NUOVA RACCOLTA
Delle più acci
DX AUTORI
ITALIANI E
ANTICHI
E MODERNI
Raccolte c Pubblicate
pec cura del
LOTTERIA
1)1
TOSCANA
OSSIA
Lo Sposo senza Vestito
,i
COMMEDIA
DIUN ATTO
delSignori
I.€.Vitti
e Giustino
Geiijsoul.Tip.PopolarediEduardo Ducei ViadeltaChiesaN.i03.
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PERSONAGGI
IlCommendatore di
MONVAL.
AMALIA
dilui Nipote.CARLO
)
EUGENIO)
^ffizialinelcorpo de’Moschettieri.GIACOMO
loro servo.PANDOLFO
Locandiere.Un
Notaio.Servitoriche nonparlano.
La Scenaè inParigi.
ATTO UNICO
Camera
condue por^elaterali,ed unain mezzo.Scena Prima
Eugenio tremandopel freddo.
Corpodimillecannoni!che freddo! Iltermometro è adiecigradi sottozero.E quello storditodi
Giacomo non ritorna/ Sonopiùdi dueoreche l’homandatodal miosartoperfaraccomodare
ilmio uniforme*., unlavorodi dieci minuti una piccola scuciturafatta al balloieri sera, e un bottone che mistrappòla baronessa... Egli certamente sta scaldandosi nella bottega del sarto,ed ioqui battoi denti...Felicelui!...
Ma-
ledettol’usuraio, padronedell’ultima casa dove abbiamo alloggiato Carlo, ed io! per due mesi d’ affitto cihasequestrato tuttoilnostro equi- paggio, eseperbuonafortunanoncitrovavamo allaparata,saremmo
ancherestalisenzailgrande uniforme.Ma!...veramenteèdaridere! Ilsignor Pandolfo nostro attuale albergatore ci guarda conocchiobieco, perchè da quindicigiorni che siamo qui alloggiati eche ci somministra da mangiare eda bere,nongliabbiamodato nep- pure unsoldo: edioinvece facevacontodifarmi prestardanaro dalui...Me
ne ricorderòdique- sto benedettoinverno...Ma
chefaCarlo?Dorme
caldamente, ricopertodellasua uniforme...Carlo, Carlo?... Vogliochesenta anch’ essoil freddo che fa inquesta camera...Vieni, vieni, amico mio, tu non vuoichesi domandinodelle Iegne alsignor Pandolfo pernon aumentareilconto...portadunqueifioretti;faremounpiccole assalto,' emi riscalderò.
Scena
li.Carlo,edetto.
Car. (deridendolo).Ah! ah! Prendiilfresco/...Ca-
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piscochetu*et troveraigusta.,
paio
ticonfesso iaverità sto megliocosì.E
uff.Tu
hai ragionediburlarmi,che oltre alla tuauniforme,hai perdipiù1’amorecheti-ri- scalda, enontifasentirejj freddo.Oar. TIassicuro che ad onta delia vitadissipata, che facciamo,hoavuto sinoralamenteoccupata.
li'uff.Già
me
l’immaginodellatua cara Amalia, lagentile nipote delCommendatore diMotivai,il
tuo carozio, Rigida osservatoredell’etichetta, edellecerimonie;
ma
delrestouomo
eccellente, edal quale,scusase telodico,tunonsaitrarrealcun profitto. •
Oar.Sonostancodi sentirtiadirmaledi mio zio.
Etig. Ediosono stanco dinon veder arrivare del suo denaro.
Un
uomo, che comelui,si vanta disapervivere, nondeve ignorare cheun gio- vineuffiziale,non puòfareamenodimangiarsi 20,000 franchi inun anno,erimanernedebitore di altrettanti.Oar. Se seguitiamo diquesto passo, mio ziopuò chiamarsi contento dicavarsi di impicciocon questasolasomma.
Eug. Se seguitiamodi questo passo!
Oh
ciman
'-mancherebbeadesso che tutilagnassidime,do- potuttele premurecheiomiprendoperilbuon andamentode’ nostri affari.
<JarNo,iosono contentod’averti percompagno
ma
conunpoco piùdiprudenzasistarebbe meglio.Eug.
Ma
perbacco,iodoventodi ghiaccio!... Che cosa vuol dire essere assuefatto al fuoco! E finita la guerra ed io son diventato freddolo- soall’accesso, standonell’ozio.Un
buonmili- tarenonama
lapace...Ma
presto, prendiifio- retti, tiriamo quattrocolpi chemiriscalderò.Ohè qua Giacomo.
Scena
III.Giacomo malinconico, e detti.
Giac
•
Sì, sono qua, sono qua.
Eug. (alzandogliunbraccio). Ebbene?
Qiac. Niente, signore.
Eug. {alzal'altrobraccio).
Giac. Esotto l’altro nullaaffatto.
Eug. bicorni Polo?
Giac. Viholasciato, o perdir megliovihannori- tenutoin pegno allabottega delsarto.
Car.
Oh
questà davveroe ridicola!Eug.
