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Tutto il materiale inserito in questa dispensa è di proprietà dell’Ing. Simone Caffè ed è soggetto30 OTTOBRE 2015
CONNESSIONI FLANGIATE "MOMENT CONNECTIONS"
SECONDO LE NORME
EN 1993-1-8 (EUROCODICE 3) E NTC 2008
Ing. SIMONE CAFFÈ
2
accordo con la Norma EN1993 – 1 – 8.
ARGOMENTI TRATTATI:
1. Impiego delle connessioni flangiate nelle strutture in carpenteria metallica.
2. Metodi classici per il progetto e la verifica delle connessioni flangiate: argomentazioni sui vantaggi e gli svantaggi dei presenti metodi.
3. Il problema della “classificazione delle connessioni” e relative ripercussioni sul calcolo strutturale globale.
4. L’elemento T – equivalente (T – stub).
5. Procedura completa per il calcolo della resistenza e della rigidezza delle connessioni flangiate.
6. Connessioni di Base.
J3 J3
J4 J4
Tipo J1 : Giunto Flangiato Trave – Colonna (End Plate Joint) – Impiego: FREQUENTE;
Tipo J2: Giunto Flangiato Trave – Trave (Splice Joint) – Impiego: NON FREQUENTE (ad esso si preferisce la classica connessione con coprigiunti d’ala ed anima);
Tipo J3: Giunto Flangiato Colonna – Colonna (Splice Joint) – Impiego: NON FREQUENTE (ad esso si preferisce la classica connessione con coprigiunti d’ala ed anima);
Tipo J4 : Giunto di Base (Base Plate Connection) – Impiego: USUALE;
4
Giunto trave – colonna con irrigidimenti
Giunto trave – colonna con irrigidimenti
Giunto trave – colonna privo di irrigidimenti
Giunto trave – colonna con mensola di appoggio (haunched beam)
Tipologia con flangia a tutta altezza Tipologia con flangia estesa Tipologia con flangia estesa irrigidita
Tipologia con trave dotata di
mensola di appoggio Tipologia con trave dotata di mini - mensola
di appoggio
6
Tipologia con flangia estesa su entrambi i lati Tipologia con flangia a tutta altezza
Tipologia usata per la sommità dei portali, con flangia dotata di mensola di appoggio
Tipologia utilizzata per collegare due tronchi di trave aventi sezioni trasversali con altezze differenti
Generalmente, per connettere due travi si predilige al giunto di testa flangiato, il giunto con coprigiunti d’ala e anima!
PREFERIBILMENTE!
Tipologia con flangia estesa su entrambi i lati
Generalmente, per connettere due tronchi di colonna si predilige al giunto di testa flangiato, il giunto con coprigiunti d’ala e anima!
PREFERIBILMENTE!
Tipologia utilizzata per collegare due colonne aventi sezioni trasversali con altezze differenti
8
Tipologia priva di costole di irrigidimento Tipologia dotata di costole di irrigidimento
a. L’ipotesi di “flangia indeformabile” consente la determinazione delle trazioni agenti sui bulloni con riferimento alla sola geometria della connessione.
b. Si assume che il centro di istantanea rotazione sia ubicato nel baricentro dell’ala compressa della trave da connettere.
c. Si deve verificare che le tensioni in ogni punto della flangia
“non” superino il limite elastico fy del materiale costituente, altrimenti le eventuali plasticizzazioni comporterebbero incrementi deformativi non compatibili con le ipotesi di partenza.
d. Se l’ipotesi “c” risulta verificata è lecito assumere una distribuzione lineare delle forze agenti sui bulloni a partire dal centro di istantanea rotazione.
Polo
Sotto queste ipotesi la forza di trazione agente sull’i – esimo bullone risulta pari a:
momento “di progetto” trasmesso dalla trave alla colonna
10 VANTAGGI:
a. Estrema semplicità e velocità dei calcoli.
b. Usualmente non sono necessari software dedicati per lo svolgimento delle analisi.
SVANTAGGI:
a. Risulta generalmente impossibile conoscere il reale comportamento della connessione in termini di Momento Resistente Mj,Rded in termini di Capacità Rotazionale della stessa (quindi è impossibile attribuire una classificazione della giunzione).
b. Connessione avente limitata duttilità a causa della presenza di flange spesse o irrigidite atte a garantire l’ipotesi di “indeformabilità delle stesse”.
c. Resistenza della connessione governata dal collasso per raggiungimento della trazione ultima nei bulloni: “giunto fragile” – “duttilità molto limitata”.
d. Calcolo ammissibile unicamente nel caso di connessioni tra tronchi di trave o tra tronchi di colonna, laddove sia possibile utilizzare piastre di estremità aventi spessori considerevoli o flange irrigidite. Nei giunti trave – colonna, l’utilizzo di flange spesse o irrigidite non garantisce il soddisfacimento delle ipotesi di calcolo, in quanto non è assicurata l’indeformabilità dell’ala della colonna o del relativo pannello d’anima.
SI!
NO!
Ballio – Mazzolani: Strutture in Acciaio – HOEPLI
Se la flangia non è sufficientemente spessa il comportamento dei bulloni non è indipendente dalla deformazione della stessa.
Se la flangia ha spessore elevato e quindi praticamente indeformabile, la distribuzione delle forze sui bulloni è lineare, per contro, se la flangia è deformabile nascono forze di contatto anche nella zona tesa della connessione e pertanto la distribuzione delle forze sui bulloni è sostanzialmente diversa da quella assunta alla base del calcolo.
Struttura reale: portale incernierato alla base Schema statico
A
A = la connessione è classificata come “rigida” e la staticità della struttura è assicurata!
B
B = la connessione è classificata come “semi rigida” , la staticità della struttura è assicurata se e solo se la rigidezza del nodo S
j,iniè tenuta in conto nel calcolo del portale! C
C = la connessione è classificata come “nominalmente incernierata”, la staticità della struttura NON è più assicurata!
