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ESPERIENZE PERSONALI

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Academic year: 2021

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(1)

CAPITOLO VI

ESPERIENZE PERSONALI

6.1 PAZIENTI E METODI

Pazienti

Ho studiato venticinque pazienti, 21 uomini e 4 donne (età media 61,3±10,7 anni; età compresa tra 43-81 anni), affetti da carcinoma a

cellule squammose della laringe.

La stadiazione dei tumori forniva i seguenti risultati: 2 soggetti in stadio I (Figura 4), 2 in stadio II, 9 in stadio III (Figura 5), 12 in stadio IV.

(2)

Figura 5: Carcinoma della sovraglottide (stadio III)

GRUPPO DI STUDIO

Al momento dello studio 13 pazienti erano fumatori (≥20 sigarette al giorno), 12 erano ex-fumatori (≥20 sigarette al giorno) da almeno un anno; 16 assumevano alcol (≥500 cc di vino al giorno o ≥1000 cc di

birra al giorno, metà dosi per le donne) (Scafato, 2004) e 9 pazienti non assumevano alcol.

Nel gruppo di studio, 11 presentavano patologia cardiovascolare, 5 ipertensione arteriosa (in trattamento farmacologico), 3 diabete mellito

controllato non insulino-dipendente, uno con blocco di branca destra, uno con prolasso della mitrale e uno con una lieve stenosi della valvola aortica.

(3)

Per escludere che l’assunzione di alcol, di fumo da sigaretta o di patologia cardiovascolare abbiano potuto significativamente alterare i

livelli di omocisteina, folati e vitamina B12 nel plasma (Pikaar, 1987), ho

comparato il gruppo di studio con un gruppo di controllo sano.

GRUPPO DI CONTROLLO

Il gruppo di controllo era composto da 80 soggetti sani, 43 uomini e 37 donne (età media 56±15,1 anni, età compresa tra 22-81 anni). Di questi, 25 erano fumatori (≥20 sigarette al giorno; di cui 16 uomini, 9 donne; età

media 56,8±16,3 anni; età compresa tra 23-76 anni), 25 erano ex-fumatori (≥20 sigarette al giorno) da almeno un anno, di questi 17 erano uomini e 8 donne (età media 59,4±13,3 anni; età compresa tra 32-78anni) e 30 erano non fumatori, di cui 10 uomini e 20 donne (età media 52,6±15,2

anni; di età compresa tra 22-81 anni).

Dei soggetti del gruppo di controllo 48 erano consumatori abituali di alcol (≥500 cc di vino al giorno o ≥1000 cc di birra al giorno, metà dosi per le

donne)(Scafato, 2004); di questi 34 erano uomini e 14 donne (età media

57,1±15,3 anni; età compresa tra i 23-78anni), mentre 32 erano non alcolisti , 9 uomini e 23 donne (età media 54,4±16 anni; età compresa tra i

22-81anni).

La malattia ischemica cardiovascolare (CID) è stata diagnosticata in 26 casi-controllo, 12 uomini e 14 donne (età media 67,8±9,2 anni; età

(4)

compresa tra i 45-81anni), mentre negli altri 54, 31 uomini e 23 donne (età media 50,4±14,4 anni; età compresa tra i 22-71anni), non

presentavano malattie cardiovascolari.

Quaranta dei soggetti del gruppo di controllo presentavano ipertensione arteriosa (sotto trattamento), 6 avevano diabete mellito non insulino-dipendente, controllato farmacologicamente, 2 soffrivano di blocco di

branca destra, 2 di prolasso della mitrale e 1 di una lieve stenosi della valvola aortica.

I soggetti del gruppo di controllo, erano della stessa area geografica dei

pazienti del gruppo in studio. Tutti i pazienti e tutti i soggetti del gruppo di controllo consumavano abitualmente una dieta mediterranea.

Nessun paziente in questo studio assumeva farmaci capaci di alterare i livelli di omocisteina (metotrexate, carbabamazepina, fenitoina, ossido

nitrico e triacetato 6-azauridina). Tutti i pazienti hanno dato il consenso informato all’esecuzione dello studio.