Ma insomma
vuoitu spiegarmi...Giac. Nonandate in collera. Il sartorenon vuol darmilavostra uniformeseprimanonglipaga-
te ilsuo conto. : ~
Eug. Si èmai veduta unasimileimpertinenza!
Car.
Non
inquietarti,amicomio ritenendo la tua uniforme, eglihagiàunbuonaccontonellema-
ni, Quanto credi dovergli dare ancora persal- darlo? (deridendolo)
Eug.
Oh
Carlo,questinonsonomomenti dascher- zare!Car.
Tu
ti stancaviandandoavantièindietroper la città.Adesso puoiriposarti,rimaner quiari- cevere inostri creditori: ciò serviiàperdistrarti ed essi nondiranno più che noi siamo sempre fuoridi rasa,[sempre burlandolo)Eug.
Ma
Carlo...Carlo, per carità. Checosaho da risolvere?tuozio veramentee unuomo
terribi- le. E’tantoriccoedhacuoredi lasciarciinque- stoimbarazzo!achidiavololascieràtuttoilsuo? Car.Tu
hai spesi inungiornoicentoluigi,ch’eglimi ha mandati .
Eug. Spesi! giocati vuoidire.
Ma
per baceo turni hailasciatoVincarico di tuttii nostri affari,ed io nonpossopoibadarea tutto.Sepensoa giuo-v careea farmi prestardeldenaro,nonposso oc- cuparmi anchedi pagare. Bisognerebbe chese- ne incaricassetuozio.Car.
E
perchènonhai voluto eh’iogli scrivessi l’indirizzo dellanostra nuova abitazione, ccosì eglinon
sa...Eug.
Temeva
che facessespiare lanostracondotta 1*feed byGoogle
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dellaquale, adir vero, c’èpoco dalodarsi:
ma
tu dovevi scrivergli,
come
iohoscritto amio padre,dimandar ildenarofermo in posta.Car. Hai ragione, enonvi sarebberimastofermo permolto tempo.
Eug.A proposito di denaro,bisogna ch’io vadaa vedere se mai per caso
me
neavesse mandato miopadre. ( accorged'esseresem'abito). Male- detto sarto!Car. Andròiodalnotarodi miozio: forse egli La
l'incarcodi dormi qualche
somma.
Eug.EiaBaronessa che m’ aspetta precisamente a quest’ora?ah! miocaro amico,
(fam/ui un pia- cere....
Tu
saiche ioardo perlei... [tremando).Car. Eh ! m'aeorgodaltuocalore.
Eug.Icfnon sono ancoraalpossessodellasuagrazia;
seiomancassiallavisita,certosidisgusterebbe;
prestami latua uniformeunasola mezz’ora.
Car.
Tu
scherzi,me
n’a-corgo ! Non sai cheio deggio andaredalColonnello ?Eug. Vuoi eh’iomanchidiparola allaBaronessa?
Car. Vuoich’io manchi al mio dovere? Eug. Ellam’aspetta alledieci.
Car
Alle diecidebbo esseredalui.Eug.
Ma
tu scid’un’ostinazione....Car. E tu pretendi delle cos*....
Giac. Eh, piauo,pianononstiano agridare.Se per accomodarela questione potesse servire quella veste da camerache abbiamo dilà....
Eug. Per Lacco!...
Ha
ragione....Dammi
lavesta da camera.Car.
Eh
pazzo maledetto!Vorresti uscirein vesta dacameradi tela? allorasiche il freddo, e....Eug.
Oh
bell’ ideachein'cvinata! pir Imcco que- stanonpotrai rifiutarmela,Giacomo.porlaifio- t retti. Battiamoci,ese iosonoil primoadarti un colpo tu micederai per oralatua uniforme. .•Car.
Tu
mi fai ridere.Eug.lid invece se tusei il primoacolpirmi,io resterò in casa.
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7 Car. Voglio soddisfartiad ognieosto, per farti
vedere ohenon titomo, e eh’iouscirò. I fio- retti. (Giacomovaaprenderli.Carlosicava Va- bitoeloponesoprauna sedia).
Eug.
La
tua uniformesarà dame
conquistata, e anderò dallaadorabileBaronessa.Car.
A
noi.^.saiulaìlG\ Eug.
A
noi. 1 vufr.i»
Car.
Là
là.Eug. Ah,ah. L’abito èmio [neldare ilcolpo).
Car. No,non ancora.
Ah
ab; prendi[lirauncolpo Restain casa.Eug. No, no: nonèdeciso. (Perbaccoè invulne- rabile.Griderò perfargli paura.)Ah! ah/là.
Car. Non mi sgomentico’ tuoi gridi,poiché voce ne ho ancorio.
Ah
! ah! (gridando)Scema
IV.Panpolfo, e detti.
Pan. Signori miei;altolà!qual fracasso in casa mia! che condottaè la vostra?
