Contesto urbano
Il polo esterno della Fiera di Milano è previsto nell’area dell’ex raffineria Agip di Rho-Pero situata a ri-dosso del sistema infrastrutturale su ferro, in una zona a margine dei tessuti abitativi dei due centri abi-tati, posta fra la prima cintura insediativa e la struttura disomogenea della prima periferia di Milano.
Sistema infrastrutturale di riferimento
L’area su cui sta sorgendo il polo esterno non è solo servita dalla rete infrastrutturale su ferro, po-tenziata dal progetto dell’Alta Velocità che vede qui una delle sue stazioni di scambio (quella di Rho-Pero), ma è anche ancorata al sistema su gomma autostradale e a quello tangenziale della città. Gra-zie a questa dotazione infrastrutturale il polo espositivo è rapidamente raggiungibile dalla porta ae-roportuale intercontinentale di Malpensa 2000.
Il Polo Fieristico esterno sarà anche collegato con il centro città grazie al prolungamento della me-tropolitana milanese MM1 che avrà qui la sua stazione di testa.
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La rete viaria locale e sovralocale sarà incrementata in termini di capacità e di accessi per potenzia- XX
re sia il collegamento con Milano e il resto d’Italia sia per connettere la struttura alle vie di comu-nicazione internazionali che si dirigono verso il nord dell’Europa e verso Malpensa.
Polo Fieristico esterno
La Fiera di Milano ha rappresentato per quasi un secolo un punto di incontro e di scambio, un sog-getto del sistema socio-economico milanese riconosciuto non solo in sede nazionale ma anche e, so-prattutto, nel mondo e quindi una punta di eccellenza del dinamismo imprenditoriale della Lom-bardia. Milano negli ultimi cento anni si è però profondamente modificata: è cresciuta in modo tu-multuoso e ha cambiato il suo rapporto con il territorio, pur mantenendo quel serbatoio di energie che ha bisogno di essere governato, ma con strumenti di pianificazione capaci di incontrare e com-binare i diversi interessi economici e sociali.
Con l’Accordo di Programma del 1994 è stato siglato il progetto di realizzazione del nuovo sistema fieristico costituito da due poli: uno urbano e uno esterno, quello di Rho-Pero. La convinzione che il territorio non fosse una risorsa statistica e immutabile, ma al contrario una variabile che deve adat-tarsi alla logica della sostenibilità dello sviluppo, emerge quale priorità. Per questo il polo interno della Fiera diverrà un’area qualificata a beneficio della vivibilità cittadina, pur mantenendo la sua caratteristica peculiare di orientamento all’esposizione e al commercio, mentre il polo esterno è pro-gettato in funzione dell’allestimento di esposizioni cosiddette pesanti.
Il progetto di trasformazione di Fiera Milano 2002-2005 sposta l’orizzonte dalla prospettiva locale allo sviluppo su scala globale incidendo su molteplici fattori. Tra questi l’ampliamento e il rinno-vamento dello spazio fieristico milanese per aumentare lo sviluppo e la funzionalità e far mantene-re alla Fiera di Milano la sua leardership all’interno del mercato fieristico internazionale. Stimolamantene-re l’incremento del volume d’affari portato in Lombardia dalla Fiera di Milano che già oggi ha una ri-caduta economica sul territorio. Mettere in atto un’azione di riqualifica del territorio trasferendo l’at-tività fieristica pesante per organizzarla in modo più razionale ed eliminare gli attuali disagi per or-ganizzatori, espositori, visitatori e per gli stessi cittadini.
Il primo passo di questo processo di rinnovamento è la costruzione del nuovo polo esterno, pro-getto in costruzione a Rho-Pero nell’area dell’ex raffineria Agip la cui bonifica sta per essere ultimata.
Per la bonifica l’accordo sottoscritto tra Fondazione Fiera Milano e Agip prevedeva due fasi distin-te. La prima si è conclusa alla fine del 2001, la rimanente è in fase di completamento. La Provincia di Milano svolge il ruolo di controllo ed effettua i collaudi emettendo la certificazione di avvenuta bonifica.
