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Contributi alla conoscenza dei parchi e giardini storici siciliani. Villa Maria: 'la quiete' di Casteltermini (Agrigento)

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Academic year: 2021

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Quad. Bot. Amb. Appl., 16 (2005): 73-82.

Contributi alla conoscenza dei parchi e giardini storici siciliani. Villa Maria: 'la quiete' di Casteltermini (Agrigento)

Go

Ml A, . Ml EO

& G.

BAZA

Dipartimento di cienze Botaniche dell'Univer ità degli Studi di Palerm , via Archirafi 3 - 90123 Palenno

AB TRACT. ontributions lo the k11011 ledge of icilian historical parks c111d gardens. The villa Maria 'la quiete' in Casteltermini (Agrigento). - Among the early 201h century garden in icily, the illa Maria located in the town of Casteltermini in Agrigento pro ince i a peculiar e ampie of illas belonging to the icilian floreal tyle. De igned by Ernesto rmò, a pupi I of Eme to Basile. the illa in lude a park ery rich in unique or quite unu ual plants to the icilian ornamental nora. The heritage ofthi garden i therefore in entoried with the aim ofpro iding a ba i forre toration ofthe villa it elfand in addition a uitable pattern to qualify the urban garden and park of a teltermini and other town of . W. icily.

Key iwrds: hi torical garden , flora restoration, astcltermini, Sicily.

PREMES A

Gli tudi b tan1c1 olti nell ultimo entennio ui giardi- ni e parchi torici iciliani mo trano che, indipendentemen- te dal di egno, all'ingle e o formale, la composizione ege- tale degli impianti d'epoca anteriore al '900 è uniforme- mente caratteriuata dal modello subtropicale ~ rmatosi

otto l'impul o iniziale dell'Orto botanico di Palermo egra- dualmente con olidato i con apporti progre ivamente più inten i dal 1850 in poi. Le ole variazioni apprezzabili in quc to modello riguardano la compo izione flori tica ma dal punto di i ta ecologico ed e tetico e o è anc ra oggi stabile. Infatti, caratterizza i giardini e i parchi che orti nei primi decenni del ecolo, pe o per ri anare zone di e pan- ione urbana degradate, rappre entano la parte più con i- tente dell'attuale erde pubblico (RAIMO DO, 1990;

M ZZOLA & D1 MARTI

o,

1996). Il patrimonio in questione ri ulta quindi alquanto peculiare rispetto a quello di altre regioni d'Italia e mediterranee ma fi ionomicamente uni- forme ebbene flori ticamente ricco.

In que to conte to i di tinguono alcuni impianti che hanno origini progettuali e culturali più o meno indipen- denti dall'ambito culturale dominante. que to gruppo appartiene il giardino di illa Maria 'la quiete' di Ca teltermini (Agrigento), fondata nel 1903 da Gaetanino Lo Bue u progetto dell'arch. Amò. s a iene e aminata di eguito con le eguenti finalità: approfondire la conoscenza dei giardini torici dell'Agrigentino, dove finora è stato cen ito olo il parco di anta Margherita Belice (MAZZOLA

& al., 1995); produrre la documentazione noristica e carto-

grafica impiegabile sia come ba e per il re tauro della villa

nell'ipote i che e ne attui il recupero funzionale alla pub- blica fruizione ia come modello per la qualificazione del verde urbano di a teltermini e del circondario.

CARATTERISTI llE DEL rERRITORIO

Di seguito i riportano i caratteri fi iografici del centro urbano di Casteltemini del cui tes uto fa parte anche la illa Maria.

a teltennini i trova a circa 500 metri .l.m., a circa 40 km da grigento e a I 00 da Palem10. li centro poggia su un crinale dei monti icani ul fianco de tro della valle del fiume platani, uno dei maggiori della icilia. Relativamente alla pedologia i incontrano regosuoli alternati a rocce argillo e (Typic Xerorthents; Typic e/o Vertic Xerocrepts) (FIEROTTI & al., 1988) poggianti u matrici calcareo- olfi- fere.

Il territorio non è povero di orgenti molte delle quali sono sulfuree o saline e pertanto inutilizzabili.

Relativamente al clima, il diagramma ombrotennico econdo B G o LS E G u E (1957) de unto da DURO &

al. (1995) (Fig. I} mo tra il regime regi trato nel il periodo 1979-1992. Le temperature medie men ili non scendono mai al di otto di 9.2 °C e raggiungono il alore massimo ad ago to con 25 °C. La temperatura media annua è di 16,26

0 e la pio o ità media annua è di 662 mm.

Le precipitazioni sono concentrate principalmente tra ottobre-marzo. La natura delle precipitazioni è qua i e elu- sivamente I iquida.

