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CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI MILANO

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CAMERA DI COMMERCIO INDUSTRIA

ARTIGIANATO

E AGRICOLTURA DI MILANO

Programma Pluriennale 2003 - 2007

cio Industria Ar tigianato e Agricoltura di Milano Programma Pluriennale 2003 -2007

Collana Programmazione

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DI MILANO

Programma Pluriennale

2003 - 2007

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INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA DI MILANO

Programma Pluriennale 2003 - 2007

Approvato dal Consiglio Camerale nella seduta del 30 giugno 2003

Collana Programmazione

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5

I

L

C

ONSIGLIO

C

AMERALE XX

Carlo Sangalli Presidente

Claudio Agosti Artigianato

Angela Alberti Consumatori

Pier Ugo Andreini Credito e Assicurazioni

Sandro Bicocchi Servizi alle Imprese

Renato Borghi Commercio

Dario Bossi Migliavacca Commercio

Floriano Botta Industria

Roberto Brambilla Credito e Assicurazioni

Danilo Oreste Broggi Industria

Guido Duccio Castellotti Agricoltura

Sergio Cazzaniga Industria

Mauro Comolli Commercio

Gianroberto Stefano Costa Turismo

Mauro Danielli Servizi alle Imprese

Bruno Ermolli Industria

Guido Galardi Cooperazione

Paolo Guaitamacchi Industria

Gabriele Lanfredini* Artigianato

Carlo Franco Corrado Lesca Lavoratori

Gianna Martinengo Servizi alle Imprese

Carlo Alberto Panigo Commercio

Antonio Giuseppe Carlo Pastore Artigianato

Claudio Gaudenzio Rotti Commercio

Ignazio Carlo Giuseppe Rusconi Clerici Servizi alle Imprese

Massimo Sordi Industria

Edmiro Toniolo Trasporti e Spedizioni

Piero Torretta Industria

Alessandro Trapolino Trasporti e Spedizioni

Carlo Edoardo Valli Industria

Erminio Giorgio Maria Viganò Servizi alle Imprese

Dario Visconti Artigianato

Pier Andrea Chevallard Segretario Generale

*dal 31 ottobre 2003 Marco Accornero

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7 XX

Questo documento programmatico - il secondo dopo la riforma degli enti camerali avvenuta dieci anni fa - è frutto di un accurato lavoro organizzativo, di coordinamento, di messa in comune di idee e riflessioni, di un impegno costante che ha visto come protagonisti i nostri rappresentanti di Giunta e Consiglio ed alcuni dei nostri funzionari, dei dirigenti dell’Ente, delle aziende speciali, di esperti scientifici, che insieme hanno saputo definire il nuovo piano di attività.

Si tratta di un programma “aperto” ma che comprende alcune iniziative prioritarie e che delinea il percorso che vogliamo intraprendere, anzi, direi, che abbiamo già intrapreso: una sfida laboriosa alla quale abbiamo dedicato il nostro tempo, per la quale si sono impiegati con generosità strumenti e risorse.

Da questa accurata attività di tessitura è nata l’intelaiatura di un progetto concreto, fondato su obiettivi essenziali e raggiungibili, a cui si è giunti grazie anche a moderne procedure di lavoro e di studio.

Il documento contempla infatti sia identità che innovazione, è il risultato di un equilibrio.

Prevede una continuità con il passato e l’attenzione ai segnali che pervengono dal territorio, al fine di promuovere e sostenere, con politiche idonee, le qualità e le caratteristiche del “sistema Milano”.

Azioni efficaci che puntano sulla competitività solidale, sul principio della sussidiarietà, intesa come costante sforzo di alleanza con le altre

amministrazioni, con il mondo associativo, con le altre autonomie, le fondazioni, il privato organizzato.

Iniziative strategiche di intervento che ci permettono di continuare a rappresentare una pubblica amministrazione aperta e coerente.

Una amministrazione le cui attività e servizi possano costituire valore aggiunto per il mondo delle imprese.

Ci tengo, quindi, a ringraziare tutti coloro che hanno lavorato a questo

documento con entusiasmo, idee e creatività, riuscendo con pazienza a incasellare nelle giuste posizioni le diverse tessere del mosaico, facendo

risaltare l’integrazione tra le parti, definendone la completezza e l’equilibrio.

Grazie di cuore.

Carlo Sangalli

Presidente della Camera di Commercio di Milano

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S

OMMARIO

Premessa

1 La nuova Europa e il ruolo delle autonomie locali pag. 11

2 Il percorso di riforma delle istituzioni camerali 11

3 Milano, capitale europea e i nuovi strumenti di competizione territoriale 12 4 Il programma pluriennale della Camera di Commercio di Milano:

la funzione strategica 13

Nota metodologica: il percorso intrapreso 17

Capitolo I. Pubblica Amministrazione per le Imprese

1.1 L’innalzamento della cultura digitale nel tessuto economico milanese 21 1.2 L’evoluzione del servizio anagrafico nella società dell’informazione 23

1.3 L’agire in “rete” 25

1.4 Costruire un nuovo legame con il territorio 28

Capitolo II. Regolazione del Mercato

2.1 Servizi di informazione 32

2.2 Strumenti contrattuali 33

2.3 Risoluzione dei conflitti 35

2.4 Controllo e sanzioni 36

Capitolo III. Infrastrutture e territorio

3.1 Infrastrutturazione del territorio per la valorizzazione del sitema

economico-produttivo di Milano e della sua area metropolitana 41 3.2 Struttura insediativa e risorse territoriali disponibili 43

3.3 Armatura urbana emergente 44

3.4 Obiettivi camerali, luoghi urbani e funzioni strategiche 45 3.5 Proposta di definizione degli interventi prioritari 50

Schede 52

Capitolo IV. Internazionalizzazione e Nuovi Mercati

4.1 Le modificazioni dello scenario globale e gli effetti sui sistemi di imprese

e sul territorio milanesi 78

4.2 Gli obiettivi e le linee strategiche prioritarie delle policy

di Internazionalizzazione della Camera di Commercio di Milano 81

4.3 Le strategie di attuazione 85

Capitolo V. Formazione e Nuova Imprenditoria

5.1 L’impegno di formativo della Camera di Commercio 90 5.2 L’osservazione del mercato del lavoro e della Formazione 94

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9 XX

5.3 La Formazione tecnico professionale e la Formazione superiore

non accademica 96

5.4 La Formazione universitaria 97

5.5 La Formazione manageriale e imprenditoriale 98

5.6 La Formazione a distanza 99

5.7 La Formazione continua 100

5.8 L’orientamento scolastico professionale 101

5.9 Considerazioni 103

Capitolo VI. Credito e Innovazione

Lo scenario di riferimento per il sistema del Credito

6.1 Gli obiettivi di medio termine della Camera di Commercio 107

6.2 Le policy della Camera di Commercio 108

6.3 Gli strumenti operativi 108

Lo scenario per l’ ambito della Innovazione: ipotesi

6.4 Innovazione e imprese 110

6.5 Il sistema della ricerca 111

6.6 La governance della ricerca e dell’Innovazione 112

6.7 Minacce e opportunità 112

6.8 Obiettivo strategico generale 113

6.9 Policy 114

6.10 Linee di intervento 115

6.11 Sintesi e priorità 119

Azioni di supporto trasversale

Capitolo I. Nota Contabile al Bilancio pluriennale 123

1.1 Le risorse finanziarie 123

Capitolo II. Struttura Organizzativa e Risorse Umane 126

2.1 La formazione e il reclutamento 127

Capitolo III. Comunicazione e “nuova” Camera di Commercio 129

3.1 La Camera come policy community economica 130

3.2 I pubblici di riferimento 130

3.3 Comunicazione e target 131

3.4 Una strategia generale di Comunicazione 132

3.5 Alcuni strumenti di Comunicazione 134

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Premessa

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11

1 La nuova Europa e il ruolo delle autonomie locali

XX

All’indomani della firma del Trattato di Adesione da parte di dieci nuovi Paesi, la nuo- va Europa, costituita da ben 25 Stati, si trova ad affrontare problematiche nuove e diversificate che vanno dalla creazione di un nuovo modello sociale europeo alla que- stione urbana, dallo sviluppo locale alla crescita dell’occupazione, dalla divulgazio- ne delle nuove tecnologie alle loro applicazioni anche al settore della Pubblica Am- ministrazione.