Le caratteristiche dei pazienti e dei soggetti appartenenti al gruppo di

(5)

(n) Età media Sesso (m/f) Fumatori Non-Fumatori Ex-Fumatori

CID No-CID Bevitori Non-bevitori Gruppo di studio 25 61,3±10,7 21/4 13 (52%) 0 12 (48%) 11 (44%) 14 (56%) 16 (64%) 9 (36%) Gruppo di controllo 80 56,0±15,1 43/37 25(31,2%) 30 (37,5%) 25 (31,2%) 26 (32,5%) 54 (67,5%) 48 (60%) 32 (40%)

(6)

METODI DI DOSAGGIO

Nel mio lavoro ho utilizzato il metodo AxSYM della ditta ABBOTT (USA) per la determinazione quantitativa della L-omocisteina totale ed il

metodo ARCHITECT (ABBOTT) per la determinazione quantitativa dei folati, vitamina B12.

OMOCISTEINA

AxSYM è un metodo immunoenzimatico, basato sulla fluorescenza a

luce polarizzata, per la determinazione quantitativa della concentrazione totale di L-omocisteina nel siero o nel plasma umano. L’omocisteina legata alle proteine (forma ossidata) è ridotta a omocisteina libera e convertita enzimaticamente a S-adenosil-L-omocisteina (SAH).

Le forme di omocisteina legate a proteine e al disulfide misto-omocisteina presenti nel campione sono ridotte a misto-omocisteina libera con l’impiego di ditiotreitolo (DTT) (Tabella 7)

(7)

HCY-SS-HCY (omocisteina)

DDT

R1-SS-HCY(R1=tiolo) HCY

Proteine-SS-HCY

Tabella 7.Riduzione dell’omocisteina legata a omocisteina libera.

L’omocisteina libera è convertita in S-adenosil-L-omocisteina (SAH) ad

opera della SAH Idrolasi e dell’Adenosina in eccesso (Ad).

SAH IDROLASI

Omocisteina+Ad SAH +H2O

Tabella 8. Conversione dell’omocisteina in SAH.

In condizioni fisiologiche, la SAH idrolasi converte la SAH in omocisteina. Vengono aggiunti il tracciante marcato con fluorescina e il

(8)

Dopo l’addizione di anticorpo monoclonale di topo anti-SAH al campione, la SAH marcata con fluorescina compete con la SAH per i siti

di legame sull’anticorpo.

L’intesità di luce fluorescente polarizzata è misurata dal sistema ottico e dal grado di ripolarizzazione si risale, per interpolazione, alla concentrazione.

Preparazione del campione

Il dosaggio è effettuato preferibilmente su campioni di plasma eparinizzato ad EDTA, ma si può anche utilizzare siero.

Poiché dopo il prelievo la sintesi di omocisteina nei globuli rossi continua, è molto importante preparare i campioni :

¾ lasciare coagulare i campioni di siero per non più di 30 minuti

prima della centrifuga e della separazione del siero. I campioni di siero devono essere conservati nel ghiaccio prima della separazione.

¾ I campioni di plasma EDTA devono essere centrifugati o messi

nel ghiaccio immediatamente dopo il prelievo. I campioni di plasma EDTA possono essere conservati nel ghiaccio fino a 6 ore prima della

(9)

FOLATI

ARCHITECT Folato è un dosaggio a due fasi che utilizza la tecnologia immunologia chemiluminescente a cattura di microparticelle (CMIA) con protocolli analitici flessibili, denominata ChemiflexTM per la determinazione della presenza di folato in campioni di siero, plasma e

globuli rossi umani.

Il rilascio di folato dalla proteina di legame del folato endogeno è mediato da due fasi di pretrattamento.

Nella fase di pretrattamento 1, il campione ed il reagente di pretrattamento 2 (ditiotreitolo o DTT) vengono aspirati e dispensati in una cartuccia di reazione.

Nella fase di pretrattamento 2, una quota della miscela costituita da

campione/reagente di pretrattamento 2 viene aspirata e dispensata in una seconda cartuccia di reazione.

Infine è aggiunto il reagente di pretrattamento 1 (idrossido di potassio o

KOH). Una quota del campione pretrattato viene trasferita in una terza cartuccia di reazione ed in seguito vengono aggiunte le microparticelle paramagnetiche rivestite di proteine leganti il folato (FBP) e il diluente

specifico del dosaggio.

Il folato presente nel campione si lega alle microparticelle rivestite di FBP. Dopo il lavaggio viene aggiunto il coniugato di acido pteroico

(10)

marcato con acridinio che si lega ai siti non occupati presenti sulle microparticelle rivestite di FBP.