11 periodo arido ricade i protrae fra la prima decade di maggio a metà settembre. Pertanto il territorio ricade nella

(2)

80 GO

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Fig. I - Diagramma ombrotermico di Casteltermini.

zona a clima mesomediterraneo (BAG o LS & GA SSE , 1957).

La vegetazione potenziale della zona va riferita alla eia - se Quercetea ilicis, con e pre sioni tipiche dell'Oleo- Ceratonion nelle basse quote e dei Quercetalia-ilicis a monte. La fisionomia è dominala dall'alternanza di forma- zioni a gariga, praterie steppiche e da a petti di vegetazione rupestre.

La presenza umana nel territorio è segnata da tracce prei- storiche e da successive testimonianze sicane, greche, roma- ne, bizantine, aracene e normanne. La fondazione dell 'at- tuale centro avvenne nel 1629 ad opera del barone Giovanni Vincenzo Maria Termini (da qui il nome) e Ferreri. (DI GIOVA I, 1969).

li pae e crebbe rapidamente grazie allo sfruttamento delle miniere di zolfo dei ali di potassio e all'agricoltura.

Ma il tessuto urbano non ebbe uno sviluppo armonico. Per quanto riguarda il verde, oggi vi manca un vero giardino pubblico e le poche alberature tradali sono il risultato di improv i ali adattamenti. D'altra parte, que ta è condizione comune in tutti i centri del circondario.

VILLA MARIA "LA QUIETE"

Origini e storia

La villa rappre enta l'e pre ione della personalità del committente, la cui volontà era evidentemente quella di rea- lizzare una struttura adeguata alle condizioni della famiglia Lo Bue nella fase culminante del potere politico, sociale ed economico.

La fortuna della famiglia fu creata da Gaetano Lo Bue ( 1806-187 ) che, nella prima metà del secolo XIX, abban- donata a Palermo la carriera giuridica per amministrare a asteltermini la con istente eredità paterna la potenziò al punto tale da rendere la sua città un importante riferimento economico, politico e culturale.

li fondatore della Villa Maria fu il discendente Gaetanino Lo Bue che, nato a Casteltermini il 21/03/1869 fu uomo di cultura enciclopedica, amante delle piante e soprattutto dei viaggi. Molto legato alla sorella Maria Rosaria condivideva con lei la pa ione per l'arte e la cultura e alla sua morte, nel 1926, Don Gaetanino le dedicò il nome della illa e una cap- pella la cui co truzione fu completata dieci anni dopo.

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Don Gaetanino Lo Bue morì a asteltermini il 15/711944 nella sua villa che non si tancò mai di curare.

Carafferistiche generali della villo

La villa Maria si trova in contrada "Serre-Sorgesi", ai margini dell'abitato, al centro di una tenuta la cui superficie complessiva è di 22.260 m2 i critti al foglio catastale n° 42, particelle n° 38, 39, 40, 41, 42, 43, 123 e 142. Le attuali pro- prietarie ono le arelle Saporito, pronipoti del fondatore .

La villa si trova al centro della proprietà, alla sommità di un modesto rilievo appositamente spianato per ospitare la costru- zione. Da tale po izione essa domina l'intera proprietà che degrada in tutte le direzioni più accentuatamente ver o ord.

La superficie della proprietà, di forma irregolarmente quadrangolare, è delimitata da muri e da filari alberati nelle pa1ti a contatto con le vie urbane e da semplici recinzioni nel resto. L'accesso è unico. Attraver o un arco che immette in un viale di tigli, curvo per attenuare la pendenza, i pervie- ne alla ommità dove si trovano il piazzale, la dimora e le pertinenze di ervizio, la cappella e il parco, con il giardino e l'accesso ai terreni ad uso agricolo.

Il substrato pedologico ha subito considerevoli migliora- menti con appo iti apporti in terreno e in ammendanti.

L'approvvigionamento idrico, dcl tutto in ufficiente, oggi avviene per mezzo di erogazioni fornite attraverso la rete comunale. In origine la villa era adeguatamente crvita da una sorgente localizzata ad una certa distanza dalla pro- prietà. Secondo informazioni dei proprietari l'interruzione della fornitura arebbe avvenuta da meno di un entennio.

La casa

Come risulta dall'archivio in po esso delle attuali pro- prietarie, la casa fu realizzata su progetto dell 'Archit tto Eme to Armò (I 65-1924), allievo di Ernesto Ba ile con l'attiva partecipazione del conte stesso (Lo BUE, 1985) (Foto I), il quale commi ionò nel 1904 la costruzione nel palazzo che fu ultimato nel maggio dell'anno successivo. L'edificio

Foto I - Don Gaetanino Lo Bue nel giardino appena impiantato.

elio sfondo la palazzina.