Si tratta di tematiche che riguardano direttamente la vita delle città e delle colletti- vità locali e per le quali i cittadini europei esigono strumenti di democrazia tangi- bile e partecipativa.

Per dare risposta a queste molteplici esigenze è necessario in primo luogo modifi- care le forme di governo che hanno caratterizzato l’Unione Europea negli ultimi cin- quanta anni, puntando su nuove modalità di amministrazione che siano in grado di valorizzare le realtà regionali e locali presenti nei diversi contesti nazionali.

È infatti nella qualità del rapporto tra sviluppo locale e globalizzazione che l’Euro- pa gioca la grande partita di saper essere competitiva mantenendo un elevato gra- do di coesione sociale.

In questa nuova prospettiva – che vede la piena attuazione del principio di sussidiarietà – si inseriscono le autonomie locali che rappresentano una delle risposte naturali a questa esigenza diffusa di partecipazione, costituendo – in quanto nodo tra locale e globale – il livello di governo più idoneo per raccogliere e interpretare le esigenze delle collettività.

Se per le autonomie si aprono dunque spazi futuri di grande interesse, che prelu- dono a un loro coinvolgimento nei processi decisionali comunitari, è necessario che esse si attivino con un duplice obiettivo. Da un lato devono proporsi come sogget- ti che svolgono compiti di governo territoriale, ottenendo in questa funzione rico- noscimenti formali ed espliciti negli ordinamenti legislativi statali. Dall’altro, e con- temporaneamente, devono accreditarsi in questo ruolo nei fatti, svolgendo interventi mirati e soprattutto elaborando programmazioni efficaci, capaci cioè di sostenere con- cretamente il processo di sviluppo del territorio in cui operano.

2 Il percorso di riforma delle istituzioni camerali

In Italia, il percorso legislativo dell’ultimo decennio ha portato a un articolato pro- getto di riforma che, nelle variegate linee in cui si è dipanato – la forma di Stato, la forma di Governo, le Amministrazioni Pubbliche –, ha gettato le basi per un muta- mento profondo dell’assetto politico-istituzionale.

La riforma del Titolo V della Costituzione e la riforma in senso federalista dello Sta- to hanno messo in discussione in modo generale il ruolo delle autonomie locali e in particolare il ruolo delle autonomie funzionali.

La Legge 5 giugno 2003 n. 131 (cosiddetta La Loggia), tesa a rivedere alcune parti della Legge Costituzionale n. 3 del 2001, rappresenta un importante passo avanti sul- la strada della democrazia.

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In tale provvedimento gli enti camerali hanno ritrovato il ruolo costituzionale già ri- conosciuto con sentenza della Suprema Corte (n. 477/2000).

Il quadro dell’attuazione del federalismo è però tuttora lacunoso, come è ancora di incerta interpretazione il principio di sussidiarietà (verticale e orizzontale) e lo stes- so concetto di autonomia funzionale.

L’auspicio è che si proceda in fretta a una “riforma della riforma” che tenga conto delle autonomie funzionali quali realtà territoriali vicine alle esigenze di una società sempre più diversificata. Ciò consentirebbe la ridefinizione dei modelli di governance locale e aprirebbe alle Camere di Commercio un ruolo più incisivo nella elaborazione di azioni di politica per le imprese, in una logica di integrazione e cooperazione con gli altri soggetti territoriali e di sempre maggiore integrazione con le Istituzioni del- la nuova Europa a 25.

3 Milano, capitale europea e i nuovi strumenti di competizione territoriale

Il modificarsi della configurazione geo-politica dell’Unione produce cambiamenti an- che all’interno dell’Italia, sollecitando ancor di più la competizione tra i territori e la città.

Milano è uno dei luoghi nel nostro Paese in cui si svolgono i processi globali. L’e- conomia, il commercio, gli scambi culturali, la comunicazione proiettano la città su scala internazionale e la collocano dentro una rete di metropoli.

Milano è “destinata” al ruolo di capitale europea, che attrae consistenti flussi migratori internazionali, non solo immigrazione extracomunitaria, ma anche numerose e at- tive comunità statunitensi e giapponesi; la mobilità – produttiva, sociale, telemati- ca – è infatti parte costitutiva di una città globale.

Una città che vuole essere realmente competitiva non può però limitarsi ad ospita- re alcune funzioni di eccellenza, se queste non sono compatibili con la vivibilità quo- tidiana per i suoi cittadini e per gli operatori.

Pertanto Milano – e i suoi amministratori – si trovano oggi di fronte a una grossa re- sponsabilità. Possedendo una serie di vantaggi competitivi – la centralità geografi- ca in Europa e nel Mediterraneo, la tradizione dei mestieri, alcune eccellenze nel cam- po artistico e culturale – Milano deve ora dotarsi di una serie di politiche e progetti che la mettano nella condizione di “pensare in grande” e di competere su scala eu- ropea con Barcellona, Berlino e Lione.

Come?

Progettare un sistema territoriale complesso significa, oggi, anche comprendere la logica di competizione territoriale per cui le aree contrassegnate da una forte propul- sione economica ed istituzionale contendono le risorse mobili e le imprese ad aree meno dinamiche e meno innovatrici.

In particolare, un territorio articolato come quello di Milano e della sua provincia, per rappresentare uno scenario di rilancio competitivo per le imprese, ha bisogno di un ambiente favorevole all’iniziativa imprenditoriale, di mercati flessibili e dina- mici, di una gestione efficiente delle sue risorse, di infrastrutture moderne e funzionali,

12 13

Pr emessa

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di servizi avanzati per il mondo del lavoro, di importanti investimenti sul piano del- XX

la ricerca e dell’innovazione tecnologica.

A tal fine è necessario che le istituzioni sappiano orchestrare forze produttive ete- rogenee e costruire saldi canali di comunicazione e scambio tra imprenditoria, pub- blica amministrazione e cittadini.

4 Il programma pluriennale della Camera di Commercio di Milano: la funzione strategica

La pianificazione strategica del territorio rappresenta un banco di prova della rifor- ma delle autonomie locali per varie ragioni.

In primo luogo perché è l’occasione in cui può trovare risposta la richiesta di par- tecipazione e di un rinnovato e più trasparente rapporto tra cittadini e amministra- zioni.

Ma soprattutto perché è questo il momento in cui le istituzioni locali devono dimostrare di essere in grado di guardare lontano, di immaginare cioè e guidare lo sviluppo di un territorio, progettando e governando processi di trasformazione, costruendo nuove identità, attraverso un insieme coerente e flessibile di interventi in grado di generare valore aggiunto.

È quindi questa la reale occasione per applicare il concetto di governance, come con- fronto e composizione di interessi, per dare attuazione ai principi di sussidiarietà e di cooperazione, per porre cioè le premesse per un nuovo modo di agire dell’Am- ministrazione Pubblica.

Il Programma Pluriennale della Camera, sul piano strategico, intende soddisfare que- ste molteplici esigenze e aspirazioni: vuole rappresentare un impegno fondamenta- le, una modalità di azione politica efficace e nello stesso tempo esprimere un’atten- zione particolare al territorio, una visione avveniristica, un ottimismo realista e de- terminante, un protagonismo solidale e competitivo.

Il Programma costituisce la maturazione di un percorso di rilettura delle linee di in- dirizzo del passato, tracce che si armonizzano in una naturale continuità ed evolu- zione, raccogliendo gli input segnalati dal territorio per l’elaborazione di politiche che sappiano fare emergere le potenzialità del sistema Milano, al fine di esaltarne i pun- ti di forza e le eccellenze.

La Camera di Commercio non è un semplice soggetto burocratico che eroga servi- zi previsti dalla norma. È una Istituzione che si qualifica per il proprio ruolo di mo- tore di crescita.

La sua mission è quella di contribuire alla modernizzazione del sistema istituziona- le e alla competitività delle imprese italiane a diversi livelli per consolidare e sviluppare il proprio ruolo nell’ordinamento, nelle politiche di sviluppo delle economie locali e nei processi di riqualificazione dell’Amministrazione Pubblica.

Il criterio privilegiato con cui la Camera intende operare per migliorare il quadro com- plessivo dei servizi alle imprese continuerà a essere la sussidiarietà, intesa come co- stante ricerca dell’integrazione con il mondo associativo, criterio che è ormai diventato riferimento permanente della sua azione di sviluppo nel territorio.

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Per tali ragioni, la realizzazione di questo Programma Pluriennale – il secondo do- po la riforma degli Enti camerali avvenuta dieci anni fa – è stata vissuta dall’Ente mi- lanese come una sfida impegnativa in cui sono stati messi in campo e investiti tem- po, risorse, strumenti, idee e progettualità.

I principi ispiratori

La Camera di Commercio di Milano, forte delle tante conferme che dieci anni di ap- plicazione della Legge di riforma hanno prodotto sulle sue funzioni e sul suo ruolo di istituzione, può ora permettersi di “osare” posizioni nuove e in un certo senso mag- giormente discontinue rispetto al passato.

In particolare, se il ruolo riconosciuto al sistema camerale è quello di nodo tra la di- mensione locale e quella globale, la vera sfida, cui non ci si intende sottrarre per gli anni a venire, è di qualificare tale nodo rendendolo capace di tradurre le innovazioni e i mutamenti, che nel contesto globale sono sempre più rapidi, in obiettivi e azio- ni coerenti ed applicabili in ambito locale.

Ciò implica una modifica nella mentalità stessa in cui operare, un’attitudine al cam- biamento che deve permeare l’Ente nel suo complesso: dalla struttura operativa agli organi di direzione politica, il nuovo valore da adottare deve essere accettare l’inno- vazione continua come aspetto abituale della propria azione di sviluppo del territorio.

Questo nuovo modo di concepire l’amministrazione, in una certa misura, contrasta con il concetto tradizionale ove le istituzioni, fortemente autoreferenziali, si legitti- mavano una volta per tutte solo perché codificate nell’ordinamento. Questo Ente in- tende invece proporsi come Istituzione moderna che, pur aspirando fortemente a un riconoscimento costituzionale, non si accontenta di questo, nella consapevolezza che la sua vera forza è il confronto continuo con l’ambiente esterno.

Occorre però tradurre questa aspirazione di fondo in comportamenti e modalità di azione coerenti, muovendosi contemporaneamente in almeno due direzioni, sul fron- te esterno e su quello interno.

Sul fronte esterno, appare indispensabile, partendo da una visione sistemica del con- testo milanese e lombardo, dei suoi punti di forza e debolezza, delle sue prospetti- ve future nei confronti di altre aree territoriali nazionali ed europee, elaborare una vera e propria strategia di alleanze ai vari livelli di interesse, di cui di seguito si trac- ciano le direttrici fondamentali.

In primo luogo occorre affinare i tradizionali rapporti con la Regione Lombardia

È necessario inserirsi nel processo che vede l’amministrazione regionale impegnata nell’elaborazione del proprio Statuto, al fine di ritagliare, nella nuova “costituzione”

regionale, il ruolo specifico e proprio delle istituzioni camerali. Ancora una volta ciò non potrà che avvenire candidandosi a portare avanti quelle azioni a sostegno del- le imprese – si pensi ad esempio all’internazionalizzazione e all’artigianato – in cui l’eccellenza del sistema camerale è riconosciuta nei fatti.

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Pr emessa

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15

Il successo di questo obiettivo è ovviamente legato alla solidità e al grado di coesione XX

della rete costituita dal sistema camerale lombardo, che va rafforzata in quanto strumento privilegiato per il consolidamento delle politiche di sviluppo per l’impresa.

In altri termini ogni nodo della rete dovrà essere in grado di erogare servizi di qua- lità omogenea e nello stesso tempo pienamente rispondenti alle specifiche caratte- ristiche economiche dei diversi ambiti territoriali.

In questo contesto diventa strategico il ruolo dell’Unione Regionale, che dovrà concentrare le proprie energie nella funzione primaria, che il sistema camerale lombardo unani- memente le attribuisce, di rappresentanza politica unitaria del sistema stesso nei con- fronti della Regione. Dovrà infatti competere all’Unione rappresentare alla Regione gli specifici punti di forza delle Camere e negoziare con essa deleghe di funzioni negli am- biti in cui è opportuna una forte vicinanza con il sistema delle imprese locali.

Occorre però tenere presente che il vero orizzonte è provinciale e che le alleanze re- gionali sono in qualche misura strumentali a mettere l’istituzione camerale nelle con- dizioni di meglio operare per le imprese di Milano e Provincia. E qui si apre l’am- pio capitolo della politica delle alleanze in città e nell’hinterland, politica non nuo- va per l’Ente, che può vantare una serie positiva di accordi con la Provincia con il Comune di Milano e con tanti altri soggetti attivi nel territorio.

Tale politica andrà ulteriormente rafforzata per almeno due buoni ragioni.

I piani di e-government, rispetto ai quali l’Ente camerale è in prima linea, impongo- no a tutta la PA la capacità di sviluppare, a partire dagli scambi reciproci di banche dati e di altri flussi informativi, un costante dialogo telematico al fine di semplifica- re ulteriormente le relazioni con gli utenti finali. Si tratta di un grosso impegno che vede la Camera capofila di una serie di alleanze (e che verrà meglio descritto nel ca- pitolo “Pubblica Amministrazione per le Imprese”).

La Camera intende continuare nella strategia di promozione di alleanze tra enti ero- gatori di contributi per le imprese. Progettare azioni comuni (ad esempio bandi di contributo), in cui possono confluire risorse, ma soprattutto progettualità e competenze specialistiche spesso complementari, non può che produrre interventi destinati a crea- re un valore aggiunto significativo per le imprese (si veda a questo proposito il ca- pitolo “Credito e Innovazione”); inoltre può diventare un’ottima palestra per azio- ni e programmi più complessi, di progettazione congiunta sui grandi temi per Mi- lano – dalla qualità della vita, ai grandi progetti infrastrutturali a supporto del mon- do degli affari, agli interventi di riqualificazione urbana – che permettano di agire secondo una logica di vera governance territoriale.

In stretta correlazione con questa attitudine a una concertazione propositiva sul ter- ritorio, è necessario un ripensamento profondo delle partecipazioni dell’Ente in so- cietà, enti e consorzi.

Occorre cioè acquisire una politica di revisione continua di tali partecipazioni al fi- ne di renderle maggiormente rispondenti rispetto agli obiettivi strategici di rilancio territoriale. Ciò potrà portare in alcuni casi a sacrificare la logica attuale di fram- mentazione delle partecipazioni per concentrare le risorse in enti dotati di maggio- re solidità economica, in grado perciò di realizzare opere infrastrutturali di maggiore

Le alleanze

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impatto per la comunità imprenditoriale (si pensi ad esempio a un centro congres- si o ad un “palazzo per l’innovazione”, secondo quanto meglio espresso nel capito- lo “Infrastrutture e Territorio”).

Un ulteriore livello di alleanze da potenziare è con le altre consorelle, cioè le altre autonomie funzionali: le Università e le Fondazioni.

Si tratta di rapporti che sono sempre stati caratterizzati da una grande costruttività, ma che possono risultare addirittura strategici in questa fase.

Le Università e le Fondazioni devono infatti diventare partner della Camera nella co- progettazione e realizzazione di iniziative di approfondimento scientifico su tema- tiche economiche innovative, ma soprattutto devono concorrere con la Camera al- la realizzazione dell’obiettivo comune di fare di Milano una “città di talenti”. Una città che – per il livello di offerta universitaria, per la qualità dell’insegnamento, per l’ambiente stimolante, per il grado di apertura internazionale, per la disponibilità nel- l’accoglienza – possa competere su scala globale con altre città in modo da attrarre i migliori studenti, potenziali e future risorse da impiegare poi nelle attività produttive, istituzionali e didattiche della città stessa, innestando così un circolo virtuoso i cui vantaggi sono evidenti a tutti i livelli.

Sul piano interno, mettersi costantemente in discussione significa anche saper co- stantemente orientare le attività nella direzione indicata dall’utenza.

