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1) IL PARCO DEL FUTURO E LA SUA FUNZIONE UTILE E/O DILETTEVOLE

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Academic year: 2021

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1) IL PARCO DEL FUTURO E LA SUA

FUNZIONE UTILE E/O DILETTEVOLE

“L’entusiasmo per la natura deriva dall’inabitabilità della città:

ma la natura, in sé e per sé, è altrettanto inabitabile” B. BRECHT

1.1) PREMESSA

Il giardino del futuro secondo Joseph Rykwert sta “fra estetica e tecnologia” in quanto “utile e istruttivo” e deve essere semplicemente “meraviglioso”, dovrebbe contribuire allo svago e all’ornamento e fornire “conoscenza” e cibo. Il giardino/parco può sollecitare la ricerca dell’ Eden perduto e può esprimere l’appartenenza ad uno “status” sociale, lo “status” di chi possiede un giardino rispetto a chi non l’ha, di conseguenza può offrire la possibilità di esercitare il potere attraverso l’offerta alla comunità di un giardino, come fecero le Corti nel barocco come ricorda Lewis Mumford a proposito di Regent’s Park a Londra. Il giardino/parco può rappresentare anche il tentativo di esorcizzare la paura della foresta, vedi il bosco come limite invalicabile e periglioso in tutte le saghe e le favole europee, e la sfida di “umanizzare” la natura nella delizia della sua rappresentazione in linea con l’ideale utopico di un innalzamento spirituale attraverso la contemplazione che continua nell’ambito del progetto moderno e contemporaneo dei giardini intesi

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come “giardini da guardare, giardini sentimentali”, emblematico, il giardino di Le Notre a Veoux le Viconte, precursore di quello di Versailles.

Nell’ottocento si sente la necessità di conservare dentro la città il suo opposto esterno. Il grande parco urbano aveva la funzione/ missione di surrogare alle masse urbane l’equivalente di una gita in campagna, per dirla come F. Low Olmsted progettista del Central Park di New York

Oggi che la campagna ha industrializzato i suoi sistemi di produzione mutando la sua forma tradizionale e il suo rapporto con la città, il giardino assume ancora significati spirituali e utilitaristici ? Il giardino/parco è ancora simbolo di potere? Oggi il verde come “standard urbanistico” è diventata una componente per misurare la civiltà urbana.

1.2) DIVERSITA’ E ATIPICITA’ DELLA SITUAZIONE

ITALIANA

In Italia, nel processo di industrializzazione e di sviluppo urbano il tema del verde è stato relegato a ruoli marginali e di scarso rilievo. Sul sistematico saccheggio del verde è capillare la documentazione di Antonio Cederna in La distruzione della natura in Italia. L’ambiente naturale finisce per essere abbandonato a se stesso in attesa di una riqualificazione estetica o di un suo utilizzo economicamente remunerativo. Le condizioni ambientali prodotte dalla società industriale non sono congrue con le aspettative dell’uomo contemporaneo, Seveso, Marghera,emergenza rifiuti … docent. E’ assodato che l’ambiente naturale, per la sua esiguità, ricopre valori che travalicano l’ “estetico” per divenire fondamentali alla sopravvivenza degli insediamenti urbani, per cui vale la pena cercare di individuare un approccio metodologico e progettuale che veda l’ambiente protagonista dell’assetto del territorio

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che tenga conto della realtà territoriale: economica,culturale, sociale del nostro tempo per sperimentare un risanamento e una riqualificazione. Sviluppo e nuove tecnologie possono fondersi quando l’ambiente è ancora una attrattiva in grado di riqualificare l’esistenza umana; il fabbisogno di natura aumenta con la disponibilità di maggior tempo libero e il bisogno di evadere dallo stress quotidiano col rischio di consumare l’ambiente naturale come un altro qualsiasi prodotto (industriale). Occorre operare per una presa di coscienza ambientale, per la diffusione della cultura del territorio. l’assetto del territorio, l’ uso e consumo dei beni naturali sono funzionali all’organizzazione della società civile perciò occorre cambiare orientamenti, costumi, modelli di vita per conquistare un nuovo rapporto con l’ambiente.

A tutti piacerebbe vivere in un parco, basta guardare la richiesta esponenziali di seconde case in campagna, ma non si è ancora provato a stabilire costi e ricavi, possibili riconversioni produttive,e benefici sociali e culturali che si possono ottenere da un assetto territoriale redatto e concepito come se fosse un progetto parco. Il parco è sempre stato nell’interpretazione filosofica e letteraria, sinonimo, metafora, immagine, specchio di altre situazioni o della ricerca di un paradiso perduto. “Compito primario della progettazione territoriale è quello di arrestare il degrado o, nel migliore dei casi, di evitare il formarsi di nuovo degrado. Il degrado assume così il significato di alterazione/trasformazione non sempre irreversibile, anzi, possibilmente eliminabile con l’intervento di manutenzione”.