Eug.Ildiavolotiporti, [glidailacolpodi bottone) Pan. Ahi, ahi! avetepresa la miacasa peruna salad’armi?qui sotto abitanodellesignore che leggono continuamentede’romanzi; di sopravi èunoscrittoredilibrettipermusica.Voidistur- bate l’emozioni sentimentali delle dame; pertur- bateil poetanellesuefeliciispirazioni;impedite a
me
il farei miei conti;e finirete per istor- dirrniinmodo
chemi dimenticheròdidomandarviil pagamento diciòche mi dovete.
Eug. (Sta avedere che viene per esserpagato.) Car.(Comediamine faremo?-,
Pan. Questa non èlamanieradicondursi!
Da
che sietequi non mi avete datoneppure unsoldo!Bisogna essere più convenienti a pagare! sem-
pre. collespadealla
mano
! Iononamo
ilrumore delferro.Eug. Eh! voiamatequello dell’argento.
Pan. Certamente:
ma
nonlosento mai quando»
8
vengo da voialtri. Non sono già venuto per averdanari...
Car. (respirando).Che
uomo
amabile!Bug.Veramentegentile ilnostrosig. Pandolfo.
Pan.Inostricontili accomoderemoquesta sera.
Per oravengoachiedere unagraziaal sig.Eu- genio, ed alsig. Carlo. Mi. è stato annunziato l’arrivod’unpersonaggiod’altacondizione,che vienea passaretregiorniaParigiconsuafiglia, o suanipote:con unagiovinettaa buonconto, nonsò poichidiavolosia.11mioalbergoètutto occupato.Iospero cheil signorEugenio voglia cedereil suoappartamentino, cheècompostodi due belle camere:ericoncentrassi inquellodel Signor Carlo per questi pochigiorni.
Bug.Iovi acconsentoa condizionechelafigli»,o lanipote,o quello cheè,siauna giovinetta gra- ziosa.
Pan.Ionon vado cortamente ad esaminareprima seè bella o brutta,magraograssa, perconten- tare ilvostro capriccio.
Bug. /'Stando indue nellatuacamera avremopiù caldo!)
Car. (fimeglio cedere.) Bug. Per
m«
vi acconsento.Car. Edancor’io.
Pan. Vadosubito atrasportareivostrieffettinelle camere delsignorCarlo.
Bug.Imiei effettìlGiacomo,aiutateil signorPan- dolfoatrasportare lamiaroba.
Già. (C’è pocodafaticare/)
Pan.Andiamo: degnoservoditalipadioni/^;?/ra»o) Bug. Presto,presto, alprimo! lasciatitoccare,te ne scongiuro,losono persuasodi ritrovarealla postadelleletteredi cambio,che mi stannoan- siosamente aspettando: epoitemoche labaro- nessasi stanchi, e che un miorivale. „ Car.Iosono pronto a soddisfareil tuocapriccio.
Bug. Ecco Pandolfo che torna ad intorromperci.
Ca>\ Egli é moltoadirato.
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9 Eug. Io già
me
1’aspettava.Scena
V.Pandolfo conunavaligiavuota,eGiacomo conla spadaeil-cappello d'Eugenio,edetti.
Pan.
Una
valigiavuota! equestoètuttoilvostro equipaggio? • • -jGià.
Ma
date qua,non vistancate;volete portare tutto da'voi solo.Pan.
Ah
birbante! anchetuaiunavaligia vuota!(secostoronon mi pagassero,nonavreineppure dafarglisequestrare un pajodicalzoni!) ! Car. (È stataun’imprudenzadilasciarloentrare.) Pan. «ignori,ioviavevadettochesisarebbe par-
lato questa sera de’ nostriconti,
ma
hocam-
biato risoluzione:horiflettuto che oggi arriva- node’ forestieri, che io sarò occupatissimo, e cheiltempoè prezioso. Giacche sonoqui abbia- nolacompiacenzadisaldareilmiopiccoloconto.Bug.) volentieri (mettendo ambeduele
mani
in Gar.)v010nuen
saccoccia.)
Eug. Checosafai ?nonseitu che devi pagare.
Car. Perchènon devo pagar io?
Eug. Sai bene che quesiomesespetta ame.
Car. No,hosicuramente:iodevo atedeldenaro, evoglio saldare ilconto.
Eug. [aPan.)
Non
glibadate,sapete.Pan. Per
me
già èlostesso: paghi uno, paghi l’altro. (stendendolamano
a Eugenio)Car. (voltando Pandolfo dalla suaparte.) Scusate, * sig. Pandolfo.
Eug. [come sopra)Signor Pandolfo.seprendeteda- narodalui cidisgustiamo.
Pan. Accettodunqueilvostro, [aEugenio.) Car. [c. s,) PerBacconondeve andar cosi.
Eug. (c.s.) PerGiunone,cosìdev’essere.
Pan.
Ma
via. paghi uno perora,epoi fra di voi- altri ve1’accomoderete.Eug. (fingendoimportanza) SignorCarlo, vi prote- stoche voicon pagherete.
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N
10
Car. [come sopra) Signor Eugenio, voi
nemmeno
pagherete, velo assicuro.Pan.Ed intalcaso chimipagherà?
Eug. Questaè ladecimavoltache iohoadalter- careconluipel medesimooggetto,vuol sempre stare conlemaniallasaccoccia.
