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NAPOLI

BIBLIOTECA PKUV

110 d'ordine

Palchetto

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BIBLIOTECA RABA

-

PUBBLICATA DA G. DAELLI

CRONACA DELLA

GUERRA DI CHIOGGIA

(6)

Tip.ColnagoeC.°

ProprietàletterariaG.

DAELL1

e G.

(7)

CRONACA

DELLA

GUERRA DI CHIOGGIA

SCRITTA DA

DANIELE GHINAZZI

DI TREVISO

Pubblicala da LodovicoAnton Muratoried ora incomo-

da forma ridotta ediligentemente

rivedala e corretta.

MILANO

G.

DAELLl E COMP. EDITORI

M DCCC LXIV,

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(9)

AVVERTENZA DELL’ EDITORE

« Ferveva intanto nuovaguerra tra Genova e Venezia. Erasi combattuto dapprimain Ci- pro,in luttoOriente;

ma

vinti i Genovesi nel 1378ad Anzio, fecero un grande armamento, occuparono l’Adriatico, vinsero aPola Vittor Pisani (1379), che fu perciò strettamente im- prigionato da’suoicoucittadini.QuindiiGenovesi assediaron Veneziada Chioggiae ilmare,men- tre Francesco Carrara signor di Padova la stringea da terra, dalle Lagune.

Non

mai Ve- nezia erasi trovata a tale estremo: chiese, pregò pace.

Ma

PietroDoria,l’ammiraglio ge- novese,rispose: « volerprima porlebriglie ai cavalli di san Marco. » Questo fece tornaril

senno c il cuore a’Veneziani; e, tolto dal carcere e rifatto capitano VittorPisani, richia- malala flotta da Levante sotto CarloZen, un altrogrand’uomodimare,resistettero dapprima

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VI AVVERTENZA

virilmente, poi riassediarono essi i nemici in Chioggia

(1380),

li ridussero ad arrendersi, si liberarono.

E

stanche finalmente le due re- pubbliche, terminarono quella troppo famosa guerra, detta di Chioggia,con un trattato fatto in Torino per mediazione d’uno di que’prin- cipi Savoiardi, cheingrandivano (1381). »

Con

queste parole Cesare Balbo nel suo Sommario di Storia d'Italia (Lemonnier, Fi- renze 1856) tratteggia dique’ suoi colpi mae- stri la guerra di Chioggia, uno dei furori e delittiitaliani, esecrandi,

ma

inevitabili nell’or- dine della vita politica varia e dispersa della nazione che sotto le diverseforme di dialetti, di costumi, d’instituti non si riconoscevauna, e non poteva nè sapeva ancora conciliare gli interessi e le ambizioni cozzanti, inuna su-

prema

armonia. Furori e delitti che provano esuberanza divita, e il delirio della fortuna.

Non

diremo chesidebbariandare per

ammae-

stramento di futura saviezza, sibbene a ri- scontro dello sviluppo delle leggi storiche;

imperocchél’efficacia morale della storia è minore assai dellasua efficacia scientifica.

Il quadro è di

mano

di un testimonedive- duta,

commosso, ma

imparziale; tantoché il

valente cronista, Andrea Gatari di Padova

,

giunto a questa guerra, nella sua Cronaca padovana, credè non poterefarmeglio che la- sciardire il Chinazzi.

E

veramenteegli riuscì mirabilmente nel diario; forma sconnessa,

ma

che trattata con l’anima, accompagna assai bene con rincalzarsi de’ giorni l’incalzar de-

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dell’editore vii gli eventi, e per esserbreve e viva ti tiene sospeso

come

fa i presenti la stessa succes- sione dei fatti, che si coordinano poi nello spirito spontaneamente e senza i concerti o

gli amminicoli dell’eloquenza.

IlMuratori la trasse da uncodice estense

,

in fine del quale si leggeva: Qui finiscela guerrafatta contra Veneziani per il rediOn- ghcria, il

Comune

di Genova,ilpatriarcad’A- quilegia, ed il Signore di Padova.

La

quale cominciò del 1376 del mese d’agosto e finì d’agosto 1381.Scrittaper Daniele diChinazzo da Treviso, che n’predetti successi,ovvero alla maggiorparte d’essifu presente, abitando egli in Veneziaper tutto il tempo di dettaguerra.

Copiata per

me

Andreadi Galeazzode’Gatari nel1433.

Ed

egli stesso al di 12agosto1381 dice:

Ed

io DanieleChinazzo ritrovandomi in questo giorno in Venezia, vidi dettomostro, siccome infiniti altri corsero di tutta Venezia per vederlo (1).

Il gran raccoglitore delle cose italiche dà questa favorevole sentenza in favore del Chi- nazzi:

Non

tantum suwwtatis res,sed eas,quas ocu- lis suisconspiciebat,minutiusquideminterdum,

quam

quisquamoptet,narrat, sedignoscendase- guitiate,queescenamtotirnsub legentium oculos

(1)EccoiltilolocolqualelapubblicòilMuratorinelvolume XVde’suoiScrittorirlelloCoseItaliche.

Danielis ChinalaTarvisini, Belli apudFossam Ciadiani etalibi inlerVenelosetGennensesgestiannoMCCCLXXVIII

etsequentibus, italicosermone accuratadcscriplio,nnnefri- munìeditaex MsloCodice Bibliothecce Estensis.

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Vili AVVERTENZADELL’EDITORE

effìcaciussistit.Egregiusquoquecandorac

amor

verisinepartium studio inejus scriptisoccur- rit, ut

quam

ego delectationemin ejusHistoria legenda ccpi, parem ceteros quoque relaturos partem.

IlPerticatineW’Amorpatriodi Dante la citò frale cronache scritte in volgarepuro edita- lico, chenon cedonogranfattoalletoscane.

E

noi crediamo che per questoscrittosidimostri l’unitàsostanziale dei dialettiitaliani,fogliedello stesso fiore, secondochèaltrovedicemmo, che

come

Clizia si volge al sole toscano.

Un

dubbio

muove

e ribatte il Muratotiin- torno alla contemporaneitàdelCronista.Questi chiama ducaBernabòsignore diMilano,educa

Amedeo

di Savoia, quandocotal dignità non era ancora entrata nellelorofamiglie.

Ma

que- staanticipazione adulatoriasisuolfare daquelli che copiano gli scritti ai tempi della nuova grandezza dei signori, i quali essi non osan vedere che nel fulgore presente, o negli ab- barbagli dell’avvenire, nongià nei deboli prin*

cipj della vita passata.

Ecco dunque un diario spontaneo,naturale, vivo, che vince gli ambiziosi diarj de’giorna- listi presenti, che scrivono dopo essersi acco- modato la cravatta allo specchio, e senza le- varsi il guanto dalla sinistra, aspettati

come

sono dai piaceri dellaconversazione e del tea- tro, ove lascian sfuggire i pensieri politici tra gli scambietti del ballo e i trilli dell’opera.

Giulio Antimaco.

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CRONACA

DELLA GUERRA DI CHIOGGIA

TRAVENEZIANI E GENOVESI

SCRITTA

DA DANIELLO G IIINAZZI

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CRONACA

DELLA

GUERRA DI CHI OGGI A

TRA

VENEZIANIEGENOVESI

CanedellaScala,che era signorediVerona,diBrescia, diLucca,diParma, di Vicenza, eche novellamente si erafattosignoreancodiPadova,nonsi contentando di quanto possedeva, acquistò anco Feltro e Belluno, e ultimamenteTreviso,nel cui acquistovi lasciò anco la vita(comesicrede)diveleno,sebenaltridiconod’altra morte, lasciandoerediAlberto,eMastino suoinipoti,dei qualiquestoinVerona,equello inPadova, la lor resi- denzafacevano.EtrattoMastinodaldesideriodiaccrescerò loStato,mosseguerraa’Fiorentini,iquali perdifendersi dalui, fecerolega co'Veneziani,con condizione che, supe- randoilnemico, Veneziani avesserolacittàdiTreviso,c FiorentinituttiiluoghidiToscana daessi Scaligeri pos- seduti;e tolseroancoinlegaMarsilio, eUbertinodaCar- raracon espressa condizionediritornargli in istato, e di subitorestituirlineldominiodiPadova, quali abitavano inPadova,eeranoiprincipaliconsultoridiAlberto:con-*

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4 GUERRADICHIOGGU

sentendoa questo,per ricuperarlasignoriadellacittà,

comeper vendicarsidell’ingiuriaricevutadaAlberto, che avevastupratalamogliediUbertino.

Pietrode’RossidaParma, che a queltempo era ripu- tatouomodigran valorenellecosedellaguerra, serviva Mastino.Fattogliintenderdallalega, benchésuofratello pocoinnanzimorto, erastatoperoperadiMastino venenato perdubbiochenonglitollesseParma,offerendogli dì farlo signorediquellacitth,sevoleva entrar nella lega, ees- sernediquellagenerai capitano,sicontentò,e accettò il partito;evenuto a Veneziafuassunto a quel grado del generalato.

Nell’anno1337Padovafu presadall* esercitodellalega colconsiglio,efavoredeiduefratellidaCarrara; e Al- bertodallaScalafumandato prigionea Venezia; e per riaverilfratello,convenneaMastino rinunziarildominio della città diTrevisoa’Veneziani,ecederlasignoria di PadovaaMarsilio,chediessanerestòsignore nell’anno 1337.DopolacuimorteUbertinosuofratellosuccessenella signorianel 1338.Efece farilpalazzo,doveora abitail

Podestà,conlaCorte per sua abitazione,epersua alte- rezza; e essendosi presa parteinVeneziadimovergli guerra, feceammazzarmoltinobili,che eranostati causadi tal deliberazione, partenelle strade,epartenellepropriecase, iqualiegliconosceva, perchèglivenivanofattisaperetutti lisegretitrattati,e ordinati nelSenato contradilui;eal finne presealcuni, econlisbadagliinboccaglifececon- durlanotteaPadova, ovefattigli grandissimi spaventi gliastrinse a prometterglidi esserglifavorevoli;ecosìgli liberò;e colmezzodi essi egli stettepoisemprein pace conquellaRepublica;eavendotenutoildominio diPa-

dovasetteanni,morinel1345alli19dimarzo.

MarsiliettodaCarrara,dettode’Pappafava,dopolamorte

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TRA VENEZIANIEGENOVESI 8 diUbertinofuda’Padovanifattosignore, epocodopo, cbe fualti29d’ apriledidettoanno,fuproditoriamentemorto da GiacomoeGiacomino, che furono figliuoli di Nicolò daCarrara;e fattosiessoGiacomo contalmezzosignore avendosi acquistatalabenevolenzadellacittà,fu da’Vene- zianiper suoiambasciatoririchiestoametterglitermini, cheeranofraloro di sottoda Oriagopocopiùin su,ed avendoglieglirisposo,cheglimettessero dove volevano, chesiaveria contentato,sebengliavesserovolutimetter nei PalazzodiPadova, per questa umile rispostasiacque- tarono,emantennero conlui,finchéegli visse, amicizia.

Maeglivissepoco,che perunsdegnoeh’ebbedi luiGu- glielmodaCarraranaturale,daluirestònel suo proprio palazzoestinto, emortonel 1350. Giacominofratello di dettoGiacomo,eFrancescofigliuolodelmedesimo, morto chefu dettoGiacomo,furono successorinella signoria,

ma

pocodopo avendointesoFrancesco, che Giacomino suo ziolovolevavenenare perrestar solo neldominiodiPa- dova,lofeceprendere, e chiudernellaroccadiMonselice oveeglifinisua vita 1’anno1372 alli 15 di settembre.

OndeildettoFrancescosolonerestòsignore.

Era primiavvenuto, che nel 1357 Lodovico re d’Un- gheriaavevamandatoa richieder Veneziani, cheglivoles- serorestituire laDalmazia,equella partedellaCroazia che possedevano;eche dovesseroastenersidaltitolo,che si

davailloroDoge, dicendosi: Lux Venetìarum,Dalmatici:

etCroatioe etdominusquarta:partis, etdimulimtotiusImpe- ra Romania.Enon avendo essi voluto compiacerlo, gli

mosseguerra,mandandoilBandellaBossinacon grosso esercito nellaDalmazia,laqualdopolunga guerra ebbero, avendo primapresoZarapertradimentod’unPriorete- descodaS.Croce,che erainZaraal servizio de'Vene- ziani, e lanotteintrodussegliUngari.EpoiVeneziani el

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GUERRADICHIOGGIÀ 6

concluderlapace,glidiederoanco ilCastello e il resto dellaDalmazia,eCroazia;e cosìfu finita la guerra; e questoavvennenel 1358.Mamentreduravaessa guerra,

ildetto re d’Ungheriavenneinpersonaconpiùdi ses- santamillia cavalli sottoTrevisopossedutoda Veneziani, escorrendo perilterritorio,presemoltecastella delTre- visano,eperilguasto, chegliavevadato,non trovando essonè strami,nèvittuarieperl’esercito,siallargò nelle villedelPadovano,servendosiinessediquello lifaceva bisogno;onde parendoa Francesco Carraranonpoter ov- viar a questi danni,sirisolse,durante questa guerra,di darvittuarie agliUngheri,eperciònenacque Podiodei Veneziani conira essodaCarrara,chefupoicausad’infi- nitimali.Ecosì fatta la restituzioneperdetti Veneziani al red’Ungheria, della Dalmazia,e di quella parte di Croazia,che possedevano, si astennero anco dal titolo, sicchénell’avvenireilloroDogesichiamòsolamenteDoge diVinegia.

/

IntantoFrancescodaCarraraatteseafortificar li suoi confini, fabricando Castelcaro sopra il fiume Vecchio, chevaverso Chioza,moltoforte,e bello, esopralaBrenta ad Oriagofeceun’altrafortezza dettaPortonovo,e vi or- dinòunmercado,nelqualognunopotessevendere,ecom- perare senza pagardazio.Equestefortezze furono fatte 1’anno1359 per assicurardaquella parteilPadovano.

Questicastelli,conoscendoVeneziani esser stati fattia dannoloro, nonlipiacquero;però si risolsero di fare ancoressiuncastelloaS. Hilario disotto dalleGambarare, eacciònonlofacessero,ilsignordìPadovamandòa Ve- neziasuoinuncj,che glidissuadessero;e alfinsicom- poseroinquestomodo,chel’Isola diS.Hilariorestasse indivisatraessepartiper cento anni,echeniunadiesse vipotessefarsoprafortezza,nètenerviguardiaalcuna;e

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TRA VENEZIANIEGENOVESI 7 cosisiconservasselapacetra essiperildettotempo di cento anni.Ediquestacomposizione nerestòassicuratore dell’una,e l’altraparteilred’Ungheria, obbligandosipa- gar per quellaparte,che contrafacesse, ducati centomila;

edi ciònefu fattopublicoinstrumento,che ad ambele parti fu dato.

Nell’anno poi 1371ildettosignordiPadovaperallar- gareilsuoStato, fece farmolticasamentidisottodaOriago ediede caseeterreniatuttiquelliche volessero abitare inquel luogo,dovefu fattaunavillaJesente da ognifa- zione;edinbrevetemposiempìdimolta gente; eper sicurezzadiessavilla fece faruna fossa con unarzere àltosopralaBrenta,ilquale arzere era lungo dalla Pa- latadiVenezia fin ad Oriago;equesteopere erantutte sospettea'Veneziani; perilchèsimosseroadeliberarglidi farguerra,emandaronoambasciatori aCanedellaScala, dalquale ottennerolicenza di fargentenelVeronese,enel Vicentino,eperciòglipromisero dare ducati duecento e sessantamila,cheCanedellaScalailvecchioaveva loro datiperdar a’suoifigliuolinaturali.

VenutiinVenezia ambasciatoridel re d’Ungheria, di Fiorenza,diBolognae d’altrisignoriconchiusero tregua conFrancesco signordiPadova,1'effetto della quale fu che esso distrusselafortezza diPortonovo ad Oriago, e fece gettaraterra tutte lecase,espiantargliarbori,e vigne.Efuspiantataanchela torre di S.Boldonel terri- torio diBellunoalcbnfin del Trivisano;equesta tregua siconchiuse perdueanni.

Per metterei confini tra’VenezianiePadovani,anda- ronoinsieme cinque nobiliVenetied alcuniPadovani a Borgofortesopra1’Adese,per rivederi confini diCavar- zere;

ma

sipartirono senza conclusione.

Alcuni Veneziani, edaltri,che erano statiindotti con

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8 GUERRADICH10GGIÀ

promessedalsignordiPadova,che dovesstro ammazzar alcuninobiliVeneziani,che esortavanoilSenato amover-

gliguerra,presi,e avuta da lorolapropria confessione, furono squartati

;enell’avvenireigentiluominidelSenato simesseroadandaraccompagnati,econscorte, non si tenendosicuri dall’insidiedel dettosignordi Padova. E furono ordinate guardie perlacittà,emandatimoltiGan- zaruoli a Cavarzere,epergli altrifiumiper guardarsidai Padovani.

RinieriGuascoSanesefu fattocapitano generaledaterra per Venezianiinquesta guerra,che apparecchiavano contro

ilCarrarese;e provedutisidi gente,fecerounabastia,con un torrazzosulmontediRomanonelTrivisano,oVegià moltotempoinnanzinonerastata fortezza;equesto fe- cero per poter offenderla terradi Bassaho, che era del Carrarese,emunironolecastella del Trivisan'o, siccóme essoCarrarese quelledelPadovano,eliserraglichelocir- condavano.

Cominciò quella guerra tra’Veneziani e Carraresinel mesediottobre1372, eiVeneziani primieramente presero la bastia diSolagna sopra Bassano,esaccheggiaronoli

borghi,

ma

nonpuoteroaverla torre,che era benguar- nita.All’incontroliPadovaniscorseroilTrivisano, e fe- ceromolta preda.ERinieriGuascopercertedifferenzeri- nunziòalgeneralato,chefupoi datoa Giberto daCor- reggioParmigiano.Poco dopogiunserole genti diLodo- vicored’UngheriainaiutodelCarraresesotto lacondotta diBenedettoUngaro,ediGiovanniCatto, e nelpassarla Piave ruppero iVeneziani,che segli erano oppostinel passaggio, epreseroTadeoGiustiniano, Gerardo da Ca- mino, ches’eraconfederato con Veneziani,conaltricapi- tani Trivigiani, efuronomandatiprigioni inUngheria.

Veneziani,che viderol’aiuto degliUnghericollorone-

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TRA VENEZIANI E GENOVESI 9 mico,mandaronoambasciatori aLeopoldo ducadiAustria congrossasommadidenari, acciocchéegli assaltasse Fel*

tre e Cividale,che erano del Carrarese,il qualeglielo promise.Ondedubitando esso Carraresenonpoterinun temporesisterea duenemici, procurò diaccordarsi col Duca,elipromise di dargli esse terre con condizione, che piùnons’impacciassenellaguerra,glidesse più molestia.

Nel 1372alli13didicembrelatorre delCoranche per esseredigrandissima importanza,epiù d’ognialtroluogo di confine,erastata-benissimofortificata con tregrosse palatesottol’acqua,emolte altreprovvisioni dal signor, diPadova,fuassalita da’Venezianicondiecigalere,emolte piatte,eburchicon manganelli,eponti disnodati,edin- finitegondolecon moltibalestrierisopra,sotto lacondotta diMicheletto Delfino;ecoll’ingegnodiquestegenticavate questepalificate,dopolungabattaglia fuda Veneziani presa.

Eper quella viaRinieriGuasco, che ancoranon avevari- nunziatoalgeneralato,contuttiisuoisoldati e balestrieri Veneziani,econgrandenumerod’arcieriGreci,eMorlac- chiandòaLova,equivifecesubitofar unaforte bastia conbuonifossi,oveilterrenoeraquasituttopaludivo,e iviiPadovani avevanofattounfosso lunghissimocon un terraglio alto,edunasiepe sopra.

In questotempogiunse aPadovail conte GiorgioUn- gheroconmille eseicentocavalliungherimandatidaquel re inaiutodelsignor diPadova,e fece assai danni per passaggiosulTrivisano;mailCarrarese desiderosodifar lapaceconVeneziani,laricercòcongrandeinstanziada loro,iquali gliela offersero,

ma

volevanolecondizioniin- frascritte,ancorché molto straneedure:

Cheegliconfessiaverfallato,edimandi perdonoa’piedi dellasignoria;

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lo GUERRAJ)ICHLOGGIÀ

Cheegliscrivaalpontefice,e ai cardinali, all’imperatore, e al red’Ungheria,diavercommessocentraragionequanto egliavevaoperato coniralasignoria;

Chesiatenutodar ducati 300 mila al presente,e du- cati20 milaall’anno,perilorodanni,e interesse;

CheinPadovaesuodistrettononsipossa metterdazj, gabelle,o prestanze, nè alcuna sovvenzionedidenari più di quelloche eraaltempodiMarsiliodaCarrara;

Che ogn’annoilgiorno dell’Ascensadebbaofferirall’al- 'l’altardi S.MarcoinVeneziaunpalliod’orodiprezio di

ducati300;

ChelasignoriadiVeneziapossa vendersale inPadova esuodistrettoperilprezio chesivendeinVenezia,non pagandodaziodiconduttura;

CheciascunPadoanopossacondurlesue entrado a Ve- neziasenza daziodiPadova,odiVenezia;

Chelabastia di Stigian, equelle diBorgoforte,eica- strilidellaMirandola, OriagoeCastelcarosidebbanorui- nare,nésipossanopiùriedificare;

Chelatorre diSolagna possedutadalui,sidebbaresti- tuirea’Veneziani,

Chelaterra diBassanocon sue pertinenzie sia dataa Veneziani, pagandogliessilemunizioni, che siritrovano, eilresto dellepaghe de’soldati

,che inessa sono cre-

ditori;

Cheperilconsiglio diVenezia sianoeletti quattro gen- tiluomini,che siano a veder mettericonfini tra ilVene- ziano,eilPadovano;enonessendo d’accordo conlui

,

sia elettoun Padovano,che con essi sia a terminari confini.

Veduti queslicapitoli,ilsignordiPadovainsieme conil

popolodiquellacittàconclusedinonvolergliaccettare,e piùtostocontinuarlaguerra,enemandòlacopiadiessi

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TRA VENEZIANIEGENOVESI li alpapa, all’imperatore, eadaltriprincipi,espezialmente al re d’Ungheria,ed avendo bisogno grande di aiuto, mandòambasciatori a Federicoducadi Austria,promet- tendoglididargli Feltre,Cividal,e laValsugana conque- stecondizioni:

Che dati alducaquesti luoghi, egli siaobbligato tener a su%propriespesemillelanze d’uomini d’armi prontialsuo soccorso, finchéegliavrà guerra con Veneziani,mandandole aPadova adognisuarichiesta;

Cheessoduca debbaguerrezarconVenezianicomesuoi nemici,e torgli la città diTreviso, chealtre volte fusua, levando ognibolletta,cheniunamercanziavadad’Alema- gnaa Venezia;

Cheseadettoducabisogneràspecie,eglivuol darle per quelprezio,che correrannoa Venezia, mettendosotto la spesa che anderà atrazerledaVenezia;

Che mettendoilducacampoa Treviso,siofferiscedar- gliducati 100 mila per darlapagaaquelle genti,chesa- rannosotto lacittà,intendendo,chein questenonsiano compreselemillelanze;

Chese fra lui eVenezianisifacesse pace innanziun anno,ilduca debbaaveridettiducati 100 mila,

ma

che eglinonpossafarpace senza sualicenzia;

Chefatta lapace,seessosignordiPadovavorràriscuo- tere Feltre,Cividal, eValsugana,siatenuto essoducare- stituirle,isborsandogli ducali 60 mila peressi luoghi.

Intesequeste cose,e conferitelecoifratelli, il ducaac- cettòilpartito,eperciò mandò ancoostaggi aPadova.

Ealli lidifebraro Federigo,e i fratelliduchi d’Austria feceroV entrata in Feltre, Cividale, e Valsugana, quai luoghifurono lor consegnati per nome del signore di Padova.

Lodovicore d’Ungheria,intesiipattipropostiper Ve-

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GUERRADICHIOGGIA 12

nezianialCarrarese signorediPadova,parendogliinonesti simosseasdegno

;epernonlasciarperireessoCarrarese suo amico,glimandòunsuoBaronedettoilVaivoda con duemilacavalli,e licenziò1’ambasciator Veneziano, die appressoluirisedeva.

GibertodaCorreggio,checome ho detto, fu sostituito alGuasconelgeneralato, accettaloilcarico,andòacampo aLova con dueproveditori Veneziani,che furonoLunardo Dandolo, e Pietro Fontana.

Ilduca d’Austria passònellaMarcaTrivisanacon gran- dissimoesercito al servizio delsignordiPadova,venendo allaprimaneiTrevisano perlaChiusadi Quero, depre- dando, edabbruciando pertutto,doveandava, esi ac- campòalMontello.

IlsignordiPadovafecefare inquattrogiorniunagran fossaappressola villa diBoglion per serrardaquellaparte

il Padovano.L’arcivescovodiStrigoniaconduemila e cinquecentocavalliungheri passòlaPiave,eandòa Pa- dovainservizio delCarrarese.