Il progetto di un Parco quindi non appartiene a un settore specialistico della progettazione territoriale, ma è un modo per fare, forse il modo di fare dell’assetto territoriale, il reale progetto dell’ambiente Migliarino-S.Rossore-Massaciuccoli, un esempio possibile di territorio trattato alla stregua di un Parco e che possa rappresentare una sfida per

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comprendere il valore e il significato che hanno i rari spazi ancora non del tutto antropizzati.

L’istituzione del Parco ha evitato dannose manomissioni del territorio e agisce per promuovere una conoscenza scientifica del territorio; le attività inserite favoriscono la fruizione didattica e ludica e uno scambio sinergico.

La presa di coscienza di un rinnovato rapporto tra l’ambiente naturale e l’uomo presenta caratteri di grande attualità e di rinnovato interesse per la vita contemporanea; ben venga quindi anche la kermesse mediatica orchestrata da Al Gore che coinvolge il pubblico delle più affollate metropoli del mondo, purché non si bruci anche questa presa di coscienza come un ulteriore prodotto di consumo.

1.3) IL PROGETTO DEL NUOVO: GLI OBBIETTIVI

Le proposte di questa tesi si inseriscono nell’ambito della qualificazione di un sistema edilizio-ambientale di grande rilievo naturalistico, il Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.

Il Parco è formato da:

1) la macchia lucchese e la tenuta Borbone

2) il padule settentrionale ed il lago di Massaciuccoli

3) il padule meridionale di Massaciuccoli e la fattoria di Vecchiano 4) la tenuta di Migliarino

5) la tenuta di San Rossore

6) la tenuta di Tombolo e Arnovecchio 7) la tenuta di Coltano e Castagnolo

Queste zone, pur in origine appartenenti in parte ad una stessa proprietà, costituivano dei microcosmi separati che hanno consentito lo sviluppo di proprie vicende storiche determinate dalla natura dei luoghi,

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dalle scelte produttive, dagli interventi per la realizzazione di percorsi, da opere di drenaggio o di altra natura idraulica, da manufatti edili, ecc. Si ipotizza dunque di perimetrare il Parco secondo “comparti” definiti autonomi ed allo stesso tempo interconnessi.

All’interno di ogni comparto si prevedono : - un museo - un centro visite - una foresteria

La presente tesi si propone di progettare il Museo della Tenuta di San Rossore, recuperando un fabbricato rurale nella zona sud della Tenuta. Tale progetto, preceduto da una adeguata fase informativa (indagini storiche, sopralluoghi, rilievi, documentazione fotografica, analisi delle esigenze del committente e dei conseguenti requisiti tecnici) e dalla conseguente fase creativa (ipotesi di soluzioni progettuali rispondenti ai bisogni rilevati) viene svolto nel pieno rispetto della salvaguardia

dell’ambiente circostante, considerando il Parco Naturale inteso come: - Parco come presenza qualificante dell’area metropolitana

- Parco come infrastruttura ambientale collettiva a servizio di un vasto territorio” in cui si potrebbe/dovrebbe svolgere l’attività relativa a “coltivare lo spirito ed il corpo”

- Parco inteso non solo come “riserva naturale”, ma anche come

“espressione” della presenza antropica, nell’insieme come struttura da frequentare/visitare/osservare secondo precise modalità di fruizione. - Parco non solo istituzionale, ma “luogo in cui stupire ed istruire” - Parco come “riparazione agli scempi compiuti” e come premessa ad uno sviluppo possibilmente alternativo a quello in essere.

La tesi, che si articola seguendo i principi del Piano di Gestione della Tenuta:

1. Miglioramento e tutela del patrimonio naturale originario e ricostruzione degli habitat scomparsi.

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2. Organizzazione di percorsi per la didattica naturalistica 3. Creazione di opere necessarie allo svolgimento di attività

scientifiche.

si pone gli obbiettivi primari di :

- Creare una struttura museale all’interno della tenuta di San Rossore in sinergia con il Parco Naturale

- Valorizzare il rapporto Uomo/Natura/Territorio, ovvero il genius loci (l'insieme delle caratteristiche socio-culturali, architettoniche, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un ambiente)

e gli obiettivi secondari di:

- Rendere fruibile al pubblico una zona del Parco non accessibile a tutti - Creare un punto di riferimento scientifico-naturale per il turismo

sostenibile

- Rendere maggiormente partecipe la cittadinanza ad iniziative ecologiche locali

- Creare un punto di riferimento ecologico e didattico per le scuole - Stringere una rete di relazioni tra i musei delle varie tenute del Parco - Creare opere necessarie allo svolgimento di attività scientifiche.

La progettazione del nuovo Museo si inserisce appieno in questa strategia, proponendo la zona di Cascine Nuove come nuovo polo scientifico del Parco, a caratterizzazione didattico-naturalistica.