Le soluzioni Pre-Trigger (di preattivazione) e Trigger (di attivazione) sono quindi aggiunte alla miscela di reazione, provocando la reazione chemiluminescente che è misurata in unità di luce relativa (RLU). Tra la quantità di folato presente nel campione e le RLU rilevate dal sistema

ottico ARCHITECT esiste un rapporto inverso.

Preparazione del campione

IL dosaggio ARCHITECT Folato può essere eseguito su campioni di

siero, plasma (raccolto in provette con eparina di litio) o sangue intero umano (raccolto in provette con EDTA tripotassico).

I campioni di siero o di plasma devono essere prelevati da soggetti a

digiuno, in quanto una recente assunzione di cibo potrebbe produrre concentrazioni di folati sensibilmente maggiori.

(11)

VITAMINA B12 (B12)

ARCHITECT B12 è un dosaggio a due fasi che prevede il pretrattamento automatico dei campioni e utlizza la tecnologia immunologica chemiluminescente a cattura di microparticelle (CMIA) con protocolli analitici flessibili, denominati Chemiflex, per la

determinazione della presenza di B12 in campioni di siero e plasma umano.

Sono dispensati il campione ed il reagente di pretrattamento 1, il reagente

di pretrattamento 2 ed il reagente di pretrattamento 3.

Una quota del campione pretrattato viene aspirata e trasferita in una nuova cartuccia di reazione. Sono dispensati il campione pretrattato, il diluente del dosaggio e le microparticelle paramagnetiche rivestite di

fattore intrinseco.

La vitamina B12 presente nel campione si lega alle microparticelle

rivestite di fattore intrinseco.

Dopo il lavaggio, si aggiunge nella seconda fase il coniugato B12 marcato con acridinio. Le soluzioni Pre-Trigger (di preattivazione) e Trigger (di attivazione) vengono quindi aggiunte alla miscela di raezione,

provocando la reazione chemiluminescente che viene misurata in unità luce relativa (RLU).

(12)

Esiste un rapporto inverso tra la quantità di vitamina B12 presente nel

campione e le RLU misurate dal sistema ottico ARCHITECT.

Preparazione del campione

Il dosaggio ARCHITECT B12 può essere eseguito su campioni di siero umano (incluso siero raccolto in provette con separatore di siero) o di plasma umano raccolto in provette con EDTA tripotassico.

Prima della centrifugazione è bene assicurasi che nei campioni di siero il coagulo sia completamente formato, altrimenti potrebbero verificarsi risultati errati a causa della presenza di fibrina.

(13)

METODI STATISTICI

Ho impiegato il t-test per valutare la differenza dei livelli sierici di omocisteina, folati e Vitamina B12 tra il gruppo di studio e il gruppo di

controllo e tra il gruppo di studio e i sotto-gruppi del gruppo di controllo.

Il t-test, con la correzione di Bonferroni, è stato usato per comparare il gruppo di studio con i sotto-gruppi di fumatori, ex-fumatori e non fumatori del gruppo di controllo.

Una correlazione lineare tra età, sesso e livelli di omocisteina, folati e

vitamina B12, è stata valutata nel gruppo di studio e nel gruppo di

(14)

6.2

RISULTATI

OMOCISTEINA

Il livello medio di omocisteina totale nei pazienti con tumore della laringe era di 21±12 DS (v.n=4,45-12,42) μM/L: la bassa deviazione standard (±12 DS μmol/L) dimostra come i livelli di omocisteina nel siero erano molto omogenei.

Nel gruppo di controllo, considerato nell’insieme, il livello medio di omocisteina era di 7,3±1,8 DS μM/L. La differenza tra i due gruppi era statisticamente significativa (p<0,001).

Il livello medio di omocisteina nel siero di pazienti fumatori con carcinoma della laringe era di 22±15 DS μM/L, mentre il livello medio di omocisteina nel siero di fumatori del gruppo di controllo era di 7,9±2,2 DS μM/L (p=0,005).

Il livello medio di omocisteina nel siero di pazienti ex-fumatori con tumore della laringe era di 19,1±6,6 DS μM/L, mentre il livello medio di omocisteina nel siero di ex-fumatori del gruppo di controllo era di

7,4±1,7 DS μM/L (p<0,001).