Pan. Lasciatelo fare; meglio pervoi.
Car. Edegli pretendedi pagar sempre.
Pan, E perchèglie lo contrastate?
Eug. Questaèunaveratirannia.
Car.Noncredeva chesipotesse esserecosìcaparbio..
Eug. Caparbio!...SignorCarlo,sig.Carlo....questa eunaparola moltoavanzata!
Car. E qualesi conviene,
Pan.
Oh
poverome
!adessocomincianoa riscaldarsi.Eug.
Come
seiononavessimezzodipagareimiei debiti,edovessiricorrerealuiper farlo....Car.Dite piuttosto che ilvostro orgoglio...
Pan. Ma, signori miei, bisognafinirla.
Eug. Avete ragione, signor Pandolfo, bisognafini- rla. Giacomo, spezzalapuntaaiFioretti.
Car.Volevadir lostesso ancor’io.
Pan.Signori.... incasamia...percarità...(spaventato Car. Niente, niente:èl’affare d’unistante.
Eug. Quello che restavivopagheràilconto.
Pan. Quello cherestavivo!...Fermatevi, fermatevi (Questi sonodiavoli, non sono uomini).Pagate
la metàper ciasceduno.
Eug.
O
tutto, o niente. Iosonofatto cosi.Indietro voi: dateciluogo, [aPandolfo)Car.Indietro:quellononèil vostro posto.
Già. Mettetevia sedere.
Pan.
Ma
che sedere!Io mi avviticchio adentram-bi per impedireun duello, eper esser pagato.
Eug. Vi sfidoatrattenermi.
Car.Perbacco, lavedremo,[adEugenio) Sbrigate- vi,signore.
Pan. In
nome
del ci 0lo! Nonfateche nasca questo scandoloin casa mia. Ve ne supplicoa mani giunte. Mirovinereste,11 Eug. Calmatevi, signor Pandolfo. Allafineiosono
ragionevole.
Comprendo
quali sarebberolecon- seguenzedituttociò. Sobeneciò chemiresta a fare. (prende seriamenteV
abito diCarlo ese 10 mette)Car.(Metti giùlamia uniforme.) [sottovoce) Eug. (Taci percarità:nonfarglisentire che ne
abbiamounasola.) (poiad alta voce) Siamoin- tesi, signore:iononignoroleleggi dell’onore.
Noicirivedremofrapoco, [prende laspada ed 11 cappello.)
Car.
Ma
Eugenio,io...Eug. Voi mitroveretesemprepronto.
Car. Iodebbo...
Eug. Dovetetacere, e vergognarvi. In quanto a voi, miocaro albergatore, io vistimo,eviamo;
ma
seprendetedenarodalui,vitaglioleorec- chie (via)Pan. Bagattella!
Car. (E milasciacon costui,esenza poteruscire di casa!)Edio signore; sevi fate pagare da lui, vipassolamia spada atraversodelcorpo.
[vaincameraesichiude achiave)
Già. Sperochesiccome èl’uso,midaretelaman- cia,ora chesietestato pagato.
Pan. Quisivadi malein peggio! Siè chiusodi dentro/ Ioquisono vittimadiuna delicatezza veramentestraordinaria.
Già. (Voglioritornare dalsarto,ecercare d’inte- nerirlo, e farmi dare l’uniforme per liberare questo poverodiavolo.
Con
questa occasionefarò anche dareun punto aquesto colletto che mi ha scucito il signorEugenio aforza ditirare.Si batti,batti,chevuoi starfresco1) [via) Pan.[che batte allaporta):
Non
mi risponde!...Ilduello seguiràcertamente! Chequeste cosenon abbiamo adaccadereche a
me!
Chi maipoteva aspettarsiunatalcosa?Strepiti ^fracassi, duelli, e danari mai!Ma
chi arriva!È
certamente ilcommendatoredi Monval!Bisogna rimettersi dal
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l'Z
turbamentochem’agita, e mostrare 1’aspetto d’
uomo
contento, echeèsempre puntualmente pagato.Scena
-VI.,Mowval, Amalia,Servitoriche portanoduevaligie,
dellescatole dadonna,e detto.-.
'
Pan
.
Favorisca, favorisca,signore: resti servita, madamigella. Senza dubbioiohol’onoredipre- sentarei mieirispetti al signor commendatore diMonval.
2Ion. Per l’appunto.
Pan. liceol’appartamentocheglièdestinato,
com-
postodi due bellecamere conquesta sala co- .mune. . t , -v
Mon.benissimo, portate làdentrolenostrerobe.
(servi via). Il vostro albergo non mi sembra moltovasto,perconseguenzavisaràpocagente, equestoappunto èquelloch’io cerco.
Una
ra- gazzastamaleperlopiùinunodiquesti grandi alberghi,ove ilocandieri ingenerale non sono molto prudenti.;. • .]Pan.