Venezianicominciaronounafossa,che giungesse dalla LovaallaTorredelCoran;eperchèdalsignordiPadova

glivenivafattagranderesistenza,perfacilitarquest’opera, che era molto necessaria, cento gentiluomini Venezianicon dieci balestrieriper ciascuno,siofferirono di servire, fin- chédetta fossa finita fosse.

IlCarrarese signordiPadovaintendendo,che Veneziani continuavanodetta fossa, laqualglieradimoltodanno, seglipresentòcontracontuttelesuegenti;evolendogli vietar1*opera,attaccòla battaglia, che durò per buon pezzo. FinalmenteiVenezianifuronorotti,e fugati, egran partedi quellinobili,chesoprastavanoall’opera, furono presi,efuspianatalafossa,sicchél’opera loro riuscìvana.

Inquestoconflitto fu trovato,chedelle gentiVenezianene

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TRA VENEZIANIEGENOVESI 13 erano morti,eannegatid’intornoad800e presi circa 340.

De’Padovani veramente ne mancaronocirca 230.Per que- sta vittoria fu fattagranfesta,emoltisegni d’ allegrezza inPadova. Partirono poi Benedetto,eGiorgio condottieri ungheri con partedellelorogentiritornandoinUngheria;

ma

pocodopogiunse-in loro luogo Pietro Unghero con cavalli 500.

Veneziani, avuta questarotta, atteseroa rifar il loro esercito,avendoavuto aiuto dalTurcodi 3000 fanti ar- cieri,ilqualevolentierilisoccorse, peressereglinemico delre d’Ungheria.Egliaggiunseroanco altre genti da piedi,edacavallo,cheessi d’ altriluoghicondussero al lorosoldo. OndevedendosiilCorreggio loro generalemolto forte,eavvantaggiatodigenti,deliberòdipassarnelPio- vado con1*esercito,adargliilguasto, non avendo egli altroostacolo,chelabastiadiRossavalle,per dove egli disegnavadipassarilserragliodiBoglione.E cosi fatto ognisforzo,passò dalcapodisottoversole paludi,che erano alquantoasciutte d’acqua,efecefareunabastia nominataMedicina.11cheavendointesoilsignordi Pa- dova,eprevedendo, cheseinemici sifacesseroforti in quel luogo,tuttoilsuo paese resteriain pericolo, poste all’ordine lesuegentiusci dal serraglio, e andò ad as- saltarlegentiVeneziane.Fu dunqueattaccataun’aspris- simabattagliacontutteleforze dell’unae l’altra parto appressoladettabastiafuoridal forte delBoglione,e so- pra1’arzeresicombattè con gran gente dapiedi,e da cavallo.Egliarcieri turchi,e morlacchi,e i balestrieri veneziani, cheeranoneicanaliappressol’arzere(cheerano iliqueltempoasciutti)tiravano per fianco agl’inimici, o gliferivanoicavalli,iqualirinculandosiindietro disor- dinavanolesquadre,ene gettavano molli giù de gli ar- zeri.EdincalzandogliiVeneziani, messeroil campo nc-

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GUERRADICHIOGGIA 14

micoin rotta, dimanieracheil signoreistesso ebbe fa- tica asalvarsinellabastiadiUossavalle. In questa bat- tagliafurono presel’insegnedel re d’Ungheria, e quelle delCarraresecon 200 prigioni,traiqualifuStefano Voi- voda con44Baroni Ungheriemolti Padovani.EdiVene- ziani,datalapagadoppia a’suoi-soldati, fecero la sua bastia diMedicina moltobella,eforte.Eperchèinquelle contrade,doveguerreggiavano,edoveerano fondale quelle bastie,ilterrenoperlamaggiorparte erapaludoso,epieno d’acquemorte,però mollis’infermarono,emorirono,tra iquali fuGibertodaCoraggioilgenerale,Francesco Or- delaffi,LodovicodallaRocca, edaltricondottieriVeneziani.

Eperciòfu inluogodelCorreggio datoilcarico asuofi- gliolo,che erabendisciplinato nellaguerrasottoilpadre, che1’avevasempreavuto appressodisé,comesuo con- sigliere.InquestotempoGiorgioUngheroritornò d’Un- gheriaconlòOOcavalli,epassandolaPiave ebbe contra- sto da’Veneziani;

ma

passò, egiunse al campo del si- gnordiPadovacon suo gran contento. Esaù Mariscalco delcampode’VenezianiapersuasionedelliprigioniPado- vani,sipartìcontrecentolanze,eritornònelsuo paese, ondeVeneziani restaronoconpocagente,eavendo finita la bastiadiMedicina, ne cominciarono un’altrasul ter- reno saldoefermo, poco piùavanti, elanominaronoltos- savalle; maassalitida nemici furonoscacciaticon perdila di3U0 uomini,e fudisfattaessabastia; epocodopoper- detteroanchequelladiMedicina, chelungamentecombat- tuta dallegenti delCarrarese,seglirese,salvolo avere, elepersone,conmortodiluttiliTurchi,eMorlacchi. E cosìVenezianisiritiraronoallalorbastiadellaLova, che eramoltoforte,e digrandecircuito.

Padovaniperlapresadiquestebastie restaronomolto contenti,perchè quellafossaeradigrandannoatutto il

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TRA VENEZIANIEGENOVESI 15 Piovado,oriconobbero moltoilvaloredi Giovanni degli Obici,cheessendo loro capitano s’avevainquestaimpresa portatomolto bene.

FuscopertoalsignordiPadova,cheMarsilio suofra- telloavevaconaltricongiuratodiucciderlui,eilfigliuolo, e questo perilmesso,clicportavaletterea Venezia per aver aiutodaquellaRcpublioa.Epresounode’complici, essoMarsilioconglialtrifuggì diPadova,candòalcampo

delsignoreelilevòlegenti,cheerano d’intorno a quat- trocentocavalli,eandòaVenezia,dovefuonorevolmente raccolto.

AvendoVeneziani perrifarilsuoesercito,assoldateas- sai genti in Lombardia,efattalamassainMantova,non avendopotuto aver ilpasso perlostato del Carrarese, furonoastrettia licenziar le genti.

MoltiBaronid’Ungheria parentidel Vaivoda instarono cheilloro reoperasse,cheilsignordiPadovafacesseli-

berar ildettoVaivodadelleprigioni,allrimenlevolevano andar adannisuoi.Ilredubitandodiciò,scrisse al Car- rarese,che dovessefarpacecon Veneziani con miglior con- dizioni chepotesse,purchésiliberasseilVaivoda, egii altriUngheri,che tenevanoprigioni. Onde intesa questa cosa,Venezianifurono molto contenti:tenendo peròinri- putazioneilfattodella pace, formarono altri capitoli, c dissero,chegliel’averiano concessa, assentendoluiadessi capitoli,enonaltrimenti.E mentresitrattavaquesta pace, BenedettoUngherosopraddetto ritornòaneli’ egli diUnghe- riaconmillecinquecentocavallia servizio delCarrarese, e scorse gran partedelTrivigiano facendomolla preda,e inparticolaresaccheggiò,earseilborgodiAsolo.

PergliambasciatoridelPonteficefulungamentetrattato conlasignoriadiVeneziadiconcluderlapacecolsignore diPadova,ealfinconclusa, vennero da Padova amba-

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GUERRADIGH10GGIA 16

sciatorimandatidal Carrarese,oalli20di settembre fu- ronolettiicapitolidiessa pace,edaessifurono giurati perTosservanzadiessi,e confermati poiperil

Commun

diPadova,iqualipoialli22 furonoinVeneziapublicali egridatalapace,efuronomandatiquattrogentiluominiPa- dovani perostaggi,fin alritornodiGiustinianoprigione, ilquale pertenor deicapitolidovevacongli altriprigioni esser rilassato.Il(ennrede’quali qui segue,videlicet:

CheFrancescodaCarrara signordiPadova debba com- parire a Venezia innanziilDoge,e la signoria, c giurar persacramento, chelaguerra perluifattaerastata fatta indebitamente,edimandargliumilmentediciòperdono;

Chetuttelegenti chesonoalsoldo di detto siguore, sianodipresentelicenziate fuori diPadova,e del Distretto esianodel tuttocasse;

Chetuttelebastie,efortezze fatteper causa di questa guerra adifesa delPadovano,ead offesa del Veneziano sianodeltutto levato,e distrutte;

CheilsignordiPadovafaccia, cheilre d’Ungheriajri- mangainbuonapacecon Veneziani;