Nel gruppo di controllo, il livello medio di omocisteina nel siero dei non fumatori era di 6,9±1,7 DS μM/L.

(15)

Questi dati sono riassunti nella Tabella 9.

Soggetti Livelli Sierici Omocisteina (μM/L) Livelli Sierici Folati (ng/mL) Livelli Sierici Vitamina B12 (ng/mL) Gruppo Studio (fumatori) Gruppo di Controllo (fumatori) 22±15 p = 0,005 7,9±2,2 4,6±2,3 p< 0.001 7,5±1,9 342±350 ND 467±156 Gruppo Studio (ex-fumatori) Gruppo di Controllo (ex-fumatori) 19,1±6,6 p < 0.001 7,4±1,7 3,8±2,1 p < 0.001 8,0±25 432±174 ND 505±113 Gruppo Studio (non-fumatori) Gruppo di Controllo (non-fumatori) Nessun paziente 6,9±1,4 Nessun paziente 8,1±2,8 Nessun paziente 531±124

ND. Nessuna Differenza Significativa

Tabella 9. Risultati dei livelli sierici di Omocisteina, Folati e Vitamina

BB12, nel gruppo di studio ed in quello di controllo (fumatori, non

fumatori, ex fumatori).

In una comparazione, eseguita con i t-tests indipendenti con la correzione del Bonferroni, tra tutti i pazienti del gruppo studio ed i

sottogruppi di controllo, è stata osservata una differenza statisticamente significativa tra pazienti e gruppo di controllo fumatori (p<0,001), tra

(16)

pazienti e gruppo di controllo non fumatori (p<0,001), e tra pazienti e gruppo di controllo ex-fumatori (p<0,001).

Mentre tra i pazienti del gruppo di studio non è stata trovata nessuna differenza statisticamente significativa riguardante i livelli sierici di omocisteina tra i bevitori e non bevitori, così come tra i pazienti con CID e pazienti senza CID, nel gruppo di controllo, invece, è stata

osservata una differenza statisticamente significativa di questi livelli tra i fumatori ed i non fumatori (7,9±2,2 DS μM/L vs 1,4±1,4 DS μM/L; p=0,042), tra i bevitori e non bevitori (7,9±2,2DS μM/L vs 7,7±1,9 DS

μM/L; p=0,012) e tra i pazienti con CID e pazienti senza CID (8,3±1,8 DS μM/L vs 6,9±1,7 DS μM/L; p=0,003).

Né l’assunzione di alcol né le malattie cardiovascolari alterano le differenze statisticamente significative nei livelli di omocisteina nel

siero rilevate tra i pazienti con carcinoma della laringe.

Nessuna correlazione è stata trovata tra età, sesso e livelli sierici di omocisteina in entrambi i gruppi, quello di studio e quello di controllo.

Non è stata trovata nessuna differenza statisticamente significativa nei livelli sierici di omocisteina tra il grading istologico e gli stadi del tumore.

I dati riguardanti i livelli sierici di omocisteina sono riassunti in Figura 6.

(17)

Figura 6. Livelli di omocisteina nel siero e Variazione percentuale dei Coefficienti (CV%) nei pazienti affetti da cancro della laringe (N°=25) e dei soggetti del gruppo di controllo (N°=80) riportati su un piano cartesiano.

(18)

Folati

Il livello sierico medio di folati nei pazienti era di 4,3±2,2 DS (v.n.=2,7-34.0) ng/mL, mentre in tutto il gruppo di controllo era di 7,9±2,4 DS ng/mL (p<0,001).

Il livello medio di folati nel siero dei fumatori con tumore della laringe

era di 4,6±2,3 DS ng/mL, mentre nel sottogruppo dei fumatori del gruppo di controllo (p<0,001) era di 7,5±1,9 DS ng/mL.

Inoltre, il livello sierico medio di folati negli ex-fumatori con tumore

della laringe era di 3,8±2,1 DS ng/mL, mentre nel sottogruppo degli ex-fumatori del gruppo di controllo era di 8,0±2,5 DS ng/mL (p<0,001). Infine, il livello sierico medio di folati nei non fumatori del gruppo di controllo era di 8,1±2,8 DS ng/mL. Nel gruppo di studio non c’erano

non-fumatori.

