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Quest anno il dollaro USA continuerà ad essere

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Academic year: 2022

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Q

uest’anno il dollaro USA continuerà ad essere forte rispetto all’euro e ad altre valute anche se è più probabile che lo sia più nel breve che nel lungo periodo. A concorrere all’apprezzamento della moneta statunitense sono principalmente tre fattori: aspettative di crescita globale in peg- gioramento, una FED sempre più hawkish e una crescente av- versione al rischio da parte degli investitori. È questa in sintesi la risposta data ad Advisor dagli analisti delle maggiori società di gestione sull’andamento della moneta USA da qui alla fine del 2022.

AcomeA

Data la grande incertezza del momento, nel breve termine è pro- babile che il dollaro continui a rafforzarsi verso la parità con l’eu- ro in virtù del suo stato di safe haven, della forza relativa dell’e- conomia USA e della sua minore esposizione a rischi geopolitici.

Ritengo però che siamo nelle fasi finali di questo trend di ap- prezzamento, per tre ragioni. La prima è che il posizionamento del mercato è già ampiamente lungo sul dollaro, e quindi ci sono meno compratori al margine. Il secondo è che oramai il mercato ha già prezzato una funzione di reazione molto hawkish da par-

te della FED, e sembra difficile che la banca centrale americana possa superare queste attese. La terza è che il dollaro si rafforza in fasi di mercato risk-off come quella recente. Anche qui, va detto che il sentiment degli operatori è già molto negativo a causa dei timori di stagflazione, quindi sembra plausibile che i mercati di ri- schio possano invertire la rotta (e con essi il dollaro) nei prossimi mesi. Quali potrebbero essere le cause di questa inversione? Ne posso immaginare tre: una stabilizzazione del trend di inflazione, che ridurrebbe le paure di stagflazione; una riapertura dell’econo- mia cinese, che darebbe nuova linfa al ciclo manifatturiero globale e l’inizio della risoluzione del conflitto in Ucraina.

ALGeBris

Recessione o non recessione? Questo è il dilemma che adesso attanaglia i mercati. In Algebris siamo convinti che la recessione sia ancora a distanza di sicurezza e che la variazione della crescita globale sia solo un momento congiunturale di rallentamento della traiettoria del ciclo economico. Ciò detto, riteniamo che la reazio- ne dei mercati finanziari sia stata eccessiva e probabilmente esa- sperata dall’assenza di segnali realmente confortanti sia sul fron- te geopolitico, che sulla gestione del Covid in Asia (con la Cina ancora bloccata dalla politica di tolleranza zero verso il virus).

In questo contesto la situazione valutaria vede il dollaro USA ai massimi rispetto a tutte le principali valute mondiali. Questa for- za relativa è conseguenza della politica monetaria della FED, ma anche fonte di conforto per la banca centrale americana, la quale sfrutta la forza del biglietto verde per mitigare l’ulteriore impor- tazione d’inflazione dall’estero per effetto, ad esempio, dei prezzi più alti sulle materie prime o sui semi-lavorati. Proprio perché riteniamo il dollaro particolarmente alto rispetto all’euro e poi- ché ci troviamo alla vigilia dell’inizio del percorso di restrizione monetaria da parte della BCE, crediamo che la scelta migliore sia oggi quella di avere un posizionamento short nei confronti del dollaro USA, in favore dell’euro.

AmBroseTTi Am

I mercati, nonostante un quadro macroeconomico generale di fondo stabile, stanno vivendo, in questo periodo, un momento di maggior tensione dovuto a diversi fattori: le preoccupazioni circa

lA forzA del dollAro è breve

a cura di Daniele Riosa @DanieleRiosa

le valute tradizionali ad alto beta

hanno meno probabilità di registrare

una sovraperformance

dato il deterioramento

della crescita globale....

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l’evolversi del conflitto russo-ucraino, i nuovi lockdown in Cina, i prezzi delle materie prime in forte rialzo. Tutti temi dunque che stanno portando tensioni sia a livello di mercati azionari mondiali, in correzione dopo le forti salite post Covid, sia sul fronte obbli- gazionario alle prese con una dinamica rialzista dei tassi dalle va- lenze strategiche che mina le ipotesi di rendimento futuro dell’in- tero comparto. In questo contesto di incertezza anche il mondo valutario ha iniziato a registrare oscillazioni significative uscendo da una condizione di stazionarietà che da molti trimestri lo ca- ratterizzava. In particolare il dollaro si sta dimostrando la valuta di riferimento a livello globale con un generale apprezzamento favorito sia da un’economia statunitense che è stata in grado di riprendersi molto più velocemente rispetto a gran parte dei paesi sviluppati sia dalla scelta della FED di adottare fin da subito una politica monetaria più restrittiva rispetto a quella decisamente ancora accomodante delle altre banche centrali. Tuttavia, questo ritmo di salita del dollaro inizia ad incontrare i primi ostacoli ren- dendo difficile la sostenibilità nel medio periodo di uno scenario in costante apprezzamento.