?
E = modulo di elasticità dell’acciaio.
Ib = momento d’inerzia della trave.
Lb= luce della trave tra gli assi delle colonne.
kb= coefficiente che tiene conto dell’efficacia del sistema di controvento (se presente).
Sj,ini= rigidezza della connessione.
L
b12
Struttura reale: portale incernierato alla base Schema statico
E = modulo di elasticità dell’acciaio.
Ib = momento d’inerzia della trave.
Lb= luce della trave tra gli assi delle colonne.
kb= coefficiente che tiene conto dell’efficacia del sistema di controvento (se presente).
Sj,ini= rigidezza della connessione.
L
bRigida!
Semi rigida!
Nominalmente incernierata!
Per i collegamenti classificati rigidi si può assumere che essi abbiano una rigidezza
flessionale sufficiente per giustificare lo sviluppo di analisi basate sulla completa continuità.
I collegamenti semi-rigidi forniscono un prevedibile grado d’interazione tra le membrature, basato sulla relazione momento-rotazione di progetto dei collegamenti.
Un collegamento
nominalmente incernierato deve essere in grado di trasferire le forze interne senza sviluppare momenti flettenti significativi.
E = modulo di elasticità dell’acciaio.
Ib = momento d’inerzia della trave.
Ic = momento d’inerzia della colonna.
Lb= luce della trave tra gli assi delle colonne.
Hc= altezza delle colonne.
kb= coefficiente che tiene conto dell’efficacia del sistema di controvento (se presente).
Sj,ini= rigidezza della connessione.
L
bH
cPer telai non controventati:
La connessione è “semi rigida” = calcolo considerando S
j,iniLa connessione è “nominalmente incernierata”
La connessione è “semi rigida” = calcolo considerando S
j,iniLa connessione è “rigida” = calcolo in continuità
Per telai controventati nei quali il sistema di controvento riduce gli spostamenti orizzontali dell’80%
rispetto al telaio privo dei controventi:
δ
nbδ
bControvento
EFFICACE!!!
14
1. Giunti a completo ripristino di resistenza:
2. Giunti a parziale ripristino di resistenza:
3. Giunti nominalmente incernierati:
Momento resistente della trave da collegare !
Vantaggi:
1) Consente di ottenere un valore ben preciso della rigidezza del nodo, che può essere implementata nell’analisi globale.
2) Consente di ricavare il diagramma momento – curvatura della connessione da utilizzarsi in caso di analisi plastica.
Vantaggi:
1) Consente di ottenere un parametro di comportamento del nodo a partire dalla sola resistenza flessionale.
2) La classificazione del nodo non necessita pertanto di ulteriori calcoli oltre a quelli svolti per determinare Mj,Rd.
Svantaggi:
1) E’ generalmente difficile realizzare connessioni a “completo ripristino di resistenza”, pertanto è sovente necessario calcolare comunque l’effettiva rigidezza del nodo.
Svantaggi:
1) Maggiori oneri di calcolo in termini di difficoltà e tempistiche. Generalmente è necessario utilizzare software dedicati.
16
Il calcolo del momento resistente della connessione M
j,Rde il calcolo della sua rigidezza S
j,inisi basano entrambi sul metodo delle componenti: il collegamento viene scomposto in un insieme di componenti
“base” disposte in serie e/o in parallelo, che modellano le tre zone di trazione, compressione e taglio:
Zona tesa (T – stub sollecitato a trazione)
Zona compressa (T – stub sollecitato a compressione) Zona soggetta a
taglio
ELENCO DELLE COMPONENTI DI BASE [§6.2.6]:
1) Anima della colonna (non irrigidita) soggetta a taglio
2) Anima della colonna (non irrigidita) soggetta a compressione 3) Ala e anima della trave soggette a compressione
4) Ala della colonna soggetta a flessione 5) Anima della trave soggetta a trazione 6) Flangia di estremità soggetta a flessione
7) Anima della colonna (non irrigidita) soggetto a trazione
LA RESISTENZA DI PROGETTO DELLE
COMPONENTI DI BASE EVIDENZIATE A LATO, SI CALCOLA CON RIFERIMENTO
ALL’ELEMENTO T – STUB SOLLECITATO A TRAZIONE O A COMPRESSIONE A SECONDA DEI CASI !
La resistenza di ciascuna riga di bulloni è pari alla MINIMA RESISTENZA tra tutte le resistenze delle componenti di base che modellano quella particolare riga di bulloni.
RIGA «n-esima»
PRINCIPIO DELL’ANELLO DEBOLE DELLA CATENA!!!
Ala della colonna inflessa Bulloni in trazione
RESISTENZA RIGA
18 La piastra di estremità inflessa e l’ala della colonna soggetta a flessione possono essere modellate attraverso un elemento T – stub sollecitato a trazione . La lunghezza efficace dell’elemento T – stub deve essere presa in modo che la sua resistenza a trazione sia equivalente a quella del componente di base del collegamento che esso rappresenta!
LA LUNGHEZZA EFFICACE DI UN ELEMENTO T – STUB E’ UNA LUNGHEZZA FITTIZIA CHE NON CORRISPONDE NECESSARIAMENTE ALLA LUNGHEZZA GEOMETRICA DEL COMPONENTE DI BASE CHE ESSO RAPPRESENTA!!!
L
effL
effL
eff20 MODO DI COLLASSO 1: snervamento
completo della flangia.
MODO DI COLLASSO 2: snervamento completo della flangia + rottura dei bulloni.
MODO DI COLLASSO 3: rottura dei bulloni.
DUTTILE!!! INTERMEDIA!!! FRAGILE!!!