Ma
io,signore,,.Mon..Voisieteunasino,caroil miolocandiere,e dovetestare zittoquando parloio. '
Pan. (Che razzad’uomo! Chetuttiabbianoda ca- pitarea
me
'] .Mon.Iopoisonodecisamentenemieodello strepito edelle personecuriose, -,
Pan.OhIionon ricevo nellamiacasa che persone didistinzione ed incapacidimancareal rispetto che sidevealbelsesso,edallegentidelvostro grado. (Se sapessedique’due!)
Mon.Voglio crederlo Al mio bordo,perbacco so- no inesorabile sulla disciplina;. a terra poinonso perdonare qualsivoglia inconveniente, sopratutto quando accompagnanoqualche donna.Vene pre- vengo., esu,accadesse per disgrazia il più pic- colodisturbo,voi melopaghereste*.».
Pan. (Oh povero
me
Signor 'commendatorecerto...,(Non so quel chemi dica.)
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13 Mon. Lasciateci soli,
Pan. Vostro umilissimoservitore. (Io tremo per queiduepazzi. Semiavessero pagato, li
man-
dereivia subito.IlCielo
me
lamandi buona!)•{via)
Mon. Ebbene,Amalia, eccocia Parigi,tudevi es- serne contenta.
Ama. Senzadubbio, carozio. parigi, a ciò che si dice,èunsoggiorno delizioso,
ma
voimiavete detto chedobbiamorestarci duegiorni soli,ed 10 non comprendocheci veniamo afare.Mon.Poverainnocentina!
Tu
non lo indovini?Ama. No, carozio.
Mon.
Ma
intanto abbassigli occhi... Via,telovo- glio dii’e.Tu
sai ch’ioho ottenuto ilcomando
di unvascelloebisognache fraottogiorni mi ritroviinmare.
Ho
pensato che tu sei nell’età di passaredallavigilanzadiuntutore alla pro- tezione diuno sposo, evengoamaritarti.Ama.
A
Maritarmi!.Mon. Oggistesso. Ionon ho un
momento
da per- dere...Devo imbarcarmiilgiorno 12 ed eccocome
impiegheròlemiegiornate.(cavaun'portafoglio e legga). «Il4. iopartoda Tourcon Amalia; 115.arriviamo aParigi;il6.AmaliasposaCarlo.»Ama. Carlo!
oMon. »Il 6.Amalia sposa Carlo.Il7. parto per Brest.IlIO.arrivo;ildodicimi mettoallavela».
Ecco ilmioitinerario.
Tu
vedi ch’ionon posso cangiarlo.Ama.Eppure,miocarozio, voi locangiarete, per- chèiononisposerò certomio cugino: un gio- vinastrostordito,che parte giurandodi
amarmi
sempre, echeda piùdi un mese noncidà sue notizie. Egli mi,hadimenticata sicuramente, ed iovoglioimitarlo.Mon.
Da
vero?Ama. Siatenecerto,
Mon. Intal-casoaggiungeremo,[legge).Notabene:
Se Amalia nonisposaCarloil 6.la riconduco 2
14
nel suoritiro: il7. partoper Brest, edilrima- nente
come
sopra.Tu
vedicheioho preveduto tutto; adesso tocca ate lo scegliere.Ama. Lamiasceltaà giàfatta.
Mon. Devo andareincercadi Carlo?
Ama. (dopoun pocod'esitanza).Sì,carozio,con- ducetelo convoi,Vogliofarglii rimproveriche non l’amo più: e poi...
Mon. E poilo sposerai?
Ama. E
poi partirò.Mon.
Quande
ècosìvadosubito aricercarlo.Ama.Si, carozio;vedreteseabbia un carattere fermoed invariabile.
Mon. Passerò anche dalmionotaroeforseverremo
•tutti insieme.
•• Ama.
Ma come
ilnotaro!Seio vi hodetto..... Mon.Si,tusaraisoddisfatta. Soloti raccomando ,* di conservareiltuo sdegno. (ridendoparte).
Ama. Carlo... Ilnotaro!...Cerne
mi
batte ilcuore.Ma
pure bisogna ch’io cerchi d’essereincollera Vedròcoluicheamo, eil dicui solo,nome
fa palpitareil miocuore,ma
sotto1’aspettod’un tìntosdegno nasconderòil mio palpito, e lamia contentezza. Per esempio; suppostoch’egli ve- nisse,mialzo, efreddamenteglifounariverenza coll’istessa freddezza gli dico,Buon giornocu- gino, Poi alzogliocchi... Ah!E
vestitoda mi- litare!Oh
come sta be-:ecosì vestito!...Ma
vol- gerò altrovelatesta, estaròzitta.Sentiamoche cosadice. Siete voi,miacaracugina,ohquantafelicità,quantosiete graziosa!viaccertoin pa- rolad’onore che vi siete fattaassai assai più bella,,Grazie, signor cugino. Voi date a
me
que-glielogi, che meritanopiuttostole signore pari- gine, chehanno avutoil poteredi farvidimen- ticare dime,,
Ah!
converrebbeche io riparassi al disordinedel viaggio acconciandomi ilca- po,cangiando vestito....DigitizedbyGoogle
15
Scena
VII.Carlo, edetta.
Car. Mièsembratodi udire....sièdessa!
