può d i r e c h e ciò sia stata

causa unica del crollo dei cambi europei.

Ed Invero il d e p r e z z a m e n t o di un biglietto dipende

molto m e n o d'alia debolezza della sua garanzia a u r e a

c h e dal suo potere di acquisto in carbone, f e r r o , r a m e ,

farina.

tire tre quarti della produzione aurifera mondiale già

dieficente.

(5)

23 gennaio 1921 — N. 2438

L' E C O N O M I S T A

41

s ituazio ne del globo dalla politica m o n e t a r i a A m e r i

-cana. Q u e s t a o p e r a di d i s t r u z i o n e e c o n o m i c a è g u i d a t a

dal Federai Reserve System, sorta alla vigilia della

gurra. 11 F e d e r a i R e s e r v Act è del m e s e di d i c e m b r e

1913 e la F e d e r a i R e s e r v e B a n c k c o m i n c i ò a

funzio-nare in fretta nel N o v e m b r e 1914. L ' A m e r i c a

esperi-m e n t a v a il s u o nuovo p o t e r e d ' e esperi-m i s s i o n e in piena

bur-rasca. Q u a n d o q u e s t o p o t e r e d ' e m i s s i o n e si d i m o s t r ò

nefasto e r a troppo tardi p e r modificarlo, d a t e le

circo-stanze s o p r a v v e n u t e .

Il F e d e r a i R e s e r v e S y s t e m è una istituzione ibrida

che s e m b r a abbia copiato i difetti delle B a n c h e di F r a n

-cia, d ' I n g h i l t e r r a e di G e r m a n i a , s e n z a a v e r n e p u r e

accolte Le b u o n e qualità.

Il F e d e r a i R e s e r v e S y s t e m c o n s i s t e in :

1. una c o r p o r a z i o n e a m m i n i s t r a t i v a di 7 m e m b r i

direttori, nominati dal g o v e r n o .

2 . Dodici b a n c h e di r i s e r v a , alle quali ad ogni

costo si son d o v u t e a f f i l i a r e c i r c a undicimila b a n c h e

di c o m m e r c i o .

3 . U n a c a r t a - m o n e t a t a g a r a n t i t a in p a r t e da u n o

stock d ' o r o , in parte da effetti c o m m e r c i a l i industriali

ed agricoli a b r e v e s c a d e n z a , ini p a r t e infine da buoni,

c h é q t l e s , bills da s e r v i r e a l l ' a c q u i s t o alla v e n d i t a o allo

s c a m b i o d!ei buoni del g o v e r n o .

Sei a n n i dopo l ' i n a u g u r a z i o n e del F e d e r a i R e s e r v e

S y s t e m , la c a r t a - m o n e t a a m e r i c a n a e r a a u m e n t a t a da

2 miliardi e 7 0 0 milioni di dollari, a 6 miliardi.

Carta e oro americani in dollari

1015 1915 1920 Biglietti 1 miliardo 4 . 5 0 0 miliardi 6 miliardi Oro 900 milioni 3 miliardi 2 »

A t t u a l m e n t e la p r o p o r z i o n e tra l ' o r o . e la carta a m e

-r i c a n a è a p p e n a del 3 5 % e quindi il 6 5 % dei

bigliet-ti è g a r a n t i t o d'a tratte a b r e v e s c a d e n z a , da t r a n s a z i o n i

c o m m e r c i a l i , c h e s p e s s o s o n o e s t i n t e , m e n t r e il

bi-glietto e m e s s o in loro n o m e c o n t i n u a a circolare. In

tal guisa il biglietto h a p e r sola g a r a n z i a il c o t o n e

d u r a n t e il suo raccolto, o il suo t r a s p o r t o in E u r o p a ,

o la s u a t r a s f o r m a z i o n e in stoffa, o la s u a v e n d i t a a

credito del f a b b r i c a n t e o m e r c a n t e , o infine d u r a n t e

il s u o r i t o r n o in A m e r i c a t r a s f o r m a t o in c a m i c i e e

fazzoletti. N e d e r i v a u n a c o n c a t e n a z i o n e c o n t i n u a ci

effetti c o m m e r c i a l i a b r e v e s c a d e n z a c h e r i c h i e d o n o ,

s e n z a fine altri effetti, a c o r t o t e r m i n e , i quali alla

lor volta d o m a n d a n o la e m i s s i o n e a getto c o n t i n u o di

biglietti di banca. Il F e d e r a i R e s e r v e S y s t e m è

ba-sato su u n a c o n f u s i o n e volontaria tra le anticipazioni a

c r e d i t o o in capitale e un a u m e n t o della m o n e t a di

c a m b i o . P e r g a r a n z i a delle s u e e m i s s i o n i la F e d e r a i

R e s e r v e B a n k si s e r v e di debiti c h e r i c h i e d o n o altri

debiti, e tutto ciò, s e r a p p r e s e n t a d o m a n d a d ' o r o ,

non e q u i v a l e a oro.