Una struttura imponente firmata dall’architetto Massimiliano Fuksas, nominato a seguito di un con-corso internazionale, e realizzata utilizzando il modello del General Contractor è in fase di realiz-zazione: Astaldi, Vianini Lavori e Pizzarotti & C. hanno la responsabilità dell’intera opera dalla pro-gettazione esecutiva, alla conduzione lavori, alla realizzazione e manutenzione, il tutto per dare con-tinuità e coerenza alle fasi di progettazione, gestione ed esecuzione lavori, consentendo di avere tem-pi e costi di costruzioni tem-più brevi e certi. L’intervento comporta un investimento da parte della Fon-dazione Fiera Milano di oltre 550 milioni di euro ed una superficie lorda di pavimento di mq 530.000 posta su un’area fondiaria complessiva di due milioni di metri quadrati.
La struttura potrà ospitare contemporaneamente più manifestazioni e consentirà maggiore efficien-za e funzionalità sia per l’operatore sia per chi viene a visitare le manifestazioni per affari. Si com-pone di otto grandi padiglioni di altezze differenti, suddivisi in 20 moduli espositivi e collegati tra loro da un percorso centrale, sospeso. Sono previste 80 sale convegno, 20 ristoranti e 25 bar. Tutti i padiglioni, per una superficie espositiva interna di mq 200.000, saranno illuminati da grandi lu-cernari “a cannocchiale”, capaci di catturare i raggi del sole in movimento. L’area espositiva esterna per manifestazioni all’aperto sarà di circa mq 60.000. Le funzioni compatibili con il sistema fieri-stico e che concorrono alla sua funzionalità, avranno una superficie complessiva di mq 60.000, sud-divisi in mq 37.500 occupati da strutture alberghiere di categoria 3-4 stelle in area sud, mq 9.000 per servizi correlati agli alberghi dedicati alla ristorazione, al fitness e a spazi polivalenti, e mq 13.500 per la realizzazione di una galleria composta da 150/200 negozi per la vendita di prodotti regiona-li lombardi tipici e d’eccellenza.
Il polo esterno è ora un cantiere: entro la fine del 2004 ne verranno inaugurati i primi padiglioni, mentre sarà ultimato nel marzo del 2005.
Ipotesi di lavoro per la Camera di Commercio
Partecipazione alla struttura societaria di Fondazione Fiera Milano e Sviluppo Sistema Fiera per in-dirizzare le politiche di gestione dell’Ente.
Formazione / Ricerca / Innovazione Bovisa
Contesto urbano
Il quartiere della Bovisa si estende in una strategica porzione del territorio a nord di Milano, tesa tra l’asse Milano-Sempione a ovest, il nodo infrastrutturale di Cascina Gobba (ospedale San Raffaele) a est, e i comuni di Arese, Bollate, Bresso, Cormano, Cinisello Balsamo, Lainate, Novate Milanese, Se-sto San Giovanni a nord. In questi ultimi anni l’area ha incrementato gli interventi alla scala terri-toriale ridefinendo l’intreccio delle relazioni infrastrutturali e la geografia dell’area metropolitana.
Sistema infrastrutturale di riferimento
I grandi progetti di rinnovamento e ampliamento delle infrastrutture ferroviarie, pesanti e leggere (ATM, FS, FNM, MM), stanno qui attrezzando le differenti scale del sistema metropolitano dei tra-sporti pubblici, ridisegnando un sistema di connessioni in cui grandi temi infrastrutturali (qua-druplicamento della tratta Cadorna-Bovisa e Bovisa-Saronno, completamento del Passante), soste-nuti da politiche di adeguamento migliorativo, arrivano a sperimentare, attraverso la diversificazione dei trasporti, l’innovazione tecnologica alla scala locale.