- La caratterizzazione didattica dell’area è già evidente, essendovi ubicati un asilo ed una scuola elementare.

- La caratterizzazione scientifico-naturalista è già presente sulla carta, in quanto nella sede di villa Giraffa è prevista la creazione di una banca del genotipo.

Il nuovo Museo sancisce dunque la connotazione didattica, scientifica e naturalistica dell’area, ospitando una collezione permanente sulla

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“natura” del Parco. Vi saranno dunque oggetti, schemi, pannelli, manifesti, libri e video illustranti il Parco, in tutti i suoi aspetti: geomorfologici, floristici, faunistici e storico-insediativi.

Il museo si pensa inserito in una rete di percorsi ecologici, che vanno dalle passeggiate a cavallo ai percorsi trekking o ciclabili, analizzati poco più avanti nella trattazione.

Per soddisfare le esigenze della tutela naturalistica, dell’uso sociale e della didattica naturalistica nella Tenuta di San Rossore, il progetto individua modalità diverse di fruizione.

Fruizione non guidata: area compresa tra il fiume Morto Nuovo, Coton delle Vacche, fosso delle Cateratte, Cascine Nuove e fossa Cuccia, da estendere al nuovo polo didattico-naturalistico di Cascine Nuove.

Non sono previste limitazioni particolari ed il comportamento di rispetto dell’ambiente è definito dal Regolamento generale d’uso del Parco. L’accesso con mezzi a motore di qualsiasi tipo è regolamentato, così come il parcheggio. Nell’area di libera fruizione è consentita la realizzazione di una zona attrezzata con panchine, area giochi per bimbi, area a pic-nic.

Fruizione guidata: area delle visite guidate comprende il restante territorio con esclusione della riserva naturale del Palazzetto.

E’ ammessa la visita solo in gruppi accompagnati da personale dell’Ente Parco o convenzionato o autorizzato.

Le finalità della visita sono molteplici e concomitanti. Distinguendole per semplificazione:

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1. Visita per osservazione naturalistica.

In questo caso l'elemento principale della visita è dato dal momento e dal luogo di osservazione. L'elemento prevalente può essere la particolarità floristica o faunistica. Nel primo caso di prevalenza dell'aspetto botanico, l'osservazione può richiede tempi relativamente brevi, nell’altro caso la visita deve prevedere anche tempi di appostamento che incidono notevolmente sulla durata complessiva della stessa.

2. Visita storico-architettonica.

In questo caso l'elemento di maggior evidenza è l'osservazione degli elementi storico-architettonici della Tenuta, mentre gli elementi naturalistico-paesaggistici costituiscono il gradevole contesto ambientale di riferimento.

3. Visita ricreativa.

La visita è finalizzata ad una osservazione non particolarmente specialistica degli aspetti naturali della Tenuta. Lo scopo è soprattutto ricreativo, cioè trascorrere alcune ore nella Tenuta. Sono previsti brevi momenti di osservazione.

4. Percorso trekking.

In questo caso l’interesse è dato da un lungo percorso a piedi che attraversa i vari ambienti della Tenuta, senza prolungate soste per l’osservazione.

La modalità primaria della visita guidata è il percorso a piedi. Questo è il modo più discreto e che permette di dedicare maggiore attenzione all'osservazione della natura.

Per finalità specifiche, per particolari condizioni atmosferiche, per le necessità del gruppo di visitatori, etc. possono essere utilizzate altre

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modalità di visita e in ogni caso l’utilizzazione di un mezzo di trasporto non esclude la possibilità di collegarsi a percorsi a piedi.

Le modalità della visita al Parco sono quindi:

1. Visite a piedi.

Sono quelle che permettono di visitare le zone di maggior pregio, e un'osservazione più attenta dell'ambiente.

2. Visite in bicicletta.

La bicicletta è un mezzo che permette percorsi ampi in tempi contenuti. In connessione con il percorso ciclabile si prevedono alcuni brevi percorsi a piedi all’interno delle aree di Riserva Naturale.

3. Visite a cavallo.

4. Visite in carrozza.

Le carrozze per gruppi di utenti (10-15) potranno utilizzare solo la viabilità principale poiché è richiesto un fondo e una larghezza della strada adeguati. Possono essere collegate con percorsi a piedi.

5. Visite in autobus.

Prevalentemente rivolte a gruppi piuttosto numerosi ed omogenei, si svolgono solo sulla viabilità principale, con possibilità di soste e collegamenti con percorsi a piedi.

6. Il Progetto prevede inoltre la riattivazione dello scalo fluviale nella zona di Cascine Nuove, introducendo dunque il battello come mezzo per accedere alla Tenuta.

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Nell’intero ambito della tenuta è obbligatorio adeguare tutte le strutture alla legislazione vigente in materia di accessibilità e di superamento delle barriere architettoniche.

Gli interventi necessari dovranno essere studiati in modo da armonizzarsi con l’ambiente e il paesaggio circostante.

Riferimenti