Tutti questi dati sono riassunti nella Tabella 9.

Una differenza statisticamente significativa è stata rilevata tra i pazienti

del gruppo di studio, nel loro insieme, ed in ciascuno dei tre sottogruppi (p<0,001).

Nessuna differenza statisticamente significativa nei livelli sierici di

(19)

Né l’assunzione di alcol né le malattie cardiovascolari hanno alterato le differenze statisticamente significative nei livelli sierici di folati tra il

gruppo di studio e il gruppo di controllo.

Nel gruppo di studio, non è stata trovata una differenza statisticamente significativa riguardante i livelli sierici di folati tra i bevitori e non bevitori e tra i pazienti con CID e pazienti senza CID.

Analogamente, tra i pazienti del gruppo di controllo, nessuna differenza statisticamente significativa, riguardante i livelli sierici di folati, è stata notata tra bevitori e non bevitori, né si è presentata tra i pazienti con

CID e pazienti senza CID.

Nessuna correlazione è stata trovata tra età, sesso e livelli sierici di folati in entrambi i gruppi, quello di studio e quello di controllo.

Non è stata trovata, inoltre, nessuna differenza statisticamente

significativa nei livelli sierici di folati tra grading istologico e gli stadi del tumore.

(20)

Figura 7. I livelli di folati nel siero ed il coefficiente di Variazione

Percentuale (CV%) dei pazienti affetti da cancro della laringe (N°=25) e dei soggetti del gruppo di controllo (N°=80) riportati su un piano cartesiano.

(21)

Vitamina B12

Il livello sierico medio di Vitamina B12 nei pazienti era di 385±278

DS (v.n.=179-1162) ng/mL contro il 498±125 DS ng/mL nel gruppo di controllo.

Nei fumatori del gruppo di studio, Il livello sierico medio di Vitamina

BB12 era di 342±350 DS ng/mL contro i 467±156 DS ng/mL nel gruppo

di controllo dei fumatori.

Nei pazienti ex-fumatori con carcinoma della laringe, Il livello sierico

medio di Vitamina B12 era di 432±174 DS ng/mL, mentre era di

505±113 DS ng/mL nel gruppo di controllo di ex-fumatori.

Non ci sono non-fumatori nel gruppo di studio. Tutti questi dati sono riassunti nella Tabella 9.

Né l’assunzione di alcol né le malattie cardiovascolari hanno alterato questi risultati.

Non sono state trovate differenze statisticamente significative tra tutti i

gruppi sopra menzionati, nemmeno per età, sesso, grading istologico e stadio tumorale.

(22)

6.3 DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

La relazione tra il carcinoma a cellule squammose della testa e del collo ed i livelli di omocisteina, folati e vitamina B12, è ancora materia

di discussione.

Almadori e collaboratori (2002) sono stati tra i primi ad aver rilevato

nel siero dei pazienti, con tumore a cellule squammose della testa e del collo, una correlazione significativa tra bassi livelli di folati ed alti livelli di omocisteina.

A conferma di quanto osservato da Almadori, nel mio studio ho trovato una differenza statisticamente significativa (p<0,001) nei livelli sierici di folati e di omocisteina tra il gruppo dei pazienti con il tumore della laringe ed il gruppo di controllo, mentre per quanto riguarda i livelli nel

siero di vitamina B12, non ho rilevato differenze statisticamente

significative tra il gruppo di studio e il gruppo di controllo.

In questo studio ho rivolto l’attenzione al ciclo della metionina e dei

folati: quest’ultimi, in particolare, interferiscono con la sintesi, riparazione e metilazione del DNA, in quanto coinvolti nella sintesi delle purine e delle basi pimiridiniche, svolgendo anche un ruolo come

(23)

Le alterazioni nel ciclo della metionina sono state descritte in molti tumori maligni umani tra i quali, recentemente, in quelli del distretto

testa-collo (Almadori et al., 2005).

I livelli di folati e di omocisteina non si modificano nei vari stadi tumorali e, pertanto, non possono essere considerati come un marker del progressione della malattia (Almadori et al., 2005). Inoltre, i livelli di

folati nel siero di pazienti affetti da carcinoma a cellule squammose della testa e del collo, sono simili a quelli trovati nei pazienti con leucoplachia e, per questa ragione, i sopraddetti livelli non possono

essere considerati come un marker per i tumori del distretto testa-collo (Almadori et al., 2005).