Nel nuovo scenario infrastrutturale dei trasporti, i grandi interventi di respiro internazionale, come il nuovo scalo aeroportuale di Malpensa 2000, si declinano attraverso il tema della stazione in “scam-biatori” alla scala locale, come la nuova stazione di Lambrate e Certosa (FS) e di Cinisello Balsamo (MM), dove il rapporto con l’interconnessione diventa tema di ridisegno dei luoghi-città attraverso la realizzazione di interventi residenziali e pubblici.
Il “Documento di inquadramento delle politiche urbanistiche comunali – Ricostruire la Grande Mi-lano” prende atto del profondo processo di trasformazione in corso nell’area determinato dalla pres-soché totale dismissione del sistema industriale preesistente, dall’attuazione parziale del PRG con la realizzazione del nodo ferroviario di Bovisa FNM e dall’arrivo del Passante Ferroviario.
Questo processo di modificazione è qui accelerato dall’insediamento del Politecnico di Milano che sin dalla fine degli anni ottanta, sviluppa il progetto di realizzazione del “nuovo polo del Politecni-co di Milano a Bovisa Gasometri”.
Bovisa e il Polo Universitario
L’insediamento del Polo Universitario al quartiere Bovisa costituisce probabilmente l’avvenimento ur-banistico più importante nelle strategie della città e del quartiere stesso in quanto permette di strap-pare al degrado e alla marginalità un importante zona della città. Il Polo Universitario si inquadra nel più generale piano di sviluppo dell’Ateneo che ha scelto il modello di ateneo rete presente sul terri-torio regionale per garantire formazione, ricerca e crescita di iniziative imprenditoriali e di servizio coerenti con le esigenze e le vocazioni dei territori all’interno di un’unica strategia di sviluppo.
Il riconoscimento di una possibile organizzazione a rete di ogni grande funzione urbana in modo da poter sfruttare sia le dotazioni infrastrutturali consolidate del sistema della mobilità, sia la risorsa del-le aree industriali dismesse, si coniuga in questo caso con l’analogo orientamento espresso dal Do-cumento Direttore del Passante Ferroviario del Comune di Milano che definiva studi di inquadramento territoriali finalizzati alla riqualificazione urbanistica per il comparto industriale di Bovisa.
I lavori per la realizzazione del Passante Ferroviario hanno sostenuto la volontà del Politecnico ad av-viare un primo concreto atto di riqualificazione urbana. Nel 1989 l’Amministrazione del Politecnico promuove un comodato d’uso per l’utilizzo dei capannoni dismessi di proprietà dell’industria
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canica FBM che verrà trasformato in acquisto nel 1992. Successivamente il Politecnico affitta il com- XX
plesso industriale dismesso della Ceretti e Tanfani con il recupero di spazi particolarmente idonei al-le esigenze dei laboratori didattici previsti dal nuovo ordinamento della Facoltà di Architettura.
L’esperienza dei PRU diventa occasione per delineare un disegno organico di inquadramento urba-nistico a premessa ed integrazione di un accordo di programma quale strumento appositamente de-dicato ad affrontare e risolvere processi di pianificazione/attuazione ad elevato livello di comples-sità. L’utilizzo di tale strumento si concretizza il 24 maggio 1995 con la richiesta ufficiale di avvio del procedimento dell’accordo di programma formulata dal Politecnico. La Regione Lombardia de-libera la propria partecipazione nel marzo del 1996 valutata l’opportunità e l’esigenza indotta dal-la necessità di apportare varianti normative al PRG vigente e di prevedere realizzazioni infrastrut-turali collegate con le stazioni del Sistema Ferroviario Regionale.
Lo strumento dell’Accordo di Programma consente a tutti gli operatori della riqualificazione Regione, Comune, Politecnico, ed AEM spa di interagire. In tal senso l’accordo di programma sottoscritto dai responsabili il 22 febbraio 1997 e l’attivazione della segreteria tecnica, forniscono le risposte necessarie per avviare i lavori. Il lavoro condotto dalla segreteria tecnica consente di definire gli aspetti nor-mativi, progettuali e procedurali di un progetto complesso di infrastrutture, di bonifica, di integra-zione di esigenze funzionali diverse nel contesto di una riqualificaintegra-zione urbanistica estesa a tutta l’a-rea di Bovisa.