ANimA sGr

La recente forza del dollaro è stata alimentata da una combina- zione di fattori: aspettative di crescita globale in peggioramento, atteggiamento sempre più hawkish da parte della FED (con con- seguente incremento dei tassi reali statunitensi) e una crescente avversione al rischio da parte degli investitori. In questo contesto, la divisa americana è stata percepita come bene rifugio per ec- cellenza. La forza nei confronti dell’euro si giustifica anche con i rischi per la crescita economica del nostro continente legati alle ricadute del conflitto russo-ucraino. Nel breve periodo, il dollaro continuerà ad essere sostenuto dal contesto descritto, anche se i margini di ulteriore apprezzamento appaiono sempre più limitati.

Nella seconda parte dell’anno, però, ci aspettiamo che il rallen- tamento dell’inflazione americana, una Fed meno aggressiva e la crescente sensibilità della BCE al tema della debolezza del cambio (un fattore in grado di aggravare le pressioni inflazionistiche in area euro) alimentino un indebolimento del dollaro e un recupero dell’euro.

BANcA GeNerALi

Riteniamo il dollaro possa aver concluso buona parte del suo ap- prezzamento considerato che anche la BCE ha cominciato a fare dichiarazioni riguardo possibili interventi al rialzo sul tasso uffi- ciale di sconto.

cArmiGNAc

La recente forza del dollaro rispetto all’euro ha probabilmente attirato l’attenzione di molti investitori, soprattutto perché ha rotto e mantenuto l’importantissimo livello di supporto tecnico di 1,075, risalente al 1985. A questo proposito, molti investitori si sono probabilmente posti la stessa domanda: è ancora il mo- mento di salire sul carro e aumentare l’esposizione al dollaro nei portafogli? Nell’attuale contesto di volatilità, ci sono certamen- te buone ragioni per mantenere un’esposizione significativa alla valuta di riserva mondiale nei portafogli globali, in quanto bene rifugio, almeno nel breve periodo. Nel lungo termine però, l’euro potrebbe beneficiare di uno scenario favorevole grazie a diversi fattori. In termini di inasprimenti futuri, infatti, è probabile che la BCE riservi più sorprese rispetto alla FED. Inoltre, rispetto agli Stati Uniti, l’Europa e l’euro beneficerebbero maggiormente di un programma di stimolo significativo da parte della Cina, nel caso in cui la leadership cinese decidesse di rilanciare la propria strategia di crescita economica nel corso dell’anno. In ogni caso, qualunque sia la direzione in cui evolveranno i dati fondamenta- li, gli investitori dovrebbero tenere presente che l’andamento del dollaro, essendo la valuta di riserva globale, è determinato anche da altri fattori oltre ai fondamentali dell’economia. Pertanto, è sempre difficile prevedere il suo percorso futuro.

cirdAN cApiTAL mANAGemeNT

La nostra visione sul dollaro americano per l’anno corrente pre- vede una chiusura in positivo rispetto all’inizio dell’anno. Infatti, crediamo che la valuta americana continuerà a rafforzarsi rispetto alle altre principali valute, in particolare che a fine anno la quo-

AZIONARIO USA AZIONARIO EUROPA

AZIONARIO ITALIA

Ribasso Stabile Rialzo

AZIONARIO EMERGENTI 42%

37%

32%

37%

37%

32%

37%

37%

26%

26%

32%

26%

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tazione per EUR/USD possa registrare un livello nell’intorno del 1.05. Riteniamo che negli ultimi mesi il dollaro statunitense abbia acquistato valore grazie alla sua duplice funzione di moneta do- mestica e internazionale. Difatti, reputiamo che il ‘biglietto ver- de’ stia ‘guadagnando punti’ a causa dell’incertezza sulla crescita europea e cinese. Un altro elemento a favore del dollaro, questa volta inteso come moneta rifugio, riguarda due principali aspet- ti: la politica aggressiva in tema di aumento dei tassi da parte della FED e la bassa performance dell’azionario globale. Inoltre, sul fronte europeo, vediamo il dollaro americano in un costante guadagno su un euro in continua svalutazione, principalmente dovuto alla guerra in Ucraina. Essa ha portato l’Europa a soffrire una crisi energetica sotto il peso dell’aumento dell’inflazione e ad una costante riduzione della crescita. Rimane sempre il ragione- vole dubbio di un inaspettato cambio di marcia sul fronte russo.

