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TUMORE ALLA PROSTATA. Prevenzione e cura

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Academic year: 2022

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TUMORE

ALLA PROSTATA.

Prevenzione e cura

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APPROFONDIMENTI TEMATICI DICEMBRE 2020

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4

6 8 10 12 14 5

Il tumore alla prostata

Il ruolo del PSA

nel tumore alla prostata La lotta al tumore

alla prostata GOM e PDTA

del tumore alla prostata, l’importanza della rete La ricerca sul tumore

alla prostata,

la biopsia liquida Movember

Le videointerviste

dei nostri specialisti

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Non esistono consigli specifici per ridurre lo sviluppo del tumore alla prostata, salvo la racco- mandazione generale di adottare uno stile di vita sano, controllare il peso corporeo, limitare assunzione di grassi ani- mali a favore di frutta e verdura fresche e non assumere steroidi a sco- po anabolizzante.

«Non esistono fattori di rischio specifici per quanto riguarda lo sviluppo della malattia – sot- tolinea il dottor Basso -, però si è visto che il sovrappeso e l’eccessiva assunzione di grassi animali aumentano il rischio. E’

per questo che noi raccoman- diamo agli uomini di avere uno stile di vita sano, di fare molta attività fisica. E soprattutto di consumare una dieta varia, ric- ca di frutta e di verdura fresche e povera di grassi animali. Per gli appassionati dello sport è necessario evitare l’assunzione di ormoni anabolizzanti».

Nel sospetto di un tumore del- la prostata è indicata una visita dallo specialista urologo che, oltre a eseguire un’esplorazio- ne digitale della prostata attra- verso il retto, richiede il test del I tumori della prostata costituiscono ol-

tre il 20 per cento circa di tutte le nuove diagnosi di tumore nei maschi, con un nu- mero atteso ogni anno in Italia di circa 40 mila casi, prevalentemente in età superio- re ai 60 anni.

«In Veneto ogni anno si verificano 3.400 nuovi casi – dichiara il dottor Umberto Basso, direttore di Oncologia 3 all’ospe- dale di Castelfranco Veneto -. La prosta- ta è una ghiandola situata nel maschio, sotto la vescica, ed è attraversata dall’u- rina quando si va in bagno ad urinare. E’

per questo che, quando con l’età questa ghiandola s’ingrossa, determina la ridu- zione della velocità del flusso di urina oltre che la necessità di andare più spesso in bagno».

Il tumore

alla prostata

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PSA più eventuali altri esami del sangue e delle urine ed esami radiologici quali eco- grafia o tomografia assiale computerizza- ta (TAC) o risonanza magnetica nucleare (RMN) dell’addome con mezzo di contra- sto. È, però, sempre necessaria la diagnosi istologica tramite l’esecuzione delle biop- sie della prostata.

Il punteggio di Gleason (che va da 6 a 10) è un Fondamentale parametro di valuta- zione dell’aggressività della malattia.

L’utilizzo del PSA come metodo di screening di massa sulla po- polazione generale rimane mol- to controverso in quanto non esiste un valore soglia affidabile per discriminare con sicurezza gli uomini ammalati.

Inoltre, poiché una buona parte dei casi evolve in modo molto lento, è stato calco- lato che sarebbe necessario trattare cir- ca 30 pazienti per prevenire una singola morte per tumore della prostata.

Quindi la decisione se eseguire o meno il test del PSA in uomini senza disturbi urinari deve esse- re presa solo dopo un’accurata discussione, con il medico di me- dicina generale o con lo specia- lista urologo, sui possibili rischi legati a tale scelta, rappresentati dall’esecuzione di biopsie inutili

Il ruolo del PSA

nel tumore alla prostata

o di interventi chirurgici per forme poco aggres- sive che possono anche, semplicemente, essere te- nute sotto osservazione.

«Il PSA è una sostanza prodotta dalla prostata ed è associata alla comparsa del tumore alla pro- stata – chiarisce il dottor Um- berto Basso -. La diffusione di questo test negli ultimi 25 anni ha determinato un incremento del numero di casi diagnosticati di questa malattia. Oggi, grazie al miglioramento dei trattamenti e all’applicazione dei protocolli di terapie combinate, la probabilità di guarigione o di sopravvivenza a lungo termine è notevolmente

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aumentata e supera l’80 per cento». La diagnosi viene posta attraverso un esame ematologico, del sangue. «Il livello di PSA però non è indicativo solo di tumore, a vol- te può essere indicativo di un’infiamma- zione della ghiandola prostatica.

E’ sempre meglio farsi consiglia- re dallo specialista urologo per valutare altri esami di approfon- dimento. Sappiamo che il test del PSA non è un esame assolu- tamente specifico per la presen- za di tumore prostatico, come ad esempio può essere la mammo- grafia per la diagnosi precoce di tumore al seno per le donne. Si raccomanda agli uomini sopra i 50 anni, che non hanno disturbi della funzione urinaria o sessua- le, di discutere assieme al proprio medico curante o meglio ancora con il proprio specialista urologo, se e quando eseguire il test PSA e come interpretare i risultati».

La lotta al

tumore alla prostata

La terapia del tumore della prostata in fase localizzata varia a seconda dell’e- stensione e dell’aggressività del tumo- re, ed è fortemente condizionata anche dalle condizioni generali e dalle malattie concomitanti presenti nel paziente. Tra le alternative c’è la sorveglianza attiva, che consiste nel monitorare periodicamente l’evoluzione del tumore (se a basso ri- schio) senza effettuare nessuna terapia specifica fino a quando esso non si in- grandisca o crei disturbi al paziente.

Altra possibilità sono l’asportazione com- pleta della prostata o prostatectomia, la

radioterapia esterna o brachi- terapia, il trattamento ormona- le, trattamenti combinati rap- presentati da combinazione di radioterapia e ormonoterapia oppure chirurgia seguita da ra- dioterapia.

«Nel caso si dovesse porre la diagnosi di tumore alla prosta- ta è necessario anche valutare il grado di aggressività ed esten- sione di malattia – ricorda il dot- tor Umberto Basso -. In quanto ci sono molti tumori piccoli e in- dolori che non richiedono alcun trattamento, e possono sem-

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plicemente essere seguiti nel tempo. Al contrario i tumori più aggressivi, o con estensione locale maggiore, richiedono vari tipi di trattamenti che possono essere la chirurgia, la radioterapia e altre terapie fra cui anche l’applicazione di trattamenti ormonali o chemioterapia. Oggi la miglio- re gestione del paziente con tumore alla prostata è quella multidisciplinare. Quella in cui l’urologo, l’oncologo, il radioterapi- sta e altri specialisti collaborano assieme per trovare le migliori opzioni di diagnosi e cura per il paziente».

Quando invece la malattia tumorale coin- volge altri organi, come le ossa o i linfo- nodi o, più raramente, fegato e polmoni, il trattamento principale è la terapia ormo- nale con o senza aggiunta di chemiotera- pia (docetaxel). Si possono poi utilizzare altri farmaci di tipo ormonale (abiraterone ed enzalutamide) oppure chemioterapia (docetaxel, cabazitaxel) o farmaci che emettono radiazioni all’interno delle ossa malate (alfaradin-Radio 223), secon- do una sequenza che varia da paziente a paziente in base alla storia clinica, ag- gressività del tumore, risposta alle terapie precedenti, effetti collaterali manifestati, scelta del paziente, etc.

Scopo di queste terapie è controllare i sintomi correlati alla presenza del tumore, migliorare la qualità della vita e pro- lungare la sopravvivenza.

Al fine di prevenire le frattu- re ossee e i crolli vertebrali, nei pazienti con metastasi ossee è fondamentale l’utilizzo di terapie che rinforzano la matrice ossea (biosfosfonati o denosumab) associate a vitamina D, oltre che ricorrere a consulenze con il ra- dioterapista e l’ortopedico per il trattamento dei siti in cui l’osso è maggiormente indebolito.

«Sarebbe importante che tut- ti i figli dei pazienti con tumore alla prostata – aggiunge il dottor Basso - fossero informati di ave- re un rischio maggiore di svilup- pare questa malattia».

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Il gruppo multidisciplinare che si occupa di neoplasia prostati- ca è composto da diverse figure professionali dello IOV, dell’A- zienda ospedaliera di Padova, dell’ULSS 6 e del Policlinico di Abano Terme.

Il gruppo si riunisce tutte le settimane presso l’Ospedale Busonera per la di- scussione dei nuovi casi e la revisione di quelli precedentemente esaminati, se

GOM e PDTA del tumore

alla prostata, l’importanza della rete

necessario. E’ attivo anche un ambulatorio multidisciplinare composto da radioterapisti, on- cologi medici e urologi una volta a settimana nella struttura di via Gattamelata.

Lo IOV ha elaborato an- che il PDTA per i pazien- ti affetti da tumore pro- statico, all’interno della Rete Oncologica Veneta (ROV).

«La squadra multidisciplinare è un insieme di specialisti coin- volti in una specifica patologia oncologica, il cui approccio alla cura del cancro è guidato dalla volontà di condividere decisioni cliniche basate sull’evidenza, e di coordinare la presa in carico del paziente in tutte le fasi del per- corso di cura, incoraggiandolo a prendervi parte con un ruolo attivo – si legge nella presen- tazione del PDTA –. Il benefìcio

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dell’approccio multidisciplinare integrato risulta particolarmente importante nel carcinoma della prostata, dove le opzioni di cura sono molteplici, garantendo una presa in carico da parte di professionisti dedicati, capaci di garantire un approccio personalizzato, e un accesso alle diverse competenze specialistiche, in relazione ai bisogni del singolo paziente (fisici, funzio- nali, psicologici, sociali) in ogni fase di ma- lattia, dalla diagnosi alla malattia avanza- ta, includendo la prevenzione e la gestione degli effetti indesiderati della cura».

Questo approccio si è dimostrato anche in grado di migliorare la soddisfazione dei pazienti.

«L’incontro multidisciplinare è il momen- to in cui avviene la valutazione collegiale della diagnosi, della tempistica dei trat- tamenti e rivalutazioni – continua il do- cumento ufficiale - cui segue la formu- lazione della strategia terapeutica con indicazioni precise sull’approccio chirur-

gico, radioterapico o oncologico - sistemico, approcci riabilitativi, cure simultanee, di supporto e di follow-up».

Il core team multidisci- plinare è costituito da:

urologo (con competen- ze anche andrologiche), radioterapista oncologo, oncologo medico, pato- logo esperto di neoplasie della prostata. In rela- zione alla fase della ma- lattia, vengono coinvolte altre figure professiona- li, in particolare: radio- logo, radiologo interven- tista, medico nucleare, fisiatra e fisioterapista, psicologo, medico pal- liativista, geriatra, infer- miere (con funzioni di case-manager).

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L’Istituto Oncologico Veneto è da sempre presente all’interno dei più avanzati pro- getti di ricerca internazionali in ambito di neoplasie prostatiche.

Ad oggi i trattamenti disponibi- li comprendono: la chirurgia, la radioterapia, le terapie ormo- nali e la chemioterapia. Lo IOV è impegnato nel mettere a pun- to un nuovo test, per la diagno- si precoce del tumore alla pro- stata, basato sul principio della biopsia liquida, in cui si cercano le cellule tumorali nel sangue circolante o le molecole liberate dalle cellule tumorali.

«Il problema nodale della ge- stione di pazienti con cancro alla prostata è proprio la dia- gnostica precoce – afferma il professor Vincenzo Ciminale, oncologo sperimentale dell’Uni- tà di Immunologia e Diagnostica molecolare - le metodiche at- tualmente disponibili per avere una diagnosi di certezza sono considerevolmente invasive e costose. Per superare queste difficoltà ci siamo impegnati per mettere a punto un nuovo test diagnostico che è basato sul

La ricerca sul tumore alla prostata,

la biopsia liquida

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principio della biopsia liquida, nella quale non si vanno a cercare le cellule tumorali nella ghiandola prostatica ma si cercano nel sangue circolante o cellule tumorali o molecole liberate dalle cellule tumorali.

Tra queste ci siamo concentrati su alcu- ne molecole denominate micro-Rna che sono alterate nei pazienti con cancro alla prostata, e permettono di diagnostica- re questa condizione con una specificità molto più elevata del PSA».

La cura ancora una volta è nella ricerca.

«Se il tumore ricade e si ripresenta a di- stanza – specifica il dottor Umberto Bas- so – ci sono trattamenti ormonali, che- mioterapie e nuovi farmaci. Il cancro alla prostata è uno dei tumori che negli ultimi anni ha avuto il maggiore sviluppo per la comparsa di nuovi agenti e nuovi tratta- menti. La ricerca sta facendo importanti passi in avanti».

Le ultime ricerche vanno nella direzione di ottimizzare e perso- nalizzare i trattamenti.

«Stiamo utilizzando questo ap- proccio della biopsia liquida con l’obiettivo finale di mettere a punto un esame del sangue più semplice possibile che ci per- metta di dire a ciascun paziente questo è il farmaco più giusto per te – continua -. E anche di poter monitorare nel tempo la risposta del paziente alla tera- pia. Quindi ci darà la possibilità intervenire in maniera tempesti- va se il paziente non dovesse più rispondere bene, cambiando il trattamento».

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E’ tornata, in un campo tutto vir- tuale, Movember for IOV 2020: la campagna di sensibilizzazione, prevenzione e raccolta fondi sul tumore alla prostata, promossa dall’Istituto Oncologico Veneto durante il mese di novembre in collaborazione con i rugbisti (e non solo) di tutto il Veneto.

Tante le squadre che hanno scelto di par- tecipare attraverso i loro canali social a questa edizione tutta digitale. Tra queste

Movember

ci hanno accompagnato duran- te il mese di novembre le Zebre Rugby, Benetton Rugby, Pata- vium, Frassinelle, Rovigo Del- ta, Rugby Mirano e le diverse squadre del Comitato Old Rugby Veneto, sotto il patrocinio della Federazione Italiana Rugby. In- sieme alle diverse squadre di ru- gby ci sono stati anche dei nuovi compagni: i barbieri. Infatti, du- rante tutto il mese di novembre, diversi Barber Shop di Padova tra cui Toni e Miki Barber shop, Tadpole e Paper Punch Barber shop hanno messo a disposi- zione le loro forbici e tutto il loro talento per sensibilizzare e rac- cogliere fondi per la ricerca sul tumore alla prostata.

«Con Movember abbiamo vo- luto lanciare un messaggio di attenzione e di speranza – di- chiara Vittorina Zagonel, diret- tore di Oncologia medica 1 -.

Non ci deve spaventare parlare di questi argomenti, facendo sa- pere con precisione quali sono le possibilità di cura e di strate- gia di prevenzione. E lo Iov in questo senso è all’avanguardia:

qui si propongono cure innova- tive, all’interno di un approccio multidisciplinare che permette

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di tener conto delle caratteristiche della singola persona; e si esprime inoltre an- che la massima attenzione all’aspetto ri- abilitativo, importante perché destinato al miglioramento della qualità della vita dei pazienti».

Movember nasce a Melbourne, Australia nel 2003, dalla fusio- ne tra Moustache e November: i baffi che nel mese di novembre i rugbisti si lasciano crescere per richiamare l’attenzione sul tumore della prostata, la neo- plasia maggiormente diffusa tra gli uomini. Dal 2014 l’iniziativa viene anche proposta dall’Isti-

tuto Oncologico Veneto in collaborazione con il movimento rugbystico re- gionale e nazionale, con un coinvolgimento sem- pre maggiore di squadre, atleti, federazioni.

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Guarda le videointerviste dei nostri specialisti.

Canale Youtube Istituto Oncologico Veneto PLAYLIST APPROFONDIMENTI TEMATICI

DIAGNOSI E PREVENZIONE Dott. Umberto Basso

Direttore UOC Oncologia 3

LA RICERCA

Dott. Marco Maruzzo Medico Oncologo

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www.ioveneto.it

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