Impianto urbano
L’impianto morfologico del nuovo insediamento universitario alla Bovisa nasce all’interno di un con-testo ambientale fortemente caratterizzato da preesistenze, quali quella del sistema infrastrutturale della ferrovia, che, pur definendo limiti e vincoli condizionanti, costituiscono possibili fattori di iden-tificazione del sito all’interno del quadrante urbano nord-ovest.
Le regole di riorganizzazione spaziale dell’area si ancorano quindi all’armatura urbana del contesto attraverso l’individuazione dei principali elementi di connessione viabilistica e di accesso, con par-ticolare riferimento al servizio di trasporto pubblico. Lo schema di impianto genera la creazione di diversi comparti edificatori tra loro correlati attraverso reti di collegamento secondario dove trova-no collocazione le differenti funzioni previste: i prevalenti insediamenti universitari del Politecni-co, il nuovo complesso edilizio della AEM spa e le residenze.
Il modello a rete dell’Ateneo consente di mantenere i benefici della grande dimensione, che crea mas-sa critica di risorse per la ricerca scientifica, ma anche i vantaggi delle piccole dimensioni che faci-litano i rapporti didattici e la resa dei servizi. Inoltre consente di rapportarsi con le vocazioni spe-cifiche di un dato territorio, ma anche di rendere disponibili tutte le competenze esistenti attraver-so il flusattraver-so da un nodo all’altro della rete.
La realizzazione del Progetto Bovisa è prevista in più fasi.
Il mix funzionale proposto si colloca nell’ottica di una sede universitaria integrata al contesto urba-no, attraverso un complesso sistema di destinazioni d’uso degli spazi e dei manufatti supportato da una maglia di relazioni e potenzialità fruitive che trovano una particolare valorizzazione nell’inse-diamento di residenze per circa 1.000 persone.
Bovisa – Villa Pizzone
Nel “Documento di inquadramento” Bovisa è quindi una delle aree di interesse strategico per le qua-li si ritiene necessario un intervento a breve e medio termine, che coinvolga anche le aree qua-limitrofe a quelle interessate dal Campus. Questa porzione di tessuto urbano è sottesa e sostenuta dalla pre-senza delle stazioni di Villa Pizzone (FS) e Bovisa (FNM). L’intervento in queste aree è regolamen-tato dai programmi integrati per la progettazione coordinata dell’attuazione delle previsioni di PRG vigente, che sono articolate nelle Zone Speciali Z6 e Z7 e nell’Unità 2 della Zona Speciale Z14.
L’ipotesi progettuale si fonda su tre ordini di criteri: la valorizzazione del sistema delle relazioni tra ciò che rimane dell’insediamento storico di Villa Pizzone, le stazioni di Villa Pizzone e Bovisa-Poli-tecnico e lo spazio aperto di piazza Bausan, un tempo centro del quartiere operaio sviluppatosi at-torno agli insediamenti industriali; il riconoscimento del valore urbano dell’area definita da tale si-stema di relazioni e in particolare dell’area compresa tra le due stazioni e quella situata a est della
stazione di Bovisa-Politecnico; la necessità di un completamento degli insediamenti già avviati (quelli del PRU di Quarto Oggiaro, di Villa Pizzone, del Politecnico, dell’Aem e del Comune di Mi-lano) con un progetto che consideri le funzioni e le volumetrie in termini unitari e integrati con le soluzioni delle infrastrutture di rete e con il verde degli spazi organizzati a parco e di connettivo.
L’obiettivo prioritario che emerge è quello di insediare nell’area di Bovisa, grazie alla elevata acces-sibilità garantita dalla realizzazione del Passante Ferroviario, funzioni d’eccellenza legate al sistema produttivo e alle sue innovazioni tecnologiche: un luogo dove la trasformazione urbanistica non sia finalizzata solo al soddisfacimento della domanda insediativa (residenza e terziario), ma offra una risposta reale alla domanda di sviluppo su cui si deve fondare la nuova crescita urbana. Nel docu-mento elaborato nel 2000 dal Comune che approfondisce e completa il quadro indicato nell’Accordo di Programma, si indica l’opportunità di rafforzare nell’area la presenza di importanti funzioni pub-bliche, collegate sia al nodo di scambio, sia alle funzioni della ricerca e dell’innovazione tecnologi-ca garantite dalla presenza del Politecnico.
Il riscatto dalla condizione di isolamento si attuerà a partire dalla valenza di “nodo infrastrutturale multiplo” che l’area può assumere, lungo di interscambio a scala locale, urbana e regionale, e sul-l’organizzazione di un nuovo spazio urbano di accoglienza fondato sulla promozione di funzioni or-dinarie a supporto di luoghi e strutture di eccellenza.
Gli interventi di prevista attuazione per la riqualificazione del fronte sud di Quarto Oggiaro (PRU di via Palizzi), per il Polo Bovisa-Gasometri (ambiti Nuovo Politecnico, Aem), per il siste-ma Bovisa-via Bovisasca (ambito della stazione FNM / Comune di Milano), per il nucleo storico di Villa Pizzone (recupero e conferma ad usi di interesse collettivo e sociale della Villa) e per il nodo di Garibaldi, ridisegnando anche funzionalmente i limiti consolidati della città, di fatto por-ranno le condizioni per attivare sinergie in grado di modificare ed amplificare, a tutte le scale di riferimento, i nessi interni e le potenzialità relazionali sino ad oggi relegate esclusivamente alle singolarità locali.
In tal senso gli ambiti riferibili alla Proposta di Piano Integrato di Intervento “Nuova Bovisa” si spe-cificano quale tassello mancante del ridisegno complessivo, integrandosi perfettamente, ed anzi rap-presentando la metà mancante del progetto elaborato dal Politecnico di Milano per il “Polo Bovisa Gasometri”.
L’interpretazione progettuale della soglia “Bovisa-Villapizzone” si è tradotta nella definizione di un sistema di interconnessione trasversale, incardinato sui nodi di interscambio rappresentanti dalle due stazioni ferroviarie e teso oltre le stesse tra polifunzionali e storico-ambientali che giocano il ruolo di perni e generatori nei processi di valorizzazione e ridefinzione urbana in atto.
Il primo, ad ovest, è particolarmente incarnato nell’insediamento storico di Villa Pizzone destinato a funzioni di carattere sociale e confermato a rivestire in futuro ruoli di più significativa eccellenza.
Il secondo, ad est, è sostanzialmente incentrato sul campus del Politecnico di via Durando, avam-posto in Bovisa del ben più cospicuo futuro insediamento dell’Ateneo, con la presenza di funzioni sovralocali più articolata (Motorizzazione Civile, Ex lavoratori della Scala etc.).
È l’interconnessione tra le due stazioni tuttavia il tema costitutivo della matrice morfogenetica del progetto perché relaziona le armature infrastrutturali con quelle urbane; i sistemi locali con quelli globali metropolitani, regionali, internazionali; settori della città da sempre divisi attraverso due “non luoghi” urbani.
Gli elementi puntuali costituiti dalle due stazioni ferroviarie (Villapizzone e Bovisa FNM) si localizzano come centralità insediative organizzate su due ampi spazi aperti pedonali. Sulla grande piazza an-tistante la stazione Bovisa nell’enclave ferroviario, si articola il polo direzionale integrato di rilievo metropolitano. Al polo opposto la seconda piazza che accoglie gli accessi alla stazione di Villapiz-zone si colloca una seconda centralità a carattere prevalentemente ricettivo-alberghiero. Infine al-l’interno dell’enclave il polo integrato residenziale e per attività quaternarie, di ricerca e innovazio-ne, interagenti con il Polo Universitario esistente.
Le aree oggetto della proposta del Piano Integrato d’Intervento sono localizzate in due differenti zo-ne di PRG: la zona speciale Z7 e la zona speciale Z14 (Unità2).