Alla fine della g u e r r a di S e c e s s i o n e l ' e s a t t o

au-m e n t o della circolazione c a r t a c e a a au-m e r i c a n a e r a

de-terminato giorno p e r giorno dalla v e n d i t a del c r e d i t o

dello Stato contro oro. Nel 1 8 6 5 un d o l l a r o oro

acqui-stava 2 . 2 5 dollari di credito g o v e r n a t i v o : la

differen-za d i m i n u i v a poco a poco e nel 1 8 9 9 gli Stati Uniti

a v e v a n o il biglietto alla pari con l ' o r o . Nei 1 9 2 0 con

un t r u c c o s e n z a e s e m p i o nella storia del m o n d o

l'A-m e r i c a del Nord h a c o n f u s o l ' o r o coi d ; b

;

F , gii ha

d i m i n u i t o il 6 5 % del suo valore, gli ha trito la

fun-zione di c a m p i o n e delle ricchezze, p e r d a r l a al

dol-laro di carta. N è v a l e a dire c h e è stata n e c e s s i t à di

g u e r r a ; q u e s t a è c e s s a t a da due anni e la politica

mo-n e t a r i a degli Stati Umo-niti c o mo-n t i mo-n u a a s p i mo-n g e r e il

re-sto del m o n d o alla rovina, p e r c h è la m e g a l o m a n i a

a m e r i c a n a ha voluto i n n a l z a r e un edifìzio di cui l ' a r

-m a t u r a è costituita da d e b i t i in luogo dtell'oro.

Si dirà c h e la r i s e r v a metallica del 3 5 % è

magni-fica in c o n f r o n t o al 2 % t e d e s c o al 15 % f r a n c e s e e

al 3 0 % inglese. M a b i s o g n a t e n e r conto c h e i 6

mi-liardi di dollari in biglietti non s o n o tutta la m o n e t a

c o r r e n t e d e l l ' a m e r i c a ; essi non r a p p r e s e n t a n o c h e una

m i n i m a p a r t e della e m i s s i o n e degli c h é q u e s extra,

ufficiali, posti in circolazione dlalie 2 7 mila b a n c h e d ' a

m e r i c a , e da qualsiasi privato c h e a b b i a eredito r e a

-le o s u p p o s t o .

Nel 1920, il 9 0 % degli affari a m e r i c a n i si è

trattato a m e z z o degli c h é q u e s . Le C l e a r i n g H o u s e s h a n

-no liquidato in u n a n n o p e r 4 9 7 miliardi di dollari d'i

transazioni, venti volte il valore dei depositi di

tut-te le b a n c h e , d u e voltut-te la ricchezza c o m p l e s s i v a degli

Stati Uniti. Ma si obbietta c h e questi c h é q u e s h a n n o

u n a vita e f f i m e r a e si liquidano, si e s t i n g u o r n e ri

r i n n o v a n o a b r e v e s c a d e n z a . Non si p u ò dire lo s t e s s o

p e r ò dei 2 5 miliardi di dollari della Liberty B o n d s

e dei 3 miliardi di buoni del t e s o r o c h e circolano s e n

za p a d r o n e nei m e r c a t i finanziari, c o m m e r c i a l i , agii

coli, e dei 2 5 miliardi d'i dollari in biglietti di b a n c a

coi quali si p a g a n o le piccole s p e s e .

La potenzialità delle b a n c h e a m e r i c a n e in

capita-le, r i s e r v a , depositi e circolazione- si p u ò calcolare

in 4 5 miliardi di dollari nel 1 9 2 0 , c i f r a dieci volte

su-p e r i o r e a quella del 1 8 9 0 . E con un m o v i m e n t o di

fondi dieci volte Superiore, gli Stati Uniti nel 1 9 2 0

h a n n o a u m e n t a t o la loro p r o d u z i o n e nazionale di

ap-p e n a q u a l c h e tonnellata.

Si c o n t r a p p o n e il v a n t a g g i o c o n s e g u i t o nel c o m

-m e r c i o con l ' e s t e r o ; dal 1 9 1 4 al 1 9 2 0 l ' e c c e d e n z a

disile isue esportazioni ha a p e r t o agli Stati Uniti un

c r e d i t o nel m e r c a t o ijiondiiale di 17 miliardi di dollari.

