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Capitolo 1

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Academic year: 2021

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Capitolo 1

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1.1 LA CITTA’ DI TARANTO: CONFORMAZIONE E STORIA

Taranto è una città della Puglia, capoluogo dell'omonima provincia e terzo più popoloso comune dell' Italia meridionale peninsulare con i suoi 196.369 abitanti.

Essa si affaccia sul Mar Ionio ed è definita la "città dei due mari": il Mar Piccolo ed il Mar Grande.

Il Mar Piccolo è separato dal Mar Grande da due penisole che lo chiudono a golfo, orientate entrambe verso un'isola che costituisce il nucleo originale della città, e collegate ad essa tramite il Ponte di Porta Napoli o Ponte di Pietra, ed il

Ponte Girevole.

Vista aerea della Città

L'isola è divenuta tale in seguito al taglio della penisola eseguito durante la

costruzione del fossato del Castello Aragonese, trasformato in seguito nel canale navigabile che mette in comunicazione il Mar Piccolo con il Mar Grande.

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La cronologia tradizionale assegna la data della fondazione di Taranto al 706 a.C.. Le fonti tramandate dallo storico Eusebio di Cesarea, parlano del trasferimento di alcuni coloni Spartani in questa zona per necessità di espansione o per questioni commerciali. Questi, distruggendo l'abitato indigeno, portarono una nuova linfa di civiltà e di tradizioni.

La leggenda invece, farebbe risalire la nascita della città a 2000 anni prima di Cristo, ad opera di Taras, uno dei figli di Poseidone. Taras sarebbe giunto in questa regione con una flotta, approdando presso un corso d'acqua che poi da lui stesso avrebbe preso il nome: il fiume Tara.

Vista della Città

Tra il V e il IV secolo a.C., la città è interessata da uno sviluppo urbanistico verso oriente, in quanto l'attuale Città Vecchia, divenuta l'acropoli, risulta insufficiente a contenerne la popolazione. L'espansione si spinse ben oltre l’attuale centro, come testimoniano i resti della cinta muraria che, partendo dall'istmo, chiudeva la città in un perimetro di circa 10 km.

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Nel 272 a.C. la città viene sottomessa dai romani e lentamente inizia la sua decadenza: divenuta provincia romana, conosce un lungo periodo di abbandono, in cui è facile preda di goti, longobardi e ungari.

I saraceni la radono al suolo nel 927, ma nel 967 l'imperatore di Bisanzio Niceforo Foca ne avvia la ricostruzione, limitandone però lo sviluppo solo all'attuale Città Vecchia, per consentire una piena visibilità sugli attacchi nemici. In seguito, si alternano al suo potere normanni, svevi, angioini ed aragonesi, per ben quattro secoli di prosperità economica.

Vista del Canale Navigabile

Occupata nel 1502 dagli spagnoli, un nuovo periodo di abbandono è il risultato delle invasioni turche e francesi del XVI secolo e del Regno dei borboni del 1734. Ma l'occupazione napoleonica del 1801 galvanizza ancora una volta la città bimare, ponendola al centro di nuovi equilibri geostrategici sul Mediterraneo. Finalmente, l'annessione al Regno d'Italia e la conseguente abolizione dalla servitù militare nel 1865, le ridona vitalità per un rapido sviluppo economico ed urbanistico fuori degli antichi confini dell'Isola.

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Oggi Taranto è sede di un grande porto industriale e commerciale, e di un arsenale della Marina Militare Italiana, nonché della maggiore stazione navale. È inoltre sede di un importante centro industriale, con stabilimenti siderurgici (tra i quali l’Ilva, il più grande di Europa), petrolchimici, cementiferi e di cantieristica navale.

Lo sviluppo lungo le penisole è iniziato verso la fine del XIX secolo; in precedenza infatti, la città era arroccata sull'isola.

Vicolo della città vecchia

Nel Borgo Antico si ha un intrico di vicoli, derivanti dalla costruzione di abitazioni quanto più possibile addossate per sfruttare tutto lo spazio disponibile e per facilitare la difesa in caso di invasioni, mentre nel Borgo Nuovo prevale un ordinamento più razionale, quasi a pianta di Ippodamo, modificata successivamente in una conformazione a ventaglio.

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Il primo nucleo abitativo sviluppatosi fuori dell'Isola è il Borgo ottocentesco, cuore della Città Nuova.

Nel tempo comunque, lo sviluppo urbanistico è avvenuto in maniera incontrollata, soprattutto a causa della crescita selvaggia innescata dal polo siderurgico, e quindi prevalentemente sul versante orientale, in quanto a nord la città è delimitata dalla presenza del polo industriale, nonché dalla ferrovia e dal porto, che costituiscono le principali infrastrutture di collegamento.

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1.2 UBICAZIONE DEL PROGETTO

L’area del porto si estende per circa mq 3.800.000., ed è delimitata ad est, dal mare e dal demanio ferroviario, ad ovest dal mare e dalle recinzioni degli stabilimenti Ilva e Agip, a nord dalle recinzioni dell’Ilva, e a sud dal mare.

L’area di intervento si sviluppa per una superficie di circa 58.000 mq ed è compresa, da est ad ovest, tra il parcheggio denominato Est 2, posto all’interno dell’area portuale, e la sezione stradale in corrispondenza del cavalca-ferrovia del tratto di collegamento viario fra il varco e le Strade Statali nn. 7 “Appia” e 106 “Jonica”, e, da nord a sud, tra la ferrovia e i moli dalla radice del 2° sporgente alla radice del 4° sporgente.

Area di intervento

La zona presenta una morfologia dolce; tutta l’area che si estende nella fascia costiera ha i caratteri di una piana degradante verso il mare.

L’originaria configurazione morfologica e idrografica del sito in esame risulta pianeggiante ed a tratti sensibilmente modificata per effetto dei numerosi interventi antropici quali le colmate effettuate per la realizzazione degli sporgenti presenti in prossimità di dette aree.

Da un punto di vista ambientale e naturalistico, la zona interessata dagli interventi di progetto non presenta alcuna valenza sotto il profilo vegetazionale o faunistico, essendo del tutto antropizzata, sia per la presenza di infrastrutture (strade, linee ferroviarie, porto), sia per la presenza dell’area industriale di

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1.3 STATO DEI LUOGHI

Come detto al “Varco Nord” si accede dalle strade statali SS 106 e SS 7, attraverso uno svincolo “anulare” ed un successivo tratto di strada della lunghezza di circa ml. 800, che consente di allacciarsi direttamente al varco. Tale collegamento risulta parzialmente chiuso in corrispondenza dell’innesto alle strade statali mediante guard-rail e in prossimità del varco doganale, mediante un muro in tufo, realizzato all’altezza del cavalcaferrovia.

Muro in tufo in corrispondenza del cavalcaferrovia

Il raccordo stradale, attualmente esistente ma non aperto al traffico, è costituito da due carreggiate per senso di marcia, separate da guard-rail e con canalette per la regimentazione delle acque meteoriche.

La superficie carrabile si presenta deteriorata a causa della presenza di depositi di scorie prodotte dalla zona industriale adiacente.

Nel tratto compreso tra il muro suddetto e il Varco Nord, la pavimentazione stradale presenta, a tratti e in zone localizzate, alcune lesioni trasversali all’asse stradale e fessurazioni longitudinali, con a volte la presenza di vegetazione

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In questo tratto di strada è presente la segnaletica orizzontale, anche se ormai deteriorata e sbiadita, mentre è assente la segnaletica verticale.

La strada è, inoltre, dotata di guard-rail in acciaio, anch’esso deteriorato e non a norma e con alcuni elementi danneggiati, e di cunette alla francese, ove vi è una presenza notevole di vegetazione spontanea che non consente un corretto deflusso delle acque meteoriche.

Particolare fessurazioni della pavimentazione stradale

Oltrepassato il varco, la viabilità interna si dirama in due carreggiate a due corsie, una della larghezza di 13 mt di ingresso consente di raggiungere le aree del porto e i parcheggi interni al Varco, l’altra della larghezza di 7,5 mt, di servizio alle aree parcheggio.

Tutte le superfici bitumate presentano una colorazione rossastra dovuta al deposito del particolato particellare provenienti dall’attività industriali limitrofe, cosi come gli altri manufatti (quali cordoli, guard-rail, strutture metalliche, ecc.) che sono presenti in tutta l’area oggetto dell’intervento.

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Nella parte esterna al posto doganale (Varco Nord) e all’interno dell’area portuale, limitrofa al Varco doganale, sono presenti aree adibite al parcheggio per i mezzi in transito nel porto.

Parcheggio interno al Varco Nord

Nel dettaglio sono presenti tre ampi piazzali:

 un parcheggio esterno alla recinzione doganale, della superficie di circa

mq 13.815, a cui si accede direttamente dal tratto di strada di collegamento alla SS 106 e SS 7;

 un primo parcheggio interno all’area del varco nord, della superficie di

circa mq 11.930, destinato al parcheggio dei mezzi pesanti;

 un secondo parcheggio interno all’area del varco nord, della superficie di

circa mq 4.918, destinato al parcheggio degli autoveicoli.

Sia le superfici asfaltate, che gli altri manufatti presentano gli stessi segni di deterioramento accentuato dal deposito di polveri sottili prodotte dalla zona industriale adiacente, che formano un film superficiale di colore rossastro (per la presenza di ossidi di ferro).

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Il fabbricato esistente è stato completato nell’anno 1998, da parte del Ministero dei Lavori Pubblici – Ufficio del Genio Civile per le Opere Marittime. Il manufatto realizzato per alloggiare il posto di controllo della Guardia di Finanza in corrispondenza del Varco doganale Nord è costituito da un fabbricato monopiano di forma rettangolare delle dimensioni in pianta di mt. 9.60 x 6.60, avente struttura portante in c.a., fondazioni del tipo superficiale a trave rovescia di sezione rettangolare.

Vista del fabbricato esistente

La struttura portante in elevazione è costituita da due telai in c.a. paralleli al lato più lungo; i due telai principali sono collegati da travi di collegamento. Il solaio di copertura è stato realizzato con struttura in latero cemento, avente travetti prefabbricati, con interposti elementi in laterizio e soletta di collegamento.

La copertura è piana con una mensola - cornicione in c.a. e parapetto realizzato lungo il perimetro, in muratura di mattoni.

Il fabbricato esistente si compone di due vani, servizi igienici e locale centrale termica, avente accesso indipendente dall’esterno.

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Perimetralmente al fabbricato è presente un marciapiede pedonale. A causa del tempo trascorso dalla data di costruzione, il manufatto, mai

utilizzato e mai oggetto di lavori di manutenzione ordinaria, presenta diversi segni di degrado, particolarmente evidenti nei suoi elementi di finitura quali infissi, pavimentazione, rivestimenti esterni ed intonaco interno. In particolare, gli infissi presentano alcuni fenomeni di corrosione e abrasione degli organi di manovra, deterioramento dei profili ed essiccazione e sfaldamento della

sigillatura dei vetri.

Ingresso al “Varco Nord”

Il fabbricato è ubicato all’interno della recinzione, che delimita le aree portuali. La recinzione esistente è costituita da pannelli in ferro con sottostante cordolo di fondazione, delimitato perimetralmente da un marciapiede pedonale.

All’ingresso del varco doganale vi sono due corsie di entrata e di uscita, interrotte da n° 2 cancelli, della lunghezza di ml. 10 in ferro, con apertura a battente di tipo normale e da n° 2 barriere con barra orizzontale.

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