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La zona speciale Z7 “Bovisa quartiere” è una variante adottata dal Consiglio Comunale nel 1989 e XX
approvata dalla Giunta Regionale nel 1992. La variante indica indirizzi generali per il riassetto ur-banistico e ambientale della Bovisa, incentrati sull’integrazione della nuova Stazione di Bovisa con il contesto urbano, consolidando ed estendendo il tessuto urbano tipico della zona, introducendo al contempo funzioni innovative e migliorando il sistema infrastrutturale e la dotazione di servizi ed attrezzature pubbliche.
Per la zona speciale Z7 è prevista un’edificabilità complessiva di mq 75.085 di slp, nonché super-fici a verde e servizi per complessivi mq 87.000. Le funzioni previste da PRG sono quelle residen-ziali (min. 70%), terziarie, commerciali e di servizio (max 20%), attività produttive innovative (min. 10%).
La zona speciale Z14 è rappresentata dalle aree all’interno della “goccia” ferroviaria e prevede due diverse unità di pianificazione: Unità 1 con le aree del Nuovo Politecnico e del relativo Accordo di Programma; Unità 2 con le rimanenti aree. Le funzioni previste nell’Unità 2 sono quelle resi-denziali (min. 60%), terziario, commerciali e di servizio (max 20%), attività produttive innova-tive (min. 20%).
Ipotesi di lavoro per la Camera di Commercio
Bovisa con il Politecnico si propone quale luogo di formazione ad alto livello dove strutture inte-grate, quali ad es. il “Palazzo dell’Innovazione” (di interfaccia tra i settori della ricerca, della forma-zione, della produforma-zione, della tutela e della valorizzazione dei prodotti e dei saperi, …) possono di-venire vetrina delle dinamiche dei processi produttivi e di ricerca nei settori più avanzati.
Partecipazione alla Fondazione Politecnico.
Possibile costituzione struttura “Palazzo dell’Innovazione” volta a far interagire le sinergie tra for-mazione, ricerca, innovazione, tutela e difesa dei prodotti.
Informazione / Commercio / Servizi / Esposizione / Cultura / Formazione Vecchio Recinto Fieristico
Contesto urbano
Il Vecchio Recinto Fieristico è situato nel settore nord-ovest della città, tradizionale punto di approdo del Sempione che collega Milano con il resto dell’Europa. Sorge nel 1923 sull’area dell’ex Campo di Marte, vuota cornice al quadrilatero disegnato da Cesare Beruto su terre di modesto valore agra-rio e di nessun valore urbano chiuse verso la città dalla Scalo ferroviaagra-rio del Sempione. In occasio-ne del concorso del 1938 è al centro del dibattito sull’architettura razionalista, offrendo l’opportu-nità di realizzare un complesso architettonico “semplice, grandioso, ordinato, pratico e soprattutto con-temporaneo”, la “piazza Cordusio in miniatura” secondo la definizione di Edoardo Persico. Nel secondo dopoguerra è proposto un successivo piano di riforma della «città delle Esposizioni» in cui la Fie-ra e la città sono interpretati come “... organismi complementari ed i loro piani hanno da sposarsi e
Il Vecchio Recinto Fieristico è situato nel settore nord-ovest della città, tradizionale punto di approdo del Sempione che collega Milano con il resto dell’Europa. Sorge nel 1923 sull’area dell’ex Campo di Marte, vuota cornice al quadrilatero disegnato da Cesare Beruto su terre di modesto valore agra-rio e di nessun valore urbano chiuse verso la città dalla Scalo ferroviaagra-rio del Sempione. In occasio-ne del concorso del 1938 è al centro del dibattito sull’architettura razionalista, offrendo l’opportu-nità di realizzare un complesso architettonico “semplice, grandioso, ordinato, pratico e soprattutto con-temporaneo”, la “piazza Cordusio in miniatura” secondo la definizione di Edoardo Persico. Nel secondo dopoguerra è proposto un successivo piano di riforma della «città delle Esposizioni» in cui la Fie-ra e la città sono interpretati come “... organismi complementari ed i loro piani hanno da sposarsi e