Ecco infatti il'eccedenza delle esportazioni s u l l e

importazioni :

1913 1914 1915 1916 1917 1918 1919 1920 doli. 6 9 1 . 4 2 1 . 8 1 2 470.655.491 1 . 0 9 4 . 4 1 9 . 6 0 0 2 . 1 3 5 . 5 9 9 . 3 7 5 2 . 1 6 0 . 8 4 0 . 7 1 9 2 . 8 7 2 . 2 2 6 . 2 3 8 4 . 1 2 9 . 2 0 7 . 6 7 5 3 . 6 0 0 . 0 0 0 . 0 0 0

II c r e d i t o del 1 9 2 0 è 5 volte s u p e r i o r e al c r e d i t o

del 1 9 1 3 in a p p a r e n z a , p e r c h è il dollaro d'oggi ha la

potenzialità di a c q u i s t o di solo u n terzo in c o n f r o n t o

al dollaro del 1 9 1 3 , così la bilancia c o m m e r c i a l e del

1 9 2 0 devesi r i d u r r e ad un miliardo di e c c e d e n z a di

esportazioni.

Ma di qua! m e r c e ? T i n t e c h e non r e s i s t o n o alla

la v a t u ra , s c a r p e di cuoio mal conciato, l a m e di rasoi

c h e non tagliano, m e d i c i n e che a v v e l e n a n o , calze c h e

si l o g o r a n o a p p e n a m e s s e , vestiti c h e s f o r m a n o subite

c o n s e r v e a l i m e n t a r i perniciose. In u n a parola le e s p o r

-tazioni del r e g n o della paccotiglia.

E ' poi d e g n o d'i nota c h e d u r a n t e la g u e r r a si è

prodotta u n a s t r a n a e v o l u z i o n e nel c o m m e r c i o e s t e r e

a m e r i c a n o .

L ' i m p o r t a z i o n e s u d - a m e r i c a n a agli Stati Uniti h a

g u a d a g n a t o il 5 %, quella a s i a t i c a il 1 2 % , l ' a u s t r a

-liana l ' I % e l ' a f r i c a n a il 3 %. D u r a n t e lo stesso

perio-do l ' e s p o r t a z i o n e a m e r i c a n a p e r i suddetti paesi è

ri-m a s t a stazionaria, p e r cui l ' a ri-m e r i c a del nord h a a p e r t i

conti a debito nelle Indie, in O c e a n i a al T r a n s v a l , in

A r g e n t i n a , in C i n a e d e v e r e g o l a r e le partite a

contan-ti e in m o n e t a sonante. In E u r o p a soltanto l ' a m e r i c a

h a a p e r t o un conto a c r e d i t o c h e v i e n e s i s t e m a t o ài

t e r m i n e e in, c a r t a . ;

Credito degli Stili Uniti nel 1920

Verso l'Europa . . . dollari 3 . 6 8 4 . 6 9 4 . 4 6 7

Debito degli Siati Uniti nel 1920

Con l'Asia dollari 570.537.647 Con l'Africa » 7 7 . 8 6 2 . 8 9 5 Col Sud America . . . . » 379.000.121

(6)

mi-6

liardi di dollari, d e v e e s p o r t a r e 3 1 6 milioni di dollari

in v e r g h e d ' o r o e 109 milioni in v e r g h e d ' a r g e n t o .

L ' o r o americano che nel ' 9 1 8 a m m o n t a v a a 3

milio-ni di dollari, diminuisce nel 1920 di un miliardo.

Continuando in questo modo è prevedibile la

ban-ca rotta, le f a b b r i c h e chiuse, chiusi gli sportelli delle

banche, i valori precipitano e il dollaro si quoterà

a 3 franchi c o m e nel 1914. P e r salvarsi dalla

catastrofe l'america si appoggia a l l ' E u r o p a , il solo m e r

-cato in cui sia ancora creditrice. L ' E u r o p a , ha fatto

del meglio per m a n t e n e r e i suoi i m p e g n i ; ha

spe-dito in America il suo oro, p r e s e n t e m e n t e vende a

Wall Street i suoi va'ori, le azioni delle s u e miniere,

delle sue strade f e r r a t e , le obbligazioni d'elle s u e

città e cerca di s i s t e m a r e i suoi debiti esportando

prodotti americani. Ma ciò non basta, perchè l'Europa

fa troppi acquisti in America. C e r t o c h e un p o ' alla

volta l ' A m e r i c a a m e z z o del suo c o m m e r c i o

invisibi-le, importazione di valori europei, regolerà il conto

del suo c o m m e r c i o visibile, esportazione di materie

prime o manufatti. Ma per ora tra creditore e debitore

si è ben lontani dal parificare le partite. Il solo

mez-zo c h e ha l ' E u r o p a p e r pagare l'America è quello

d ' i n v i a r e contro prodotti americani, altrettanti

euro-pei. Ma l ' E u r o p a non produce abbastanza p e r i suoi

consumi e non ha altro da m a n d a r e c h e oggetti

d'ar-te e l'articolo di Parigi. P e r aiutare l ' E u r o p a

do-vrebbe l ' A m e r i c a m a n d a r l e capitale c h e non ha più

disponibile. E per c o n t i n u a r e a far credito l ' A m e r i c a

d o v r e b b e diminuire le proprie s p e s e e a u m e n t a r e la

sua produzione.

M a a u m e n t a n d o la potenzialità di acquisto dell

Eu-ropa, continuando a farle credito, ciò e q u i v a r r e b b e a

far a u m e n t a r e il costo del'a vita così in America c h e

in E u r o p a ed a g g r a v a r e la crisi d ' a m b e le parti.

C h e cosa resta da f a r e a l l ' A m e r i c a ? C o n t i n u a r e il

suo c o m m e r c i o d ' e s p o r t a z i o n e alla m a s s i m a

espansio-ne, o ridurlo a r b i t r a r i a m e n t e ? Manca il capitale per

provvedere a questa esportazione così utile ai

bi-lanci, ma così incetta nei pagamenti. Ciò posto, c h e

cosa resta del glorioso m e r c a t o di Wall-Street durante

ii 1 9 1 5 . 1916 e 1 9 1 7 ? C h e sono divenuti quei

va-lori della guerra, c h e guadagnavano 50 punti in un

giorno, c o m e le azioni della B e t h l e e m Steel e m e s s e a

13 dollari e giunte a 6 0 0 dollari in qualche m e s e ?

C h e resta di tutta, questa prosperità a p p a r e n t e fatta,

in gran p a r t e di s p e c u l a z i o n e ? Tutto è precipitato, le

azioni de ile pelli, q u e l l e dell'acciaio, e quelle del

c a r b o n e . Alla fiducia cieca è s u b e n t r a t a la diffidenza

anche di fronte ad i m p r e s e s e r i e . L e b a n c h e nel 1 9 1 3

a v e v a n o costituito il 5 0 % delle loro attività con

azio-ni di ferrovie, fabbriche, e miazio-niere, nel 1920 appena

il 2 5 % di tali investimenti si trova nel portafoglio

delle b a n c h e . Calcolando a 100 la media dei prezzi

di emissione di valori americani prima della g u e r r a ,

non vi è d t p o la g u e r r a c h e un solo gruppo sopra

nove c h e si m a n t e n g a ancora sopra la pari, come

lo dimostrano i seguenti dati :

C o r s o medio dei valori a m e r i c a n i nel 1 9 2 0 :

Ferrovie 75 Acciaio 8 0 Rame 5 5 Motori 90 T r a s p o r t i marittimi . . . . 110 Gomma 65 Prodotti alimentari . . . . 70 Petrolio 70 Utilità pubbliche . . . . 78

Dato tale prezzo di vendita, i valori americani

of-frono il 10 % di dividendo, e tuttavia non trovano

acquirenti. Le Liberty Bonds, le azioni del governo,

e m e s s e a 100 e col 4 % d ' i n t e r e s s e sono cedute a

23 gennaio — 1921 N. 2438

7 5 ed il risparmio, nonostante l ' a b b o n d a n z a di buoni

emessi, è restio ad impiegare il denaro in quelle

azio-ni c h e p u r e oggi r e n d o n o il 6 1/2 %.

Q u a n t o al tasso dello sconto pare che esso non

abbia più limiti. Nel mercato libero dei valori le

mi-gliori tratte non trovano più sconto a m e n o del 12 % ,

e gli agenti di cambio di Wall-Street p e r ottenere il

riporto per i loro clienti debbono p a g a r e alle b a n c h e

c h e riscontano il 2 5 e il 3 0 % d ' i n t e r e s s e . E ' vero

che la carestia del capitale è un f e n o m e n o mondiale ;

ma è impressionante c h e si verifichi nel paese del

ca-pitalismo. c h e c r e d e di a v e r triplicato le sue

ricchez-ze a mezzo della g u e r r a , nel paese banchiere del

mon-do e nel q u a l e l ' E u r o p a spera la sua, salvezza.

E s a m i n a n d o la situazione g e n e r a l e economica

ame-ricana vien fatto un raffronto che s e m b r a strano.

Un altro popolo e g u a l m e n t e g r a n d e per

popolazio-n e e territorio ha distrutto il r e g i m e capitalista ; coseepopolazio-n-

coseen-ziosamen.te, diabolicamente Lenin, stampando 5 0

mi-liardi di rubli ha deprezzato le vecchie m o n e t e di

scambio, h a annientato il valore del biglietto di

ban-ca, sostituendolo con la marca del lavoro, c h e vale

pochissimo p e r c h è rappresenta lo sforzo per c r e a r e

una ricchezza, ma non r a p p r e s e n t a una ricchezza,

po-tendo e s s e r e e n o r m e lo sforzo, ma nullo il risultato.

L ' i n s u c c e s s o del bolscevismo è c o n s e g u e n z a di

q u e l l ' e r r o r e . Ma s e Lenin non ha saputo trovare

nien-te di solido per sostituire gli antichi sisnien-temi monetari

e se la sua rivoluzione ha ferito g r a v e m e n t e il

capita-lismo, non per questo in Russia l'oro è stato escluso

dal m e r c a t o degli scambi. Lenin h a deprezzato la

car-ta monecar-ta, ecco t u t t o ; m e n t r e il Federai R e s e r v e

Sy-stem ha deprezzato l ' o r o per affidare la funzione

de-gli scambi al debito. Lenin, con la creazione del

bi-glietto di lavoro non è stato più distruttore dell

'istitu-t o - a m e r i c a n o .

Un fatto s e m b r a m a n i f e s t o : la scomparsa dell'oro

c o m e campione delle ricchezze. E ' un bene, od è >m

m a l e ?

S e m b r a c h e l ' I n g h i l t e r r a abbia preso il suo partito,

dato questo nuovo stato di cose.

Con 147 mi.ioni di sterline ini oro la banca inglese

è in grado di tener il secondo posto nel c o m m e r c i o

mondiale. Così si viene a sostituire poco a poco alla

potenzialità di acquisto dell'oro quella che

possiedo-no gli oggetti di consumo ed

1

i titoli di commercio.

E già nei mercati d e l l ' E u r o p a c e n t r a l e si v e d e il

produttore a m e r i c a n o affidare al fabbricante czeco od

austriaco il cuoio greggio n e c e s s a r i o a fabbricare 100

mila paia dì s c a r p e e il fabrioante czeco od austriaco

dopo sei mesi p a g h e r à i! produttore del cuoio greggio

con cuoio manifatturato.

Questi scambi in natura potranno ripetersi con

re-g o l a r i t à ? O p p u r e l'umanità risalendo al suo p u n t o di

partenza, si servirà p e r gli s c a m b i dei piatti di r a m e

dteìla Svezia medioevale o della moneta di

porcella-na della C i n a del decimottavo secolo, o della moneta

di conchiglie della tribù a f r i c a n e o di quella di pietra

delle isole o c e a n i c h e ? Sarà forse la moneta d ' a r g e n t o

chiamata a sostituire l ' o r o c o m e campione esclusivo

delle r i c c h e z z e ? Nel mercato dell'India si potrà

tro-vare la risposta, dove la rupia fu la sola m o n e t a del

mondo c h e s e p p e r e s i s t e r e a! trucco americano,

riu-scendo a i m p o r r e al dollaro il cambio sfavorevole del

2 5 % .

Devesi riconoscere c h e l ' A m e r i c a non ha avuto

dal-la guerra i vantaggi c h e s ' i m m a g i n a n o . P a r e c h e il

conflitto mondiale abbia risvegliato la coscienza e

l'in-dustria asiatica. Già l'India, come sfida al resto del

mondo p u ò registrare ùn c o m m e r c i o d ' e s p o r t a z i o n e

di 18 miliardi di franchi.

(7)

23 gennaio 1921 — N. 2438

L ' E C O N O M I S T A

4 3 '

P u ò quindi darsi c h e c o m e attraverso i secoli il

i centro del progresso e dei suoi bisogni si è spostato

! dalle rive d e l l ' E u f r a t e , nella valle del Nilo, n e l l ' A t e

-| ne di Pericle, a C a r t a g i n e e a Roma, in un a v v e n i r e

' prossimo esso prenda sede sul G a n g e .

Allora il Federai R e s e r v e System americano, s e

so-pravviverà ancora, potrà p r e n d e r e ordini e lezioni di

una saggia politica monetaria mondiale da una razza

risvegliata, dopo 2 0 secoli di letargia, ma la cui

ci-viltà aveva preceduto la nostra di qualche millennio.

Così si esprime l'autore c h e abbiamo sopra oitar

to, il quale fa quadri e paragoni alquanto vivaci,

seb-bene non s e m p r e sostenuti da un'intelaiatura

economi-ca basata sui principi della scienza. Tuttavia è un

fatto che la moneta cartacea si può dire sia diventata

oggi una moneta di conto, anziché r a p p r e s e n t a n t e

del-l'ore. E ' difficile p r e v e d e r e oggi quali saranno le

con-s e g u e n z e f u t u r e di q u e con-s t o cambiamento.

11 ribasso mondiale dei prezzi nel 1920 0)

Si è quindi di fronte ad una situazione

econo-mica generale che ha analogia con quella di una

crisi generale di sopraproduzione, tuttavia, mentre

in «aso di erisi generale si ha eccesso di

produ-zione in confronto al consumo, attualmente è lo

squilibrio tra produzione e consumo, invertendo

i termini, ohe provoca il ribasso dei prezzi, così

come lo squilibrio tra produzione ed esportazione

apporta un miglioramento del cambio, quando la

prima supera la seconda. E dove la differenza non

si è notata, come per il carbone e la ghisa, i

prezzi resistono al rialzo, quantunque anche per

essi debba attendersi la diminuzione. Tali

feno-meni vanno considerati in rapporto all'offerta e

alla domanda, la prima aumenta la seconda è

sta-zionaria e accenna a diminuire. Non ostante le

otto ore e la denunciata minor attività, l'offerta

aumenta. Se tale miglioria della produzione non

si è verificata prima ciò è dovuto al fatto che il

passaggio dallo stato di guerra a quello di pace

non è siato tanto rapido, gli effetti della

smobili-tazione non si sono risentiti subito e p. e. solo

nell'anno corrente si potrà valutare il

migliora-mento della produzione agricola. E già

l'Argen-tina ha ripreso il suo traffico transoceanico di

cereali e delle pelli; cosi dicasi dei paesi

coto-nieri.

ÀDche la produzione del carbone fossile migliora

in Inghilterra e in Germania, dove inoltre la

estra-zione della lignite supera quella del 1913. Pure

per i metalli l'offerta è superiore in parecchi

casi a quella d'avanti guerra, come per il rame

che durante la guerra ebbe forte sviluppo di

pro-duzione, mentre ora le officine americane lavorano

per il 50 % della loro potenzialità. Solo per l'acciaio

non vi è un cenno di ribasso, stante la difficoltà

di produzione da parte della Germania, privata

delle sue miniere di ferro, e della Francia per le

devastazioni subite dalle sue ferriere. Ma in breve

la riattività delle sue officine e la produzione

americana tanto sviluppatasi durante la guerra

ristabiliranno l'equilibrio, cosi che sono da

preve-dersi non lievi difficoltà nello sbocco dei prodotti

quando da per tutto le ferriere avranno ripreso

il loro ritmo di lavoro, non appena sarà colmata

la deficienza del coke metallurgico.

Infine le industrie tessili e le altre industrie del

vestiario, speeialmente calzature, vanno

adattan-dosi alla produzione del tempo di pace, per il

mi-glioramento verificatosi nel rifornimento delle

materie prime; già in Inghilterra per ie scarpe

si segnala una sopraproduzione, e si avverte in

qualche ramo delle industrie tessili un

rallenta-mento di produzione per difetto di richiesta,

spe-d i Vespe-di Economista 16 gennaio 1921, N . 2437, pag. 2 6 .

cialmente nei cotoni, e così dicasi per le pelli nella

cui industria si avvertono casi di disoccupazione

frequenti; le scarpe inglesi si vendono per

l'espor-tazione a una sterlina il paio, cioè al prezzo di

avanti guerra.

In complesso la produzione ha realizzato in tutti

: rami della sua attività, agricoltura e industria,

dei notevoli progressi dopo l'armistizio ; ora è da

vedersi se l'equilibrio tra produzione e consumo

sarà modificato o troncato.

Già la Francia, rimessasi rapidamente, potrà in

breve- fare a meno dei prodotti agricoli e

mani-fatturieri dell'Inghilterra e dell'America; inoltre

in ciascun paese belligerante o neutro, dopo i

primi tempi di tendenza spendereccia, appena

ces-sate le ostilità, è sopravvenuta la riflessione, anche

per l'aggravio delle imposte così da indurre

al-l'economia nelle spese individuali. Vi è poi il fatto

della perdita come clienti degli Stati Centrali e

della Russia.

Prima della guerra la Germania era uno dei

principali clienti dell' Inghilterra ; rivali per certi

riguardi, esse si completavano per certi altri punti.

E lo stesso dicasi per gli Stati Unici ; la Germania

cederà loro utilmente i colori, la potassa, i

pro-dotti chimici ed in cambio le miniere di rame

americane e le fattorie troveranno in Germania

uno sbocco per i loro prodotti. Quindi la

scom-parsa dei mercati tedesco e russo eserciterà nel

momento presente del ristabilimento progressivo

della produzione una influenza decisiva sul prezzo

del mercato mondiale.

(8)

44

L' ECONOMISTA

23 gennaio — 1921 N. 2438

degli alleati d'essere pagati in dollari. Oggi sono

pagati in franchi e lire e per procurarsi i dollari

necessari alla continuazione dei loro affari, occorre

chiedere prestito alle banche americane o, se si

tratta di società per azioni emettere obbligazioni.

Ma queste due soluzioni sono poco soddisfacenti,

perchè il tasso dell'interesse è molto alto negli

Stati Uniti e le obbligazioni possono essere

collo-cate al 7 e al 7 1[2 nella migliore delle ipotesi.

Quanto ai prestiti di banca sono Sempre più

dif-ficili, perchè il sistema bancario americano manca

di elasticità. La riforma del 1913 ha indubbiamente

migliorato la situazione, creando la Federai

Re-serve Banks, ma gli americani sono rimasti fedeli

alla loro tradizionale solidarietà legale tra l'incasso

metallico e l'ammontare dei depositi. Nella

Fede-rai Reserve Bank l'incasso metallico deve

rappre-sentare sempre il 32 % dei depositi e il 40 % dei

biglietti di circolazione. L'esodo dell'oro

progres-sivo degli Stati Uniti dal giugno del 1920, ha

in-dotto la Federai Reserve Bank alla prudenza : le

cifre così parlano :

Germania 1915 » 1919 » 1920 Oro i m p o r t a t o 82 mil. doli.

10 »

12 » esportato 41 m i l . doli.

668 »

47 »

Si potrebbe pensare ad una terza combinazione:

l'emissione di valori europei agli Stati Uniti, ma

il tasso d'interesse è esageratamente elevato per i

valori americani di primo ordine. Se la Svizzera

prestava all'8 % nel luglio 1920, ora a quale tasso

i banchieri riuscirebbero a collocare in America

valori tedeschi, austriaci, ungheresi, russi, ed altri,

tenuto conto che il pubblico americano non ha

fa-migliarità con titoli stranieri, anche perchè

l'Ame-rica prima della guerra era molto indebitata con

l'Europa ?

Nè diversa è la situazione bancaria

dell'Inghil-terra, dove il tasso dell'interesse è assai elevato

e il sistema bancario manca pure di elasticità, che

si è ottenuta solo durante la guerra con la

emis-sione di buoni del tesoro scontati dalle banche di

deposito. Ma ora il tesoro inglese ha posto

ter-mine a queste operazioni e le banche inglesi non

sarebbero certo disposte ad accettare biglietti

al-l'ordine di semplici privati, o aprire miliardi di

credito allo scoperto ad industriali che vendono

in Europa in franchi, lire, marchi, rubli i loro

pro-dotti. L'emissione di titoli europei sarebbe forse

più facile in Inghilterra che agli Stati Uniti,

per-chè la prima è stata da lungo tempo il banchiere

mondiale. Ma tali operazioni richiedono miliardi e

dato l'enorme bisogno del tesoro e della industria

inglese, l'esito di tali emissioni è incerto e l'onere

corrispondente molto gravoso per chi ricorresse

a tal prestito. Di conseguenza il ribasso dei prezzi

sarà seguito, sia negli Stati Uniti che in

Inghil-terra, da facilitazioni al mercato dei capitali. Le

principali industrie di esportazione potranno allora

collocare più facilmente le loro obbligazioni nel

mercato nazionale, e con tanta maggior facilità se

saranno emesse da un istituto più potente

soste-nuto dalla garanzia solidale delle migliori firme

del paese. E le case interessate potranno

procu-rare alle migliori condizioni i dollari e le sterline

necessarie per vendere a credito in franchi, lire,

marchi e rubli l'eccesso della loro produzione.

Ma fissato l'ammontare del credito occorrente,

s:rà indispensabile creare agli Stati Uniti e in

In-ghilterra istituti che, riunendo tutti gli elementi

dei problemi, possano valutare con precisione il

quantitativo del credito verso l'Europa. Sembra

che gli Stati Uniti accedano già a questo concetto,

essendosi votato l'emendamento Edge al Federai

Reserve Act e deliberata di conformità a questo

emendamento la creazione della Federai foreign

banking Association con un capitale di due

mi-liardi e 100'milioni di dollari, con lo scopo di

fi-nanziare le esportazioni americane in Europa.

Que-sta banca è sorta per il concorso dì undici banche

di New-York, Boston, Buffalo, Filadelfia e le sue

operazioni cominceranno a»sai presto. Sembra

tut-tavia che per i bisogni dell'Europa il capitale

de-stinato sia esiguo ed occorrano altre associazioni

bancarie; tuttavia sarebbe preferibile un istituto

unico. I prestiti dovranno ammontare ad un

nu-mero rilevante di miliardi, prima che i debitori

possano liberarsi con le vendite dei prodotti

fab-bricati, o disponibili e non è inverosimile che il

complesso di tali anticipi possa ragguagliare i 50

miliardi di franchi. Il deficit della bilancia

com-merciale di paesi come l'Italia e la Francia, c h e .

non hanno subito il blocco, offre elemento per

giustificare l'entità della cifra anzidetta per il

fab-bisogno di tutta l'Europa.

L'enormità della operazione bancaria rende

ne-cessaria la concentrazione e la molteplicità dei

mezzi. Questo grande istituto, oltre ai crediti aperti

agli importatori, potrebbe acquistare valori

mobi-liari, contribuendo così a creare a New York un

mercato di valori internazionali. Si tratterebbe

tutto al più di una operazione graduata in

parec-chi anni, e per la quale la preparazione sarà assai

delicata. Ma ciò che importa è il provvedere fin

d'ora agli sbocchi per l'eccedenza della produzione

dei grandi paesi economieamente intatti e

riadat-tati come l'Inghilterra e gli Sriadat-tati Uniti.

L'Europa deve essere il loro miglior cliente, ma

essa ha ora bisogno di credito, spetta quindi a loro

preparare la migliore organizzazione per la

con-cessione di tale credito. Diversamente essi

an-dranno incontro al fenomeno di sopraproduzione

suscettibile di provocare ribasso forte di prezzi,

progressiva diminuzione di produzione, riduzioni

di salari, disoccupazioni, fallimenti e disordini

interni.

Ciò premesso, anziché riconoscere nel recente

ribasso dei prezzi una semplice conseguenza di

eccesso di speculazione, è da ritenersi che esso

sia piuttosto l'effetto dell'inversione dello

squi-librio tra produzione e domanda : la prima si

ac-costa progressivamente alla misura normale per

le ragioni già esposte. Quindi la curva dei prezzi

accenna ad orientarsi duraturamente al ribasso.

Solo larghi crediti consentiti all' Europa potranno

arrestare un ribasso profondo e forse disordinato

dei prezzi negli Stati Uniti e in Inghilterra. Quindi

il periodo nel quale ci troviamo potrà avere grande

analogia con quello di depressione, fors'anche

in-tensa, negli Stati Uniti e in Inghilterra e soltanto

il credito aperto all'Europa riescirà ad impedirlo.

Tali crediti agiranno da regolatori dei prezzi

mon-diali e dei corsi del cambio, modereranno i prezzi

delle merci in franchi, lire o marchi. Solo i grandi

istituti bancari possono efficacemente esercitare

tate funzione moderatrice, perchè i semplici

pri-vati non riuscirebbero a così colossale intento,

anche perchè l'egoismo individuate è spinto a

sfruttare il disagio dell'Europa, che si presta alla

più avida speculazione.

N O T E E C O N O M I C H E E FINANZIARIE

La pruduzione mineraria e metallurgica

in Italia

Dalla statistica della produzione mineraria e

metallur-gica italiana nel 1919, che E s p e t t o r a t o delle Miniere ha

ora pubblicato, risulta che negli ultimi sette anni la

pro-duzione nazionale dei combustibili fossili ha percorso

una curva significativa. P a r t e n d o dalla cifra di 701.000

tonnellate prodotte nel 1913

;

è salita a 953.000

tonnel-late nel 1915 e a 2.171.000 tonneltonnel-late nel 1918; ma nel

1919 è stata solo di tonnellate 1.158.000.

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