= Forza di contatto Cerniere plastiche
Cerniera plastica
Bulloni a rottura = Ft,Rd Bulloni in campo
elastico
Bulloni a rottura = Ft,Rd Flangia plasticizzata Flangia plasticizzata
Flangia in campo elastico
= Forza di contatto
F
T,1,RdQ Q
0.5ΣF
T1,Rd+Q 0.5ΣF
T1,Rd+Q
F
T,2,RdQ Q
0.5ΣF
t,Rd0.5 Σ F
t,RdF
T,3,Rd0.5ΣF
t,Rd0.5ΣF
t,RdMODO DI COLLASSO 1: snervamento completo della flangia.
MODO DI COLLASSO 2: snervamento completo della flangia + rottura dei bulloni.
MODO DI COLLASSO 3: rottura dei bulloni.
Q
Q + FT,1,Rd/ 2
Equilibrio alla rotazione attorno alla CP vicino all’anima [1]:
Equilibrio alla rotazione attorno alla CP vicino al bullone [2]:
Sostituendo Q dalla [2] nella [1] si ottiene:
Equilibrio alla traslazione [3]: Resistenza a trazione del singolo bullone:
Con ΣFt,Rdsi intende la somma delle resistenze a trazione dei bulloni presenti nell’elemento T – stub preso in
considerazione.
Equilibrio alla rotazione attorno alla CP vicino all’anima [4]:
Σ Q Q Σ
/ 2 / 2
Sostituendo Q dalla [3] nella [4] si ottiene:
22
Modo 1 – Metodo 2 (alternativo)
dw= diametro della testa del bullone o del dado.
CAUTELATIVO!
SI USA PER I GIUNTI DI BASE!
LA RESISTENZA DELL’ELEMENTO T – STUB CHE MODELLA UNA COMPONENTE DI BASE RISULTA:
t = trazione T = T – stub
MA COME SI CALCOLANO I MOMENTI PLASTICI M
pl,1,Rde M
pl,2,RdDELL’ELEMENTO T – STUB?
MODO 1 – Plasticizzazione completa della flangia MODO 2 – Snervamento della flangia + crisi dei bulloni
LA LUNGHEZZA EFFICACE DI UN ELEMENTO T – STUB E’ UNA LUNGHEZZA FITTIZIA CHE NON CORRISPONDE NECESSARIAMENTE ALLA LUNGHEZZA GEOMETRICA DEL COMPONENTE DI BASE CHE ESSO RAPPRESENTA!!!
LA LUNGHEZZA EFFICACE PER IL MODO DI COLLASSO 1 E’ PARI AL VALORE MINORE TRA TUTTI I POSSIBILI PERCORSI DI SNERVAMENTO CON ANDAMENTO CIRCOLARE (circular patterns) E NON CIRCOLARE (non – circular
patterns)!
LA LUNGHEZZA EFFICACE PER IL MODO DI COLLASSO 2 E’ PARI AL VALORE MINORE TRA TUTTI I POSSIBILI PERCORSI DI SNERVAMENTO CON ANDAMENTO NON CIRCOLARE (non – circular patterns)!
t = spessore T – stub (tfc= ala colonna ; tep= piastra di estremità)
24
MODO 1 : le flange di un elemento T – stub sono sufficientemente flessibili da consentire la formazione di quattro cerniere plastiche, aventi percorsi di snervamento circolari o non circolari:
Circular Patterns Non – Circular Patterns
MODO 2 : le flange di un elemento T – stub sono sufficientemente flessibili da consentire la formazione di due cerniere plastiche, aventi percorsi di snervamento non circolari:
Non – Circular Patterns
L
eff,1L
eff,1L
eff,2L
eff,2Rettificando si ottiene:
L
eff,2T – stub
t
NON C’E’ CORRISPONDENZA TRA LUNGHEZZA EFFICACE E LUNGHEZZA FISICA!
?
PERFETTA ANALOGIA SI OTTIENE NEL CASO IN CUI L’ELEMENTO T – STUB RAPPRESENTI UN GRUPPO DI BULLONI
Percorso di snervamento circolare
Percorso di snervamento
non – circolare
26
Di seguito si riportano le dimensioni geometriche necessarie per effettuare il calcolo degli elementi T – stub:
Lato colonna Lato trave
Piastra di estremità
COMPONENTE DI BASE: Ala della colonna soggetta a flessione F
t,fc,Rd[§6.2.6.4]
Lunghezze efficaci dell’elemento T – stub per singole righe di bulloni
Lunghezze efficaci dell’elemento T – stub per meccanismi di gruppo
28
COMPONENTE DI BASE: Anima della colonna soggetta a trazione F
t,wc,Rd[§6.2.6.3]
Generalmente si prende beff,t,wcpari alla larghezza efficace minima Leff(singola o di gruppo) tra quelle ottenute per percorsi di snervamento circolari o non circolari.
La resistenza a trazione del pannello d’anima risente «negativamente» della presenza del taglio. Il fattore ω considera l’interazione con il taglio!