Se questo è l’obiettivo ultimo, occorre in primo luogo puntare alla massima traspa- renza, in modo da rendere l’operato della Camera immediatamente conoscibile da chiunque. Ecco perché l’impegno per i prossimi anni sarà portare avanti, con mag- giore sistemicità, lo sforzo di rendicontazione delle attività avviato nel 2003. Gli stru- menti a disposizione sono diversi e vanno dall’ideazione di report contabili ed ex- tracontabili periodici sul sistema camerale, all’elaborazione annuale del Bilancio sociale, pubblicazione rivolta in modo specifico agli stakeholder.

D’altra parte, in un’ottica di continuo miglioramento del servizio e di dialogo aper- to con i cittadini, è necessario che l’Ente si metta nelle condizioni di conoscere il pun- to di vista degli utenti. Ciò porterà ad estendere l’indagine di customer satisfaction, finora concentrata sugli utenti dei servizi anagrafici, alla totalità del nostro pubbli- co, adottando strumenti più sofisticati per rilevare il grado di soddisfazione anche rispetto ai servizi di carattere promozionale.

Presupposto fondamentale è che la struttura organizzativa sia adeguatamente attrezzata.

Infine, per la realizzazione degli obiettivi annunciati.

Rimandando all’apposita sezione in cui si delinea il percorso organizzativo per i pros- simi anni, è opportuno segnalare un duplice orientamento di fondo.

Da un lato e specularmente a quanto sinora enunciato la struttura dovrà essere in grado non solo di assorbire il cambiamento continuo, ma anche di anticiparlo. Dal- l’altro, nella convinzione che la peculiarietà di un sistema composto da un nucleo pubblico e da 9 Aziende Speciali abbia in sé potenzialità formidabili di successo, occorre attivare tutti gli strumenti necessari per accrescere le correlazioni tra gli uf- fici camerali e quelli delle Aziende Speciali e rimuovere gli steccati interni, che han- no finora impedito di beneficiare totalmente di questa leva competitiva in più di cui si dispone.

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Pr emessa

L’operato della Camera

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17 XX

Nota metodologica:

Il percorso intrapreso

I

l programma della Camera di Commercio di Milano per gli anni 2003-2007 è stato concepito utilizzando modalità e percorsi innovativi, tuttavia nel sol- co della continuità rispetto al passato, per quanto riguarda l’identificazione dei sei capitoli fondamentali: Pubblica Amministrazione per le Imprese, Regolazio- ne del Mercato, Infrastrutture e Territorio, Internazionalizzazione e Nuovi Merca- ti, Formazione e Nuova Imprenditorialità, Credito e Innovazione. Tali capitoli corrispondono infatti ad altrettante aree di policy, linee di intervento su cui da anni si muove l’Istituzione ambrosiana nella sua azione di sviluppo del tes- suto territoriale locale e che unanimemente sono ritenute rispecchiare tutto- ra le esigenze più significative del mondo delle imprese.

Attorno ad ogni policy è stato organizzato un gruppo di lavoro, composto da funzionari e dirigenti del sistema camerale, affiancati da un esperto esterno nel- la materia approfondita. Ogni gruppo ha prodotto una bozza di documento preliminare che possiede una struttura costante: gli scenari di riferimento del- l’area tematica, gli obiettivi strategici che la Camera intende perseguire nei pros- simi anni e infine i principali strumenti operativi necessari.

Ogni bozza è stata poi discussa all’interno di una Commissione composta da esponenti del Consiglio e della Giunta e sottoposta alle necessarie modifiche e integrazioni in base alle osservazioni emerse.

Tale sistema ha consentito di produrre un documento integrato di competenze specialistiche altamente qualificate come quelle degli esperti, tutti prove- nienti dal mondo universitario, di valorizzare l’apporto operativo della strut- tura interna e di immettere da subito – fin dalle prime bozze – il punto di vi- sta della comunità economica, le cui esigenze e aspettative sono state espres- se e sintetizzate dai componenti della Commissione.

Una sezione a parte ospita le azioni di “supporto trasversale” della Istituzio- ne: tre capitoletti che sviluppano aspetti di tipo più propriamente gestiona- le, fondamentali nello sforzo di puntare sulla trasparenza oltre che sull’efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa.

Il primo illustra il piano delle entrate e delle uscite, il secondo traccia una po- litica della gestione delle risorse umane, l’ultimo evidenza il programma di co- municazione istituzionale per il quinquennio.

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Capitolo I

Pubblica Amministrazione

per le Imprese

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Introduzione

Due sono gli scenari, tra loro interconnessi, che permettono di focalizzare i contor- ni di quest’area di policy – Pubblica Amministrazione per le Imprese – che, attenendo al complesso dell’attività anagrafico-certificativa dell’Ente, cioè essenzialmente alla tenuta del Registro Imprese e degli agli altri Albi abilitanti, costituisce il riferimen- to tradizionale e primario per la Camera di Commercio di Milano.

Il primo scenario si riferisce all’evoluzione in senso federalista dell’architettura isti- tuzionale dello Stato italiano. È infatti evidente che l’idea di federalismo all’inizio del XXI secolo non può limitarsi alla dimensione politico-normativa, ma deve investi- re l’intera macchina amministrativa pubblica, le sue procedure di funzionamento, le sue logiche di organizzazione.

Il secondo scenario è costituito dall’impetuosa e pervasiva rivoluzione telematica che si sta diffondendo capillarmente in tutte le attività sociali ed economiche. I nuovi si- stemi della comunicazione, rispazializzano i mondi nei quali viviamo e agiamo, se- condo una logica di rete e di flusso che è profondamente diversa da quella – tutta territoriale – rispetto alla quale le istituzioni del passato sono state edificate.

In questo duplice scenario, si colloca la volontà del Governo italiano di sfruttare le potenzialità insite nell’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunica- zione (ICT) per portare avanti la trasformazione dello Stato in senso federale. Le tec- nologie dell’informazione e delle telecomunicazioni – che sono essenzialmente stru- menti per la cooperazione e il coordinamento, cioè tecnologie che possono facilita- re e semplificare il rapporto tra soggetti diversi – sono, infatti, un elemento strate- gico per riuscire a porre in modo nuovo il problema del rapporto tra autonomie lo- cali, bisogno di coordinamento e armonizzazione dei processi innovativi a livello na- zionale (e sopranazionale), garantendo nel contempo l’innalzamento della qualità e dell’efficienza dei servizi pubblici.

Per la Camera di Commercio di Milano questa nuova situazione si presenta carica di straordinarie opportunità. E ciò per almeno due buone ragioni.

In primo luogo, perché la trasformazione in atto – ridefinendo l’idea stessa di terri- torio – rilancia la questione delle autonomie funzionali, che rappresentano un’idea- chiave per la creazione di un nuovo sistema di governance istituzionale non più de- bitore di una concezione superata dello spazio.

In secondo luogo, perché, se è vero che la pubblica amministrazione in Italia si po- ne in una posizione di relativa arretratezza nella diffusione e nell’utilizzo delle ICT rispetto al resto d’Europa, il sistema delle Camere di Commercio rappresenta una del- le punte avanzate della Pubblica Amministrazione italiana. Negli ultimi anni, la te- nuta del Registro Imprese con modalità telematiche e la diffusione della firma digi- tale hanno imposto ad un sistema, già abituato a lavorare in rete da tempo, un ul- teriore salto di qualità, di cui già nel corso del prossimo anno si cominceranno a ve- dere i primi frutti.

Nonostante queste note positive, la rapida evoluzione dello scenario di riferimento ob- bliga la Camera di Commercio di Milano a un’attenta riflessione attorno al modo di es- sere “Pubblica Amministrazione per le Imprese” e ciò per non rischiare di perdere le

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Pubblica Amministrazione per le Impr ese

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21

opportunità che oggi si prospettano. A cominciare dalle stesse funzioni anagrafico-cer- XX

tificative, che costituiscono il nocciolo duro dell’identità camerale nel nostro Paese.

Al fine di partecipare come protagonista alla progressiva “digitalizzazione” dei rap- porti tra imprese e PA, secondo le più recenti linee di e-government, la Camera di Com- mercio di Milano individua quattro linee strategiche di intervento:

• l’innalzamento della cultura digitale nel tessuto economico milanese;

• l’evoluzione del servizio anagrafico nella società dell’informazione;

• l’agire in “rete”;

• la costruzione di un nuovo legame con il territorio.

Come si cercherà di evidenziare, queste linee sono tra loro strettamente correlate e nessuna di esse può essere attuata a prescindere dalle altre. È solo assumendo una prospettiva sistemica che gli obiettivi di cambiamento, di seguito proposti, posso- no essere raggiunti.

1.1 L’innalzamento della cultura digitale nel tessuto economico milanese

Si parta da una prima osservazione: la spinta degli organi di governo del Paese ver- so una completa telematizzazione dei rapporti tra utenti e Pubblica Amministrazione non sempre trova, nei fatti, una popolazione attrezzata a rispondere.

In altri termini, limitandosi all’utenza di riferimento, sarebbe realistico chiedere: “le oltre 320.000 imprese attive iscritte alla Camera di Commercio di Milano e i circa 6000 studi professionali come si pongono di fronte alla ‘rivoluzione digitale’, indotta dall’impie- go delle nuove tecnologie informatiche e di telecomunicazione?”

Secondo alcuni recenti studi in Italia solo l’11% degli operatori – contro il 47% in Europa – si serve di tecnologie Internet per gestire il proprio business1, benché l’80%

degli imprenditori si dica ormai pronto per il salto definitivo verso l’ITC2.

Sebbene, la realtà ambrosiana risulti più avanzata rispetto alla media nazionale, tut- tavia, a fianco dei settori più avanzati, coesistono posizioni arretrate. Al di là del mol- to già fatto, il vero passaggio che rimane da compiere è il radicamento di una vera cultura digitale.

Le ragioni che spingono in questa direzione sono almeno due.

La prima è di ordine economico, attinente al buon funzionamento del mercato. In- fatti, una cultura digitale disomogenea e non adeguata – oltre a rendere problema- tico il decollo di qualsiasi progetto di e-government – si traduce in una perdita net- ta di competitività, non solo per la singola azienda, che corre il rischio di venire emar- ginata dal mercato, ma anche per l’intero sistema locale che perde quella integrazione che tradizionalmente lo caratterizza. In tal senso la cultura digitale, rappresenta una risorsa sempre più cruciale per lo sviluppo economico, poiché costituisce l’aggan- cio più solido alla rete despazializzata del mercato.

La seconda ragione è di ordine politico. Come si è visto, infatti, la telematica ride- finisce gli spazi della vita sociale e politica, superando i confini amministrativi e scio- gliendo i legami del passato. Nel futuro i territori potranno continuare a esistere e

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a mantenere una coesione interna solo a condizione che ci sia un’azione attiva di in- tegrazione e omogeneizzazione, condizione essenziale per avviare forme nuove e più efficienti di rapporto pubblico-privato e di partecipazione democratica.

L’innalzamento della cultura digitale nel tessuto economico milanese è un obietti- vo che può essere perseguito (dalla Camera) mediante due tipi di azione.

Da un lato occorre considerare che per una quota rilevante delle piccole medie im- prese milanesi l’applicazione delle nuove tecnologie è ancora circoscritta a proces- si meramente informativi e promozionali e non incide profondamente nelle strate- gie e nell’organizzazione. In alcuni casi – soprattutto per le attività di dimensioni mi- nori e nei settori più tradizionali – L’Ente si trova ancora nella fase dell’alfabetizza- zione informatica. Come dimostra la nostra stessa esperienza quotidiana agli spor- telli, molte imprese vivono l’obbligo dell’utilizzo delle tecnologie digitali come un ulteriore “fardello” tecnologico imposto dalla Pubblica Amministrazione.

Favorire l’accesso per tutte le imprese operanti sul territorio provinciale alle oppor- tunità offerte dalla società digitale, contribuendo così a superare il digital divide tra chi è in grado di utilizzare i servizi telematici e chi non possiede la tecnologia e le conoscenze necessarie per farlo, è la prima modalità di azione nella quale l’Ente si deve impegnare.

Concepirsi come Pubblica Amministrazione moderna in grado di svolgere un ruo- lo nella diffusione capillare della cultura digitale significa per la Camera di Commercio diventare un interlocutore qualificato del mondo delle imprese, in grado di costituire un’interfaccia di sistema, un integratore della diversità.

È questo il senso profondo della sfida che le Camere di Commercio dovranno supe- rare nei prossimi anni al fine di qualificarsi sempre più come enti al servizio delle im- prese e del mercato: diventare protagonisti di una politica di interventi per la diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, quale strumento di svilup- po economico e di modernizzazione. O, meglio ancora, porsi come modello di Pub- blica Amministrazione che, tramite l’e-government, sappia essere uno dei fattori di pro- mozione e catalizzazione dell’innovazione del sistema economico e sociale. Nel dibattito in corso sul decentramento dei poteri e delle funzioni tra gli enti del territorio, fon- damentale sarà la capacità delle Camere di Commercio di legittimarsi in questo ruo- lo, nel rispetto di una concreta attuazione del principio di sussidiarietà.

La seconda azione è volta invece a favorire il pieno sfruttamento, da parte del siste- ma delle imprese, delle straordinarie opportunità che derivano dal cablaggio dell’a- rea milanese. L’accesso tempestivo e capillare delle imprese milanesi al collega- mento a banda larga costituisce infatti una risorsa preziosa, il cui sfruttamento rimane ancora in larga misura da realizzare. Compito della Camera è quello di contribuire a rendere visibili ed effettivi i vantaggi economici che questa disponibilità può of- frire alle imprese. Per far questo, si può agire con una varietà di strumenti:

• fornire incentivi alle imprese affinché utilizzino la connessione a banda larga;

• subordinare l’utilizzo di alcuni servizi camerali avanzati all’impiego della banda larga;

• sperimentare e diffondere l’impiego della videoconferenza per attività di consulenza, sedute di conciliazione, diffusione di informazioni, realizzazioni di forum e con- sultazioni telematiche.

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Pubblica Amministrazione per le Impr ese

La cultura digitale

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23

Valorizzando e diffondendo appieno le potenzialità della banda larga, la Camera può XX

diventare un soggetto trainante di un effettivo innalzamento della cultura digitale, favorendo così lo sviluppo economico locale.

1.2 L’evoluzione del servizio anagrafico nella società dell’informazione

La realizzazione del Registro Imprese – avvenuta nel 1996, a cinquant’anni dalla pre- visione legislativa – ha rappresentato per il sistema camerale un punto di svolta im- portante, che è sfociato nella messa a punto di uno strumento di pubblicità legale, fon- damentale per la conoscenza “giuridica” del mercato e quindi per la tutela – sul ver- sante “privato” – della concorrenza tra gli attori economici e – sul versante “pubblico”

– della trasparenza del mercato stesso. Un’evoluzione confermata dalla recente rifor- ma del diritto societario, che ha accresciuto ulteriormente il ruolo del Registro Imprese.

Come è noto, la scommessa per le Camere di Commercio era quella di dare attua- zione al Registro Imprese secondo una lettura dinamica ed evolutiva, creando un si- stema in grado di coniugare il rispetto delle norme di garanzia e sicurezza del- l’informazione legale ai principi (emergenti) della semplificazione amministrativa (di cui informatizzazione e telematizzazione risultano alla fine strumenti), per giunge- re, nel quadro di una nuova cultura “orientata” all’utente, a livelli sempre più ele- vati di efficienza, efficacia ed economicità nell’erogazione dei servizi anagrafici.

Il tempo ha confermato la bontà di questa prospettiva: ora il sistema camerale è il

“centro di produzione” dell’informazione economica dotata di valore legale, bene pub- blico di valenza strategica. L’adozione delle moderne tecnologie – che ne hanno re- so più facile, diretta e tempestiva la fruizione – consente la valorizzazione del- l’informazione anagrafica, rendendo possibile la conoscenza, il monitoraggio ed il controllo tempestivo dei fenomeni economici.

Alla vigilia dell’entrata a regime del Registro Imprese telematico, questa premessa può fornire le linee guida della riflessione sull’evoluzione del servizio anagrafico che la ri- voluzione telematica impone. Soprattutto, stabilisce l’assunto di fondo, che nessuna mo- dificazione, per quanto rilevante, può mettere in discussione, e cioè, che l’informazio- ne economica, dato il suo valore strategico e collettivo, è un bene pubblico e in quan- to tale deve essere fornita dallo Stato e dagli enti pubblici incaricati di ciò, unici in gra- do di garantirne super partes la veridicità e l’accessibilità a tutti. Nel corso del prossi- mo quinquennio, di fronte alle ipotesi, che già tendono a delinearsi, di un Registro Im- prese virtuale e quindi gestibile da “tutti”, decisa (e se necessario, di sprono per l’inte- ro sistema camerale) dovrà essere l’azione della Camera di Milano per la salvaguardia di questo principio, pena il rischio che un domani agli Enti camerali rimanga esclusi- vamente il compito di mero “conservatore” di registri (e forse neanche quello).

Chiarito questo punto, è indubbio che l’implementazione del Registro Imprese tele- matico apra una nuova fase nel percorso di costruzione di una nuova “Pubblica Am- ministrazione per le Imprese”, una fase in cui l’Ente dovrà essere in grado di operare contemporaneamente su due fronti, da un lato assicurando modalità sempre miglio- ri di funzionamento e di erogazione del servizio telematico, dall’altro impegnandosi per

Il Registro Imprese telematico Riforma del diritto societario

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far sì che, oltre al tradizionale importante ruolo di pubblicità legale, la gestione del Re- gistro sappia generare un vero e proprio valore aggiunto per il mondo delle imprese.

Per quanto riguarda il primo ambito – più strettamente operativo e sotto la più di- retta competenza dell’Istituzione camerale – considerati valori inderogabili i para- metri di efficienza e di qualità del servizio e l’orientamento all’utente (sui quali, pe- raltro, è fondamentale continuare l’azione di monitoraggio e continua revisione, an- che tramite procedure già sperimentate come l’indagine di customer satisfaction), nei prossimi anni cruciale sarà la capacità di garantire l’operatività del Registro Impre- se telematico in termini di:

• qualità e affidabilità dei dati;

• velocità e tempestività nell’acquisizione e nella modifica dei dati;

• rapidità e facilità di accesso alle informazioni;

• sicurezza e correttezza nella trasmissione;

• garanzia di protezione e integrità dei dati.

In altre parole, l’attenzione e il rispetto di queste (e altre ancora) variabili sono le con- dizioni grazie alle quali l’utilizzo delle modalità informatiche/telematiche può veni- re percepito dagli operatori (e in particolar modo dagli operatori non professiona- li) come un reale vantaggio rispetto al sistema precedente, per l’espletamento degli adempimenti burocratici/amministrativi.

Il secondo aspetto – sicuramente più “politico” e di “sistema” – muove dal presup- posto che l’applicazione della telematica debba “esplodere” le potenzialità dell’ana- grafe delle imprese, permettendo la valorizzazione di un patrimonio di informazio- ni che, ancora oggi, è accessibile a pochi e non trova diffusione sul territorio.

In una realtà economica che ormai trascende in modo sempre più radicale gli spa- zi locali e nazionali, la certificazione anagrafica acquista infatti un nuovo significa- to. Oltre alla tradizionale funzione di controllo top-down – la cui origine era l’esigenza dei poteri politico-amministrativi di conoscere la realtà locale – oggi si afferma sem- pre di più un’istanza bottom-up, che fornisce alla certificazione legale un vero e pro- prio valore economico, dato che tale certificazione può costituire (soprattutto per le imprese medio-piccole) un “passaporto” per muoversi in un ambiente economico che avrà sempre maggiori problemi di fiducia e di affidabilità.

In effetti, il Registro Imprese costituisce di per sé un strumento informativo di straordinaria utilità per le esigenze economiche nell’età globale, dato che esso è in grado di mettere a disposizione delle imprese opportuni strumenti per conoscere i contesti economici locali, per farsi conoscere nel Mercato Globale, nonché per di- sporre nel contempo di informazioni attendibili per controllare e convalidare i rap- porti con le controparti. In un contesto caratterizzato da forte incertezza, ciò con- tribuisce a ridurre alcuni rischi e a perseguire la solidità dei processi di produzio- ne, acquisto, vendita e distribuzione.

Per sfruttare pienamente questo potenziale è necessario però che la Camera di Com- mercio sappia raggiungere alcuni obiettivi che delineano di fatto una profonda evo- luzione delle attività anagrafiche tradizionalmente svolte. Essi sono:

• rendere più fruibili le informazioni disponibili, in modo che esse possano essere

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Pubblica Amministrazione per le Impr ese

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meglio e con più semplicità utilizzate dalle imprese. Si pensi alla visura, che co- XX

stituisce un servizio tradizionale offerto dalle Camere e che può essere profonda- mente ripensato in relazione alle possibilità telematiche;

• incrementare, laddove possibile, la ricchezza del patrimonio informativo a dispo- sizione, anche muovendosi nella direzione di fornire nuovi servizi certificativi per quanto riguarda i tratti identificativi dell’impresa nello “spazio virtuale” (anagrafe uf- ficiale degli indirizzi e-mail, domicilio elettronico, carta di identità delle imprese);

• integrare nella operatività completa del Registro Imprese la firma digitale e, nel con- tempo, adoperarsi per estenderne l’utilizzo ad altri ambiti della Pubblica Ammi- nistrazione, così da creare, anche per questa via, uno stimolo e una modalità di “av- viamento” verso le transazioni elettroniche commerciali, superando così – e in qual- che modo strumentalizzandoli a fini molto più ampi – gli aspetti tecnici e opera- tivi strettamente connessi agli obblighi burocratici relativi al Registro stesso.

A questi aspetti, relativi all’utilizzo delle informazioni anagrafiche per lo svolgimento dell’attività economica da parte delle singole imprese, si può aggiungere poi un altro elemento, di natura più macro, che consiste nel promuovere, sul territorio, a livello pub- blico e privato, la conoscenza e l’utilizzo del patrimonio informativo contenuto nel- l’anagrafe economica, al fine di rafforzare l’informazione economico-statistica dispo- nibile sulla realtà locale, ma anche come base conoscitiva di qualsiasi efficace strate- gia di marketing territoriale. In questo modo, il Registro Imprese può diventare un ve- ro e proprio strumento di governance e di promozione dell’area locale.

Si tratta di obiettivi importanti e ambiziosi, la cui realizzazione non dipende esclu- sivamente dalla volontà della Camera di Commercio di Milano. Per muoversi nella direzione indicata sono necessari interventi a livello legislativo e una grande capa- cità di innovazione giuridica, per i quali è richiesto un consenso politico più ampio.

Per questa ragione non si dovrà rinunciare a un’incisiva azione di proposta e di lobbying nelle sedi politico-istituzionali appropriate (a livello regionale, nazionale, europeo).

1.3 L’agire in “rete”

Se questi sono gli obiettivi – “il cosa fare” per accrescere il valore intrinseco del Re- gistro – a prescindere dalla fisicità del servizio (lo sportello) – è altrettanto impor- tante, in una prospettiva di medio periodo, porsi il problema di “come” realizzare le azioni di crescita di valore ora indicate.

Come si è già osservato, la transizione in corso si caratterizza per i processi di de- spazializzazione-rispazializzazione prodotti dalla moltiplicazione dei flussi e dalla crea- zione di reti, che ridefiniscono il significato stesso dello spazio entro cui gli attori si definiscono, e perciò stesso esistono.

Per questa ragione, la definizione degli obiettivi strategici per i prossimi anni deve necessariamente includere una chiara indicazione circa gli obiettivi che la Camera di Commercio intende darsi al fine di ricollocare sé stessa e il sistema delle impre- se che rappresenta nei diversi spazi nei quali ha luogo la sua attività istituzionale.

Tali spazi possono essere ricondotti a quattro realtà:

Il patrimonio informativo

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Il sistema camerale italiano

Rispetto alle altre amministrazioni coinvolte nel processo di e-government, la Camera di Commercio dispone del vantaggio di essere parte di un’organizzazione a rete che si estende su tutto il territorio nazionale e che si compone di 103 Camere di Com- mercio, 19 Unioni Regionali, 16 Centri per il Commercio Estero, un’Unione Nazionale e un’Unione europea (EuroChambres), oltre a 140 Aziende Speciali. Si tratta di una risorsa straordinaria, che sempre più deve essere pensata e impegnata così da poterne sfruttare tutte le potenzialità.

Nei prossimi anni questo sistema sarà fortemente impegnato nel completamento e nella messa a regime dell’anagrafe telematica, ma sarà anche chiamato ad affronta- re una nuova sfida, che è in un certo senso la naturale conseguenza del percorso fin qui compiuto: con la progressiva scomparsa degli sportelli, il Registro Imprese si av- via a diventare un Archivio Nazionale.

Ma per far sì che questo avvenga c’è ancora molto da fare. Oggi vi sono oltre 103 Registri Imprese che fanno riferimento ad oltre 103 Giudici del Registro: nel conte- sto attuale sono inevitabili le diversità di prassi, spesso ereditate dalla precedente ge- stione dei registri presso le cancellerie dei tribunali. La telematica rende urgente com- pletare il processo di omogeneizzazione: mai come oggi è necessario che l’intero si- stema camerale si muova all’unisono.

Tuttavia, col raggiungimento di tale obiettivo e la nascita di un vero e proprio Regi- stro Imprese telematico è ipotizzabile uno scenario del tutto nuovo: a regime, l’u- tente di qualsiasi regione d’Italia potrebbe trasmettere pratiche telematiche in qual- siasi provincia e verificare direttamente – on line – lo ‘stato’ della propria richiesta di iscrizione. Dal punto di vista del mercato è chiaro che l’accentramento delle fun- zioni anagrafiche non potrà che essere positivo. Tale innovazione consentirà a cia- scun operatore di accedere in tempo reale a una vasta mole di informazioni relati- ve a imprese localizzate su tutto il territorio nazionale, contribuendo a una miglio- re conoscenza del mercato, fondamentale per la definizione delle strategie d’impre- sa.

Da questo punto di vista, la rete delle Camere ha il dovere di raggiungere nel più bre- ve tempo possibile questo risultato che può avere importanti riflessi economici.

In questo nuovo scenario, alla Camera di Milano spetta il compito di contribuire a gui- dare questa transizione, che non deve tradursi in una perdita di rilevanza per le 103 realtà territoriali, ma piuttosto in un percorso di rinnovamento che dovrà prevedere:

• la ridefinizione del rapporto tra le singole Camere di Commercio e l’adeguamen- to dello stesso sistema associativo nazionale;

• la riallocazione delle risorse interne tra la funzione anagrafica e le altre;

• il ripensamento del legame con il territorio locale, ripensamento che comporta una riflessione sul tipo di servizi offerti e sul decentramento delle sedi camerali (si ve- da l’ultimo paragrafo del presente documento).

Primi passi verso un Registro Imprese europeo

Ma non c’è solo l’Italia. Via via che il processo di integrazione europeo avanza, di- venta sempre più importante pensare la rete camerale su scala europea. E anche in questo caso, la Camera di Milano può e deve svolgere fino in fondo il proprio ruo- lo di leadership, diventando capace di essere un soggetto propositivo.

26 27

Pubblica Amministrazione per le Impr ese

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A partire dalla positiva esperienza costituita dal Club Grandi Camere, la Camera di XX

Milano dovrà cercare di incrementare l’interscambio con il sistema camerale euro- peo, nella prospettiva di porre le basi per la creazione di un efficace Registro Imprese europeo. Si tratta, evidentemente, di un obiettivo ancora lontano, che non solo non potrà essere raggiunto in tempi brevi, ma che probabilmente avrà bisogno di esse- re perseguito con una paziente opera di costruzione dal basso, partendo dal patri- monio già oggi a disposizione di ogni sistema camerale nazionale. Da questo pun- to di vista, i progetti di e-government che vedono attiva la Camera di Milano trami- te la sua Azienda Speciale CedCamera potrebbero rappresentare un importante la- boratorio di progettazione in grado di fornire soluzioni replicabili anche in un fu- turo Registro Pubblico europeo. La creazione di tale strumento richiederebbe in un primo momento una definizione e standardizzazione non già delle procedure o de- gli aggregati più complessi, bensì delle singole componenti informative in essi con- tenute, sfruttando le opportunità delle tecnologie infotelematiche per renderle fa- cilmente accessibili e scambiabili tra gli Stati, pur continuando a lasciare l’attuazio- ne dei servizi nei vari Paesi in carico ai diversi soggetti titolari3.

Rapporto con le altre amministrazioni locali e statuali

Il progetto di e-government si fonda sull’idea che la Pubblica Amministrazione del fu- turo – intesa nel suo complesso – sia in grado di operare in rete. Grazie allo scam- bio di dati e notizie tra le amministrazioni in rete, non solo ciascun cittadino/impresa potrà ottenere i servizi in modo semplice e immediato, ma sarà anche possibile rea- lizzare un effettivo sistema di controllo e garanzia. In questo senso, nel processo di definizione di un sistema capace di servire e integrare una realtà socio-economica sempre più sfuggente e mobile la risorsa informativa costituisce un elemento cen- trale a disposizione dell’Amministrazione Pubblica. In questa prospettiva l’attuazione di una strategia di alleanze, mediante la stipulazione di convenzioni e accordi con le Amministrazioni centrali e soprattutto con le Istituzioni di governo locali, acqui- sta non solo una valenza politica in vista del riconoscimento di più ampi ruoli e com- petenze per la Camera, ma anche una rilevanza operativa in termini di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa.

Guardando ai prossimi anni, è possibile distinguere due diversi livelli di azione.

Il primo livello riguarda la sfera locale. Anche in virtù del proprio rapporto privile- giato con il sistema imprenditoriale e di un’approfondita conoscenza dei fenomeni economici, la Camera si candida a diventare terminale sul territorio delle diverse am- ministrazioni competenti in materia di imprese. In vista di questo obiettivo, occor- re favorire la cooperazione e la sinergia tra le varie amministrazioni che dovranno sempre di più interagire nelle attività di back-office (provvista dei servizi, interope- rabilità, multiusabilità dei dati), anche attraverso l’interconnessione delle proprie ban- che dati.

L’Ente camerale potrebbe così rappresentare per la propria comunità di riferimen- to un punto d’accesso privilegiato attraverso cui interfacciarsi con l’intera rete del- la Pubblica Amministrazione4.

Il secondo livello riguarda invece l’avvio di un lavoro di integrazione delle anagrafi su base nazionale. Al momento, infatti, è possibile riconoscere una divisione dei com-

L’e-government

(30)

piti che segue la seguente logica: il Comune ha l’anagrafe dei cittadini; la Camera di Commercio l’anagrafe delle imprese; l’Inps (e l’Inail) l’anagrafe dei lavoratori. È chiaro che, per le stesse ragioni sopra ricordate in relazione al valore economico del- l’informazione, è quanto mai importante muoversi nella direzione di una crescente compatibilità dei suddetti archivi, in modo da rendere possibile dei veri e propri per- corsi informativi che aiutino individui, imprese, attori economici a muoversi nel dif- ficile e rarefatto mondo della società contemporanea. Come già è accaduto nel pas- sato, la Camera di Commercio di Milano può costituirsi come soggetto promotore di iniziative sperimentali in questa direzione in vista di una evoluzione più complessiva del sistema.

Intermediari istituzionali e mondo associativo

La quarta area di lavoro concerne i rapporti di partnership con il settore privato, e in particolare con il mondo associativo e con i cosiddetti grandi utenti – notai, com- mercialisti, e altri professionisti – che, in qualità di intermediari istituzionali, han- no svolto, e tuttora svolgono, un ruolo fondamentale di supporto all’implementa- zione dell’anagrafe telematica e alla diffusione delle nuove tecnologie e, in partico- lare, dei dispostivi di firma digitale. Come è noto, infatti, il piccolo e medio im- prenditore per gli adempimenti amministrativi tende ad affidarsi al proprio ragio- niere o al commercialista che tiene la contabilità d’impresa. I professionisti e le as- sociazioni costituiscono quindi un prezioso strumento per veicolare l’impiego del- le tecnologie di sottoscrizione digitale e per diffondere la conoscenza delle nuove pos- sibilità di collegamento telematico con le Camere di Commercio. Questa attività di informazione mediata è di notevole importanza. È infatti attraverso di essa che po- trà svilupparsi, nella piccola e media impresa, la consapevolezza della “prossimità”

delle informazioni detenute dalle Camere di Commercio, oggi facilmente consulta- bili grazie a Internet e alla (sempre più fitta) rete di collegamenti telematici connes- si all’uso della firma digitale.

Proprio per questa ragione, il legame tra la Camera di Milano e queste realtà deve essere rafforzato, sottolineando il reciproco interesse nel far crescere questa allean- za. In questo senso, occorre sviluppare sperimentazioni innovative di interazione, come lo Sportello Virtuale del Commercialista, un insieme di funzioni locali e remote, appoggiate a Internet, che renda semplice l’uso delle SmartCard e di Telemaco come strumenti “di uso corrente” sia per l’invio di pratiche elettroniche alle Camere di Com- mercio (e, in prospettiva, ad altri Enti), sia per lo scambio “sicuro” di dati tra il com- mercialista e il suo cliente.

1.4 Costruire un nuovo legame con il territorio

È evidente che le nuove opportunità connesse alla progressiva introduzione della te- lematica – in primis la graduale scomparsa del rapporto materiale tra sportello e im- presa – avranno un notevole impatto anche sulle strategie di decentramento spaziale e funzionale, finora attuate nell’ottica di moltiplicare i punti di accesso alla struttu- ra amministrativa e di offrire un servizio sempre più vicino agli utenti.

In questo senso sarà necessario rilanciare il significato e la funzione delle sedi de-

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Pubblica Amministrazione per le Impr ese

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centrate ad esempio riorganizzando quelle competenze oggi svolte a livello centra- XX

le – concernenti principalmente le funzioni ispettive e di controllo esercitate dalla Camera e il servizio di conciliazione – che potrebbero essere valorizzate se esporta- te anche nelle realtà periferiche. D’altra parte la positiva esperienza dei due desk, re- centemente attivati presso le sedi di Desio e Legnano, dimostra che anche le attività promozionali e di informazione economica possono essere svolte efficacemente dal- le strutture periferiche.

Questa potenzialità, sostenuta poi dal riconoscimento di una maggiore autonomia anche nei rapporti con le Istituzioni locali, potrebbe rivelarsi molto valida anche per agevolare il processo di semplificazione degli adempimenti e, nel contempo, per con- tribuire alla realizzazione della rete telematica delle Pubbliche Amministrazioni fi- no ad oggi appesantita da una gestione centralizzata.

Parallelamente al crescente impegno telematico, la Camera di Commercio è dunque ben consapevole dell’esigenza di rivalutare la fisicità, intesa come capacità di presi- diare in maniera efficace il territorio, rappresentando un punto di riferimento costante, non solo per il mondo degli affari, tradizionalmente localizzato nella metropoli, ma anche per i settori produttivi caratterizzati invece da una forte presenza nella pro- vincia, con concentrazioni molto elevate in alcune aree (Brianza, Alto Milanese, Ma- gentino).

Per questo motivo l’Ente camerale si impegnerà nei prossimi anni per fare delle se- di decentrate, ubicate in particolari zone strategiche, non solo dei punti di accesso a un’ampia gamma di servizi, attraverso il decentramento delle funzioni a più alto valore aggiunto – regolazione del mercato, promozione e informazione economica – ma dei luoghi di dialogo e proposta, capaci di favorire l’incontro e il raccordo tra le diverse realtà imprenditoriali dislocate sul territorio.

La realizzabilità di queste ipotesi, oltre a dipendere da un’azione e da un impegno trasversale a tutte le aree della Camera, non potrà prescindere da una scelta del nu- mero delle sedi decentrate destinate a subire questo processo di riconversione, in- dividuando soltanto quelle 3/4 strutture più importanti che per le loro caratteristi- che e per il bacino territoriale di riferimento, si rivelerebbero adeguate a offrire que- ste nuove prestazioni.

Le sedi decentrate

1Studio “Net Impact”, presentato dall’Università Bocconi nel novembre 2002 e relativo all’effetto de- gli investimenti in tecnologie Internet sul sistema produttivo italiano. (Fonte: Linea.EDP del 26 no- vembre 2002, www.netimpactstudy.com/it/).

2 Indagine Cirm, pubblicata su ilSole24Ore del 17 settembre 2002.

3I vantaggi di una tale soluzione sono evidenti; essa consentirebbe, per esempio, all’attuale Regi- stro Imprese italiano di chiedere automaticamente e in tempo reale all’ente di competenza in Fran- cia le informazioni anagrafiche ufficiali e aggiornate su un cittadino francese che sia diventato di- rettore generale di una società italiana, favorendo così la semplificazione informativa e, in ultima ana- lisi, l’integrazione amministrativa a livello comunitario.

4Un caso paradigmatico in tal senso è rappresentato dal progetto NUVOLA, recentemente avviato in collaborazione con il Comune di Milano, per l’implementazione di un Nuovo sportello Unifica- to Virtuale integratO in Larga bandA che faciliti la semplificazione, l’integrazione e la remotizzazione di servizi della Pubblica Amministrazione di Milano.

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30 XX

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Capitolo II

Regolazione

del Mercato

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Introduzione

Oltre alle funzioni di supporto e promozione degli interessi generali delle imprese (art. 2 L. 580), le Camere di Commercio hanno funzioni anche nelle materie amministrati- ve ed economiche relative al sistema delle stesse5.

Si può quindi parlare dell’attività di supporto e promozione del mercato nel conte- sto territoriale, come della funzione primaria di una moderna Istituzione; funzione che la differenzia nettamente dalle associazioni di categoria, da quelle di rappresentanza dei lavoratori, di tutela del consumatore etc.

La Legge 580 indica concretamente alcune di queste funzioni: eliminazione delle clau- sole abusive nei contratti con i consumatori, redazione di contratti tipo, conciliazione e arbitrato, Registro Imprese (registro, raccolta degli usi, ricezione delle domande di brevetti hanno valore legale fissato da leggi, anche speciali. Lo stesso dicasi per quel- le altre funzioni specificamente delegate dallo Stato e dalle Regioni, o dalle convenzioni internazionali, sempre secondo Legge 580, art. 2).

Nello svolgere tali incarichi una moderna Camera di Commercio, che rappresenta tut- te le categorie economiche private attive sul territorio, è “terza” rispetto ai protago- nisti dello scambio; e non potrebbe essere diversamente. Registro Imprese, usi, con- trollo delle clausole inique, repressione della concorrenza sleale, risoluzione delle li- ti sono intrinsecamente funzioni di un “terzo”, quindi non di parte, che puntano al- la trasparenza e alla correttezza delle intese: certezza delle parti, equilibrio delle re- gole contrattuali, possibilità di repressione di abusi, sistemi di risoluzione delle liti.

Il ruolo “regolativo” della Camera deve allora consistere in una offerta di servizi al mercato (e non nella fissazione di regole), esercizio di una funzione vicina alle cate- gorie economiche e ai consumatori (come meglio esplicato nel paragrafo 2.2, a proposito del “tavolo delle auto-regole”).

Ruolo che deve essere visibile e riconoscibile all’esterno, soprattutto nei confronti dei protagonisti del mercato stesso, che connota la Camera quale ente candidato a svol- gere sul territorio quelle funzioni regolative che spettano, a livello nazionale, allo Sta- to (ad esempio, nel settore dei brevetti) e alle Authority indipendenti.

Raccomandazioni e proposte

Alla luce di questa premessa, la Camera può sviluppare il proprio ruolo di regola- zione del mercato secondo una serie di servizi, raggruppati in 4 filoni principali:

• servizi di informazione;

• strumenti contrattuali;

• risoluzione dei conflitti;

• controllo e sanzioni.

2.1 Servizi di informazione

L’obiettivo è potenziare e amplificare l’informazione nei confronti degli attori del mer- cato al fine di ridurre uno dei principali “costi di transazione” sopportati dalle imprese.

Disporre infatti di informazioni aggiornate, puntuali e trasparenti, incide in modo diretto sui costi che le aziende devono affrontare nel loro fare business.

32 33

Regolazione del Mer cato

Riferimenti

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Sede legale: RAVENNA (RA) VIA FIUME MONTONE ABBANDONATO 122 CAP 48124 Posta elettronica certificata: [email protected] Codice Fiscale: 01323720399. Numero

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