Comunque, tenendo presente la funzione dei folati nella sintesi e riparazione del DNA, può essere ipotizzato un ruolo teorico di questi

nella carcinogenesi. I folati, probabilmente, non hanno un ruolo indipendente, come agente scatenante, ma possono interagire con fattori sia ambientali, sia genetici (Almadori et al., 2005).

La loro assunzione, entro il range raccomandato attualmente (v.n.=0,1-4mg/die) (Coppola e Di Mimmo, 2004), è spesso insufficiente per realizzare la concentrazione ottimale di precursori nucleotidici nelle

cellule.

A questo riguardo, è stato proposto un incremento dei folati e degli altri micronutrienti nelle diete consigliate da alcuni dietologi (Kaplowitz et

(24)

al., 2004): alla luce di queste osservazioni, una loro supplementazione potrebbe rappresentare una valida possibilità profilattica (Kane, 2005).

E' ben noto, infatti, che un incremento dell’assunzione di folati mediante frutta e vegetali, è associato ad una riduzione del rischio di tumore del cavo orale (Weinstein et al., 2002).

Attualmente, si pensa che i folati abbiano una funzione protettiva contro

il carcinoma del colon-retto (Giovanucci, 1995): alti livelli di omocisteina e bassi livelli di folati nel siero sono stati osservati in pazienti con questo tipo di neoplasia (Kato et al., 1999).

Altri risultati sembrano confermare nell’uomo il ruolo protettivo dei folati contro i tumori maligni: è stato dimostrato che la

supplementazione di folati e di vitamina B12 induce una regressione

della metaplasia squammosa del carcinoma bronchiale (Saito et al.,

1994). Sono state invece osservate alterazioni del metabolismo dei folati nei tumori della mammella, del pancreas e della cervice uterina (Wu et al., 1999; Stolzenberg-Solomon et al., 1999; Alberg, et al., 2000).

La carenza di folati, il cui ruolo è fondamentale nella normale sintesi e riparazione del DNA, conduce, attraverso l’alterazione della metilazione della citosina nel DNA, sia all’attivazione inappropriata della

proto-oncogenesi, sia alla repressione di geni tumorali onco-soppressori, (Almadori et al., 2002).

(25)

I livelli normali di precursori nucleotidici (dNTP) sono pertanto direttamente dipendenti dalla disponibilità intracellulare di folati e gli

effetti del loro deficit nella carcinogenesi sembrano essere basati, in parte, sullo sbilanciamento dell’insieme di dNTP (James et al., 1997). Il deficit di folati è inoltre spesso associato ad una iperomocisteinemia e l’assunzione di acido folico può ridurre il livello di omocisteina (Selhub

et al., 1993).

Da un punto di vista biomolecolare, l’iperomocistinemia è considerata essere un importante fattore di rischio per l’instabilità genetica (Oikawa

et al., 2003): essa può danneggiare infatti il DNA, alterando i residui di

timidina e guanina in presenza di Cu++, causando un danno al DNA,

anche in presenza di concetrazioni normali di folati e vitamina B12

(Oikawa et al., 2003).

La cobalamina o vitamina B12,è un co-enzima della metilmalonil mutasi

della sintesi della metionina: la sua carenza esercita un blocco di questa reazione con conseguente accumulo di metiltetraidrofolato, cofattore

necessario per numerose reazioni biochimiche monocarboiniose.

Quanto detto, sembra poter confermare che bassi livelli di folati ed elevati livelli di omocisteina nel siero debbano essere considerati un

fattore di rischio per la carcinogenesi multistep della regione testa-collo, anche se l’ipofolatemia non sembra ancora avere un ruolo indipendente (Almadori et al., 2005).

(26)

A conferma delle ipotesi sopra indicate, nel mio studio, ho riscontrato elevati livelli sierici di omocisteina e bassi livelli di folati sia nei

pazienti affetti da tumore della laringe, sia nei soggetti del gruppo di controllo, dove tuttavia tali livelli erano statisticamente inferiori rispetto al gruppo di studio.

L’osservazione nei soggetti del gruppo di controllo di elevati livelli

sierici di omocisteina e bassi livelli di folati è da ricondursi a quanto già riportato in letteratura. Numerosi studi mostrano come l’assunzione di grandi quantità di alcol (≥500 cc di vino al giorno o ≥1000 cc di birra al

giorno, metà di queste dosi per le donne), oltre al fumo (≥20 sigarette al giorno), possano alterare i processi metabolici dell’omocisteina e dell’acido folico (Kaplowitz et al., 2004; Scafato, 2004).

L’alcol è capace di interagire con il ciclo della metionina mediante un

incremento della adenosiltrasferasi (MAT), determinando variazioni nei livelli della S-adenosilmetionina (SAM) e della adenosilomocisteina (SAH): questa modificazione del ciclo della metionina può determinare

anche un aumento di omocisteina nel sangue (Kaplowitz et al., 2004). Vari Autori sostengono che anche il fumo di sigaretta può influenzare i livelli ematici di omocisteina, di folati e di vitamina B12 poiché le

alterazioni del ciclo della metionina, nei fumatori, dipendono anche dalla scarsa assunzione di frutta e di vegetali, che sono la principale risorsa di folati e di vitamina B12 (Sobczack, 2003).

(27)

Ad ulteriore conferma di quanto sopra riportato, all’interno del gruppo di controllo ho rilevato livelli di omocisteina significativamente più

elevati nei bevitori confrontati ai non bevitori (p=0,012), e nei fumatori rispetto ai non fumatori (p=0,042).

Nonostante sia ben nota l’associazione tra alti livelli di omocisteina e di malattie cardiovascolari (Chamberlain, 2005), nel gruppo di studio gli

alti livelli di omocisteina osservati risultano essere indipendenti dalla presenza, o meno, di malattie ischemiche cardiovascolari, mentre i soggetti del gruppo di controllo con CID hanno livelli statisticamente

più elevati di omocisteina (p=0,003) rispetto a quelli che risultano privi di CID.

Altra possibile causa di una iperomocisteinemia e di una ipofolatemia può essere ricercata nel tipo di dieta che, tuttavia, in questo studio non

ha interferito, in quanto tutti i pazienti hanno dichiarato, ad una indagine anamnestica esiguita prima dell’esecuzione degli esami, di consumare una dieta mediterranea.

Poiché, nei pazienti con cancro della laringe, ho osservato alti livelli sierici di omocisteina e bassi livelli di folati posso dunque ritenere che l’iperomocisteinemia e l’ipofolatemia siano maggiormente correlate alla

presenza del tumore piuttosto che al consumo di alcol, al fumo di sigaretta, ad un’associazione con CID o a particolari abitudini alimentari.

(28)

Un’ulteriore ipotesi che può spiegare la presenza di elevati livelli sierici di omocisteina e di ipofolatemia potrebbe essere correlato al fenotipo

tumorale (Almadori et al., 2005).Tuttavia non si può escludere anche

che, in pochi pazienti, alla base della iperomocistinemia, ci possa essere una coesistenza di alterazioni genetiche del metabolismo dell’omocisteina ed in particolare della metilenetetraidrofolato reduttasi

(MTHFR) (Kraunz et al., 2006).

Per quanto riguarda la vitamina B12 non ho trovato differenze

statisticamente significative tra il gruppo di studio e quello di controllo,

come confermato da precedenti lavori (Almadori et al., 2005).

Basandomi su questi dati ed assumendo che la carenza di folati e dell’iperomocistinemia potrebbero essere predisponenti al tumore testa-collo, è logico considerare l’uso di folati come un possibile agente

chemiopreventivo in questi tumori, come già è stato proposto per il tumore del colon (Lamprecht e Lipkin, 2003).

La supplementazione di folati potrebbe pertanto dimostrarsi una misura

preventiva semplice e poco costosa nella popolazione.

In conclusione, i livelli sierici di omocisteina e folati potrebbero favorire lo sviluppo del carcinoma della laringe in associazione con altri

fattori sia ambientali, sia genetici.

Ulteriori studi con gruppi più numerosi di pazienti o follow up più lunghi aiuteranno a capire il reale valore di queste alterazioni metaboliche.

Figura

Figura 4: Carcinoma della corda vocale sinistra (stadio I).
Figura 5: Carcinoma della sovraglottide (stadio III)
Tabella 6: gruppo di studio, gruppo di controllo.
Tabella 9. Risultati dei livelli sierici di Omocisteina, Folati e Vitamina
+3

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