Ama. (voltandosi)
Ah
!Car. (correndo verso dilei) Miacara Amalia.
Ama.Chi sietevoi?...
Ah
Carlo!lononviricono- sceva;ed’ondeveniteinquesta guisa? con que- stofreddo?Car.Ioabito in quell’appartamento....ilsuonodel- la vostravoce....
Ama.
Non
posso trattenermi dalridere!Car. (Oh povero me!)lapremuradi vedervimi ha fattodimenticare... (AhEugenio !Espormia fa- re di questefigure!)
Ama. Eh adirvero, siete vestitocon molta elegan- za per venire incontro a vostra cugina.
Car. Mi faresteforseundelittodiquesta novella prpva dellamiatenerezza?la vostravoceferi- sceilmio orecchio, epenetranelfondo delmio cuore...Iodimentico tutto unaforza Invincibile mi trascinaaivostri piedi.Avresteforse voluto cheiopensassi amettermi prima ingalanteria.
cheavessi ritardato un istantecosidolce...Mia amabilecugina! parliamodi voi, del nostro a- more,del nostro matrimonio,e ditemi aquale fortunata combinazione sono debitoredellafeli- citàdi trovarvi qui.
Ama. Nulladipiùnaturale Mioziodeve portar-
si ;fprendere il comandod'un vascello e non ha volutopartiresenza abbracciarvi. Egli èus- cito poe’ anziper cercarvi forse all’anticavos- traabitzione.Inquanto a
me
l'hoaccompagnato per vedereTarigi eper darvi 1’ultimoaddio.Car. L’ultimo addio!
Ama. Senzadubbio:miozio volevaunirci in ma- trimonioprimadellasua partenza;
ma
poi ha pensato che sarebbe un gran muleil togliervi cosi presto alledelizie,ad allebelle dellacapi- tale. Il vostro silenziomi ha dato anchetutto-
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l'agiodi consultare il miocuore, ed iovadonel*
mioritiro, peraspettarvi ilritorno dellozio.
Car. Che dite mai! nò io losoffriròcertamente!
nonho mai tralasciatodi adorarvi. Àinaiia,ela gloriasono statii mieisoli pensieri, nòlitra- dirò mai... ligiuro ai vostri piedi...
Ama. (stendendoglilamano). (Credo che questosia il
momento
di perdonargli.)Scena
Vili.Monval, edetti.
Mon.(Un
uomo
aipiedi dimianipote,ein sotto veste!)Ama. Miozio!
Mon.
Come
! Carlo!Car. Lasciate cheviabbracci, caro zio.
Mon.Piano,piano,signorino,nontantafuria!Non
amo
questi abbracciamenti allamilitare!Quan- tunqueiosia unuomo
dimare,amo
nondimeno1*etichettae laconvenienza.Èquella lamaniera di presentarsiad uno zio,adunacugina?
Car. Vi giuro che nonècolpa mia. (imbarazzato) Ama.
Ha
sentitala miavoce, ed hatutto dimen-ticatopervedermi.
Mon. K madamigellaavrà tutto dimenticato per ascoltarlo?In vecedi punirlo, siccome merita, gli avràdetto,cne or orasideveArmareilcon- trattodinozze eche visposerete domani.
Car. Sarebbemai vero!
Ama. Voi glieloavete detto adesso.
Mon.
Oh
vero bestione! Edioche sonoin collera glivado adare-unabuonanotizia...Ma
giacche mièsfuggita,sì signore velo dirò: nell’uscire dallavostra antica abitazione,sono entrato dal mionotaro,efradieci minuti saràqui.Andate a vestirvi. Voi, nipote,pensate aripulirvi un poco,eacambiarl’abito,se volete.Ama. Corro subito. Addio cugino, foia).
Mon. Andate, andate tosto avestirvi. Vergogna/ (via!.
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17 Car.
Che
homai sentito!Fra poco il contratto,edomanilenozze...
Ah!
io ne diverròpazzo....Ma
bisogna pensare avestirsi, equelmaledetto Eugenio nonritorna, [vaallafinestra). Eccolo,eccolo! Egli mi riportala mia uniforme. Sono davvero contento!
Ma
dovevaadesso...Eugenio.Eugenio [chiamandolo)
.
Eccoloche ritorna.
Eh
? Hai trovato alla posta una cambiale di mille franchi! Bene, bene, arrivanoa tempo.È
giunta mia cuginae lasposo subito.Portamiruniforme..Checosa dici?Vaia giocare?...No,disgraziato., senti...’aspetta...
È
partito! Ah poverome
io sonoperduto/ Gli correròdietro...si, in questa maniera...Giacomo,Giacomo...E
mioziose torna avedermi così... Giacomo. Giacomo.Seena IX.
Pandolfo, Notaro, edelti
Car. [afferrando Pandolfoper lacravatta). Corri- gli appresso... gridaalladro.. conducilo qui, morto, o vivo.
Pan. Piano, piano,.che mi strozzate.
Car.
Ah
nonèGiacomo!Pan
Ah
no, signore, son io,emoltomaravigliato delvostro procedere. Mi avete lacerata la cra- vatta, e vi protestodanni, spese ed interessi.Qui vi èun notaroaproposito.