V
c2,EdV
c1,EdM
b1,EdM
b2,Edtwc= spessore pannello d’anima della colonna fy= valore di snervamento
γM0= coefficiente di sicurezza
hb= altezza della trave
tfb= spessore delle ali della trave
COMPONENTE DI BASE: Anima della colonna soggetta a trazione F
t,wc,Rd[§6.2.6.3]
Giunto destro
Giunto sinistro
Area a taglio della colonna
30
COMPONENTE DI BASE: Piastra di estremità estesa inflessa F
t,ep,Rd[§6.2.6.5]
Lunghezze efficaci dell’elemento T – stub per singole righe di bulloni
COMPONENTE DI BASE: Piastra di estremità interna inflessa F
t,ep,Rd[§6.2.6.5]
Lunghezze efficaci dell’elemento T – stub per la riga di bulloni al di sotto dell’ala della trave
Lunghezze efficaci dell’elemento T – stub per le altre righe di bulloni
32
COMPONENTE DI BASE: Piastra di estremità interna inflessa F
t,ep,Rd[§6.2.6.5]
DETERMINAZIONE GRAFICA DEL COEFFICIENTE α
α
COMPONENTE DI BASE: Piastra di estremità interna inflessa F
t,ep,Rd[§6.2.6.5]
DETERMINAZIONE ANALITICA DEL COEFFICIENTE α
- Si fissa un valore αdi tentativo, compreso tra 4.45 e 8.00 - Si determinano i valori limite λ1,lime λ2,lim
- Si calcola il valore analitico λ1
- Si varia iterativamente αfino a quando λ1= λ1 - Si calcola il valore analitico di λ1e λ2
34
COMPONENTE DI BASE: Piastra di estremità interna inflessa F
t,ep,Rd[§6.2.6.5]
Lunghezze efficaci dell’elemento T – stub per meccanismi di gruppo
COMPONENTE DI BASE: Anima della trave soggetta a trazione F
t,wb,Rd[§6.2.6.8]
Generalmente si prende beff,t,wbpari alla larghezza efficace minima Leff(singola o di gruppo) tra quelle ottenute per percorsi di snervamento circolari o non circolari.
36
RESISTENZA DELL’ELEMENTO T – STUB SOLLECITATO A COMPRESSIONE –
§6.2.5 – EN 1993 – 1 – 8
Il metodo illustrato nel seguito è valido se e solo la forza normale che sollecita la trave da collegare è minore del 5% della resistenza plastica della sua sezione trasversale .
Inoltre la resistenza flessionale della connessione M
j,Rdnon deve mai essere governata dal collasso delle saldature che connettono trave e piastra di estremità – REQUISITO DI DUTTILITA’!
COMPONENTI DI BASE
La resistenza a trazione di queste componenti di base si determina con riferimento al modello T – stub.
La resistenza a compressione di queste componenti di base si determina con riferimento al modello T – stub.
A = area della sezione della trave fy= valore di snervamento γM0= coefficiente di sicurezza
38
Righe prese singolarmente Righe prese come parte di un gruppo
PASSO 1 - Si calcola la resistenza potenziale della 1° riga presa singolarmente come il valore minimo tra:
a. Resistenza dell’ala inflessa della colonna [§6.2.6.4]: Ft,fc,Rd_row1
b. Resistenza dell’anima della colonna soggetta a trazione [§6.2.6.3]: Ft,wc,Rd_row1
c. Resistenza della piastra di estremità inflessa [§6.2.6.5]: Ft,ep,Rd_row1
T – stub
F
t,Rd_row1F
t,Rd_row2PASSO 2 - Si calcola la resistenza potenziale della 2° riga presa singolarmente come il valore minimo tra:
a. Resistenza dell’ala inflessa della colonna [§6.2.6.4]: Ft,fc,Rd_row2
b. Resistenza dell’anima della colonna soggetta a trazione [§6.2.6.3]: Ft,wc,Rd_row2
c. Resistenza della piastra di estremità inflessa [§6.2.6.5]: Ft,ep,Rd_row2
d. Resistenza dell’anima della trave soggetta a trazione [§6.2.6.8]: Ft,wb,Rd_row2
T – stub
PASSO 3 - Si calcola la resistenza potenziale della 2° riga presa come parte di un gruppo come il valore minimo tra:
a. Resistenza dell’ala inflessa della colonna [§6.2.6.4]: Ft,fc,Rd_row1_2– Ft,Rd_row1
b. Resistenza dell’anima della colonna soggetta a trazione [§6.2.6.3]: Ft,wc,Rd_row1_2– Ft,Rd_row1
T – stub
Vedi PASSO 1
F
t,Rd_row11+ 2
La presenza dell’ala della trave scongiura la formazione di un meccanismo di gruppo tra la riga 1 e la riga 2, lato trave!
40
Righe prese singolarmente Righe prese come parte di un gruppo
F
t,Rd_row3PASSO 4 - Si calcola la resistenza potenziale della 3° riga presa singolarmente come il valore minimo tra:
a. Resistenza dell’ala inflessa della colonna [§6.2.6.4]: Ft,fc,Rd_row3
b. Resistenza dell’anima della colonna soggetta a trazione [§6.2.6.3]: Ft,wc,Rd_row3
c. Resistenza della piastra di estremità inflessa [§6.2.6.5]: Ft,ep,Rd_row3
d. Resistenza dell’anima della trave soggetta a trazione [§6.2.6.8]: Ft,wb,Rd_row3
T – stub
PASSO 5 - Si calcola la resistenza potenziale della 3° riga presa come parte di un gruppo come il valore minimo tra:
a. Resistenza dell’ala inflessa della colonna [§6.2.6.4]: Ft,fc,Rd_row1_2_3– Ft,Rd_row2 – Ft,Rd_row1 b. Resistenza dell’anima della colonna soggetta a trazione [§6.2.6.3]: Ft,wc,Rd_row1_2_3– Ft,Rd_row2– Ft,Rd_row1 c. Resistenza dell’ala inflessa della colonna [§6.2.6.4]: Ft,fc,Rd_row2_3– Ft,Rd_row2
d. Resistenza dell’anima della colonna soggetta a trazione [§6.2.6.3]: Ft,wc,Rd_row2_3– Ft,Rd_row2 e. Resistenza della piastra di estremità inflessa [6.2.6.5]: Ft,ep,Rd_row2_3– Ft,Rd_row2 f. Resistenza dell’anima della trave soggetta a trazione [§6.2.6.8] : Ft,wb,Rd_row2_3– Ft,Rd_row2
T – stub F
t,Rd_row1F
t,Rd_row2Vedi PASSI 1 e 2
1+ 2+ 3 2+ 3
F
t,Rd_row3F
t,Rd_row1F
t,Rd_row2Resistenze potenziali a trazione delle righe assunte nel calcolo di M
j,Rd.
Centro di Compressione
Le resistenze F
t,Rd_row(i)si definiscono POTENZIALI perché potrebbero essere solo potenzialmente raggiunte nel caso di perfetta plasticità e duttilità infinita.
Se la resistenza di una riga di bulloni eccede il valore 1.9F
t,Rdallora la resistenza potenziale di tutte le righe al di sotto di essa deve essere ridotta in modo da garantire il rispetto della proporzionalità triangolare con polo nel centro di compressione.
Se la somma delle resistenze a trazione (eventualmente ridotte) delle righe di bulloni, eccede la resistenza a compressione della connessione F
c,Rd, sarà necessario ridurre ulteriormente tali
F
c,Rd42
F
t,Rd_row3F
t,Rd_row1F
t,Rd_row2Centro di Compressione
F
t,Rd_row4h
2h
3h
4F
t,Rd_row3_ridF
t,Rd_row1F
t,Rd_row2> 1.9F
t,RdCentro di Compressione
F
t,Rd_row4_ridh
2h
3h
4SE
> 1.9F
t,RdREQUISITO DI
DUTTILITA’ !!!
h
1F
t,Rd_row3_ridF
t,Rd_row1F
t,Rd_row2Centro di Compressione
h
2h
3F
c,RdF
t,Rd_row3_effF
t,Rd_row1Centro di
F
c,RdF
t,Rd_row2_effSE
Σ F
t,Rd_row(i)> F
c,RdSI RIDUCONO LE RESISTENZE IN MODO CHE RISULTI
Σ F
t,Rd_row(i)_eff= F
c,Rd44
h
1F
t,Rd_row3_ridF
t,Rd_row1F
t,Rd_row2Centro di Compressione
h
2h
3F
c,RdCOME SI CALCOLA F
c,Rd?
La resistenza della zona compressa della connessione F
c,Rdè pari al valore minimo tra i seguenti meccanismi di collasso:
• RESISTENZA A COMPRESSIONE DEL PANNELLO D’ANIMA DELLA COLONNA: F
c,wc,Rd• RESISTENZA A COMPRESSIONE DI ALA E ANIMA DELLA TRAVE: F
c,fb,Rd• RESISTENZA A TAGLIO DEL PANNELLO D’ANIMA DELLA COLONNA: F
c,wp,RdCOMPONENTE DI BASE: Anima della colonna soggetta a compressione trasversale F
c,wc,Rd[§6.2.6.2]
Determinazione della larghezza efficace dell’anima soggetta a compressione:
Altezza di gola delle saldature tra ala della trave e piastra di
estremità
Diffusione a 45° all’interno della piastra di estremità
Diffusione a 68° all’interno dell’ala della colonna
tfc= spessore dell’ala della colonna
twc= spessore pannello d’anima della colonna rc= raggio di raccordo della colonna
r
c=
46
COMPONENTE DI BASE: Anima della colonna soggetta a compressione trasversale F
c,wc,Rd[§6.2.6.2]
La resistenza a compressione del pannello d’anima risente «negativamente» della presenza
del taglio. Il fattore ω considera l’interazione con il taglio! – rif. slide 27 e 28
COMPONENTE DI BASE: Anima della colonna soggetta a compressione trasversale F
c,wc,Rd[§6.2.6.2]
σ
com,Edè la tensione di compressione longitudinale presente nella colonna dovuta alla forza assiale di compressione ed al momento flettente, calcolata in corrispondenza del raggio di raccordo.
tfc= spessore dell’ala della colonna hc= altezza della sezione della colonna rc= raggio di raccordo della colonna
Ac= area della sezione trasversale della colonna
Iyc= momento di inerzia attorno all’asse maggiore della sezione della colonna
NOTA:
ANDREBBE CALCOLATA PER OGNI COMBINAZIONE
DI CARICO!!!!!
48
COMPONENTE DI BASE: Anima della colonna soggetta a compressione trasversale F
c,wc,Rd[§6.2.6.2]
tfc= spessore dell’ala della colonna hc= altezza della sezione della colonna rc= raggio di raccordo della colonna fy= valore di snervamento (analogo a fy,wc) E = 210 GPa
γM0= coefficiente di sicurezza
COMPONENTE DI BASE: Ala e Anima della trave soggette a compressione F
c,fb,Rd[§6.2.6.7]
tfb= spessore dell’ala della trave hb= altezza della sezione della trave
Wy=modulo di resistenza della sezione della trave fy= valore di snervamento (analogo a fy,wc) γM0= coefficiente di sicurezza
• Modulo Plastico per sezioni di CLASSE 1 o 2
• Modulo Elastico per sezioni di CLASSE 3
• Modulo Efficace
per sezioni di
CLASSE 4
50
COMPONENTE DI BASE: Pannello d’anima della colonna soggetto a taglio F
c,wp,Rd[§6.2.6.1]
twc= spessore pannello d’anima della colonna tfc= spessore dell’ala della colonna
bc= larghezza dell’ala della colonna rc= raggio di raccordo
Ac= area della sezione trasversale della colonna fy= valore di snervamento
γM0= coefficiente di sicurezza
Vwp,Ed= sollecitazione di taglio nel pannello (vedi slide 27)
CONDIZIONE CHE GARANTISCE L’IMPOSSIBILITA’ CHE L’ANIMA DELLA COLONNA SIA SUCETTIBILE DI INSTABILITA’
A TAGLIO
BS – EN1993 – 1 – 8
COMPONENTE DI BASE: Pannello d’anima della colonna soggetto a taglio F
c,wp,Rd[§6.2.6.1]
V
c2,EdM
b1,EdM
b2,EdSE β = 0 la resistenza del pannello
d’anima risulta infinita
52
h
1F
t,Rd_row1Centro di Compressione
h
2h
3F
c,RdF
t,Rd_row3_effF
t,Rd_row2_eff1. Si determina F
t,Rd,row12. Si determinano F
t,Rd,row2…F
t,Rd,row(n)3. Si effettua la verifica F
t,Rd,row(i)< 1.9F
t,Rd4. Se il punto «3» è verificato si va avanti altrimenti si riducono le resistenze di bulloni al di sotto di quella che non soddisfa la disuguaglianza secondo la distribuzione triangolare.