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fu ampliato, su progetto dello stes o Armò, nel 1913.

ucce sivamente furono aggiunti altri locali di servizio.

ella realizzazione del compie o, ogni cosa fu curata nei minimi dettagli, impiegando materiali di prim'ordine (decorazioni del pittore Biagino Gregorietti, mobili della Ducrot, damasco veneziano, ceramica settecentesca di Caltagirone, marmi di Carrara, ecc.).

La facciata comprendeva anche una torretta neogotica, per cui si presentava come un misto di stili diver i fra i quali dominava il liberty che a quel tempo era molto in voga.

Oggi que ta parte della ca a è crollata (Foto 2) e rimane separata dal piazzale mediante delle grandi siepi di Photinia serru/ata e di Pittosporum tobira.

La cappella

Come s'è accennato sopra, la cappella fu realizzata in stile gotico in memoria di Maria Rosaria, orella del Lo Bue. Il progetto fu affidato all'architetto Ro setti di Roma e i lavori furono curati dal l'Architetto Ugo di Palermo Lo BUE ( 1985).

La co truzione, ultimata nel 1936, fronteggia e supera per imponenza gli edifici principali enza tuttavia sminuirli.

Que to effetto fu ottenuto attorniando il manufatto con una cinta di Cupressus sempervirens po ta a 4 metri dai muri e disponendo, simmetricamente all'ingresso, esemplari in coppia di Nerium oleander, Trachycarpusfortunei e Laurus nobi/is (Foto 3). L'effetto e tetico e l'incidenza delle masse di queste piante sono notevoli. Alla base dei cipre si, una sottile bordura di Ruscus hypoglossum nel lisce il peso della cortina alberata rendendo sentiero ciò che in realtà arebbe tata oltanto un'intercapedine. Un importante funzione del filare dei cipressi è quella di mascherante la cappella all'os- ervatore da distanza ravvicinata, mentre da lontano la tes- a cortina esalta lo svettare della guglia.

Il parco

Del parco fanno parte il giardino vero e le superfici occu- pate dalle colture agrarie. Del giardino fanno parte il com- plesso delle aiuole informali, il parterre, il sistema delle pie-

cole aiuole intorno all'abitazione principale e il viale d'acces- so. Il viale d'ingresso è delimitato da Laurus nobi/is e Casuarina equisetifolia, specie in gran voga negli impianti dell'inizio del novecento. I bordi del viale sono ornati da 50 coppie di Ti/ia americana e da una siepe continua di Vìburnum tinus internamente alla quale si trova anche una sottile bordura basale di Iris germanica che attenua il peso delle siepi e delle alberature. tatue ed altri elementi orna- mentali interrompono in più punti il viale. Tanta accortezza nel delimitare questo percorso l'accesso è per progetto fun- zionale anche ad altri scopi: infatti, le alberature in tutta la villa costituiscono un dispositivo isolante dall'ambiente ester- no e delimitante ali 'interno ogni singola pa11e, fissando ruoli e funzioni di eia cuna di esse. Grazie a questo accorgimento, il passaggio da un punto all'altro della villa viene reso obbli- gato in modo che la parte nobile sia accessibile solo attraver- so il viale principale e da essa si possa accedere a tutte le aree di servizio o di pertinenza agricola, ma non viceversa. La stessa funzione di barriera è la succitata cintura vegetale che separa la cappella dal campo otto tante, eliminando qualun- que rapporto fra abitazione e paesaggio circostante e fra pro- prietari e dipendenti. Per questa tanto rigorosa demarcazione, anche oggi nel giardino non si trova alcuna pianta utile e non un solo esemplare decorativo nei campi. Pertanto distingue- remo le parti ornamentali da quelle agricole tenendo tuttavia presente che questa ripa11izione è del tutto apparente. Infatti,

Foto 3 -La cappella in stile gotico.

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sebbene la copertura legnosa nelle aree a caratterizzazione agricola (inferiore al 5%) sia irrisoria rispetto a quella che si ritrova nel giardino, e la gestione delle diverse parti sia netta- mente differente, per il sistema di siepi e alberature pregiate in cui la proprietà si trova incasellata anche in seguito alle decurtazioni subite, il complesso si configura come una sin- gola unità strutturale di parco-giardino.

Giunti nel piazzale, la continuità fra viale d'accesso e giardino vero e proprio, che è localizzato nella parte occi- dentale della tenuta, è fissata dalle aiuole della facciata della casa e anche dalla cortina frontale della cappella, sapiente- mente impiegata come elemento di saldatura fra le parti più nobili del parco. Nel giardino vero e proprio ha un ruolo strutturale una serie di aiuole contornate da bordure di Buxus sempervirens (Foto 4), Ruscus hypoglossum e vialet- ti delimitati da siepi Viburnum tinus. Esse definiscono lo stile che è collocabile fra quello all'inglese e quello forma- le e si sviluppa principalmente nella parte anteriore a sini- stra (occidentale) e in quella posteriore.

Quasi a contatto con la casa ma a sinistra si trova un esempio di parterre di bosso, molto curato, con all'interno e in posizione simmetrica due esemplari di Brahea edulis. Vi si trova anche un maestoso esemplare di Cedrus deodara (Foto 5) e altre gimnosperme in condizioni molto precarie.

Un'altra zona del giardino che all'origine era molto cura- ta, è il sistema delle aiuole che formano una fascia continua intorno alla casa caratterizzata da elementi arbustivi e ram- picanti come Wisteria sinensis 'Alba', Rosa banksiae, ecc.

È notevole il fatto che tutto l'impianto, incluso l'orto-frutte- to appare come un singolo progetto organico e rispondente a un preciso disegno. Manufatti di varia natura e consisten- za, quali fontane, statue, panchine e corpi edificati di servi- zio o ornamentali sono dispersi in tutto l'impianto. La fre- quenza dei corpi d'acqua, specialmente fontane, indica come al momento dell'impianto non esistesse alcun proble- ma d'approvvigionamento idrico. D'altra parte, dallo svi- luppo della vegetazione si desume che le carenze idriche sono relativamente recenti e che fino a un passato non lon- tano la villa era alimentata in modo adeguato a soddisfare le esigenze di tutte le piante che vi si coltivavano.

Foto 4 -li parterre con Buxus sempervirens.

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L 'orto-frutleto

La superficie adibita alla coltura corrisponde in planime- tria alle aree elementari n.31 e 32, poste fra l'ingresso e la cappella, e n.33, sita dietro la casa. Le caratteristiche di que- ste aree sono quelle di colture ortofrutticole sottoposte sol- tanto alle cure stagionali volte a mantenere "pulita" la cam- pagna più che ad ottenere magri raccolti di frutta oltre a cereali e leguminose. li regime colturale è del tutto tradizio- nale. In questo contesto meritano attenzione alcuni vecchi esemplari di piante fruttifere che andrebbero conservati ed inseriti nelle collezioni del germoplasma tradizionale.

Fra i residui delle colture dominanti hanno un certo inte- resse alcuni esemplari di Pistacia vera innestati su P tere- binthus. Meritano attenzione anche alcuni individui di Crataegus azarolus e Cydonia oblonga localizzati fra l'area 31 e 32 dove per altro si trova un grande esemplare di Malus domestica da salvaguardare. È da notare, infine, in queste aree alcune essenze coltivate prima della drastica riduzione delle cure, oggi si trovano a far parte dei filari perimetrali o di delimitazioni delle varie parti.

Foto 5 - Cedrus deodara, come testimoniano le dimensioni, l'esemplare potrebbe avere la stessa età dell'impianto.

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IL PATRIMO IO VEGETALE Materiali e metodi

Il censimento flori tico è stato effettuato fra il maggio 200 I e lo stesso me e del 2002. In questo periodo il giardi- no è stato visitato periodicamente con cadenza inizialmente mensile e, a partire dal gennaio 2002, bimestrale. Esso è stato preceduto dall'e ame delle poche te timonianze dispo- nibili, consistenti di una serie di fotografie di varie epoche e di informazioni verbali gentilmente fornite dalle proprieta- rie della villa. Da tale materiale si sono desunte alcune utili indicazioni sull'assetto iniziale e l'evoluzione del parco oltre a qualche dettaglio planimetrico.

L'identità tassonomica delle essenze censite in campo è stata determinata sulla base delle opere di P1G ATTI ( 1982) e TUTI & al. ( 1964-1980), per quanto attiene ai taxa nativi dell'Europa. Per le entità esotiche le principali opere di con- sultazione sono HUXLEY & al. ( 1982), BAILEY ( 1925), e le opere illustrate di GRAF ( 1979, 1985, 1992) oltre ad alcune altre flore specifiche per le regioni americane, australiane e macaronesiche. L'identificazione su ba e bibliografica è stata in ogni caso eguita dalle verifiche e dai confronti con le collezioni viventi dell'Orto botanico di Palermo con gli exsiccata dell'Herbarium Mediterraneum Panormitanum (PAL).

Le entità cen ite ono riportate nell'elenco della tabella I, ordinato alfabeticamente rispetto alle famiglie ai generi ed ai taxa inferiori.

Tab I Ele - ~ n CO noristico

Numero Taxon

d'ordine

AGAl:KEAE 2 A~ave americana L.

3 A,eave americana L 'Marginata·

AN:IC.IRDIACEAE 54 Pistacia terebi111h11s L.

55 Pistacia vera L.

69 Schinus molle L.

AN)( "J'NACEAE 46 Nerium oleander L.

76 l'inca major L.

ARALIACEAE

30 Hedera canariensis Willd.

31 Hedera heliT L.

BIGNONIACE~E

.t2 Macfadvena unf41tis-cati (L.) A. Gcntry BU\A("EAE

9 Buxus sempervirens L.

C..JLrCANTllACEAE

14 Chimona111/111s praecox (L.) Link CAPR/FOL/ACEAE

75 Vibumum tilws L.

CASI IARJNACEAE

IO Casuari11a eq11isetifolia J. R. Forst. & G. Forst.

Le entità hanno un numero d'ordine progre sivo e a cia- scuna di e se sono associate le corrispondenti fonne biologi- che e i tipi corologici (o i territori d'origine nei casi in cui manchino i relativi geoelementi). I simboli e le abbreviazio- ni corrispondono a quelli utilizzati da PIGNATTI ( 1982). Per le piante del giardino non viene riportato l'anno d'introduzione ma per alcune di esse si può assumere che la messa a dimo- ra fu effettuata negli anni compresi tra il 1905 ed il 191 O, epoca del primo impianto. Il rilevamento planimetrico è stato effettuato considerando il parco come stazione totale di rile- vamento. Per ciascuna delle entità censite è stata quindi rile- vata l'esatta posizione topografica. Nella mappa allegata sono segnate !tanto le emergenze cioè gli esemplari rimar- chevoli per le dimensioni monumentali o per la rarità, sia assoluta che relativa all'impianto. La tenuta è stata ripartita in 33 aree elementari numerate. Le essenze censite in cia- scuna di tali superfici sono riportate in una tabella schemati- ca (tavola 2) e nelia rappresentazione planimetrica (appendi- ce) con il riferimento numerico dell'elenco floristico.

Analisi

La florula censita comprende 78 specie appartenenti a 67 generi di 36 famiglie di spermatofite. Le famiglie maggior- mente rappresentate sono le Rosaceae con 11 specie, le Oleaceae (8 specie), le leguminosae (7 specie) e le Arecaceae (5 specie).

Considerata complessivamente si tratta di una fionda meno ricca e confrontata con l'attuale consistenza di altri

Origine geografica Forma biologica

Messico P caesp

Messico P caesp

Europa . Medit. P scao

E Medit. P scao

S America P scap

Medit. P caesp

Anatolia CH reDt

Canarie P lian

Medit. P lian

C. S America P lian

Medit. P caesp

Cina P cacsp

Medil. P cacsp

Australia P scap

77

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Tab I - Continuazione

Numero Taxon Origine geografica Forma biologica

d'ordine

CUPRESSAC.E.lt

21 Cupressus macrocarpa Hartw. California P scap

22 Cuvressus sempervire11s L. Medit. P scap

57 Platvcladus orientalis (L. f) rranco J\sia P scap

EBENACEA E

24 Diosp,11ros kaki L. f. Cina P scap

ERICICEAE

5 Arb11111s unedo L. Mcdit. P scap

FAGACEAE

63 Ouercus i/ex L. Mcdit. P scap

GERANIACEA E

-l8 Pelareonium zonale L ·11ér. - Ch suffr

GiU\/INACEAE

6 .-lnmdo doncn L. J\sia G rhiz

51 Phrl/ostachys aurea (Carr.) A. &C. Riv. E Asia P scap

Jl IGLlNDACE,JE

36 J11Jz!ans rezia L. SW J\sia? P scap

IRtnACEAE

16 Chasmanthe aethiopica (L.) N. E. Br S Africa G rhiz

32 Iris Rermanica L. origine ignota G rhiz

LAllRACEAE

39 Laurus Xiteophvlla 13orzì ibrida P caesp

40 Laurus nobilis L. Medit. P caesp

Lff,(IAl/NOSAE

I Acacia tortilis I laync S Africa P scap

12 Ceratonia siliqua L. Mcdii.. Arabia P scap

13 Cercis si/iq11as111111 L. SE Europa P scap

29 Gleditsia triacanthos L. N America P scap

45 AledicaRO arborea L. Mcdit. P caesp

64 Robinia pseudacacia L. Asia P scap

78 Jl'isteria si11ensis (Sims) Swcct ·Alba' Cina P lian

LJU.KEAE

67 Ruscus hvpoz/oss11111 L. E Medit. G rhiz

37 Kniphojìa uvaria (L.) Oken S Africa G rhiz

A!ORACEAE

27 Ficus carica L. Medit. P scap

43 Afaclura pom1fera (Raf.) Schneid. N America P scap

AfrRTACEAE

26 Eucalvprus Rlob11!11s Labili. Australia P scap

0LEACE.-lE

28 Fo11ta11esia phi!lyraeoides Labili. Anatolia P caesp

33 Jas111im1111 grandiflorum L. - P caesp

34 Jas111im1111 azoricum L. - P caesp

35 Jas111in11111 sp. - P caesp

-li LiJZustrum /11cid11111 W. T. Ailon Cina P scap

47 Olea europaea L. var. europaea Mcdii. P caesp

72 Swinea vulearis L. SE Europa P scap

PAUIAE

8 Brahea edu/is I!. Wendl. Messico P scap

15 Chamaerops humilis L. WMedit. NP

49 P/10e11ix loureirii Kunth. Asia P scap

78

(7)

Tab I - Continuazione

Numero Taxon

d'ordine

68 Saba! palme/lo (Walter) Schull. f.

74 Trachvcarpus fort11nei H. Wendl.

PtNACEAE

Il Cedrus deodora (D. Don) G. Don 52 Pinus lw/epensis Mili.

53 Pinus pinea L.

P1rroSPORACEA1;

56 Pitlosporu111 tobira Ailon

PLUMBAGINACEAE 58 Plumbaf!o auriculata Lam.

PODOC'ARPACEAE 59 Podocarous sp.

PUNICAC'E:IE 61 Punica f!ranatum L.

ROSACEA E 20 Crataef!llS a::arolus L.

?~ _.) Cydonia oblonw L.

25 Eriobothrrnjapo11ica (Thunb.) Lindi.

44 Malus domestica 13orkh 50 Photi11ia serrulata Lindi.

60 Pru1111s dulcis (Mili.) D. A. Webb 62 P1n1s domestica Ehrh.

66 Rosa sp.

70 Sorbus domestica L.

71 Spiraea xvanhoutrei (Brot.) Zabel

RUTACEA E

17 Citrus limon (L.) Burm.

18 Citrus !11111ia Risso 19 Citrus sinensis (L.) Osbeck

SAPINDACEAE

38 Koelreuteria paniculata Laxm.

StM. IROUBACEAE

4 Ailanthus altissima (Mili.) Swingle

STERCUl..ARJACEAE 7 Brach.Fchi1011 populneus

(Scholt &Endl) R. Br.

1ìL!AC'E.~E

73 Tilia americana L.

1 'iTAC'EAE 77 /'itis vinifera L.

parchi e giardini siciliani della te a epoca o anteriori. Tuttavia questa relativa povertà è ampiamente compensata dal gran numero di peculiarità che vi sono incluse. Fra quel- le di maggior valore ornamentale si considerano tutte le palme, le querce, gli allori, il gigantesco cedro, ecc.

Come si evince dallo spettro corologico (fig. 2) la com- ponente che ingolarmente prevale è quella mediterranea

Origine geografica Forma biologica

Florida P scap

E Asia P scap

Himalaia P scap

Medit. P scap

Medit. P scap

Asia P cacsp

S Africa P lian

- P scap

E Medit. P caesp

Medit. P scap

Asia P scap

Cina P scap

ignota P scap

Cina. Giappone P scap

Medir. P scap

Medit. P scap

- P cacsp

Europa. Mcdil. P scap

ibrida P cacsp

E Asia P scap

E Asia P scap

Cina P scap

Cina P scap

Asia P scap

Australia P scap

N America P scap

Medit.. Caucaso P lian

con il 34% di elementi. È, tuttavia, evidente che le entità esotiche sommate insieme sono la parte effettivamente caratterizzante. Dal punto di vista ecobiologico, la florula è tipicamente subtropicale, per la presenza delle palme, delle gimnosperme, e di varie latifoglie sempreverdi fra cui spe- cialmente gli allori. Una caratteristica distintiva rispetto alla subtropicalità della costa siciliana è rappresentata dall'as-

79

(8)

senza delle specie del genere Ficus (Moraceae), e Washingtonia (Palmae).Un altra peculiarità si ritrova nella marcata incidenza di elementi di origine orientale (29%) rispetto a quella americana ( 13%) la cui presenza negli altri giardini siciliani è rilevante (più del 20%). Ciò conferisce al sito un'aggiuntiva nota di esoticità derivante da fonti di approvvigionamento inusuali e da modelli culturali distanti da q~elli dei giardini coevi. In tutto ciò ebbero certamente importanza i frequenti viaggi che Lo Bue compiva in terre lontane.

Lo spettro biologico (fig. 3) oltre alla prevalenza assoda- ta delle fanerofite scapo e e cespitose, ovvia per un parco, mo tra anche un'apprezzabile incidenza delle geofite. Ciò è un chiaro indizio del fatto che negli anni di maggior splen- dore, alle fioriture stagionali si dedicavano cure particolari.

Purtroppo, negli ultimi vent'anni di semiabbandono (per mancanza d'acqua, costi di mantenimento, ecc.) sono spari- te del tutto sia la componente erbacea annuale sia tutte le entità esotiche ricercate la cui presenza nel parco poteva essere assicurata dall'assiduità delle cure. onostante ciò il numero di entità peculiari è alquanto elevato, specialmente in rapporto alla consistenza della florula censita. ln partico- lare fra le emergenze, Acacia tortilis, Fontanesia philly- raeoides, Kniphofla uvaria, Phoenix loureirii (Foto 6), Podocarpus sp. e Wisteria sinensis 'Alba'. per quanto attie- ne ai giardini storici siciliani, finora risultano presenti solo nel giardino di villa Maria, alcune di queste sono state descritte in dettaglio in apposite schede per la flora orna- mentale siciliana (cfr. Ml EO & al., 2001; DOMINA & AL.,

2002, 2004). Inoltre, Arbutus unedo, Brahea edulis (Foto 7),

Buxus sempervires, Citrus lumia, Cupressus sempervirens, laurus Xiteophylla, laurus nobilis, ligustrum lucidum, Medicago arborea, Photinia serrulata, Pinus pinea, Quercus i/ex, Ruscus hypoglossum, Viburnum tinus (Foto 8), Saba! palmetto, Tilia americana e Trachycmpusfortunei sono caratterizzanti per la frequenza, le dimensioni degli esemplari o per gli usi pa1ticolari.

Fra le essenze produttive nelle parti di pe1tinenza agrico- la, sono interessanti alcuni vecchi esemplari di Crataegus a::arolus, Malus domestica e Pistacia vera, verosimilmente appartenenti al germoplasma tradizionale.

Ignota o ibrida 14%

34%

Fig. 2 -Spettro corologico.

80

Africa

4%

America 13%

Asia 29%

Foto 6 - Phoenix /oureirii, uno dei due esemplari unici per la Sicilia.

Elementi estranei

Le specie di recente introduzione, come s'è accennato sopra, non sono particolarmente numerose. Si tratta di alcu- ni alberi (Pinus halepensis, Cupressus sempervirens, C.

macrocarpa) posti a dimora in prossimità del confine ester- no, e di alcune infestanti arboree presenti soprattutto nel-

1 'orto-frutteto (Ailanthus altissima) dove si trovano anche alcuni individui di Eucalyptus globulus, di ragguardevoli dimensioni ma certamente fuori posto. Nel giardino, non si registrano casi di intrusione. Tuttavia alcune entità tendono a prevalere sulle altre. In pa1ticolare si tratta di Hedera helix, H. canariensis, laurus nobilis, Quercus i/ex, Pistacia terebinthus, oltre ad Ailanthus altissima, Medicago arborea ed Acacia toritilis. Per le ultime due entità va notato che si tratta di entità qualificanti per il giardino e tuttavia da con- trollare.

Relativamente ai ruderi, in particolare quelli della parte frontale della casa, come s'è evidenziato sopra, ono sepa- rati dalla corte me<!iante alcune siepi con Photinia serrulata,

Pscap 59%

Fig. 3 - Spettro biologico.

P e<1esp 24%

(9)

Pillosporum tobira e Rosa sp pi. L'effetto è piacevole, ma i ruderi stessi risultano inaccessibili con la conseguenza che sono stati invasi da Hedera helix, H. canariensis, Macfadyena ungui -cali, Ailanthus altissima, Ficus carica, Rubus 11/111ifoli11s, ecc.

Essen::.e agrarie

L'elenco fiori tico include anche 18 entità di interesse agricolo. Si tratta di piante localizzate soltanto nell'orto-fru- tctto. Infatti, la sola specie di que to gruppo che è pre ente nel giardino è Citrus !tonia. Inoltre, nel giardino, a fianco del parterre, si trovano alcuni esemplari di Pistacia terebin- 1hus che, data la posizione, vanno con iderati come resti di un impianto produttivo. La stessa essenza, nei terreni adia- centi ha evidentemente altri usi (di impollinatore e portain- ne to) essendo associata al pistacchio. li uo interesse d ri- va dall'appartenenza al contesto del germoplasma tradizio- nale. Simili considerazioni valgono per le altre entità d'inte- re e agrario.

Relativamente agli aspetti fitosanitari, le condizioni del patrimonio in que tione sono discrete nonostante l'e idente tato di sofferenza per mancanza di acqua e per le mancate operazioni di ripulitura e potatura. Nel complesso il ba so numero di esemplari in condizioni critiche riscontrato, trova forse spiegazione nel fatto che la riduzione delle cure negli ultimi decenni ha determinato la comparsa degli individui più delicati.

Foto 7 -Brahea edulis nella parte formale del giardino. Sullo sfon- do la cappella.

I POTESI DI RECUPERO

La consistenza floristica dell'impianto, sebbene limitata per numero di specie, non embra avere ubito perdite par- ticolarmente rilevanti. Inoltre gli elementi unici, rari, o monumentali sono presenti in quantità rilevante e qualifica- no tutto il parco.

La componente arborea ha una consistenza numerica tale da garantire una buona copertura nelle parti attinenti al giar- dino e alle aiuole a contatto con l'abitazione.

Pertanto si può considerare che nono tante il grande stato di precarietà il giardino è ancora suscettibile di piano di recupero e tetico e funzionale.

Le linee d. intervento individuate a tal fine sono:

- Preliminare raccolta di materiale di riproduzione per via vegetativa e per seme ai fini di co tituire un piccolo vivaio di sostegno per l'impianto stesso e di inserire il materiale di particolare rilevanza nelle collezioni del ger- moplasma storico del! 'Orto botanico di Palermo.

- Ripristino della fonte di approwigionamento idrico indi- pendente dalla rete di di tribuzione urbana. Questo recu- pero è necessario per una corretta impo tazione del restau- ro anche sotto gli aspetti storici. Ma è vitale per la soprav- vivenza dell'impianto considerato che, una volta riportato il regime colturale, l'impianto avrà esigenze idriche molto maggiori di quelle attuali. Ciò anche tenendo conto di eventuali adacquamenti tecnici dell'impianto irriguo.

Foto 8 - Vib11rn11111 tinus nel cortile.

81

(10)

- Ripulitura, sfoltimento e risagomatura delle aiuole.

Quest'operazione nel caso di vecchi impianti è notevol- mente delicata e molto spesso gli interventi risultano di peso molto maggiore del previsto. A tal fine le operazio- ni potranno essere condotte in modo selettivo, proceden- do in una prima fase, all'eliminazione delle essenze estranee ed invadenti e solo dopo il completamento di quest'operazione al trattamento delle essenze di stretta pertinenza del giardino. In particolare, per prima cosa saranno da eliminare tutte le essenze estranee elencate sopra e le essenze invadenti. Relativamente a queste ulti- me, una parte eccedente potrà essere inserita nel vivaio di servizio per essere riutilizzata nell'impianto.

Quanto sopra è realmente attuabile perché a parte l'area ruderale effettivamente invasa da elementi floristici nocivi, in tutto l'impianto non esistono zone realmente compromesse.

Potature ed eliminazione dei resti di piante morte vanno effettuate a conclusione delle operazioni precedenti. Dalla potatura si potrà ottenere almeno parte del materiale di pro- pagazione. Per quanto attiene ai resti di piante morte, per questi, nel caso di piante arboree o rare l'eliminazione va effettuata solo nel caso di reale rischio patologico per le componenti vegetali che resteranno. Inoltre per ciascun ele- mento asportato va segnata l'esatta localizzazione. Ciò ai fini di eventuali reimpianti. In merito a questo punto, un esempio citabile riguarda Phoenix loureirii, specie di cui resta in situ un frammento dello stipite.

Un aspetto importante riguarda infine l'inserimento di nuove essenze dall'esterno. Rispetto a questo punto, poiché le perdite, che comunque sarebbero limitate, non sono quan- tificabili, numerosi apporti nelle parti di stretta pertinenza del giardino sono da escludere.

Apporti limitati potrebbero riguardare le aree dei coltivi dove, preservando le vecchie piante fruttifere, si potrebbe inserire qualche nuovo impianto produttivo ma anche di valenza estetica.

Nelle vasche potrebbero reintrodursi le piante acquatiche che in origine erano presenti (comunicazione personale dei proprietari). Peraltro ciò non interferirebbe con alcun altro elemento del giardino.

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RINGRAZIAMENTI - Si ringrazia la signora Luisanna Saporito per l'aiuto e la documentazione offerta.

Lavoro effettuato nell'ambito di un progetto di ricerca finanziato dal M.l.U.R. (ex 60%), coordina- to dal prof P. Mazzola.

RIASSUNTO - Fra i giardini dei primi del 20° secolo in Sicilia, la villa Maria a Casteltermini in provincia di Agrigento è un esempio peculiare dell'espressio- ne siciliana del Liberty. Disegnata da Ernesto Armò, un discepolo di Ernesto Basile, la villa com- prende un parco molto ricco in essenze uniche ~ quanto meno inusuali per la flora ornamentale sici- liana. Il patrimonio vegetale di questo parco è stato studiato al fine di fornire le basi per un restauro della villa stessa e un modello aggiuntivo per qua- lificare i giardini e parchi urbani di Casteltern1ini e di altri centri abitati della Sicilia sud-occidentale.

ALLEGATO - Mappa del giardino di villa Maria 'la quiete'a Casteltermini (Agrigento).

Riferimenti

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