CheilmedesimodiaallasignoriadiVenezia ducatitre- centoecinquanta milad’oro per suoi danni, e interesso patiti inquesta guerra,dandoalpresente ducati60mila d’ oro,eilrestointermined’annidieci,pagandolarata d’annoinanno,eperilpròde’ dettidenari paghi ogni annonelgiorno delPAscensa ducati 300;

ChelaTorredelCoranrestiintuttoin dominio delia signoriadiVenezia;

CheilCastel d’0riago,e Castelcaro,e la Torre sopra laBrenta sianoin tuttospianate aterra finsu li fonda- menti;

Cheilpredetto signordiPadova nonpossaedificarpiù fortezzaalcuna asettemigliasopra l’acqua, chevaverso lepaludidiVenezia,eversoChioza;

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»

TRA VENEZIANIEGENOVESI il CheVenezianiabbiano ad elegger quattrode’loronobili, iqualicolgiuramentoabbiano adefinir,emettere i ter- minidelVeneziano,e delPadovano.E che tutto quello che faranno, debba esser approvato, e ratificatoper il

detto signordiPadova;

CheilnobileVaivodarilassato, giuntochesia in Un- gheria,debbasubitofar rilassarTadeoGiustiniano, egli altriprigioni Trivigiani,checonluifuronopresi,;

CheilpredettosignordiPadovaper graziaspezialepossa farvendereinPadova,e nelPadovanosale alprezio che eglivorrà;

ma

chesiaobbligalotuordel saledaChioza alprezio,cheelsivendeaglialtridallisalinari;

Chese le città diFeltre,eCividale,conle loro perti*

nenzie ritornerannoneldominiodelsignordi Padova in alcun tempo, esso signoredebbadareallasignoriadiVe- nezialaChiusadiQuero,eilpassodellaCamatta;

Cheogni Veneziano possa condurreetrar fuori di Pa- dovaedelPadovanoogni sorta di sua entrata, e mer- canzia senza pagar dazio alcuno,comesifacevaaltempo dellabuona memoriadiGiacomo daCarrara suo padre;

Chetuttiibeni mobili,e stabili diMarsilioda Carrara fratello diesso signorerimanganoindominioepoteredi essoMarsilio,siccome erano innanti eh’ egli si partisse da Padova;edi essibeni, eentratepossaluiper sèstesso eperaltrifarquantoeglivorrà senza pagar alcun dazio;

Chepersicurtà dell!presentipattieconvenzionisia te- nutoessosignorediPadovadar quattro gentiluominiPado- vaniperostaggiastarinVenezia, finchéTadeoGiustiniano conglialtriTrivigiani,che furonopresi,sianoritornati.

Sabbato, 24 settembre,silevaronotutte le offesedall’una partee dall’ altra;eilcampoCarrareseandòin Padova onorevolmente, efu dato alloggiamento a quelle genti secondoilgrado suo,

2

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18 GUERRADtCHIOGGIA

FrancescoSecondo da Carrara con moltigentiluomini Padovani andòa Venezia,eanomedelsignorsuo padre giuròd’osservarei soprascritticapitoli, e mantenere la pace;ondefuronolicenziatiilVaivoda,eglialtriprigioni Ungheri,iquali ritornati inPadovasi partironoperUn- gheria;eilsignorelicenziò tuttelesuegenti.ElaSigno- ria diVeneziainesecuzionede’ pattimandòquattrosuoi gentiluomini a dividericonfini,qualipigliar&nomezzala villadelleGambarare,eposeroilconfineappressoOriago edallapartedelTrivigianomesseloiconfinimolteperti- che dentrodelPadovano,epertuttiiconfinifurono messi terminialtisettepassifattidi marmoro al quadro, ben fondatiearpesaticonunS.Marcograndescolpito inca- daunodiessi.

Giacomo daLion,GiacomoPapin,eTibaldodiRognon andatia Venezia,convennerocon Marsilioda Carrara, e concluserodivoler far morirFrancescodaCarrara si- gnorediPadova,eFrancescosuofigliuolo.Echetalcaso Marsiliofosse signore, eessoGiacomo daLion vescovodi Padova,e cosìcon eonsentiraentodiNicolòda Carrara,e moltialtriPadovani, trattaronodidar esecuzionealfatto.

Emanifestata questa deliberazione adunPietro di Saio- monecittadino diPadova, furonodaluidiscoperti, eper forzadifortuna, inteso meglioilfattoperilsignorFran- cescofeceprigioniNicolòdaCarrarasuofratello,eunsuo barba,eglimandòaMonselice nellarocca,e fecedeca- pitareLuigiePellegrino Forzate,eperchèGiacomo da Lion conaltrisuoicompagnieranofuggitia Venezia,li bandì di tuttoilsuo Stato,con condizione che venendo nelle forzefosseroappiccati.

1374.FrancescodaCarrara signordiPadovaper questa congiura cheglierastata fattacontra,dubitandosi molto {FalcuniPadovani, chegli erano sospetti, cominciò per

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TUA VENEZIANIEGENOVESI Ì9 assicurarlasua persona a fabricaril Castello di Padova dellefacoltà de’ cittadiniconmolto lorodispiacere.)

Edalli9dimaggiodidettoannofucominciato, ecomin- ciòancolemuragliedeiborghi,cominciandoaPonte Pe- docchiosofin alPortello,e seguitando per altri luoghi, dovela cittàera solamente spaldata.Efeceanco latorre del BassanellocolZirone.

Inquest’anno moriFrancesco Petrarca poeta laureato cheera ArcipretediPadova,emorinella Villa d’Arquà

,

dovefu sepoltoonorevolmente, portatoda16 dottori, e accompagnatodal signordiPadova conbellacompagnia, cheloseguitava, e fusepoltofuori dellachiesadi S.Ma- ria didetta Villa, eglifu fattounbelsermone,epronun- ziato.Lasciò 24volumidilibri,cheegliavea composti.E pocotempo dopoglifu fattaun’altrabellissimasepoltura all'antica sopra quattrocolonne,nellaqualfuposto.Mori alli18delmesedi luglio.

Nell’istessoanno moriilsignor*CandellaScala, e con- sigliatosicoldettosignordiPadova,s’eglidovevalasciar 10 statoad Albuino suofratello,overo alli suoi figliuoli naturali,fudaluiconsigliatoa lasciarlo al fratello,

ma

Cane nonvolse,e feceammazzaresso AlbuinoinPeschiera oveegliloteneva prigione; e dopo per suo testamento lasciòtutoredellifigliuolicheeranoAntonio eBartolomeo

11predetto signordiPadova.

1373.NicolòMarchesediFerraramaritòTadea suafi- gliolainFrancescoSecondoda Carrarafigliuolodi Fran- cesco signordiPadova,e lamandò a maritoa Padova molto onorevolmente.

1376.Belmesedimaggio.Cominciòlaguerrafra Leo- poldoduca d’Austria,e la Signoria di Venezia, perchè dolevasiilduca,che Venezianinon gli avevano mante- nutoquello chegliavevanopromesso, quando tra essi

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20 GUERRADICHIOGGIA

sifece lapace; e perciòdimandavaa’Veneziani ducati 300 mila per più spesefatteperlui:alchenon consentendo loro,eglifattoungrossoesercito,locongregò molto ben

all’ordinea Trento,esenzasfidar Veneziani, venne con quattromilacavalliperlaviadi Feltre nelTrivisano,ed avendoancounagrossafantaria,cominciò scorrer questo paese, saccheggiando, ed abbruciando ogni cosa,evenne fin su le porte di Treviso, ed abbruciatoilborgo dei SantiQuarantaritornòconlapredaaFeltre,dove ancora luiconlesuegenti stette ritirato,perchè a Treviso era giuntaassaigentede’Veneziani.

Marin Soranzo con300soldatidapiè,edacavallo, in questotemposcorse fin allavilladi Fener,e prese la Montadadi Quero, chenoneraguardata, esaccheggiòla villa,e passòinPossa gno,e feeeilmedesimo,e occupò

ilMontediCorveda,cheèsoprala villadiQuero, nella cuisommitàvieraunabastiafatta, perquellidaQuero, assai forte, e inquellaTerese22prigioni,tra’qualiviera Gallazinoda Quero,ilqualfusquartato, perchè per in- nanzi aveva data essavilla al signordi Padova, mentre eglipossedevaFeltre.Ecosìpresa essaBastia, vi fumesso dentroilpresidio de’Veneziani,i quali ancoin Venezia fecero prigioni tuttiimercanti tedeschi di Fontego, che eranodelleterre aluisoggette,eli tolsero lesuemer- canzie.

Giacomode’CavalliVeronesefu fattocapitano generale de’Veneziani,ilqualeaccettòilcaricovolentieri.