Car. (Il notaro..
A
che risolvermi?Il partito più sicuroèquello dichiudermi incamera.)[entra).Pan. Arrestatelo, signor notaro.
ATot. Mi aveteforse preso per
un
birro? Io vengo qui per istendere uncontrattodi nozze,esono costretto adirvi chesieteun grande imperti- nente.Pan. (Sono moltodisgraziato quest’oggi.) Eccolo appartamento delsignorCommendatore.'Al dia- voloinotavi,gli ufficiali,edicommendatovi.)!®^)
Scena X.
Monval,
Amalia
cdetti..1fon.
Ah
sietevoi!E
perchénon avete incaricatoDigitizedbyGoogle
18
unodc’vostrigiovani distudio?Midispiaceche visiete incomodato.
Noi. Oh! noncederei ad alcuno il piaceredi pre- sentarelapenna a madamigella,di passarlapoi alsuo sposo,edi offerirlain seguitoal signor Commendatore.
Mon.Vi son grato.
Ma
non vedolosposo,esenza dilui nonsi fanulla...farsiaspettaredallasposa Questo èuncontrarioallaconvenienza,(battendo alla porta). Carlo,Carlo?Ama. (Quale piacere!Ora lovedrò in uniforme/
Come
starà bene!)Mon.Carlo, Carlo... Che fosse uscito?
Noi. se quello cheabitainquellecaineteè lospo- so, vi deve esser* certamente!Hoveduto or ora chevi è entrato.Sarà avestirsi.
Mov. Bisogna chesolleciti:dobbiamostare ad a- spettarlo,? Carlo, Carlo,aprite.
Scena
\S.Carloconfusoin vestedacamera edetti.
Car. Eccomi,carozio...Perdonate,seinisonofatto aspettare,
ma
la premura;la gioia...(Non so quelloche mi dica.)Il nno amicoEugenio...quel birbantedi Giacomo... insomma sono ai vostri ordini... Eccomi pronto...Presto,signornotare...Amalia, compitelamia felicità...
Mov. Ahper becco, io non losoffrirò certamente, maritarsiin vestedacamera!
Noi. Perdirelaveritànon ètroppoin moda...
Ama. (Mio cugino haperduto ilsenno.) Car. Eh!si... avete ragione...
me
laleverò subito,carozio,
ma
in un giorno comequesto,almo-
mento di divenirel’uomoil più felice, non sipensaa tutto. Ehi, c’ènessuno? ,Io crepodalla bile!)Quel benedettoGiacomo non c’èmai per aiutarmi avestire... Scusate, carozio: semila- scio un poc-s trasportar dallacollera. Lovoglio buttare dalla finestra...
Mon. No.signore,nonservebuttarlo dalla fioestra;
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19* mi basta eliovenga, poiché sono curioso dive- derela sua livrea: per laquale mifaceste pa- gare un conto chenon finivamai.
&CC83A XII.
Giacomosenz’abito edetti.
Jfon. Chevedo! anch’egli spogliato!
ma
questa èunagrande indecenza. Visieteforse accordati...Car.
Ah
scellerato, etuhai il coraggiodipresen- tarti a miozio, ed amia cuginain questama-
niera?
Mon. Voi aveteveramenteragionedirimproverarlo!
Giac. (Vengoora dal sarto:misontolta la livrea per farmela un poco accomodare;
ma
appena che P ho levatadidosso,il sarto mi hadetto chenon vuol piùdarmela se voinon li pagat?primail conto.)
Car. /"Paci,nonfarti sentire.) Miozio, vi
domando
grazia perlui.Mon.
A
luigliel’accordo:ma
quanto avoi tuttoè finito,ed allontanatevi subitodallamiapresenza.Ama. Ah!mio buon zio...
Car. Ascoltatemi ve ne prego...
Mon. si èmaiveduto una simile scioperatezza! Ce-
stinato nelDon volersi vestire, senza manife- starneilmotivo.
Car.(S’io gli confesso la causadell’attualemia situazione,ioperdoAmaliaper sempre.
Ah
Eu- genio. Eugenio!)Seena
XIII.Eugenio conungarzonedi sarto, chehaladivisa diCarlo ela livrea di Giacomo. Quest1ultimo sololivede,prendeladvisa e lalivreaecorre nella camera. Ilgarzone parte.
Mon Sonoinutililetue preghiere. Devi seguirmi, edi colui non voglio più sentirne parlare.
Eug. (Poverodiavolo!arrivo intempoperlevarlo d'affanni.)Che vedo! quiilsignorMonval,l’ado- rabile Amalia...
jgilizedbyGoogle
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Moti. Finalmente ne vedounovestito!
Bug.11vostro arrivoedel più felice augurio per l’amicomio.
Un
notaro,lo zio, la promessaspo- sa; tuttoépiacevele, epromette... Solo1’abito dinozzedi Carlo non mipiace troppo.Car. /'Ahbirbante!)
Bug. Amico mio perchénon timettiiltuo grande uniforme? Quelloéadattatoalla circostanza,!