Tuttavia, a nostro parere, l’unione degli sfortunati eventi, Covid e conflitto in Ucraina, sta lasciando poco spazio alle speranze di una ripresa rapida nel secondo semestre del 2022 nell’Eurozona, che comunque non dovrebbe influenzare l’andamento positivo del dollaro.

coLUmBiA ThreAdNeedLe iNvesTmeNTs

Siamo neutrali sul dollaro. Da un lato, l’invasione dell’Ucraina colpirà la crescita globale, ostacolerà i mercati del rischio e fa- vorirà il dollaro. Il repricing della BCE non è riuscito finora a stimolare l’euro, poiché le aspettative di crescita dell’Eurozona sono inferiori a quelle degli Stati Uniti. D’altro canto, la fine della strategia zero-covid in Cina normalizza le catene di approvvigio- namento e aumenta la crescita globale, a scapito del dollaro.

coNsULTiNvesT

Il dollaro ha raggiunto nei confronti dell’euro valori di forza che non vedevamo da parecchio tempo, arrivando a rompere l’1.05.

Questo movimento riflette ovviamente le attese di una politica monetaria restrittiva della Fed che si vede costretta a fronteggiare

un significativo rialzo dell’inflazione e un mercato del lavoro oltre la piena occupazione in anticipo rispetto alla BCE. Per l’Europa ci saranno quindi vantaggi nel medio termine per le esportazioni, ma nell’immediato ci sarà un ulteriore contributo all’inflazione che spingerà la BCE ad anticipare i tempi della restrizione a que- sta estate. Per questo motivo è probabile che il dollaro sia vicino ai massimi contro l’euro e che a fine anno sia su livelli più deboli degli attuali. Tuttavia nel caso ci fossero sviluppi negativi sul fron- te della guerra in Ucraina o altri eventi negativi che portassero a picchi di volatilità, nonostante possibili contraccolpi in futuro legati al congelamento delle riserve valutarie russe, il dollaro con- tinuerà a essere considerato una delle valute su cui rifugiarsi e per questo potrebbe rimanere su livelli più elevati di quelli dovuti al differenziale dei tassi di interesse o di crescita dell’economia.

FiNiNT iNvesTmeNTs sGr

Le principali previsioni economiche sono per un rallentamento nella crescita del GDP a livello globale. In particolare per quel che riguarda l’Europa e la Cina. L’aumento dei rischi di rallentamen- to dell’economia, in uno scenario di politica monetaria restrittiva, dovrebbe indurre le banche centrali a porre maggior attenzione ai rischi di overtightening con il risultato di mandare le economie in recessione tornando verso livelli di inflazione sotto al target. Nel breve periodo il dollaro dovrebbe continuare il suo rafforzamento anche grazie al suo ruolo di valuta di riserva globale. Rispetto all’euro il livello limite sembra essere 1.03, dopodichè, una volta concluso il ciclo di rialzi, potra tornare in area 1.1.

FrANKLiN TempLeToN

Le incertezze in merito agli sviluppi dell’inflazione, la politica monetaria e gli impatti di tutto ciò su crescita economica ed utili aziendali: questo il quadro che si presenta ai mercati finanziari ed agli investitori, con un evidente aumento della negatività. La guerra in Ucraina e l’aumento dei lockdowns in Cina di certo non aiutano a rasserenare lo scenario. Non vediamo i segnali tipici di

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una recessione imminente, ma il rallentamento economico in atto può essere rilevante e portare la crescita al di sotto del trend stori- co. Crediamo opportuno ridurre l’esposizione azionaria, sebbene per ora in chiave tattica.

GAm

Il trend di rafforzamento del dollaro prosegue ormai senza inter- ruzione da oltre un anno, con il minimo toccato a maggio 2021.

La ripresa a pieno regime dell’attività economica negli Stati Uniti, accompagnata da una crescente spirale inflattiva, ha spinto verso l’alto i rendimenti del Treasury e portato la Fed verso una politica fortemente restrittiva che si è concretizzata con il recente rialzo da 50 punti base del tasso ufficiale. La crisi geopolitica in Ucrai- na ha ulteriormente esacerbato il movimento di rafforzamento del biglietto verde, insieme a quello delle altre valute percepite come bene rifugio come ad esempio il franco svizzero. In una fase di mercato estremamente incerta come quella attuale, e con una politica monetaria più decisa da parte della Federal Reserve rispetto alla BCE, è probabile che la forza della valuta americana permanga anche nei prossimi mesi, in particolare verso l’euro. E’

possibile però che, nella seconda parte dell’anno, con l’eventuale primo rialzo dei tassi in area euro e l’auspicabile miglioramen- to della situazione geopolitica globale, il trend del dollaro possa cambiare rotta. Il deficit commerciale americano riportato a mar- zo è stato superiore alle attese degli analisti, con le importazioni che sono cresciute di oltre il 10% nel mese rispetto al +5% delle esportazioni. Questo dovrebbe favorire l’indebolimento della va- luta nel medio termine.

LA FrANçAise Am

Da gennaio il dollaro americano si è rafforzato rispetto alla mag- gior parte delle valute, con il relativo indice che ha fatto registrare una crescita dell’8%. Alla base di queste performance vi sono tre motivi principali: l’atteggiamento aggressivo della Fed; le conse- guenze delle sanzioni statunitensi ed europee contro la Russia che hanno portato a un’inflazione globale ancora più alta e a una cre- scita globale più debole; i timori per la crescita economica cinese legati alla sua politica zero Covid. L’euro è sceso a 1,05 dollari, perché l’Europa è più esposta alle forniture di petrolio e gas della Russia. Rispetto allo yen giapponese, il dollaro è salito di oltre il 13% a 130,96 e la BoJ mantiene la sua posizione ultra-dovish.

Il cambio USD/CNY è superiore a 6,65. La PBoC ha ridotto il coefficiente di riserva obbligatoria per i depositi bancari in valuta estera dal 9% all’8% per stabilizzare lo yuan. Prevediamo che il dollaro resterà fermo nei prossimi mesi a causa delle aspettati- ve di un aumento dei rendimenti reali statunitensi e del debole slancio della crescita all’estero. Riteniamo inoltre che la crescita degli Stati Uniti sarà solida, poiché la spesa per i consumi rimane molto alta: nel primo trimestre è aumentata del 2,7%. Tuttavia, le aspettative di tagli dei tassi della FED a partire dalla fine del 2023 rappresentano il rischio principale per il dollaro nel corso dell’an- no, con gli investitori che temono che i tassi maggiorati da parte della FED portino l’economia statunitense in recessione.

m&G

Il dollaro USA è caro, sia rispetto all’euro che rispetto a molte altre valute. Le buone notizie legate ai futuri possibili aumenti dei tassi da parte della Fed sembrano ormai ampiamente prezzate.

Significa che sarà sempre più difficile vedere ulteriori fattori a supporto del dollaro da un punto di vista fondamentale. Tuttavia il biglietto verde resta un “risk free asset” per molti investitori.

Pertanto fino a quando permarrà la guerra in Europa, sembra difficile vedere un indebolimento del dollaro e, anzi, non si può escludere un ulteriore rafforzamento momentaneo nei confronti dell’euro. Tuttavia nel medio termine un livello di equilibrio po- trebbe tendere più verso 1.2 che non verso la parità.

medioBANcA sGr

Ci attendiamo per il dollaro che il trend di rafforzamento in atto possa proseguire anche nel corso dell’estate. I rischi geopolitici, che incidono sullo scenario europeo, ed i lockdown in Asia con- tribuiranno a sostenere il tema della divergenza nella crescita, che finora ha alimentato la performance del dollaro a discapito del- le valute europee ed asiatiche. L’ulteriore elemento che ha sup-

OBBLIGAZIONARIO ITALIA

OBBLIGAZIONARIO EUROPA

OBBLIGAZIONARIO USA

OBBLIGAZIONARIO EMERGENTI

Ribasso Stabile Rialzo

32%

32%

16%

16%

16%

47%

42%

53%

47%

42%

37%

21%

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portato il dollaro, ovvero il processo di normalizzazione dei tassi iniziato dalla FED nel primo trimestre, potrebbe venir meno nel corso della seconda parte del 2022, una volta che altre banche centrali cominceranno ad alzare i tassi per fronteggiare l’inflazio- ne. In particolare rispetto ad euro, il picco nel differenziale dei tassi potrebbe essere raggiunto in prossimità del primo rialzo da parte della BCE, atteso dal mercato durante la riunione di luglio.

L’outlook per il dollaro resta dunque a favore di un ulteriore, mo- desto, apprezzamento nel corso dell’estate per poi lasciare spazio ad una fase di parziale ri-tracciamento. Rispetto ad euro, consi- derati i rischi geopolitici peculiari dell’area euro rispetto agli Stati Uniti, le probabilità di vedere un apprezzamento del dollaro più deciso e prolungato non sono trascurabili.

oFi Am

Il dollaro è sostenuto da 3 fattori: una crescita più forte negli Stati Uniti rispetto ad altre grandi economie come l’Europa. Sebbene l’impatto del Covid-19 si sia materialmente attenuato, esso con- tinua a danneggiare le catene di approvvigionamento negli Stati Uniti, ma in misura minore rispetto ai paesi che sono molto più sensibili all’economia cinese, poiché la Cina sta attualmente im- ponendo ampie misure di blocco. Il dollaro ha uno status di “por- to sicuro” in un contesto geopolitico complesso, con la guerra in corso in Ucraina. La FED è molto più aggressiva rispetto alle altre banche centrali, poiché l’inflazione negli Stati Uniti sembra molto più radicata con l’avvento di una spirale “salari/prezzi”. Il mercato del lavoro è molto forte e ciò aumenta le pressioni infla- zionistiche. Anche se le altre banche centrali dovessero inasprire le loro politiche, gli Stati Uniti dovranno farlo ancora di più, il che rappresenta un sostegno per il dollaro USA. Questi fattori dure- ranno ancora per qualche tempo. Tuttavia, a un certo punto gli Stati Uniti saranno colpiti dal rallentamento globale che dovrebbe far scendere i tassi a lungo termine. Ciò significa tassi di interesse più bassi per il biglietto verde. Le pressioni al rialzo sulla divisa USA non si fermeranno se gli investitori non vedono la fine del ciclo di inasprimento della Fed. Riteniamo che ciò possa avvenire entro la fine dell’anno e quindi non ci aspettiamo grandi movi- menti oltre alla recente volatilità.

picTeT Am

Gli Stati Uniti risentono meno degli effetti stagflattivi causati dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. La solidità della domanda interna e l’indipendenza energetica hanno contribuito alla forza del dollaro assieme alla svolta restrittiva della FED che ha ampliato la divergenza dei tassi di interesse americani rispetto alle principali aree sviluppate. Inoltre lo shock di avversione al rischio ha visto il dollaro USA godere dello stato di bene rifugio, tra le poche scelte rimaste agli investitori nella complessità del- lo scenario osservato da inizio anno. Gli ultimi dati di inflazione americana assieme all’ultima riunione della FED fanno pensare all’avvicinarsi del picco sia per l’inflazione che per la retorica re- strittiva della FED. D’altro canto la BCE sta mostrando sconforto crescente per le prospettive di inflazione e l’effetto peggiorativo del cambio debole su questo fronte, avvicinando le attese di mer-

cato sul potenziale primo rialzo. Quindi, seppur ci siano ancora elementi di supporto per il dollaro USA, al momento sembra ave- re raggiunto un picco di forza. Riteniamo sia rimasto poco spazio di apprezzamento ulteriore dagli attuali livelli per la valuta statu- nitense, fatto salvo l’acuirsi dell’avversione al rischio.

rAiFFeiseN cApiTAL mANAGemeNT

Il dollaro USA ha attualmente una valutazione relativamente ele- vata, sostenuta dalle aspettative di rialzo dei tassi d’interesse, da un livello di rendimento generalmente più elevato sul mercato ob- bligazionario statunitense rispetto alle obbligazioni tedesche, da flussi verso i beni rifugio dovuti alla guerra in Ucraina e dal fatto che gli Stati Uniti non dipendono dall’energia estera.

D’altro canto, gli Stati Uniti hanno un enorme deficit strutturale delle partite correnti, che comporta la necessità di afflussi netti di capitale di almeno 2 miliardi di dollari al giorno. Inoltre, il merca- to detiene attualmente posizioni lunghe sulla valuta statunitense, che tuttavia sono state leggermente ridotte recentemente. È pro- babile che la Fed aumenti i tassi ad ogni riunione di quest’anno, e questo favorisce l’attuale sopravvalutazione del biglietto verde, al- meno nel breve periodo. In Europa le aspettative di rialzo dei tassi della BCE sono aumentate nonostante l’incertezza della guerra in Ucraina - il Continente è molto più colpito dai problemi a est (da un punto di vista economico e in particolare come importatore netto di energia) - poiché l’inflazione è ben al di sopra dell’obiet- tivo della BCE.

L’enorme surplus strutturale delle partite correnti si riduce dra- sticamente, poiché i prezzi dell’energia rimangono elevati, il che significa un minore sostegno per l’euro. I rialzi dei tassi inizieran- no probabilmente a luglio e porteranno il tasso di deposito della BCE in territorio positivo entro la fine dell’anno.

Nel complesso, il dollaro USA dovrebbe rimanere forte nel breve termine e potrebbe persino apprezzarsi ulteriormente benefician- do delle incertezze geopolitiche, in particolare se i flussi di gas verso l’Europa venissero completamente tagliati o se la propen- sione al rischio sui mercati crollasse a livello generale.

la moneta dell’ue

potrebbe apprezzarsi verso fine anno poiché i rialzi della bce hanno un impatto maggiore sul cambio euro/dollaro rispetto ai rialzi

della fed, in quanto...

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Tuttavia, lo scenario di base prevede un trading range intorno agli attuali livelli di 1,05 per il momento. L’euro potrebbe apprezzar- si leggermente entro la fine dell’anno, poiché i rialzi della BCE hanno un impatto maggiore sull’EUR/USD rispetto ai rialzi della Fed, in quanto l’area dell’euro si lascia alle spalle l’era dei tassi negativi, che dovrebbe iniziare a frenare i deflussi di capitale.

UBp

Per il resto del 2022 prevediamo che il dollaro USA inizierà a indebolirsi gradualmente, riflettendo numerosi fattori distinti ma correlati. In primo luogo, l’inflazione statunitense è prossima a raggiungere il picco; la Fed sarà quindi meno propensa a rialzare i tassi oltre le attuali aspettative del mercato.

In secondo luogo, le preoccupazioni per la crescita diventeranno più marcate. Ciò significa che i mercati hanno iniziato a prezzare i rialzi dei tassi all’inizio del 2023. In terzo luogo, il mercato prezzerà i rialzi dei tassi della BCE durante l’estate e questo avrà un effetto significativo sul cambio EUR/USD, a causa del rientro dei capitali da parte degli investitori obbligazionari, che beneficeranno del mi- glioramento dei rendimenti delle obbligazioni denominate in euro.

Infine, gli investitori mantengono attualmente un’ampia posizio- ne long sul dollaro, che probabilmente verrà rimodulata nei pros- simi mesi. Questo comporterà una modesta pressione di deprez- zamento sul dollaro. La debolezza del dollaro sarà probabilmente più evidente nei confronti dell’euro e dello yen giapponese.

Le valute tradizionali ad alto beta hanno minori probabilità di re- gistrare una sovraperformance, dato il deterioramento del profilo di crescita globale. È improbabile che le valute dei mercati emer- genti si apprezzino in modo significativo, nonostante il modesto deprezzamento del dollaro, a causa delle maggiori preoccupazio- ni per la crescita. Non prevediamo un deprezzamento disordinato del dollaro, poiché i tassi sono ancora bassi per la maggior parte delle valute dei mercati sviluppati.

Fonte: dati raccolti dalla redazione di ADVISOR. Società partecipanti: AcomeA, Algebris, AmbrosettiAM, Amundi, Anima SGR, Banca Generali, Carmignac, Cirdan Capital Management, Columbia Threadneedle Investments, Consultinvest, Finint Investments SGR, Franklin Templeton, GAM, La Française AM, M&G, Mediobanca SGR, OFI AM, Pictet AM, Raiffeisen Capital Management, UBP.

Legenda: in ogni categoria (ad esempio Azionario Italia) viene rappresentata la media dei sentiment espressi delle società partecipanti divisa nelle tre previsioni (ribasso, stabile e rialzo) Sondaggio chiuso il 24 maggio 2022

MATERIE PRIME

TASSI BCE

TASSI FED

CAMBIO EURO/DOLLARO

Ribasso Stabile Rialzo

11%

5%

16%

5%

0%

37%

63%

58%

47%

42%

26%

89%

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