Intantolabastia diQuerofubruciata perquelliprigioni chevierano dentro;edubitando il Soranzo non poter mantenerquelpassosiritiròa Trevisocon tutta lasua gente»

Quelli di Feltre, e di Cividal, intesa la partita de*Vene*

zianidaQuero,mandarono due bombarde, unasulmonte

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TRA VENEZIANIEGENOVESI 21 diCorveta,l’altrasulastradaappressolaChiusa vecchia chiamatalaMoschetta,e fecero forte laMontadadiQuero finadAliano.

IlCavalli fatta lamassadellagentein Treviso andò a Onigo, ove soprailmontefeceunabastiapersuoridutto, perchèlaMontadadiQueroeragià infortezzaconbuona guardia;ed attaccatalabattaglia,laqualduròperbuon pezzo,AnalmentepreselaMontada,eprese insiemeledue bastiediQueroperforza dibombarde,e di battagliada mano,elemesseinbuona guardia; e passato innanzi, giunseallaChiusadiS.Vettore lontanapocopiù d’un mi- gliodaFeltre,ove era serratalastrada,cheva da Quero adessacittà;eper passarlafece pigliar unastrada ap- pressoilPontedellaSona,chedilicorrenellaPiave*e lafeceattraversolamontagnaamansinistra, spianando ilbosco,chevi era, econdussetutta lasua gentenelpiano di S.Vettoredietro ladettaChiusa,laqual fu combattuta davanti,edadietro,eper forzalaprese,contuttetrele torri,chevierano.PresalaChiusafucombattutoilCa- stellodiS.Vettore,eper forzadimangani, bombarde e battagliadamano,fuottenuto,ilqualeraunbel castello eforte,egrande;edopoalcuni giorni con grandissima difQcultà fupresalaRocchettadiS.Vettore,che era sula cimadelmontesopra esso castello,e lamessein buona guardia,facendola piùforte,chenonera,insiemecongli altriluoghipresi.Passò poiilcampovenezianosotto Fel- tre,estandonelVescovado,sicominciò abombardar la città,eandarlesottoconmangani,esifecero moltescor- rerieperi borghieper quel paese Anal Cividal, gua- stando,ed abbruciando pertuttodove andavaPesercito, ilqual ritornò aFeltreperla necessità dell’acqua, non avendosidaservire, senond’unafontana,che è appresso ilmurodellacittà.

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23 GUERRADICHIOGGIA

Subito chesiebbelaChiusa, Veneziani cominciarono ungran piededitorre di sotto laChiusadi QuerosulCa- naldellaPiave versoS. Vettorecon ungrossissimomuro

allatraversadelpassofuoridelmonte,echiamaronoque- stoluogo Castelnovo, il qual èuna bellissima fortezza Anoaldì d' oggi,e fuprincipiatonelmese di settembre del 1376.Ilducad’Austria, intesocheFeltreera in ma- nifestopericolodiperdersi,s’apparecchiòalsuo soccorso con grossoesercito,alqualparendo a’Venezianidi non poterresistere,lasciatol’assediodiquellacittà,e bruciati liborghi eimonasteri,e lasciatacon buonaguardia la Chiusa,eil castello di S.Vettore,siritiraronoaTreviso avendo primapresalaTorrediS.Boldodi sopraSerra- valle,che eradiessoduca;econdannoloro,epresadi moltisoldati,fu poipochigiornidoporicuperata.

Passatelecoseinquestomodo,fu fattatreguaperdue annitraVenezianieilducad’Austria,edopo nel 1378.

fuconclusalapacenelmesed’ottobre,laqual Veneziani fecero volentieri,perchègiàavevanopresentito,chesegli preparava contrauna lega di molta importanza, che fu quella,che quidietrosarànominata,eperciòlapace fu lorodisommocontento.Ipattifuronotra loro, che Ve- nezianirestituisseroalducalaChiusa,ilCastello,e laRoc- chettadì S. Vettore, e tutto loaverede’mercanti tedeschi cheloroerastato inVeneziatolto,comeè detto disopra efosseroliberateleloropersone.Ecosìconlarestituzione dimoltealtrecoseche sariano lunghedascrivereliniessa guerra.

Acciòsianoto a ciascuno, in che modo, e perqual causa cominciasselaguerra,e lanemiciziatra la Repu- blica diVenezia,equelladiGenova,èdasapere,che del 1374 era imperatorediCostantinopoli|Calojanni,il quale tramoltifigliuoliebbe Andronico, Costuiavendodisegnato

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TRAVETfEZIÀNIEGENOVESI 23 con molti suoi complici,e fautori dilevar l’Imperioalpa- dre,eessendo scopertoiltrattato, fu preso, nè volendo Colojanni imbrattarsilemaninelsanguedel figliuolo,come avevafattodeglialtri,percastigo delsuofallo gli fece abbacinargliocchi,e loconfinòinPeracittàvicina,che erade’Genovesi,divisadaCostantinopoliconun canale.

Questo imperatore era amicissimode’Veneziani,elitrat- tava meglioassai di tulte le altre Nazioni,che nellasua cortepraticassero.OndeGenovesi,chesempre ebbero in odio Veneziani,nonpotendotollerarquestacosa,sirisol- serodilevarl’ImperioaCalojanniemetterin istatoAn- dronicosuofigliuolo.Edoperarono talmentecon1'aiuto de’Medici,cheloridusseroabuoni terminidella vista,si

cheeglivedevaassaibene.E accordatisicon luipromi- serodidarglil’imperio,concondizione,che desse a loro ilCastello diTenedo,ilqualè lachiavedell’entrata dello Stretto di Gallipolia tutti quelli, che navigano nelMar- Maggiore,especialmenteinTrabisonda,e allaTana, ete- nesse per suoiconsiglierialquantiGenovesiconcerte altre condizioni. Fatto1’accordo assalirono l’Imperatorenelsuo palazzo,e lo feceroprigioneconlamoglie,e figliuoli,e messerodettoAndroniconellasignoria:ilchefu nelmese d’agosto1376.Esollecitandolo,cheglidesse Tenedose- condolapromessa,disuo consentimento armarono due galere,econletterediquell’imperjjtoreandaronoad essa fortezzaperfarselaconsegnare;

ma

rispondendoquelli del luogo, nonvolerladar adaltri,che aCalo;anni,che ne erailpadrone, dal qualeancoavevanoordine,chese av- venisse mai, cheeglifossescacciatodall’Imperio, quella fortezzasidovesse darea’Veneziani,enonvolendolaloro, alTurco, cheviconfinava:nonpolendofaraltro, Geno- vesisipartirono.

Andronico, checolmezzode’Genovesi erastatomesso

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24 GUBBRÀDICHIOGGIA

in istato,cercavadicompiacerliin tuttoquelloche poteva, eperòadinstanza loro levògran parte dell'autorità al Bailode’Veneziani,efaceva gran torti alli mercanti d.i

quellaNazione.

Quelli diTenedoapersuasionediDonatoTrono, che era sopralegaleregrossedellaTanadiritornoaccompagnato daMarcoGiustiniano,che per dubbio de’Genovesi erastato adincontrarlofina Costantinopoli,sidiederoa’Veneziani etolsero alloro governo essoDonatoTrono conmoltiba- lestrieriVeneziani. Intesalanuovaa Costantinopoli,della perditadiTenedo,l’imperatorAndronico,eGenovesi per sdegno ritennero unacocca veneziana, che veniva dalla Tana,emesseroinprigioneilBailo,edimercanti vene- ziani,a’qualitolseroancotuttelelormercanzie.Ma Ve- nezianisaputoTacquistodiTenedofortezza importantis- simaperilpassodel Mar Maggiore, gli mandarono per capitanoAntonioVeniero, eper proveditoreGiovanni Gra- dendoconduegalerebenarmate,eordinarono, che quel luogofossemessopiùin fortezzachefossepossibile;eman- daronopoi Vettore Pisani perproveditoreappressoglial- tricon duealtregalere,earmaronoperguardiadelgolfo diecigalere sottoPietroMoncenigocapitano.

Genovesi,intesiiprovedimentide'Veneziani, armarono dodicigalere,essendocertididover aver guerraconloro.

Mafinsero di stareal asoldodell’imperatorepernonfarsi principali inquestofatto.

IntantoVenezian*conlaloroarmataandatinell’Arcipe- lago,presero Stalimene,eRiva,terre delpredettoimpera- tore,iquali luoghi,pocodopofuronoricuperati dalledodici galere de’Genovesi,che congiunseroessegalereconaltre dodiciarmatedaloronellaRomania;emoltoglidoleva, che Veneziani avessero Tenedo, perchèavendoloromolte terrenelMarMaggiore,nonpotevanocosifacilmente an-

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TRAVENEZIANI E GENOVESI 25 darviper quel passo, cheda*Veneziani gliera occupato.

Rivoltidunqueall’impresadiTenedo, levarono l’impera- toresoprala loroarmata,edieronol’assaltoa quellafor- tezza,tirandoglimoltecannonate d’artiglierie,e con ga- gliardabattagliadamano;

ma

finalmentedaCarloZeno, ealtriproveditori veneziani,che uscironofuori alla bat- taglia,furonosuperati, e vinticonmolta perditade’suoi, e cacciati alle galere,furonoastrettia ritornarsene a Co- stantinopoli.

In questoanno1376Papa Urbano moriinAvignone e glifusuccessorePapaGregorio,ilqualpromise, siccome avevafattoilprecessore,diritornarconla corteaRoma evitornònelmese d’ottobredi dettoanno, attendendo aricuperareiluoghi usurpatida’Fiorentini,che s’erano confederaticonBernabòVisconti,duca diMilano,contra

fiquale esso PonteficemossegliSvizzeri, eisignori della Scala;

ma

al finfattatreguaper anni cinquenel1378 esso Pontefice mori.Enellaelezionedelsuo successore iRo- manicorseroallearme,edimandarono,chesifacesseun Papaitaliano,ilquale poifu fatto,enominatoUrbanoVI.

Inquestotempo BernabòVisconti signorediMilano ruppe laguerraad Antonio, eBartolomeofratellidallaScalasi- gnoridiVerona,congran gentesotto lacondottadiGio- vanni Aucuto,delConte Lucio,e di Giacomo de’Cavalli efecegrandannosulVeronese;mainterpostosiilsignore diPadova,tralorosiconcluselapace.

Veneziani, cassate che furonolegentidal Visconti per lapaceseguita, scrisseroa Giovanni Aucuto, edaiConte Lucio, chesevolevano coulelorgentipassar nel Pado- vanoa’dannidiFrancescodaCarrara signordiPadova, per quindicigiorniliaveriano dato 30 mila ducatid’oro e per ognididelpiùun miaroalgiorno. Ma quelli due capitani,che erano amicidelCarrarese,nonvollero accet-

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26 GUERRADICHIOGGIÀ

tareilpartito;anzimandaronoquestelettereadessoCar- rarese,acciocchéeglipotesseprovedere allecose sue. Il qualeinteso ciò,cominciò afortificarsibene,e atrattare di colligarsiconaltrisignoriper potermaggiormenteresi- stere alleforze de’Veneziani.E perciòsapendoegliledi- scordie,cheeranotra’VenezianieGenovesi, procuròpri- mieramentediconfederarsiconloro;poiscrisse letteread

altrisignorid’Italia,esortandogliapigliar1’armi contro Venezianicondimostrargli,chesesilasciavanopigliarpiedi interra,come avevanoinmare,che in breve tempo si averianofattipadroniditutta laLombardia,e al fine del- 1’Italia.

Mossidaqueste edaltreragioni,che e perlettere,eper ambasciatori ebberodalsignorediPadova,simosseroil re d’Ungheria,laRepubblicadiGenova, la regina Gio-

vannadiPuglia,iduchid’Austria,ilPatriarca d’Acqui- legia,signordelFrioli,isignori dellaScala,signoridiVe- rona,e laComunitàd’Ancona,afar lega insieme; e il Carrarese innanzi cherompesselaguerra,trasse diVene- zia salee specierie intanta quantità,chegliavesse potuto bastare per anni cinquenellasuacittà;esiforni dimu- nizioni,e di genti,mandandoamostrarledette lettere al re d’Ungheria, perle quali esso molto volentieri entrò nella lega, eoperò cheglialtriv’entrassero.

LasignoriadiVeneziaveramente intendendo i grandi preparamentidelsignordiPadova,e lemolteambascerie che ogni giornogliandavano,dubitandosidiqualchenuovo travaglio,mandaronoaluiambasciatoriadofferirglisico- meconfederati ad ogni suo bisogno;ilqual rispose:Che perdubbio,cheavevadiloro, eglifacevatuttique’prepa- ramenti,echediciòneavevacausa;poichéeglisapeva cheavevanotenutomanonel trattato di Marsiliosuofra- fellocontradi lui;eche volendoegliricuperarFeltre, e

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TRA VENEZIANIEGENOVESI 27 Cividaledaiduchid’Austria,avevanocontraoperato,ac- ciò eglinonconseguisserintentosuo,eche ultimamente avevanocercato,che GiovanniAucuto, edilConte Lucio cavalcasseroa’danni suoi;e chetuttequestecoseerano daperfidinemici.Enegandogli ambasciatori iltutto, e massimelacosadell’Aucuto, loromostròlelettere, che glieranostatemandate;e dettoa gli ambasciatori, che voleva piùtostomorirlibero,che servo,lilicenziò,iquali ritornatiaVenezia,liriferironoiltutto.Ondeessi Vene- zianisiprepararonoallaguerra.Giovanni degli Obizica- valiere dimolto valorefu fattocapitan generaledelle genti del signordiPadova,efualli3 giugno1378,ilqualesu- bitoandòad Oriago,doverifece labastiaconlafossa,e messein fortezzaquelserraglio;efu rifattoilcastello di

muroin otto giorni. Rifece anco Castelcaro con molta difflcultàperimoltidisturbi,chelidavanoquellidaChioza chegl’impedivano conbarche,e balestrieri.Ecosi si fece ancolaBastiadelBorgodaLova,daLugo,daS.Hilario edaConcad’Albaro.Efuronomesseinpunto moltegenti, ecapitani fedeli delCarrarese.E avendoVenezianiall’in- contromandatoafareunabastia a SolagnasopraBassan furonolelorogenti,cheivilavoravano,rotte,equasitutte prese,fra’qualivifuGiovanni Delfino capitanoeprovedi- toreaquell’impresa;e toltaperilsignorediPadovache vi fu inpersona, essabastia,fufinita,emessain buona guardiadaesso Carrarese.

GliAmbasciatori d’Ungheria,diGenova,del Patriarca, e del signordiPadova,andati aVenezia per vedere, se si potevatrattar dipace,nèpotendosi accordare, intimarono laguerraa’Venezianianomeditutti essi collegati.

Daciòmossi Veneziani,emettendosiall’ordineperla guerra,armarono 20galere, facendone capitanodi esse VettorePisani,conordine,che dovesse andare nel Gepor

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28 GUERRADICHIOGQIA

vesato,efare possibildannoa quella Republica,e sì pre- pararonoinquestomodo,che quattordicinefuronoarmate inVenezia,e seiinCandia; perilcheseglimandaronosei arsili,e alPisani furono aggiunti per proveditori ^anta- leeneBarbo,eLuigiLoredano.Ecosiqueste galere quattor- diciandarono nella riviera diGenova,ove prèsero molte navi,edaltrilegni,che furono abbrugiati.Efu la partita di essaalli24d’aprile1378dopola disfida,chefu fatta.

Genovesi,avendo armateinqueltempodieci galere,gli diederoper capitano Luigi dal Fiesco,eportavano gente e denariperfornirlelorogalere,cheerano a Costantinopoli cheavevanopatitogran danno.Eintesoidanni,chefa- cevailPisani in quella riviera,vedendosi aver gente as- sai,sirisolse dicombatter conlui,e trovatisi inspiaggia RomanaaCapod’Anzo, seguitralorounorribilebatta- glia;eperchè era granpioggia, efortunadimare,si ri- trovarono aver solamentenovegalereperparte. Edopo vario successo,restòsuperioreilPisani,avendopresocin- quegalereGenovesicontutte leciurme, insieme col ca- pitano;eun’altra galera diede aterra,

ma

salvatisi gli uomini,restò inmanode’Veneziani,laqualecon1’altre presefuronobrugiate, eccettoquelladelcapitanola qual fumandalaaVeneziaconlui,econ quattordici gentiluomini genovesi,equattro galere perscorta.Equestoconflitto se- guìnelmesedi luglio 1378. Morirono de’Genovesi 500 persone,eanco molti Veneziani, tra’qualiZaccaria Ghisi patrondigalera;efuronotrovali nellegalere deiGeno- vesimoltiargenti, edenariassai.