Car. (Melapagherai), (sotto vocead Bug.)
Scena XIV.
Giacomo inLivreaedetti.
Ama.Oh! ecco ilservitorein livrea;sipuòsperare che anche ilpadrone...
Qia.Ilsignor Carlononvuol metterei!suo vestito?
Car. (Anchetuti burlidi me/crepo dallabile, e
*nonposso parlare.)
Bug. (Ho portato adessoil tuo uniforme; énella tua camera).
Car. (via correndo).
Mon.Eglié matto,é mattosicuramente.
Bug.Iolo sapeva che con una parolaioavrei re- stituito allaragione. Toccaa voiacompierl’o- pera maritandolo.
Ama.Sì,carozio, dice 'benissimo.
Scena XV.
Pandolfoedetti.
Pan. Sento che il signor Carlo si marita! Tanto meglio/ Così potrò sperareeh’ eglipaghi isuoi debiti.
Mon.Isuoidebiti?
Ama. (Oh poverettame!
Un
altro contrattempo!) Pan.A meno
che il signor Eugenio non persistanella delicatarisoluzionedisaldarquesto conto di600 franchi.
Mon. 600 franchi!
Pan. Peraffitto,forniture, pranzi,cene, merende bottiglie...
Mon. Diavolichevi portino... Faredei debiti per questecose, o sopradiuna locanda!
Non
gli perdonerògiammai.DigitizedbyGoogle
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Sccmft
UltiBB&a.Giacomo, Carloin uniformee detti.
Già. 11 signor Carlo. (annunciandolo).
Ama.
Oh
comesta benecosì vestito!Eug. Vieni, vieni, amicomio, v*equi il signor Pundolfo,ilquale aspettache tuglipaghi quei (>00franchi, che noi glidobbiamo.
Car. (Ah disgraziato/ Eglihadecisodirovinarmi.) Eug.
Tu
saicheoltrediciònoi abbiamodeglial- tridehitucci, eabbiamo convenutocheilprimo aprender mogliepagherebbepertutti due.Car. (Tu miassassini.)
Eug.
Tu
ti mariti,paga...questa mattinadispu- tavamo insieme a chi pagherebbe,ma
io non sono ostinatocome
seitu, eticedo il piacere di saldareogni nostrodebito.Moti.Si signore,pagate, edal
momento
,o iovi protesto chevoi nonavrete mai lamano
d’A- malia.Ama,(Ahs'iopotessi prestargli il mio denaro!;
Car.Signor Eugenio...questosichiamaabusarsi...
(Tigiuro che
me
ne darai ragione.)Eug. Sono sicuroeli’egli hadiverse migliaiadì franchi nel pertafogiio.
Mon. Sarei curiosodivederli.
Pan. Edioancora.
Eug.(Cercati in saccoccia, stolido!)
Car. [ce"cando).Ah!...sì... évero...é vero, avea dimenticato...L’amore mifacevagirare la testa.
[cavaunpiccoloportafoglio)
.
Eug. Eral’amore.
Ama. Era l’amore. [IlMotivai).
Eug. (Ecco quel benedetto portafogli cheil più dellevolte.abbiamoveduto vuoto.
Ho
guadagna- totutto alMaggiore.; (piano a Carlo, Car.Quantoti’sono tenutod’avermi fattoricor-daredelmiodenaro. Venitequi.signorPandolfo prendetequesta cambialedi 1000. franchi: da- temi ilresto.
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;>an. Non serve,signore,che premurec’é ? Car.Andiamo dunque, nonfate ilprezioso! pren-
dete, e ricordatevi che quando uninio pari dice che pagherà/... bisogna prenderlo in parola.
Pan. Vi prendoin parola per obbedirvi.
Car. E voi,carozio, èvero che siete ricco,
ma
delle volteinviaggio,puòmancare...se maivo- lete un migliarettodi franchi...
Mon.
Ah
manigoldo! Ti burlidime.Eug. Nonandatein collera.Questo é.il carattere del mioamico.Ci vuolmoltoperfarlo risolvere a cavarfuori il suo Portafoglio,
ma
quando lo hacacciato vorrebbe dardenaria tuttiilmondo.11 rimanentenoilo depositiamonellemanidella vezzosa Amalia, per garanziadeinostr* creditori.
Mon.
A me
peròsembradiscorgerenellacondotta delmiosignornipote, un non so chedisrego- latezzadi mancanzadigiudizio..E
ug..Signore,vidirò la verità.Nondovete lagnarvi di lui. Vi assicuro in parola dibuon militare, che seabbiamocommessa
qualche bizzarria, é stato soltantofrutto dellemieinsinuazioni:sem- pre però salva ladecenzael’onestà. Carlo ha più giudiziodi me, ediosono certo cheformerà la felicità diAmalia. Accordategliela dunque, ed io visarò mallevadore,che perl’avvenire...Mon. E potrò fidarmi?
Car. Con unamoglie cotanto amabileevirtuosaio
non potrò che esser saggio.
(il commendatoreunisce ledestredeglisposie s: