R esocon ti P arlam en tari 43 — A ssem blea Regionale Siciliana
V I I Le g i s l a t u r a X S E D U T A 12 A g o s t o 1971
X S E D U T A
(Antimeridiana)
g i o v e d ì 12 A G O S T O 1971
Presidenza del Presidente BONFIGLIO
I N D I C E
D ic h ia ra z io n i d el P r e s id e n te d e lla R eg io n e:
P R E S ID E N T E ...
FA SIN O , Presidente della Regione O rd in e d el g io rn o { In v ersio n e) . . . .
P ro p o siz io n e d eg li A ssesso ri a i sin g o li ra m i d el- l ’A n im in is tra z io n e r e g i o n a l e ...
P ag.
43
La seduta è aperta alle ore 10,50.
CHESSARI, segretario ff., dà lettu ra del processo verbale della seduta precedente che, non sorgendo osservazioni, si intende appro
vato.
Preposizione degli Assessori ai singoli rami del- l’Amministrazione regionale.
PRESIDENTE. Dò lettura dei decreti del Presidente della Regione num eri 51/A, 52/A e 53/A d e i r i l agosto 1971, relativi, rispetti
vamente, alla preposizione degli Assessori ai singoli ram i deU’Amministrazione regionale, alla delega di attribuzioni agli Assessori regio
nali alla Presidenza e alla designazione dello Assessore incaricato dì sostituire il Presidente della Regione in caso di assenza o di inape- dimento;
« Il Presidente della Regione siciliana Visto lo Statuto della Regione siciliana;
Vista la legge regionale 29 dicembre 1962, numero 28;
Rilevato che occorre procedere alla prepo
sizione di dieci degli Assessori eletti dall’As- semblea regionale siciliana nella seduta po
m eridiana del 10 agosto 1971 agli Assessorati regionali di cui all’articolo 6 della legge 29 dicembre 1962, num ero 28, nonché alla desti
nazione degli altri due Assessori, eletti nella stessa seduta, alla Presidenza della Regione;
, Considerato che occorre ,altresì, affidare ad uno degli Assessori destinati alla Presidenza l’incarico di segretario della Giunta regionale;
Decreta Art. 1.
Sono preposti agli Assessorati regionali di cui airarticolo 6 della legge 29 dicembre 1962, num ero 28, gli Assessori:
dottor Salvatore D’Alìa - Assessorato del
l’agricoltura e foreste;
avvocato Giacomo M uratore - Assessorato degli Enti locali;
dottor Calogero Mannino - Assessorato del
le finanze;
avvocato Nicola Capria - Assessorato del
l’industria e commercio;
Resoconti, 1. 10 (1971 - 483) (5 0 0 )
R e s o c o n ti P arlam en tari — 44 A ssem b lea R egionale S ic ilia n a
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professor Vincenzo di Caro - Assessorato dei lavori pubblici;
dottor G iuseppe Aleppo - Assessorato del lavoro e della cooperazione;
dottor Domenico Cangialosi - Assessorato della pubblica istruzione;
dottor M ario Mazzaglia - Assessorato della sanità;
dottor Francesco P arisi - Assessorato dello sviluppo economico;
professor Pasquale M acaiuso - Assessorato del turism o, delle comunicazioni e dei tr a sporti.
A rt. 2.
Sono d estinati alla P residenza della R e
gione gli Assessori; professor Vincenzo Ojeni e avvocato Santi M attarella.
A rt. 3.
Le funzioni di segretario della G iunta re gionale sono affidate all’Assessore professor Vincenzo Ojeni.
A rt. 4.
Il presente decreto sarà trasm esso alla Corte dei conti per la registrazione e pubblicato nella G azzetta ufficiale della Regione siciliana.
Palerm o, lì 11 agosto 1971.
Fa s in o ».
« Il P residen te della Regione siciliana Visto lo S tatu to della Regione;
Vista la legge regionale 29 dicem bre 1962, num ero 28;
Visto il decreto presidenziale in d ata 11 agosto 1971 con cui, tra l’altro, sono stati destinati alla Presidenza della Regione gli Assessori professor Vincenzo Ojeni e a v v o cato S anti M attarella;
R itenu ta l’opportunità di delegare agli As
sessori p red etti alcune attribuzioni del P re sidente della Regione, ai sensi dell’articolo 3, ultim o comma, della citata legge 29 dicem bre 1962, num ero 28;
D ecreta A rt. 1.
L ’A ssessore professor Vincenzo O jeni è de
legato alla trattazione, con la firm a degli a tti relativi, degli affari concernenti la riform a burocratica, i servizi am m inistrativ i della Se
g reteria generale e deU’Ufficio legislativo e legale della P residenza della Regione, com
presi quelli delle Aziende speciali.
Il predetto Assessore, è altresì, delegato alla trattazio ne degli affari della Presidenza della Regione concernenti i rap p o rti con la Cassa p e r il M ezzogiorno e la rinascita eco
nomica delle zone terrem otate, nonché i ra p porti con ^A ssem blea regionale (articolo 2, lette re b e c, della legge 29 dicem bre 1962, num ero 28).
A rt. 2.
L ’Assessore avvocato Santi M attarella è delegato alla trattazio n e degli affari di com
petenza della R agioneria g enerale della R e
gione, ai sensi dell’articolo 7 della legge 29 dicem bre 1962, num ero 28, restando attrib u ito al Presid ente della Regione di p resied ere il Com itato previsto dall’articolo 1 del decreto P residente R epubblica 27 giugno 1952, n u m ero 1133, nonché la firm a degli a tti relativi aU’esercizio delle attribuzioni del Com itato medesimo.
A rt. 3.
Il presente decreto sarà trasm esso alla Corte dei conti p er la registrazione e pubblicato nella G azzetta ufficiale della Regione siciliana.
Palerm o, lì 11 agosto 1971.
Fa s in o ».
« Il P resid ente della Regione siciliana Visto lo S tatu to della Regione siciliana;
Vista la legge regionale 29 dicem bre 1962, num ero 28;
Considerato che occorre provvedere, a n o r
m a dell’articolo 10 dello S tatu to della Re
gione, alla designazione dell’Assessore inca
ricato di sostituire il P resid en te della Regione in caso di assenza o di im pedim ento;
R esoconti P arlam en tari — 45 —
A ssem blea Regionale Siciliana
VII L eg islatu ra X SEDUTA
12 Agosto 1971
Decreta Articolo unico.
Il P residente della Regione è sostituito, in caso di assenza o di impedim ento, dall’Asses- sore avvocato Nicola Capria,
Il P resen te decreto sarà trasmesso alla Corte dei conti per la registrazione e pubblicato nella G azzetta ufficiale della Regione siciliana.
Palerm o, lì 11 agosto 1971.
Fa s in o ».
Inversione deirordine del giorno.
PRESIDEN TE. Al I punto dell’ordine del giorno è prevista la elezione di quindici com
ponenti delle Commissioni legislative perm a
nenti.
Poiché i gruppi parlam entari non hanno ancora provveduto a designare i nom inativi dei colleghi che dovranno comporre le cinque Commissioni propongo che si passi all’argo
m ento di cui al punto II.
Non sorgendo osservazioni, cosi resta sta
bilito.
Dichiarazioni del Presidente della Regione.
PRESIDEN TE. Si passa pertanto al pun
to II d eirord ine del giorno; Dichiarazioni del P residen te deUa Regione..
Ha facoltà di p arlare il Presidente della Regione onorevole Fasino.