Conlealtregalere partiYettorPisani, egiunto a Mo- donvitrovòleseigalere diCandia,econtutteandarono inCandiaconliprigionigenovesi, qualilasciati ivi parti contuttelesedici galere, eandòversolaRomaniapertro- varaltredicci galere,cheavevanoiuvernatoV annoinnanzi

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traVeneziani eGenovesi 29 inConstantinopoli;egiunto a Negroponte,intesecheerano passate,eritornòindietro eleseguìsinoa Turpianèpo- tendo aggiungerle, ritornòin golfo.

Lodovicore d’Ungheria per aiutareilsignorediPadova suoconfederato,mandòinItaliailgran Vaivoda,ilquale passatalaPiaveconcinque mila Ungheri, giunse aPadova

alli26 giugno1378.E un giornodopotuttelegentiCar- raresicavalcarononelTrivigiano, facendomolto danno;e ilVaivodamisecampoa Castelfranco; e alli 3luglio i

capitanodelsignordiPadovamisecampoa Mestreecom- battèlabastia,eilborgodi S.Lorenzocongran gentedi Padovani, Ungheri, Furlani,e altre genti,chefracavalli e pedoni erano intorno asedicimilapersonee lacircondòda tuttiilati,acciocché Venezianinonpotessero soccorrerla, battendolaconbombarde,emangani,e gettòunpontesul canale,chevada Mestre a Mergara, congrossi bastioni, acciocchéVeneziani per quella via non glidessero soc- corso.Edopolungabattagliapreseroilborgo predettocon moltiuominid’arme;emesseroalcunebombardesulcam- pamidiS.Lorenzo,collequalifacevano dentrodellaterra grandissimodanno.Laqualsenzadubbiosisariaperduta seVenezianinonavesseromandatosoccorsodi500 fanti sotto lacondottadiNicolòdaGalega lucchese,eilBecco daPisa,iquali per viadelticannetisenza saputadelcampo entrarono dentronellaTerra conunfasso di frezzeperuno edentro era capitanoFranceschino Delfino. Il Carrarese desiderosodi farquell’impresa,giunseinpersonaconmille cavalli,ediedeunagranbattaglia ad essa terra,

ma

fu ributtatoconmoltodannodiquelli difuori, de' qualine morirono da400 ene furonoferitipiùdi mille.Edi tutto questodannoilCarraresenediedelacolpa a Giovannide- gliObizisuo capitano. Finalmentevedendoeglidinonpo*

tereottenerlaterra,feceunarassegnadituttelesuegenti,

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30 GUERRADICHIOGGIA

etrovò,cheegliavevaunfioritoesercito dìtrentaduemila personetra cavalli, e fanti,eperchè ne erano molti in- fermatiperilmalaere,che eraivi,sipartì di,ritor- nandonelTrivigiano,ecassòl’Obizidelgeneralato,che pocomancònonlofacessedecapitare;e insuo luogofece governatoredell’esercitoFederigo daMonteloro,chefece grandissimidanni nelTrivisano.E Veneziani,partito il Carrareseconlesuegenti,fecero ilmuro aMestre,ove prima era ilpalancato,e fortificarono benissimo quella terra.

In questotempooccorse(efu 'moltimesiavanti)che do- vendosiinCipro coronar il figliuolodel rePietro assai giovane,perchènelconcorsofattoa quellafestaVeneziani furonodaluipiù onorati,cheliGenovesi,mossi eglinoad invidiaeasdegno, assaltaronoiVenezianinella sala,dove

sitrovavano,econtendendofra loro,ilreeisuoi corsero in aiutode’Venezianie cosirestarono moltide*Genovesi morti, e moltiferiti;ealcunifuronotrattifuori delle fine- stre.PerilchenonpotendoiGenovesiresistere,si par- tironomalsoddisfattie maltrattati;eritornati a Genova messeroinpuntounagrossa armata,eritornaronoinCi- pro;emessol'assedioa Famagosta, l’ebbero pertrattato, elasaccheggiarono, trovandole dentro moltericchezze, per- chè in queltempoviabitava ilre,e lamadre con la corte,iqualiperònon furonooffesi,perchèleiper ven- dicarsi dellamortedel rePietrosuo marito,glidiedela città,acciò facesserolavendetta contrailfratello diesso re,cheloavevamorto,ilqualesichiamavail principe;

e cosìadinstanzadellareginamadrelouccisero,emes- sero asaccolasuacasa, e lecasedituttiquelli,che lo favorivano.Eessendotaleildannodiessacittà,che nè essore,nèlamadre avevanopiùautoritàalcuna;e du- bitandoalfine diesseremandatiprigioni aGenova,fuggi-

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iTRA VENEZIANIEGENOVESt 31 rottoamendueaNicosia;e cosìGenovesi restaronosignori diFamagosta.

BernabòViscontisignorediMilano promise una sua figliuola aldetto re diCiprocon deliberazionediricuperar- gliFamagosta, cbe erala cittàprincipalediquell’isola.E perchènonpoteva mandarglidettasuafigliuolasenzal’a- iutode’Veneziani,fecelega conloro,con condizione

,

chemandassero ad accompagnarla conseigalere armate a loro spese,echeeglidovesse tener 600 lanze,ebuona quantitàdipedoniinterminedi tremesia’dannideiGe- novesiedella loro lega.Ecosì fermatiipatti,conesso numerodigalerefumandatalasposadiCipro allaterra diCerines,e oltra dette galerevene andarono ancocin- quede’Catalani,promettendo in oltre il reaVeneziani granpremio,segliricuperavano Famagosta.Ecosìandate tutteinsieme a questa impresa,allasecondabattaglia pre- serotrecocche,che serravanoilportoconaltretre,che eranodentro,e tre galere,e trealtrinavilj,iqualigetta- ronotuttiafondo,epresero molti uomini,ecombattendo lamuraglia,furonoributtaticon mortedimolti, eperdita dialquanti.Eseilre,checombatteva da terra,avesse fattoildebitosuo,quelgiornosenza dubbiosiprendeva lacittà.Ma nonsiavendo potutofaraltro

,ritornatoa Cerines,pagòaiVeneziani quel che loroaveva promesso, ingran parteinzuccari. eilrestopromisedidargli.Par- titisiVenezianiconleseisue galerediCerines,passarono inSoria,ove presero moltinavilj genovesi,e traglialtri

unagrandissima coccadetta laSpinarza carica dicotoni, elamandaronoaVenezia,e poiandarono in golfo,esi congiunsero coll’armatadelPisani.

Bernabò Visconti mandòad assaltare ilsignore della Scala,dicuieracapitano GiovanniAucutoconlabrigata dalla Stella, eguastò edepredò gran parte delVeronese.

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32 GUERRADI CHÌOOGIA

Eper riparare a questo,ilsignorediPadovamandòmolte dellesuegenticonilVaivoda Ungherocheavevatremila cavallideisuoi,efu alli15agosto1378.E dopoi caval- carono aVeronamolti altriUngheri,e conBartolomeo dallaScala scorserosulBresciano,overitrovato l’esercito nemico,fecero fatto d’arme erestaronouccisi,epresi moltisoldati dall’Aucuto,e tedeschi, e brettoni,iquali s’eranoritiratinelle valli. E Veronesi scorsero tutto il Bresciano, danneggiandolograndemente;e poifecero 4bastie attornoBrescia.Onde vedendo Bernabòessercosìdanneg- giato ilBresciano,perliberarsi,concluse treguacongli altri dell’altra lega, laquale cominciòilprimodisettem- bre,edovevafinireilprimodigennaroseguente.

Alti 4 ottobre1378 moriFina figliuola diArcuanodei Buzzacherini moglie delsignorFrancesco da Carrarasi- gnorediPadova,e fuconbellapompaonorevolmentese- polta.

Giunte che furonolegalereaVeneziacoi prigioniGe- novesi,Venezianinearmaronoaltrequattro,e tutteinsieme furono mandato alPisani,onde ebbegalere diecinove

,

collequalisipartì disopra aZara,ove era,e andò a Cataro, che eradelred’Ungheria, egli posePassedio; nèvolendosi gli abitanti rendere,combattè la città,la qualeper' forza dibombarde,e di batteriadamano,al fine prese; e cosi ebbe ancoilcastello,ilqualepochi giornidoposeglirese apatti,salvol’avere,elepersone; e fumandata unagaleraaVeneziaad avvisarlavittoria avuta.Efornita la terracon moltibalestrieri,avendofatto gran preda d’argento,di cere, ed’altraroba,sipartìcol- l’armata,eandòalSasino, ritrovandosi accresciutodigalere fino alnumerodiventicinque.Ilche intendendoiGenovesi, cheavevanodiecisette galereben armate,siprepararono di andaraZara,escorseggiarcdifina Venezia;mavo-

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