5. Si determina F
c,Rd6. Se la somma delle resistenze delle righe tese è
minore o uguale a F
c,Rdsi procede al calcolo di
M
j,Rdaltrimenti si riducono le resistenze
(parendo da quella più vicina al centro di
compressione) in modo che Σ F
t,Rd,row(i)= F
c,Rd7. Si calcola M
j,RdLE AISC 358 – 10
SEMPLIFICANO MOLTISSIMO LA PROCEDURA QUALORA CI SI ATTENGA ALL’USO DI NODI
«CERTIFICATI» !!!
54
h
1F
t,Rd_row3_ridF
t,Rd_row1F
t,Rd_row2h
2h
3F
c,RdQualora la resistenza della connessione sia governata dal collasso per flessione dell’ala della
colonna F
t,fc,Rd(Modo di collasso 1), è possibile aumentare la resistenza del giunto inserendo
PIASTRE DI RINFORZO!
h
1F
t,Rd_row3_ridF
t,Rd_row1F
t,Rd_row2h
2h
3F
c,RdQualora la resistenza della connessione sia
governata dal collasso per flessione dell’ala
della colonna F
t,fc,Rde/o dal collasso per
trazione del pannello d’anima della colonna
F
t,wc,Rdè possibile aumentare la resistenza
del giunto inserendo un IRRIGIDIMENTO IN
ZONA TESA!
56
h
1F
t,Rd_row3_ridF
t,Rd_row1F
t,Rd_row2h
2h
3F
c,RdQualora la resistenza della connessione sia
governata dal collasso per compressione
del pannello d’anima della colonna F
c,wc,Rdè possibile aumentare la resistenza del
giunto inserendo un IRRIGIDIMENTO IN
ZONA COMPRESSA!
h
1F
t,Rd_row3_ridF
t,Rd_row1F
t,Rd_row2h
2h
3F
c,RdQualora la resistenza della connessione sia
governata dal collasso per taglio del
pannello d’anima della colonna V
wp,Rdè
possibile aumentare la resistenza del giunto
inserendo una (o due) PIASTRA D’ANIMA
SUPPLEMENTARE !
58
h
1F
t,Rd_row3_ridF
t,Rd_row1F
t,Rd_row2h
2h
3F
c,RdQualora la resistenza della connessione sia
governata dal collasso per taglio del
pannello d’anima della colonna V
wp,Rd(in
alternativa alla piastra d’anima
supplementare) è possibile aumentare la
resistenza del giunto inserendo
IRRIGIDIMENTI DIAGONALI!
1. Le Forze Assiali (di trazione o compressione) sono generalmente intense.
2. Le Forze di compressione sono concentrate su una superficie di contatto che è determinata in funzione della resistenza del calcestruzzo.
3. Le Forze di trazione sono equilibrate dalla presenza di tirafondi ancorati nel calcestruzzo.
4. A differenza delle connessioni flangiate trave - colonna, nel caso delle piastre di base, NON E’
POSSIBILE CONSIDERARE LA FORMAZIONE DELLE FORZE DI CONTATTO IN ZONA TESA.
ESISTE UN SOLO MECCANISMO DI COLLASSO: FLESSIONE A MENSOLA DELLA PIASTRA DI BASE!
F/2
L’ASSENZA DELLE FORZE DI CONTATTO RIDUCE CONSIDEREVOLMENTE LA RESISTEZA
FLESSIONALE DELLA PIASTRA, PER TALE RAGIONE, A PARITA’ DI SOLLECITAZIONE, LO SPESSORE
DELLE PIASTRE DI BASE RISULTA GENERALMENTE MAGGIORE RISPETTO A QUELLO DI GIUNTI
60
Il metodo delle «componenti» consente di costruire il dominio di resistenza di una piastra di base in perfetta analogia con quello delle sezioni in calcestruzzo armato. Il vantaggio di questa procedura risiede nella possibilità di verificare un numero altissimo di combinazioni N – M, andando semplicemente a controllare se tali coppie sollecitanti ricadono o meno entro la frontiera del dominio.
N+
N-
M- M+
Pura Trazione Ft,Rd
Pura Compressione Fc,Rd
Coppia NON VERIFICATA
1. DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA PER PURA COMPRESSIONE 2. DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA PER PURA TRAZIONE
3. DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA PER PURA FLESSIONE 4. DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA PER PRESSO – FLESSIONE
5. COSTRUZIONE DEL DOMINIO DI INTERAZIONE N – M (e verifica delle coppie N – M sollecitanti) 6. DETERMINAZIONE DELLA RESISTENZA DELLA «CHIAVE DI TAGLIO»
7. EVENTUALE DETERMINAZIONE DELLA RIGIDEZZA ROTAZIONALE DELLA CONNESSIONE DI BASE
NOTA BENE: LA PROCEDURA DESCRITTA VALE SE LA CONNESSIONE DI BASE E’
SCHEMATIZZATA COME UN INCASTRO IN UN PIANO E CERNIERA NEL PIANO AD ESSO
PERPENDICOLARE!
62
La resistenza a compressione della piastra dipende dall’area efficace di diffusione del carico!
La diffusione del carico dipende dalla resistenza flessionale della piastra (quindi dal suo spessore t
p) e dalle sue dimensioni fisiche!
A
effb
ph
pLa dimensione «c»:
A
effe
he
bRESISTENZA PER PURA COMPRESSIONE
fjd = tensione resistente di contatto Aeff = area efficace
fck= resistenza caratteristica del calcestruzzo della fondazione γc= coefficiente di sicurezza assunto pari a 1.50
Parametro α nel caso in cui «siano note le dimensioni della fondazione» (d
f= spessore della fondazione)
Parametro α nel caso in cui «NON siano note le dimensioni della fondazione»
64
ALCUNE PRESCRIZIONI COSTRUTTIVE:
La resistenza per pura trazione è governata dai seguenti meccanismi di collasso:
1. Resistenza a trazione dei tirafondi (considerando l’area della porzione filettata del gambo)
2. Resistenza per aderenza tra i tirafondi ed il calcestruzzo della fondazione (nel caso di tirafondi privi di sistemi di bloccaggio)
3. Resistenza per contatto tra sistema di bloccaggio e calcestruzzo (nel caso di tirafondi muniti di sistemi di bloccaggio tipo «rosette»). Qualora si utilizzino sistemi di bloccaggio, la resistenza per aderenza DEVE ESSERE TRASCURATA.
4. Resistenza della piastra di base soggetta a flessione per effetto della trazione RESISTENZE CHE VENGONO USALMENTE CALCOLATE
RESISTENZE AGGIUNTIVE:
1. Resistenza a flessione per trazione del sistema di bloccaggio
2. Resistenza al fenomeno di «PULL OUT» del tirafondo
66
6.2.1 RESISTENZA A TRAZIONE DEL GAMBO FILETTATO DEL TIRAFONDO
La resistenza a trazione del gambo filettato del tirafondo si calcola in modo analogo a quella di un normale bullone soggetto a trazione:
fub= resistenza a trazione dell’acciaio As= area della porzione filettata del gambo
γM2= coefficiente di sicurezza assunto pari a 1.25
6.2.2 (A) RESISTENZA PER ADERENZA
La resistenza per aderenza si calcola nel solo caso in cui i tirafondi NON SIANO DOTATI DI SISTEMI DI BLOCCAGGIO!
fbb= tensione di aderenza
L = lunghezza efficace del tirafondo
γc= coefficiente di sicurezza assunto pari a 1.50
Resistenza caratteristica a
trazione del cls!
6.2.3 RESISTENZA PER CONTATTO TRA CALCESTRUZZO E SISTEMA DI BLOCCAGGIO Nel caso in cui si usino sistemi di bloccaggio (ad es. rosette di ancoraggio) la resistenza è governata dalla tensione di contatto:
fcd= resistenza di calcolo del calcestruzzo Apb= area della rosetta
6.2.4 RESISTENZA A FLESSIONE DELLA PIASTRA DI BASE
La resistenza flessionale della piastra di base, si determina in modo del tutto analogo a quella della flangia estesa di una connessione acciaio – acciaio (rif. slide 30). La sola differenza risiede nel fatto che NON SI POSSONO CONSIDERARE LE FORZE DI CONTATTO, pertanto la resistenza a trazione è cosi definita:
Mpl,1,Rd = momento plastico della piastra mx= definito nella slide 68
68
6.2.4 RESISTENZA A FLESSIONE DELLA PIASTRA DI BASE
Mpl,1,Rd= momento plastico della piastra
leffl,1= lunghezza efficace MINIMA dell’elemento T – stub tra tutte quelle ottenute per percorsi di snervamento circolari
e non circolari!
m
xe
xhp= altezza della piastra
hc= altezza della sezione trasversale della colonna
ex= distanza tra il baricentro del tirafondo ed il bordo libero della piastra agf= altezza di gola della saldatura tra ala della colonna e piastra
6.2.4 RESISTENZA A FLESSIONE DELLA PIASTRA DI BASE
Nel caso in cui siano presenti irrigidimenti della piastra di base al fine di limitarne lo spessore, ci si potrà attenere al seguente prospetto per il calcolo corretto delle lunghezze efficaci:
α
70
6.2.4 RESISTENZA A FLESSIONE DELLA PIASTRA DI BASE
Di seguito si riportano i percorsi di snervamento nel caso in cui si adotti un numero di bulloni maggiore di 2,
per piastre di base NON NERVATE:
La resistenza a trazione della connessione di fondazione sarà quindi pari a:
PER TIRAFONDI PRIVI DI SISTEMI DI BLOCCAGGIO:
PER TIRAFONDI MUNITI DI SISTEMI DI BLOCCAGGIO:
n
b= numero bulloni presenti su un lato della piastra
NOTA BENE:
Nel caso siano presenti righe
interne di bulloni, la procedura di
calcolo è analoga a quella appena
descritta, sarà unicamente
necessario modificare il calcolo
delle lunghezze efficaci
dell’elemento T – stub, in analogia
a quanto visto nella slide 31.
72
Il momento resistente per pura flessione si determina con riferimento alla resistenza a compressione dell’elemento T – Stub posto sotto l’ala compressa, e con riferimento all’elemento T – Stub posto sotto l’ala tesa:
Una riga di tirafondi tesi: Due righe di tirafondi tesi:
z = braccio di leva per pura flessione
F’t,Rd= resistenza a trazione della parte tesa (vedi slide 69) F’c,Rd= resistenza a compressione della parte compressa
NOTA BENE:
Nel caso siano presenti righe interne di bulloni e la resistenza della «riga esterna» sia governata dalla rottura dei tirafondi, sarà necessario ridurre la resistenza delle righe interne di bulloni secondo una distribuzione triangolare.
F’
t,RdF’
c,RdF’
c,RdΣ F’
t,RdIl punto del dominio corrispondente alla condizione di pressoflessione si ottiene calcolando la forza normale resistente come somma algebrica tra la risultante delle compressioni al di sotto dell’ala compressa della colonna e la risultante delle trazioni in zona tesa. Il momento resistente si ottiene moltiplicando le risultanti sopra citate per i pertinenti bracci di leva calcolati rispetto all’asse della colonna.
Una riga di tirafondi tesi: Due righe di tirafondi tesi:
F’
t,RdF’
c,RdΣ F’
t,RdF’
c,RdUna riga di tirafondi tesi:
Due righe di tirafondi tesi:
74
In linea di principio l’azione di taglio può essere trasferita dalla piastra alla fondazione in 4 modi:
1. PER ATTRITO : Se e solo se la colonna è soggetta a compressione
2. PER RESISTENZA A TAGLIO DEI TIRAFONDI: Consentito solo da alcune norme 3. PER ATTRITO + RESISTENZA A TAGLIO DEI TIRAFONDI
4. ATTRAVERSO L’INSERIMENTO DELLA «CHIAVE DI TAGLIO»
NOTA BENE:
Affidare la resistenza a taglio ai soli tirafondi è rischioso poiché nel caso in cui lo spessore della malta sia considerevole, il taglio può generare flessioni nei tirafondi, riducendone di gran lunga la resistenza!
CONSIGLIATO!
RESISTENZA A COMPRESSIONE DELLA MALTA Si assume che il taglio venga trasferito per contatto sulle due facce laterali della chiave di taglio, secondo una distribuzione «triangolare».
b = larghezza della flangia
deff = altezza efficace della chiave di taglio fcd= resistenza a compressione
76
RESISTENZA DELLA CHIAVE DI TAGLIO
L’eccentricità tra il punto di applicazione del taglio e l’attacco della chiave di taglio con la piastra, genera una flessione secondaria che si assume sia equilibrata da una coppia di forze agente nelle ali della chiave di taglio:
b = larghezza della flangia
deff = altezza efficace della chiave di taglio hg= spessore della malta di allettamento
Wfs= modulo di resistenza sezione della chiave di taglio fy= valore di snervamento dell’acciaio
h
sAZIONI SECONDARIE SULLA COLONNA
L’eccentricità tra il punto di applicazione del taglio e l’attacco della chiave di taglio con la piastra, genera una flessione secondaria che si assume sia equilibrata da una coppia di forze agente nelle ali della colonna:
LE FORZE AGGIUNTIVE DI TRAZIONE DOVREBBERO ESSERE SOMMATE A QUELLE DOVUTE ALLE SOLLECITAZIONI AGENTI SULLA COLONNA ED EQUILIBRATE DAI TIRAFONDI!
N
Ed,secN
Ed,secV
EdV
EdLE FORZE AGGIUNTIVE DI COMPRESSIONE
DOVREBBERO ESSERE SOMMATE A QUELLE
DOVUTE ALLE SOLLECITAZIONI AGENTI
SULLA COLONNA MA SPESSO QUESTA
VERIFICA VIENE OMESSA!
78
RESISTENZA DELLA CHIAVE DI TAGLIO
L’anima della chiave di taglio deve essere in grado di equilibrare il taglio sollecitante:
Avs= area di taglio della chiave di taglio fy= valore di snervamento dell’acciaio
h
sAvs= As– 2btfs+ (tws+ 2rs)tfs
RIGIDEZZA FLESSIONALE DELLA CONNESSIONE
La rigidezza flessionale della connessione si determina in ragione delle rigidezze flessionali delle singole
componenti di base che la costituiscono:
80
Modulo di elasticità del calcestruzzo
Modulo di elasticità dell’acciaio
Area efficace dell’elemento a T
82
m
xe
xMetà spessore dado Spessore rondella Spessore malta
8 d
84
DETERMINAZIONE DEI COEFFICIENTI DI RIGIDEZZA
Una volta determinate le rigidezze di ciascuna componente di base, si debbono calcolare i COEFFICIENTI DI RIGIDEZZA!
Coefficiente di rigidezza a trazione:
Coefficiente di rigidezza a compressione:
NOTA:
I pedici «r» e «l» stanno ad
indicare la parte destra o
sinistra della piastra!
DETERMINAZIONE DELLA RIGIDEZZA DEL GIUNTO
86
DETERMINAZIONE DELLA RIGIDEZZA DEL GIUNTO
1. Si determina l’eccentricità in funzione delle sollecitazioni N
Eded M
Ed(N
Ed> 0 trazione ; M
Ed> 0 in senso orario):
2. Si determina il coefficiente µ :
NOTA: Teoricamente andrebbe fatto per ogni combinazione di carico!!!!
Momento RESISTENTE della
piastra di base
DETERMINAZIONE DELLA RIGIDEZZA DEL GIUNTO
3. Si determina l’eccentricità e
kcome da prospetto 6.12.
4. Si determina la rigidezza flessionale della connessione S
j,inicome da prospetto 6.12.
88
CLASSIFICAZIONE DELLA CONNESSIONE DI BASE
1. Si determina la rigidezza della colonna collegata alla piastra di base (attorno al pertinente asse principale di inerzia I
c):
y
L
cz
I
c= I
yI
c= I
z2. Si determina la snellezza della colonna considerando entrambe le estremità come incernierate:
i
c= i
yi
c= i
zRaggio di inerzia!
CLASSIFICAZIONE DELLA CONNESSIONE DI BASE
3. PER TELAI CONTROVENTATI IN MODO EFFICACE (efficace = il controvento riduce gli spostamenti dell’80% rispetto a quelli che si avrebbero nel telaio privo di controvento) LA CONNESSIONE DI BASE E’
RIGIDA SE:
4. PER TELAI NON CONTROVENTATI O CONTROVENTATI IN MODO NON EFFICACE LA CONNESSIONE DI BASE E’
RIGIDA SE:
90