FASINO, P residen te della Regione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, non può non g rav are sulla ripresa della nostra attività politica, di Governo e di Assemblea, il peso dei problem i non risolti durante la precedente legislatura, certo assai travagliata e discon
tinua anche se non sterile; l’esito della bat
taglia elettorale del 13 giugno, che ha regi
strato un inquietante rafTorzamento della de
stra, p u r se essa rim ane al di sotto delle proporzioni raggiunte nell’immediato ^ dopo
guerra; l’aggravam ento della vischiosità della situazione economica dell’isola che tocca indi
ci allarm anti nel settore degli investim enti industriali; il quadro politico ed economico generale del Paese, non scevro di ombre.
Non debbono m eravigliare, dunque, in un
I contesto siffatto, inquietudini, perplessità, in-
! dicazioni e linee di tendenza talora contrad
dittorie tra le varie forze politiche che acu
tam ente riflettono il malessere, le tensioni e gli squilibri della società siciliana nella quale sono profondam ente inseriti.
Occorre, invece, v alutare in m aniera posi
tiva che in tem pi certam ente più brevi di quelli registrati in analoghe occasioni. Demo
crazia cristiana. P artito socialista italiano.
P artito socialista democratico italiano e P a r
tito repubblicano italiano hanno rinnovato il loro consenso alla linea politica del centro- sinistra, ai suoi obiettivi di rinnovam ento, ad una comune piattaform a di concreto e coe
rente impegno, anche se il P artito repubbli
cano italiano ha ritenuto più consono alla sua funzione e posizione nell’ambito del centro- sinistra di non assum ere p er il momento re sponsabilità di Governo, confermando il suo giudizio critico sulla situazione generale.
vSi tra tta di garantire la continuità di un quadro politico generale che impedisca il de
terioram ento d eiristitu to autonomistico, re spinga con ferm ezza ogni ritorno involuti^’o verso form e di prevaricazione antidem ocra
tica e fascista, consenta di affrontare orga
nicamente, e non in m aniera episodica, i pro
blemi contingenti e quelli di più largo respiro in una prospettiva democratica di fecondo svolgimento della legislatura.
La stabilità del quadro politico, la costante iniziativa legislativa della maggioranza ed il corretto esercizio del potere am m inistrativo costituiscono le prem esse indispensabili per il perseguim ento degli obiettivi di crescita della nostra comunità.
Ad essi rim ane finalizzato il program m a del Governo che, appunto per questo, ha carat
tere prioritario e definisce nel tempo l’auto
nomia politica delle forze che hanno dato vita al governo rispetto a quelle di opposizione.
Ciò non vuol dire negare la validità del dibattito e del confronto o sottrarsi, nel qua
dro di una comune e solidale responsabilità e valutazione, ai contributi positivi che alla realizzazione del program m a stesso possano venire dalla opposizione.
Non siamo manichei, non siamo per p re
giudiziali e irragionevoli negazioni; ma tutto questo non potrà mai significare rinunzia alla consapevolezza delle differenze che distinguo
no il nostro proprio disegno politico da quello delFopposizione in Assemblea e nella Regione,
Resoconti P a rla vien ta rì 4 6 — A ssem b lea R egionale Siciliana
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non potrà m ai significare dissoluzione delle ragioni di fondo che fam io sta re alcune forze insiem e al Governo e che pongono a ltre forze aU’opposizione e in dissenso generale, non vuol d ire copertura della eterogeneità degli obiettivi e dei program m i con cui le varie forze si presentano al confronto e sui quali è doveroso p o rre l’accento.
Si tr a tta di un a indispensabile esigenza di chiarezza che va perseguita n e ll’interesse stes
so dello sviluppo dem ocratico deU’Isola e della com prensione delle nostre vicende politiche e assem blea ri.
Senza questa chiarezza si confondono i con
torni, si annullano le responsabilità, si vanifica ogni corretta e feconda dialettica assem bleare, si m ortifica la ragione stessa d ’essere di ogni P arlam ento.
Ed è proprio perchè desideriam o questa chiarezza, perchè non è possibile che il ra p porto con Fopposizione possa resta re con con
to rn i im precisi, che non possiamo non rile vare la gravità delle responsabilità che si assumono i cosiddetti fran chi-tirato ri, la cui squallida ricom parsa — senza nobili origini, nè m otivazioni politiche, nè giustificate ragio
ni ideologiche — rischia di spegnere ogni ca
pacità dialettica in questa A ula e di a b b ru tire ogni chiarezza di rap p o rti tentando di travolgere le stesse istituzioni autonom istiche.
L ’inizio della legislatura, anche in conse
guenza dei risu lta ti elettorali, ripropone, in term ini oram ai indifferibili, il tem a dei rap porti tra autonom ia e società siciliana cui ci ha, anche, autorevolm ente, richiam ato il P re sidente di questa nostra Assemblea, afferm an
do che « non possiamo di certo ignorare il senso di distacco, talvolta di contrapposizione fra la rea ltà del Paese e le s tru ttu re ra p p re sentative nelle quali le forze politiche spesso esauriscono il loro impegno e la loro p re senza ».
A re stitu ire forza e capacità di incisione alla Autonom ia e fiducia nella Regione alle popolazioni d ell’isola non è più sufficiente lo evidenziare i presupposti storici, politici ed economici del regionalism o siciliano; le lotte sostenute per realizzarlo; i successi conseguiti, pochi o m olti che siano; la rievocazione dram m atica del quadro politico che, attrav erso il crollo dello stato fascista, to talitario e accen- tratore, la Resistenza ed 1 G overni del Comi
tato di liberazione nazionale... (P ro teste dal setto re del M ovim en to sociale italiano).
MANCLTSO. A bbiam o un rap p resen tan te della resistenza!
FASINO, P resid en te della Regione. ...solo potè ren dere possibile la realizzazione politica e giuridica della nostra Autonom ia, prim a ancora che sorgesse il nuovo stato dem ocra
tico repubblicano e regionale, p er cui q u al
siasi rinvigorim ento dello spirito autonom i
stico passa inevitabilm ente a ttrav erso l ’esal
tazione di quel quadro e di quei valori irri- nLinciabili da esso rap p re sen ta ti ed espressi.
Nè è altresì sufficiente adoperarsi p er un a valutazione più serena, equa e realistica delle possibilità operative della no stra A utonom ia che non può essere un m ito, un miracolo, una panacea di tu tti i n ostri mali.
C aricare l ’A utonom ia di tu tti i problem i della Sicilia significa o ltretu tto appesantirla vanam ente e creare i presupposti certi di u lteriori am arezze e delusioni.
L ’A utonom ia, articolazione dem ocratica del
lo Stato, deve diventare strum ento di p a rte cipazione popolare alla gestione del potere.
I novanta di Sala d ’Èrcole, Governo e A ssem blea, non possiamo essere solitari e distaccati gestori della Regione, anche se ciascuno di noi, attrav erso i prop ri p a rtiti non è c erta
m ente estraneo o sradicato dalla re a ltà che ci circonda. Di fron te alla crescita civile della Regione e alla nuova dom anda di p artecip a
zione che sorge dalla base il sistem a può anche vacillare.
Sono tre le d ire ttric i che, a nostro avviso, occorre sviluppare, attrav erso la nostra azione politica, legislativa ed am m inistrativa, con
vinti come siamo che i nuovi ne^si tra A uto
nom ia e società siciliana (ed in essa tu tte le forze vive ché si muovono ed agiscono, forze sindacali, produttive, culturali, giovanili etc.), tra regione ed enti locali, vanno rip o rta ti sul piano giuridico istituzionale.
La partecipazione popolare non può conti
nu are ad essere rid o tta solo all’appello elet
torale, quando istanze non recepite, fru s tra zioni, incom prensioni, scollam enti e reazioni sedim entate e stratificate nel corso del qua
driennio 0 del quinquennio si incanalano p er vie spesso sterili e pericolose per la stessa esistenza degli istitu ti democratici.
Ai cittadini ed alle form azioni pluralistiche esistenti nella società siciliana va offerta la possibilità di una partecipazione perm anente non tanto o com unque non solo a scopo garan-
R esoconti P arlam entari 47 — A ssem blea R egionale Siciliana
VII L eg islatu ra X SEDUTA 12 Agosto 1971
tisticc, m a sop rattutto in nome di un inte
resse collettivo di cui essi stessi sono p o rta
tori « liti cives ».
L ’iniziativa legislativa deve diventare po
polare, va estesa cioè agli enti locali, ad orga
nizzazioni regionali sindacali, economiche, e agli elettori della Regione, a determ inate con
dizioni; a tu tti deve essere consentito di far perven ire in Assemblea ufficialmente, perchè abbiano doverosa risposta, osservazioni e pro
poste sui disegni di legge in discussione, peti
zioni e voti, a tu tti riconoscendo il diritto alle inform azioni sull’attiv ità politica, legislativa ed organizzativa come prem essa necessaria ad una effettiva partecipazione democratica.
R eferen du vi consultivo e referen du vi abro
gativo sono gli ulterio ri strum enti da creare per ren dere reale, efficace ed interessante il rapporto tra l ’Autonom ia e la società siciliana.
T u tti gli sta tu ti delle nuove regioni contem
plano, in tu tto o in parte, gli strum enti di partecipazione cui ho accennato. Il nostro S tatuto va im m ediatam ente integrato in tal senso oltre che aggiornato in altre parti. Il Governo p ren derà le necessarie iniziative anche se, in tu tta questa m ateria, non può non avere la più piena ed ampia disponibilità nei confronti di tu tta l ’Assemblea.
Occorrerà, in secondo luogo, attraverso un apposito strum ento legislativo da m ettere a punto con la opportuna consultazione delle forze interessate, creare un organo economico consultivo, altam ente qualificato ed avente anche un certo carattere rappresentativo, do
tato di opportuni poteri di iniziativa, che col
labori con il Governo, l’Assemblea e le sue commissioni in m ateria economica e sociale, che superi, con la sua capacità di sintesi, i settorialism i e le spinte corporative e valga a consentire incontri e dibattiti fecondi per i protagonisti dello sviluppo culturale, tecnico, economico e sociale dell’isola.
In terzo luogo, dobbiamo affrontare, con de
cisione e larghezza di vedute, il problema del decentram ento, che è problema legato dal punto di vista politico a quello della p a rte cipazione, anche se concettualm ente diverso.
Si tra tta di fare en trare in circolo vitale con l’Am m inistrazione regionale i nostri enti lo
cali, di corresponsabilizzarli e renderli com
partecipi, in m isura idonea e possibile, alla gestione dei mezzi regionali, di vivificarli, anche attraverso im a più m oderna legisla
zione relativa alla loro stru ttu ra, alle m oda
lità della loro azione am m inistrativa ed al controllo relativo sulla stessa.
Ed occorre, sin. da ora, dire che decentrare significa concedere agli uffici locali tan ta lib er
tà di azione nella loro sfera di competenza quanta ne hamio gli uffici regionali nelle m a
terie ad essi attrib uite, sottraendoli in via di principio alla potestà di comando e di coer
cizione degli organi am m inistrativi centrali e vincolandoli alle regole di diritto m a non agli ordini o alle influenze degli organi centrali.
Certo, i nostri enti locali non hanno, in genere, quella tradizione di rigore am m ini
strativo, di efficienza, e spesso quelle a ttrez zature tecniche am m irevoli in a ltre regioni, e quindi sono possibili inconvenienti, ma è un rischio che occorre affrontare e correre.
La stessa libertà è per altro una responsabi
lità e un rischio quotidiano per tutti.
Se ne avvantaggerà la dm am ica della vita locale civile, ne guadagnerà in prestigio, di
gnità, pulizia, snellezza e capacità opei’ativa la Regione, finalm ente liberata da compiti modesti, surrogatori, atomistici e invece pie
nam ente disponibile per più ampi problem i e più pertinenti m ansioni che dararmo, questa volta sì, al di fuori di ogni modesto rapporto clientelare, alla burocrazia regionale, la cui riform a sarà cura del Governo di attu are pie
namente, secondo i dettam i della legge, con decisione ed accortezza insieme, nuovo slan
cio, offrendo campi di prova aperti alle appli
cazioni più nobili ed intelligenti.
In questa terza direzione il Governo muo- verà con prontezza, sia sul piano delle inizia
tive legislative che su quello am m inistrativo.
Occorrerà procedere per gradi, senza frattu re, m a neppure con esitazioni. Non ci illudiamo che la via sia facile, che sia agevole abbat
tere tabù, tradizioni ventennali, modi inve
terati di intendere la gestione della cosa pub
blica.
Ma è un salto di qualità che dobbiamo com
piere e senza del quale TAutonomia regionale è destinata a scadere u lteriorm ente non solo nella considerazione di tu tti, m a nelle sue stesse vitali capacità operative, nella persua
sione che il problem a della partecipazione dei cittadini non si risolve tanto moltiplicando gii organi di gestione, m a modificando il modo stesso di am m inistrai'e con la loro correspon
sabilità a livelli sem pre più popolari.
Si tra tta , p er altro, di un impegno priori
tario del Governo, destinato a creare le con-
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dizioni per esaltare il ruolo di tu tti gli s tru m enti deirautogoverno locale, verso il quale, con ogni possibile azione, va esteso l’accordo regionale di centro-sinistra; n e risu lte rà più incisiva ed organica l'azione locale ma, anche, rafforzato il responsabile sforzo compiuto a livello regionale da Dem ocrazia cristiana, P a r
tito socialista italiano. P a rtito socialista demo
cratico italiano e P a rtito repubblicano italiano per dare alUIsola uno strum ento politico v a
lido per la soluzione dei più assillanti p ro blemi.
Una opportuna modifica della legge eletto
rale com pleterà il quadro delle iniziative per un nuovo raiDporto tra regione e società civile, consentendo, anche in questo campo, una m ag
giore corrispondenza tra la volontà del corpo elettorale stesso e la’ rapp resentan za delle v a
rie forze politiche.
Rim ane, infine, ribadito l’impegno del Go
verno di continuare a prom uovere e ricercare il confronto, sul piano di periodiche consul
tazioni a riguardo dei problem i di m aggiore rilievo ed interesse generale, con i rap p resen tan ti del m.ondo im prenditoriale, con i sinda
cati dei lavoratori autonom i e con quelli dei lavoratori dipendenti n ell’am bito della R e
gione.
I sindacati, oggi, non si sentono im pegnati soltanto in una azione di tu te la dei lavoratori
0 di rivendicazioni salariali, ma, anche, in azioni di prom ozione più generale. Il G over
no regionale, dunque, non può disconoscere il ruolo nuovo assunto dal sindacato nella R e
gione; intende approfondire l ’incontro - con
fronto con esso senza equivoci istituzionali, ribadendo che il Governo è interlocutore e non controparte e che i problem i affrontati devono av ere’ dim ensioni di interesse regio
nale, considerando noi im portanti, in via di principio, e prendendone atto fin d ’ora con soddisfazione, per ciò che può riguardarlo, delle afferm azioni contenute nel documento unitario della C,G.I.L., C.I.S.L. e U.I.L., appro- x’ato il 15 luglio ultim o scorso a riguardo del
l’impegno da essi assunto « al confronto nelle sedi nazionali e locali in term ini di p arteci
pazione alle decisioni di interesse generale »,
^confronto che, come afferm a ancora il docu
m ento « deve potersi realizzare sistem atica- m ente con il Governo, le assem blee rap p re sentative, i p artiti, gli im prenditori pubblici e priv ati »,
S arà proprio la partecipazione popolare alla
vita della Regione; il nuovo nesso che dob
biamo creare tra Autonom ia, società civile e vita locale; la capacità di raccordo e con
vergenza verso obiettila generali com uni tra forze di Governo, forze sindacali e Assemblea, che costituirà il rafforzam ento decisivo delle possibilità di partecipazione alle scelte ed alle decisioni della politica nazionale da p a rte del
la Regione quale ente pubblico rap p re sen ta tivo dei valori e degli interessi regionali.
Ben sappiamo, e lo abbiam o assai spesso ripetu to, che la p u r doverosa utilizzazione ottim ale di tu tte le no stre risorse rim arrà, sem pre, assai al di sotto del m inim o di suffi
cienza p e r la soluzione dei nostri problem i di sviluppo, che si finalizzano n e ll’increm ento dell’occupazione n ell’isola e nel contenim ento del flusso em igratorio. A bbiam o piena consa
pevolezza che essi possono tro v a re adeguata collocazione e soluzione solo in m ia nuova e diversa politica nazionale nei confronti di tu tta r ita lia m eridionale di cui l ’isola è parte cospicua ed integrante. Non esiste un reale sviluppo della Sicilia senza un concreto e reale sviluppo di tu tto il Mezzogiorno.
In q u e st’A ula e fuori di essa, in ta n te occa
sioni, non ultim a quella solenne del convegno delle Regioni m eridionali, celebratosi a P a lerm o a fine gennaio, abbiam o denunciato i lim iti e le conseguenze negative della politica fin qui seguita per le popolazioni del Sud il cui sviluppo ha avuto sem pre n a tu ra subal
tern a rispetto a quello del Nord; sicché l’u ti
lizzazione delle forze di lavoro dell’arco sot
tosviluppato non è stato che un sottoprodotto delle leggi di sviluppo della sola economia del
le zone ricche i cui interessi si configurano in m odelli di sviluppo nei quali l’unificazione economica e sociale del Paese è una v a ria bile e non un vincolo.
Prevalenza delle s tru ttu re economiche esi
stenti; insufficienze politiche e program m ati- che; m ancanza di coordinam ento e quindi di
« ten u ta di linea » ; affievolimento della sen
sibilità per il problem a; disapplicazione delle leggi, con relativ e clam orose evasioni dagli obblighi in esse in seriti o applicazioni di s tru m enti legislativi ed am m inistrativi in modo incoerente e tale da neutralizzare gli effetti positivi che alcuni di essi avrebbero dovuto e potuto avere nello sviluppo m eridionale, costituiscono i m otivi fondam entali dei risu l
ta ti del tu tto m odesti fin qui conseguiti. S a
rebbe superfluo aggiungere che essi sono ad-
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d irittu ra insignificanti p er la nostra Isola per la quale, com unque si vogliano fare, i conti non tornano e tu tti i param etri saltano. P er questo, già da tempo, ci siamo con il m as
simo impegno adoperati per una decisa in ver
sione di tendenza del tipo di sviluppo in atto, anche collocando la Regione su posizioni di n e tta contestazione nei riguardi dello Stato, perchè esso esca, definitivam ente, da una gra
ve e rico rren te m anifestazione di incoerenza che sottolinea macroscopicamente, assai spes
so, il contrasto tra le solenni enunciazioni di principio e le scelte concrete che, invece, van
no ad operarsi in una logica tradizionale anti
m eridionalista. E non solo a fini egoistici o solo nel quadro delle esigenze non soddisfatte
0 ad d irittu ra sacrificate di tu tta l’Italia m e
ridionale, m a nella piena convinzione, politica ed economica, che lo sviluppo del Mezzogior
no costituisce il problem a centrale della eco
nom ia italiana. Esso cioè rappresenta l’ele
m ento condizionante del futuro sviluppo eco
nomico e democratico dell’intero Paese, nel senso che l’ulteriore crescita del sistema eco
nomico italiano passa inevitabilm ente a ttra verso il Mezzogiorno.
Il Mezzogiorno è la nuova frontiera.
Perciò la politica m eridionalistica deve di
ventare la politica nazionale del Mezzogiorno ed il Sud l’occasione storica perchè tu tta la economia nazionale, riequilibrandosi raggiun
ga il più alto saggio di sviluppo e di crescita stru ttu ra le in senso globale.
Il problem a è così vasto ed impegnativo, e di così vitale im portanza per l’avvenire della nostra popolazione e di tu tte le genti del Sud, che l ’iniziativa del Governo e dei partiti della coalizione per la sua soluzione non vuole e non può essere sola. Ci siamo già, politica- m ente e operativam ente, collegati con i P re sidenti e le G iunte delle Regioni meridionali, cogliendo anche dei successi rilevanti, pur se non completi, con le modifiche ottenute al Senato del testo sulla proroga della Cassa, soprattu tto in riferim ento all’ordine del gior
no votato a Palerm o a conclusione del Con
vegno m eridionale ed alle tesi da m e pro
spettate d u ran te lo svolgimento dei lavori, oltre che secondo quanto concordato con il Presidente del Consìglio nell’incontro del 29 ottobre 1970. Ma questo non può bastare.
Intendiam o collocarci al centro di un più vasto m ovimento di incontri di forze poli
tiche espressione dei ceti popolari, dei sinda
cati dei lavoratori, per stimolare, con un con
fronto i loro apporti costruttivi sulla base di una politica coerente, ed, in ogni caso, per fare com prendere a tu tti che cosa c’è di dem a
gogico, di occasionale, di provocatorio in certi atteggiam enti di partiti, di gruppi, di quadri economici e sociali, e che cosa, invece, che possa avviare con concretezza un processo che conduca le forze politiche e sociali presenti nel Mezzogiorno a collocarsi in m aniera uni
voca e autonom a in un impegno condizionante ogni nostro u lteriore sviluppo.
P er intanto è nel nuovo rapporto tra lo Stato e le Regioni, specie quelle meridionali, nella loro unità operativa, in una diversa ed organica s tru ttu ra tra Stato e Regione in sede di program m a, che consistono alcuni pmiti nodali che dobbiamo concorrere a sciogliere positivam ente per una reale inversione di tendenza, attraverso iniziative coerenti e non occasionali.
E ’ evidente, infatti, che è proprio in sede di discussione del piano nazionale che assixme rilievo fondam entale l’azione che la Regione è chiam ata a svolgere, poiché è alla program mazione nazionale che vanno collegate tanto le esigenze di fondo rilevate per la politica m eridionalista quanto quelle più specifiche dello sviluppo regionale, sia per la dimensione degli investim enti necessari, sia per il carat
tere unitario della politica economica del Paese.
Ed è la Regione il punto di riferim ento es- ziale per una politica di program mazione
« che abbia la razionalità della unità e dell’a r
ticolazione, che saldi continuam ente le esigen
ze locali e quelle generali », in una organica vi
sione e distribuzione di mezzi ed iniziative.
In tali prospettive assume rilievo politico prem inente l’azione da svolgere per contra
stare, con tu tti i mezzi a disposizione, le ten denze antim eridionali e particolarm ente anti
siciliane che emergessero, ancorché amm an
tate di inaccettabili moti^à di efficientismo, formulando organiche osservazioni e propo
ste per una adeguata presenza delle istanze regionali nella definizione, in sede di piano nazionale, delle azioni program m atiche geiie- rali, di settore o speciali nel campo degli im pieghi sociali (progetti sociali), nel campo dei settori direttam ente produttivi (progetti di promozione) e, per il Mezzogiorno, con i rela
tivi progetti speciali di riequilibrio, di inte
grazione e di induzione.
R e s o c o n ti P arlam en tari — 5 0 — A ssem b lea R egionale Siciliana
V II Le g i s l a t u r a X S E D U T A 1 2 Ag o s t o 1 9 7 1
Da p a rte del M inistero della p rogram m a
zione, anzi, sono stati di già, in linea di m as
sima, form ulati tredici p rog etti pilota e cioè progetti aventi ca ra tte re operativo, localizzati in aree determ inate, disegnati a scala p reli
m inare, tali da potere essere rapidam ente re a lizzati, dopo mia progettazione di dettaglio da parte degli operatori responsabili. Di tali progetti pilota mio, quello sui p o rti tu ristici, rig uarda ovviam ente anche la Sicilia m entre due investono interessi fondam entali d e lu s o la, quello d ell’area sullo S tre tto di M essina e quello relativo alla sistem azione della Valle del Belice.
Dopo l ’approvazione della legge di finan
ziam ento degli in terv en ti approvati in sede Cipe p er la realizzazione dell’articolo 59, se
condo gli im pegni assunti dal P resid en te del Consiglio e gli accordi raggiunti, la predispo
sizione del progetto pilota per le zone te r r e m otate corona una lunga battag lia della R e
gione e degli interessati verso gli organi sta tali (sottolineata anche al P resid en te della Repubblica d u ran te il suo soggiorno n e ll’iso
la), alla base della quale è stato il presup
posto che senza un organico piano di svilup
po economico della zona sarebbe aleatorio il risu ltato della ricostruzione.
Il piano prevede, dunque, ora, il riassetto territo ria le e socio-economico della Valle del Belice. A questo scopo il progetto si propone di utilizzare gli ingenti stanziam enti strao rd i
n ari predisposti per le zone terrem o tate p er innescare m eccanism i autopropulsivi di svi
luppo, sincronizzando le attiv ità di rico stru
zione e quelle rig u ard an ti la creazione di un assetto in fra stru ttu ra le e socio-economico in modo da arre sta re il processo di depaupera
m ento in corso.
T u tti i docum enti prelim in ari relativi al piano quinquennale 1971-75 sono stati conse
gnati ai m em bri della Commissione consul
tiva interregionale. Tali docum enti vanno ap
profonditi in sede di Governo regionale e r i tengo debbano costituire oggetto di dibattito in Assemblea, analogam ente a quanto dovre
mo fare per il progetto relativo alla chimica di base, che coinvolge, con im m ediatezza, in
teressi notevolissim i della Regione siciliana.
La profonda revisione m etodologica in te r
v enuta in sede di form ulazione del secondo program m a economico nazionale, che sotto il nom e di program m azione per progetti, po
nendo l’accento più sugli aspetti decisionali
ed operativi che su quelli previsivi ed astra tti, cristallizzati in m odelli econometrici, im pone anche a noi la necessità di rielab o rare com
pletam en te le nostre impostazioni, da coordi
n a re con quelle nazionali, sia p er prevedere quanto da essa è a noi richiesto sul piano ope
rativo, sia per in tegrarlo con le n o stre azioni program m atiche e i nostri progetti, stabilendo le nostre priorità, utilizzando con la più in tensa razionalità le nostre risorse e tenendo presente, oltre quelle dello Stato, anche quelle che devono p rovenire dalla Com unità eu ro
pea, in modo da prom uovere una azione glo
bale idonea a recu p erare i rita rd i nella r e a lizzazione di nuovi im pegnativi investim enti sia d ’ordine produttiv o che d ’ordine sociale.
I mezzi finanziari non ci m ancano per re n dere concretam ente operativo il nostro orga
nico program m a di azione. Basti pensare ai fondi dello S tato ex articolo 38 p e r il quin
quennio 1972-76, già d eliberati dal Consiglio dei M inistri e p aram etrati a ll’85 per cento delle im poste di fabbricazione riscosse in Sici
lia, e a quelli provenienti dalla nuova im po
stazione della legge sulla proroga della Cassa p er rendersi conto delle vaste ed incisive pos
sibilità di azione che ci si offrono solo che agiamo con tem pestività, decisione e razio
nalità.
La politica di program m azione deve, du n que, caratterizzare l’am m inistrazione regio
nale n ell’am bito diretto delle p roprie com
petenze. Esso com porta, come abbiam o detto a ltre volte, u n rigoroso accertam ento delle risorse, il loro indirizzo a fini produttivistici, la elim inazione graduale di ogni uso disper
sivo e non incisivo, duplicativo o sostitutivo di quello statale.
Va favorita perciò la sua concentrazione, l’op portunità della sua azione in teg rativ a della spesa statale, l’abbreviazione dei tem pi tec
nici della sua erogazione, sia attrav erso la anticipazione annuale di alcuni program m i e delle relativ e progettazioni, sia con l ’affida
m ento a centri decisionali pubblici della re a lizzazione di p articolari gruppi di progetti di intervento.
Occorre, infine, dim inuire o evitare, per quanto è possibile, la form azione di residui passivi non im pegnati, perfezionare sotto il profilo tecnico il bilancio e com pletare la nor
m ativa sostanziale a suo sostegno. La riform a delle procedure, p er snellire e semplificare, e quella dei controlli contribuiranno non solo
R esoconti P arlam en tari — 51 A ssem blea R egionale Siciliana
V I I L e g i s l a t u r a X S E D U T A 12 Ag o s t o 1971
ad accelerare l ’iter della spesa pubblica, ma, soprattu tto, ad esaltare la funzione di servi
zio della Regione e degli enti locali nei con
fro nti dei cittadini ed a conferire ulteriore validità alla riform a burocratica.
Ad una organica politica di program m a
zione, finalizzata all’increm ento dell’occupa
zione, è strettam ente connessa una adeguata e razionale organizzazione del territorio. E ’ quindi u rg en te e necessario dotare la Regione di un preciso sti'um ento legislativo urbanisti
co, che assicuri l ’ordinato assetto del territo rio, garantisca a tu tti i cittadini la possibilità dell’acquisto della casa, elimini la specula
zione sulle aree e garantisca, al contempo, la propi'ietà dell’immobile.
In tal senso l’iniziativa legislativa del Go
verno farà riferim ento al disegno di legge già predisposto, nella passata legislatura, dall’ap
posita commissione, con le opportune deluci
dazioni e le modifiche conseguenti alla neces
sità di ren dere chiari ed inequivoci gli obiet
tivi che si vogliono perseguire.
Il riferim ento al dovere di una organica politica di program m azione per il raggiungi
m ento degli obiettivi fondam entali che stanno alla base dell’azione del governo non può sot
trarlo al dovere di tracciare alcune linee di azione, assai più ravvicinate nel tempo, per i settori cardini della vita economica regio
nale, agricoltura, turism o, industria, e val
gono a specificare ulteriorm ente il senso di m ovim ento che vogliamo im prim ere al nostro impegno politico: uno sviluppo economico che veda protagonisti i ceti popolari e i ceti medi della nostra Isola.
P e r quanto riguarda l’agricoltura l’obiettivo di fondo della politica del Governo è l ’incre
m ento del reddito nel settore e la elevazione delle condizioni sociali, culturali ed igieniche nelle campagne.
Nel quadro del piano regionale di sviluppo agricolo e dei conseguenti piani zonali, p a r
tendo dalla definizione delle dimensioni otti
m ali delle varie imprese, singole od associate, a seconda delle zone e delle colture, occorrerà agevolare la ristruttu razio n e fondiaria, a ttra verso la istituzione di un congruo fondo di rotazione per l’accorpamento delle proprietà agricole frazionate, a favore dei coloni e mez
zadri, per la form azione di una proprietà col
tivatrice diretta di idonee dimensioni econo
miche, e concorrere adeguatam ente ad obbas- sare i tassi di interesse per i crediti di m i
glioramento e di esercizio indispensabili alla vita delle aziende stesse, m entre le num erose e pressanti richieste di mezzi nel settore della meccanizzazione potranno essere soddisfatte con la istituzione di un apposito fondo quin
quennale.
Non si tra tta , però, solo, di indirizzare m ag
giori mezzi finanziari nel settore prim ario, ma di favorire, prom uovere, opportunam ente suscitare la partecipazione, sem pre più diretta, delle categorie agricole, ed in particolare dei coltivatori diretti e dei lavoratori della terra, alla gestione dei loro problem i, di assecon
dare, con particolari m isure d ’incentivazione, le form e cooperativistiche ed associative in genere, tra produttori e, soprattutto, confi
gurare gradualm ente la condizione della asso
ciazione per l’ammissione a form e d’intervento pubblico così come quello del riconoscimento della professione agricola. Da tale indirizzo discende anche la necessità di vigorosi ed organici interventi per una più ampia com
penetrazione tra produzione e distribuzione, creando o potenziando e aiBdando agli stessi produttori s tru ttu re idonee ad allargare le attività di industrializzazione e commercializ
zazione dei prodotti agricoli.
A tal fine v errà promossa la costituzione di una società tra ESA, E SP I e Cassa per il Mez
zogiorno, al cui patrim onio potranno essere conferiti, anche, beni ed im pianti di proprietà pubblica. Questi ultim i, unitam ente a quelli che andrà a realizzare la società stessa, v er
ranno concessi ad associazioni agricole di pro
duttori che assumano l’obbligo del conferi
m ento del prodotto e siano ordinate da statuti che evitino posizioni di predominio da parte di categorie non coltivatrici.
Ad. iniziative associate di produttori ed enti pubblici dovranno, anche, essere affidati i m er
cati ortofrutticoli, provvedendo alla loro co
struzione ed alle idonee attrezzature.
L ’increm ento del reddito agricolo va perse
guito, altresì, con il m iglioram ento colturale.
Va potenziata, quindi, la ricerca scientifica ed applicata per le produzioni tipiche isolane e la introduzione di nuoVe coltivazioni, predi
sposta la emanazione di regolam enti tecnici per le varie colture e assicurato un minimo di assistenza tecnica alla gestione aziendale.
La elaborazione, poi, di uno schema quadro che preveda organiche norme per il rinnovo degli impianti, la omogenizzazione ed in ge
nere l’adeguam ento delle qualità prodotte alla
Res'oconti, t 11 (500)
R esoconti P arlam en tari — 52 — A ssem b lea R egionale Siciliana^
V II Le g i s l a t u r a X S E D U T A 12 Ag o s t o 1971
modei'iia dom anda del m ercato nazionale ed internazionale, nonché alla com m ercializza
zione della produzione agrum icola, dovrà av
viare razionalm ente a soluzione i problem i della agrum icultura siciliana che tan ta cospi
cua p a rte rap p resen ta del reddito di tu tta la agricoltura isolana.
Un nuovo piano di a ttiv ità nel settore dei rim boschim enti tan to per la difesa del suolo quanto p e r la lotta alla disoccupazione b rac ciantile, e la semplificazione delle procedure di accertam ento e di erogazione di tu tte le provvidenze previste dalla legislazione agri
cola, com pletano le linee program m atiche del Governo in tale campo.
Il G overno è, poi, im pegnato a presen tare un disegno di legge per la concessione della assistenza farm aceutica ai coltivatori diretti.
Nel quadro precedentem ente esposto, nel quale trovano considerazione i problem i più u rg en ti del settore e si prevedono le inizia
tiv e idonee a dare alF attività agricola dim en
sioni economiche, saranno v a lu ta ti anche gli aspetti di n a tu ra co ntrattuale, in una visione arm onica e coerente con gli obiettivi prefìssati.
Si ritiene, j;ertanto, che, al riguardo, sia n e
cessario un valido approfondim ento anche in rapporto alle iniziative nazionali.
L ’Esa rim ane lo strum ento essenziale dello sviluppo agricolo della Regione.
Occorre assicurare sem pre meglio la sua funzionalità, accentuandone la responsabiliz
zazione con lo snellim ento delle procedure anche di controllo, definendone i problem i or
ganizzativi in modo da alleggerirne le s tru t
tu re burocratiche, da consentire l’utilizzazione di nuove qualificate energie di alta capacità tecnica, e da decen trare il personale, in fu n zione di efficienza am m inistrativa, da u n lato, e di assistenza tecnica necessaria alle zone oggetto dei piani di sviluppo, dall’altro.
L ’Ente, inoltre, dovrà essere posto nelle effettive condizioni di a ttu a re integralm ente tu tte le sue norm e ed in particolare quelle previste dall’articolo 3, lette ra n), anche ai fini di creare aziende pilota da affidare a conduzione associata.
Non è, poi, u lterio rm en te differibile, a ttr a verso apposita norm ativa, il riordino, ai sensi deirarticolo 3, lette ra l), della legge regionale 10 agosto 1965, num ero 21, delie utenze irr i
gue su acque pubbliche regionali con affida
m ento delle stesse utenze a consorzi di pro
d u tto ri agricoli a base dem ocratica.
P e r quanto rig u ard a i Consorzi di bonifica, nonché i rap p o tri fra Esa, Consorzi e A sses
sorato, si conferm ano le indicazioni e gli im pegni già assunti con il disegno di legge p re sentato nella precedente legislatura.
C om patibilm ente con la situazione finanzia
ria sarà, infine, increm entato il fondo di ro ta zione delFEsa al quale si ritiene u tile con
sentire anche la erogazione del credito di esercizio.
U na sottolineazione partico lare m eritano i problem i dello sviluppo turistico alberghiero dell’ìsola, nonché quelli relativ i allo sp etta
colo ed alle a ttrez z a tu re ed a ttiv ità sportive,, per la v astità degli interessi, delle attenzioni e delle attese che coinvolgono anche da p a rte dei giovani.
L ’economia tu ristica costituisce uno dei set
tori prev alenti di impegno del G overno per i riflessi positivi che il suo sviluppo può avere nella generale economia della Regione.
L ’offerta tu ristica siciliana deve essere sem pre più rispondente alle richieste del m er
cato europeo e giungere ad un livello quali
tativo e quan titativo delle a ttrez z a tu re ricet- tizie tale da corrispondere alla crescente do
m anda dei servizi tu ristici di vacanza. Va,, pertanto, rinnovato il finanziam ento della leg
ge num ero 46, con u lterio ri increm enti delle quote destin ate alla incentivazione dei t r a sporti e delle azioni prom ozionali oltre che con l’aum ento dei fondi destinati al credito alberghiero.
P o rti tu ristici ed in fra stru ttu re specifiche indispensabili nelle zone in cui vanno ad ub i
carsi im pianti tu ristici di rilev an ti dim ensioni (alm eno m ille posti-letto p e r ciascuno di essi) costituiscono finalità di rilievo n e ll’am bito del
la concentrazione delle spese a ciò destinate con la creazione di appositi fondi.
Un deciso im pegno v e rrà sviluppato p er la difesa delle spiaggie, anche per consentire il loro uso pubblico, per la difesa del m are da ogni form a di inquinam ento e p e r la tu tela del paesaggio.
Il m iglioram ento dei collegam enti con le isole m inori, attraverso appositi in terv en ti da coordinare con le provvidenze statali, rap p re senterà particolare cura del G overno regionale che svolgerà, altresì, opportuna azione p er il potenziam ento delle re ti aeroportuali, portu ali e ferrov iarie siciliane. Analoga azione va svol
ta con lo Stato perchè le Soprintendenze ai m onum enti superino le rem ore che hanno im
R esoconti P arlam en tari 53 A ssem blea R egionale Siciliana
V II Le g i s l a t u r a X S E D U T A 12 Ag o s t o 1971
pedito la utilizzazione dei fondi già stanziati per il restauro delle opere m onum entali.
La esigenza, poi, di colmare le gravi lacune tu tto ra esistenti in Sicilia per quanto attiene alle attrezzatu re ed agli im pianti sportivi, attraverso un organico coordinamento con i piani del Coni e dello Stato, impongono la adozione di ulteriori provvedim enti finanziari nel settore, destinandovi una spesa annuale alm eno pari aH’am m ontare dei proventi del totocalcio. Lo intervento della Regione a fa vore dello sport dovrà essere orientato alla valorizzazione e all’increm ento delle attività sportive dilettantistiche, al fine di favorire una m oderna politica della gioventù.
L ’afferm ata esigenza di u n contatto ampio ed articolato con la società siciliana e p a rti
colarm ente con le nuove generazioni rende indilazionabile una politica dello spettacolo che sia strum ento di elevazione e di prom o
zione culturale.
Non appare, però, ulteriorm ente am pliabile l’intervento della Regione a sostegno delle attività liriche, m entre per quanto concerne l ’E nte autonomo orchestra sinfonica, non può ignorarsi il problem a della lievitazione delle retribuzioni al personale e, quindi, è da p re
vedere il reintegro della m aggiore somma oc
co rrente da condizionare alla possibilità che le manifestazioni dell’orchestra siano previste prevalentem ente fuori del capoluogo, in Sici
lia, nel territorio nazionale ed all’estero.
Occorre, infine, perequare finanziariam ente e territorialm en te gli interventi relativi alla musica ed al teatro, per consentire una loro più ampia fruizione culturale, tanto con con
trib u ti ad associazioni di riconosciuta idoneità tecnica senza fine di lucro, quanto con contri
buti erogati per singole manifestazioni in rap porto al loro numero, al loro livello artistico ed alle presenze registrate.
Lo sviluppo industriale del Mezzogiorno e quindi della Sicilia, è l’obiettivo prim ario di u na politica economica che tenda al riequi
librio dei redditi fra le diverse zone del Paese e ad una stru ttu ra m oderna dell’assetto pro
duttivo dell’isola, per la quale tale sviluppo risulta particolarm ente sperequato e stagnan
te, con grave pregiudizio della sua finalità de
term inante che è, e rim ane, il consolidamento e l’increm ento dell’occupazione, tanto che la prevalenza del fattore occupazione si confi
gura, di regola, per il Governo, come l’ele
m ento discrim inante della scelta degli in te r
venti.
P a rte di gran lunga più rilevante, in tale processo di espansione industriale, deve assu
m ere l’azione dello Stato, quale elem ento im prescindibile del nostro sviluppo nel settore, giacché la situazione occupazionale degli ad
detti alla industria postula la sollecitazione e la creazione, da p a rte degli enti pubblici na
zionali, di nuovi posti di lavoro in num ero tale da colmare le lacune del passato. Dalla azione degli enti pubblici nazionali, che hanno, finora, largam ente disatteso le istanze delle regioni m eridionali e della Sicilia, m isurere
mo l’effettiva volontà dei poteri centrali di recare un concreto contributo di solidarietà alla popolazione siciliana.
Intanto va subito concretato l’adempimento del preciso impegno assunto dal Governo na
zionale, e deliberato dal Cipe, di dar corso ad iniziative per la creazione di 25 mila nuovi posti di lavoro n ell’isola, tanto concludendo sulle definitive indicazioni ubicazionali quanto superando, comunque, le difficoltà frapposte dalla Montedison.
Su tali problem i siamo disposti ad arrivare alle estrem e conseguenze, giacché i loro rifles
si non sono solo di ordine economico, m entre diciamo, fin da ora, che intendiam o prevedere il nostro intervento nell’ambito della contrat
tazione program m ata, per la creazione delle in fra stru ttu re necessarie là dove saranno rea
lizzate grosse iniziative industriali.
La incentivazione regionale allo sviluppo industriale riguarderà le piccole e m edie in
dustrie cosi come definite nel disegno di legge sul finanziamento della Cassa già approvato dal Senato; va riferita, soprattutto, alla ge
stione, al credito di esercizio, al tasso degli interessi, al maggior onere dei trasporti, alla qualificazione professionale, e va attu ata an
che attraverso sgravi sugli oneri sociali in aggiunta a quelli previsti dalla legislazione nazionale.
V errà istituito un fondo per la concessione di nuovi m utui agevolati alle im prese che v^ersino in tem poranee e superabili condizioni di difficoltà finanziaria o gestionale nei settori in crisi congiunturale e un fondo per fideius
sioni e garanzie a parziale integrazione delle garanzie richieste dagli istituti specializzati di credito del Mezzogiorno.
La norm ativa regionale condizionerà ogni e qualsiasi beneficio alla scrupolosa osser
vanza della legislazione sociale nonché dei
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Resoconti P arlam en tari 54 — A ssem b lea R egionale S iciliana
V II Le g i s l a t u r a X S E D U T A 12 Ag o s t o 1971
contratti collettivi di lavoro e di tu tte le a ltre norm e vigenti in m ateria.
P e r favo rire lo sviluppo ind u striale la R e
gione utilizzerà i 70 m iliardi, già stanziati nella precedente legislatura, ed ogni a ltra r i
sorsa disponibile n ell’arco dei prossim i cinque anni, in collegam ento con lo Stato e con gli enti pubblici nazionali, e con il sostegno alla sana iniziativa p riv ata nonché a quella degli enti regionali cui inevitabilm ente riconduce il discorso sullo sviluppo dell’isola, u n ita m ente alle d irettiv e in ordine alla loro disci
plina operativa.
E ’ noto che gli esiti di gestione dei nostri enti costituiscono m otivo di pesanti oneri finanziari p er l’A m m inistrazione regionale, di -rilievi severi della Corte dei conti e di grave apprensione nella pubblica opinione. Il Go
verno si sente, dunque, im pegnato a svolgere ogni attiv ità prom ozionale idonea a spingere gli enti economici regionali al conseguim ento ordinato degli scopi p er la cui realizzazione essi costituiscono un a necessaria altern ativ a strum entale a c a ra tte re istituzionale.
P e rta n to il loro perfezionam ento e raffor
zam ento stru ttu ra le , finanziario ed am m ini
strativo, in modo da realizzare un effettivo superam ento delle loro incertezze operative e renderli organism i efficienti, nei quali sia p rev alente la capacità tecnica ed im prendi
toriale -tanto a livello burocratico quanto a livello dirigenziale, rappresenta, per il Go
verno, un obiettivo prioritario, così come il pieno appoggio p er la realizzazione dei loro piani di azione approvati e rite n u ti validi, superando ogni rem ora che dovesse insorgere.
Puntualizzando il nostro pensiero direm o:
a) che le finalità, le d ire ttric i di azione, i m etodi di gestione ed i program m i di riordino e di investim enti degli enti pubblici regionali e delle loro collegate devono corrispondere rigorosam ente alle linee program m atiche del Governo ed alle sue indicazioni, che trovano fondam ento nel program m a nazionale e regio
nale di sviluppo ed, in m ancanza di esso, nella relazione annuale previsionale e program m a
tica;
b) che agli enti va riconosciuta una m ag
giore autonom ia, che ne accresca la respon
sabilità operativa, lim itando, p u r nella dove
rosa e costante inform ativa, la a ttiv ità di con
trollo del Governo alla salvaguardia degli in dirizzi e degli obiettivi fissati per ciascun ente ed alle norm e di carattere generale comune
che il G overno indicherà per tu tti gli enti regionali;
c) che la p ro d u ttiv ità e l’econom icità delle loro im postazioni prom ozionali devono costi
tu ire gli elem enti di fondo del loro corretto operare su cui è riservato al G overno il giu
dizio complessivo;
d) che perm ane la necessità di realizzare il coordinam ento e l’integrazione dei pro g ram mi predisposti o in via di predisposizione da p a rte degli enti regionali con quelli degli enti nazionali tan to a fini economico-finanziari che tecnici ed operativi.
P e r q uanto rig u ard a l ’Espi, in particolare, il Governo è im pegnato alla approvazione del
la legge di ristru ttu ra z io n e d e irE n te ed alla ricostituzione dei suoi organi dem ocratici di gestione, alla riorganizzazione delle aziende collegate, anche attrav erso utili fusioni, se
condo criteri di efficienza e di economicità, alla dotazione di personale tecnicam ente p re p arato ai vertici dirigenziali d ell’E n te stesso e alle sue collegate o ltre che di uno staff di am m inistrato ri di sicure capacità im prend i
toriali p er la loro guida, al finanziam ento delle iniziative valide che saranno dal medesimo predisposte, al suo collegam ento con la nuova costituenda finanziaria m eridionale prev ista dalla legge della Cassa che p o trà rap p resen tare u n ’u tile occasione p e r il suo rilancio e la sua rivitalizzazione.
Lo sviluppo economico e sociale dell’isola, specie nel setto re industriale, infine, non può prescindere dalla qualificazione professionale della m ano d ’opera. Tale a ttiv ità va rio rd i
n ata evitando ogni dispersione di m ezzi e duplicazioni di iniziative, coordinando i vari in terv en ti e provvedendo alla creazione di s tru ttu re perm anen ti p e r la qualificazione, che rispondano alle più pressanti e m oderne esigenze sia p er attrez z a tu re che per conti
n u ità di azione.
La loro gestione, oltre che alla stessa Re
gione, può essere affidata anche ad en ti p u b blici idonei ed alle organizzazioni sindacali.
M enzione p articolare va, altresì, riservata, alla soluzione del problem a idrico isolano.
L ’acqua, infatti, non è solo una in fra stru ttu ra civile indispensabile, m a anche una condi
zione base p er l ’intero sviluppo economico siciliano.
Il Governo è im pegnato a destinare tu tti i mezzi finanziari necessari alla soluzione di tale problem a e prospetta fin d ’ora l’oppor
R esoconti P arlam entari 55 — A s s e m b le a Regionale Siciliana
V II Le g i s l a t u r a X S E D U T A 12 AaosTO 1971
tu n ità di considerarlo come contenuto di un
« progetto » della program m azione regionale.
P rim a di concludere mi si consenta di sot
tolineare la necessità che Governo e Assem
blea hanno di rivolgere m aggiore attenzione ai problem i della pesca ed, in genere, al m on
do della m arineria siciliana tanto estesa ed ancora così sana.
La nostra flotta peschereccia, che ha regi
strato di già notevoli trasform azioni qualita
tive, deve essere aiutata a svecchiarsi con opportuni prem i di demolizione. Contributi in conto capitale e finanziam enti a tasso age
volato incentiveranno le nuove costruzioni, l’am m odernam ento e il m iglioram ento di de
term inati tipi di naviglio peschereccio.
L ’aiuto nella gestione, specie alla piccola pesca, può configurarsi nel concorso nelle spese per l’acquisto del cai'burante, m entre, con m utui ed iniziative simili a quelle accen
n ate per il medesimo problem a nel settore agricolo, occorre cointeressare in modo siste
m atico i pescatori alla conservazione, lavora
zione e commercializzazione dei prodotti ittici.
Una esposizione program m atica non può esaurire, certam ente, tu tta la vasta tem atica dei problem i che gravano sulla nostra Isola.
Ho cercato di tracciare semplicemente, e a larghi tra tti, linee di tendenza e di azione;
ho additato alla nostra comune responsabilità alcuni problem i emergenti. Consentite di sup
porre gli altri nella loro interezza, anche r i
cordando che m olti argomenti, su cui non mi sono potuto soffermare, sono stati oggetto di attenzione, discussione e indicazioni solutive da parte deU’Assemblea in m olte occasioni.
Tale è il caso dei provvedim enti che rigu ar
dano gli artigiani; di quelli indifferibili per il settore sanitario, tanto ai fini della applica
zione in Sicilia della legge ospedaliera, del controllo dei nuovi enti ospedalieri, dei ra p porti tra Regione, M inistero della sanità ed enti ospedalieri, quanto p er un intervento, in via assolutam ente straordinaria, inteso ad al
leggerire la grave situazione finanziaria del settore; di quelli relativi alla sistemazione di tu tto il ram o della pubblica istruzione, alla radicale svolta degli indirizzi da perseguire nello stesso, al rinnovam ento e all’am plia
m ento di una politica culturale di cui l’As- sessorato deve farsi carico unitam ente alla azione della tu tela del paesaggio, e ad inizia
tive per il mondo giovanile, uscendo definiti
vam ente dalla ormai stantia tradizione di una
soffocante quanto m odesta attività di colonie, cabotaggio.
Opportuni program m i regionali di finanzia
m ento di plessi scolastici ed ospedalieri inte
greranno i piani nazionali di intervento per i due settori.
Il Governo presenterà con urgenza un dise
gno di legge, già definito nelle sue stru ttu re essenziali, per rapidi e congrui interventi nel settore dell’agricoltura e dell’industria intesi a far superare difficoltà di congiuntura e ad integrare alcune provvidenze già stabilite dal
lo Stato allo stesso scopo.
P er quanto riguarda l’agricoltura in terver
remo con finanziamenti, anche poliennali, per la prosecuzione di interven ti che, già nel pas
sato, si sono rivelati di notevole efficacia per il sostegno dei settori interessati.
In particolare, tali finanziam enti riguardano il credito agrario di conduzione ai sensi del
l’articolo 11 della legge 27 ottobre 1966 n u mero 910; il trasporto in continente dei vini, mosti concentrati, alcooli ed acquaviti che non trovano ricettività n ell’isola, anche in previsione di una vendem m ia particolarm ente abbondante (articolo 1 della legge regionale 18 ottobre 1969, num ero 39); la distillazione dei vini tu tto ra giacenti presso le cantine sociali con la contribuzione prevista dall’a rti
colo 8 della legge 27 ottobre 1966, num ero 910.
Prevediamo, inoltre, un congruo stanzia
m ento per far fronte alle esigenze derivanti dalle num erose domande di m utuo per la trasform azione dì passività onerose, che per la lim itatezza delle assegnazioni riservate alla Regione, in base alla legge 26 novem bre 1969, num ero 828, articolo 2, non possono in atto trovare accoglimento, l’aum ento del fondo di rotazione delFEsa e l’autorizzazione allo stes
so Ente di effettuare im m ediatam ente congrui anticipi sugli im porti delle integrazioni comu
nitarie sui prezzi del grano duro e dell’olio d ’oliva, in modo da fare affluire idonei mezzi finanziari nelle campagne alFìnizio della an
nata agraria.
Nel settore industriale il disegno di legge in elaborazione individua i punti di possibile attacco dei pi'ovvedimenti straordinari della Regione per il riassetto e la ripresa produt
tiva delle piccole e m edie industrie isolane;
a) nel credito di esercizio, potenziando l ’apposito fondo istituito dalla Regione nel 1957, modificando il contributo sugli interessi in modo da adeguarlo ai nuovi tassi, prolun